5 minute read

A RACCOLTA!

Poche ore prima che si riunisse il Consiglio generale del1a Camera del Lavoro non sono mancate le notizie tendenziose e i saggi consigli della stampa moderata e democratica. Secondo il C(}rritrt della Sera lo sciopero tramviario sarebbe stato un insuccesso, lo sciopero generale sarebbe quasi completamente mancato. Menzogna e pietosi desideri Noi, impt:nitenti nemici del bluff, siamo i primi a riconoscere che ieri lo sciopero no n è stato generale. Né, aggiungiamo, poteva esserlo. Le ragioni sono semplici ed inçuitìve sino all'evidenza. Anzitutto non e'~ stato nessun lavoro metodico di preparazione all'infuori del comizio tenutosi venerdl sera all'Unione Sindacale. Poi il sabato è giorno di paga e parecchi operai usciti or ora da un altro sciopero hanno dovuto - almeno nella mattinata - fare atto di presenza alle officine per ritirare il salario della settimana. Infine moltissimi dei tramvied si sono presentati alle rimesse p erché ritenevano risoluto favorevolmente fra gli operai lo sciopero della Edison e ignoravano la delibera per lo sciopero generale di protesta. Ciò malgrado lo sciopero non è stato cosJ parziale come vuol far credere il Corriere della Sm1. Su citca 800 vetture tramviarie che circolano normalmente sulla linea della rete urbana, il servizio era ridotto a 1jO, metà delle quali g uidate da controllori Oò prova che due terzi almeno dei tramvieri banno abbandonato il lavoro. Tutti gli operai delle industrie automobilistiche e migliaia e mig liaia di metallurgici hanno disertato le officine. L'inizio dello sciopero ha s uperato le più· ottimistiche previsioni. Mentre il Corrùre diffondeva la .notizia infondata dell'insuccesso, il Suolo propinava i suoi disinteressati moniti e consigli agli operai foscritti alla Camera dCI Lavoro. Il giorru.le della de mocrazia cerca da qualche tempo e invano la linea di equilibrio fra il suo bavardage demagogico e Ja paura di perdere la clientela borghese e piccolo-borghese che ha un sacro orrore dello sciopero generale. Noi non sentiamo in questo momento bisogno alcuno di polemizzare. Il Consiglio gcncnle della · Camera del Lavoro ha risposto per noi. Jl Suolo è servito. La Camera del Lavoro ha votato lo sciopero generale all'unanimità, fra grande entusiasmo. Non è dunque un covo di crumiri e di spie, come si è affermato - con l'animo oscw:ato dalla passione polemica - in quc- sti u)timi giorni. Notiamo e passiamo. O ra che lo sciopero generale è stato proclamato da t utto il proletariato milanese, si tratta di agire con ogni me:zzo affinché lo sciopero generale sia v~ramcntc, completamente, a ssolutamente generale, ferisca ciòè il inaggior numero d'interessi e d'abitudini borghesi e piccolo-borghesi, turbi profondamente la vita della città, Bisogna farlo « sentire». Deve estendersi ed intcnsiiicarsi. Abbraccia.re e travolgere nel movimento tutte le categorie. 1a stretta del gigante che -a poco a poco - paralizza la vita del mondo borghese. Non più trams, né gas, né luce, né vetture, né teatri .... I negozi che ostentano nelle abbacinanti vetrine tutta la ricchezza prodotta dall'umile e sfruttato lavoro di generazioni e generazioni ignorate dì proletari, devono rimanere chiusi... . Non basca ancora. I salariati e gli impiegati del Comuné, i salariati e gli impiegati delle amministrazioni stataH, non hanno nessuna ragione di rifiutare la solidarietà al proletariato col quale hanno in comune la m iseria.... Se lo sciopero acquista - come noi fermamente crediamo - questa formidabile p o rtata, domani Milano rovescerà nelle vie i suoi 2.00 mila. proletari I Finché lo sciopero n o n abbia raggiunto il n1aximum della sua efficenza materiale e morale nessuno parli di s troncarlo e nemmeno di limitarlo... . Quando b. Milano proletaria avrà immobilizzato la Milano borghese, vedremo se non sarà il caso di chiamare al soccorso il proletariato di tutta Italia il quale sin d'ora dev e restare in v i gilante attesa coll'acme al piede.

E ora a voi, proletari milanesi. A voi dimostrare che siete ancora degni della vostra storia che ha la pagina vermiglia del '98 e quella indimenticabile del '904. Date ancora una volta l'esempio. Lo dovete perché costituite l'avanguardia del movimento operaio italiano. Dimenticate le ire fratricide. U nitevi in un solo fascio di fedi e di energie. In alto j cuori. Viva lo sciopero generale !

Dall'Av,mti !, N . 164, 1:5 giugno 19 13, XvH • .

* L'Azio11e SorùJù1a, N. 25, 22 giugno 1913, Ili: <1 Co.ME JL ClCLONli Sl :!VOLSE, - (+) Sin questa giornata campale che il Mussolini ( +} ha scritto sull'Avanli / della mattina: "Si lralJa di agire ron ogni meno ttf/inr hi lo 1dop1N.) gtner,1/e sù1 veramtntt, compl,tamente, assolutamtnts gentmzle, ( +) ", OsSIIRVATOR >.

Chi è qui, o fuori di qui, lo scettico, il pessimista, il vile che osi ancora p arlare di dissoluzione e di morte ? Questo vostro scatto, q u esta riunione meravigli osa sorprende noi stessi che dubitavamo della suscettibilità della massa op eraia.

Ma frammo conviene pensuc non a quello che faremo domani · hensl a ciò che sarebbe o p portuno di compiere oggi. Dove vogliamo dunque arrivare? Abbastanza lontano ; a qualche cosa di più che uno sciopero ridotto, clandestino, che sarebbe un tradimento.

L'oratore eh, è .rempre stguiJo con interuse palpitante, constata a q«eslo p11nto che alcuni t rams circolano come se lo sciopero non fosse, cosicchC p iazza del Duomo e Corso Vittorio Emanuele non hanno perduto niente della loro consueta animazione. ·

D ove insomma la b orghesia ricca fa i suoi affari, ha le s ue banche, i suoi traffici e dove nci caffè-concerto e nei teatri essa tripudia a tutte · le ore, niente c'è che p ossa far sentire ai dominanti la realtà d ella battag lia che si è impegnata.

Ora, se è vero che il silenzio dei popoli è la paura dei re, d obbiamo ottenere che abbia termine l'imposizione dello sciopero clandestino e del comizio priva to.

Rivendichiamo - wzl/a il Muuolini Jr.a un HragantJ di applauti - il diritto alla strad a e alla piazza, e subito. Una volta M.i.lano operaia aveva l'abitudine cli andare al cents:o non alla periferia a discutete dei suoi più vitali interessi , e anche adesso tutti noi vi andremo, Ma sj dirà che lo sciopero generale è lo strango latore dei servizi civili. ... Pi grazia di quale civiltà voi parlate? Di questa civiltà borghese che miete vittime durante gli scioperi ; che vittime vuole dun.ote la guezra ? E nemmeno ci commuovono l e condanne di questi giorni La borghesia, la nostra nemi~ si difende come meglio può. Noi stiamo contro di essa in atteggiamento di guerrieri, non di pitocchi.

• Riassunto del discorso pronundato a Milano, nella Casa del Popolo, il pomtriggio del 16 giugoo 19B, durante un comizio io favore dello sci opero generale (Dall' Ai:.m1i!, N .· 166, 17 g h igno 1913,, XVII).

A nostra volta. quello di non concedere armistizi e di non affidarsi alla. democrazia di Casa Savoia I

Concludendo : l'Italia operaia aspettava il motto d'ordine da Milano e questo è stato dato. Sappia ora questa città che ha saputo nel '48 liberarsi dai Radetzky di fuori, prepararsi ad espellere anche i Radetzky di dentro.

Un mio . avviso da ultimo : io credo che parecchi fra i soldati ricorderanno che pdma della divisa hanno pattato la b/011.re operaia e non vorranno compiere opera fratricida. In corteo dunque, senza recriminazioni per il passato, senza devastazioni, ma con coraggio il popolo vada verso piazza del Duomo, a far sl che lo sciopero non .sia più clandestino. -È ora. di tornare al libero sole e con il grido che riassume tutte le nostcc speranze, tutti i nostri odi, tutti i nostri amori. Viva lo sciopero generale I (Un"acclamoz/one immen.ra rùpondt all' oratort; e IN/la la 11N111a, pronta S't precipita· alle ,mite, ml/a strada, rtno il rentro da raggùUlgert •.

* Quando Ja folla giunge in piazza del Duomo, MussoLLOi - che aveva corso il rischio d i venire arrestato - pro11uncia ancora queste poche paroJ.e : « "Com /)11gni! Nei ,:/,biam,c otltm uto il ,uutra uopo; siamo riuuiti da aff,rm,wd ed " p(}rf4rt lo uiop,ro- g,nr,41, ntl ~,ntro d,/111 dtt4.' Sriogliamod. A 411u1a !tr/1.," domm1i. v;ti.s lo JtioJ>e-ro gtt1er"11!". Uno scrosciante applauso e grida ripetute di : "Vin 1o sdoptto! Viva l'A v111ui!'' salutano le parole del .nostro direttore. Quindi la folla si scioglie mentre da più parti arrivano sul posto truppa, carabit1ieri ed agenti di P. S. » (DalI'A;,anJi/, N 166, 17 giugno 19B, XVII}