
11 minute read
8. ELEMENTI DI METODOLOGIAANTIDECETTIVA
Ci si può opporre ali 'inganno se si conoscono i principi che regolano la suggestione, detta anche illusionismo.
In questo capitolo cercheremo di rispondere alle domande: C'è rimedio all'inganno?
Advertisement
Come veniamo ingannati? Come si può prevenire l'inganno? Che cosa studiare e come esercitarsi per sviluppare la capacità di individuare l'inganno militare?
C'è rimedio all'inganno?
Si può ingannare qualcuno per tutto il tempo, tutti per un po' di tempo, ma non tutti per tutto il tempo
Apparentemente, nella lotta tra ingannatore e ingannando, il primo dispone di maggiori possibilità di vittoria. Se lo scopo dell'inganno è ottenere il vantaggio della sorpresa, o più in generale danneggiare l'avversario avvalendosi di metodi segreti, si comprende come il lavoro di prevenzione e difesa dall'inganno sia un compito di estrema difficoltà. Il nemico che usa l'inganno è elusivo per definizione, e se è abile non offre spunti nè indi zi, lavorando quindi al di fuori del campo di conoscenza della sua vittima.
Altre ragioni rendono, almeno in apparenza, più facile ingannare che difendersi dall'inganno. Castelfranchi e Poggi ' ricordano che: benché sia più facile avere conoscenze vere che false (perché le nuove conoscenze devono integrarsi con tutte le altre già presenti nella mente) e benché il falso e l'errato siano in genere meno credibili del vero in quanto meno integrabili del vero, tuttavia la menzogna è mediamente più credibile della verità Ciò è dovuto al fatto che essa viene costruita ad arte, appositamente per ingannare; si crede più facilmente ciò che ci piace credere o vogliamo credere; spesso crediamo a una menzogna proprio perché vogliamo ( consapevolmente o meno) credervi; non basta smascherare l'inganno per conoscere la verità. Infatti , mentre la verità è una sola, la falsità ha mille volti; questo perché
Tra gli "informato ri" (in realtà inesistenti) di Garbo vi è un marinaio inglese con simpatie comuniste che, stando a quanto dice Garbo ai tedeschi, gli passa infonnazioni credendo di passarle ai sovietici: in pratica, un traditore della patria2 • Un personaggio del tutto inventato viene rivestito di caratteristiche psicologiche sgradevoli ma che sembrano poter esistere solo nella realtà; inoltre ciò che appare ai tedescni è che Garbo stia ingannando l'uomo, che a sua volta intende ingannare il governo del suo Paese. La storia, ne lla sua doppiezza , appare credibile e "difficile da inventare".
1) spesso lo scopo dell 'ingannatore non è far credere il falso ma semplicemente non far sapere il vero, cosa che può essere ottenuta in molti modi (per es. fornendo verità parziali, mescolando verità e menzogna o addirittura dicendo il vero);
2) una volta che si stabilisce che il nemico NON attaccherà domani o NON attaccherà nel punto X, questo non comporta che sappiamo quando attaccherà o dove attaccherà, perché solo l'affermazione restringe ad uno il campo delle possibilità, mentre la negazione lascia aperte le possibilità a tutte, esclusa quella che è stata negata; la verità spesso risulta dalla coincidenza di svariati elementi inseriti in un caos di elementi tra loro simili o uguali , che solo se combinati in quel determinato modo realizzano la verità, mentre in tutte le altre possibili combinazioni non la realizzano.
I motivi per cui la vita dell'ingannando è ardua sono dunque numerosi. Ciò nonostante, le condotte ingannevoli esibiscono alcune regolarità che rendono l 'inganno suscettibile di previsione e di contrasto. Anche l'inganno segue alcune leggi e risponde ad alcune esigenze, ed esse costituiscono altrettanti punti deboli offerti allo sguardo dell ' avversario. Infatti,
Anche l ' inganno più riuscito rivela qualcosa della nostra strategia3 e ciò costituisce un dato fondamentale dal quale partire: come ricordato , "non è possibile non comunicare"; da questo punto di vista la concezione, la pianificazione e la realizzazione dell'inganno presentano punti deboli quanto qualsiasi altra attività umana.
Per individuarli è necessario conoscere la natura dell'inganno e i modi con cui viene operato. Esistono alcune linee guida che facilitano tale compito.
Come scoprirlo?
L'unico antidoto contro un buon stratagemma è un buon servizio informazioni
Nessun servizio informazioni, in guerra, può dare tutte le notizie
Sembra dunque che persino Sir Anthony Cave Brown, il grande storico degli inganni della seconda guerra mondiale, si sia trovato di fronte all'insolubile contraddizione nella quale ci si imbatte a proposito dell'individuazione dell'inganno militare. In pratica, le informazioni raccolte dal più efficiente servizio di intelligence, da sole, non sono di molta utilità: è necessaria l'interpretazione; ma, ed è questo l ' aspetto importante, nei casi di inganno da parte del nemico si può avere un'interpretazione efficace solo se l'analisi è guidata da una conoscenza teorica e pratica dell'inganno. Ancora una volta, dunque, il problema si pone sul piano psicologico più che su quello tecnologico.
È vero infatti che al livello più elementare l'inganno messo in atto dall'avversario può essere scoperto per gli indizi che fanno trapelare i disegni del nemico: una contraffazione grossolana, una diversione troppo scoperta, e così via. Ma non è questo il livello del quale ci occuperemo in questo volume: oggi è la tecnologia ad occuparsi della ricerca degli indizi fisici del comportamento ingannevole, ma come si è visto nel primo capitolo la tecnologia è, al tempo s tesso , un focus di vulnerabilità per le agenzie di sicurezza occidentali: la parte tecnologicamente più svantaggiata tende a ricorrere maggiormente l'inganno, perché, come afferma Latimer, la sicurezza fornita dall'apparato tecnologico è illusoria e può indurre ad abbassare la guardia; vero che la tecnologia permette risultati quali l'individuazione di una persona nascosta in una tana nel deserto, di un camion più pesante di quanto sembri e dell 'alterazio ne emotiva espressa nel tono di voce di una persona: tali risultati costituiscono iI Iivello "sensoriale" o "percettivo" della realizzazione e dell'individuazione degli inganni e sono forniti dalle tecnologie elettroniche, informatiche, dalle teorie matematiche e statistiche, dalla biometria e dall'ingegneria; tali di scip line forniscono dati e informazioni sempre più numerosi e sempre più raffinati - e di questo tipo di azione antidecettiva si deve auspicare la continua crescita in efficacia e versatilità-; tuttavia il livello decisivo è quello dell'interpretazione dello scenario esibito dall'avversario. A questo livello agiscono i meccanismi psicologici esposti nei capitoli precedenti; solo riferendoci ad essi è possibile delineare le lin ee guida dell 'azio ne antidecettiva.
"le armi moderne ( ... ) hanno reso essenziale il mimetizzare e il nascondere".
!'addestramento ai metodi tecnologici di individuazione dell'inganno può lasciare pericolose lacune riguardo ai processi psicologici dell'inganno; inganni non basati sulla tecnologia possono sfuggire alle maglie della vigilanza tecnologica.
È
Il principio fondamentale al quale si dovrebbe ispirare la ricerca dell 'i nganno è espresso da Oran Dent con le parole:
"Pe r riconoscere qualcuno che fa assumere ipotesi false all'osservatore, c'è bisogno di uno che sapp ia fare la stessa cosa"5
Detto altrimenti, per scoprire gli inganni bisogna prima saperli fare. Al tempo stesso, esiste un paradosso evidenz iato da Whaley e Bowyer Bell: una delle vittime più facili dell'inganno è l'ingannatore abituale. Questi , infatti, come qualsiasi altro essere umano, ragiona seguendo le proprie premesse implicite, che vincolano l'interpretazione della realtà e la fanno essere inevitabilmente limitata; le premesse dell'ingannatore sono tanto pericolose quanto quelle degli altri esseri umani: volendo ingannare un ingannatore, basta sfruttare le sue personali premesse.
Questa curiosa contraddizione (per scoprire l'inganno bisogna essere ingannatori, ma essere ingannatori significa essere predisposti a subire l'inganno) si risolve nel principio
Ciò che inganna è il sistema di premesse dove per "premesse" intendiamo le assunzioni (specie quelle implicite) che vengono poste. L'applicazione di questo principio al setto re dell'individuazione dell'inganno è immediata: per scoprire l'inga!lno è necessario scoprire che cosa diamo per scontato.
In sintesi, l'inganno esiste perché esiste l'autoinganno. È indispensabile, quindi, conoscere questo fenomeno.
1. L'autoinganno
P er scoprire l'inganno è necessario sapere come possiamo essere ingannati
JOHN W. D AVIS
Secondo Barton Bowyer tutti veniamo ingannati: m parte per l 'astuzia dell'ingannatore,
"ma in parte anche perché l'ingannato vuole credere . La pigrizia o la compiacenza di sé o l'av idità o l'arroganza conducono all'autoinganno, che è una caratteristica universale dell'uomo e una caratteristica tale da rendere molto difficile il controinganno. Troppo spesso la mente preparata è preparata a farsi ingannare"6 •
Non si sottraggono a questo fenomeno gli uomini impegnati nella gestione dei conflitti annati. La storia abbonda di esempi in tal senso, che mo strano che l 'autoinganno agisce lungo un continuum sfumato nel quale l'intervento dell'ingannatore è difficilmente delimitabile da quello dell'"ingannatore interno" della mente dell'ingannato. L'ingannatore ha dunque un prezioso alleato nell'autoinganno. Quest'ultimo può essere:
Lasciato Agire
"Per tutta la guerra fu sempre la stessa storia: i tedeschi avevano più paura dei traditori in casa loro che non dei criptoanalisti nemici. Un ufficiale del servizio informazioni della marina britannica commentò: 'Si fidavano di più della loro efficienza che non della fedeltà imposta dal loro sistema politico'. Un atteggiamento arrogante, che sarebbe costato caro al Terzo Reich" 7;
Confermato
Gli alleati sapevano da Ultra quel che Hitler si aspettava che loro facessero, bisognava solo confermarglielo8 ;
Facilitato
La maggior parte degli alleati "era convinta che Hitler tenesse in serbo qualche arma segreta da impiegare nel giorno dello sbarco, un congegno che avrebbe annientato le flotte navali ed aeree, e falciato in mucchi di umanità mutilata le truppe da sbarco. Nessuno sapeva di che arma si trattasse , ma erano in pochi a dubitare che Hitler non ne avesse, una o più. In tutte le casenne d 'Europa si discuteva del loro tipo, e tutti dicevano la loro, da razzi a lunga gittata, a raggi mortali e 'polvere radioattiva '. Si parlava e si discuteva di queste armi, finché non divennero una specie di nevrosi , che Hitler astutamente alimentava con voci di ogni genere e finzioni di ogni colore, finché le armi segrete non divennero un mito come quello( ... ) dell'lnvencible Armada"9 •
Deliberatamente Indotto
"Fin dal primo giorno la LCS, so tto Stanley (un colonnello il cui sopra nnome, opportunamente, era "la volpe"), cominciò a disseminare di voci e false informazioni tutto il mondo, più o meno simultaneamente. Quando tutte le tessere del mosaico vennero ricomposte dal servizio segreto tedesco, il quadro che ne risultò era completo, ma del tutto falso: un quadro della strategia britannica molto simile a quello che i tedeschi stessi ritenevano logico , probabile, e che erano di conseguenza disposti a credere" 10 •
Nel caso di Forti/ude nord, il piano per tenere i tedeschi impegnati in Norvegia, bisogna convincere Hitler di ciò di cui è già convinto, ossia che ingenti forze stanno ammassandosi in Scozia per invadere la Norvegia 11 •
Le ragioni psico logiche dell'auto in ganno sono facili da identificare. Spesso l'autoinganno deriva da difese mentali che impediscono di ammettere realtà troppo dolorose da accettare o affrontare.
Quando le forze alleate sfondano le difese costiere e dilagano in Francia la situazione tedesca è critica: in Ita l ia le truppe germaniche sono in ritirata, lo stesso va le per la Crimea, venticinque delle trentatré division i del gruppo di armate Centro sono b loccate nella Russia centra le , la Finland ia sembra sul punto di abbandonare l'alleanza, i sovietici sfondano le linee fìnno-tedesche. "Eppure Hitler si rifiutava ancora di accettare il consiglio del comando supremo , di far ripiegare le sue truppe ai confini della Germania , per trasfonnare la nazione in una fortezza dalle linee di resistenza più facilmente difendibili. Rimase convinto che la Grande Alleanza fosse semplicemente una struttura barcollante che sarebbe crollata alla prima sconfitta. Gli inglesi, diceva Hitler, erano sfiniti dalla guerra, e avrebbero cercato una soluzione politica, se fosse soltanto riuscito a tenere la Francia come base per i suoi missili, per i suoi nuovi B l itzbombers (bombardieri-lampo) e i suoi rivoluzionari sommerg ibi l i con motori a perossido di azoto. Ripiegare avrebbe vo l uto dire i l principio della fine per la Germania. Così impartì ( ... ) nuovi ordini ( ... ) (per la cui riuscita) tutto quello che occorreva , diceva H itler, era il t empo brutto e un po' di fortuna" 12 •
Quando invece l'autoinganno viene deliberatamente indotto, ciò che ne costituisce l'oggetto dev'essere, ovviamente, credibile e verficabile:
" i servizi segreti tedeschi ( ) non vollero credere che i loro agenti fossero sotto controllo inglese, forse perché le notizie che trasmettevano erano più convincenti di qualsiasi avvertiment o in con trario " 13 •
Per i fenomeni d i auto in ganno non è fuor i luogo chiamare in causa l'ipnosi:
"agiva anche un'illusione auto indotta quasi ipnotica: l ' offensiva principale sarebbe arrivata contro il Gruppo di Armate del Nord Ucraina perché era lì che (i sovietic i) erano pronti ad incontrarla" 14 •
È chiaro dunque che l 'a u to ingan no è c iò su c ui l'ingannatore può fare leva per indurci deliberatamente in errore. L'autoinganno riguarda mo lti aspetti del nostro funzioname nto me ntale, pe r ché coinvolge i live ll i percettivo, cognitivo, emotivo,
motivazionale, affettivo, eccetera.
Il pericolo principale rappresentato da questo "complice interno" dell'ingannatore risiede nel fatto che noi non siamo coscienti della sua esistenza: ci muoviamo in base a premesse che diamo per scontate. Queste premesse implicite costituiscono vincoli molto potenti della nostra elaborazione dei dati veicolati nella nostra mente dall'esterno. Bisogna anzitutto conoscere questi complici interni alla mente dell'avversario; Clarke afferma che
"non fa rispanniare tempo, né ottiene grandi risultati, il cercare di mettere il nemico in allarme circa un 'a rea della quale fino a quel momento egli non si era preoccupato la conoscenza dell'andamento dell'allanne vissuto dal nemico è quindi ciò che più conta ... " 15 •
Infatti, prosegue Clarke, ULTRA fornì gli elementi utili a costruire gli inganni proprio perché permetteva di basarsi sulle paure già esistenti nei tedeschi.
2 . Li mi ti im p o sti d all e premesse
Qualsiasi operazione cognitiva si basa su premesse implicite (cioè inconsapevoli) ed esplicite (cioè coscienti). Esse orientano i processi cognitivi facilitandoli, perché permettono di risparmiare molta attività di analisi. Al tempo stesso, però, esse costituiscono fattori potenziali di errore, perché costituiscono vincoli che limitano numericamente le possibilità di elaborazione delle informazioni. Conoscere le premesse e installarne di adeguate nella mente dell'osservatore, è un mezzo pratico per controllarne i processi mentali ed eventualmente indirizzarli verso l'(auto)inganno.
Per es. ciò che all'interno del mio modello del mondo considero impossibile, può costituire un punto di forza dell'avversario, perché tenderò ad abbassare la guardia nei confronti di eventi di cui escludo a priori la realizzazione. Nel diciottesimo secolo
"Ogni qual volta era possibile, il savio faceva l' ' impossibile'. Ciò causa sempre la sorpresa. Quello che una persona respingè come un'impossibilità, qualcun altro può non soltanto ritenerlo possibile, ma talora renderlo reale. L'impossibile - così come viene considerato dalla vitt ima - può essere un momento impossibile, o un luogo impossibile, o una di quelle qualsiasi altre circostanze che le persone possono concepire erroneamente, venendone tratte in inganno.( . .. ) L'opzione "impossibile", al pari delJ ' innovazione tecnologica , garantisce la sorp resa " 16 •
Ecco un caso di questo tipo:
Lawrence d'Arabia attacca i Turchi nel porto di Aquaba: essi si aspettavano un attacco dal mare (dove infatti avevano puntato l'artiglieria), e non un attacco da dietro, sferrato attraversando un deserto che era ritenuto non percorribile; lo ritenevano un attacco "impòssibile" 17 •
Nell'esempio che segue, l'efficacia di un nascondiglio non dipende da ragioni tecnologiche, ma dalle premesse dell'osservatore.
Flemming Bruun Muus, agente danese che lavora per gli alleati, convince la zia a cedergli una stanza di un albergo che da cento anni era riservato solo alle donne 18 •
Una premessa simile alla precedente, di tipo socioculturale , viene utilizzata a fini ingannevoli nel caso che segue:
"Pienamente al corrente che i tedeschi si sarebbero insospettiti se fossero riusciti a risolvere troppo facilmente uno scambio di messaggi cifrati fra Londra e un agente, gli inglesi( ... ) si servivano di donne per questo trucco, perché i tedeschi ritenevano che gli inglesi non sarebbero mai stati così scorretti e poco cavallereschi da usare una donna in trucchi del genere" 19 •
Tutto ciò che diamo per scontato è pericoloso.
Il Vietnam del Nord nel 1967 pianifica una grande offensiva contro il Vietnam del Sud. Per nascondere personale militare nelle città vengono usati vari sotterfugi, tra cui finte processioni funebri 20 • Se si pensa che il tabù della morte non dovrebbe essere vio lato , si può cadere vittima di stratagemmi come questo.
Le condizioni meteorologiche "sfavorevoli ad un ' attacco" , secondo le convinzioni dei tedeschi, contribuirono a non far emergere il sospetto che l'attacco alla costa normanna fosse quello decisivo2 1 •
Gli alleati fanno credere a Hitler che l' invasione già programmata (piano Starkey) sia stata abbandonata a causa delle fortificazioni tedesche: ciò allo scopo di indurlo a credere che l ' anno seguente, in presenza di fortificazioni ancora più ingenti, non ci sarà alcuna invasione22 •