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LA PIATIAFORMA

Il primo periodo dell:a. preparazione elettorale dei socialisti italiani può dirsi conchiuso : oggi, nei mo1ti convegni collegiali dei rha rdatari, avrà luog o l'ultima infornata dei candidati: i vessilliferi sono pronti. Ci riserviamo poi di esaminare i casi dubbi o equiv oci, per accertarci se tutti i prescelti siano deg ni di scende re nell' agone a c ombattere per il Partitò, ma o ggi, vi gilia del 31 marzo fatale, o g ni discussione sul genere delle candidature o, meglio, sulla qualità generica dei candidati (professi o nisti o d operai), ci pai:e co mpletamente oziosa Adesso si parla di formulare un programma specifico per la prossima campag na elettorale. Entriamo in un terreno pericoloso. Noi non prendiamo alla lettera l'affermazione marxiana che « chi compone un programma per l'avvenire è un reaiionario )), ma l'esperienza del passato ci ha reso alquanto scettici in materia cli promesse, cioè di pro~ grammi eletto rali. Ricordiamo che p er le elezioni del ·1909, il Partito So cialista si presentò al corpo elettorale con u èRmastod ontico, chilometrico schedarìo di riforme, nessuna delle quali .è giu nta jn porto, o semplicemente agli onori della discussione parlamentare. Siamo dunque parchi nel promettere, se v ogliamo avere la pro babilità se non la certezza di nu.ntenere. Ma prima di discutere occorra un programma elettorale e di che specie, è opportuno un esame della situazione politica quale si formata in consegue02a della guerra colo niale. Filippo Turati traccia, con precisio ne e vi goria, nell'ulti mo numero della sua Critira S oriale, il q uadro della situazione politica italiana. Riportiamo, perché, in queste premesse, concordiamo pienamente con lui,

:B. al Partito Socialista - scrive F. Turati - infatti, che s·impoaL°' il compito più grave - ma altresl, qu,mdo sappia assolverlo, il più degno e g lorioso - nel presente momento politico, di fronte all'allargato suffragio. Rapp resen tanza politict diretta delle cl:iµi proletarie, esso - non diru.mo esso solo, ma di gran lunga più e prima d 'ogni altro - ha oggi l'interesse e il dovere - ha. il dovere perché ha l'ioteresse - di sCawe la menzogna immane, nella quale s'è fin qui cu llato e ubbri1.cato il paese, sp eculando sulla sua inverosimile ingenuic à politica., ignoranza finanziaria e vanità pa triottica, circa la. ftoridrzza dei bilanci, circa la inesauribile sua. potenzialità e'Conomica, circa. la inBuenza e la potenza aumentate d ello Stato italian o nella nuova situazione coloniale e ioternazionale.

« La verità, umi k ed ignuda, che i socialisti hanno proclamata fin d a l primo g iomo della brigantesca avventura - de lla suerra (noi la d efinimmo) <ontro l' Italia, e non contro il proleta riato italiano soltanto, - (ma la nostra voce fu sommersa.. allora, negli osanna d ei darlatani e degli interessati!) -; la verità, che non è più miste ro per · nessun uomo politico con d ue dita di cervello, e che tutti i componenti, anche nostri più recisi avversari, si sussurrar ono pensosi nei corridoi di Montecitorio, con raria malinconica di chi sa le immancabili vend ette di un domani né incerto né remo 10 - questa verità, umile ed ignuda , vuol pur essere di nuovo sciorinata - e document ata - a! nuovo corpo ddtora lC!, 12 cui rinnovazione e moltiplicazionc " democratica " fu il pegno e il p rezzo, per l'appunto, ddl'e:ic-rcitato ricatto s ulla na.z.ionc- » .

Dopo aver dimostra.te la r esponsabilità delle classi dominanti e l'avvenire incerto e fosco che si delinea in causa della ~<brigantesca impresa », Filippo Turati continua : a Or cotesto avvenire inva no tenteranno deprecare q uei p artiti e que"gJ i uomini. che quak osa humo concesso e perdonato a U' indirizzo ùi governo che lo preparò. E invano ripiglieranno a disting uere e a sofis ticare, sul guanto, sul quando, sul come clegli avven imenti, che, una volta scatenati, trascinano e trll..Kine ran no vo lentì o nolenti. a Solo il Partito Socialista ha oggi in Italia le sue carte in regola, i suoi titoli non diminuiti, per ca~ggiare e guidare la r esist enza e fa riscossa. u Non, dunque, vapor~ i o enciclopedici programmi, a scaden:za lontMia, ma pochi e solidi punti, che non ammettano cva.s ioni e tergive rsazioni inscin d ibili dai maggiori problemi ch e già impone a l Parlamento l'immediato domani, e sui quali concentrare tutte le fon e del Pa rti to». ·

11. Riscossa e resistenza che ormai non possono più essere - dopo il fatto compiuto - di pura negativa p rotesta. Ma dovranno- cercare e pniticare tutte le "ie, approntare ed agitare tutte le energie de l paese, onde la resistenza riesca effi. cace : proponendole fini positivi, determinati. prossimi e chiari.

« Al militarismo, all'imperialismo, all'imperversare della megalomania: barbarica e r egressiva, mal si oppong cmo scong iuri e sermoni. Si contrastano bensl con l'imporsi, virile, poderoso, imperioso - minaccioso se occorre - di opposte necessità - di t u.tte le più vitali esigenze dei popoli civili.

Dopo queste p remesse, Filippo T urati propone ai socialisti italiani quale piattaforma elettorale i seguenti desiderata :

1. • Arresto e limita2ionc insormontabile delle spese colo niali e militari entro confini precisamente definiti. Combattute, impedite, soppresse quelle impostazioni insidiose nei due bilanci, che si esprimono inwalmentc in decine di milioni ed impegnano tacitamente, in.declinabilm.ente i miliardi.

2.. Revisione minuziosa e severa dei trattati dogana.li, tutti ormai di scadenza vicina. informata ai criteri di un anti-protezionismo ragionevole, ma. fermo e ardito, co atto le mangerie del pa.rsssitismo organizzato, sìa agrario, sìa industriale.

3. Vasta, :razio nale, coraggiosa. politica dei la.vori p ubblici in- tensi:ficati pec la bonifica del territorio e la rapida messa in v~ore delle ricchene latenti della penisola.

4 Assicur.uione malattie, infortuni, vecchiaia saviamente org1-n.izzate, senza sordide pitoccherie, estese e guarentite al p roletariato tutto quanto , deUe officine, come dc.i campi e dei traffici.

« Ogni termine del quadrinomio - conclude il Turati - solidale cogli a ltri, sia l'obietto oggi delle discussioni e degli studi del Partito, domani i l motto di battaglia. Transigenza o intransigenza, rivoluzione o riformismo, si, saggino a questa pietra di paragone. Se sapremo volere e durare la 'Yittoria m;m fallirà» .

Prima. di accettare, dopo le ptemesse, le conclusioni, spieghiamoci. Diciamo subito che il programma elettorale avanzato da Turaci, ha un pregio : breve e determinato. Eppure, due termini del quadrinomio, gli ultimi, sono superflui È inutile infàtti parlare di lavati pubblici e di pensioni operaie, se noi non ricsciamo a strappare i milioni necessari alle fauci ingorde di Marte. Le questioni preminenti sono quindi, a nostro avviso, due : la questione doganale e la questione delle spese militari. Questioni d'ordine e di portata (<nazionale >), p erché inte ressano tutto il popolo e non determinati ceti o categorie. Né ci pare molto audace il chiedete, come fa il Turati, un.a semplice sosta nelle spese militari. Sostare non basta. Il carico i già cosl grave che bisogna imporne la diminuzione. Altrimenti che cosa rimane: per g li.... altri postulati del quadrinomio ? Noi no n abbiamo difficoltà ad accettare un programma specifico per la batta.glia elettorale, prog ramma che non sarebbe in fondo se non l'accentuazione e la genera· lizzazione della nostr~ quo tidiana campagna contro il succhionism.o militare e quello non meno vibrioncsco delle industrie parassite, ma ad un patto o, meglio, a parecchi patti. Tale programma non deve essere presentato alle folle come un ptogranuna di realizzazioni socialiste> o come un'anticipazione di soci~smo ; no, no I Perché la nostra tesi liberista ci può mettere - fortuitamente certo - al 6:anco di autentici reazionari in politica ma liberisti in economia come l'Einaudi e il Pantaleoni e nel chiedere la diminuzione delle spese militari è assai probabile che si unisca alla nostra voce anche quella di alcune fazioni della democrazia che cercheranno di rinverginusi e di farsi perdo nare l e recenti peccata.... libiche.

Pcrcbl dunque gli ·elettori non siano vittime di un deplorevole equivoco e non credano che tutto il socialismo consista nell'antiprotezio nismo o in una dinùnuzione di spese militari, è necessario che i candidati e, i propagandisti si servano della tribuna elettorale - anzitutto - per diffonde.cc i principi e le finalità del socalismo, dall'internazionalismo al collettivismo, p oi - in subordine - p~t agitare i p ostulati « vogliamo » dei socialisti in questo d eterminato periodo della nostra stotia. Ne l'agitazione o la propaganda devono finfre - come sin qui purtroppo è accaduto - col finire della campagna elettorale, ma devono continuare e intensificarsi, di modo che sia 1a pressione diretta delle masse quella che costringa i futuri Governi a capitolare. Noi vagheggiamo un'agitazione in grande stile, all' inglese; un agitazione che non cessi se non quando abbia raggiunto i suoi obiettivi e, questi raggiunti, proceda per ulteriori conquiste. Provocare, accelerare, insomma e con tutti i mezzi - dai legali agli illegali - gli svolgimenti « democratici )> della società bo rghese, affinché più ~pidamente giunga fa nostra ora. Ma nella nostra agitazione elettorale non d obbiamo dimenticare il passato. L'avvenire sta b ene, ma questo presente misezevole è il prodotto del passato, cioè di quarant'a nni di politica m onarchica. Noi dobbiamo mettere in i stato di accusa la monarchia dinanzi ai nuovi milioni di elettori, elencare e documentare t utte le colpe della m o narchia nella politica interna e neUa politica estera, in modo che il responso delle urne segni la condanna della monarchia, come principio istituzionale prima, come casa regnante poi.

Il candidato socialista d eve dire : Chi vota per me, vota per il socialismo, cioè per l'abolizione della proprietà privata dei mezzi di produzione e di scambio e non soltanto per l'anti-protezionismo e la d..iminmione delle spese militari. È questo sigilhun finalistico ideologico che ci differenzierà magnificamente da tutti g li altri Pa r titi, anche se, per questioni di concorrenza, assumessero la maschera scarlatta dei demagoghi. Così sapre mo dai risultati del primo esperimento di suffragio universale, non già e non solo quan ti sono quelli che accettano il nostro p rogra mma di agitazione elettorale - d iminuzione di spese militari, ecc. - tna quanti sono quelli che accettano il nostro programma massimo; quanti sono quelli che se anche non daranno la loro adesione formale e materiale alla milizia del Partito, ci circonderanno colla loro simpatia nei cimenti non solo cle2ionisti e più pcrigliosi dell'avvenire.

Dall'Avanti!, N. 88, JO marzo 19B , XVII* . • Ver.ro il crmgreuo di A.nl'ona (30 marzo 191 4) ( V I)

Corteolona

L'avv , Jnnocen:w Cappa, di colore politico perso, è d unque e ntrato in ballo ttaggio nel Collegio d i Corteolona~ contro un Carneade moderato, un Pestalozza qualsiasi, Il Secolo intona subito il suo più patetico « vieni meco » agli elettori socialisti che hanno fatto una sp le ndida promettente affermazione sul nome del Canevari, invitandoli a riversare « co n lodevole spirito di concordia » i loro voti in favore di Cappa.

Secondo il S,colo, il Canevari avrebbe già dichiarato che i socialisti appoggeranno ora n el b allottaggio il candidato democratico-r epubblicano tan to più che la loro astensione significherebbe la vittoria dei partiti reuionari. « Il che è interesse comune - dice il Secolo - di scongiurare ». Noi non sappiamo se, quando, come e in nome di chi il Canevari abbia promesso al Cappa i voti dei socialisti, noi diciamo subito che i socialisti di Corteolona hanno un solo preciso dovere da compiere : :\_stcnersi. Se il Cappa fosse - politicamente - un uomo dai connotati politici determinati, si potrebbe comprendere - non giustificare - l'appoggio dei socialisti, ma. il Cappa che cosa è? democratico? repubblicano? o, semplicemente, « secolino » ? Egli un arcobaleno di colori e di tendenze. E g li è stato uno di quelli che durante !'.impresa libica inneggiò entusiasticamente alla guerra e « al giovane re che con ardire latino vol ge al Sud» in un'intervista pubblicat a sul N11ovo. G iorna/4 che scatenò un putiferio di proteste e cli polemiche nel campo repubblicano. Se volessimo elencare tutte le oscillazioni e i pencolamenti polititj del Cappa, ne avremmo per un mese, Non si capisce proprio come Eugenio Chiesa che passa per il più intransigente moschettiero de~ repubblica italiana sia andato a fare il buttafuo!l per Innocenzo Cappa, transfuga del Partito Repubblicano. I socialisti che votassero p er Cappa, non voterebbero già per la repubblica - istitU2ione e principio che i socialisti hanno nel loro programma - ma voterebbero per.... il Sirolo e per quella democrazia equivoca, parassita, affaristica che i sodi.listi devono combattere senza quartiere. Ah I sappiamo : coll'astensione de.i socialisti sarà certo -il trionfo di quel tal signor Pcstaloua r euionario..... E che importa? Il Pestalozza sarà un deputato provvi- sorio . D al punto di vista socialista - intransigente socialist2PcstaJona e Cappa si equivalgono. Insomma, noi socialisti no n intendiamo d i perdere per il piatto di lenticchie dei ballo ttaggi la nostra primogenitura ideale, né r ompere, né atte nua re la rig id ità tattica delle n ostre battag lie. .h tempo che i Partiti contino .e facciano assegn amento s ulle lo.ro proprie fo rze. O gnu no p er sé e ... . il suffragio u niverSalc p er tutti.

Dall'Avanti .', N. 90, 1 aprile 1913, XVII •

• L'Avanti!, N , !iH, 2 apri le 191}, XVII: « P'BR IL BALLOTTAGGIO Dl CoRT! O·

I.ONA U NA lllTIIIRA Dt EUGENIO Ù UES/\ - Egregio Direttore dell'A 11an1i!, credo doveroso, giace~ me ne fate appunto, dì dirvi perché- ho voluto essere il " buttafuori" di Innocenzo Cappa a Corteolona. ( + ). EUGENIO C HIESA».