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IL NON-PROGRAMMA

Soffermiamoci ancora su alcuni punti della rela2ione Giolitti e· poi abbandoneremo il documento ministeriale al suo destino. Che la relazione ci sia, ma che il programma m anchi> è ormai ammesso da tutti. Gli stessi giornali ufficiosi sono costretti a riconoscere ule de6c.enza e a giustificarla con sofismi fallaci. C.omc dicemmo n ella nostra prima impressio ne. l'ono rev o le Giolitti ha toccato, s fiorato tutti i bisogoi e tutti i problemi che urgono in Italia, ma si è ben g uardato dal precisare nei suoi veri termini una sola questi one. La cosa ci lascia completamente indifferenti perché noi socialisti abbiamo i1 nostro programma e non aspettavamo quello ministeriale. Ma comprendiamo beniss imo le pene di coloro che volevano accodarsi al programma del Governo e si trovano davanti a un.... omnibu1 in cui c'è posto per tutti e per nessuno.

La nebulosità, la voluta incertezza della relazione giolittiana risalta, come dicevamo, in tre punti. Dopo averci garantito che siamo più ricchi di prima (come se la gucrn. libica avesse riempito le casse dello Stato invece di vuotarle anche per comprare b. pace dalla Turchia sco nfitta), l'on. Giolitti parlando dell'indirizzo ddla politica interna trova modo di dkhiarare quanto segue :

« Il principio di lìbcrtà informa gli atti dello Stato in tutte lc- sue manifestazioni.

« Cosl cci rapporti con la Chiesa lo Stato italiano riconosce l'assoluta libertà ttligiosa d i tutti i cittadini, astenendosi d a qualunqu'e inge"reoma in -questioni religiose, che considera come estranee alle s ue funz.ion.i, mentre a sua volta non ammel:le ingerenza alcuna della Chi~ in quanto è funzione dello Stato, alla sovranità del quale tutti l cittadini devono essere soggetti t

È la vecchia formula cavouriana <{ libera Chiesa in libero Stato ».

Questa formula campata nei cicli ddla. logica pura semhra cd 1a quintessenza del liberalismo, ma la realtà. non ci presenta lo Smto e la Chiesa, bensl wi determinato Stato che può essere repubblica.no <> monarchico e una determinata. Chiesa che può essere cattolica o protestante, povera o ricca, amica o nemica dello Stato. Lo Stato si astiene da qualunque ingeren21. in questioni religiose e va bene, ma bisognerebbe precisare quando una questione è religiosa e quando cessa di essere tale per divenire profana. La Oi.iesa tudizionale che curava le utime e la regolamentazione dei rapporti fra i'uomo e la divinità, non esiste più.

Oggi La Chiesa stampa giornali, elegge deputati, crea delle banche, istituisce delle coopentive, accumula delle ricchezze : fa, in una parola, degli affari, coprendoli col mantello della religione. Questa profonda trasformazione dell'istituto ecclesiastico altera la natura dei rapporti che possono intercedere fra la Chiesa e lo Stato. E il divorzio? E l'insegnamento religioso nelle scuole? E un possibile e già proposto in~metamento dei beni delle Congregazioni ?

Ecco uru. serie di « questioni » in cui non è facile dire dove 6nisca l'elemento religioso e conùnci il profano. La proposizione dell'on. Giolitti è o ltrem odo elastica e si capisce che n on sia dispiaciuta al clericalismo militante che pur ieri com.iziava e.bruciava in effigie l'on . Giolitti accusato di essere al servizio dei facinorosi della « Giordano Bruno >>. Sulla questione religiosa b isognava dire una paro la specie dopo le recenti scenate di Roma e il non ancora dimenticato disco rso Della Tane, ma Giolitti non ha voluto, con un accenno a una possibile politica anti-clericale (non anti-religiosa) spaventare le masse cattoliche che voteranno per i candidati ministeriali. Una sola frase anticlericale cli Giolitti avrebbe seriamente compromesso la riuscita di almeno duecento candidati che sono passati sotto le forche cauàine del conte Gentiloni, hanno sottoscritto i patti e accettato j voti dell'Unione Elettorale Cattolica e formcnnno la futura maggioranza della Camera. Conveniva quindi sulla spinosa questione dei rapporti fra Stato e Chiesa - spinosa specialmente in Italia e per ovvie ragio nilimitarsi a una vaga dichiarazione di principio e nulla più.

La rinnovuione dei trattati di commercio che sarà uno dei compiti preminenti della nuova legislatura, è trattata da Giolitti in una decina di righe.

Ma dove l'ottimismo dcll' on. Giolitti diventa sorprendente è nella parte della. relazione in cui accenna alla politica estera. Il Presidente del Consiglio ci assicura che « la posizione dell'Italia nei rapporti interna.ziona.li è "veramente" ottima». Veramente~ domandiamo ·noi?

E gli incidenti di Trieste ? E la non restituita visita. dell' on. Di San Giuliano al conte Berchtold ? E a proposito della rinnovazione della Triplice Alleanza., noi ricordiamo che tale rinnovazione venne antici- pata di parecchi mesi. Il popolo italiano si trovò dinanzi al fatto compiuto. N oi modestamente desidereremmo sapere dall'on. Giolitti quali sono le potenze « c he hanno dato all'Italia durante la guerra per la Libia le più schiette prove di amicizia». Forse la Francia, che ha per lungo tempo tollerato, se non favorito, il contrabbando al coofinc tunìsino, è stata l'ultima a rico noscere la sovranità del1'Ita1.ia sulla Tripolitania ed ha - pur ieri vivacemente· osteggiato l'IU.lia .nella questio ne delle isole dell'Egeo ?

Forse l'Austria, l'alleata Austria, che ha limitato, drcosaitto il campo d'azione su l'« amarissimo» Adriatico? La verità è che tanto l'Europa ufficiale come quella popolare han serbato dinanzi 2ll'impresa libica un atteggiamento dl fredda neutralità e d i dissimulata ostilità. In questi d ue anni di g uerra l'Italia ufficiale ha ricevuto, non schiette prove di amici;à,l, ma una serie di umiliazioni che ha dov u to subire in s ilenzio .

La posizione dell'Italia è ora<( veramente ottima» dichiara l'on. Giolitti; j r:ipporti con le Potenze alleate sono jntimi, con le altre cotdw.i ; ma intanto l'on. Giolitti conclude coll'invocare nuovi a rmamenti e « senza ritar do» come se j nemici fossero alle frontiere d 'Italia.

Uffite com' è finalmente preciso in questa parte della sua re~zione :

« Gò :a cui noi dobbiamo provvedere senza ritudo è a dotare le nostre forze militari dei più pcrfeziom.ti strumenti di guerra ed in ispecie ad accelerare la costruzione delle navi da g uerra». E a tal proposito, « niente spese straordinarie, ma stanziamenti o rdinari in bilancio » e « concessione dei lavori e delle forniture occorrenti all'esercito e alla marina., ai nostri arsenali e 2ll'in dustria nazionale.... ».

Se in Borsa si fosse co n o sciuta la relazione cli Giolitti alcuni mi· nuti prima della chiusura, si sarebbe probabilmente veri6.ato un a umento nelle azioni della T erni....