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LA FATTIJCCHIERA

Proletari che non foste a scuoht, o che della scuola saliste solo i primi umilissimi gradi, ascoltate.

Ascoltate noi, che indugiammo più o meno oziosi sui banchi dei pomposi atenei borghesi.

Là, nell'alta palestra del sapere, ci insegnarono che la Camt"ra, elettiva, costituzionale, figlia diretta dei plebisciti1 è simbolo della sovranità popolare.

Proletari, ci insegnaro no una menzogna I

Ci dissero che il popolo, nei liberi comizi elegge nel deputato , liberamente scelto, il diretto e sovrano r appresentante dei propri bisogni, delle volontà, degli ideali, d ei palpiti misteriosi e fecondi, che dalle moltitudini sprigionano verso le fatali ascese della storia.

Proletari, ci dissero una falsità !

O suggerirono, i rugginosi pedanti del diritto costituzionale c he vendono, per seimila lire all'anno, la sublime missione di insegnare ai giovani il vero: ci insinuarono nel cuor sereno dei creduli vent'anni che né il Re, né il suo Senato possono alcunché senza l'adesione e l'assenso deJla Camera I

Proletar!, truffarono la nostra buona fede I

E. per vincerci, aggiunsero che L'uomo popolare, il tribuno, può nella libera monarchia dei Savoia, salir dalla piazza al pala220 ; e fatto, per virtù del suffragio popolare, inta ngibile deputato al Parlamento, colà. difendere, integerrimo, i ncorrotto, sublime l'eterno diritto del popolo che produce.

Ahimt I -proletari, l'alto insegnamento fu vano orpello e miserabile trucco, che l'anima nostra perdette ben presto agli sterpi laceranti delb. realtà.

La Camera elettiva. no, non t figlia legittima del suffragio libero ; eh~ la violen.2a e la frode, Ja corruzione e il delitto, la manìpolano, adulterina, scoStumata e beffarda nelle elezioni giolittiane.

E l'uom che ne esce prescelto, non agli interessi e agli idc:di cli chi lo chlamò all'alto seggio soccorre con sicuro cuore, ma ai suoi e degli amici, del gruppo per le attorte spire ddla indeg na clien~hl.

E quando il Re, e il su o Senato e i Ministri e i servi sospinti

DALLA DIREZIONE DELL'« AVANTI!» ALLO SCIOPERO DI MILANO 9 da una classe avida d'oro e di facile glo ria, assetata di d ominio e sorda alhi. sofferen2a della Nazione intera, proclama una g uerra d'offesa e cli conquista, di sopraffazione e d'esterminio, la Camera, la vecchia imbellettata, adulata, incipriata da tutte le ipocr_isie costituzio nali non si convoca e n o n si scuote, non sa e non vede, e aspetta solranto l'ora dell'osanna al padrone.

Eh no, no : non in regime parlamentare. quali dritte lame di Toledo, si mantengono integre le coscienze dei tribuni del popolo !

Troppi i sorrisi e le sapienti blandizie e la cinica beffa ch e a Montecitorio si danno al diamante puro della fede e del carattere.

Troppo è dolce e lusinghiera la nenia che canta. il << vieni meco » nell'ombra discreta dei corridoi.

E il ndicalismo a Montecitorio, divien quello di Marcora, che imperversa settariamente dall'eccelso seggio.

E la repubblica si riduce a quella di Barzilai, cui plaude il gregge di G iolitti, e in vano si oppone la coscienza sana del popolo lavorato re.

E il socialismo s'attenua e dilegua, s'appanna e svanisce nell'aspra ed inutile fatica di Bissolati di evocar principi ch'egli abbandonò ai venti scapigliati della piazza, quando s'adagiò dimentico nelle miti aure della grande·« casa da the ».

Camera dei deputati, chimeta vana, gran girone dei corrotti e dei corruttori, sovrana senza scettro, Circe dei naviganti onesti, mercatrice facile e pronta ai pirati della felicità e dell'onore nazionale, va', noi ti dispregiamo I

Camera, che sei del Paese il falso specchio, che decre ti la guerra ridendo della morte, che vanti Ia Patria, dimenticandone i più gelosi interessi, che agli uomini puri che il popolo t'invia rodi lentamente la coscienza e ammorbi la fibra, Camera infida che accogli la repubblica e sei del Re, che blandisci il socialismo e permetti del capitale i fasti più cruenti, tu maga del trasformismo, e g iocoliera dei caratteri, ibrido is~i:uto insincero e inglorioso, va'.

Fa' tua strada e affretta il passo : .il popolo, nel murmure infinito, invade ormai la tua aula e viene per la verità e per la pace del mondC'.