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UNA LETrERA DELL'ON. BONOMI

Rom11, 19 diumbre 191 2

Egri:gio Direttore,

Nell'articolo di commento dell'Avanli.' a l congresso socialista.riformist a, si legge : « Nel programma di Bonomi non si parla più di abolizione della proprietà privata, <li socializza zfone dei mezzi d i produzione, ma di ri forme che debbono rapprcscntaie l'equilibrio delle classi», C'CC. ecc

In omaggio a ll a verità, mi perme tta di trascriverle i due" primi commi dd programma che ho fatto approvare dal congresso.

Essi suonano così :

« Il Partito Socialist~-Riformista riflette le idealità e 6anchegg.ia lo sforzo ascensionale ddla classe lavoratrice, 1a quale, per effetto dell'evoluzione economica e per atti di volontà consapevole, prepara una socie tà senza classi, in cui i mezzi di produzione e di scambio saranno a disposizione d el la collcttivitì dei Ja. voratcri.

« Di conseguaua esso si propone di diffondere la consa~ole22a di ques ti fini nella classe lavoratrice; di prestare -l'opera propria nell'org anizzarl a per mestieri e per t>tofes.s ioni, onde renderla atta a combattere la s ua JoUa di classe; di mantenersi in contatto coo Je federa zioni d el lavoratori organiuati, pur ri.!pettan.do la disti nrione autonoma di queste f ederazioni da ogni partito pi> lit ico». ·

Come Ella vede nesswia n ovità e nessuna reticenza h anno modificate o attenuat e le nostre affermazioni fuu listiche, le quali restano intatte e come q; sforzo » concreto dì classi in ascensioni, e come idealità dirigenti le nostre q; volontà consapevoli •·

Una sola novità, ed è ques t a: che il Partito Socialista. Riformista vuole « riflettere ,. lé idealità della classe proletaria, vuole « fiancheggiarne 3- lo sforzo, ma non intende di eSJei e l'unico interprete, il supremo tutore, l'arbitro assoluto dei destini d ella classe lavoratrice, le cui organizzazioni d ebbono r est are « autonome da ogni _partito )?Olitico » Con la quale affermazione no i intend iamo riconoscere che la realizzazione integrale del socialismo spetta .alle organizzazioni operaie, e non gi.ìt. a quei « dottori in rivoluzione» e~ sono i tesserati di Wl partito politico, il quale, quando vuole sovrapporre alla varietà e mutabilità dei fatti sociali la rigidità astratta · delle sue previsioni e delle sue formule, diventa un umo secco nel movimento ben più vasto delle classi p roletarie: io ascesa.

La nostra fUD2:ione vuole essere circoscritta e pr ecisa : r ~kt'e i bi sogni delle classi Ja•ocatricl e tradurli in atto, coordinandoli ai fuù f imi e ideal i d el soci.a.- lismo e adattandoli aHe realtà contingenti, Con ciò crediamo che il « .ramo » possa t~tar verde, perché vive accanto, non soi,ra, a1 tronco vigoroso d el movimento operaio.

Confido che a questa mia rettifica Ella, che ama non le abilità sottili, ma le diffc.rtruiazioni nette e ucise, vouà dare ospitalità cortese.

Ringraziandola, mi creda

Pubblichiamo la rettifica dell'onorevole Bonomi anzitutto per dimostrare a luì e ai suoi amici che n on invano si fa appello alla nostra imparzialità e cortesia (in fondo, siamo assai meno faziosi di quanto si crede !) e per precisare, con una breve replica, il nostro punto di vista.

Noi, commentando il con gresso di Roma, abbiamo, insieme a molte altre cose, affermato che il prog ramma dei destri è scevro di p.reoccupazioni di ordine finaListico, «sordo» insomma come lo aveva definito il congressista Mario Govi ed ecco il Bonomi che ci risponde trascrivendo due commi del progr amma e facendoli seguire da un commento dichiarativo. Pu ò parere che l'on. Bonomi ci abbia messo con le spalle al muro, ma non è cosi. Chiunque dice «programma)), la parola st essa «programma>) indica qualche cosa che trascende l'attualità, la contingenza, qualche cosa che va oltre, verso un « 6ne )> (altrimenti ci troveremmo di fronte a una forma paz:zesa. di pragmatismo) e quindi anche il p rogramma dei destri è in riferimento a u na « fi nalità». Ma questo non significa che il programma stesso sia so~ cialistico o abbia qualsiasi valore rivoluzionario. Gli stessi borghesi non hanno- difficoltà ad accettate il socialismo, quando ]o r e leghiate nel lontano futuro, lo presentiate come il risultato ultimo di una lenta, p:i.cifica evol uzione. La dichiarazione p r ogrammatica dei destri non spaventa nessuno, neppure Giolitti. Sono le forme d 'azione, i met odi di lotta nella società attuale quelli che attirano o alienano le simpatie, que lli che ci accomunano colle altie frazioni e tendenze o ci dis ting u ono e separano da tutti. Vediamo più da vicino, la «:novit à)) di cui ci parfa Bonomi. Che cos1 vuole il Partito Riformista ? Riflettere le idealità d ella classe proletaria. Q uali idealità ? Non le conservatrici, evidentemente, ma le i dealit à rivoluzionarie che devono condurre alla società s enza classi. Orbene, quando il B onomi e i suoi amici si riconciliano con l'istituto mo narchico - forma tipica. e ·arretrata di privilegio - essi non « riflettono » ma « deformano » le idealità del proletariato.

E può e deve un Partito ~cialista acconcia:rsi a compi ere questa semplice , p assiva funzione di « riflessione»? E se domani, facciamo una ipotesi, il movimento proletario italiano diventasse corporativista (come sono state fino a ieri le Trade Uniom inglesi), dovrebbe u n Par• tito Socialista degno di questo n o me adattusi e <e riflettere » le idealità picco lo -bo rg h esi e filistee di una massa o peu ia conservat rice? Il Bonomi ci tiene a dichiarare che le o rganizzazionì debbono e< res tare autonome da ogni p artito politico». Bisognerebb e intenderci su questa famosa autonomia. Intanto noi distinguiamo fra partici politici e partici p olitici. Noi non li mettiamo tutti in un fascio come fa il Bonomi . Comprendiamo anch~ le sue premure, per l'autonomia sindac.ale, perché finora nei collegi d egli espulsi e dei destri è stata rivendicata dalle organizzazioni economiche contro le d eliberazioni intransigenti e rivoluzio narie del Partito Socialista. Il Bonomi si preoccupa dell'auto nomia sindacale, no i invece ci preoccupiamo dell'autonomia dd Partito che è diventato riformista per sodclisfate - nei comuni, n elle pro vincie, nel Parlamento - i piccoli appetiti di talune categorie operaie Il Partito Socialista non « riflette», ma « rappresenta», ma su scita le idealità «socialiste» ddla classe lavorat rice. E quando no n sian o « socialiste », n on vi si adatta, le combatte. 1 « destri» vogliono « fianch eggiare >> il movimento op eraio. Anche la democrazia p iù o meno radicale ha questa pretesa. E sta bene. Ma d o mandiamo : F iancheggiate .H. movimento per stimolarlo o trattenerlo? Pe r mette rlo sotto Ja protezione dello Stato o contro lo Stato ? Per la lo tta di classe o p er la collabo razione di cfasse? Voi fiancheggiate il proletariato, come patroni che fanno cadere su di esso la p ioggia delle provvidenze leg islative ottenute colle schermag lie parlamentari o co n q uella palmare negazio ne di ogni socialistico principio di lotta di classe che è la partecipazione al potere in regime b orghese. Partecipare al potere c he è qualche cosa di diverso dal «conquistare)> il potere. Noi n on :fia ncheggiamo il movimento proletario, noi ci mettiamo alla su a avanguardia.

Sappiamo bene che la. realizzazione integrale del socialismo è affidata alle organizzazioni oper aie, ma in quanto s iano organizzazioni operaie socialiste. D el resto - nei momenti perìgliosi d ella storiaanche « i tesserati di un p artito politico 1> possono recare un con t ributo no n d isprezzabile di energie alla causa rivoluzionaria. D ove e da chi si è pronunciata la più solenne ammonitrice parola. in questo trag ico anno di g uerra ? A Basilea e da quei « dottori in rivoluzione» che il Bonomi ha il torto di schernire.

La tivolta catalana fu preparata d a un 2Itro « dotto re in rivoluzion e>) che pagò l'insuccesso colla vita. F o rse per questo Giorg io Sqrc:l lo ba diffamato. (Notate l'analogia : Bo nomi e Sord, gli estremi che s i t occano). (

Riassumendo : è il «modo; con cui voi riflettete i bisognildd proletariato , è il<( metodo » con cui li traducete in atto, è l'« illusione» per cui credete di coordinarli ai fini ultimi del socialismo, mentre di fa tto lj adattate e vi adattate alla realtà contingente (che è borghese l), è tut to questo che scava l'abisso fni voi e n oi, fra la vostra e la nostra. tattica, fra la nostra e la vostra no zione del divenire socialista, e - so• prattutto I - fra la nostra e la vostra m entalità.

Dall' Avanli!, N. 3 , 4, 21 -dicembre 191 2, XVI*·

• GtuSEPPE DB FALCO - PllfJÌlo d Sind,m110. s~l/(I f11n:xion , dd PtlftiJo Sotialist11 rispmo a//'org,mi:u11zion e operaia. Biblioteca de L' l11tn11aion"111, Se-· rie « Pubblicazioni d'attualità », N. 3 - s B,L.t., Tipografu. Camerale, Parma, 1913, pag. 25 : ,. (+) Il Partito - lo scrisse: meravig,liosamente Benito Mussolini chiosaodo una lettera. di Bonomi - d ev' nsere" aI1' avangua.rdia del movimento o~ra.io, deve additargli l'idea.le. ( + ) X>,