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IL GUANTO DI SFIDA

Lo avevamo preveduto e non meniamo vanto della nostra facile profezia. Il Governo ha risposto, come risponde da vent'anni : giusti· ficando gli assusini, tessendo l' apologia delle loro gesta. Giolitti mancava. Giolitti non si è scomodato. Un massacro di cittadini inermi non è per lui - evidentemente - che un volgare, usua.lc episodio di ordinaria amministrazione.

È il sottosegretario che deve occuparsi di questi affari min uti. Motto più morto meno, che conta ?

Ma l'on. Falcioni ha certamente espresso il pensiero dcll'on. G iolitti. Ha recitato la sua lezione a memoria, Se non ci fOSsero altri sintomi, basterebbe il discorso Falcioni per convincere gli illusi che nulla v'è di mutato nella psicologia del governante italiano e che l 'attuale indirino di Governo non è dèmocratico come si va favoleggiando, ma squisitamente, ostentatamente reazionario. L'on. Falcioni ha giusti-6.cato le premiazioni ai carabinieri che nel settembre del 1911 uccisero diversi contadfoi dimostranti contro la guerra, in diverse località del m odenese ; ha capovolto - con un cinismo insuperabilela verità sui fatti di Baganzola, ingiuriando coll'epiteto di malviventi quelia dozzina di pacifici contadini che si erano riuniti a ballare per celebrare la Befana e - malgrado l'ipocrito riserbo che fa il paio col mesto nonché coccodrillesco rimpianto per le vittime - egli ha fatto - a proposito di Rocca Gorga - delle affermazio ni che sono un guant o di sfida gettato sulla faccia - speriamo non bronzea I - di tutto il proletariato italiano. L'opera dilapidatrice, partigiana dell'Amministrazione comunale di Rocca Gorga r isultata, secondo l'on. Falcioni, « incensurabile ». E circa al conflitto <e una severa ed imparziale ispezione ha accertato che l'uso delle umi fu g iustificato».

Avete inteso ? Sono gli uccisi che hanno torto. Anche quel povero bambino di cinque anni fucilato in braccio a s u o padre, anche q uella. donna che p o rtava n el .srembo un'altra vita, anche gU altri disgruiati che non possedevano neppure un temperino e fu rono abbattuti dalla mitraglia, t utti, tutti costoro sono i colpevoli Il comandante della fon:a. pubblica ordinò il fuoco per tutdarc « la vita propria e dei propri soldati )> ; il tenente Grcgori !: l'innocente che sarà do mani premiato, come C:Cntanni. È logico, è naturale.

Ma non dovrebbe essere - d"altra parte ........ per quelli che vaneggiano dietro al liberalismo giolittiano, un episodio tremendamente istruttivo?

Dovremmo protestare? Ci basta constatare che il G overno d i Giolitti rivendica senza eufemismi la -sua complicità e la sua responsabilità in quella sua peculiare politica che noi abbiamo definito « la politica della strage». Il Governo, cioè anche i democratici: Sacchi, Credaro, Nitti. Il Governo e cioè anche quelli che lo hanno appoggiato .

Così è bene. Cosl la posizione è chiara. Coloro che negli eccid1 null'altro vedono se non un episodio poliziesco a responsabilità limitate, si mordano la lingua. I Centanni, i Gregari passano per noi in seconda lin~a : essi sono gli esecutori materiali. Noi portiamo alla sbarra· il Governo che è l'ispiratore morale e il giustificatore sistematico dei massacrL Il Governo, apologizzando gli assass ini, v ituperando le v ittime, fa il suo dovere. A noi, di fare il n ostro. Il guanto di sfida dev'essere raccolto.

Noi ripetiamo ben forte la parola d'ordine del Partito Socialista. I lavoratori d'Italia che non toJlerano di essere trattati come un'orda dì sc.h.i11.vi, rispondano al primo eccidio colla immediata proclamazione dello sciopero generale ad oltranza.

Dal\"Ava:nfi!, N. 49, 18 febbraio 19 13, XVII •

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