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DOPO LO SCIOPERO GENERALE DI MILANO E.... D'ITALIA

Una Pagina Di Storia Proletaria

L'ESPERIMENTO È COMPIUTO - LE PROPORZIONI DELLO SCIOPERO E DEL DISASTRO

Prima di esercitare il nostro indiscutibile diritto di critica. sugli ultimi avvenimenti della vita proletaria milanese e italiana, sentiamo il bisogno e non già per vieto conven2iona.lismo o per una piccola speculazione politica, di m andare un saluto reverente alla salma dell'operaio caduto ucciso nelle dimostrazioni cli Spezia. Noi non p ossiamo credere alla versione ufficiale diramata ieri dalla Stifani e speriamo di trovare sui giornali sovversivi di Spezia ristabilita la genuina verità dei fatti. Fosse o non fosse un dimostrante è cosa di secondaria importanza. Sta di fatto che nel tumulto gli agenti dcli'ordine hanno sparato più colpi e una di queste pallottole ha colpito mortalmente il povero Olivieti. Il proletariato italiano non dimenticherà. Il proletariato italiano se non vorrà solo ricordare, ma anche vendicare le vittime cadute da Conselice a Spezia, dovrà ritrovare la sua unità di cl~sse, liberarsi dai cattivi pastori, d isarmare gli od.l delle frazioni che lo dilaniano, presentarsi come un blocco granitico di forze di fronte a tutti i suoi nemici Questo il nostro voto

UN PO' DI CRONISTORIA

Non vane diatribe, né escandescenze plateali e volgari come quelle che sono uscite continuamente dalla bocca dei kadtrs dell' Unione Sindacale durante prima e dopo lo sciopero di Milano contro i socialisti e il Partito Socialista, né contumelie inutili, perché non intendiamo di abbassarci su questo terreno sino al livello dei nostri avversar! e non vogliamo portare nuova esca al fuoco delle scissioni, delle discordie, del pettegolezzo per cui il sovversivismo inliano m inaccia. dì andare miserabilmente alla deriva.

Ormai il pubblico è schìfato e ha ragione di essere profondamente schifato di queste batracomiomachie polemiche nelle quali troppo Spesso l'ingiuria sostituisce gli argomenti. Intendiamo di educare, non di pervertire il proletariato che ci legge e che da noi attende una parola severa, ma serena ; un esame spassionato dci fatti perché da tale esame risultino accertate le responsabilità gravissime degli uomini e la fallacia dei metodi inaugurati qua e là, in Italia, dalla Unione Sindacale. E facciamo un po' d i cronistoria.

Dopo aver proclamato lo sciopero generale metallurgico per venire in appoggio agli operai del materiale mobile ferroviario, un comizio pubblico tenutosi il 3 agosto p roclamava lo sciopero gen erale cli tutte le categorie. All'indomani, l'Avanti! pubblicava nel capocronaca queste consideruioni :

« Il nostro pensiero sullo sciopero generale· di categoria e sullo sciopero generale economico, lo àbbiamo espresso chiaramente sull' Auanli I dell'8 giugno nelle Note reJro1pettive allo 1cioptro guural, m,tallHTgi,o. Inutile ritagliare ' e ripubblicare il brano. Il proletariato non ci ha letto o s e ci ha letto ha g ià dimenticato. Notiamo solo che i fatti posteriori hanno pienamcnt~ giustificato la nostra tesi Basta citare il r ecentiss imo congresso .delle B oursu tUI Travail - organizzazione squ..isitamente sindacalista - nel quale i leaders del sindacalismo fran ccse hanno coperto di ridiColo una proposta di sciopero generale. Sc il proletariato milanese vuole sperimentare i nuovi metodi di battaglia, noi non abbiamo proprio motivo di opporci. Il proletariato paga e pagherà di persona. È attraverso a queste esperienze che si elabora faticosamente la nuova storia ed è possibile saggiare il valore dei m~todi in conflitto. Bene ha fatto la Camera de:l Lavoro a dichiarare nel suo ordine del giorno « di non opporsi allo sciopero generale per dar modo al ptoletariato di sperimentare i sistemi cli lotta dell'Unione Sindacale». Ora che lo sciopero è proclamato e 1a· battaglia è iniziata noi ci a steniamo da ogni parola o sCritto che p ossa in qualche modo direttamente o indirettamente danneggiare o turbare la massa operaia ».

Dato il contegno della Camera del Lavoro, che, ammaestrata dai risultati del primo sciopero generale metallurgico, non intendeva opporsi al nuovo sciopero generale, l'Avanti I non poteva in alcun modo seguire un11. divets11. linea di condotta.

L'opposizione sarebbe stata sterile e - in quel momento - odiosa, l'adesione ci avrebbe resi solidali con metodi e con uomini che ripu. dw;no e non solo da oggi. Scisse - a priori - le responsabilità, non bisognava perdere di vista la massa operaia, che, in un impeto di nobilissima" generosità, aveva disettato i cantieri e le- officine e bisogna.va dire :a quella m:assa openi2. un:a parol:a. fr:aternamcnte uman:a e soci:alista di simpatia.

Per noi il prolec:ariato non è e non dev'essere un eterno pupillo custodito da pedanti pedagoghi in veste di socialisti che lo tengono monacalmente lon.tano dalle tentazioni del mondo e dalle esperienze salutari d ella vita.

Il proletariato deve crearsi da sé, colle proprie mani, col proprio sangue la propria storia attraverso esperienze, ·successi, rovine e dolori. H:a diritto di mordere all'albero del male. anche se ciò gli farà perdere - momentaneamente - le gioie dell'eden riformista. Lasciate che il proleu.riato si cimenti e provi le sue forze. T oglietelo dall'artificio d ella vostra un pc' troppo interessata custodia! Per dimo strare la bontà del nostro metodo, il miglior mezzo è di poter constatare clamorosamente la fallacia del metodo avverso I

Due Mesi Fa

L'esperienza val più delle disquisizioni teoriche a convertire la gente.

Avevamo dfritto di dire che il proletariato milanese non ci aveva letto o se ci aveva letto, ci aveva dimentic.ato, perché .. ., all'S g iu'gno parlando del primo sciopero generale metallurgico noi av evamo scritto sull'Avanti ! queste parole :

<t Lo sciopero generale metallurgico doveva finire al sabato. Aveva dato tutto quello che poteva dare : cioè la prova manifesta della solidarietà operaia. Prolungarlo fu un errore. Nella massa si accent uavano le defezigni. Lo sciopero generale sarebbe divenuto paniale, s i sarebbe csawito a poco a poco.

« Si parlava, per galvanizzare il movimento, di uno sciopero tariffario, ma si trattava di parole. Uno sciopero del genere non s'improvvisa. Cosi, mentre cominciava - per necessità di cose --;-- a languire lo sciopero generale dei metallurgici, si cominciava a prospettare l'eventualità dello sciopero genenle, di tutte le categori~. a CO• minciare dai tramvieri e dai gasisti.

« Noi siamo favorevoli allo sciopero generale. Ma .appunto per ciò, protestiamo e insorgiamo tutte le volte che lo si vuole proclamare a sproposito, condannandolo all'insuccesso ed al ridicolo. In Italia, i sindacalisti padano di sciopero generale, ad ogni momento e per ogni motivo. Pare uno sport. In Francia, patria. del sindacalismo e doVe il sindacalismo ha. raggiunto unità di tattica ,e p rofonditi di dottrine, lo sciopero generale viene considerato ormai come un'arma da impiegarsi solo nei cas.i di ~strema necessità. Proprio nell'Interna~ z/t;114}1 del 2.4 maggio troviamo riportato un articolo di Raoul Renoir, nel quale e'! un brano che s'attaglia perfettamente al nostro caso : o:" Da questi fatti - dichiara Renofr - è facile trarre la conclusione che il sindacalismo francese non ha dato prova di alcuna cecità e di alcuna speranza chimerica, adottando il fanciullo sano e vigorc:,:so che~ Jo Sciopero Gener ale. Quel che ora egli deve fa.re è di conservargli la gravità che caratterizza la sua forza e di evitare, con· una esibizione ostenb.bi e sproporzionata, di farne un pagliaccio chiassoso che non avrebbe che l'arte di far ridere " .

« Ebbene, se a Milano si comprendeva lo sciopero generale dei metallurgici, lo sciopero generale di tutte le catego.de per una questione cli tariffe era inv ece un assurdo. Era « l'esibizione ostentata e sfrenata» dello sciopero gcnCrale, dcform2to in un « fantoccio chiassoso » e nulla più. I sindacalisti francesi sono più.... prudenti. L'ultimo sciopero generale decretato dalla Confederazione Generale del Lavoro è durato .14 ore

« A proposito di scioperi cronometrati ! Recentemente si sonO svolti a Parigi scioperi di una certa importanza, ma nessuno ha mai lanciato l'idea dello sciopero generale. Che più I La polizia ha invaso la sede stessa della Confederazione Generale del Lavoro. ha scassinato le pone, frugato nei mobili, sequestrato, perquisito e nessuno ha proposto.... uno sciopero generale cli protesta. E sl, che la provocazio ne governativa c'è stata ed enorme I Gli è, aggiunge il Renoir nel succitato articolo:

« ., che l'idea dello sciopero generale non può offrire il su.o valore r eale, che in relazione al valore stesso dell'organizzazione sindacale che .essa stessa attinge dalla sua unità e disciplina. - senza dubbio - una parola che suona male, disciplina; ma per ché spa.ventaJ:senc dal momento che tutte le ma.nifosl azioni di vita, di cO":Scicnza e di fona ron o f rutto d ello sfono armonico delle collettività um~, solidali , disciplinate? L'azione d 'insieme ~ teoricamente impossibile !e rin· tcresse genera.le non si sostituisce agli intere5si degli individui e delle categorie, che, sovente, potrebbero invocué dell e ragioni solide ed assennate per rifiut:a.rsi di aderire nel momento e nell'ora indicate, all' azione d'insieme' ' .

« Domandiamoci con sincerità : dov'erano, dove sono a Milano, le collettività unite, solidali, "disciplinate"~ capaci di uno sforzo àmlonico ? ».

Due mesi dopo jl pi:oletariato si accingeva a i:ipeterc il gioco. E allora abbiamo detto : niente piangevoli recriminazioni o deprecazioni. L 'esperimento si compia una buona volta. La lezione servirà non al solo proletariato milanese, ma a tutto il proletariato italiano.

A LOTTA INlZIATA

Effettuato lo sciopero, noi abbiamo serbato fede al nostro proposito « di non turbare o danneggiare la massa operaia>> impegnata in una lotta difficile ed aspra.. Al martcdl, seconda giornata di sciopcco, l'Avanti I precisando commentava: ln&.tti lo sciopero n on era generale, non è mai stato generale, non solo nel senso della mozione di Amsterdam che comincia con una con statazione.... lapalissiana, ma anche n ei confronti del memorabile sciopero del 1904. Abbiamo qui, sul nostro tavolo, i bollettini, stinti e sgualciti, del primo sciopero generale di Mib.no. Allora, si ebbe v eramente un brusco arresto, una totale soluzione di continuità nel ritmo della v ita civile. Ma, ultimamente, no. Difatti in centinaia di piccoli stabilimenti e laboratori che occupano i cinque, i dieci, i venti operai si lavorava come al solito ; vetture, carri, automobili, circolavano tranquillamente in. quasi tutti i quartieri della città il prolcta:riato commerciale dei negozi, d egli uffici è rimast o al suo posto ; i lavoratori della· mensa - camerieri, cuochi e simili altri mao..ipolatori di cibi - hanno continuato a servire la clientela come se lo sciopero generale fosse st ato proclamato nella repubblica d ell'Uruguay; quasi tutte le lince seco.ndarie che legan o Milano ai paesi della provincia funzionavano; i teatri, i caffè, i ritrovi erano aperti e frequcn~ tati come io tempi normali; c'era il pane, c'era la luce, c'era il gas, c'era della gente per le strade, c'erano i giornali....

« L'Unione Sindacale Miwlese ha voluto lo sciopero generale di solidarietà e lo sciopero è riuscito. Non assolutamente generale,, lo diciamo subito, poiché non ci piace d'illudere noi stessi o gli altri, ma è certo che ieri non meno di sessantamila operai hanno incrociate le braccia. Oggi, è assai probabile che verrà superata quella cifra. Né si venga a dire che si tratta di disoccupati, di clementi torbidi, ecc. Questa spiegazione superficiale del fenomeno non soddisfa neppure coloro che la enunciano. Quando disertano le officine, gli operai sono u scioperanti", non disoccupati.

« Per ciò che riguai:da l'efficacia pratica dello sciopero generale economico, noi non abbiamo nulla da modificare al nostro atteggiamento. Vedremo se gli avvenimenti ci daranno torto o ragione. L'esperimento sta compiendosi sotto aì nostri occhi e nol ne seguiamo diligentemente le fasi. Il proletariato milanese ha voluto provare i metodi preconi2zati. dal sindacalismo italiano. Era nel suo diritto. Noi dissentiamo pro fondamente - cd è ormai noto - da tali metodi, ma questo non e' impedisce di guardare con viva simpatia un mov imento di masse che hanno voluto e saputo compiere un gesto nobile di solidarict.ì ».

C'erano nel momento culminante c entomila operai che scioperavano e altrettanti che lavoravano. La città - salvo nei quartieri operai di P orta Lodovica, Romana, Ticinese - non ha mai perduto il suo aspetto << normale >>. Lo sciopero era largamente parziale o, se si vuole, parzialmente generale, malgrado le cifre iperboliche degli spacciatori professionali di bluffs.

La Situazione Al Giovedi

Le prime tre giornate di violent issimi tumulti avevano r eso s in~ golarmente g rave la situazione. L'Autorità prefettizia aveva rivelato il suo gioco e i suoi intenti. La città rigurg itava di armati e una repressione sanguinosa poteva avvenire da un momento all'altro. Era lecito di restare ancora in atteggiamento di. neutralità sia pure benevola ? Francamente no. Lo ha ammesso anche Rinaldo Rigola, nell'intervista da lui accordata al Giornal, d'Italia. L'Avanti I lancia allora un primo grido d'allarme i n questi termini :

« Noi non possiamo essere sospettati di tenerezze per i rn·ctodi sindacalisti, ci siamo riSt-evato e ci riserviamo ampio il diritto di critica anche sulla condotta dello sciopero odierno, combatteremo domani colla penna. e colla parola per il trionfo dei nmtri metodi d' azione economica che riteniamo i migliori di quelli riformisti e di quelli sindacalisti, ma in nome dclh. libertà di p ensiero - che è 11.1 più preziosa delle conquiste dviii - non pcrmctterem~ eh~ la reazione polizi esca con arresti di capi, con massacro di gregari metta il bavaglio alle idee e sopprima uaa istituzione proletaria. Se ciò avvenisse, noi siamo sicuri che il proletariato italiano dimentichc.rebbe i dissensi che lo lacerano e che lo ha nno - p ur troppodiviso e indebolito , per combattere unit o la battaglia contro la violenza governativa e padronale ».

La CamCra del Lavoro con un ge·sto generoso e indovinato aderisce al mov imento. Il Comitato esecutivo riformista della sezione socialista vota il seguente ordine · del giorno:

« Il Comitato Direttivo della Sezion~ Socialista Milanese. d isctitendo sul· fodie-rno movimt!'nto economico culminante odio sciopero generale proclamato d.dl'Uniooe Sindacale, prescindendo da.i. <ritcri dittttivi della. suddetta. organizzazione, mentre augura vittoria agli scioperanti d el materiale mobile ferroviari~ invita i propri aderenti, sintanto ché il mcwimento rimane sul terreno ecoriomico, ~d attenersi alle deliberazioni della Camera del Lavoro, che sono state fin qui condivise dal giornale At111n1il ».

All'indomani l'Avanti! commentava :

«Lo sciopero generale di Milano che il Giornali d' Italia chfauna "tenace e impressionante " • s' avvia oggi a lla sesta giornata. Dopo una settimana di sciopero per tutte le categorie, dopo q ui ndici g iorni di sciopèro pci metallurgici, dopo sei settimane di sciopero de-gli operai del materiale mobile ferroviario, nessun segno di stancheu.a, nèssuna defezione! Questa resistenza stupisce cd esalta. Non solo non si parla di i ip~e-re il lavoro, ma il movimento si allarga e travolge altre categorie di operai . La Camera del Lavoro, con un g esto che la fa superiore a tutte le contumelie del presenté, ha invit at o i suoi organizzati .ad aderire al movimento e gli organizzati - come noi p revedemmo - hanno risposto compatti all'appello,._

Lo spettacolo e ra v eramente incoraggiante, ma forse lo sciopei:o di solidarietà d oveva finire al sabato. Prolungandolo, i dirigenti dell' Unione Sindacale lo votavano al disastro e dimostravano la loro incommensurabile leggerezza cd irresponsabilità.

Lo Sciopero Generale I N I Talia

Noi socialisti accusiamo i sindacalisti di aver svalorizzato l'arma dello sciopero generale. Ormai i borghesi ne ridono. Erano rimasti impressionati dalla ripresa del giugno, quando lo sciopero generale durò due giorni soli ; il fiasco recentissimo e clamoroso e indiscu tibile voluto dai sindacalisti, fa rifiorire la caricatura e la freddura su tutte le pagine della stampa borghese. La Trib1111a par~ di un « g rosso cannone che faceva paura sino a l g iorno in cui si è p o tuto con statare la s ua perfetta inn·ocuità »; il Giornale d'Italia stampa un fantoccio proletario ·che ruota in alto uno spadone di legno t.a. rlato; poi v erranno i minori. La colpa di questa svalutazione dello scio pero generale è tu tta dei sindacalisti. Proclamare - senza alcuru. preparazione - uno sciopero generale in tutta Italia H colmo dell'incoscienza. E l'incoscienza è punita dall'insuccesso. Poche città hanno risposto all'appello della Unione Sindacale. Nel Piemonte, nessuna, In Lombardia, Milano e un a.botto a Cremona, Verleto, silenzio di tomba. Un po~ qua e là nell'Emilia. Romagna assente. In Tose2m1. hanno scioperato Pisa e Carrara. Nelle Marche Ancona. Nell'Italia meridiona.J.e zero. Quanto alla Sicilia chiedonsi notizie dei famosi diecimila aderenti al ComitatÒ Siciliano d cli'Azione Diretta. Il fiasco non poteva essere più piet oso e penoso a. Roma, la. capitale politica, Quello proclamato avvent ata· mente da.ll'U. S. no n è stato che una larva di sciopero gen erale sep olto nel generale ridico lo, è stata una solennissima prova d 'impotenza. E ·non è stato, come può credersi, lo sciopero generale di pro- testa contro i-ostinazione di Breda e il non-intervento di Giolitti. Oh no. La fobia antisocialista che rode e avvelena il sindacalismo italiano e lo spinge per questione di bottega a queste piangevoli parc die della rivoluzione, ha esploso in questi giorni. È stato lo sciopero contro il socialismo e i socialisti, contro le Camere del Lavoro dirette dai socialisti che non hanno creduto di seguire la corsa folle di uno Zocchi Yerso la rovina.

L'« ALlBI » SOLITO

Il hasco è stato «piramidale» come dicono i tedesclù. Ciò non toglie che Zocchi abbia avuto la meravigliosa Jola di dichiarare in un ordine del giorno che il proletariato « italiano >> ha « degnamente >> risposto all'appello dell'Unione Sindacale.... I ciottoli del Nuovo Pa.rco ridono an cora. Ma Zocchi aveva già preparat o l'alibi. È ora di smascherare questo gioco malvagio e scempio. Il sindacalismo vuole un Cireneo che porti fa croce dell'insuccesso. Eccolo trovato. Non occorre la fantasia fertile dello Zocchi. È il solito sistema : addosso alla Confederazione del Lavoro.

]e JHÙ tombi dans I'ea11 e·est la fa1#e à R o,meau ecc.

Lo sciopero riusciva ? E Zocchi avrebbe avuto m odo di proda. mare che la Confederazione Generale del Lavoro è impotente e che 11Unionc Sindacale basta a tutto.

Lo sciopero non è riuscito ? E Zocchi proclama che la Confederuione crumira. Credete voi che prima di proclamare lo sciopero generale Zocchi abbia senti to il bisogno di informarsi sui propositi della Confederazione Generale del Lavoro che pure rappresena qualche cosa come so mila operaì? Mai più. Il sindacalismo «ignora» la Confederazione. Credete voi che Zocchi abbia sentito il bisogno di sincerarsi sulle intenzioni del Partito Socialista e dell' À.JJanii!? Nemmcc.o. Senza un rigo preliminare di avvertimento sì sceglie l' A.va11Ji I come organo trasmettitore degli ordini della Unione Sindacale e si «ignora» Partito e giornale. Vero che lo Zocchi andava spesso a consultiare negli uffici del SttoitJ }'jngcgnerc Pontremoli che ci appuso in questa occasione sotto una v este poco simpatica di demagogo troppo 011/rl per essere sincero.

Cosi il sindacalismo ambrosiano ha fornicato colla democruia sabauda e tripolina dd Secolo in odio al Partito Socialista e alla Camera del Lavoro che la combutta demo-repubblicana-sindacalista rappresentata dalla triade Chiesa-Zocchi-Pontremoli volevano esautorare ed abbattere. Il quartier generale degli scioperanti non era in viale Lodovica 2.3; ma in Corso Porta Nuova 19. Questo non è stato an• cota detto agli scioperanti del Materiale Mobile Ferroviario.

Tutti Crumiri I

L'attacco fatto dallo Zocchi n ell'o rdine del giorno e n el comizio di chiusura alla Confederazione del Lavoro è semplicemente bestiale; E Lo diciamo noi che non accettiamo i metod i della C. Gen erale del L:,1.voto~ Delle due l'una : Se lo sciopero era sentito dalle masse il veto della Confederazione del Lavoro non avrebbe impedito l 'esplosione del movimento ; l'insuccesso dello sciopero prova invece che le masse non intendevano di obbedire agli ordini impartiti dall' Unione Sindacale. I dirigenti della C. G. del Lavoro hanno esattamente interpretato lo stato d'animo delle ma.sse> quindi se c'è crumiraggio è cru· miraggio di tutù: da Rigola all'uJùmo dei no mila inscritti alla Confederazione. Tutti crumiri, per decreto di una qualsiasi testa balzana 1 Crumiri voi, automobilisti torinesi che siete rimasti sulla b reccia per ben 90 gio rni contro un Ct:apoone alt,:ettanto, se no n più ostinato del Breda; crumiri voi, mera viglios i sca.Jpcllini della Balma che ·avere resistito per nove m esi - diconsi nove mesi - ; crumiri voi, contadini eroici e dimenticati di Campitello (Mantova), di Occhiobello (Polesine)t che avete sostenuto pe.t mesi e mesi una battaglia asprissima contro padroni e Gov erno ; ctumìti voi, muratori . del Reggiano, fornaciai dd Bolognese, btaccianti della Romagna, che avete scritto o state scrivendo pagi ne gloriose nella storia del proletàriato italiano.... Crumiri voi, vigliacchi, traditori secondo il beceresco 6 0rilegio zocchiano, perché.... avete la tessera. confederale in tasca..... La Camera del Lavoro di Roma che ha creduto di non tener conto del veto confederale, ha fatto un aborto di sciopero, Dal crumiraggio all'impotenza. Magnifico passo. E i ferrovieri ? Noi ricordiamo il loro ultimo congresso tenutosi a Milano. Zoe.chi vi trio nfò. Q uel povero d'Aragona o ttenne un voto. Tutti i cuori dei ferrovieri parev ano rivolti all'Unione Sindacale. Perché i ferrovieri non hanno scioperato ?

V 'ha dì più. I fercovied della. Sezione di Milano sono inscritti ufficial~ mente alPUnione Sindacale. Perch~ non hanno obbedito all' ordine della loro o rganizzazione ? Crumi ri, che l'Unione Sindacale d ovrebbe cacciare dal suo sen o

Ammesso il «veto» co nfederale -v eto in questo C?SO giustissimo perché un'organizzazio ne non pu ò suicidarsi seguendo cicçamente t utto ciò che i suoi av vetsa ri, a diritto e a rovesdo, si compiaccion o di o rdinare - c'è da do m a nda rsi : e il resto del p toletarfato italiano? 11 proletariato itaJiano ha i1 se nso della giustizia distributiva : se non si è fatto u no sciopero generale italiano p er v enire in soccorso degli scioperanti di _ T o rre Annunziata che dopo sette mesi d i lo tta hanno dovuto tornare v inti alle ferriere, e degli scio perant i d i Massafiscaglia che resistevano - fra miseria e fame - da mesi. e mesi~ perché deve farsi per g li scioperanti di Milano in lo tta da appena trenta giorni ? Risp osta : per V2.lorizzare il bb,f! sindacalista. Ma jJ proletariato italiano vi si è rifiutato e ha fat to b e.ne. SINDACALISMO?

Q uesta proclività agli scioperi gen erali sarà zocchismo, ma n on è sindacalismo. In Francia il sindacalismo si è spogliato di tutte le scorie d emagogiche e ciarlatanesche che lo inquinavano. D opo i d isgraziatissimi scioperi dei chemi nols e dei postiers il sindacalis mo fra ncese è di ventato oltremodo prudente. Fin troppo, forse. Nelle dimost razioni il sin dacalismo francese o rgan i2za gli hommes de tonfianu specie di .gendarmeria rossa ·che man tiene l'o rdfoe durante e dopo i co rtei.

C è a M arsiglia uno scio pero d i falegnami che duta da ormai q uattro mesi e nessun o p ad a dì sciopero generale. Q ua ndo nel recente con· gresso delle Bo11T.m du Travaìl fu propost o da una minor anza di libcr• tari lo sciopero generale contro 1a reazion e r epubblicana, il Merrehi~, redatto re della Baia.il/e Syndi calisle, trattò d i ridicola la proposta ·e aggiu nse : « se per risponde re àlle m inaccic d el Pot ere non abbiamo alt ro mezzo ch e lo sciopero gen erale vuol dire che siamo b en malati »

In un 2.rtfcolo della Bataille Syndica/ùte , che l' I nternaz_ionale chiamava «chiarissimo» (pubblicato al 18 marzo 1913), Bourchet, sindacalis ta, o ccupandosi della crisi sindacali sta faceva queste osservazioni che noi e con noi quanti son o socialisti sottoscriv erebbéro appieno .

« La causa principale del male· proviene dnl fa tto che non abbiamo su Aicen.~ temente ioculcato ai lavoratoci l'immensità dello sforzo da. compiere. Siamo sempre fedeli al principio dello sciopero genenle, ma esso non dev'essere la. parola magica per sospingere una folla senza valore sociale ad un"azione moment anea: ed incoerente. Sciopero pacifico o violento sarà sempre "ano se è lo sciopero d ei cervelli vuoti. Si è affermato e creduto che lo sciopero - specie se violentoformasse la base dell'u.ione rivoluzionaria, ma raffermaziooe è inesatta.

<t in parte per essersi prestat i a siffatta concC'Uone semplicista che molti compagni nostri si sono scoraggiati dopo i primi insuccessi. Lo sciopero parziale che anche in caso di mancata riuscita dovrebbe formaie d e.i ribelli - se gli scioperanti sono evoluti - non lascia sovente dietro a sé che degli infiacchiti.

« Qualche scatto di indignazione, qualche azione violenta, sone> certe> cose buone e giustificatissime, ma non costituiscono la rivoluzione, nello stesso modo che l'esecuz.ione di Luigi XVI o la presa della Bastiglia non formarono la sostanza della Grande Ri voluz.ione.

« l ' izione rivoluzionaria è più arida e più complessa. a il lungo lavoro di evoluzione del pensiero, il lievito che fermenta nei cervdli e che, attivato dalla propaganda, nei periodi di lotta trasforma la mentalità. Si per aver trascurato quanto sopra., che subiamo dei momenti di depressione.

<i Nell'azione nostra dobbiam~ mettere in prima linea tut10 ciò che pub dare all'operaio maggior libertà e- indipendenza, come le otto o re e la gic>rnata inglese, per permetterci il lavoro di educazione ind ispensabile»

AZIONE DIRETTA?

Quando Libero Merlino osò affermare sul Volontà di Ancona che 1a tanto strombazzata azione diretta dei sindacalisti non era che una praticaccia riformista, fu radiato dall'elenco dei consulenti legali dell'Unione Sindacale. Ma aveva ragioni da vendere e l'u1timo sciopero lo dimostra luminosamente. La. condotta dello sciopero - salvo le chiacchiere comiziali - è stata ultrariformista. Ci sono due documenti che i:imarranno sto rici : l'ordine del giorno votato aJla vigilia dello sciopero generale, ordine del giorno che fu interpretato cd era una solenne calata di brache e la famosa lettera aperta diretta agli industriali a sciopero generale iniziato. C'è poco da cavillare : in quella lettera - pure tra la forma volutamente contorta -c 'è un periodo nel quale si dichiara che l'U. S. - cioè Zocchi - sarebbe propensa a rimettere anche in mani di terzi il giudizio sulla famosa questione dell'aumento collettivo. Tutta, diciamo tutta, la stampa italiana ha interpretato in tal modo qudla lettera alh quale gli industri~li risposero nel modo insolente che tutti sanno. Sono questi i dettami dell'azione: diretta r Azione diretta tutto questo lavoro di retroscena di cui non è ma.i stata informata la massa scioperante ? Di « direttissia;i.o » non c"è stato che H bluff per cui i comizi ai quali non hanno mai partecipato più d i 30 mila persone, diventavano comizi di cent omila persone: il bl,1ff per cui ]o Zocchi all'inizio dello sciopero prometteva agli operai del Materiale Mobile che Breda avrebbe dovuto pagare il salario anche dei giorni di sciopero e simili altre piacevolezze Dalla paga dei g iomi di lavoro perduti, al sibillino concotcb.to hrmato ieri sera. il salto lungo anche per gli acrobati del sindacalismo.

Sciopero Conservatore

Sciopero conservatore, E davvero, non lo poteva essere più di cosi. Si è fatto uno sciopero generale di categoria e uno sciopero genenile di classe per ottenere l'intervento prefettizio. E un colmo ! Quando i sindacalisti del Ferrarese accettarono il famoso lodo del prefetto che chiudeva· in modo infelice la splendida agitazione

:i.g raria del 19JI, tutti i /11ader.r dcJ sindacalismo italiano non risparmiarono acerbe critiche a Michele Bianchi, allora segretario dclh Camera del Lavoro d i Ferrara. A .Milano, niente di diverso. Edizione peggiorata. N é giova dire che l'autorità prefettizia è intervenuta in a ltri conllitti economici. Verissimo. Ma se questo precedente può valere per noi socialisti, dov.rebbe essere nullo pe.r i sindacalisti i quali « ignorano l> lo Stato e se ne dichiarano acerrimi nemici. Non è con questa politica di accattonaggio che si demolisce lo Stato, lo si valorizza invece facendolo apparire come il supremo moderatore delle co ntese sociali, il demiurgo che porta il ramoscello di ulivo a tempera re la lotta di classe, insomma lo Stato riformista, peggio ancora, lo Stato lU2zattiano.

Il sindacalismo italico si dibatte fra queste pietose contraddizioni.

LE PROPORZIONI DEL DISASTRO, FATTORINI, GASISTI, OPERAI

E adesso raccogliamo le vittime, i feriti, e i dispersi. Ecco i fattorini telegrafici. Consigliati a uno sciopero inconsulto per ragioni che anche un idiota comprende, oggi essi invocano la pietà del ministro Calissano a mezzo dell'on. Chiesa. I fattorini telegrafici convertiti improvvisamente a.Il'Azione Diretta non ne hanno dato prova che frantum~do le vetrate della Camera dd Lavoro. Adesso, dispersi, demo• talizzati vogliono « illuminare >) la cittadinanza e si dichiarano pentiti e contriti. Non parlano più di memoriaJe. Ritornerebbero alle condi2.ioni di prima. Disastro.

Il caso dei gasisti è ancora pìù g rave Essi hanno dovuto passare 11otto le forche caudine di Gri.iss. Dopo aver manifestato ripetuti pro- positi di resistenza ad oltranza, mercoledi ma:ttina i g asisti mutarono improvvisamente consiglio.

E si posero alla ricerca affannosa del mezzo per troncare la ver'.' tcnza. Dopo lunghe trattative, durante le .quali la Commissione operaia venne assistita dal consigliere comunale socialista avv. Emilio Caldara, si addiveniva ad un accordo che segna un trionfo di GrUss e una disfatta· degli operai. Basti dire che i gasisti perdono la cauzione versata di 50 lire, pur restando liberi di ricorrere pei il ricupero alle vie legali. Occorrono alcune centinaia di processi. Devono versarne un'altra di 100 lire e non possono più scioperare, se non in caso di sciopero generale « che per la. sua intensità e diffusione a Milano e nel Regno possa considerarsi generale ». Il che equivale a dire che i gasisti hanno perduto il diritto di sciopero.

Quando si ricordi che nella tattica sindacalista pura i contratti collettivi devo n o essere di una estrema mobilità, bisogna convenire che quello dei gasisti è un patto da servi della gleba medioevali. La cauzione è un vincolo di schiavitù. Se i gasisti sono tornati indietro, invece di andare innanzi, ringrazino i loro duci dell'Unione Sindacale, Dopo un lungo lavorio di retroscena, ierj sera è stato fumat o un concordato ehe chiude la vertenza degli operai del Materiale Mobile Ferroviario . Ooè, non chiude niente. Ed è chiaro. Noi abbiamo letto con compunzione quel lungo e anguillesco ordine del giorno. Vediamo di decifra.do. Si dice che « i guadagni degli operai milanesi devono essere equiparati a quelli delle officine Diatto cli Torino». Benissimo. Ma.... c'è un ma. Invece di spifferare in ciftc di lire e centesimi e millesimi il qwnfNm, l'ordine ·del giorno scivola a dirci che occorrono m o lti calcoli e « una persomi autorevole all'infuori di ogni competizione e superiore :ad ogni eccezione>), la qual persona. il Presidente della Camera di Commercio di Milano. Noi, qui, chiediamo> per vederci cb,jaro, tutte le lanterne del sindacalismo. Dov'è l'aumento collettivo? :Mistero, Gli operai tornano al lavoro al 1S con un p ugno di mosche.. . Ah n o... colla speran za nei calcoli matematici dell'ingegner~ commendator Angelo Salmoiraghi Nient'altro. E per giungtte i una cifra che sarà prossima allo .zero il sjndacalismo zocchiano ha tentato di mettere a soqquadro l'universo.... ·

Ed ora u na parola a voi, operai mihnesì. Coloro che vi hanno rovinato e fogannato possono bene additarci come vostri nemici e voi potete anche, per un· momento, crederlo ; ma poi, ragionando e r.ulettendo, converrete che abbiamo ragione dj accuure com.e abbiamo accusato . Proletari milanesi, la vostra pelle non deve divcnt.are il tamburo pct j giocolieri di un sindacalismo che la. cuicatuta e la parodia di se stesso. Noi abbiamo compiuto il nostro dovere. Vi abbiamo sostenuto durante la lotta. Oggi vi segnaliamo il pericolo, vi indichiamo l'errore. Pcovvcdete a.i vostri casi.

E adesso i responsabili dell'irrunaoc disastro operaio possono divertirsi a ingiuriarci come vogliono . Il tempo galantuomo.

Non li curar di (or, ma guarda e passa.

Dall' Avanlil N, 255, 15 agosto 1913, XVII•.

• L'Uea di Panna. giornale socialista, N. 716, 23 agosto 1913, XVJI: u BE· NITO MUSSOLINI CONTRO IL DEMAGOGICO n u cco SINDACALISTA. - Quanto qui sotto pubblichfamo ( +) non è open dj "vilissimi" socia.listi riformisti, ma bensl invece di un loro deciso avver.iado : dd 50C(alista rivolurionario &nito Mussolini, direttore d ell'.Av4nlil (+). Lavoratori leggete : "Noi 1odJiI1i aec11riamo i µnJa. r.Ji11i di aver svtdori:mtlo l'armi, dello ,riop"o generale, (+)" ».