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3. Proprietà dell'attenzione
Un altro elemento sensibile agli interventi ingannevoli è l'attenzione. Anzitutto l 'attenzione presenta fluttuazioni fisiologiche, che permettono all'ingannatore di inserire errori nella mente dell'osservatore in concomitanza con le fasi di rilassamento. Quest'ultirne possono essere create ad hoc, come illustrato nei capitoli precedenti.
Un'altra vulnerabilità dell'attenzione è che generalmente non è possibile focalizzarla su più di uno stimolo per volta.
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Hitler, volendo costruire una difesa lungo tutto il fronte, costruisce con il Vallo Atlantico un ba lu ardo troppo esteso. Punzecclùato dagli attacchi dei commandos sparsi in varie zone e dagli ingannj della LCS, Hitler, volendo essere forte dappertutto, finisce con l'essere dappertutto dcbole23
Gli alleati sapevano bene che solo in presenza dì difese sparpagliate ovunque l'invasione avrebbe avuto succ ess o, e questo dì poteva ottenere solo con l' inganno24
Se una torre viene abbattuta da un attacco suicida, è difficile che l'osservatore, co lto di sorpresa, possa staccarsi dalla visione del quadro che ne risu l ta e pensi all'altra torre.
Le fluttuazioni dell'attenzione dipendono dall'allarme; ma non si deve credere che una condizione di allarme renda meno vulnerabili all'inganno, perché se è vero che
Chi è allertato trova più facilmente conferme alle sue idee va li de 25 , è altrettanto ve ro che l'urgenza di trovare conferme offre ampio spazio di manovra ali' ingannatore.
Infine, è ben nota la propensione della mente umana a dirigere l'attenzione su determinate classi di stimoli piuttosto che su altre. I prestigiatori dispongono di liste di stimoli classificati in ordine di attrazione sull'attenzione.
Dopo che un 'idea si è.fissata nella mente dello staff militare, è molto difficile sradicarla
M1CHAEL HowARD
Da quanto detto a proposito dell'autoinganno e della sua origine, il primo passo è quello di guardare noi stessi, piuttosto che l'avversario: l'indagine dev'essere autodiretta oltre che eterodiretta; l' intelligence sull'antagonista non è sufficiente, se non è affiancatadall 'autoanalisi psicologica. Si tratta di un ribaltamento di prospettiva indispensabile, ma alquanto difficile da mettere in pratica. Alcuni atteggiamenti mentali aiutano in questo processo. La prima serie di domande da porci quando analizziamo uno scenario si basa sul principio che è necessario conoscere la nostra mente e i nostri punti deboli.
Le domande sono:
- Che cosa diamo per scontato?
Tra i vari dati che più comunemente un analista occidentale potrebbe dare per scontati ricordiamo, a titolo di esempio: che l'attaccante cercherà di rischiare il meno possibile; che l'attaccante non abbia ragioni valide per farlo (e che quindi la sua condotta sia irrazionale); che attaccherà nelle stesse maniere già usate (per es. scegliendo aeroporti); che una donna non attaccherà; che una donna non attaccherà dei bambini.
- Quali sono i nostri vincoli? Quali sono i nostri preconcetti?
Costituiscono vincoli molto tenaci: la logica occidentale (si deve tenere conto anche delle varianti culturale ed etniche dell'inganno, della strategia, del modo di pensare la politica - si veda per es. l'uso della menzogna nelle relazioni tra capi di stato - dei valori esistenziali ecc.); i nostri canali informativi (si deve valutare quanto si aderisce alle infonnazioni da essi fomite, e valutare il modo con cui essi filtrano inavvertitamente le informazioni e il modo con cui noi le filtriamo a nostra volta). credere che le ragioni del'avversario siano "sbagliate", credere che la superiorità tecnologica e / o culturale sia una garanzia di sicurezza.
- Dove siamo vuln e rabili nell'autoinganno a livello "culturale - filosofico " ?
Generalmente vi sono alcune posizioni di tipo etico , socioculturale o filosofico, che si danno per scontate e che ci rendono suscettibili di subire un attacco basato sull'inganno. Per es.
Che cosa ci fa piacere credere?
La mente si difende dagli scenari che non può tollerare attraverso ben noti meccanismi psicologici. Ne segnaliamo solo alcuni: difesa dalla rappresentazione emotivamente intollerabile ("non attaccheranno mai con armi ad effetto catastrofico"); difesa dall'immagine della vulnerabilità del proprio territorio (" non attaccheranno in suolo americano"); il prevalere dell'ipotesi ottimistica ("prima o poi si stancheranno" ).
- In quale copione ci siamo lasciati indurre?
È molto arduo anche dipanare l ' intrico delle sequenze di eventi che ci vedono protagonisti e osservare le vicende con un distacco tale da evidenziare un disegno nascosto. Il copione esercita il suo influsso psicologico anche su di noi. Tendiamo a colmare gli spazi vuoti con nostre proieizioni e a connettere eventi distanti solo perché la nostra mente ci spinge a farlo con automatismi inconsci.
- Come il timing potrebb e indurci in errore ?
La nostra percezione è vincolata dalla percezione del tempo, che è tra le più implicite in assoluto. È necessario rendersi conto di quanto questa percezione potrebbe limitare la nostra analisi dei dati di realtà e condizionarci nella loro interpretazione.
Da un punto di vista metodologico addestrativo un esercizio utile a sviluppare l'attitudine all'analisi autodiretta potrebbe essere l'addestramento a individuare i principi e le tecniche di inganno illusionistico, addestramento condotto con riferimento a questi criteri guida.