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COME

Perirono Gli Dei Di Roma

Edito dalla Casa Editrice Laterza di Bari, è uscito, trado tto da Luigi Salvatorelli, il libro di Franz Cumont: Le religioni orientali nel Pagamsimo romano. Si tratta di otto lezioni tenute dall' autore a Parigi ed Oxford. Nelle prefazfoni alla prima e alla seconda edizione è determinato lo scopo dell'opera.

« La propagazione dei culti orientali è .:.... dice Cumont - insieme collo sviluppo del neo-platonismo, il fatto capitale della storia morale d ell'impero romano».

Cwnont si accinge a dimostrare che la trasformazione e la dissoluzione dell'antico politeismo romano -d ovuto alla predicazione dei culti asiatici - p.tepara l'ambiente adatto al 6.odre del cri.scia nesiwo.

« Mano, mano - dichiara Cumont - che si studierà più da vicino la stori a religiosa dell'impero, il trionfo della Chiesa apparirà sempre più come il zisultato di u na l unga tvoluzione dt>llt- crf'denzt>.... I cu lti pagani dt>ll' Orientt> hanno fa. vor ito il lungo sfon:o della società romana che si contentò per lungo tempo di una ido latria assai banale, vt>rso forme di d evozione più elevate e più profonde »

Il Cumont traccia, quin di, il piano della sua opera : prima di tutto è necessario prospettare il quadro storico dell'epoca; poi, esaminare le cause che provocarono lo sfacelo del paganesimo roma no ; infine seguire analiticamente il cammino e lo sviluppo delle credenze relig iose che si sostituiscono alle vecchie credenze tramontate.

La. situazione del mo ndo r omano nei primi secoli dcll'impcrn, eccola : I:a G recia è sfinita, l'Italia è spop olata, il resto d ell'Europa esce faticosamente dalle teneb re deUa barbarie : solo nell'Orientein Egitto, nella Siria., nell'Asia Mjnore - ferve la civiltà sotto 1a duplice espres·sione del progresso economico e delJa elaborazione intellettuale, I dominatori di Roma sono già abbacinati dal miraggio di un impero orientale. N erone pensava di truportare la capitale ad Alessandria. Nei primi ' tre secoli .dell'evo cristiano la « penetrazione pacifica» dell'Oriente nell'Occidente contiriua e s'inten s ifica, irresistibilmente. Le stesse istituzioni p olitiche ne risento n l'influsso. Basta confrontare il regime di Augusto con quello di Dioclèiiano che ha nell'esercito, nelle finanze, ndla religione tutti i caratteri d elle monarchie orientali. La scienn sotto tutte le sue forme d2.lh speculazione filosofica alla realizzazione pratica è orientale. Valgano gli esempi. T olomeo e Plotino sono egiziani i Po rfirio e Giamblico, siti ; Dioscoride e Galeno asiatici. La letteratura, l'architettura sono monopolio degli orientali. Il principale architetto di Traiano un sirò : Apollodo.ro di Damasco. L'influenza religiosa procede di pari passo . L'esame è a tal rig uardo difficile, dichiara il Cumont, perché dei libri liturgici del paganesimo n ulla è rimasto, Nella letteratura e nella storia no n si trovano che scarsissimi cenni : più ricchi di particolari sulle cerimonie religiose sono gli scrittori satirici come Giovenale, Luciano, Apulcio. Bisogna lavor are sui documenti d ei 6losofì (platonici) e dei Padri della Chiesa, sui rest i epig rafici ed archeologici.

Definito cosi il q uadro storico di queH'epoca sorge la domanda : Perché i culti orientali si sono propagati ? Nell' Occidente il pagane· simo è la.tino. I culti autoct oni della Gallia, della Spagna, dcli'Africa Settentrionale spariscono. A questo punto, Cumont fa giu stizia della pretesa to lleranza religiosa dei Romani,

6 Render genera le l'adozione delle <;!ivinità di Roma f«c p arte, del resto, del programma poJitko dei Cesari ed il governo " impose ·· ai s uoi nuovi soggetti le nsole d el suo diritto sacel'dotale a l pari dei principi d el suo diritto pubblico e civile: le leggi municipali ordinarono di eleggere cosi dei ponte.6.d e degli auguri come dei duoviri giudiz.iali ».

Non solo, ma più tardi i poteri pubblici esigettero in tutto l'impero il culto ufficiale degli imperatori divinizzati, culto n ato in Oriente. G ò spiega come il latino, essendo la lingua che unive rsalizza il pag211esimo in Occidente, doveva essere ereditato dalla Chiesa cristiana

Nell'Oi:iente invece varietà di culti e molteplicità di idiomi liturgici. Gli dei dcll'Odente no n si lasciano conquistare da quelli di Roma, ma li conquistano. Nel primo e secondo secolo le credenze religiose orientali bo11/NJertenl tutta la vita di Roma.

Ragioni? D 'indole economica, L'Oriente è labo rioso, commerciale, manifatturiero. Fornisce all'Occidente i mercanti, glf artigiani, gH schiavi, le schiave, i funz ionari. Questi sono tutti veicoli di pro-

~gaz:ione dClle idee religiose

L'inunigrazio ne degli orientali degenera la i:u:u, la indebolisce, la prostra ai nuovi idclii.

« La società rom1na sembra affetta da una ,1pede di mania. cerebrale e colpita da incurabile sterilità.... Rassomiglia a un organismo incapace di difendersi contro il contagio•.

Le ragioni economiche o fisiche non spiegano il fenomeno che essendo religioso non si spiega che con cause morali. I culti dell'Oriente erano superiori ai Romani, parlavano più profondamente dell' uomo, agendo « in primo luogo s ui sensi e sentimenti, sull'intelligenza e sulla ooscienza ». La religione dei Romani era fredda, prosaica, subordinata alla politica. L'Odcnte ci dà - coi misteri - l'esaltazione, l'ebbrezza, l'estasi.

Le r eligioni d~ Oriente soddisfano di più ·1• intelligenza. 1A. mentalità greca si allontana da.ila religione, diventa razionalista.... « Mai un popolo cli cultura tanto avanzata ha avuto una religione più infantile.... Le civiltà orientali sono civiltà sacerdotali.... ». Il sacerdote m onopo lizza tutta la rkerca tanto fisica che metafisica. AH.'arido Occid ente che - pratico - aveva disdegnato le ideologie, l'Oriente offre la spiegazione di tutti i misteri dell' universo. L'Oriente soddisfaceva poi la coscienza perché pomva in Italia due cose nuove : « dei meni misteriosi di purificazione con cui si pretendeva di cancellare le macchie dell' anima e l'assicurazione che un'ilnmortalità beata sarebbe la ricompensa della pietà »

Riassumendo, le religio ni orientali offrivano : « una maggiore bellezza nel loro riti, una maggiore verità nelle loro dottrine, un bene più àlto nella loro m orale >).

Ciò precisato, il Cumont esamina partitamente l'inAuenza e lo sviluppo in Occidente dei diversi culti orientali, a cominciare da quelli dell'Asia Minore.

Il culto asiatico dell'Idea o Cibcle fu portato a Roma dall'Asia Minore durante la guerra punica nelYaprilc del .104 a. C.

I responsi delle Sibille circa. l'epilogo della guerra si a vverarono e alla nuo va iddia fu elevato un tempio sulla sommità del Palatino . Ma il rito di questa nuova religione era sensuale ed orgiastico. Il Senato romano se ne p reoccupò, isolandolo e controllandolo, ma intanto il « culto frigi o » rapp resenta la breccia nel corpo della religione r omana e per quella breccia dov eva p assare tutto l'Oriente.

È coll'imperatore Claudio che il culto frigio esce dall'oscurità. Lo si celebra dal IS al 27 marzo di ogni anno. Il Cumont ci descrive analiticamente le cerimonie in onore cli Cibele.

Nel contempo·notiamo inBueoze dd giudaismo e del mazdeismo. Cibe!e. la dea della fecondità e Mitra, persiano, genio della luce. sono le divinità d'Oriente che <e vivono in comunione intima su ~tta l'estensione dell'impero ».

Se l'Asia Minore invia a Roma Cibele, l'Egitto vi manda i suoi antichi e venenlbili misteri.

Il vecchio culto egiziano di Iside ed ·Osiride venne ellenizzato dai Tolomei ; lingua liturgica divenne ·n greco. V'è affinità profonda fra j misteri di Dioniso e quelli di Osiride.

La religione egiziana dopo ·aver acquistato diritto di cittadinanza in Grecia d ove Serapide ebbe un tempio ai piedi dell"Acropoli, penetrò in Sicilia e giunse sino alla Campania. lasciando tracce che ritroviamo a Pompei.

Da qui giunse a Roma dove trovò proseliti fra gli schiavi e i liberti. Per cinque volte il Senato fece rovesciare dai magiscuci i loro altari e abbattere le loro statue. Inutilmente. Altrettanto i nlltili furono le persecuzioni dei primi impeutori da Augusto a Tiberio. Alcssandrfa esercitava un grande fascino. Era la Parigi dell'Oriente : una città lussuosa, ccrebrali.zzata e gli dei alessandrini dovevano vincere. Caligola costrul il primo tempio d'Iside nel 38 d. C. Fu rimodernato da Domiziano. Finalmente Caracalla nel 2q deva agli dei d'Egitto un fastosissimo tempio sul colle del Quirinale. Le ragioni della diffusione nel mondo romano ? Teologia fluida, clastica, malleabile seduzione del rituale. promesse meravigliose detresoatologia eg i2:iana (culto dei morti e immortalità....).

Il Cumont ci d escrive le cerimonie religiose in onore di Iside protettrice dei marinai e di Osiride.

Queste ultime ci ricordano da. vicino la «passione>> di Gesù Cristo.

L'esplosione di gioia con cui si salutava la resurrezione di Osiride, è analoga agU s pari coi quali ancor oggi nelle località cattoliche si saluta la resuttezione di Cristo.

E la Siria?

I primi adoratoti di Atargatù, la dea di Siria, furono - nell'Occidente - gli schiavi. Costoro facevano anche gli indov ini. « Una pitonessa di Siria indicava a Mario i sacrifici che doveva compiere ». La dea sira ebbe un tempio in Ttastevete, I siri erano diflusissimi in tutto l'Occidente. Avevano colonie nwnero se di mercanti alle coste e nell'interno dell'Italia, Francia, Spagna. Si deve ad essi l'introduzione del « crocifisso» che i cristiani per cinque secoli respinsero con orrore.

La diffusione dei culti semitici in Italia, ebbe il suo apogeo con Aurdiano e con Eliogabalo che inaugurò il culto dclb. pietra nera. apportata da Emes"a.

Il culto : a.dora.va le piante, gli animali (zooktria), le « p ie tre gregge» (litolatria), sacrificava vittime umane. Noi troviamo nel par:a.diso siriaco descrittoci dal Cumont una strana rassomiglianza con quello « dantesco » Cogli d ei siriaci si v a ver so al monoteismo trascendente, grazie all'astrologia.

(( Una. divinità unica, onnipossente, dcrna, universale, ineffabile, che si r ende sensibile in tutta la. 11.atu.ra, ma di cui il sole è la manifestazione più splendid2 e p iù energica, ecco l'ultima formuJa a cui r iuscì la religione dei semiti p agilni, e d ietro a loro que lla dei romani. Non rimaneva. che un "legame a romp ere, iso. lando fuori del mond o (jUCsto essCTe suprnno che risiedeva in un cielo lo ntano, per r iuscire a l monote ismo éristiano » (pag. L37).

Nel gioco d elle credenze cd ig iose che demoliscono il paganesimo romano, i culti di Persia hanno grandissima parte.

Durante secoli, con alterna vicenda, assjstiarno aUa lotta dell'ellenismo con l'iranismo che ha la sua più alta espressione religiosa ne l mazdeismo. La propagazione « subit anea i n Occidente dei misteri persiani di Mitra è una conseguenza delle g uerre romane che al tempo di Traiano resero l 'im~ro romano e q uello dei Parti po t enze co ntinanti »

Il C u mont ana lizza anche le i nfluenze politiche della Pe rsia sulla corte di Diocleziano e, princ ipalmente, s u quella di Gallico Fa la storia di tutte le tras formazioni dei culti nell'altopiano anatolico per concludere che « la religione mitriaca fu cosl formata essenzialmente da una combinazione delle credenze iraniche con la teologia semimitica ». Essa passò dall'Asia al mondo latino, scavalcan do la Grecia che no n v olle accettare gli dei del suo secolare n emico. Alla fine del secondo secolo, l'imperatore Commodo si fece iniziare ai misteri di M itra, nel 307.

D iocleziano, GaUico, Licinio riuniti in un abboccamento solenne a Carnuntu m sul Danubio vi consacrarono un santuario a M itra « protettore del lo r o impero»

Q uali cause a ssicuraro n o il su ccesso al mazdeismo ? Una preponde r ante: l'aver introdotto nella' relig ione un principio capitale: il dualismo : il conflitto fra g li a ngeli e i demoni, fra il p r incipip del Bene e quello del Male, fra Arimane (Male) ed Orzmud (Bene).

In tutto il lungo capitolo dedicato a ll'astro logia e alla sua enorme influ enza n el mondo antico (esiste ancora, del rest o , nel mondo moderno, la credenza nell'influsso degli astri e si dice : sci nato sotto buona o cattiva stella) c'è un particolare inter essante.

Il «o: ritorno eterno delle co se » che Nietzsche sco perse nelle alte valli di Engadina a 6000 passi d i ~ pra del mne e degli uomini, avrebbe un precursore in Beroso che introdusse il ritorno cosmico di 431 mila anni per la creazione e la d istruzione del mondo....

Con questo suo libro chiaro, breve e sintetico che non abbiamo illustrato, ma riassunto, il Cumont ci attualizza il più gr.i.nde avvenimento spirituale della n ostra storfa. Noi ora conosciamo il male di cui morirono gli dei della vecchia Roma e scorgfamo le ragioni per cui c:W misterioso e fermentante travaglio delle credenze orientali doveva uscire il cristianesimo monoteista.... o> se vogliamo, tendenzialmente monoteista.

Attra\rerso a tutte le p agine del Cumont voi sentite o presentite l'imminenza del Cristo : i sacerdoti di Osiride, di Cibele, di Mitra non sono che degli av,:mt-co11reurs; gli schiavi brulicanti nel m ondo romano che abbracciano entusiastici le religioni orjentali, preparano appunto queUa 11m111iilzung allen Werten - rovesciamento dei valoriche N ietzsche ha considerato come la più grande calamità toccata allo spirito umano , Crfato, esistito o no che egli sia, non ha dato che il nome a una lenta elaborazione di culti e di fedi operatasi durànte alcuni secoli : il cristianesimo è la risultante di un còmplesso di fattori , storicamente determinati e determinabili e non già l'effetto del prodigio compiutosi nella stalla di Betlemme in una gelida notte di un dicembre molto lontano....

Franz Cumont è un archeologo e storico belga, professore all'Università di Gand~ conservatore dei Musei Reali, nato ad Alost nella Fiandra Orientale il 4 gennaio 1868. Incaricato di alcuni viaggi di esplorazione nell'Asia Mino.re, in Armenia ha pubblicato diverse opere importanti. Nel 19(1} è uscito un suo libro sui Misteri d; Mitra preludio a quello di cui ci siamo occupati.

Dall'AvanJi!, N. 247, 6 settembre 19H, XVII.