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LA RINUNZIA DEL GRAN CONSIGLIO

ll IL BILANCIO DELLA GUERRA

La deliberazione del Consiglio Nazionale turco ha chiuso il periodo p iù grave d elle incertezze nella situazione internazionale : la p ace può ormai dirsi un fatto compiuto. La questione di Adrianopoli - paragonata al nodo gordiano troncato dalh1. spada del Macedone - è stata invece sciolta dalla abilità diplomatica e coercitiva delle grandi potenze che h anno consigliato prima, imposto poi, alla Turchi a la rinuncia s upre ma.

Adrianopoli cambia p adroni. D iventa bulgara.

La cessione della prima capitale degli Osmanli ai trionfatori della Quadruplice autorizza a ritenere che anche gli altri scogli minori saranno - coU'aiuto del t empo e d elle trattative - superati. Il dissidio bulg aro-romeno per i l possesso di Silistria sta per essere amichevolm ente risolto, e anche per le isole dell'Egeo, prospiccnti la costa del1'Anatolia, si troverà la formula conciliatrice. Non crediamo che la delimitazione dei confini dell'Albania possa suscitare un nuovo ,as11s btlli, per quanto sia stridente il contrasto fra l'Austtfa che vagheggia la Grande Albania e la Serb ia che non può rinunciare alle sue conquiste territoriali.

Come si vede, lo svolgersi degli avvenimenti ha co n fermato le nostre previsioni e giustificato il nostro costant e, se pur t emperato ottimismo li fatto è incontestabile. Eccettuato il deputato greco Theodoropulos, che ci pare un fanfarone come il suo degn o c o lleg a al Parlamento g reco Ro mas che ha inscenato l'ultima g aribaldinata ; t olto il Thcodoropulos, che non è - ad o gni modo - un socialista, i socialisti tutti di Serbia e di Bulgaria - gli unici paesi del Balonì nei quali esiste un Pat tito Socialist a de gno di questo n ome (rico i::diamo a tal proposito le i nteressanti corrispondenze del nostro Guarin o) - sono stati - dall'inizio alla fine -recisament e contrari aUa guerra.

Il pericolo di una conflagrazione europea è, oggi, dopo la deliberata cessione di Adria nopoli, una eventualità molto remota. Ora che la p ace è conclusa, noi socialisti italiani dobbiamo renderci ragione dell'atteggiamento tenuto" dai socialisti balcanici durante I~ guerra. Perché se è vero , come lo si pro clamato da moltissimi socialisti, che la gue rra dclh QuadrupliC:e è stata una guerra di pop oli, allora i socialisti serbi e bulgari si sono messi contro i sentimenti e gli interessi dei loro popoli ; se è vero, come è stato scritto, che q uella svoltasi sulle rive della Marit:z:a e del Vardar è stata una guerra << rivoluzionari.a». se ne deduce che l'atteggiamento dei ·sodalisti b ulgari e serbi dichiaratisi sui giornali e nei Parlamenti contra.ti alla guerra, è stato <e reazionario».

Non è facile gira.re i corni di questo dilemma.

Precisato il quesito, c'è da chiedersi : I compagni serbi e b ulgari sono d unque dei « reazio nari » , d i fronte alla guerra « rivoluzionaria» voluta dalle monarchie della QuadrupUce, e considerata « riv oluzi onaria >> anche da mo ltissimi socialis ti italiani che si sono lasciati co mmuov ere d alla già v iolata fo rmula « il Balcano ai balcanici » ?

F orse mo lti socialisti italia ni hanno vi sto nella guerra della Quadrup lice una guer.ra p er il trio nfo del principio di nazionalità, co me le guerre del risorg imento ìtaliano, ma l'analogia no n ha fon damento . Nel cas o dell'Italia si trattava d i sette go verni e di un sol po p o lo, n el caso ddla Quadruplice si tratta di cinque Stati e di u na do zzina di popoli divisi per lingua, per religione, pe r costumi, per razza. Com e si sp iega in somma, l'atteggiamento dei socialisti d el Balcano ? Il supplemento al n. 9 d el Bollettino dt ll' UJ!ìd o Internazionale S ocialiJta d i Bruxelles test é giunto ci, ci spiega ]'apparente contraddizione fra g u er ra « riv oluzionaria » e i socialisti « reazionari»

Il compag no Blagoeff, il capo d ei marxisti orto dossi denominat i « stret ti », spiega nel « rap porto>) inviato a Bruxelles il contegno « reazionario>~ del suo Partito. Anzitutto il Blagoeff rip o rta la mozione votat a dai socialisti b ulgari nel con gresso tenuto a Ro utschiuck il .z8 agost o 19 u. .

Dice la m o z ione :

« N oi innalziamo la nostra voce per la consttVllione dell a pace e il proletariato cosciente bùlgaro manda il suo saluto fraterno agli opera.i della Turdùa e d egli a.Itri paesi vicini. Il proletariato bulgaro è pronto a lottare al mo .fianco pe r la libertà e l'un.ione dei popoli balcanici. N oi protestiamo energicamente contro il gioco della borghesia bulgara nella questione macedone Questo gioco provoca d ei massacri e delle rovine in Macedonia e prepara nuovi abusi, fortificando la reazione borghese e mooarchiCa, Il congresso dichiara alta.mente che la liberti del popolo mu:edone non sarà ottenuta con una autonomia. Le pretese demagogiche d ella piccola borg h esia per l'autonomia non sono fo ndate. La liberti non u ri otlcnu1il che dall'unione di tutti i popoli dei Balcani in una federuione- repubblicllna balcanicL Q ~sta solo può assicurare l'indipendenza e !_'unione del popolo bulgaro, oosl come quella degli altri popoli del Balcano »-

Il Blagoeff ricorda quindi i primi episodi dell'agitazione contro la guerra e cioè il manifesto lanciato il 2.0 settembre al proletariato bulgaro, e i comizi riuscitissimi del 2. z contro la guerra e per « la Federazione balcanica repubblicana»- D ocumentata la rcuione poliziesca che imperversa in Bulgaria (è la solita prima conseguenza della guerra), il Blagoeff dichiara testualmente (e queste parole devono essere meditate da quanti socialisti hanno troppo liricamente inneggiato alla g uerra balcanica) : '

« La rabbia milita.re e la reazione scatenate, paralizzano I.a nostra a.zione, per il momento Ma i grandi avvenimenti che si svolgono nei Balcani non sono punto una causa perch~ la Democrazia sodale bulgara cambi il suo p unto di vista sulla guerra e sulLi. que-stione nazionale nei Balcani. Tanto prima come adesso, noi siamo decisamente contrari alla guerra. Anzi, tale avversione ! aummtata da quando abbiamo potuto constatare l e rovine economiche spavent"°oli, le barbarie e gli orrori della guerra. Q uali si siano le conseguenze d ella g uerra, anche se fossero vantaggiose per i popoli balcanici, la Oemocra:r:ia sociale non solo non ha motivo di abbandonare la sua divisa: "la Federazione repubblicana balcanica", ma trarre invece negli ultimi avvenimenti stessi nuovi argomenti per proseguire sullo stesso cammino ».

Nel suo rapporto scritto prima d ell'armistizio di Ciatalgia, il Blagodf prevede e satta mente i risultati della guerra e a proposito delle conquiste e s partizioni territoriali cosl scrive :

« Il saccheggio della Macedonia da parte degli Stati vicini, creerà una situal:ione ancor p iù intollerabile dal punto di vista dello sviluppo n9.2.ionale dei popoli balcanici. La Bulgaria. ingrandita in tal modo sa.rà popolata da milioni di turchi, da centinaia di migliaia di serbi e di g reci;· cosl la Serbia, ampliata, sarà popolata da parecchie centinaia di migliaia di bulgui, greci e aJbancsi Da tutto ciò risulta che - qualunque sia la geometria che si seguirà per dividere la preda turula questione dell0 unione pima. e reale dei popoli balcanici 1cstcrà ancora più imperiosa e -.ita.le ».

E , dal B1agoeff, rappresentante dei socialisti int:n.nsigcn ti, passiamo al deputato Sakazolf, capo dei riformisti o « larghi ».

Com' è noto i socialisti bulgari sono divisi io due partiti. Nel Bollettino c'è il resoconto del coraggiosissimo discorso contro la guerra. pronunciato dal Sakazoff alla Sobnnie nella tornata dcll'S ottobre, quando i primi successi militui facevano delirare lo sciovinismo bulgaro.

Qw.lcuno della maggiotanza v o leva, anzitutto, impedire allo Sakazofr di parlare, traendo a pretesto che come aco--eletto non avev a ancora giurato .

Ottenuta la. parola e la calma, il Sakazoff cominciò col ridurre a più modesti limiti l'entusiasm o da cui - a sentù:e la stampa governativa - sembrava invaso il popolo bulgaro.

« Voi dite, o signori del Governo, che tutto il popolo ù:1 anni è d 'accordo con voi. Urto, il pop olo non vi contr::iddice, ma sa a chi addossare le responsabili tà dt- tla guerra Se in luogo di mobilitarlo, voi aveste i nvitato il popolo a pronunciarsi mediante un plebiscito, a llora voi potrtste ragionevolmente parlate della su ;i opinione a seconda del suo voto. Ma voi mectele i! popolo dinnanzi al fatto com· piuto ed esso non è ancora in grado di opporsi al dovc:re che gli viene im posto ,-.

Il d iscorso del compag no Sakazoff fu continuamente ur:lato. In segn o di protesta molti de puta ti abbandonarono l'aula. Ciò non impedì al nostro compagno di fa re alcune coraggiose affermazioni che vale la pena di riferire.

« Come per i misfatti del Gover no bulgaro n on è responsabile i l popolo, cosi, nel p aese vicino, contro al quale mobilà.ziamo, no.i non accusiamo il popolo, ma il Govemo Noi espiamo g li errori e i delitti che i nostri governi .hanno commesso da vent'anni, e gli strati povc:-ri del popolo di Turchia espiano i d elitti commessi dai loro governi da cinquanta a c~to anni a questa parte l)

Riportiamo letteralment e la chiusa - urlatissima - di quest o superbo discorso:

• Finché i popoli come in Turchia d a lunghi secoli e in Bulgaria da un tren· tennio, saranno condotti da persone irrespoosabi li che, per la soddisfazione d ei Joro p rop ri interessi, gettano le madri e i figli nella miseria, essi si troveranno sempre dinnanzi ai fatti compiuti e o getteranno le armi o, dopo aver fatto il loro dovere, dimanderanno conto a coloro che li hann o immersi in questa aggrovigliata s ituazione. Noi protestiamo violentemente contro la guerra preparata da voi, contro il massacro umano; noi protestiamo conuo il modo con cui la Bulgaria è stata go. nma.ta sino adesso e contro i fatto ri irresponsabili di questa situazione».

Basta co lla citazione. Nessun dubbio può rimanere. I socialisti bulgari in tutte le loro grada2ioni hanno avversato la guerra. Ciò n on di meno essi pure ammettevano l'esistenza di un problema balcanìco. Esclusa la guerra, come intendevano risolverlo? La risposta è chiara, Co ll' unione del proletariato che avrebbe fatto la riV'oluzione contro le monarchie e avrebbe costituito la federazione repubblicana di tutte ·1e nazionalità balcaniche, non esclusa la Turchia. La guerra ha allon~nato o avvicina to questa meta ? Secondo i socialisti bulgari, allo n tanata. Io fatti, la guerra ha soppresso l'irrazionale 1/a!M quo del con: g rcsso di Berlino, ma ne ba creato un altro in cui molto cliffìcilmente sarà rispettato il principio di nazionalità. Coll'annessione della Macedonia scomparso l'irredentismo bulgaro, ma coll'annessione della

Tracia. popola~ solo da turchi malgrado l'esodo di migliaia di famiglie di contadini, sotgerà l'in:cdentismo turco. La guerra liquida la Turchia all'indomani di una rivolu2fone che aveva meravigliato tutta l'Euro pa, e consolida le monarchie balcaniche fino a ieri pericolanti. I r e e g li uomini di governo sono salvi, tanto quelli della Quadruplice come quelli della Turchia, i morti a migliaia e migliaia sono i proletari d ell'uno e dell'altro esercito che non si conosce vano e non avevano sufficente ragione di odiarsi...•