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UNA LETTERA DI BENITO MUSSOLINI

Carissimi compagni del Collegio di Forll.

Vi . scrivo, perché non posso recarmi tra voi, Domenica 19, m i trovavo nell'assoluta impossibilità fisica di sostenere nuove fatiche orali e dovet ti ---' molto a malincuore - rinunciare a trovarmi cogli ottimi compagni di Meldola, Cusercoli, Civìtella, Predappio. Ora, sono inchio dato al giornale dall'esigenze moltiplicate dell'attuale mo ~ me nto politico, Voi comprendete benissimo e non avete insistlco . Ve ne so no grato. ·

Del resto che cosa avrei p otuto dirvi ? V oi mi conoscete bene . Noi ab biamo v issuto i nsie me - in u na comunità di pensieri e di opere - tre anni indimenticabili.

Le mie idee del pari vi sono note. Non le ho cambiate. Il discorso che ho pronunciato sabato scorso a Forll in che differisce dai mille che ho pronundato altra volta ?

Io s o no - se lo permettete - un candidato diverso dagli altri. Gli aJtri passa.no da una eccessiva loquacità prima a un mutismo sconfortato dopo ; gli altri suscitano con tutti i mezzi possibili il feticismo personale, io sono - per natura e per temperamento intellettuale - un nemico deg li ideali e della popolaritii. che lusinga- e se ne compiacele q ualità inferiori delle masse ; gli altri p ur di raccogliere v o ti smussa no gli a ngo li e decolorano le idee, io faccio precisamen te il co ntrario ; gli altri prometto no le piccole e le grandi cose, Ie p u b blich e e le priv at e, io nu n h o nulla <la promettere a nessuno. L a mia non una prop aganda « elettorale » m a una propaganda so cialista che può es se re indiffe re n te fatta p r ima,. durante, e do po l e elezioni, Eppure, o compagni del Collegio d i Porli, io vi esorto a recarvi alle urne.

N o n già, per me, vi ripeto. La mia persona passa in seconda linea. Ma si tratta di fare una più o meno solenne affermazione delle idee socialiste.

11 responso delle urne deve dimosttare - nei rapporti della situazione locale - che il Partito Socialista dopo decenni di propaga nda ha con.quisu.to ampio e ind iscutibile d iritto d i cittadinanza e - nei rapporti della ·situazione generale - c he il Partito Socialista t tanto vivo e tanto forte da reggere l'urto d ei vecchi e dei nuovi henùci.

Noi scendiamo in campo a bandiera spiegata, Chi vot.a per me, v ota per le idee che filpp1csento e difendo, vota pe: la lotta di classe e per il passaggio dei mezzi di produzio ne e di scambio alla collettività produttci«; vota in una parola per il socialismo.

E nel nome del socialismo, che riassume tutte le nostre mig liori speranze, abbiatevi, o compagni socialisti e proletari del Collegio di Forll, i miei fra.terni saluti.

Benito Mussolini

Da La l.o1t,1 d i Cl,me, N. 197, 2; ottobre 1913, IV.

« OH CHE BEL CAMPOSANTO

DA FAR INVIDIA AI VIVI ! »

Quella di domenica è stata per il Partito Socialista italiano una giornata trionfale. Vittoria certa, vittoria indiscutibile, vittoria che ha sorpreso ì più ottimisti fra noi stessi, che ha sbalordito gli avversari, ma soprattutto vittoria « nostra », assolutamente «nostra».

Nel 1909, l'Avanti I, compiacendosi dei risultati delle elezioni ge• nerall. inn eg giava aJ successo deJl'Estte,na Sinistra, cioè al successo c om plessivo dei candidati demoCJ"atici, repubblicani, socialisti En l'epoca n efa sta del popolarism o. Oggi non più. La designa~ione stessa di Estrema Sinistra h a uno strano sapore di arcaismo giù di moda ; il bloccar:dismo sta dovunque tira ndo le cuoia e noi siamo qui decis i ad abbreviargli la ingloriosa agonia. La vittoria di domenica appartiene a un solo Partito, il nostro. Non comincino i fogli democratici a parlare di « trionfi popolari » per intorbidare le acque, o, altrimen ti dicendo, per ciurlare nel manico ché il gioco è scoperto e non inganna nessuno. Noi soli abbiamo v into, ami, stravinto. A noi soli è concesso di bivaccare sulle posizioni conservate e su quelle conquistate; m entre i nemici fiaccati si sbandano da ogni parte come gregge di pecore sorprese dall'1J,rtgano ; bivacca.re, ma per breve ort, perché noi vogliamo continuare. l'avaozata, batterci ancora, vincere ancora sino al giorno in cui avremo annientati t utti i nemici d el nostro ideale.

qè dunque ançon quakWlo che o sa dubita.re della nostra meravigliosa affermazione? C'è ancora qualcuno intento a sofisticare sulle cifre ? C'è ançora qualcuno, fm gli idioti, gli avventurieri é i rinnegati, che;; ci hanno in queste ultime settimane di lotta fastìdiati coi loro « turpi lazzi >> e le loro cretinerie «letterate», che osi ricantarci lo scemo vaticinio di morte ?

Signori della Grande Armata anti-socialista: voi Bergeret, « capintcsta » della masnada; e voi ineffabile Ambrosini che 1.vcte covi.to le vostre uova nel tiepido demo cratico paniere del SttfJlfJ prima di tramutarv i in gallo sguaiato annunciante le albe della risurrezione cle.rico-moderata sulle colonae del giornale più grottescamente forcaiolo di t utta. Italia ; e voi Quilici, pet ula.ntissima m osca COC· chicra ; e voi Monicclli, basta il no me I; e voi enorme Malagodi,.

enormC come il fiasco di Cento ; e voi tutti, maggiori e minori armigeri dai connota.ti cbe stanno fra il T artarin e Pulcinella, dove siete?

È proprio questo il momento di occuparvi - come fate - del siero anti-vaccinico ? Della rivoluzione messicana? Non « sentite rumore»? Un « po' di rumore» ?

Facciamo una npida_ corsa di ricognizione sul campo di battaglia, Noi -a differenza deì comunicati ufficiali libici - noi contiamo i morti. Ecco il Piemonte. Ecco la capitale del Piemonte : T orin o non smentisce I~ sue tradizioni che la rendono particolarmente cara a l socialismo italiano. Torino ba rovesciato alle urne i suoi c o mpatti e temibili battaglioni socialisti. La Stampa aveva preso particolarmente di mira il teno collegio. Bisognava battere Casalini che ap partiene al Partito Socialista. La Stampa ha fatto un' accanita campagna per raggiungere questo o biettivo. Delusione atroce : Frassati può coprirsi il capo di cenere : Casalini eletto a primo scr utinio. Morgari o ttiene una v o tazio ne plebiscitaria : altri due socialisti ent ran o in ballottaggio Viva Torino socialista I

Dietro T o rjno, ecco Alessandria che riesce finalmente a battere quel magnifico esemplare di c11curbj/a pepo che rispo nde al nome del cappellaio Borsalino ; ecco Biella che rinnova u nanime la sua fiducia a Quaglino; ecco Vercelli che manda al Parlamento l'indefesso sostenitore dei proletari della risaia ; e altrove e dovunque splendide affermazioni con migliaia di voti a.i candidati socialisti.

A Milano ven tisettemila cittadini danno il v o to a.gli uomini del Partito Socialista. Cifra impressio nante I Nei dintorni le votazioni di Affori e di Mo nza stanno a significare i progressi del P artito. A Mortara, un u o mo del Governo, ·un sotto segretario cli Stato, è a t erra, colla schiena spezzata. Il collegio passa a un socialista rivo luzionario. Nel Veneto, il socialismo fa p assi da g ig ante. La reg ina d clle lagune ba scosso la sua i nd~lcnza. Un soffio d i vita nuova la per vad e e l'esalta. Musatti è deputat o .

La.sciamo il Veneto che sta vigorosamente riscattandosi dalla mala egemonia clcrico-mod.erata, e ,passiamo il Po. Entriamo nella zona più rossa d>Jtalia. Da Piacenza pro letaria, che, malgrado un troppo lungo periodo d'-incertezze, riversa sul nome cli Paolo Valera parecchie migliaia di suffragi, a Parma che seppellisce n ella disfatta più clam oro sa e assoluta il duce dcli'Agraria; da Reggio , città e provincia, sempre fedele alla bandiera del socialismo, a Modcru. dove i_l Partito ha fatto un prodig ioso balzo innanzi ; dalle plaghe del Ferrarese d ove le fala.ngì proletarie hanno spazzato turbinosa.mente v ia i rappresentanti della reazione clerico.modera.ta, a Bologna città che eleg ge a primo scrutinio l'on, Calda, ritorsione che non potrebbe [essere] più significativa, lezione che non potrebbe essete più solenne pei maJadore1 del Carlin<>, destinati prima o poi ad affogare nel ridicolo pi\l badiale e micidiale; da Gstelmaggiore dove Borclli è a ndato a celebrare un altro dei suoi numerevoli e più compassionevoli karakiri politici, a Imola dove Bcrgeret è stato <( protestato» come un qualsiaSi cantante deficiente; da Ravenna dove i socialisti si sono portati in prima linea, a Rimini dove il nostro Valmaggi entra in ballottaggio, è tutto _ un seguito di strepitose vittorie I

E se dai piani ubertosi della vaUe padana noi attraversiamo r Appennino, ecco giungerci, appena scesi nelle dolci convalli toscane, n uovi accenti di giubilo, A Firenze, il socialismo ha semplicemente sgominato gli avversari. Livorno ci dà la grata sorpresa del successo di Modigliani che entra in baUottaggio_.

Lungo la valle del Tevere, nelle piccole città dell' Umbria v erde, il sociali smo si è afferma to assai dignitosamente. A Roma, nel collegio del Quirinale\ Cipriani raccoglie cinquemila voti. D a Roma alle più popo lose città d'Italia il tragitto è breve. Napoli manda alla Camera un gruppo di socialisti, Quanto è mutata la città che parve la più delirante d'entusiasmo per la bella guerra 1 Né meno confortanti sono le notizie dei dintorni di Napoli. Torre Annunziata - la roccaforte dd so cialismo meridionale - Torre, che sa la miseria oscura e i sacrifici eroici delle grandi battaglie fra capitale e lavoro, Torre Annunziata butta a mare il deploratissimo Guarrncino. Dalle Puglie dove le violenu inaudite del Governo hanno se non soppresso, diminuito e sabotato il diritto di voto, alle Calabrie e alla Sicilia, dovunque il socialismo ha dimostrato luminosamente di essere una del1e forze più vive delrltalia contemporanea. E ci vuole tutta la no n invidiàbile ed cncomiabHe tola della romana Vila a mettere in dubbio i nos tti trionfi!

Ma la vittoria assume le proporzioni dell'avvenimento destinato a segnare un lo1mumf nella storia di. un popolo, quando si. pensi che ci siamo battuti da soli contro rutti, che abbiamo sdegnosamente respinto i voti degli « affini », che siamo scesi in campo con una piattafonna atta ad alienarci più che guadagnarci le simpatie degli indifferenti, che abbiamo scelto quale terreno di combattimento la questione libica cbe aveva appena due anni & illuso lo stesso proletariato. Dove so no gli altri Partiti che possono competere con noi ? I riformisti di destra sono liquidati malgrado i rinfon.i che verranno dalla. Sicilia.

I repubblicani escono decimati dal pcimo esperimento della sovranità popolare. Già si delineano j g randi blocchi della conservazione e della rivoluzione e noi abbiamo il vanto e l'o rgog lio di aver contribuito a precipiwe colla nostra azione recisamen te intransigente l'ibrido conglo m erato di tutti i Partiti e di nessun Partito che demoralizzaw la vita pubblica italiana. Già l'orizzo nte sì profila più chiaro :ai nostri occhi•...

Continuiamo la marcia, Non un'ora ·di sosta, non un minuto d'incertezza. Ava.nti, nel nome sacro, vindìcc e liberatore d el socialismo, verso a più aspre battaglie, verso a più grandi v it torie !

Dall' A vanli !, N . 299, 28 ottobre 1913 , XVII. Pubblicato anche su LA LJ m.a, N. 4.0, I novembre 19 13 . Su Lz Lima l'articolo è firmato Benito Mussolini .

SENZA TREGUA, SENZA QUARTIERE !

Ieri, col cuore in tumulto per la gioia della vittoria, che superava le n ostre previsioni, abbiamo cantato ; oggi, ragioniamo colla ca1ma dei soldati che sanno di aver compiuta solo una parte e la meno difficile di un còmpito immane. Per noi socialisti non ci sono ozi di Capua; ogni battaglia guadagnat:1. ci pone innanzi a ni.iovi problemi e a nuovi doveri. Impazienti, ci domandiamo già - mentre n ell'aria c'è ancora cosi acuto odore di polvere - che fare? Come e dove applicare - per averne la utilizzazione migliore - le nostre forze? Conclusa la settimana dei baUottagg i, sui quali deciderà oggi la D irezione del Partito, l'interrogativo che noi poniamo in questo momento si affaccerà alla coscicru:a di tutti i socialisti italiani.

Noi siamo spiriti t roppo positivi (solo gli imbecilli e quelli che n on ci conoscono ancora amano figurarsi il contrario I) per cedere all'emballement pericoloso del successo e vogliamo qui - per i primi spregiudicatamente e coraggiosa~nte - mentre siamo ancora nelle trincee, lanciare il grido d'allarme contro al fiorire troppo rapido delle illusioni.

Nel 1902., il primo esperimento d i suffragio universale in Austria segnò un clamoroso trionfo pei socialisti che portarono al Reichstag una novantina di deputati. Ma negli anni che seguirono molte delle speranze "riposte nel s [uffragio] u.[niversale] andarono disperse. Oggi, la nota pessimistica. domina negli ambienti socialist i austriaci. Basta leggere Der Kan,pf. Pro prio ieri, la quotidiana Arbeiter Ztillmg pubblicava una plgina di Krithdu Brtra,ht,mgen zum Parlei tag (Oum,az/oni criliclu s11J congreuo del Partito) assai sconfortante. Vero è che l'Austria, data la sua composiz ione interna, e con un Parlamento che non funziona a cagione delle lotte di nazionalità, non è paragonabile all'Italia ; però alcuni ragguag li compancivi con quanto è avvenuto in altre nazioni che già godono del suffragio universale ci consigliano di non addormentarci troppo sugli alloci elettorali.

E allora il còmpito del domani è uno solo : colmare o almeno attenuare nell'organizzazione politica ed economica soeitlista la troppo evidente e stridente sproporzione fra i contip.genti effettivi del Partito e il numero dei voti. A Milano, per es-empio, dove la sezione so- cialista non arriva al miglia.io d'inscritti, i voti socialisti sono stati vent'o tto mila. Il P~to non tocca forse i quarantamila inscritti e supera il meuo milione di voti. N é giova dirci che gli altri Partiti conservatori e sovversivi hanno milizie ancora meno· numerose e d isciplinate delle nostre ; caso mai~ questa è una ragione di più p er rendere più forti e temibili le n ostre org anizzazioni politiche ed economiche, che approfitteranno - nella lotta - delle debolezze altrui, Non basta nccoglierc voti nella massa, bisogna raccog liervi n uove reclute per il Partito e per le organizzazioni di classe. U na seria e numerosa organizzazione di Partito rende sempre meno aleatorie le battaglie elettorali. L'ideale non è l'elettore socialista, ma il socialista d ettare. T anti socialisti, tanti elettori. Questa è la meta forse irraggiungibile, ma verso alla quale d o bbiamo dirigere i nostri sforzi.

D' altronde, sono 1c co nseguenze stesse della vittoria che c'imp ongono - come un dovere che non sopporta lunghi in dugi nel su o compimento - il rafforzame nto d ei nostri organismi politici. Difatti è certo che per i Partiti conservatori o p seudo-:li bcrali, gli insegnamenù di questa dura e prima lezione n o n andranno perduti. J loro g io rnali parlano chiaro. Vogliono la rivincita e l'avranno, se il Partito invece di co ntinuare nelJa sua impetuosa avanzata cadrà - come purtroppo è sempre avvenuto dopo le precedenti Lotte elettorali - in un periodo di depressione e d'inattività. Nel 19 14 a vranno luogo l e elezio ni p er il rinnovamento d ei Consigli comunali di tutta Italia. È necessario che l'avvenimento impo r ta ntissim o n on ci colga impreparati. Appena usciti da una battaglia, eccone un'altra i mminente. Per noi la paro la d'ordine che gettiamo ai socialisti d'I talia - in questo momento d'entusiasmo - è una sola : senza tregua e senza quartiere

I

Se vogliamo che anche il 1914 costituisca un'altra data gloriosa negli anni del s ocialismo italiano. ·

D all'Avanti!, N. !00, 29 ottobre EH3, XVII•.

• « Oh ciN bt l camf,<,srmto dfl fflr invidh, fii vivi! » (H8).