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LA GARA DEGLI ARMAMENTI

Nel paragrafo 3o del suo proget to Per la Pace p erpetua pubbli~ cato nel 179J, Emanuele Kant scrivcv.i :

"G li eserdti permanenti (mi/,n pH petuu.r) devono col tempo interamente cessare. Essi, difatti, 5ono minacce di guerra incessanti agti altri Stati, trovandosi ognora pronti a sctnd ere in campo a..rmati di tutto punto; li eccitano a gareggia re nella q uan tità degli armamenti che non ha limite e sono cause di un rc,ciproco aizzarsi a g uerre aggressive onde liberarsi del gravlme di cui sono colpa : le spese infatti che vi si impiegano in tempo di pace divengono più opprimenti di una breve guerra; si aggiunga a t utto ciò che l'assoldarli per uccidere o venire uccisi apparisce come un usare g li uomini quali pure macchine e strumenti in ma.no di un altro (lo Stato), uso che non si concilia col diritto naturale innato dell'uomo 11,

Queste p aro le del filosofo della Ragion Pura e Pratica hanno, dopo un secolo, per noi socialisti, la fresche:zza dell'attualità. C'è Jn esse il lei tmofùi della nostra propaganda anti-militarista. Solo il vaticinio kantiano sembra assai lontano dalla realizzazione, Oggi. come sul finire del secolo XVIII,·l'Europa delira ndla febbre degli armamenti. Se il valore della filoso.fia ci fosse dato dal suo maggiore o minore influsso sulla vita sociale, dovremmo dedurre du.l'insuccesso clarnotoso delle p revisioni e del pacifismo di Kant che la filosofia è la più inutile deUe fatiche umane. I tedeschi sono i primi a sme ntire gli insegnamenti del loro maestro. L'ideale della « pace perpetua» non li ha abbacinati. I tedeschi armano. La Ger~ m a nia è, oggi, una grande caserma, d ove, forse, il filosofo dell'imperativo. categorico si troverebbe molto a disagio. Perché e contro chi arma la Germania? Ecco il formidabile punto incc:rtogativo che tiene in questo momento gli animi sospesi e inquieti. Due notizie avevano in questi ultimi giorni sollevato l'opinione pubblica europea depressa d2.l riaccendersi della guerra in Oriente : il viaggio del principe di Hohenlohe a Pietroburgo - latore di un messaggio autografo di Francesco Giuseppe allo czar -e l'accordo anglo-tedesco per gli armamenti marittimi. La parentesi ottimistica~ stata però di brevissima durata : il sibillino comunicato ufficiale diramato Yaltro giorno sta a provare che la missione pacifica dell'Hohenlohe è fallita e difatti nessuna modificazione è intervenuta nei rapporti austro-russi che rimangono tesi e minacciosi come prima. L'accordo anglo-tedesco non stabilisce una sosta negli armamenti marittimi. ma fissa una specie di rapporto costante fra quelli inglesi e quelli tedeschi : rapporto espresso dalle cifre 10 e 16. Per cui - salva restando questa proporzione - tanto la Germania come l'Inghilterra seguitecanno a costtuire drtadno11ghts e s11per-dreadnought1. La Germania rinuncia dunque - almeno per il momento - a competere con l'Ing hilterr2. per il dominio dei mari, ma - contemporaneamente - vuole assicurarsi la supremttia militare nel continente e porta gli effettivi di pace del suo esercito da 610 a Sso mila soldati.

È questp balzo innanzi che ha impressionato i francesi. I ricordi del '70 sono ancora vivi nelle memorie, Si t orna a t emere l'invasione tedesca. E il pericolo no n è immaginario. La Germania si sente chiusa come in un busto di ferro, da quaa.do non può più sospingere l'Austria al sud, La Germania soffoca n ei suoi angusti confini. La sua popoluionc totale raggiunge già la cifra imponente di 65 milioni. Può rovesdare o ltre il Reno quattro milioni di baionette. I n uovi armamenti tedeschi hann o suscitato in Francia un panico enorme.

Mentre i grandi giornali capitalisti lavorano l'opinione pubblica, il Governo di Briand e di Poincaré chiede un miliardo per nuove spese militari. Non basta. Anche il servizio militare biennale è seriamente minacciato .

Il ministro d eUa guerra Etienne proporrà di tornare aU'ancico, cioè al servizio di tre anni. Siamo dinnanzi a una riprùe in grande stile del militarismo europeo I

Qual è l'atteggiamento del socialismo in Germania e in Fra ncia?

Per quanto riguuda i socialisti tedeschi non abbianio ancora manifestazioni ufficia.li, alfinfuori d egli articoli del Vorwatrl!. Il Partito Socialista dichiarerà certo la sua recisa opposizione ai n~ovi armamenti. La corrente imperialistica del socialismo tedcseo rappresenbta da taluni revisionisti non ha séguito fra le masse popolati. I n Francia, i socialisti hanno già lancia.te aJ popolo il manifesto che pubblichiamo più olue. E. sintomatico il silenzio di Jaucès. Il riformismo, abituato ali'« andante », si trova disorientato di fronte a questo t empo accelerat o e catastro6co della storia. ·

La tesi dei socialisti francesi è audace. Essi si oppo~gono ad un aumento della. ferma che giudicano una misura. insufficentc e reazio- naria. La sproporzione numerica fra i due eserciti dipende dalla. dìffercnza della natalità fra i due popoli e o.on si elimina che temporaneamente col servizio triennale.

Occorre, dicono i socialisti francesi," is tituire il sistema delle milizie difensive. Armare tutta la F rancia e tutto il popolo. Da.re ad ogni cittadino il fucile. Ma la stampa conservatrice e repubblicana qualifica pazza e antipatriottica la campagna dei socialisti. Il T empi scrive che i socialisti francesi si mettono contro la Francia. È chiaro che H popolo armato fa paura. La borghesia francese, più dell'invasione tedesca teme una nuova Comune , e al sistema democratico-repubblicano delle milizie preferisce quello monarchico degli eserciti permanenti. Il match franco-tedesco è dunq ue iniziato! Quanto durerà ?

Siamo aUa vigilia di una guerra europea?

Nel 1854, Carlo Marx in circostaoze che ricordano le attuali, scriveva:

<i Non dobbi !UilO dimenticare che vi è in Europa una sesta Potenza, che in dati momenti affer ma la sua s uprem~ia su tutte le cinque cosidette " grandi ·· P0tenze e le fa tremare ad una ad una"·

Questa Potenza è la Rivoluzione; la quale dopo un lungo silenzio e un lungo ritiro, è ora richiamata aU'azione dalla crisi commerciale e dalla scarsezza degli alimenti. Da Manchester a Roma, da Parigi a V:ars.avia e a Pest, essa è onnipossente, alza l:a testa e si s veglia dal suo sonno. Sono tanti sintomi del suo ritorno alla vita, dappertutto visibili nell'agitazione e nell'inquietudine da cui sono prese le classi proletarie.

Un solo segnale si aspetta e la sesta Potenza, la più grande dell'Europa, verrà fuori sfolgotallte d'armatura e colla spada in pugno come Minerva d alla t esta d ell'Olimpico.

QuCSto segnale sarà dato dall'imminente guerra europea,... (atticolo di fondo New York Trib1111e, z febbraio I 8 54). Marx allora s' ingannava. M~ il suo presagio potrebbe avverarsi domani.

DalrAvitnti !, N. 52, 21 febbraio 19B, XVII (a, )92).

Spilloni

RICOMPENSATI!

E adesso che la notizia dello sfratto del dostro giornale. dall'Austria ha fatto il giro di tutti j confratelli maggiori e minori, poche linee di commeoto. Stimiamo superfluo.... protestare. I Governi si difendono come possono. C'è una dogana. anche per le idee. H eine ne parb. in un KtZp11I del suo De11Juhland.

Rico rdate? I do~nieri cercavano nei b auli le idee ri voluzionarie che il poeta. nascondeva nel cervello. Accade nel 19 I 3 ciò che accadeva nel 1844. Ma noi ci sentiamo vendicati e riv endicati I Oh non già per posare a martiri e vittime dell'italianità conculcata e irredenta. Il mattitio è di un'altra età e in questo caso sarebbe ridico lo. No. Per una ugione diversa. I socialisti italiani sono stati spesso accusati di « austri_acantismo ». Quando non ci sentivamo di sposare la causa dell'irredentismo incosciente e letterario dei giovinetti di liceo con relative dimostrazioni e innocuo bruciacchiamento di ba ndierine di cuta giaUa e nera sotto ai consolati austriaci, quando non ci sentivamo di plaudire gli imprudenti discorsi dei diversi Asinari di Bernezzo o le tirate dì Fo rtis, il coro degli idioti ci accusava di essere agli ordini di Cecco Beppe.

E infatti l'Imperiale Regio Governo austriaco ci ha rico mpensati dei nostri fedeli servizi con un V,rboJen ,secco e .irrevocabile Eppure - ciò ma1grado - noi ci dichiariamo ancora e sempre internazionalisti e.... <( austriacanti ». Ma, intendiamoci, austriacanti non per l'Aust:ili. feudale, militarista, clericale, ma per l'Austria lavoratrice e socialista ; non per l'Austria del Congresso Eucaristico, ma per l'Austria del popolo, che domenica scorsa si è raccolto attorno alla bara di Schumcicr a compiere un rito che ha avuto la profondità e l'ampiezz~ di una apoteosi.

Dall'Àv..mril, N. S2, 21 lebbraio 1913, XVII•.

• Il pniod(J Jr111tino (II, ~)

Il Latitante

Giovanni Giolitti è stato u assente )> dalla Camera lunedl scorso quando fo portato alla tribuna il martirologio ventennale del proletariato italiano. Le assenze ingiustificate diventa.no latitanze. Il latitante è un colpevole. Giovanni Giolitti non ha a.vuto il coraggio di andare in p iena Camera a difendere la sua politica di sanguinose sopraffazioni. È rimasto nell'ombra. Ha mandato innanzi il suo 2iutantc di campo, l'on. Falcioni. ·Gli stessi g io rnali conservatori non trovano paro le per giustificare 1a latitanza del Presidente del Consiglio

L'uomo che nel 1 900 iniziò il nuovo perio do della sua carica parlamentare magnificando la resurrezione delle plebi ag ricole, oggi le lascia massacrare senza sentire il bisogno di pronunciare una parola elevata - al disopra dei Partiti, al d isopra delle versioni - che esprima il rammarico per tante vite cosl tragicamente spezzate.

Giolitti è rimasto colla psicologia e colla mentalitia immutate del vecchio questore. Per lui non ci sono Je cause profonde', lontane, .irresistibili dell'eccidio. No. C'è la folla dei rivoltosi, dei sovversivi, anche quando si tratta di fanciulli. e di donne che vanno incontro ai fucili, sventolando una bandiera tricolore, e c'è la polizia. che spara per mantenere l'ordine. Nel cervello di Giolit ti, l'« ordine» perfetto è quello che nel 1863 reg nò in Varsavia dopo la terribile repressione dell' infame Muraview.

I n Italia i cittadini monturati sono dei privilegiati . Per loro non esiste il codice Uccidono e m.:ssuno li trascina alle Assisi. Cir colano in mezzo a noi, colla divisa insanguinata. Div entano istituzioni intangib~li. Giungono ai supremi onori della gerarchia. Sono encomiat i, medagliettati, commendatizzati, cordonizzati. Sul loro petto c'è tutta una bacheca di chincaglierie. Sono le colonne_ della società. In un altro paese che non fosse l'Italia, _l'agen te assassino sarebbe subito processato e, in caso di assoluzione, allontanato e ricacciato tra la folla anonima. In Italia, no. Diventa un eroe.

L'opera dd Governo è nefasta per due ragioni : primo, perché lascia immutate le condizioni speciali che rendono da n oi cosl frequente l'eccidio ; secondo, perché schia.ffcggia il senti.mento popolare che invoca e non ottiene giustizia. Quella del Governo una seminagione di odio di dasse, è una scuola di violenza. Non ce ne addoloriamo.

Constatiamo,

L'eco delle proteste socialiste non è giunta attenuata o moribonda alla Camera. Tutto un pomeriggio è stato dedicato ai massacriJdi Rocca Gorga. Il fatto è stato sviscerato, analizzato, tonalizzato. Non c'è stata seduta tempestosa, perché la maggioranza giolittian a non ha osato interrorrlpere o ghignare la freddura forcaiola, l'inten:uzione .idiota, come altre volte. Il ventre della Camera si sentiva a disagio. Ha taciuto. Il resoconto non dà che poche interruzioni ddl'on. Sonnino e dell'on. Padulli. Quest'ultimo è un illustre ignoto. Dev' essere uno dei tanti crapaudJ dN marail. Gli oratori sono stati all'altezza del loro compito. Genunzio Bentini è stato possente. H a commosso, trascinato. Egli ci ha presentato la tragedia nella sua luce sanguigna, nei suoi dementi di umanità e di miseria. L'on. Umpanozzi si è imposto alla Camera. Quest'uomo riesce a farsi ascoltare. È ri uscito, malgrado la maI'Clltissima antipatia che l'on, Giolitti nutre _verso di lui. Ca.mpanoui ha ricostruito il fatto. Lo ha ambientato nd luogo e nello spazio. L'on. Eugenio Chiesa è stato, come al solito~ documentale, preciso, categorico. Ha schiacciato l'on. Falcioni. Anche gli altri oratori dell'Estrema Sinistra sono stati effiaci. L'on. Falcioni ha padato come un deficiente. Tutti i giornali sono unanimi nel stroncargli il discorso. Si è limitato a riferire le risultanze della tendenziosa inchiesta ministeriale. Nient'altro. Non si è elevato dalla prosa del rapporto poliziesco, Nessuna analisi dell'episodio, nessuna considerazione d 'indole sodale, nessun sintomo di ravvedimento per l'avvenire~ ma la giustificazione recisa dell'uso delle armi. L'on. Falcioni ha compiuto l'apologfa del massacro di Rocca Gorga . Ecco tutto. Non siamo cosl imbecilli da meravigli~rcene. E adesso ? Se il Governo crede di aver posta la pietra sepolcrale sulla discussione, s'inganna. I morti di Rocca Gorga torneranno alla Camera. L'on. Bentini ha convertito l'interpellanza in mozione. Benissimo I E la mozione dev'essere fumata e sostenuta da tutto il gruppo socialista. Intanto il proletariato deve ptepararsi a rispondere collo sciopero generale alla politica di reazione e di sangue di çi-iolitti. Pur troppo dieci anni- di scissione nel Partito Socialista e nel proletariato hanno creato in tutta Italia una situazione difficile. Il sentimento rivoluzionario si è illanguidito. Plaghe che parevano ribelli, rivelano sintomi di inaspettau. debolezza. Dopo gli eccidi del 6 gennaio, solo nel Feraresc c'è stato un movimento di protesta di una certa ampiezza. Uno sciopero generale - facilitato cla1la disoccupazione cronica. -- della durata di ventiquattro ore e dopo otto giorni. Il Parmense che aveva un morto in casa - H quarto eccidio nel volgere di pochi mesi - non si è mosso. Si è tenuto un comi.zio di protesta dopo ben quindici giornì e non e,era la grande folla.

I gio rnali so vversivi sono un vituperio. Le lo ro corrispondenze sono l'ignobile sfa gatina di tutta la perve rsità e la spudorataggioc del sovversivismo provincializzato. Piccole beghe, piccoli uonùni I Una caterva di idioti che si atteggiano a superuomini. In fondo, anche pusillanimi. Magnifici cianciatoci. Posano a cerebrali e hanno il cranio smobiliato : senza inquilini e cioè sen za idee. Sono gli eterni cdrici, ipercritici, insoddisfatti. Quando odiano n on hanno che un bersaglio : il Partito Socialista. È la zavorra del sovversivismo. Questa gem e iperbolir.za se stessa e la propria missi one. Taluni, che dirigono una Camera del lavo ro di woo soci, si credono capaci cli dirigere i d estini d el mondo. Sono riconoscibili dalla gdmoc, laida dei getù incomptcsi.

È questa la più fa stidio sa categoria di m o rtali. Preferisco i èun.tori di fallimento. Finché il pro letariato non si libererà dalla tutela di q a esti spostati nell'intelligenza e nella vita egli n on sarà m ai libero.

U:na volta l'es odo dei borghesi dalb loro classe, sig nificava carcere esilio, sacrjlici. O ggi, non più. Il liceale b o cciato, l'urùver sitario mancato~ il filisteo parassita che aborre il lavoro manuale, non corre che un so lo pericolo : quello di non rice vere puntualmente lo stipendio.

I p rmanenfJ formano già la nuova buro,razia del proletariato, ~ano rtmdr d, &11ir dell'avvenire, Nella vita privata sono dei gaudenti. Sono già estranei alla tragedia proletaria. Assistono, non vi partecipano. Sono g ià i « patroni ». Questi che., vis ti da lontano, paiono degli apostoli e d egli asceti, visti da vicino si r ivelano quali sono : degli epicurei nel volgare senso della paro la.

Quanti Padri Zappata nel sovversivismo italiano I Se il proletariato it.aliano non si libera di q ùelli che speculano - materialmente - su di lui, egli n o n diventerà mai magg iorenne, m a resterà eternamente pupillo. Basta una sola gior nata di rivoluzion e: per veder o perarsi colla rapidità del fulmine la selezio ne tra i forti e i deboli, tta gli apost oli e i mestieranti. tra i coraggiosi e i vili, tra quelli che fuggono a 60 chilometri alfora quando suona la diana del piii grande pericolo e quelli che rimangono al loro posto, tranquillamente, senza voltar le terga al nemico.

Da W Pollt1, N. B, 23 febbraio 1913, n (m, 49),