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[LA CANDIDA1URA DE AMBRIS]

L'Avanti! ha commentato una sola volta e come doveva la notitia della candidatura De Ambris. Poi non se n'è più occupato, quantunque non siano mancate le occasioni propizie : citiamo la rassegna dei co llegi del Parmense e quella cartolina - pesce d'aprileche noi pure abbiamo ricevuta. Ora gli allegri corifei del giocondo manire pumig iano vorrebbero . far credere che l'Avanti I combatte la candidatura De Ambris perché ha.... paura. Paura ? I Ma di chi e cli che ? Paura di De Ambris ? Ma chi è questo signor De Ambris : forse un terdbile Polifemo ? Noi conosciamo un D e Ambri s che porta jncanccllabile al dorso il ricordo e l'onta di una ignominiosa quanto velocissima fuga in automobile, in un momento di pericoli e di responsabilità. È questo il De Ambris candidato protesta al collegio sud di Parma? Ebbene, se è lui non ci fa proprio paura. Egli non ci fa paura a Lugano, né ci farà paura - tornand o in Italia - debitamente mcdaglicttato. Sappiano i chierici del nuovo tobt1 sindacalista che noi non siamo « mai» fuggiti. È solo nella supcrtartarinesca Tarascona del sindacalismo italiano che i conigli diventan leoni e i pusillanimi eroi I

Dall"1ba1Jfi ! , N. 102, 13 aprile 1913, XVII*.

• L'lnternazianale di Parma, p c.riodico di propaganda e di azione sindacale, N. 104, 19 aprile 19H, ]Il: « I NOSTRI •• CASI PER.SONALI " Lo. STORIA DI UNA "FUGA" (DIIDJCATA. A BENJTO MUSSOLINI :ED A TUTTI GLI Ell.01 Dl:!LI.A SUA FORL\), - ( + ): De Ambri.s - di.cono i sullodati caconi tnicrati da e roi" port11 ;n&11nullahile al dono il ri,ordo e l'ontd di 11na ignominio.rd 4.utmtD t1~lo· &iuima f uga in aMlomohile, in un momenlo di pnùo/i e di re;pon111bilitd" Chi usa oggi queste parole è un uomo che ho creduto di buona fed e e politicamente onesto; un uomo che ho più volte difeso contro i miei stessi compagni, i quali - meno oUimisti di me - ne avevano indovinato da tempo l'anima piccioa, gretta e piena di 6ele settario : Benito Mussolini, direttore dcll"Av.mli f (+). ALCESTE DB AMHIS i.

Persona Lia

Ceno. Io sono un settario. Un'anima gretta> piccina, p iena di 6ele settario. È cosi, Non me ne vergogno. Anzi, me ne vanto, anche in faccia a quel magnifico istrione e ciurmadore fenomenale che risponde al nome di Alceste Dc Ambris, il quale s'ing annava sospettandomi uomo del suo calibro ; cioè facilone, gaudente, scettico, tollerante : di quella tolleranza che nasco nde la povertà delle idee e la insincerità delle convinzioni. Io non sono amico di tutti e sono nemico dichi:a.rato di una infinità dì ~rsone. Settario dunque. Oggi, d o mani, sempre. Ciò premesso, l'auto-difesa del De Ambris, apparsa nel numero di ieri dcll' Internazionale, un documento pietoso. Due colonne per rispondere a due righe. U n mare di dettagli che non m'interessano. Det tagli che ci spiegano la fuga, ma non la giusci6cano. La fuga rimane. E testa « vile>> e resterà eternamente « vile» anche dopo il verdetto delle urne perché è vero che lo sciopero generale a Parma era finito, ma non era ancora finito lo sciopero agricolo quando il Dc Ambris volò alla frontiera sull'automobile di un compiacente borghese. Il De Ambris cosi abbondante in tutto jl resto della sua dif'fusa narrazione scivola. con molta abilità cd altrettanto inquieuntc laconicità su questo particolare.•.. scabroso.' Via, eroe, non abbiate ritegni_. Dite tutto. Diteci chi vi ha procurato l'a utomobile, di chi era l'automobile, come: .raggiungeste l'automobile, come: scappaste in automobile .... per evitare non la condanna o, ca.so giustificato e giustificabilef l'espiazione di una condanna, ma un semplice mandato di cattura.... Si badi Io non ho mai rimproverato prima d'oggi la sua fuga ,al ~e Ambris. Io non chiedo che tutti siano eroi. Sarebbe stupido, grottesco. Credo sen.2a. difficoltà al De Ambris quando clichiua che « non ha alcuna inclinazione per il ruolo dell'eroe». Salvare la pancia pei fichi fu sempre regola di grande saggezza. Ognu:no fa ciò che meglio gli piace. Ma quando ho visto i futuri elettori del De A mbris magnifica.do come un martire, come un eroe che fa « pa.wa » ali' Av11nli ! e a.i socialisti italiani, quando ho visto il De Ambris paragonato a Giuseppe Mazzini, allora mi son detto e con me untissimi altri, settari o no, che l' Awmli I non aveva paura di Dc Ambris e che b commedia non poteva durare più1 se~a una prima, solenne 6schiata del pubblico, E ho 6.schato. E con me hanno fischiato molti a.Itri. .•. settari, tanto che l'« esule » - feriro ai suoi delicati padiglioni auricolari, abituati d a tempo alle laudi degli idolatri - è uscito dal suo pru· dente riserbo. Oh l'esilio di De Ambris ! U na comoda cosa, in verità! Troppo comoda per meritare le palme dd « martirio n !, sufficiente appena per b medaglietta del deputato-protesta.

Gli elettori di Parma - grazie al nostro :attacco - sono dunque informati: non ci rompano più le scatole gabdlandoci il De Ambris per un eroe dal momento ch'egli, con lodevole sincerità, c h e s'appaia col cinistno disinvolto del suo caporale, non ha nessuna inclinazione per quel « ruolo ».... Adorate pure l'idolo, adoratelo co n devo:donc e bacchettooismo, votate compatti per l'idolo come i trapanesi votano compatti per il loro idolo Nasi, ma noo illudetevi, sappiatelo: il vostro idolo è di cartapesta, il vostro un eroe che fugge.

E adesso i minori tirapiedi del Dc Ambris possono vhuperarci, come vogliono.... da lontano. Dire che noi boicottiamo i loro comizi mentre sono i promotori di questi comizi che boicotta.no noi no n invi. tandoci e pretendendo in noi le super-umane facoltà degli indo vini ; dire che è rinvidia e la paura che ci hanno spinti a scrivere ciò che abbiamo scritto; dire e accumulare castronerie e contumelie. L' A:ianti I non ba spazio per queste polenùche d'indole mista politica e personale. Dc Ambris e compagni m'incontreranno - se voglionosu altro terreno, E ci batteremo senza esclusione di colpi.

D all'1fr.i11til, N. 108, 19 apiilc 1913, XVII.