Anno XXV - n.30 - 1,50 euro
Direttore Alessandro Carli
Venerdì 4 Agosto 2017
E ditoriale Record debito pubblico: S icurezza San Marino Il Colorificio Arr... IVA nel 2019
In questo agosto rovente – non solo per il meteo ma soprattutto per le discussioni sui decreti salvabanche, assestamento di bilancio e sviluppo, con tutte le polemiche che no sono scaturite – la notizia fresca arriva dal “Programma Economico 2018” che “annuncia” la data del passaggio dalla monofase all’IVA: 1 gennaio 2019. Entro la fine dell’anno partirà un percorso di confronto e approfondimento che dovrà coinvolgere tutte le associazioni datoriali e le organizzazioni sindacali per analizzare l’impatto dell’intervento proposto. La Segreteria alle Finanze avvierà l’iter legislativo per marzo/aprile per poi far entrare in vigore il nuovo regime di imposizione indiretta tra circa un anno e mezzo. L’intenzione della Segreteria è quella di creare “un’imposta snella e semplificatrice”. Per questo motivo, sta valutando “diversi elementi di innovazione che la norma sammarinese potrebbe contenere al fine di ‘tutelare’ l’economia del Paese, date le piccole dimensioni del mercato, e assicurare nello stesso tempo un gettito apprezzabile”. Negli anni abbiamo assistito ad annunci e date certe, poi sempre slittate “a futura memoria”. La nostra sincera speranza è che questa volta sia davvero quella buona, anche in virtù del percorso che il Titano sta effettuando verso l’Europa: l’IVA è un linguaggio comune che agevola gli interscambi e che allo stesso tempo, assieme alla certezza delle regole, permette di attrarre investitori. AC
San Marino Fixing torna in edicola venerdì 1 settembre
350 milioni in un giorno
dalla pista alla strada
Erano 250, ma il Governo ne ha aggiunti fino a 200 in titoli di Stato per il sistema bancario, oltre ai 150 potenziali dei crediti d’imposta a pag.2
A NIS
Business tra Vietnam e Titano
a pag.3
C ultura
Due interventi legislativi nel lasso di poche ore e in un solo giorno, il primo agosto, il Governo ha più che raddoppiato il debito pubblico sammarinese. Per l’esattezza, tra Decreto 87 (che prevede la possibilità di trasformare i crediti d’imposta delle banche in titoli di debito, per circa 150 milioni di euro) e Assestamento (con l’art. 21 che prevede l’emissione di titoli di debito fino a 200 milioni per sostenere il sistema bancario e in particolare Cassa di Risparmio), si sono “creati” ben 350 milioni di debito per legge, che si aggiungono ai 250 circa che già lo Stato aveva totalizzato negli anni scorsi. Per la verità, in pochissimi anni, visto che nel 2012 erano meno di 100 milioni. E se Banca Centrale sfrutterà la nuova norma “liquidità”, potrebbe far lievitare il debito ancora. Bartolucci alle pagg. 6-7
La Basilica Gli omaggi e la storia
alle pag.9-11
spazio riservato all’indirizzo
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I mprese
FIXING - Anno XXV - n.30 - Venerdì 4 Agosto 2017
MWC, il Colorificio Sammarinese in un progetto di “color marketing”
La sicurezza delle pitture “sportive” nel quotidiano Samoline garantisce lo stesso grip dell’asfalto anche quando piove di Alessandro Carli
La Repubblica di San Marino scende in pista al Misano World Circuit. Questa volta però non parliamo di un centauro – l’ultimo, nella MotoGp, è stato Alex De Angelis – bensì di un’azienda. Il Colorificio Sammarinese difatti ha fornito la “materia prima” per un intervento di color marketing sulle quattro vie di fuga del circuito, un progetto grafico ideato dalla Drudi Performance e dedicato al territorio. Non una novità, per lo storico gruppo (è stato fondato nel 1944, ndr) ubicato sul Monte Titano, che ben conosce le piste sportive: il Colorificio Sammarinese difatti, come spiegano l’amministratore delegato Giulio Caramaschi, il direttore dell’area marketing e comunicazione Manuela Favali, il direttore commerciale Matthew Vagnini e il brand manager Benedetta Masi, rifornisce da già diversi anni “il 90% dei circuiti in cui si corrono le gare di MotoGp e Superbike e il 70% delle piste che ospitano le gare di Formula Uno”. Un’esperienza pluriennale e consolidata quindi. Apparentemente, nulla di nuovo. E invece… “Il nostro business si sviluppa principalmente lungo tre direzioni: Edilizia, Industria e Specialità. Per quest’ultimo settore, produciamo sin dal 2000 una particolare pittura, Samoline. A base di acqua, garantisce lo stesso grip dell’asfalto, sia sull’asciutto che sul bagnato. Unico prodotto nel suo genere, è appro-
vato dalla FIM, la Federazione Internazionale del Motociclismo. In più, nell’ultimo anno, abbiamo messo a punto una pittura che, garantendo gli stessi standard di aderenza, può essere rimossa senza lasciare né macchie né tracce”. Una soluzione molto interessante per le manifestazioni “non permanenti”. A Misano però siete già presenti… “Con il circuito intitolato a Marco Simoncelli abbiamo una partnership tecnica. Attraverso il Governo, siamo stati contattati per questo progetto di color marketing: abbiamo fornito Samoline – disponibile in una vasta gamma di colori – che viene impiegato per ‘colorare’ le quattro curve: quella della Riviera di Rimini, quella di
San Marino, quella del circuito di Misano e quella che ospita i tifosi di un grande campione. Il suo colore? Il giallo molto acceso. Ogni curva ha le proprie nuance: in quella del Titano spiccano, tra gli altri, il bianco e l’azzurro”. Il mondo dei motori – ma non solo - insegna che con grande frequenza la tecnologia sperimentata in pista o in aria poi viene introdotta nell’uso comune… “Dietro al nostro impegno in ricerca e sviluppo e ai test in pista c’è anche una forte e marcata motivazione sociale e di sicurezza. L’auspicio è che le caratteristiche tecniche dei prodotti che vengono impiegati per le prove sportive – oltre a essere un biglietto da visita per il nostro Paese (nel nome dell’azienda è ben
San Marino FIXING settimanale di informazione economica, finanziaria e politica Direttore responsabile Alessandro Carli a.carli@fixing.sm Redattore Daniele Bartolucci d.bartolucci@fixing.sm Responsabile commerciale Roberto Parma 339.8016455 roberto.parma@fixing.sm Per la pubblicità su Fixing 0549.873925 commerciale@fixing.sm
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chiara la provenienza e il legame stretto con il territorio, ndr) – possano ‘uscire’ dalla
pista e ‘entrare’ anche nelle strade urbane. Pensiamo ai motociclisti, alle persone che girano in bicicletta ma anche a chi guide le auto: una vernice che garantisce la stessa tenuta dell’asfalto in situazioni climatiche diverse certamente riduce il numero di incidenti”. Fin qui la mobilità veloce. E i pedoni? “Quando si parla di sicurezza, ovviamente non basta un prodotto solo. Abbiamo in cantiere due progetti. Uno riguarda una vernice luminescente, che si ‘ricarica’ di giorno e che durante la notte rilascia luce. Il secondo invece è un prodotto idrosensibile, che si accende di colori quando piove. In questo caso, oltre alla sicurezza, può essere impiegato anche per particolari performance di comunicazione”.
F ocus
V4 Ducati a Misano?
Il countdown è già iniziato: manca poco più di un mese al Gran Premio Tribul Mastercard di San Marino e della Riviera di Rimini (8-10 settembre 2017), ma i risultati delle gare potrebbero non essere l’unica novità che regalerà agli appassionati delle due ruote il “Marco Simoncelli”. Il sito motorinews24.com ha lanciato la notizia che aspettava da tempo il popolo della rossa di Borgo Panigale (ma non solo): potrebbe venir presentato il V4 Ducati, destinato a sostituire il bicilindrico sulle sportive top di gamma.
I nternazionalizzazione
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Vu Quang Hoi lancia la proposta: una Silicon Valley sul Monte Titano
San Marino - Vietnam Un ponte di business ANIS e alcune imprese associate hanno incontrato il Gruppo Bitexco La proposta, Vu Quang Hoi, Console Generale della Repubblica di San Marino in Vietnam e affermato imprenditore – è Presidente della Bitexco, gruppo attivo in vari settori, quale, immobiliare (suo, ad Hanoi, The Manor e The Garden), acque minerali, idroelettrico, alberghiero e turistico e attento allo sviluppo sostenibile e alla prospettiva globale – l’ha lanciata quando l’incontro con alcune realtà associate ANIS, ospitato il 2 agosto nella sede dell’Associazione degli Industriali, stava volgendo al termine: fare di San Marino (o meglio, di una parte del Titano) una Silicon Valley. Al tavolo, oltre agli stati maggiori dell’ANIS (il Presidente Stefano Ceccato e il Segretario Generale William Vagnini), i rappresentanti di un gruppo di aziende che hanno accolto l’invito di Hoi,
quello cioè di esplorare “in entrata e in uscita” le possibilità di investimento in Repubblica, anche sulla scia della recente inclusione del
Monte come destinazione turistica all’interno del programma di viaggio di Hanoi Red Tours. Tra le realtà presenti all’in-
contro, Food Souvenirs, un start up nata circa un anno fa con il suo innovativo servizio di confezionamento e consegna di souvenir e rega-
listica a km0 che seleziona, raccoglie e promuove le piccole produzioni artigianali e le eccellenze eno-gastronomiche del territorio e che, lavorando sull’e-commerce, è interessata a capire il Paese. Al Colorificio Sammarinese, che già opera in Oriente e che guarda con attenzione anche quello vietnamita, Vu Quang Hoi ha risposto che fornirà un supporto per conoscere meglio ed entrare nel mercato locale. Una piazza già conosciuta da Alluminio Sammarinese e che Stefano Ceccato, AD del Gruppo, vede come “un’opportunità” da approfondire. William Guerra, Presidente di Sipp (azienda che opera sui mercati da 30 anni e che si occupa di dispensing, ndr), dopo aver illustrato l’ampia gamma di prodotti innovativi e originali e che combinano stile, design, materiali e tecnologie e aver spiegato
che il brand è già presente in Giappone, si è soffermato su una macchina che serve per raffreddare l’alcol ma senza congelarlo, e che ha interessato il Presidente della Bitexco. Presidente che ha ascoltato con attenzione anche Deca, realtà che opera nella costruzione d’impianti di saldatura, chiedendo specifiche sulle differenti procedure di taglio. Deca, che produce a San Marino, è già presente in Vietnam con piccoli ordini per diverse aziende e cerca distributori e importatori dei propri prodotti. Presentazione poi dell’azienda “Ricerche ambientali” e del suo core business. Vu Quang Hoi, dopo aver fatto proiettare un video in cui si racconta l’universo Bitexco, ha invitato i partecipanti in Vietnam e ha promesso che seguiranno ulteriori incontri, più approfonditi. Alessandro Carli
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di Alessandro Carli
Azioni di promozione e coinvolgimento ma anche edilizia privata, residenziale e pubblica, senza dimenticare lo sviluppo delle fonti energetiche rinnovabili (FER) e il settore industriale. Dalla corposa e dettagliata relazione sullo stato di attuazione del Piano Energetico Nazionale (PEN) 2012-2015, firmata dal Presidente dell’Autorità di Regolazione per i servizi pubblici e l’energia Paolo Tartarini e portata in Consiglio Grande e Generale, emerge che nel 2015, in materia di produzione di energia fotovoltaica, la maggior parte degli obiettivi prefissati sono stati raggiunti con buon anticipo mentre lo sviluppo delle altre tecnologie FER è ancora piuttosto lento, così come i “miglioramenti” ai consumi delle aziende. Rimandando il lettore al sito del CGG per il testo integrale, ci soffermiamo sulla “fotografia” scattata sul settore industriale. Per quanto concerne la “domanda energetica”, il 76% dei consumi elettrici e poco più del 50% di quelli di metano sono rappresentati “dagli usi diversi, all’interno dei quali ricade il settore industriale”. Dalla relazione poi si evince che “il 34% dei consumi elettrici industriali è imputabile a sole 20 utenze”. Riduzioni importanti del fabbisogno energetico nazionale, sottolinea il report, “possono essere conseguite in tempi relativamente rapidi solo intervenendo sui cicli produttivi delle imprese manifatturiere nazionali maggiormente energivore”. Tali interventi richiedono peraltro “l’adesione e l’impegno dei titolari delle aziende, ai quali deve risultare evidente la convenienza economica, oltre che energetica, degli interventi”. Il professor Tartarini spiega che - poiché le pratiche di “Audit energetico” (previste dal D.D. 129/2009, ndr) “hanno sin qui avuto ricadute trascurabili” – nel 2015 è stato introdotto un “Programma di Diagnostica Energetica Industriale”, che includeva analisi energetiche approfondite dei singoli cicli produttivi ma anche la valutazione dei consumi di acqua e la gestione dei rifiuti e dei reflui connessi. Dalle previsioni dell’Autorità, i risparmi per le imprese possono essere nell’ordine del 20% del fabbisogno di gas metano (“pari a 5.895 tep”) e del 25% del fabbisogno di energia elettrica (“13.865 tep”). La Diagnosi Energetica (DE), basata su precise analisi del comportamento energetico
A mbiente
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Imprese: con il DE tagli del 20% del fabbisogno di gas metano e del 25% dell’energia elettrica
Green energy, la Repubblica di San Marino si tratta PEN Piano Energetico Nazionale 2012-2015: alcuni obiettivi sono stati raggiunti, altri no del sistema in condizioni effettive di funzionamento, “consente di fondare gli interventi volti a migliorare le prestazioni energetiche di edifici, impianti e processi su precise analisi costi-benefici”. La relazione poi riassume le azioni che sono state svolte nel corso del periodo 2012/2014. Alla voce “Settore industriale”, il PEN rimarca la “fondamentale importanza” delle azioni di contenimento dei consumi energetici nel settore industriale, poiché questo “assorbe oltre il 50% sia dei consumi elettrici sia dei consumi di gas metano, con una forte concentrazione, in entrambi i casi, su un numero limitato di utenze”. Azioni che “non sono state intraprese”. Energia solare termica Lo Sportello per l’Energia ha comunicato che nel 2014 risultavano installati, in ambito di edilizia privata, 60 impianti solari termici, per complessivi 186 mq di superficie captante, cui vanno aggiunti i tre impianti in edilizia pubblica riguardanti la Scuola Elementare di Dogana, quella di Falciano, la Scuola dell’Infanzia di Serravalle e del San Marino Stadium. Gli impianti installati da parte di persone fisiche nel corso del 2014 sono stati 21, 10 in più di quanti se ne erano installati nel corso del 2012, mentre nel corso del 2015 non è stato installato alcun impianto solare termico. “Si tratta di quantità ancora molto modeste e del tutto trascurabili - commenta la relazione - sia in termini assoluti sia in relazione alle aspettative del PEN. Ciò porta a considerare che anche la nuova modalità di incentivazione introdotta dal D.D. 84/2012 (con elevazione al 35% delle spese di acquisto e installazione del contributo a fondo perduto a favore dell’impiego di questa tecnologia FER) non abbia sin qui sortito l’effetto sperato”. Energia fotovoltaica La potenza fotovoltaica installata nella Repubblica ancora trascurabile nel 2010, è
salita a 1,57 MWp al termine del 2011, a 4,4 MWp nel 2012, 6,4 MWp nel 2013, 7,1 MWp nel 2014 e ha raggiunto il livello di 8,58 MWp alla fine del 2015. La produzione per via fotovoltaica di 3.155.053 kWh del 2012 corrispondeva a un’incidenza dell’1,18% sul totale del fabbisogno annuo di energia elettrica del territorio. Quota cresciuta a circa il 2,3% nel 2013, al 2,83% nel 2014 e al 3,70 nel 2015, con una produzione di 8.457.145 kWh. La potenza elettrica fotovoltaica installata a fine 2015, con un totale di 1.043 impianti, corrisponde a oltre il 16% del valore massimo di potenza massima importata. Nel 2015 sono entrati in funzione 100 impianti fotovoltaici, di cui 98 di potenza nominale non superiore a 20 kWp e di 2 impianti rispettivamente di 120,64 kWp e 698,61, con un incremento della potenza installata di 1.438 kWp rispetto al 2014. Nel 2015 la potenza fotovoltaica complessiva installata è risultata pari a 8,588 MWp, per un totale di 1.043 impianti. Di questi, 963 - per una potenza nominale di 7.254,642 kWp -, hanno beneficiato delle Tariffe incentivanti previste per gli anni 2010-2015 dal Conto Energia. Dei 963 impianti, 264 (per una potenza nominale di 1.547,570 kWp) sono quelli autorizzati al beneficio della Tariffa Incentivante per il plafond dell’anno 2015. Energia dai rifiuti Per il PEN, nel quadriennio sotto esame, il recupero energetico da rifiuti quale risorsa energetica “non è rilevante”. Nell’ambito della gestione dei rifiuti, l’art. 15 del “Codice Ambientale” (D.D. 44/2012), include “tra le pratiche volte alla riduzione dello smaltimento finale dei rifiuti” anche “l’utilizzazione dei rifiuti come combustibile o come altro mezzo per produrre energia”. Il piano di gestione dei rifiuti elaborato dalla Commissione Tutela Ambientale, soggetto a revisione biennale, potrà quindi in futuro contenere indicazioni anche in tal senso.
G estione Rifiuti
di: I kit da montagna oRubrica daa cura mare non sono più “recuperabili”
Mese in agosto, il momento clou e forse il più atteso per chi stacca la spina dal lavoro e va in ferie ma anche quello per fare il cosiddetto “cambio degli armadi”. Che sia mare, montagna o campeggio, questo è il periodo di andare in soffitta, in garage o semplicemente aprire i bauli e iniziare a scegliere cosa portare in vacanza. Certamente troveremo qualche “oggetto” di cui conservavamo memoria, magari legato a un “particolare” dell’anno prima, ma anche qualcosa di cui ci eravamo semplicemente dimenticati. Spesso, in vista di una nuova meta da scoprire e vivere, le persone tendono ad acquistare qualcosa di nuovo: via le vecchie pinne un po’ scolorite, così come il boccaglio e la maschera da sub, che magari nel tempo non sono più così “ermetici” e fanno passare l’acqua, così da far spazio ai nuovi oggetti, magari di design o all’ultimo grido. Non finirò mai di dirlo, ma “il respiratore”, così come i tanti attrezzi balneari – e mi riferisco ai materassini, ai salvagente, ai braccioli per i bimbi, ai secchielli e alle palette per costruire i castelli di sabbia – non sono recuperabili in quanto, spessissimo, sono costruiti con materiali di poco valore.
Se tutti questi oggetti sono rotti e quindi non più utilizzabili, l’unica via è quella di portarli o al Centro raccolta di San Giovanni, oppure conferirli alle aziende che si occupano della gestione dei rifiuti, come ad esempio la IAM srl. Qualora gli oggetti siano ancora integri e funzionanti ma li si vuole ugualmente cambiare (linee non più di moda, colori “terribili” oppure, e capita, durante l’inverno abbiamo messo su qualche chilo di troppo e la maschera per le immersioni è diventata troppo piccola), come i nostri lettori oramai ben sanno, gli si può dare una “second life”. Regalarli a chi ne ha bisogno, oppure portarli in qualche mercatino dell’usato, sono due ottime soluzioni. Sono rifiuti non recuperabili anche quelle che compongono i kit da montagna o da campeggio: tende, scarponi e tanto altro ancora, poiché sono fatti con materiali particolari, non sono riciclabili. Diverso invece è il discorso per le biciclette (le mountain bike): se sono ancora “pedalabili” e ve ne volete liberare, qualche amico o conoscente vi ringrazierà. Se invece, magari dopo una caduta o un salto, avete storto le forcelle o le ruote, o se il telaio si è piegato, potete portarle “a recupero” in quanto sono fatte con
materiali di qualità: ferro, alluminio, alcune anche in titanio. Spesso poi, nel camminare in montagna, si incontrano appassionati vestiti con indumenti hi-tech. Facilmente, per chi ha o ha avuto qualche anziano parente o amico che amava le vette, viene in mente come si “vestivano una volta”. Se per caso ritrovate in casa un vecchio paio di pantaloni alla zuava, quelli in velluto, o una camicia di flanella che non siano logori (nel caso non fossero più utilizzabili, lo potrete sempre impegnare per coprire la cuccia degli animali domestici in vista dell’inverno), fateli “rammendare” o semplicemente “accorciare”: se hanno accompagnato i vostri cari tra i boschi, lo sapranno fare ancora altrettanto bene oggi. In questo modo riporterete con voi a passeggio qualche “quadro di famiglia”, qualche persona a cui avete voluto bene. Mirkare Manzi
G reen Economy
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di Daniele Bartolucci
Il sole sposterà le persone. Anzi, grazie alla tecnologia, lo può fare già oggi. “La green economy sta facendo passi da gigante e anche San Marino ne può trarre benefici importanti, in termini di risparmi e di minore impatto ambientale”, spiega Manuel Gasperoni, titolare di Enerlight Srl. “Già da qualche anno possiamo produrre energia da fonti rinnovabili sia in casa che in azienda, e utilizzarla per gli usi più comuni, fino a quelli più innovativi, come è la mobilità: ricaricare un’auto elettrica con l’impianto fotovoltaico è infatti già possibile e qualcuno lo sta già facendo”. Inoltre, “grazie alle ultime applicazioni, sia l’energia prodotta che quella consumata sono monitorabili in real time: e questo permette esattamente di autoregolare e pianificare, in casa e in azienda, tutte le attività che necessitano di elettricità”. Fotovoltaico in ripresa: il vantaggio del Titano “Il sole è una fonte pulita di energia, trasformabile in elettricità per l’uso comune attraverso gli impianti fotovoltaici, installati sui tetti, come tanti se ne vedono anche in Repubblica. Quello che era un intervento quasi di nicchia è ormai un fenomeno di massa, accessibile a tutti, con costi sempre meno impegnativi e tempi di recupero sempre più ridotti perché, oltre alla detrazione fiscale, la produzione di questi impianti è migliorata tantissimo. Inoltre”, aggiunge Gasperoni, “rispetto all’Italia, San Marino gode di un vantaggio importante rispetto a tutto il resto del mondo, dato dal fatto che è la rete elettrica stessa a fungere da accumulatore: ovvero, ciò che il nostro impianto produce viene immesso nella rete, può essere ripreso da essa quando c’è necessità, senza pagarlo perché è già nostro. In pratica potremmo dire addio alla bolletta per sempre”. Energia pulita per ricaricare auto e bici “Il mercato delle automobili elettriche è in forte espansione”, conferma Gasperoni, “lo vediamo anche a San Marino, dove l’aumento di immatricolazioni è visibile sia nelle statistiche che sulle strade. A questo si unisce quello delle biciclette elettriche, sviluppato finora solo in pianura – nel nostro caso nella vicina riviera –, ma che, grazie all’evoluzione tecnologica, oggi sta prendendo piede anche in montagna, con biciclette sempre più tecniche, prova ne sono le mountain bike
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“Dal sole l’elettricità per gli usi comuni. La nuova frontiera? Ricaricarci auto e bici elettriche”
Produrre energia e monitorare i consumi: il binomio perfetto Manuel Gasperoni (Enerlight): “Tutto verificabile in real time, anche sullo smartphone”
spinte da motori elettrici che arrivano agevolmente anche a Città, per non parlare di strade di montagna molto più ripide delle nostre”. E dietro a questo boom c’è tutto un indotto da sviluppare: “Come Enerlight Srl abbiamo puntato moltissimo sulle stazioni di ricarica, siano esse le nuove colonnine da posizionare nei parcheggi o i charger box da parete, più indicati per garage e altri ambienti domestici. Del resto, quando un cliente decide di acquistare un’auto elettrica pensa subito a come ricaricarla, e qui entriamo in campo noi professionisti, con prodotti e servizi sempre più innovativi e adatti alle loro esigenze”. Ma non sono solo i possessori di auto di ultima generazione a interessarsi: “Nell’ultimo periodo”, spiega Gasperoni, “molte aziende e attività economiche si stanno approcciando a queste soluzioni per offrire a loro volta un nuovo servizio ai loro clienti. Aziende che hanno a disposizione un proprio parcheggio, inoltre, hanno sempre più clienti e fornitori che viaggiano a bordo di auto elettriche: in questo caso avere una stazione di ricarica diventa un plus importante, per l’immagine dell’azienda, ma anche per ottimizzare i tempi di queste visite”. La nuova frontiera: il monitoraggio dei consumi Come detto, sono svariati gli utilizzi che si possono fare
dell’elettricità prodotta con gli impianti fotovoltaici, tra cui va ricordato anche il semplice – ma spesso oneroso – riscaldamento dell’acqua. Il problema è, però, che spesso non si sa quanto si consuma: “Per esperienza e senza criticare troppo le case produttrici, molte volte il consumo dichiarato non è sempre così puntuale, ma ancora più
spesso ci sono consumi sconosciuti, dovuti anche al semplice collegamento di un elettrodomestico. Tutti gli apparecchi ormai, infatti, contengono all’interno dei circuiti elettronici che, una volta collegati alla rete, assorbono comunque energia anche se sembrano spenti ma che in realtà non lo sono. Grazie alle nuove tecnologie
informatiche, però, possiamo monitorarli, insieme a tutti gli altri”, spiega ancora Manuel Gasperoni. “E’ possibile, infatti, avere in tempo reale il dato dell’energia prodotta dall’impianto fotovoltaico installato sul tetto, oltre a misurare la prestazione dei singoli pannelli, e questo ci permette di sapere quanta elettricità abbiamo a disposi-
zione. Dall’altra parte, possiamo collegarci alla nostra rete per verificare quanto stiamo consumando nello stesso momento, e questo permette anche, di monitorare e quindi anche di limitare l’acquisto di elettricità dall’esterno. E questo, oggigiorno, si può fare anche con una app da un semplicissimo smartphone”.
I“Ilnuovi fotovoltaico di Enerlight impianti si installano in pochi giorni su case
o aziende. E a San Marino si ripagano in meno di 5 anni” “Ogni impianto fotovoltaico ha una storia a sè, per dimensioni e potenza, ma il sistema sammarinese dello scambio sul posto e le detrazioni fiscali permettono di avere un fattore in comune: il tempo di rientro dell’investimento, che è quasi sempre inferiore ai 5 anni, a volte 4”, conferma Manuel Gasperoni. Alcuni esempi, nelle foto a lato: impianto da 3KW per civile abitazione a Chiesanuova, produzione annuale 3.600KWh; impianto da 79,38KW (sistema di installazione a sheed per tetti piani) Erbavita a Chiesanuova, produzione annuale circa 95.000KWh; impianto da 20 KW Park Avenue, tempo di installazione 4 giorni, produce circa 23.000 KWh all’anno.
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di Daniele Bartolucci
Due interventi egislativi nel lasso di poche ore e in un solo giorno, il primo agosto, il Governo ha più che raddoppiato il debito pubblico sammarinese. Per l’esattezza, tra Decreto 87 (che prevede la possibilità di trasformare i crediti d’imposta delle banche in titoli di debito, per un valore di circa 150 milioni di euro) e Assestamento (con l’art. 21 che prevede l’emissione di titoli di debito fino a 200 milioni per sostenere il sistema bancario e in particolare Cassa di Risparmio), si sono “creati” ben 350 milioni di debito per legge, che si aggiungono ai 250 circa che già lo Stato aveva totalizzato negli anni scorsi. Per la verità, in pochissimi anni, visto che nel 2012 erano meno di 100 milioni. E se Banca Centrale sfrutterà la nuova norma “liquidità”, potrebbe far lievitare il debito ancora. L’evoluzione del debito pubblico sammarinese I sammarinesi sono poco avvezzi a sentir parlare di debito pubblico e titoli di Stato, ma purtroppo per loro hanno dovuto scontare questo “privilegio” tutto in una volta, passando da un Bilancio florido fino al 2008-2009, per poi iniziare a sentire sempre più forte queste parole. Quello che era inizialmente un caso mai visto prima, ha as-
Ailancio B ttualitàdello Stato
FIXING FIXING -- Anno Anno XXII XXV - n.22 n.30 - Venerdì 64 Giugno Agosto 2017 2014
La doppia mossa del Governo: l’emendamento proposto a sorpresa in assestamento e la ratifica del D
Il debito pubblico schizza a 6
A dicembre 2016 lo Stato doveva saldarne “solo” 247, ora raddoppierà con la previsione per il sistema bancario e in particolare per Carisp (200). Poi c’è da aggiungere la trasfor sunto nel breve volgere di qualche anno tutte le caratteristiche del debito pubblico di Stati molto più avvezzi a tali strumenti finanziari. E infatti dai 100 milioni del 2012 si è arrivati ai 247 del 2016, mentre nel frattempo (2015) sono stati emessi anche i primi Titoli di Stato - che sono debito anch’esso - della storia dell’antica Repubblica. I crediti d’imposta delle banche Una delle questioni più calde dell’estate è stata la trasformazione dei crediti d’imposta concessi alle banche sammarinesi negli anni scorsi, le quali si “accollarono” come noto le famose operazioni che salvarono il sistema bancario: in pratica, con un Decreto, il Governo ha annunciato l’intenzione di trasformarli in titoli di debito pubblico, scatenando una polemica feroce, sfociata poi in piazza in una manifestazione di protesta collettiva dove
i motivi per criticare il Governo erano tanti (e i decreti banche erano solo uno di essi). Così il Governo, in accordo con la CSU, ha concordato di ritirare il decreto della discordia (accordo bis, visto che il primo era saltata per colpa del veto di BCSM). Tutto sembrava rimandato a settembre, invece, con un colpo di mano, il Governo ha ripresentato lo stesso decret, con il numero 89 stavolta, che concede sempre quella possibilità alle banche. Se tutte lo facessero e tutte venissero autorizzate a farlo, si tratterebbe di circa 150 milioni di debito pubblico in più. La nuova emissione nell’assestamento Se il credito d’imposta era stato comunque annunciato e, in parte, discusso con il Paese, quello avvenuto la sera del primo agosto è un vero e proprio colpo di teatro: il giorno prima la Segreteria alle Finanze ha incontrato
L’EVOLUZIONE DEL DEBITO P 2012
2013
Anticipazioni a breve termine
74.500.000 €
91.639.022 €
31.639.0
Debiti a lungo termine Nazionali
18.340.366 €
11.011.831 €
61.463.8
Debiti a lungo termine Esteri
6.505.701 €
5.976.592 €
5.410.3
Titoli Zero Coupon
/
85.003.613 €
86.221.6
Titoli di debito pubblico (art. 24 Legge 160/2015)
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Titoli di debito pubblico (art. 24 Legge 189/2015)
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Titoli di debito pubblico Legge Assestamento di Bilancio (se emessi per la copertura massima)
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Titoli di debito pubblico Decreto 87 (se convertiti dalle banche)
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/
99.346.068 €
193.631.059 €
TOTALE DEBITO
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184.734.
Elaborazione dati a cura di San Marino Fixing. Fonte: Programma Economico 2017 . Tutti i dati sono rif degli interven opposizioni e parti sociali sul testo dell’assestamento che sarebbe andato in discussione il giorno dopo, ma alle 17 del giorno seguente ha informato via email che il te-
sto era stato emendato, e che in seconda lettura sarebbe stato votato anche l’art. 21, che prevede l’emissione di titoli di debito pubblico per una somma totale di 200 mi-
lioni di euro, “per sostenere il sistema bancario”. Va da sé che la maggioranza si è subito affrettata a spiegare il significato del “fino a”, ovvero se servono tutti, e che princi-
Decreto 87 (che ha fatto infuriare la CSU)
600 milioni
PUBBLICO 2015
2016
2017*
022 €
46.998.000 €
15.000.000 €
/
829 €
67.755.621 €
88.927.842 €
91.748.400 €
321 €
4.919.743 €
4.385.014 €
3.802.158 €
635 €
87.457.110 €
88.713.746 €
89.984.931 €
/
40.000.000 €
40.000.000 €
/
10.000.000 €
20.000.000 €
/
/
200.000.000 €
/
/
150.000.000 €
207.130.475 €
247.026.603 €
595.535.490 €
.808 €
feriti alla data del 31/12 di ogni anno. *Proiezione al 31/12/2017 prima nti di legge in assestamento di Bilancio e della ratifica del Decreto nr 87 palemente sono per Cassa di Risparmio, i cui conti saranno certi solo dopo la presentazione del bilancio, ancora da depositare. Resta però in pregiudicato, il fatto che si potranno emettere titoli per altri 200 milioni. Questo, però, c’è scritto proprio nell’articolato di legge, previo confronto con le parti sociali. Parti sociali che, dopo questi repentini colpi di mano, modifiche all’ultimo minuto e, come ha detto la CSU, anche veri e propri “voltafaccia”, probabilmente andranno al confronto (se ci andranno, ndr) con un atteggiamento sicuramente meno fiducioso di quanto fatto finora. Anche perché le cifre in ballo non sono piccole. Anche BCSM potrà fare debiti statali Nel Decreto 87 c’è poi un altro intervento che farà discutere parecchio: la possibilità data a Banca Centrale di chiedere soldi a prestito anche all’esterno, con garanzia dello Stato. Ovvero, sarà onere dello Stato “coprire” questi prestiti. Lo scopo è condivisbile, perché si tratta di uno strumento che BCSM potrà utilizzare per immettere liquidità nel sistema, laddove non ce ne sia abbastanza, ma di fatto espone lo Stato ad un rischio enorme, che è quello di indebitarsi ulteriormente e senza controllo. Perché nel
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A NIS “Bilancio dello Stato e riforme pretendiamo un confronto
vero dal Governo, senza più modifiche all’ultimo minuto”
e di emissione di nuovi titoli di Stato rmazione dei crediti d’imposta (150)
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B ilancio dello Stato
FIXING - Anno XXV - n.30 - Venerdì 4 Agosto 2017
testo di legge presentato (al momento della stampa, non c’erano modifiche in tal senso, ndr) sembra che Banca Centrale possa fare queste operazioni in totale autonomia, sia come mercati (quindi può chiedere soldi a chiunque?) sia come volumi (non c’è un limite di euro). Questo ovviamente è potenzialmente un rischio, che si somma alla potenziale emissione di 200 milioni di euro più la trasformazione di tutti i 150 milioni di euro di crediti d’imposta. Di qui la cifra spaventosa di 600 milioni di euro di debito pubblico che i sammarinesi potrebbero ritrovarsi a Natale sotto l’albero. Una cifra superiore all’intero bilancio dello Stato e per la quale al momeno non c’’è abbastanza liquidità da coprirla per intero. L’unica risorsa liquida e certa, è quella costituita dai Fondi Pensione, che sommano circa 400 milioni di euro. Verrà forse chiesto a loro di comprare questi titoli di debito? Di certo va richiesto ai gestori, che poi sono tutte le parti sociali, comprese quelle che ultimamente stanno lamentando una scarsa considerazione da parte dell’Esecutivo. In alternativa, se lo Stato dovesse emettere davvero tutti questi 350 milioni di euro che potrebbero servire nei prossimi mesi, chi li comprerà?
“Il futuro di San Marino dipende dalle riforme in grado di rendere sostenibile il Bilancio dello Stato e favorire al contempo uno sviluppo basato sull’economia reale. Interventi che sappiamo potranno essere anche impopolari, ma che se non messi in campo causerebbero un’ingiustizia ancora maggiore verso le future generazioni. Motivo per cui è assolutamente necessario che questi siano condivisi
da tutte le parti sociali. Cosa che finora è mancata, come accaduto nel momento in cui il Governo ha deciso di inserire nella legge di assestamento di bilancio la previsione di aumentare a dismisura il debito pubblico. Una modifica sostanziale avvenuta proprio all’ultimo minuto, senza alcun confronto. E’ una mancanza di rispetto e purtroppo non è la prima volta: la sensazione è che sia una strategia ben studiata,
basata su un confronto di facciata che non genera i miglioramenti attesi. O peggio viene svilito da modifiche a posteriori, come accaduto in questi giorni. L’ennesima prova di come l’Esecutivo intende portare avanti il confronto con le parti sociali, di come usa in modo improprio la parola condivisione e di quanto poco sono rispettate le associazioni che, con senso di responsabilità, continuano ad avanzare
proposte cercando di fare sistema, consapevoli del momento di difficoltà che si sta attraversando. Il Governo cambi questo metodo e apra un vero tavolo di confronto, al quale far sedere tutti e dal quale escano accordi programmatici reali e vincolanti per tutti. Oppure il Governo dica, in modo chiaro, che ha già tutte le risposte ai problemi del Paese e che non ha bisogno di confrontarsi con nessuno”.
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E venti
FIXING - Anno XXV - n.30 - Venerdì 4 Agosto 2017
Decimo Festival dei Giovani Saperi: 70 eventi tra spettacoli e workshop
SMIAF apre il “ponte” con il resto del mondo Dal 4 al 6 agosto il centro storico diventa crocevia di arti e culture Tre giorni di arte di strada, performance, concerti, esposizioni ed aperitivi culturali. Dalla mattina alla sera gli spettacoli animeranno il Centro Storico di San Marino, e, dalle 21 circa, il Campo Bruno Reffi sarà la cornice dei concerti e la chiusura con i dj set. Un programma ricchissimo di eventi e collaborazioni internazionali per rendere omaggio all’edizione numero 10 del Festival dei Giovani Saperi dello SMIAF Project, una delle realtà più dinamiche e interessanti che l’antica Repubblica abbia mai prodotto negli ultimi anni. Il programma del Festival Saranno circa 70 gli eventi previsti dal 4 al 6 agosto 2017 a San Marino: essi spaziano dagli spettacoli ai concerti, performance artistiche, street food e artigianato, e insieme daranno vita ad una grande piattaforma umana di scambio di saperi ed esperienze innovative. Un contesto storico ed innovativo, che quest’anno, grazie alle collaborazioni con il Comitato Giovani della Commissione nazionale UNESCO, Arezzo Wave Love Festival ed Nyagazam Belgio-Camerun, si pone la sfida di un tema importantissimo: “Cultural Diplomacy: Art and Culture for peace”. Speciale aperitivo sul tema, sabato 5 agosto ore 18.30. Questo è il vero messaggio dello SMIAF: Da 10 anni usiamo l’arte e la cultura per promuovere San Marino, per renderlo “Glocale, grazie ad artisti locali ed internazionali, con ospiti e progetti dall’Europa e dal mondo così come dal Titano per relazioni internazionali pacifiche e creative. Formazione: attivati numerosi workshop Non solo eventi: al Festival verrà infatti abbinato anche il progetto annuale di workshop e incontri per professionisti. Lo SMIAFormazione-Lab ha infatti lo scopo di creare un laboratorio che renda la Repubblica di San Mari-
no un hub per promuovere “knowledge sharing” come investimento per il territorio. Infine, per questa decima edizione è in atto una collaborazione con il regista camerunense, residente a San Marino, Martin P. Ndong Eyebe che terrà un Cine-workshop, un workshop pratico per avvicinarsi al liguaggio cinematografico e girare subito un corto-documentario all’interno della decima edizione dello SMIAF. Dal Belgio, invece, il primo workshop di danza Afro-contemporanea con Zam Martino Ebale con il gruppo Nayagazam belgo-camerunense. Gli artisti della 10^ edizione dello SMIAF sono sempre scelti fra le migliaia di proposte che ogni anno pervengono all’organizzazione. A questo si è aggiunto un invito speciale a tutti gli artisti che hanno partecipato in questi anni di viaggio culturale per
festeggiare insieme questo importante traguardo. Anche quest’anno il Festival è organizzato in collaborazione con la Giunta di Castello della Città di San Marino e si fregia del patrocinio delle Segreterie di Stato all’Istruzione e Cultura, al Territorio, Turismo e Politiche Giovanili, agli Affari Esteri e agli Affari Interni e del sostegno e contributo di importanti realtà sociali e commerciali di San Marino. I numeri di un successo internazionale SMIAF Project è un Network Umano di professionisti, associazioni, artisti e volontari che lavorano insieme per promuovere cultura, arte e creatività a San Marino, per un turismo innovativo ed uno sviluppo aggiornato del Paese. Il progetto San Marino International Arts Festival – Festival dei Giovani Saperi
trova il suo input iniziale all’interno della Segretaria di Stato per il Lavoro, la Cooperazione e le Politiche Giovanili nella 1° legge-quadro sulle Politiche Giovanili del 2007 (Legge 91/07). Il soggetto capofila è stato individuato nell’Associazione Marciamela. Dal 2008, SMIAF ha coinvolto ben 300 persone tra promotori, associazioni e collaboratori a San Marino e nel mondo; nelle 9 edizioni 2008-
2016 si sono svolti 640 singoli eventi/spettacoli. La lista completa delle collaborazioni che formano il network SMIAF è composta da: Comitato Italiano Giovani della Commissione Nazionale UNESCO, Arezzo Wave Love (Italia), Junior Chambre International (Malta), Open Street European Forum-Europe, Artisti in Piazza (Pennabilli), Sound of Bazar (web Radio UK), ZIFF-Zanzibar
International Film Festival (Tanzania), Festival del Cinema di Verona (Italia), PREZENT European Romanian Learning Project (Romania), Sarajevo Winter Festival (Bosnia Herzegovina), Nygazam-Bruxelles (Belgio), Montreux Jazz Festival (Svizzera), Rototom Benicassim (Spagna), Sziget Festival (Ungheria), Africasummer School Italia-Belgio-Congo. Daniele Bartolucci
Memorie e parole “Pieve” d’amore Il libro di Renzo Broccoli e i 27 racconti che compongono il volume scritto dal prof. Giuseppe Rossi e letti da Patrizia Bollini: la storia dell’edificio religioso e le tante suggestioni che ha saputo suscitare Dalla parola detta a quella scritta (“La nuova Pieve di San Marino” di Renzo Broccoli, edito da Ente Cassa di Faetano e frutto di un prezioso ritrovamento, nelle cantine di Villa Manzoni, un rotolo di disegni di architettura firmati da Giovanni Antonio Antolini), dalla parola scritta a quella detta (“La pieve costruita sull’abisso”, il libro di racconti del professor Giuseppe Rossi presentato a fine luglio in forma di reading da Patrizia Bollini). In quest’estate 2017, la Basilica della Repubblica è tornata al centro degli interessi dell’arte. Nel luogo dove oggi la si può ammirare, già nel IV secolo sorgeva una pieve dedicata a San Marino diacono. Il primo documento che attesta l’esistenza della pieve è del 530, “La Vita di San Severino”, a opera del monaco Eugippo e l’altro documento è il “Placito Feretrano” dell’885. Il primo documento che riguarda direttamente la pieve di San Marino è invece del 31 luglio 1113. La nuova Pieve di San Marino Broccoli, a Villa Manzoni nel 2016, espose un’approfondita ricerca sulle fasi che avevano caratterizzato la demolizione e la ricostruzione della Basilica. Era la prima metà dell’800, e la piccola Repubblica era attraversata da fermenti culturali e da nuove aperture verso l’esterno anche grazie alla presenza di Bartolomeo Borghesi ed alle personalità che frequentavano la sua casa. Tutto questo ebbe influenze estetiche e architettoniche anche sulla Pieve, dimostrate per altro dai disegni di Giovanni Antonio Antolini, uno dei più grandi architetti dell’epoca. “Nel 1807 - scrive l’architetto Broccoli - viene presa la decisione di abbattere l’edificio, non c’è più niente da fare, l’unica soluzione e la ricostruzione. Nel 1811, dopo diverse discussioni su come fare e dove reperire i soldi, il Consiglio Principe e Sovrano decide di chiamare un tecnico che spiegasse quale solu-
zione prendere e quanto essa costasse. Qui compaiono Ghinelli e Zoli. Fra i due, vince la tesi di Ghinelli, il quale presenta un suo progetto, fa un rilievo che è conservato presso l’Archivio di Stato. Si tratta di un progetto essenzialmente settecentesco, quindi con la sua bella facciata a salienti modanati, con tre navate di cui la principale più alta: molto simile dal punto di vista planimetrico all’aspetto che conosciamo oggi, ma più ridotto nelle dimensioni”. La posa della prima pietra è dichiarata nel verbale del 23 luglio 1826. In realtà, sottolinea Broccoli, “fu posata il 1 luglio in quanto era Capitani Reggenti Giovan Battista Onofri e Marino Berti”. L’architetto poi rivela un gustoso aneddoto. “La prima pietra ha due facce. Su uno dei lati si legge la data, i nomi dei Capitani Reggenti e il nome dell’arciprete. Sull’altro lato c’è invece la dedicazione del rito solenne del Vescovo Antonio Belli. Vediamo anche che, per ben due volte, viene citato il termine ‘fondamenta’. Questo ci toglie ogni dubbio: la Pieve è stata ricostruita dalle fondamenta”.
La pieve costruita sull’abisso Impossibile invece riassumere i 27 racconti che compongono il libro del professor Rossi, “la testimonianza più concreta dell’attaccamento e dell’amore che Giuseppe Rossi nutriva per San Marino e per i sammarinesi - scrive Laura Rossi -. Amore che non gli impediva di raccontarne le vicende o descriverli con una sottile vena di ironia: anzi, proprio il distacco che l’ironia porta con sé, gli consentiva di rappresentarli e di farli conoscere nella loro vera essenza di eroi di un tempo passato e di una quotidianità, che sopravvive ormai solo grazie alla sua penna”. Patrizia Bollini ne ha scelti 10, cinque per ogni serata (7 e 21 luglio) e uno lo ha voluto condividere con i lettori di Fixing: “Gigiùl non cerca più la libertà”. Non una lettura integrale, bensì una versione “scenica”, sulla quale l’attrice sammarinese ha praticato una serie di “tagli”. L’incipit però è rimasto intatto: “Esce dalle acque dal mare Adriatico, la luna, ed è una tenue macchia bianca sull’azzurro del cielo; nessuno si accorge di lei, poiché
il sole non è ancora tramontato”. In questo panorama, si staglia la figura del vecchio Bistino, che “se ne sta sotto i tigli”. Sente un gruppo di ragazze cantare in mezzo alla strada, e dice maliziosamente “Ai miei tempi avevamo altro da fare”. Bistino vorrebbe parlare con qualcuno, raccontargli cosa faceva lui quando era giovane. Ci sarebbe Fafino, ma Fafino è impegnato a incontrare la sua bella, che lo aspetta “sotto la quercia della Cellabella” (quercia che Laura Rossi descrive così: “Simbolo di tenacia e ostinazione, nonché di cortesia” e ospitalità: prima di essere soffocata dalla strada e dall’asfalto, aveva offerto ombra e ristoro ai soldati di
Garibaldi, giunti in Repubblica alla fine del luglio 1849, e aveva, per secoli, coperto dagli sguardi indiscreti le dolci frequentazioni notturne di giovani coppie di innamorati”). Insieme, giaceranno sul campo di spighe di Sanzio. Sulla quercia intanto si ferma un chiù, che canta e impedisce di dormire al povero Zelio. Il ragioniere Zelio, pennellato dal professor Rossi come “la colonna dell’amministrazione statale, il mago dei bilanci preventivi e di quelli consuntivi, l’impassibile funzionario misurato e corretto nelle sue espressioni”, va alla finestra e dice al chiù, con quanto fiato ha in gola, “il fatto suo”. Sordo alle parole umane, l’uc-
cellino prosegue nel suo canto. Zelio non ci vede più e “nel silenzio della notte rimbombano due schioppettate”. Il chiù svolazza un po’, poi ritorna e riprende il suo verso. A metà della notte, Gigiùl “fa sentire la sua voce tonante”: è assalito da immagini, ma anche da un misterioso “gran pacco di spaghetti che sua moglie ha messo sull’armadio in camera da letto” portato direttamente dalla moglie del pizzicagnolo. “Gli spaghetti potrebbero essere tanti da pesare quanto il monte Titano” esclama. Già, la moglie del pizzicagnolo. Si sa che è una “bella forlivese” e per Gigiùl ha una relazione con il professor Cicala. “Ma che lei mi debba mandare gli spaghetti per pagare il mio silenzio, questo è troppo” aggiunge. Così si dirige sotto le finestre della donna, e assolve “il suo dovere di pubblico mentore”. Nel ritornare a casa, si accorge di non essere più quello di prima. Questa accadeva a San Marino, nel plenilunio di giugno. Una sera salì sino a piazza della Libertà. Ci salì con il suo solito outfit, scamiciato e arruffato. Sotto la statua, per trenta minuti chiamò a gran voce la libertà. Si mise a cercarla ovunque, sotto le panchine, negli angoli della piazza, ma non ebbe risposte. All’indomani, fu portato in manicomio. Una volta uscito, non fu più lui: lo videro seduto sui gradini della piazzetta, sotto l’arco della porta del Loco, oppure sul muretto dello Stradone, sempre in silenzio. “Gigiùl non cerca più la libertà”. Alessandro Carli
S peciale Cultura
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La storia della chiesa di San Marino, che ha “accolto” anche due Papi
La Basilica dentro e fuori: i suoi tesori Dalla “Madonna” di Elisabetta Sirani all’organo costruito da Bazzani L’esterno della bella Basilica di San Marino è immagine nota a tutti. Lo è meno, forse il suo interno, che nel tempo ha ospitato anche le preghiere di due Papi, Giovanni Paolo II e Benedetto XVI. L’interno è costituito da tre navata, composte da sedici colonne corinzie che formano un grande ambulacro semicircolare intorno all’abside. L’altare maggiore è ornato dalla statua di San Marino diacono, opera di Adamo Tadolini, allievo di Antonio Canova. Sotto l’altare della Pieve di San Marino sono conservate parte delle reliquie del santo che vennero ritrovate il 3 marzo 1586, mentre alcune reliquie il 28 gennaio 1595 so-
no state donate all’isola di Arbe, il luogo natale del santo. La scatola cranica del Santo è conservato nella Sacra Teca, un busto reliquiario in argento e oro dal 2 settembre 1602, posto a destra dell’altare. A sinistra dell’altare c’è il Trono della Reggenza del ‘600. Nella navata destra c’è un piccolo altare dedicato alla Madonna della Misericordia, copia di Sebastiano Conca e una tela di Elisabetta Sirani, intitolata “Noli Me Tangere”. Definita da Carlo Cesare Malvasia, celebre esperto di pittura dell’epoca “prodigio dell’arte, gloria del sesso donnesco, gemma d’Italia, sole d’Europa, l’Angelovergine che dipinge da homo, ma anzi più che da homo”, la Sirani
fu particolarmente vicina a Guido Reni: il padre Giovanni Andrea, mercante d’arte, fu primo assistente dello stesso Reni. Elisabetta studiò con le sorelle Barbara e Anna Maria alla scuola paterna dove dimostrò subito talento e maestria realizzando alcuni ritratti già all’età di diciassette anni. La sua tecnica era decisamente inconsueta per il tempo: tratteggiava infatti i soggetti con schizzi veloci e quindi li perfezionava con l’acquerello dimostrando gran disinvoltura o, per usare un termine dell’epoca, con “sprezzatura”. In un ambiente come quello artistico, ritenuto una prerogativa maschile e che di conseguenza mal tollerava “l’in-
C onsorzio Terra di San Marino
trusione” di protagoniste femminili, Elisabetta eseguì in pubblico e alla presenza dei suoi committenti (tra cui figuravano nobili e aristocratici, ecclesiastici e personalità di spicco come alcuni membri della famiglia Medici ma anche la Duchessa di Parma e quella di Baviera) una parte delle proprie opere non solo adeguandosi a una diffusa abitudine dell’epoca, ma anche per allontanare qualsiasi sospetto che non fosse una donna a dipingere con tanta bravura e per sfatare le voci che vedevano il padre furbo ‘sfruttatore’ di una inesistente capacità o abilità della figlia. Cosimo de’ Medici, in cambio d’un quadro le donò una
croce con 56 diamanti che venne posta dal padre nell’ “Armadio dell’Ammirazione”, zeppo d’oggetti preziosi donati alla figlia e mostrato ai visitatori come un reliquiario che provocava feroci invidie. Un’artista “moderna”, capace di produrre una grande quantità di opere – più di 200 quadri in due lustri – sulla donna e sul mondo femminile: autoritratti, Madonne, sante, eroine bibliche e mitologiche. Quasi a voler sottolineare il suo status, in ogni suo quadro poneva la firma su pizzi, gioielli, scollature, ossia su ogni cosa dimostrasse femminilità e sensualità. Ad impreziosire la Basilica, il magnifico organo, costruito da Jacopo Bazzani nel 1835 e
Leo Veronesi: “La vendemmia 2017 non sarà di certo da ricordare” Intanto a Bruxelles gran successo per i prodotti del Consorzio Vini Tipici
“E perché meno ammiri la parola / guarda il calor del sole che si fa vino / giunto a l’omor che de la vite cola”. L’enoteca letteraria offre sempre sorsi di purissima poesia: qui stavolta, il Dante Alighieri de “La Commedia”. Liriche che nascono dai grappoli. Gli stessi che da tempo il Consorzio Vini Tipici cura con grande attenzione e con ottimi risultati. L’ultimo risultato, in ordine di tempo, è stato ottenuto nel mese di maggio in Belgio. “Più precisamente nella capitale – spiega il Presidente Leo Veronesi -, che ha ospitato il ‘Concours Mondial de Bruxelles’, la manifestazione che ha come primaria ambizione quella di offrire ai consumatori una garanzia: distinguere vini d’ineccepibile qualità, veri e propri piaceri di consumo e di degustazione provenienti dai quattro angoli del mondo, per tutte le gamme di prezzo”. I prodotti del Consorzio Vini Tipici di San Marino si sono distinti. “Il ‘Tessano’ 2012 e il ‘Roncale’ 2015 si sono aggiudicati la medaglia
d’argento nelle rispettive categorie. Si tratta del terzo premio più importante dopo la ‘Gran medaglia d’oro’ e la ‘medaglia d’oro’. La giuria inoltre ha attribuito una ‘ottima valutazione’ anche al Brugneto Riserva 2012 (punti 83,91/100) e al Brugneto di San Marino 2013 (83,45/100). Lo scorso anno era stato premiato il ‘Moscato’. Il Concours è un evento molto importante perché
svela e premia le ultime tendenze e mutazioni del pianeta vitivinicolo fornendo una panoramica istantanea e annualmente aggiornata”. Ma non solo. “A differenza di altri eventi, che hanno dinamiche più legate al marketing, in quello di Bruxelles è più legato alla qualità e meno ai brand”. Sorride, Leo Veronesi. Chissà se quando è diventato Presidente, negli anni No-
vanta, avrebbe mai immaginato questi grandi successi. “Parliamo di un evento che ‘vede’ la partecipazione di 9 mila vini in rappresentanza di oltre 50 Paesi diversi e 320 degustatori che, senza sapere la provenienza dei prodotti, assegnano i voti”. E questi riconoscimenti internazionali “premiano gli sforzi che abbiamo fatto e ci danno ulteriore energia per andare avanti e migliorare ancora”.
Mentre il Belgio – a maggio - ha sottolineato la qualità dei vini del Titano, il presente ci porta a stretto giro di posta a uno dei momenti clou dei vini: la vendemmia. “Il clima è sotto l’occhio di tutti – ammette – ed è facile vedere cosa ha provocato. La raccolta dei grappoli è già iniziata: il 1 agosto siamo partiti con lo Chardonnay precoce, la base dello spumante. In teoria con le altre uve dovremmo cominciare i primi di settembre, ma non escludiamo che questa data possa essere anticipata di una settimana. Normalmente si inizia con le uve bianche come il Pinot, per poi passare al Merlot. Ma non è una regola fissa, dipende molto dalle zone”. Non usa mezzi termini, Leo Veronesi, per “definire” l’estate 2017: “Non sarà un’annata da ricordare. Fortunatamente i vigneti di alcuni soci sono dotati di impianti di irrigazione e sono stati impiantati in luoghi abbastanza freschi. E’ presto per fare previsioni, ma il clima, che ha stressato le viti, potrebbe
fatto ristrutturare con il contributo dell’Ente Cassa di Faetano. Così, a suo tempo, il prof. Oscar Chiodini, specialista in organi antichi e consulente di questa operazione, a Fixing: “Lo strumento è stato ripulito completamente, la meccanica è stata disossidata e lubrificata. Le pelli dei mantici sono state sostituite. Il danno più grande purtroppo è stato provocato dal riscaldamento interno della Pieve. Il caldo va in alto e in quella posizione si raggiungono temperature elevatissime che hanno fatto scoppiare letteralmente alcune canne di legno dei contrabassi. Questi interventi hanno riportato l’organo a un funzionamento ottimale”.
Rubrica periodica a cura del Consorzio Terra di San Marino tel.(00378)0549-902617 Fax.(00378)0549-906278 mail to: consorzioterradisanmarino@ omniway.sm
portare ad una riduzione della produzione del 2030%. La qualità dovrebbe essere invece molto buona”. Già, e il futuro? La tendenza è quella dei vini il più naturali possibili, con poco alcol e molto profumati. “Io credo che la conversione al biologico sia una grande opportunità – conclude il Presidente -. E’ l’obiettivo verso la quale stiamo lavorando e che speriamo di raggiungere a breve. Con una San Marino tutta bio si può eccellere nella tutela dell’ambiente, nella salute delle persone e nella qualità del prodotto. Significa, per me, volere bene al proprio Paese”.
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Ne parla pure de Saint Exupéry in “Insegnami l’arte dei piccoli passi”
Si prega sempre per un miracolo Lo disse Ivan Turgenev, e non fu l’unico: anche Abraham Lincoln... di Simona Bisacchi Pironi
E alla fine arriva per tutti un momento in cui si inizia a pregare. Anche se sei ateo. Anche se non sei così convinto sul nome del tuo Dio o della tua religione. Ci si inginocchia. Come Abraham Lincoln, che scriveva “Molte volte sono finito in ginocchio spinto da una schiacciante convinzione di non avere alcun altro luogo dove andare”. Oppure si rimane dritti in piedi, con le mani in tasca, perché non si è così convinti di quello che si sta facendo, e forse un po’ ci si vergogna, perché si sa benissimo che “Per qualunque cosa uno preghi, prega sempre per un miracolo. Ogni preghiera si riduce a questa: Buon Dio, concedimi che due più due non faccia quattro” (Ivan Turgenev). Pregare è un’arte. L’arte di saper chiedere. Di ascoltare una risposta che arriverà non come una voce nel tuo orecchio ma come un evento nelle tue giornate. E di accettarla, quella risposta. Antoine de Saint Exupéry, nella sua poesia “Insegnami l’arte dei piccoli passi”, trasforma la preghiera in un viaggio. Un viaggio in cui ogni tappa corrisponde a una capacità che l’uomo, con fatica e forza di volontà, può raggiungere. “Non ti chiedo né miracoli né visioni ma solo la forza necessaria per questo giorno”, inizia così la sua supplica. Inizia da questa realtà, dalla sua quotidianità. Il tragitto comincia da una semplice, ma non scontata, consapevolezza: è nella vita di tutti i giorni, attraverso la “banalità” del quotidiano, che si possono raggiungere traguardi elevati. Le sue richieste non hanno nulla di trascendentale o metafisico. Chiede attenzione ed inventiva per scegliere al momento giusto conoscenze ed esperienze. Chiede consapevolezza nell’uso del tempo. E discernimento per distin-
guere ciò che essenziale e ciò che è secondario. Chiede forza, autocontrollo e misura, per organizzare con sapienza la giornata e non lasciarsi portar via passivamente da quello che accade. “Aiutami a far fronte, il meglio possibile, all’immediato e riconoscere l’ora presente come la più importante”. E qui il viaggio si fa serio. Riconoscere il presente come il fondamento del futuro e la possibilità di migliorare il passato, ciò che siamo stati, è il punto di svolta per aprirsi a un nuovo sguardo sulla realtà, arrivando quasi a capovolgere il modo in cui deve essere interpretata: “Dammi di riconoscere con lucidità che le difficoltà e i fallimenti che accompagnano la vita sono occasione di crescita e maturazione”. Una volta cambiata così profondamente la propria mentalità, è finalmente possibile aprirsi agli altri: “Fa di me un uomo capace di raggiungere coloro che hanno perso la speranza”. Solo a questo punto si può realizzare quella ac-
cettazione che permette a un essere umano di compiere la preghiera delle preghiere: “E dammi non quello che io desidero ma solo ciò di cui ho davvero bisogno”. L’ultimo
verso della poesia, dove chiede “Signore, insegnami l’arte dei piccoli passi”, non è che è il riassunto di tutte le tappe precedenti. Il modo migliore per affrontare il viaggio.
Simona B. Lenic scrittrice, autrice di “Setalux” libro candidato al 51° Premio Bancarellino Su San Marino Fixing scrive di libri, letture e lettori.
La TOP FIVE di Fixing
1
La rete di protezione (Andrea Camilleri) Sellerio € 14
2
La vita in due (N. Sparks) Sperling&Kupfer € 19,90
3
La strega (C. Lackberg) Marsilio € 19
4
Le otto montagne (P. Cognetti) Einaudi € 18,50
5
Rondini d’inverno... (M. De Giovanni) Einaudi € 19
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I mmagini a parole
La fotografia tra ieri e domani: Marco Vincenzi racconta “come la pensa” “La Fotografia - ti dico come la penso” è il titolo, un po’ provocatorio, con cui Marco Vincenzi (che dal 2011 al 2013 ha svolto attività didattica per il Master di Alta formazione per l’immagine contemporanea di Fondazione Fotografia a Modena) ha inaugurato a fine giugno un ciclo di incontri a “Villa Eva” di Verucchio (dimora di un’altra fotografa, Patrizia Zelano), luogo da cui si può ammirare lo skyline di San Marino, quel Monte Titano che da oltre 20 anni è la terra d’adozione del “sociofotografo”. Come la pensa? “Il titolo dell’intervento, che ho realizzato a Verucchio è stato dettato dalla necessità - la mia - di fare il punto su una questione che in apparenza potrebbe sembrare inutile o scontata, ovvero ‘che cos’è e quale significato assume la fotografia’ oggi, per coloro che intendono farne una comunicazione artistica o per chi, invece, la intende usare nella propria dimensione individuale’. Tante persone fotografano, con tecnologie e dispositivi più o meno professionali o con più accessibili smartphone, ma sono pochi coloro che riflettono sul significato di questo loro agire e sul prodotto di queste azioni. In particolare mi riferisco a coloro che praticano la fotografia come amatori o, come alcuni dicono, per esigenza di espressione personale. Sono persone attratte dallo strumento fotografico e dalle fotografie di quelli che definiscono essere ‘grandi fotografi’; persone che partecipano a corsi, da quelli di base in avanti, fino ai workshop con i cosiddetti fotografi ‘maestri’, senza mai domandarsi, in modo propedeutico al proprio percorso, con che cosa hanno deciso di avere a che fare o che cos’è la fotografia, appunto, come è nata e come oggi si continua ad affermare nella nostra società, per quale motivo, con quale significato. Delle domande, a mio parere, fondamentali per essere consapevoli di che cosa si sta facendo mentre si fotografa, soprattutto se quest’azione ha l’ambizione di essere
un gesto di espressione personale e, ancor di più, se in ambito artistico”. La fotografia è una forma della modernità. Anche della contemporaneità? “La fotografia è sicuramente una forma della modernità. Non è un caso che prenda forza nel mondo dell’arte dopo e insieme alla rivoluzione operata dalle Avanguardie dei primi del ‘900, ma di modernità si è iniziato a parlare anche molto prima quindi sarebbe necessario distinguere tra le diverse definizioni di ‘modernità’ associabili alla fotografia. Di sicuro possiamo parlare di fotografia e modernità pensando all’automatizzazione che questo mezzo tecnologico mette in gioco nel suo agire, come quello di catalogazione o dell’ossessione di uno sguardo che tramite essa si è un poco de-soggettivizzato, fino a poter parlare di documenti e di archivi, argomenti che in Arte (e con essa, in Fotografia) sono molto in auge nella nostra contemporaneità. Per non parlare dell’uso globalizzato (proprio della società contemporanea) della fotografia ‘privata’ ad uso pubblico, sui social, con internet e i telefonini”. La fotografia è comunicazione artistica o è una dimensione individuale? “La fotografia è comunicazione artistica quando soddisfa almeno cinque requisiti fondamentali: deve porre domande anziché cercare risposte; deve produrre innovazione creativa nella consapevolezza della inevitabilità della finzione; deve avere come presupposto una teoria e un metodo, affinché sia possibile assegnare significati alle domande e alle costruzioni che produce; deve essere una ‘Osservazione di second’ordine’, cioè una osservazione riflessiva rispetto a ciò che viene rilevato; deve orientarsi alla ricerca di una forma della ‘complessità’, nel rispetto della scelta tra le possibilità che questa mantiene sullo sfondo. Ma in altre circostanze è anche una dimensione individuale”. Alessandro Carli