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DINNANZI AL FATTO COMPIUTO

Quando il conte Be[chtold si recò a visitare Vittorio Emanuele Ill re d'Italia, a San Rossore, il nostro giornale affermò esplicitamente che in quel convegno la 'l'riplice Alleanza e.ra stata rinnovata.

La nostra affermazione parve a ta lwii una fantastic.i. congettura c ui le fortuite coincidenze di quel momento politico davano apparenza di verità; ora però vediamo quanto di positivo e d i reale contenesse.

La Triplice Alleanza è stata allora rinnovata e di tale evento solo oggi si dà comunicazione al pubblic.:o perché cosi suggedscollo le convenienze e i calcoli della politica.

Non bisogna infatti dimenticare che il giorno 14 dicembre si ndunano a Londra i rappresentanti delle nazioni europee per cercare la formula risolutiva del complesso imbroglio balcanico. Cessata o sospesa la guerra sa~guinosa e devastatrice tra i monti della Macedonia e nelle pianure dì Tracia, comincia ora la gara spaventosa delle insidie e delle rivalità dinastiche e capitalistiche. Lo sboèco serbo sul1'Adriatico, l'indipendenza dell'A1bania, il destino di Salonicco -per ricordare i più scottanti quesiti che formeranno oggetto delle dispute nell'imminente Areopago di Londra - offriranno il pretesto a tutte le vecchie e no n mai spente rivalità tra le cosiddette nazioni civ ili, di risollevarsi e manifestarsi.

E a quelle tra le nazioni che sono più direttamente interessate · alla contesa balcanica, tornava evidentemente assai comodo di presentarsi in condizioni di forza. Ora dunque l'Austria apparirà sempre meno isolata~ nell'atto di far valere le sue pretese contro la Serbia, e la Germania potrà sempre dimostrare alle sue rivali di aver sempre legato alla sua egemonia le minori alleate, Italia ed Austria. Fu scnz·a dubbio in considerazione della conferenza di Londra - preveduta già da tanto tempo - che l'annuncio del rinnovamento della Triplice si te avuto on soltanto.

Se il fatto, depreca.te ma c9mpiuto, debba essere per il Pa.rtito Socialista ragion di rammarico o di letizia, ci riteniamo dispensati dal dirlo.

A costo di se2ndalfanre tutti i competenti consumati nelle ma- liziosc furberie dei rapporti internazionali, e a costo. di passare per dei semplicioni bigottamente ataccati ai loro evangell, noi conti• nuiamo a dire e a ripetere che nell'odierna fase dei rapporti internazionali il proletariato non ha che una formula di s11a politica estera. Quella che i Maestri scrivevano nel secondo indirizzo dell'Internazionale fin dal 1864:

« Le semplici leggi dell'onestà e della giustizia che de<1ono r~olare i rapporti priva.ti, devono acquistare valore anche come leggi supreme fra i popoli » .

L'Italia che s 'invesca in alleanze e in contro-alleanze ; che si prussifica con boria incosciente ; che si fa austriacante con cinica indiffercru:a per le .sue memorie e le .sue tradizioni) non è l 'ltaLia dei lavoratori, d egli sfruttati. e l'Italia d inastica e affari.sciai., che nulla ha che vedere con le classi lavoratrki, co me la Germania e l'Austria che fanno, disfanno e rifanno la tda delle alleanie, rappresentano le rispettive case r egnanti, i ceti capitalistici, le caste parassitarie. E pperò - ripetiamo - la nostra parola non è dubbia .

Prima dcli'alleanza e anche senza di essa, noi ci sentiv amo u g ualmente affratellati ai lavoratori di Austria e di Germania coi quali ci accomunano le st esse speranze e gli stessissìmi interessi, cosl come ci sentiamo unici e solidali coi fratelli di Francia, d7Inghiltena e di Russia, perché abbiamo comuni con loro gli interessi e le i dealità.

Ma .se gli atti della vita p olitica e dei Governi voglio no essere esaminati e discussi alla stregua delle ragioni contingenti del momento, noi dichiariamo che il rinnovamento della Triplice costituisce per il Govè:rno italiano un errore, e per l'Italia un danno. Errore di forma innanzitutto, perché nes suna urgenza pratica incalzava l'Italia a dimostrarsi indissolubilmente legata agli Imperi Centrali . Mentre l'eruzione balc~ca non è ancor placata e d ·è per lo meno aff~ettato stabHire come saranno distribuiti i nuovi territori p.c:rduti dalla T urchia europea, l'Italia - e diciamo l'Italia dinastica, capitalistica - aveva tutto da guàdagnare da un intelligente temporeggiare che la p onesse in grado di veder chiaro nella posizione che verranno ad assumere i nuovi Stati nello scacchiere europeo

P erché il Governo « democratico » ha av uto tantt fretta d i legarsi al _ destino austro.tedesco? Donde è venuta questa p ressione?

Non cerco dal Paese che non ha avuto mai o casiooe di far sentire la propda volontà - posto che ne abbia una - e nemmeno dal Parlamento che fo materia ha sempre dimostrato.... di possedere I ' opinione che piace al Governo.

Ciò che si vede e si sa - in fatto di politica estera - :1.uto rizu dunque a disapprovare esplicitamente la precipitazione con la quale il Governo ha voluto dichiarare rinnovato u n vincolo che la Nazione ha subÌto sempre, approvato ma.i.

Chi ha la voglia di tirar oroscopi e trinciar profezie potrà on abbando narsi a congetture e prevision i su i pratici risultati che verranno all']talia, e già i fogli dinastici e militaristi si sono accinti all'opera.

Questi medesimi spregevolissimi gazzettieri che ieri ci stordivano con la gazzarra apologetica dei meravigliosi progressi fatti dall'Italia e s uggellati con la grande guerra libica, sono subito pronti oggi a dich iarare che la Triplice ha g iovato all'Italia. aiutandone lo sviluppo e assicurandone i successi militari. E non sentono l'onta ç he è i nsita i n questo riconoscimento, per la loro insincera esaltazio ne impe riali stica.

N o i neghi:amo che la Triplice abbia g iovato all' Itali:a., e affermiamo invece che l'ha sensibilmente d anneggiata trascinandola nelle stolte competizioni militaresche che costrinsero e costringono il p opolo italiano a tanti sacrifici per concedersi il lusso di un « grande esercito» e di u na « flotta potente >).

Neghiamo poi che in avvenire p ossa la situazione mutarsi a favore dell'Italia, perché mentre essa non ha ragioni dì controversia con le Potenze deUa Quadruplice Intesa, è chiaro i nvece che tali conflitti sono già in germe tra Austria e Russia e t ra G ermania e Francia ed Inghilterra. Le previsioni a questo riguardo non possono dunque fallire : dovre mo subfre t utti i pesi e le complicità che alle alleate piaceri di caricarci pei Mi della « loro)) politica senza aver alcun « nostro » preciso e concreto interesse in b allo.

Finalmente, siccome il rinnovamento della Triplice significa senza dubbio che tra Italia e Austria eè completo accordo di vedute su tutte Je questioni che furono per l'addietro oggetto di seria apprensione, resta a domandarsi come tale accordo siasi ottenuto. Eliminata pel momento ogni ragione di co ntroversia per la questione albanese, sono ugualmente d'accordo le due Potenze per ciò che concerne la condizione degl'italiani ddla monarchia? Ha il Governo ricordato che dai nostri connazionali si agitano postulati di carattere n-azionalc che trovano concordi tutti gLi italiani dell'Austria senza distinzione di partito, e cioè: l'autonomia del Trentino e l 'Università a T rieste?

Non ci illudiamo di ricevere qualsivoglia risp osta a simili quesiti. Vogliamo solo porli perché sia ben chiaro alla coscienza di tutti i cittadini che nel g rave fatto compiutosi ieri si sono decisi impo r:- tanti interessi per l'avvenire dell'Italia. E se risulterà dai fatti che il Governo italiano - il quale ha agito sempre di sua iniziativa e scn• z'alcun altro controUo che non derivasse dalla sua dispotica volontàsi è legato al destino dei due Imperi Centrali in tutta pudita e con l'unica preoccupazione di ubbidire a comandi o di cedere ad abili coercizioni, si dovrà concludere che la Nazione, lungi dall'essere governata, è stata tradita

.... E non sarebbe la prima volta !

Dall"A vami ! , N. 342, 9 dicembre 1912, XVI ( a, '.:192}.

Dopo Il Fatto Compiuto

È questa la terza volta - nel rapido giro di pochissimi mesi -: che i l popolo italiano si trova - quasi d'improvviso - dinanzi a un fatto compiuto. Un fatto compiuto, cioè un fatto irrevocabile, un fatto g ià inciso nelle pagine d ella storia dalle quali non può, non potrà essere cancellato che a prezzo d 'imprevcdibili sacrifici. Nel n ovembre dell'anno scors o, il fatto compiuto fu il r egio decreto di annessione· prematuro e incostituzionale; or sono due mes~ l'Italia accettò, tollerò un altro (< fatto compiuto»: il trattato di Losanna; ieri, le agenzie telegrafiche u fficiose comunicavano laconicamente H terzo « fatto compiuto >) : la rinnovazione p er sette anni della T riplice Alleanza,

Il Pulamento italiano - parlamento di incompetenti, di esautoraci, di ciurmadori, di abulici - approverà, con voto che si può fin d'ora prevedere quasi unanime, il ter20 fatto compiuto e la Triplice Alleanza riceverà così, attraverso la maggioranza giolittiana della Camera, una specie di sanzione nazj onale. Ma 1a Nazione - intencliar;no parlare del proletariato e del popolo - è assente. Gli stessi ufficiosi non osano difendere questa precipitosa, anticipata rinno vazione di un'alleanza che fu - riportiamo le parole testuali del T o rre - « cosa motta per noi ». Eppure non poteva non essere cosl. Basta ricordare le o rigi ni deJla Triplice Alleanza. Fu cd è u n'alleanza di monarchi per 1a contro-tivoluz.ionc. La monarchia italiana è sempre stata austriacantc. È la pupilla dell'Austria. Dall"8o ad oggi non ha fatto che rinnegare i pdncipl per cui sorgemmo a nazione. Si è umiliata, prosternata ai piedi cli Franccsco· Giuseppe. Vittorio Emanuele IlI segue fedelmente le orme paterne. Noi ci ripromettiamo di esaminare in seguito il problema della Triplice Alleanza e delle sue probabili conseguenze, in rappono agli interessi del proletariato italiano ; ·oggi ci piace di entrate in un altro ordine di considerazioni. L'affrettata rinnovazione della Triplice Alleanza accelera, precipiu la liquidazione morale del nazionalismo, il quale, ora. dovrà decidersi : o colla monarçhia austrofila e triplici: sta o contro la monarchia Invero. questo secondo corno dd dilemma è superfluo. I nazionalisti non sono che dei fantasiosi letterati impotenti, facili aU'oblio. Se fossero uomini coerenti e conseguenti e non uh g regge di pecore matte, oggi dovrebbero trovarsi tutti come un solo uomo sulb. piattaforma anti-triplicista., quindi antidinastica. Essi che hanno condotto per un anno igtcro un'accanita carnpagna contro l'Austria stigmatizzandone il contegno ambiguo durante l'impresa di Tripoli, con relativi categorici 11erbote11 all'azione navale nell'Adriatico, essi che non più tardi di ieri hanno bruciato sulle piazze le bandiere dell'alleata che continua a bastonare gli studenti italiani e a procrastinare la risoluzione della questione universitaria, essi - i nazionalisti - che nel famoso comizio della sala Pichetti hanno affermato l'esistenza di un conflitto insanabile d 'int eressi fra l'Austria e l'Italia per cui l'Italia non potrebbe né dovrebbe seguire la politica intimidatrice e sopraffattrice dell'Austria nei riguardi del - programma minimo serbo, oggi si adatteranno supinamente al « fatto compiuto» o sollev emnno timide obiezioni, non di massima, ma di opportunità.

11 nazionalismo italiano ri velerà cosl un'altra volta la sua intima essen2:a reazio naria e lealista.

Liquidazione del nazio n alismo da una parte e condanna del riformismo di destra dall'altra. Si comprende molto bene tutta l'intima amaritudine che _traspare dagli scritti del Bissolati. Egli è un deluso. È il suo rlichl della monarchia liberale e riformatdce che va in frantumi.

Lo Stato italiano - Dinastia e Governo - rinnova la Triplice Alleanza. La rinnova in anticipo di sei mesi, senza consultare il Parlamento, senza modificazioni di sorta, malgrado la soppressione d ell'antico sla/11 quo baia.nico che ha creato una situazione completamente di versa ; la rin nova, riian"'tenendola segreta ; la rinnova perpetrando un secondo delitto di fellonia a danno dei popoli balcanici che fidavano per la lo r o s istemazione definitiva in una Italia libera e n o n vincolata - proprio in q uesto momento - all'Austrìa che vorrebbe, se l o potesse, r istabilire ciò che l a guerra ha distrutto. L a monarchia liberale segue nella politica estera un indirizzo apertamente reazionario, in contrasto colla volontà e cogli interessi del Paese, e Giolitti, il rifor~ matore, introduce una specie di paragrafo 14, per cui la Ca.mcc~ resta aperta, ma col bavaglio · ai deputati. Ed è a questa monarchia ed è a questo Governo che i destri volevano - con un temerario cd esecrabile tentativo - :a.ggiogare le masse proletarie io.liane. Il popolo d'Italia ha pagato ben caro - colla guena di Libia e colla rinnovazione delli. Triplice Alleariza - quel suffragio quasi universale col quale i riformisti di destra giustificavano il loro cronic:o min.isterialismo. Le deplorazioni, le recriminazioni odierne, quando non siano ipocrite, sono perfettamente inu'tili dinanzi al « fatto cpmpiuto ».