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VIGILIA

Alla vigilia del tanto atteso giudizio popoluc sulla guerra libica, qualcuno, trepidante o malcerto, insinua. che il Partito Socialista ha g iocato una cart2. rischiosa accettando la piattaforma anti-guerresca. V'ha chi osserva infatti, che trattandosi di un avvenimento ormai compiuto, le recriminazioni sono inutili ; altri teme che l'isolamento del Partito - riaffe rmato nel manifesto elettorale cosl aspro e scevro cli blandizie - a bbia· tristi risultati elettorali. Non è cosl. Non può essere cosi. Ad ogni modo giova ripetere in quest'ora che l'atteggiamento del Partito prima, durante.e dopo la guerra, n on poteva essere diverso da quello ch'è stato, Che importano ,:o o 100 mila voti se per raccoglierli sia. necessario rinunciare al proprio modo d 'essere e (( suicidue » il Partito? Nel discorso pronunciato a Farli, chi scrive, ha. precisato Je ragioni fondamentali, logichc1 indistruttibili della opposizione socialista alla guerra. Ha dìmostnto che il socialismo italiano non poteva in alcun modo agire diversamente Lo devono riconoscere - onestamente - gli stessi avversari. Nel settembre del 1911 il Partito Socialista Italiano si trovato d'improvviso dinanzi al fatto della gucn:a. Vi si trovato impreparato dal punto di vista politico e cultuW.e anche. I problemi coloniali non sono stati ampiamente discussi dal socialismo italiano. L'impreparazione politica fu palese con l'insuccesso dello sciopero generale. Ma dinanzi alla guerra, guerra., si ricordi, di conquista e preparata e voluta da quelli che nel gergo costituzionale si chiamano i « fattori irrcsporn;abili )> e sui quali, ad ogni modo, il popolo non ha possibilità veruna di controllo; dinanzi alla guerra il Partito Sociilista non aveva da scegliere che uno fra. tre atteggiamenti possibili: o la neutralità, o.l'adesione, o l'opposizione. La neutralità? La sola ipotesi ci porta ai confini del ridicolo I Neutralità dinanzi a una guerra, dinanz.i, ci~ a uno degli avvenin}cnti più guvi e più solenni nella storia di un popolo? Ammessa e non concessa la possibilità di una linea di condotta. pilatesca, csu sucbbe stata la più anti-italia.na, b. più anti-pa.triottica, la più anti-nazionalc pensabile.... Nessun partito socialista di nessun'altra nazione, in contingenze storiche simili alle nostre, si è votato al disinteresse, ma ha preso posizione e posizione coatto. Ricordiamo l'atteggiamento dei socialisti spagnuoli e francesi dinw.zi al.la guerra del Marocco. Patteggiamento dei socialisti e liberali ing lesi di fronte alla g uena. del Transvaal I...

L'adesione? Aderire ad una g uerra di cui ignoravamo i moventi~ di cui si sfuggivano gli obiettivi ? Unire la nostra voce al coro patriottico dei nazionalisti ? Confonderci coi nostri nemici ? Accettare la co mplicità delle loro menzogne ? E la responsabilità delle vite umane schianta te sulle sabbie desertiche della Tripolitania? L'adesione alla guerra ci avrebbe «snaturato». Non saremmo stati più noi. Come avremmo ripreso la nostra fisionomia ? E la nostra funzione? Come avremmo potuto negare in seguito tutti gli aumenti di spese militari conseguenza diretta della guetra libica ?

Quelli stessi che trascinati dd sentimento e da premesse teoriche hanno da.to alla g uerra un'adesione condizionata - circondata d a rutti i se e i ma che la prudenza politica o dottrinale consigliahanno sentito poi tutta la contradittorietà del l or o atteggiamento che le masse hanno giudicato opportunista e insincero.

È divertente assistere agli acrobatismi mentali di coloro che a due anni di distanza tentano di conciliare l'adesione di allora colla opposizione di adesso. C'è chi recita apetnltnente l'atto di contri2ione: pensando che se Parigi valeva una messa, un collegio vale bene un mea mlpa Ma qualcuno ricorre ai sofismi, ai cavilli per salva.rsi l'anima e non perdere i voti. Il proletariato ha le sue buone ragioni per diffidare degli uni e degli altri.

Non restava che la terza via : l'opposizione alla guerra. Le ragioni ideali e pratiche di questa opposizione sono state troppe volte lu~ meggiue e speci6.cate qui, su queste colon.ne, perché si deb.ba oggi insistervi. L'adesione - lar vata o palese - alla guerra, avtebbe ucciso il Partito; l'opposizione, recisa e implacata, l o ha salvato.

Il tesponso delle: urne ,co nforterà domani questa nostra affcmuzione. :S domani~ che noi vedremo finalmente alla prov a dei fatti quale consistenza avesse la famosa « unanimità nazionale» che scrvl ai nazionalisti per cacciarci al bando dall'Italia1 e- quel ch'è peggio Iper cacciare l'Italia nel cul di sacco i:ripolino.... Nel momènto in cui, col suffragio universale, si apre un nuovo periodo nella stari~ politica. d'Italia, i socialisti hanno la coscien~ tranquilla. Ecco pcrch~ esortiamo a.ncora una volta i compagni e i proletari tutti a non disctt:tte le urne I

Dall'.A"tt,u,ti/, N. 296, 2, ottobre 191,, XVII•.

• lJ programma dii PMlit o U)(i.dùta {322).

[L'ATTEGGIAMENTO DEL SIN DACALISMO VERSO LE ELEZIONI)

G iova fissate, ncll'on che volge, l'atteggiamento tenuto dal sindacalismo italiano di fronte al fatto elettorale. Fissare, abbiamo detto, cioè rilevare il fenomeno senza trarne motivi polemici. Non sarebbe questo il mome nto opportuno. Cominciamo dalla tetrarchia d ei teorici. L'avvoato A . O. Olivetti, l'ex-Direttore cli Pagùu libere, fa nel Vaccsotto una fervida campagna in sos tegno della candidatura socialista Bossi contro S. Eccellenza l'on. Pavia. Enrico Leo ne è andato a Ferra.ca a perot2 re la candidatura di Michelino Bianchi. P aolo O rano ha scritto sul G iornale d'Italia un articolo che avremmo sottoscritto e: riportato Arturo Labriola è candidato in un colleg io d i Napoli. Attilio Rossi, di Guastalla, di cui ricordiamo i lucidi articoli su Pagine Libere, è sceso in campo per la candidatura di Adelmo Sichd. In Calabria, l'avv. Francesco Arcà - scrfrtore sindacalista della Lllpachiede i suffragi d ei suoi concittaqini. De Arnbris ha accettato ufficialmente la candidatura nel collegio sud di Pa.rrm.. Ci mancano notizie della auto-candidatura D inale. Pa..rc però che sia tramontata. Come si vede il sindacalismo italiano partecipa alle dez.i~ni. Abbiamo visto - a. tal proposito - una distim:io ne alquanto biza.ntina su di un giornale ferrarese. Sindacalisti candidati, si ; candidati si odac.alisti, no, o viceversa. È il « distingu o» sottile come la lama di un rasoio, dei cattolici.... Glisrof'l.f...•

È vero che le o rganizzazioni ignoran o u fficialmente il fatto ele t• torale, ma è un'ignoran za « forÌnale )). D'altro nde la C. G. del Lavoro sta a nch'essa alla finestra. Leggere l'ultimo M onitore .

Chi resta a predicare l'astensìonìsmo? ·Gli anarchici, « elezio nisti » a rovescio. Ma.... c'è un'eccezione. Un anarchico si presenta candidato. È un tal dott. Converti di Ca.ssano Jonio. Bisogna considerare questo candidato, come il primo eretico del dogma astensiònista. ...

D.all' A11.tnJi !, N . 296, 2S ottobre 1913, XVII•.

• L ' Afhlnli!, N 297, 26 ottobre 1913, XVII: +: U NA LBlTEJ\A DI OUVETl'I.Caro Muuolini. vedo citato il mio nome tra. quelli deì sindacalisti che si occupano di ele2ioni. Il che è perfettamente esatto. Siccome però il lettore d eUa tua nota potrebbe supporre un qualunque mutamento "delle mie idtt in proposito, ( +). . A . 0. 0UVElTI ».