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ULTIMI ECHI DELLE POLEMICHE FERRARESI

Giovanni Bitelli ci manda da Gallarate la seguente :

Carissimo Mu55olini, t supedluo aggi unga che se io verrò riten u to veramente colpevole di inganno verso la m11ssa lavoratrice, mi allontanerO per ~empre dal rn-Ovimento operaio Decidi tu, che hai dichiarato che il chiedere un po' di luce sulle faccende ferraresi non è cosa indiscreta, M a che tutto sia terminato entro questo ml!'5e

Hai ripre5o la rubrica delle polemiche ferrare si?

Non av rei chiesto di certo la parola, 5pecia lmente dopo la negittami pubbl icazione della risposta alle accuse fattemi dal Pctrucci d i replicati bl11ffùmi, se, più d1e al Petrucci, non mi premesse rispondere alle osservuiooi tue, contenute nel cappello a lla lettera del Petrucci .

Non polt'nl.izto. Faccio una proposta.

Tu dichiari che dopo J'esìto degli ultimi avvenimenti ti sei sfavorevolmente impressionalo drca l'o pe ra mia?

Ebbene, caro Mussolini, io rimetto al giudizio d i una. due, tre (qua nte ne vuoi insomma) persone da te nominate la denuncia pubblica ed esplicita dei miei peccati di org3.n:izzazione ne l Ferrarese. Cioè rimetto completamente nelle mani tue la posta dcll'one$tà della mia condotta contro fa vanitosa spensieratezza dd signor Fabio Petr ucci, del qwle hai accolto le accuse al mio indirizzo, Ma ad un patto però. Che se riuscirà provato che il Petrucci mi incolpa di bluffifmi inesisten ti, di scioperi non riusciti, a mandare a monte i qua.li egli stesso che mi acCU!'ia, ha contribuito, tu prendi verso lui le misure necessarie a far sl che non possa più in avvmire abusare della tua fiducia e della tua ospitalità.

Salve Caro Bitelli, giova, anzitutto, ricordare che nel mio <~ cappello » all'ultima lettera del Petrucci ho parlato genericamente cli e, dirigenti » e non di un solo dirigente. Nel Ferrarese, fra centrale e succursùi, i dirigenti mi pare che siano almeno una dozzina. Non al1udcvo dunque « solo » a te, ma a. tutti ; te, naturalmente, compreso.

La. tua proposta, poi, mi sembra assurda. Io non accetto questa pane che nù vuoi assegnare di « padcc eterno ».

Prima di tutto percbi non ho quello che si chiama/, phy.tiq!H dN r81,, poi perché le vostre questioni solo indirettamente m'intcrcssano.

Sai beoe che i gùny - comunque nominati e per qualsia.si questione - non risolvon o nulla.

Tu non hai bisogno d'altronde di cacare i tuoi giudici extra moenìo. L'unico ente che possa giudicare tutta la tua opera di organizzatore è il Consiglio generale della Camera del Lavoro di Ferrara e a quello dcvi rivolgerti, invitando a contndditorio i tuoi avversari.

Il voto del Con.sìglio generale illuminerà tutti e porrà termine alla contesa.

Dalla discussione e dal voto si vedrà chi aveva ragione e chi torto. Saluti

b. m.

D alJ'Avanti,1, N, 249, 8 settenibro: 1913, XVII,

[PER L'UNITA' DEL MOVIMENTO OPERAIO] •

Mmsolini dfrhiara di vokre anz.ilulto togliere da una specie di jncubo j soci della sezione socialista milanese. a proposito dei famosi quarantasette firmatari di -un clandestino ordine del giorno a.l quale si è ripetutamente · accennato.

La cosa non meri~ on o re d'inchiostri È un atto n ormale Io sarò desolato il g io rno in cui apprenderò che quarantasette o q ua.t• trocentosettanta rifo rmisti si sono riuniti per votare un ordine del giorno di plauso a.l giornale che dirigo, perché ciò s ignifich erebbe che l' A11a11Ji ! da mc diretto in nulla diversifica da quello dei miei predecessori. Ma basta di ciò e veniamo a ll'argome nto .

L2. questione è delicata perché ci troviamo dinnanzi a un fatto compiuto. Noi dobbiamo salvare i supremi interessi dd Partito, ma per fare ciò dobbiamo esaminare, senza settarismi e preconcetti, 12 situazione. L'ordine del giorno che presento alla votazione porta anche la firma del segretario della Camera del Lavoro, Marchetti. Non è che un temperamento [Ii,] a quello del Comitato Esecutivo. Il Comitato Esecutiv o fissa un termine di tempo : noi, no. Per tutto il resto, siamo perfettamente d'accordo . lo comprendo le e sitazioni e lo s~to d'animo del co mpagno Chiasserini. E gli vorrebbe rimanere nel Panito. P oiché anch'egli, come noi tutti, ama questo Partito ci,.e un po' sangue 'del nostro sangue, anima della nostra anima; esserne espulso è un po' la m orte civile. Si comprende anche come il Chiasserini cd altri giovani ardenti siano andati all"Unione Sindacale coll'esodo delle loro leghe . Le ragioni ve le ha dette nel suo ottimo discorso il compagno Ercole. Ma ora i socialisti inscritti all'Unione Sindaale debbono essersi ricreduti su ciò che sono metodi ed idealità del sindacalismo italiano in genere e milanese in particolare, quest'ultimo "protetto da due niofi egerii che rispondono ai nomi di Eugenio Chiesa ed ing. Pontremoli. La critica che ho fatto agli ultimi movimenti proletari mila- ncsi è stata benigna : sindacalisti e anarchici in fogli ultra sovversivi sono stati ben più feroci di mc. Oggi, a un m ese di distanza dallo sciopero generale, mentre non si conoscono ancora i risultati dei alcoli del commendatore, senatore Salmoiraghi, è lecito, è doveroso gridare che gli operai del materiale mobile sono stati vittime di una mistificazione che non ha precedenti nella storia del movimento pro.-. lctario nazionale ed internazionale. Dov'è la lotta di classe? Dov'è Pazione diretta ? Ora, è doloroso constatare che i socialisti inscritti all'Unione Sindacale non abbiano in alcun modo separato la loro responsabilità da quella dei dirigenti, ma si siano invece lasciati rimorchiare ed abbiano taciuto quando il loro dovere era quello di parlare. Del resto, disfatte come queste hanno una 1010 utilità n egativa che è quella d i raddiizzare le gambe e le idee al proletariato. Se, come ha dichia rato il compagno D'Aragona, tra il '90 e i1 '91 il movimento operaio tedesco attrave1sò una c1isi analoga a quella del movimento oper aio milanese~ g iova ricordare che il sindacalismo francese, dopo i disastrosi scioperi general i dei ,heminoh e dei porliers, ha « modificato il tiro » e 1a sua tattica stigmatizza l' esibizio ne dello sciope ro generale. Cosi il movimento proletario italiano, diventando adulto, perderà tutte le inutili impulsività dissipatrici della giovinezza e troverà la sua strada. Del resto la Confederazione Generale del Lavoro quando fa degli scioperi, è costretta a ricorrere a un po' di azione diretta; viceversa quando l'Unione Sindacale sciopera, è forzata dalla realtà deUe cose a procedimenti riformisti. Le due istituzioni nella esplicazione pratica della loro attività si rassomigliano più di quanto non sembri e finiranno per unfrsi. La tesi del D ' Aragona che non s i debbano seguire ad occhi ciechi le folle> è giustissima, ma per i tempi n orma li ; quando le folle sono in sciopero il caso è di verso e lo dimo· stra l'atteggiamento tenuto dalla Confederazione Generale stessa davanti agli ultimi scioperi milanesi.

• Riassunto del discorso pronunciato a Milano, nel salone dell'Arte Moderna di via Campo Lodigiano 8, la sera del 9 scmmbre 1913, dunntc l'assemblea della sttiooc socialista milanese convocata per discutere in merito ai provvedimenti da prendere nei riguardi dei soci della sezione iscritti all'unione sindacale. (Da11'Ava11Ji!, 1;l· 211, 10 settembre 1913, XVII).

Ii M11nolini, rontin11a11do, ill111tra la recenti delib,ra d,lla Dir,z.ion, del Parli/o, n compiate ,delle dichiarazioni di t1ltt1ccammto al Partilo falle dai J(J,i in.srritti. all'Unione Sindacale, dichiara die il Partilo ha le sm inuorabili esig,nz.e, di1110Ilra la diffen11za sempiù,111enl1 « q11antitali'va » che s,para il .tll(J tJrditu d,J gior!I(} da q11ello della .rezione, e chi11d,, applallliitùrimo, a11g11· rando;i ,ht i compagni inserii/i D no all'Unit>nt Sindacale - restino o 110 11,I Partilo - fauiano opera per rtaliz.z.are /'1111ilà del movimen/Q operaio*·

• AJla 6ne della discussione resta approvato L'ordine del giorno MussoliniMuchetti che « delibera di s9prassedue • alla e5puhione dei soci iscritti all'unione sindaca.le, impegnandoli invee~ <l ad abbandonare l'U. S. quando mi colla prova dei fatti si saranno convinti che questa unità ! resa impos.sibile d all 'opera dei dirigenti ru. s . » {Da.1r.t111a,,1i/, N. 251, 1 setttmhre 1913, XVII).