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DALLA RIPRES A DELL'ATTIVITÀ, ECC 241

Ettor, Giovannitti e Caruso non devono cadere nell'agguato della leglllità borghese.

Mentre scriviamo, abbiamo dinanzi una lettera di Arturo Giovannitti scritta alla famiglia nel settembre, .d.allc carceri di Lawrence. t un dorumento memorabile. Vi ricorda, p er il senso caldo di tenerezza da rui è pervasa, la lettera testamento di Ciro Menotti; e per la tranquilla fiducia nel trionfo della propria ~noocenza l'auto-difesa di Socrate. Se non esiste il cuore impietrato, vi sentirete commossi fino alle lacrime. Una classe che esprime dalle sue viscere uomini di quest'altezza morale non può fallire al suo compito storico. E questi uomini devono vivere! E per strapparli al carnefice noi - alla vigi lia del verdetto - suoniamo disperata.mente le campane a stormo.

Socialisti, lavoratori d·Italia, raccogliete il nostro appello, preparatevi a compiere intero il vostro dovere, fianch eggiate l'azione del proletariato amexicano deciso a r icorrere a qualsia.si mezzo ,pur di salvare i nostri intrepidi compag ni e vincerete e vinceremo Comunque avremo la coscienza priva di rimorsi. Se la. borghesia nord-americana oserà - condannando tre innocenti - sfidare la collera di tutto il proletariato, essa pe1derà il diritto d'invocare la pietà d ei r ibelli quando nel giorno della vittoria . - memori del passato - applicheranno, senza esitazione, la inesorabile legge del deserto.

b. m .

DalrAvanti!, N. 328, 2' novembre 1912, XVI.

DA GIOLITTI AD... OTTOLENGHJ

C'è -e sarebbe dar prova di dubbia sincerità dissimularseloc'è nell'attuale, en~rgico, vibrante, confortevole molo di protesta dei socialisti italiani contro Giolitti per gli 9fratti bestiali di Hervé e Nacht (anche questo disgraziato ed innocuo ingegnere polacco va ricordato) un certo senso di sorpresa. Molti sovversivi hanno infatti l'aria di risvegliarsi ora dal lungo sonno che li aveva intorpiditi e sgranando gli occhi accidiosi e smorfiando -di meraviglia. ipare chiedano : In quale ItaJìa viviamo? Come è stato possibile? Giolitti ilJiberale? Ci sono ancora nascosti nei r egolamenti polizieschi e nel Codice i paragrafi insiWosi e dimenticati che mandano in galera i galantuomini, sen:za che si possa g ridare all'arbitrio dei funzionari? C'è anche in Italia una /q de re;iden da come nella malfamata Repubblica dei gringos? C'è.... Adagio. Prima di rispondere a queste domande inquietanti, chiamiamo in causa un personaggio che nella sconcia decennale commedia giolittiana ha giocato il primo ruolo; parliamo del riformismo, il quale si adatta oggi - per fatalità di eventi - alla parte del generico accomodante e sornione colla secreta speranza - forse - di diffamarci e intiepidirci, nel quale caso fortemente s'inganna.

:e il riformismo che ha accred itato il liberalismo di Giolitti, è il r iformismo che ha fatto circolare in rotte le zone del popolo d 'Italia il dich é di un Giolitti più liber ale di Cavour.

Quando a ll'albeggiare di questo secolo Giolitti fu chiamato a regg ere H timone della monarchia - barcaccia che allora pericolava per molte falle - vi fu ch i valorizzò quel semplice passagsio di potere e di funzion e sino all'iperbole. Il fatto parve più importante di una rivoluzione nelle forme stesse di governo: e si alimentarono cosl le più g randi speranze nel cuore credulo delle moltitudini proletarie. Vero è - ricordiamolo ancora nna volta ai risvegliati, ai ricreduti dell'oggi, ricordiamolo, perché il socialismo italiano ha dimostrato di essere incline agli oblii condiscendenti - vero che , << consule Giolitti >>, si massacravano impunemente le folle; vero è che, « consule Giolitti l>, le più sfacciate camorre ebbero incontrastato dominio nella vita pubblica del Me220giomo; vero è che, « console Giolitti », la reazione stillicidio ha riempito le carceri, ma ciò ma1grado i riformisti sostenitori di Giol itti e del

DALLA RIPRESA OELL1 ATTIVITÀ, ECC. 243 suo ministero non si sono dati per vinti e l'altra sera hanno reso un altro servizio a1 loro padrone rifiutandosi di annunciare nel com.izfo di Roma l'arresto di H erv~. L'espulsione d amomsa di H erv~. preordinata, voluta e consumata da Giolitti, è il colpo di g razia che annienta la sua scroccatissima fama di ministro liberale. Siamo disgustati, adirati, esasperati Ma l'episodio non ci sorp('Cnde N on sorprende noi che abbiamo sempre diffidato dell'uomo e del suo governo. Ah c'è il «modo » . E neppur questo ci sorprende. Pure « offendendoci » Giolitti è .semp re l'ex-questore. Non perderà mai le st igmate del poliziotto. i'! capace di mettersi al livello di von Jagow, è cap ace d i qualsiasi brutalità. Ha coonestato col suo silenzio le ignominiose str rugi di Sciara-Sciat. Quando si discuterà alla Camera la pace di Ouch y e ritornerà sul tapp"1:o la gueu a libica, noi speriamo d 1e qualche deputato socialista chieda conto a G iolitti delle altre vittime politiche, d eJJe vittime di colore che fu rono massacrate a branchi dwante l'epurazione dell'oasi, e di quelle che fu . rono ~ assin ate c oi nodi scorsoi nella Piazza del Pane a T ripoli dopo una parod ia di pmcedimento legale.

E da G iolitti passiamo ad O ttolenghi. Se questo miserabile ha seviz iato H ervé, sottoponendolo p er 'foàa alle mortificanti misurazioni del servizio antropometrico, un po' di resp onsabilit à, se pur lontana, è anche nostra. La cosidetta polizia scientifica - che finora ha rivelato La sua impot enza - è nata per filiazion e d irt,t:ta dall'antropologia crimi nale e questa. è una delle tante piantk eUe cresciute nella sterpaia positivista. C'è stato un tempo - oh famose polemiche col Garofalo e non meno famosa trimurti (Darwin, Marx, Spencer) del socialismo debitamente positivista volgarizzato nelle terre mantovane d el più grande farceur dell'evo moderno - c'è stato·un tempo in cui posit ivismo e socialismo pa· revano due aspetti della stessa natu ra e si giurava nel verbo positivista coi suoi annessi e connessi di antropologia criminale e polizia scientifica. L'antropologia criminale ebbe, un momento di voga e d i pop:,larità : fu l a scienza alla moda. Grazie anche ai ~<soggetti» ddle pt'rizie psichiatriche E qual è il socialista cerebrale che non abbia b ruciato il suo g ranello d' incenso sul tri pode della scienza di Ferri?

Ebbene, Ottolenghi è il campione, lo specimen del progetto positivista Tutto per lui è miswabile: il ciottolo della strada e il cen:ello de ll'uomo. Davanti alla scienza degli O ttolenghi non ci rammarichiamo certo d i aver reagito con tutte le nostre fo rze al positivismo, dothi na d i classi itrrivate, non di classi che vogliono arrivare, dottrin:i che non ha dato nessuna certez:i:a al socialismo e lo ha invece ist er ilito nell'anima e ·nella .volontà. L'anima umana non si misura a m etri come il p ercalle. La scienza d egli O ttoienghi che p retende di porre sotto gli stess i strumenti Hervé e l'ultimo ladro dei sobborghi, p er il solo fatto che entrambi sono in istato di arresto, e pretende inoltre di trovare fra l'uno e l'altro)dentità somatiche e psichiche, è una scienza degna della caricatura. è un insul~o atroce alJa dignità e a lla civiltà umana. Il positivismo delle cattedre è finito nelle questure. Ora noi socialisti italiani abbiamo avuto il torto - riconosciamolo! - di credere ne1 liberalismo di Giolitti e di favorire, invece di deprezzare, la scienza degli Ottolenghi. La realtl ci disinganna. D'ora innanzi sarebbe imbecillesco e colpevole ricadere nello stesso peccato. ·

b. m .

Dall'Avanti!, N . 328, 2~ novembre 1912, XVI.