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SOCIALISTI, A VOI !

Da qualche giorno la lotta elettorale ha superato il periodo incerto e grigio delle prime avvisaglie. Da domenica, ci si batte -'--- e non solo metaforie2mente - su tutta la linea e in tutta Italia. Si a nnunciano ancora e sempre nuovi giornali; parecchi di quelli ebdomadari esistenti si tramuteranno in bollettini quotidiani; l'apparizione dei multicolori manifesti alle cantonate è il segno che la conflagrazione delle idee dei Partiti è incominciata ; ai comizi g ii cosl melanconicamente deserti durante tutto il settembre, conveng ono ora grandi moltitudini p opolari

Le elezio ni costituiscono una specie di esame per tutti i Partiti. I risultati delle elezioni sono un indice sicuro, se non infallibile delle forze numeriche e politiche dei Partiti. Esse indicano i progressi e i regressi. Si tratta di cifre. Non è possibile inganno. Ai venerabili ruderi dell'astensionismo si può opporre un'obbiezione fra le t ante che ci sembra valida e semplice : se la conquista di un collegio è men che nulla per la causa del socialismo, non si capisce perché i candidati defu. borghesia contendano cosl aspnmente ai socialisti i collegi, giovandosi di tutti i mezzi di cui dispongono : dalla vfolenza alla corruzione.

Del resto, le anonime masse· lavoratrici -obbedendo alla voce profonda del buon senso - fanno giustizia dell'astrattismo asten sionista e s'interessano di elezioni e andranno a votare. Anche nelle plaghe conquistate to talmente o parzialmente dal s indacalismo, i lavoratori si recheranno alle urne, tanto che il sindacalismo è ridotto a salvare la sua verginità t~orica colla provvidenziale, ma un po' frusta foglia di fico dell'« ignoriamo » o col pretesto della.... protesta. Come si può disconoscere - pur non facendosi troppe illusioni sul pot.::re trasformatore del parlamentarismo - la signihcazione e il valore. d i un primo esperimento di suffragio universale> specie nell'attwale momento politico, colle nuove orientazioni di alcuni ceti borghesi, coll' irrompere in Lizza delle falangi dcricali ?

Il corrispondente romano del Tm,ps ha tracciato un quadro lusinghiero della situlli.one del Partitci Socialista. Lusinghiero, malgrado il p ronostico pessimistll. Lusinghiero, perché il corrispondente del giornale parigino ha dichiani.to quello che nessuno può in buooa o mala fede contestare : che cioè il programma elettorale dei socialisti è preciso e categorico e che l'unica opposizione dichurat:2 a Giolitti è quella del P artito Socialista. La situuione del Partito Socialista - prescindendo in questo momento dai possibili risultaci delle elezioni - è veramente confortevole. Il grosso dell'esercito marcia b ene, Ci sono è vero qua e là dei punti deboli e incerti, ci sono dei reparti indecisi, altri ritardatari. Noi non nascondiamo la verità a noi stessi appunto perché rivendichiamo il diritto di dirla brutalmente agli altri, ma la rea ltà è che nessun altro Partito ci presenta una massa cosl compatta, cosi ordinata, cosi c omb attiva come quella che segue il Partito Socialista.

Oh prodigio I Ques to Partito vilipeso da una geldra di rinnega ti, di falliti , di mancati che tentano di scusare il loro t radimento e la loro vigliaccheria con una « crisi )> spirituale (male di moda I male « francio so ») inesistente; questo Partito s ul quale si accanisce lo sforzo impotente degli avversari di tutti i co lo ri, ha ancora in sé risorse di energia e di fede quali nessuno cli noi avrebbe sospettato o spento.

Questo Partito compie uno sforzo prodigioso - non v'è ombra di esagerazione in questo aggettivo - per disperdere gli equivoci tbc funestano la vita politica italiana. Il 26 ottobre i socialisti combatteranno da soli contro tutti. Anche contro gli amici e i compagni di ieri. Cosi nella bollente Catania stanno in atteggi.amento di tivali due protago nisti del dramma dei Fasci : l'uria, Barbato, rimasto nel vecchio campo, fedele alla v ecchia bandiera (noi lo ricordiamo a Reggio, festeggiato dai compagni che lo vollero unanimi, dopo il verde commiato dell'on. Canepa, alla presidenza nell' ultima giornata del cong resso); l'altro, De Felice, il creatore del popolarismo e del confusionismo catanese, il corruttore della massa di cui ha t olletit o, se non ìncon ggiato il feticismo incosciente, l'uomo che con una politica di transazione, di compromes si ha cancellato la p agina eroica della sua giovinezza. E sarà guerra aspra. Gli episodi sanguinosi di domenica scorsa dicono a qual punto di tensione e di passionalità sono giunti gli animi dei contendenti. Ma, pure - costi che costi - la battaglia sarà condotta sino in fondo. I socialisti catanesi meritano perciò la solidarietà incondizionata dei socialisti di tutta Italia. Lasciando « l'isola d'eroi antica mad;e »2 un altro collegio attira l'atten2ione dei socialisti italiani: il secondo di Rom.a., il collegio del Quirinale. Si poteva trovare un collegio più sicuro per l'uomo che ha vissuto le rivoluzioni, ma in nessun :altro collegio dei 508 si ha quel complesso di circostanze che danno aUa candidatura Cipriani. una significuionc e una portata ben superiori all'episodio eletto rale. Si tratta di fare una solenne affermazione antidinastica nel collegio del Quirinale. rapprc· sentato da un uomo la cui piaggeria cortigiana non può essere né giustificata, n~ dimenticata. Anche ieri, soffiettava. il re, chiamandolo (( il primo cittadino d'Italia ». Cipriani e Bissolati : l'antitesi non potrebbe essere più eloquente t

Per la stessa decisa volontà di finirla con l'equivoco ecco, a Budrio, Modigliani contro Podrecca ; a Persiceto, Todesch.ini contro Giacomo Peni; a Gonzaga. Prampolini contro Ferri l'americano; Zibordi contro Bonomi ad Ostiglia; Morgari contro Vigna Quesu. lott.i non pone solo uomini contro uomini, ma gruppi contro gruppi, masse contro masse. i fratelli contro i fntelli. Che importa ? È necessario. Solo cosl i Partiti si salvano, solo cosi vivono e si differenziano le idee. C'è in Italia un altrn Partito che sia capace di fare altrettanto?

Oall'A v.cnli l, N. 280, 9 ottobre 190, XVII , Pubblicato parzialmente a nch~ su lA Lo1111 di Clas-u, N. 194, ll ottobre 1913, IV. Su l..,z Lotta di Cla,u l'articolo è firmato Benito Mus5o]ini.

Monicelliana

11 compagno on. Treves ha mandato la lettera che segue al Carlino. Richiamiamo l'attenzione dei lettori sun•affermazìone del Treves riguardante le ragioni « sonanti» e « prosaiche» del non avvenuto ritorno del Monicelli all'Avanti I Questo pagliaccione di Monicelli che vuol farci credete alle sue nùsterios e e tragiche « crisi spirituali» è dunque un laido e svergognato « puttana » che si vende al miglior offerente. Adesso è al Carlino, perché non si è accordato sui prezzi coli'ÀPanli I Questione di denaro e nient'altro. Cosi hanno fatto i mercenari di tutte le età. · lo ho scritto nell' Avanti! contro l'impresa nefasta, pr ima e durante la spedizione:, senza esitazione, semprco E ne fa fede la colletlone del giornale Nei prinli convena ri poi ho sempre dato la più libera effusione alle nausee che mi provocavano le trombonate libico-nazionaliste.

Chiarissimo sig. Direttore del R,110 del C'1rlino.

Dell'articolo che Tomaso Monicclli mi dedica non discuto n~ la sincerità del le illtenzioni né la buooa gru.ia dei sos~ti ; colgo l'unica affermazione catl!!'gorica per smentirlo categoricamente.

Ha scritto il Monicelli: <1 Voi non sapete che, all'inizio della spedi:Uone (j bica, quand'egli s edeva sulle cosde dell 'Avdn ri!, non volle scrivere contro la guerra, ché in privati conversari s i dimostrò favorevole all'impresa».

E quando trasportammo l'Avdnti! da Roma a Milano mi avrebbe certamente aiutato nella ardente campagna come redattore, Tomaso Monicelli, se avessimo potuio accordarci sul prezzo. Purtroppo l'Av.mti.l non ha i mezzi (pare) del R eJlo d ,J C.zrlino.

Della pubblicazione della presente mi ! arra, ~ignor Direttore, cosl la sua equità come jJ mio diritto.

Con osservanu. suo

Dall·Àvdntì!, N. 283, 12 ottobre 1913, XVII"'·

• Moniullidna (319).

Monicelliana

Leggo sul Car/i,ro che Tomaso Monicdli ha querelato Claudio

T:rcves e l' At,,411/i ! Benissimo, almeno per ciò che mi riguarda. Poiché .io spero e mi auguro che Tomaso Monicelli vorrà individuare il giornale nella persona di chi lo dirige : il signor sottoscritto. Mantengo - si capisce I - anche dopo l'annuncio della querela - integn.le, sino alle virgole, il «cappello» che precedeva la lettera di Trev,s. I contratti e le intese giornalistiche fra Monicelli e Trevcs nel 19u non m'interessano. La lettera del Treves mi ha fornito semplicemente il motivo pei: dire al signor Monicelli quello che d i lui .io pensavo da parecchio tempo.

Né venga ancora una volta il Monicelli a cercar di impietosire gli imbecilli colle sue « oscure tragedie », e la sua '4< onorata miseria». Con altri, non con me può aver fortuna toccando questo tasto s entimentale e patetico. Non con me, dico, perché nella mia giovinezza avventurosa e tempestosa in Svizzera, in Austria, in Romagna, ho passato giorni di disrl/e atrocissima. Coloro che mi hanno conosciuto negli anni 1905-1904 e anche nel 1910-1 11-'12 sono testimoni .... della mia miseria che ho sopportato ridendo. Io penso al domani .... all'indomani. Da questo punto di vista ho l'orgoglio di essere superiore alle ingiurie di tutti i Monicelli dell'universo.

· E giacché egli mi concede amplissima fa facoltà di prova, io mi riprometto appunto cli provare in pieno tribunale che Tomaso Monicelli è una figura ignobile e sfrontata di Rabagas.

Coi documenti, s'intende I