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CON MAGNIFICA CONCORDIA

MILANO PROLET ARIA HA SCIOPERATO!

Lo sciopero genern.le è riuscito ? Indubbiamente. Non r aggillnse ieri l'ampiezza e l'intensità c he noi vagheggiavamo, ma n on è stato pattiale come si vorrebbe fa.e credere dalla stampa borghese. Non si esagera dicendo ch e n on meno d i c en tomila operai hanno disertato i cantieri e le officine La riuscita del movimento t stata certamente facilitata dall'accordo delle organizzazioni economiche. la polizia stessa non ha osato tentare la grande repressione com'eni. for se nel suo intento . Non si sfida impunemente tutto il proletariato di una grande città .

Comizio indimenticabile, quello di ieri alla Casa dc} Popolo ! Comizio « privato», ma pubblico irrimenso. Noi abbiamo pro posto il corteo verso la piazza, Ci sembrav a, era anzi necessario. Uno scio- · pem generale non può essere « ammaestrato >). Non può confinarsi in una sala sia pure grandissima come quella della Casa dd Popolo pe r ascoltare dei discorsi sia p ure inspirati c d eloquenti Abbiamo detto alla folla ciò che avevamo sccitto sul giornale. Bisog nava far « senti re 1> lo sciopero alla città che conserva va al centro il suo aspetto « normale)), grazie anche al mo'Vimento di una dozzina di trmJs guidati da pochi miserabili G iuda. Questo nostro o biettivo è stato raggiunto. La folla ha do~uto colluttarsi colla polizia, resi stere alle cariche della cavalleria, lasciare qualche ferito l ungo le vie, ma ha por t ato la tempesta al centro, Quando j primi gru ppi di scioperan ti sono giunti in Corso- Vitt. Em. la città ha perduto - d'incanto - il suo « aspett o normale ». Chiusura precipitosa di nego.zi, ritiro completo degli ultimi trams assaliti e lapidati, so rpresa g rande nei pacifici cittadini che - evide ntemente - non cni.no p iù abituati da tempo a questi spetta- I coli nelle strade. E si trattava di manipoli di dimostranti, perché b. · • grande folla non ha potuto raggiungere la piazza. La città ha « sentito l> che c'era lo sClop e.ro generale e la scossa salutare si è propagata in tutti j quar:tierj sino ai p iù l on tani sobborg hi. Siamo soddisfatti, entusiasti.

Oggi lo sciopero sarà indubbiamente ancor-a più generale di ierL Sarà la risposta del proletariato alle violenze consumate ieri dalla polizia contro la folla inerme.

Questa previsione ci allieta. Esortiamo ancora uria volta i proletari ad astenersi dal lavoro e a partecipare al comizio. Dovremmo ora polemizzare colla stampa borghese ? Vi rinunciamo, per il momento. Siamo sul terreno e sul terreno non si discute, si c ombatte.

Viva la solidarietà operaia ! Viva lo sciopero generale!

D all'Avan ti!, N. 166, 17 giugno 1913, XVU.

PER DOMANI MATTIN A STESSA L'AGITAZIO N E » *

Diceva nel suo discorso Pulvio Zocchi che b. vita è quello che è; ma ciò è però vero fin o a un certo p unto. Noi abbiamo clementi che possiamo mutare, modificando le con dizioni d ' ambiente. E vi parrà strano che io vi parli cosl, io che ho fama d 'essere un.impulsivo, un esaltato.. .. No, no . Io non sono invece che un freddo ragionatore. Quando vi ho de tto ieri che conveniva andare in piazza del Duomo, sapevo bene che con il coraggio vi saremmo riusciti a malgrado dei cordoni militari p erché per fermarci avrebbero dovuto massacrarci ; e il Governo h a sentito che no n lo . poteva....

P ure no n vi siamo giunti in fo lla Una m inoranza soltanto h a saputo g iung ere al centro ad imporre la cessazione dello sciopero clandestino, ad affermare nel cuore della città l'esistenza della battaglia operaia.

Che è r iuscita, ad ogni modo, non completamente : gli ~pa22ini, ad esempio, e le vetture pubbliche, e i maestri, i cui scolari fareb bero _vacanza tanto volentieri, specie con questo caldo , sono rimasti a] loro p osto. Ad onta di quest o c'è poco da dire. Vinceremo completamente

Giolit ti u na volpe fi nissima. N on ignora che 1 50 000 soldati sono i n Libia ; e che perciò con le truppe accasermate in Italia, non potrebb e resistere allo sciopero generale che scoppiasse, d i riflesso al nostro, da Torino alla Sicilia.

Intendiamoci però : pur senza sdop piarmi, ma più che altro privatamente i o penso che ques ta nostra creatura. dello sciopero generale non deve morire a goccia ,a gocci_a.

Continuarlo allora fino alla sommossa; e non accon tentarsi più di andare in pfazza del Duomo e di sostene.re mediocri pugilati con le gu,ardie e la truppa....

• Discorso p ronunciato a Milano, nella Casa del popolo, il pomeriggio del 17 giugno 1913 , durante un comizio in favore dello sciopero generale. (Dal• l'Avanti!, N. 167, 18 giugno 1913 , XVI().

Ben 2.ltri pugilati dovremo allora affrontare I Ma li.o quand o si potrà ripetete l'episodio di Rocca Gorga per cui un soldatino debba rammarlcusi col tenente, perch~ in causa di un guasto al fucile non h-a potuto.sparare più a lungo sulla folla; fui quando cioè non avremo con noi una parte dell'esercito, bisogna avere il coraggio cli dire che, senza far cakoli su quanto concederà il prefetto alla vostra Commissione, sarà meglio tro n care per domani mattina stessa l'agitazione. (// n o.rtro Muuolini ha l ttr!'finalo e IHtla la folla lo saluta calorosame11/ ~).