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LA TRIPLICE

Cioè !'Alleanza che lega l'Italia ai due Imperi Centrali, austroungarico e germanico, è stata rinnovata.

È stata rinnovata in fretta e con anticipazione di mo lti mesi sulla data di scadenza.

I giornali della borghesia tacciono. Solo il Suolo ba un notevole articolo di Leonida Bissolati in cui si sfiorano, con accento melanconico, tutte le ragioni democratiche e popolari contro il patto cesareo.

L'argomento è grave e complesso, involgendo i più vitali interessi della pace e della civiltà d'Europa, e non è certo s u un giornale come il nost10 che si possa trattare a fondo.

Ci limitiamo a questà constatazione: il Trattato è segtcto e segreto si mantiene nelhi sua rinnovazione.

Né il Senato, né la Camera, né tanto meno i ;6 rrùlion.i di italiani che formano il Paese sanno che cosa contenga, a quali doveri ci obblighi, quali e quanti gravi impegni importi per l'Italia questa alleanza da cui dipende tutto il tono della nostra politica.

È un'alleanza per la pace ? O per la guerra? Per una pace armata, rovinosa pei bilanci quanto una guerra continua? O per una pace sincera e duratura, che consenta il progressivo diminuire della pressi one fiscale e militare ?

Ci porterà ad una politia. navale e mediterranea che schiacci ancora una volta le risorgenti energie del Paese ?

Ci porterà contro la Francia e la Russia sulla terra, e conuo l'Inghilte.rra, la formidabile padrona dei mari, sull'Oceano?

Dove, dove mai ci condurrà la politica di Vienna e di Berlino, le cui cancellerie frrcquietc guardano con occhi di lince, spiano tutte le ragioni e i pretesti di conflitto ?

Questi i punti di angosciosa interroga:z:ione per il proletariato, i cui interessi sono quelli soltanto della pace e della civiltà, contro le guerre e le avventure J>iù o meno fortunate dell'imperialismo nazionalista.

Punti interrogativi a cui nulla risponde, purtroppo, il segreto di- plomatico dei trattati di politica i nternazionale, completamente sottratti al controllo parlamentare .

Se non si vuol considerare come una risposta tranquillante quella dell'onorevole genero di Papà Eccellenza, che ha proclamato in piena Camera l'abdicazione dd sacrosanto diritto al controllo parlamentare delle malefatte ministeriali

D a I.A Lolla di Class,, N. lH, 14 dicembre 1912, m (a, 485).

I Morti

Sono ancora stesi a centinaia. a migliaia sui campi di Lule-Burgas, di Kirkilissc, atto1no a Scutari, sotto Adrianopoli.

Chi li g uarda, eh.i li vede, chi li :ricorda ?

La guerra, cotne turbine d evastatore, è già pass2.ta : l'armistizfo concluso, dice la pace v icina, lavorano i pr0tocolli e le diplomazie, La menzogna convenzionale riprende il suo impero. I plenipotenziari dei popoli ieri nemici, gli ufficiali degli eserciti che ieri si dilaniavano: si mit~agliavano, si scannavano a vicenda in un'orrenda furia macab ra, oggi si sorridono, si stringono la mano, s turano la bottiglia di ,hampagm e toccano i calici scintillanti, bevendo alla salute dei propri sovrani, lontani e irresponsabili.

Le borghesie si riconciliano : le banchè aguzzano il viso p er studiar le nuove terre.

La frontiera sì sposterà : la croce si sostituirà in questo o quel punto alla mezzaluna. Il nuovo mondo balcanico si darà q ualche maggiore apparenza d i civiltà. Il capitale frutterà nuove delizie ai ricchi, sarà nuova pena ai lavoratori : tutto tornerà ne.Ila sua o rbita.

Dalla guerra nascerà la pace ; dalla pace il lavoro ; dal lavoro la ricchezza c he ci fa lavorare, la miseria di chi lavorerà

La g uerra passerà alle pigre pagi ne della Storia.

Ai morti chi più ci pensa? Ai mille e mille cadaveri gonfi, lividi, irrigiditi nel doppio gelo della morte e dell'inverno desolato ; ai mille corpi mutilati, mal sepolti, cui gli uccelli rapa.ci tiraron fuori 1e miserabili viscere, ai mille e mille visi contratti ncll' ultimci spasimo, lordi di fango sanguinolento, abbandonati fra i rottami della battaglia, sui campi gelidi della Macedonia, della Tracia, seminati pci burroni dell'Epiro, sto.ziati nelle terre dcli'Albania, chi ci pensa ?

Chi si ricorda ?

Chi piange, chi maledice, chi impreca ?

Chi? povere sìlenti figure di madri abbrunate; voi, s), voi si piangete.

Ma· t flebile, troppo fioca, troppo debole la vostra voce pia. e dolente .

Il mo ndo è troppo pieno di frastuono, Chi vi a.scolta?