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DOPO LO SCIOPERO GENERALE UNA LETTERA DI ENRICO LEONE

Caro A wtnri!,

Amic,n P/aio red magù amica 11eriti:rs. Trovo molte aggiustate comiderszioni ne i vostri commentari dello Kiopero generale recente. E non cap isco perché abbiate atteso l'indomani pt"r motivare un dissenso che è suggerito propd o dalle ragioni del più ortodosso sindacalismo rivoluzionario, e che n on si sa peiché in Italia si voglia confondere Sffll:°altro con l'irragionevoleiz.a eretta a sis1eroa nei movimenti operai. Trovo più coraggiosamente educativo il s istema di Turati che condanoa gli scioperi pur con spirito ben diYerso.

Io non sono J ·acrordo col Mussolini che lo sciopcw generale d ebba esser~ quella manifestazione Eporhenmachende, dì çui si debba consigliare J'uso più parsimonioso. I.e lrasformazioni sociali hanno il loro costo di.... produzione ed è inutile calcolare le perdite che infliggono con la contabilità a pact.ita dOflpÌa . Forse !'esperienza ci dirà che le lotte simultanee di categoria negli scioperi per aumenti di salari sono più idonee perché permettono di agire nelle condizioni d ell 'equilibrio economico in maniera da non generare i trapassi bruschi di ricchezza da un gruppo capi1a.lis1a ali' altro e da impedire che la corporazione A si vegga aumentati i salari coi s acrifici della categoria B e che più tardi B si rifaccia con J'abba.s~a mento dei salari 1eali di A. la vita economiC:1 è infernalm ente complicata. Lascia.mo, dunque. stare i sermoni spirituali contro gli abuSi ddlo sciopero generale, Appunto perché esso non rappresenta nessuna palingenesi o d iluvio unive rsale potrà. diventar e più nonnale e frequente d.i quel che non f ~se fin qui . In Francia (come in Inghilterra, G ermania., ecc,) pe[ suo reddito t otale incomparabi1mmte più alto la popolazion~ non preme sui m" zzì di ~ istenza così fortement e come in Jtali a è le lotte pei salari si svolgono con forme naturalmente p iù miti. Non scegliamo arbitrari modelli (moda di Parigi t) per confe,ionare l'abito italiano.

Due punti invece segnano la riprovazione sindacalista e rivoluzionari.a del recente moto·

1. Se il metodo s i fosse addimostrato efficace avrebbe posto in un a ~ituazione di monopolio la at.ttgoria A (materiale mobile ferroviario) che si sarebbe giovata del concorso di forze che aUe categorie B, C, è stato o, dov re~ t-s.sere negato domani;

2. l'invocaziont dell"intervento statale, il quale non avrebbe ch e frut tato aglì industci•li qualche premio o sopraprotCUone doganale a tutto danno degli stessi operai. li con tegno dj Giolitti è stato più lodevolmente sindacalista. che mai. Del resto è impossibile immaginare che il moto proletario si immunini d agli errori finch~ restii nell'a ttuale immaturità .ENR!Ql

Siamo assai lieti di ospitare questa lettera di Enrico Leone - uno dei pochi, se non l'unico superstite del sindacalismo teorico che non si sia perduto dietro le sirene del colonialismo libico - e sentiamo il bisogno cli aggiungere una breve postilla dichiarativa.

« Non cipisco - dice I.Mnt> - p etthé .abbiate atteso l'indomani per motivare un dissenso che è suggerito proprio dalle ragioni del più ortodosso sindacalismo rivoluz.ionario, e che non si sa perch! in Italia si voglia confondere senz'altro coll~irragioncvolezza eretta a sistema n ei movimenti operai.

La ragione è semplice. Noi abbiamo spiegato e precisato la nostra posizione intellettuale e quindi politica di fronte all'ultimo sciopero generale di Milano. Siccome non siamo sindacalisti, né riformisti, né .rivoluzionari, cosl non potevamo trov are nel bagaglio dottrinale del sindacalismo le ragioni del dissenso, per denunciare la « irragionevolezza » del movimento. e perché noo siamo nemmeno riformisti non potevamo unirci con Turati 11 quale - chissà perché - ha una specie di « acerbo fatto personale » con tutti g li scioperi generali, presenti, passati e futuri. Noi abbiamo assistito a questa grande esperienza sociale senza preconcetti teorici e, quindi, abbiamo manifestato il nostro dissenso a esperimento compiuto.

O compiacciamo che Enrico Leone ~bbia trovato nel nostro anicolo « molte aggiustate considen.zioni ». Qualcun altro non vi ha trovato che uno ~< sfogo iroso»....

Una teoria dello sciopero generale non esiste ancora. Per noi ci sono tre specie di scioperi gener,.li-: z. Lo sciopero generale politico di protesta o· pcl raggjungimento di determinati obiettivi1 quando tutti gli altri mezzi legali di agitazione e di pressione si siano dimostrati vani.

J. quello economico, cli categoria e noi crediamo, oon E.nrko Leone, che l o sciopero generale di categoria avrà - andando innanzi - sempre una più lunga .applicazione, Per due ragioni : per queUa addotta dal Leone e per un'altra. Vingresso e l'azione dei frNJJs nella vita capitalistica moderna tende - p er necessità ovvie :.._ a creare una specie di perequazione nelle condizioni di lavoro (salari, ora.d). ·Col tru.rt si rendono necessari i movimenti collettiv i sia per ragfoni economiche, sia - nei ptimi tempi - per atto di solidarietà. Non si sciopera più in una 50Ia fabbrica. ma contemporaneamente e per le stesse rivendicazioni, i n tutte le fabbriche dd tr11St Ecco lo sciopero generale di categoria al quale - secondo 1e oca.sioni - fanno ricorsO e sindacalisti e riformisti.

3. . 1.o· sciopero generale ad o ltranza che dev'essere, secondo noJ, quando i tempi s~ano « pieni», l'inizi_o di una vera e propria azione rivoluzionaria e segnare un town1111I dans I' hislair,, o, se si vuole, la famosa « g io rnata storica»....

Nulla di strano, se ci accade di citare talvolta il pensiero dei sinda· calisti parigini per metterlo a confronto coli'« irragionevolezza» dei sindacalisti nostuni. È noto che il sindacalismo italiano non è che mala copia di quello francese.

D:a.ll'Avttnti !, N , 229, 1!} agosto 1913, XVII•.

• L'Arion, S0,iali1111, N. 34, 24 agosto 1913 , III : « E ANCOR.A SCIOPERO !(+) Il dimtott dell"Av.mli! ora,·~ calmato. Discute tranquillamente con EDl'kO · Lc-one (+) per accordarsi con lui sui tipi di sciopeti da propugnate nell"avven.i.re prossimo. E ne cataloga tre ( +) »,

L'ultimo sciopero generale di Milano .... Ancora lo sciopero generale ? sentiamo gridarci alle spalle da qualcuno infuriato che aggiunge : Ma insomma, si può sapere quando finirete di scocciarci l'anima collo sciopero generale? Calma, egregio amico, calma. Bisogna r.iportare il ferro sull'incudine e batterlo finché è caldo. Non è bastata una pagina ? Mai più. Con una pagin a noi abbiamo appena delineato il soggetto. Adesso c'è da ritoccare, da. aggiungere, da modi6carc: adesso e'~ l'inedito. Noi abbiamo nelle nostre faretre ancora· buon numero di dardi acuminati che scaglieremo, fra poco, a destra e a sinistra. I nostri avversari sono ltrrauls e Ja lo ro posizione grottesca c'indurrebbe a un senso di pietà, ma poiché essi non hanno il buon gusto di riconosce rsi vinti, cosi ci ttoviamo nella necessità d'inferir loro il colpo di grazia. Ma quando ci parlerai di elezioni. di deputati, di candidati? Domani o dopo, brava gente che fate consistere tutto o quasi il socialismo nel recarvi ogni quinquennio alle urne, domani o dopo patleremo di elezioni, di d eputati e, pur tropp~ I. anche di candidati. Adesso consentiteci ancora poche battute polemiche sullo sciopero generale che ha turbato profondamente la coscienza del proletariato italiano cd è l'avvenimento che tutt>ora più la preme e la domina. Noi ci troviamo in una posizione paradossale : a dio spiac.cnti ed ai nemici sui. Nessuna meraviglia L'abbiamo p reveduto parecchi mesi fa. Com'è possibile - umanamente - di accontentare tutti, specie quando si segue un proprio cammino? Cosl è accaduto, in questi giorni, che noi ci trovassimo assaliti da tre patti e da tre nemici : dai destri di Roma, i quali si d o lgono amaramente di dover constatare che 1a lòro speculazione sulla nostra pretesa alleanza coi sindacalisti è miserevolmente fallita; dai sinistri, i quali mordono impazienti il freno, e dai sindacalisti. Oggi ci occuperemo di questi ultimi. Alla nostra documentazione precisa, esauriente, impressionante, essi non hanno saputo rispondere. L'organo del sindacalismo italia.no doveva riconoscere apertamente, francamente gU errori àel movimento milanese Accettare la disfatta e gloriarsene e dirò col poeta :

Ql((Jnfl vilfori, immort ali, Q1tesla di.ifa/la ost11r11 I

Ma è vano cerca.re · questa proibità intellettuale e morale fra i /eaders dell'ultimo sciopero Fare dell'ironia sui dottori del sindacalismo è un ripiego. Eru:ico Leo ne e Odon Poor che sono venuti - inaspettati - a solidarizzate colle n ostre critiche, sono, in materia di sindacalismo, altrettanto competenti, quanto, putacaso, il tramviere clerico-sindacalista Pomari. Può bene il sindacalismo italiano rifiutare oggi la sua pllrentela. con quello francese, tna sta di fatto che i brani da noi citati furono pubblicati dall' fnternazi011alt che li accettava e li faceva suoi. Anche il paragone coll'ultimo sciopero generale del 1911 è una magrissima fiche de consolation. Giacché noi non abbiamo mai inneggiato alla riuscita di quel movimento, ma ne abbiamo sempre denunciato l'insuccesso. Non ci soffermiamo su altri dettagli. Non andiamo a caccia di mosche. Quello che g iova fissare è che :

1. La condotta dello sciopero è stata ultra-riformista. È comico sentire dei sindacalisti doler si, rammaricarsi di d over continua re o intraprendere una battaglia solo perché la cocciutaggine padronale è quella che è.. .• È grottesco vedere dei sindacalisti che s i fanno p icci ni, umili, arrendevoli: <;hc si vantano di essere concilianti, mentre dovrebb ero tenerci a mostrarsi precisamente il contrario! h buffo passare dalla rivolta in piazza alla diplomazia degli ordini del giorno vili e delle lct• tere aperte p iù vili ancora. B pochadesca questa. invocazione forsennata delYintervento prefettizio. Questa è lotta di classe castrata, malgrado i disco rsi e le immagini fiorite . Qui di sindacalismo non c'è nie nte o meglio c'è qualcosa : l'atteggiamento di Giolitti. Qui c'è il bluff contro al quale insorgiamo. È criminoso inscenare uno sciopero generale a Milano e tentarne uno generale in Italia, per stroncarlo d opo ventiquattro ore dietro a una semplice promessa di ripresa Ji trattative. È assurdo chiedere uno sforzo cosi imponente al ptoletariato pct cadere poi nelle braccia di un Salmoitaghi, che è un perfetto borghese, un commendatore, un senatore e. . .. un industriale.

2. Lo sciopero generale a oltranza è stato una par o dia. L'ordine di cessazione è stato diramato alle sei della sera del martedì, quando non si avevano ancora notizie del resto d'Italia. O forse si avevano già le notizie del :fìasco ? Mistero. Pare intanto che la verità cominci a farsi strada fra gli stessi sindacalisti. C'è un giornale che ci Vitupera come tutti gli altri - si capisce I - ma noi traggiamo la nostra alle· gra vendetta.... citandolo e riportandolo su queste colonne. Ci sono delle confessioni preziose. La Vo" Proltlaria scrive sotto i l titolo sintomatico : Parole franehe :

., .... E allora cominciamo a dire che grave gravissimo errore stato commesso domm.ica nel comiz.io milanese invocante lo sciopero generale. Prescindendo dal fatto che non opportuno affidare ad un corpo d'esercito già impegnato da più giorni in una dura batta.glia il giudizio di estel'l.dere la linea del fuoco, compito da ri.servars.i a più freddi calcolatori lontani dal folto della mischia., osserviamo che J'o. d. giorno del còmitio e il conseguente ordine di sciopero • firma della U.S.I, è fo stridmte cootruto con il manifesto lanciato dalla stessa istituzioni!,

« ln esso si prometteva lo sciopero gcerale nazionale sol q1.1ando la reptts· !ione govcmamentall!' si foS!e scagliata più violenta sui c:ompagoi milMesi. Quindi niente solidarietà .finché il conditto avesse rivestito carattere economico. Che se poi si vuole sfruttare il fatto della reazione impcrversànte anche sema uf5cialc decreto di .stato d'assedio, osserviamo· che- il momento buono per compiere il gesto· di solidarietà era giovedì o venerdì qua.odo la truppa carica.va e i carabinieri sparavano nei quartieri popolari.

• lnvt"Ce si è- chiesto lo sciopero naz.ionale quando era da prevedersi la fin e per esaurimento dello sciopero locale e quando nessun fatto nuovo emotivo e sentimentale e1:a insorto a maggiormente fermenta.re la protesta e la solidarietà nel proletaiiato italiano. Il. su-ccesso cosi che i centri sindacalisti e gli altri pochi non ancora smidollati dal sindacalismo conservatore han dovuto procedere all'attua. .zione dello sciope1:o senza eccessivo entusiasmo, mentre i giornali milanesi difrc ndl!V2no le prime noti:zie del ritorno aJ lavoro

« G s iamo dovuti cosl acconciare ad un atto che non sentivamo noi s1~si e sul cui resul tato anche soltanto clim~trativo etaVllffio straordinaria mente d iffidenti .

« Domenica a l comàio mila nese dovevamo avere il coraggio di di re : abbiamo lottato da leoni p er otto giorni, con questo sciopero abbiamo riscattato IItl decennio di viltà, abbiam d ato una su.fficente prova di forza, e ci dobbiam piegare soha:nto perché il capitalismo industriale, aiutato da ll e forze repressive ddlo Statoforze repressive impiegate in quella tal man iera saggia pèr rui ·non è possibile suscita re ulteriori fremiti e consensi - si è rivelato più forte di noi.

« In. t al modo non si sarebbe assistito all"agonia dello sciopero locale e si sarebbe 1isparmìato una faticosa. mobiJitazione nelle nostre provi.ade con tutto <hnno delle situazioni locali precedentemente per noi vantaggiose

.: Ora, francamente, attribuire la colpa aJla Confederazione del Lavoro è un ~perimento poco brillante: prima pN"ché nessuno di noi aveva contato sul suo ooncorso e poi perché è ormai superfluo ogni ulte1iore di!pr~zo per ,queUa istiturione 1>.

Oseicmmo dire che la Vou è rea di un plagio ai n ostri danni. Noi, ben prima del foglio piacentino; abbiamo documentato l'insiti.cerità del moto . Se il proletariato italiano voleva scattare in piedi, doveva farlo al giovedl, noi dicemmo, mentre inv ece solo al sabato il proletariato iraliaJJ,o e solo in qualche luogo, cominciò ad accorgersi che a. Mila.no c'era uno sciopero generale. Che cosa pretendevano i h.vorato ri dei centri sindacalisti : che gli operai milanesi già stremati da quattro mesi di scioperi, continuassero lo sciopero generak per un secolo? Nell'art.icolo che riportiamo si parla del cat2ttc:re ·dello sciopero che si volle mantenere ad ogni costo « economico ». Quando noi 2bbi.21no detto le stesse cose, siamo stari accusati di bi:mntinismo e di doppiezza....

Sembrerà strano, ma c.oi cominciammo a. essere spaventati. Noi non cercavamo solidarietà. di s orta ed ecco elevarsi fra gli stessi s indaca- listi voci di sostanziale consenso alla nostra critica; domani i rifor misti d i p artito converran no che l' Avanti I non poteva .in alcun modo assumere atteggiamento diverso da quello tenuto in momen ti che la C imtizia hà clic~iarati « difficili ».

Domani busse remo ~l n. 2; d ei Portici Settenttio naJì, per p olemizzate con Filippo Turati , poi c hiuderemo la parentesi d ello sciopero , il quale, se ha gio vato a risvegliare i dormienti di casa nost ra, non è venuto invano . Intanto, il tempo che è galantuomo comincia a darci ragione. Noi sentiamo assai vicino il giorno in c ui i n ostri critici in b uona f ede riconosceranno i loro torti : quel g iorno a scontare e a dimenticare non poche e pungenti amarezze vorremmo poter ridere forte, fo rte come l'eroe di Rabelais , il co lossale Gargantua che si faceva udire ridendo da una port'- all' altra d i P arigi,

D a l1°Awn1i.', N . 238, 28 agosto 1913, XVtt "' ·

"' Dof>t) lo Jçiope-ro gn er.ale di Milano e d1 fotlia U,ra pagina di ; l ori it prol1Jaria, L' 1spnimenl o t ,ompi1110. L, pro porzioni J 1llo uiopm, , d,-/ difdJJro ( 247). 19 - V ,