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SPLENDIDO ISOLAMENTO

Siamo soli. Siamo sta.ti soli. Ieri nell7opposizione alfa. guena libica, oggi nella protesta contro la politica peculiarmente giolittiana del massacro.

Lo constatiamo, senza rammarico. Anzi, con piacere. Gli altri Partiti si sono eclissati.

La democrazia si è limitata alla cronaca e a qualche commento prudentissimo, per non dire anguillesco; i repubblicani hanno disertato i comizi dove avrebbero potuto far echeggiare la nota antimonarchica; il giornale quotidiano diretto da un destro o da un autonomo non ha.... insistito I

Solo il Partito Socialista ha alzato la sua voce di protesta, interpretando gli sdegni e i propositi del proletariato.

Continua cosi quel nostro « splendido isolamento» che ebbe inizio dall'impresa di Tripoli, e ci ha rinfrancati e ricondotti ai salutari contatti colle masse proletarie le quali ascoltano sempre volentieri - malgrado deviazioni di uomini e di tendenze - la p2.rola del socialismo.

La protesta contro gli eccidi è riuscita. La puola d'ordine della Direzione del Partito no n è caduta nel vuOto.

Forse. l'agitazione più che profonda t stata vasta ; estensiva più che intensiva.

Comunque la sua g rande importanza indubbia. E non sfuggirà a nessuno quando si pensi che il proletariato italiano che esce ora da una lunga crisi che lo ha per lungo tempo travagliato, quando si ricordi che dei patt.iti politici cosiddetti popolui uno solo può dirsi cd è :mcç,ra vivo : quello socialista; quando si tenga presente che la gueè.ra e l'esaltazione della guerra conduce ad una specie d'incallimento della sensibilità. mo.raie e a un deprezzamento del valore della vita umana ; quando si pensi a tutto ciò si deve convenire che la proresta - culminata nei numerosissimi comùi di ieri, di cui più sotto diamo notizia - ha superato le nostre più ottimistiche previsioni e deve aver impressionato gli avversari e il Governo.

Segno evidente e confo.rtevole che il p:roletariato italiano non t diventato completamente sordo a.i motivi ideali.

Ora sì tratta, come dicemmo raltro giorno, di tenacemente persistere.

Cè qu..indi tutto un vasto lavo ro da riprendere e da intcnsiharc se vogliamo con mosse rapide, simultanee, generali, fronteggiare e dominare gU avvenimenti.

Noi sentiamo che il socialismo sarà domani un altro « momento nella storia d'Italia.

Dall'Avanti!, N. 13, 13 gennaio 1913, XVII 'Ì'.

• LA politfra della .sJrag, ( ,4)

[AL « LAVORO»]

Una nostra allusione al contegno del Lavoro di Genova, che, di fronte agli ultimi eccidi, non è stato di molto dissimile da q uello del democratico S ecolo , ha punto sul vivo il confratello genovese. Il qua.le pula di una nostra << ossessione dell'iso lamento >1 e relativa << fobia di trovarci con qualcuno )) ; di una nostra « acre voluttà>) d i d irci soli contro tutti e simili piacevolezze ; m entre la nostra era e voleva essere u na sem plice constatazione di fatto. Constatazione che il Lavoro stesso oon può s mentire.

Mcgliò soli , del resto, ch e male accompag nati. Noi non avremmo - data Ja delicatezza dell'ar gomento - intavolato la p olemica, se il Lavoro, dopo e ssersi difeso, non avesse attaccat o la Direziòne del Partito SociaJista Italiano . Che cosa hanno fatto, chiede il Lavoro, i «rivoluzionatissimi }> della D irezione del Part ito, di fronte ai nuovi eccidi ? Parole, pa:role, parole, come i riformis ti della v ecchia Direzione.

Ma do mandiamo al Lavoro che cosa potevano fare i « rivo lu zio narissimi » con un Partito che voi, riformisti di destra e dei circoli auton omi, avete cercato di ridurre a un << ramo secco » ? Che cosa potevano fa re con u n pro letar iato che, se è diviso, no n è ce rto. per colpa dell' att uale Direzione del Partito ?

Non siete voi che per trascinare ai piedi di Giolitti le masse proletarie lo av ete p resentato come un ministro liberale ? Non è il v ostro riformismo accattone che h a snervato e n auseato i sociali sti italiani ?

Che cosa può fare un Partito che esce or ora da una· lunga crisi durata o ltre lln decennio ?

Non è il vostro clan che ha sistemat icamente diffa mato l'atto più energico che si p ot eva . tentare, lo sciopero generale, anche quando come nel t 904 è riuscit o una memorabile manifestazione di fo rza e d i fed e socialista ?

In tali condizioni che altro si poteva fare, se n o n c hiama.re il popolo a comizio ? Ritornare a questa vecchia abjtudine dei pop oli liberi dimenticata dai vecchi riformisti ?

Consta.tiamo intan to che la parola. d'ordine della Direzione del Pattito non è caduta nel v uoto e che la protesta è stata gen erale come forse non si sarebbe creduto dopo tante deviazioni e delusioni Se, come dice il Lavoro, l'inchiesta fatta dal Susi è un elemento di fiera condanna per il Governo, questa fiera condanna colpisce anche i signori «destri)> che del Governo di Giolitti sonò stati più e ·più volte caldi e tenaci sostenitori. Sono i voti di fiducia dati al Governo massacratore, quelli che hanno demoralizzato il proletariato italiano e rendono - per il momento - impossibili azioni più energiche.

Ciò detto, cogliamo l'occasione per aggiungere qualche altro rilievo destinato ai nostri amici. Noi, avremmo voluto che uno dei membri della Direzione del Partito residenti in Roma si fosse recato immediatamente dopo l'eccidio a Rocca Gorga, per compiervi quell'inchiesta fatta tardivamente dal Volpi e che noi abbiam vi sto sul.. .. Suolo. Avremmo voluto inoltre che un deputato socialista si fosse recato a Rocca Gorga per farvi ciò che ha fatto l'on. Chiesa (quello di Milano, non quello di San Pier D'Arena). Avremmo voluto infine e sopra.ttutto dai consiglieri della minoranza socialista di Roma, una dichiarazione di pro testa contro g li eccid1 e di solidarietà colle vittime.

Il silenzio - ingiustificato e ingiustificabile - della minoranza consigliare rivoluziona:cia romana ha sorpreso, sbalordito, addolorato tutti i socialisti italiani.

Come il Lavoro può, da queste nostre linee, ancora una volta constatare. noi non abbiamo una r egola morale per gli amici e un'altra per i nemici. Foèse per questo noi finiremo col cadere in odio a tutti : a destri, a sinistri, a intransigenti, a r ivoluzionari. Che importa? Quello che ci preme è di r imanere colla schiena diritta e la coscienza tranquilla.

Dail'APanti!, N . 16, 16 gennaio 19 1}, XVII•.

• Il LaP()rO di Genova, N. }46, 19 gennaio 1913, XI: .: LA VENDE1TA O!LLB

COSE. - Benito Mussolirtl mastica ama.ro e ha ragione ( +). "F&rie pn lflleJJo - egli ha scri tto recentemente - nui finirffll() rol ,aJ,u in odio 11111JJi:" ( + )

MAJuo BETTINOTI1 ».