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LUIGI BERTONI

:e il direttore del bilingue socialista-anarchico Réveil di Ginevra. t! stato arrestato recentemente a Diekkon, presso Zurigo, dopo una con· ferenza su Bresci. L'ordine d'arresto è partito da Berna, da Kronauer, p rocuratore federale. Il Bertoni, cittadino svizzero, perché nato nel Canton Ticino, è la bestia nera della borghesia el vetica. L'ho conosciuto a Berna nel 1903. Alto, secco, naso prominente, lineamenti angolosi, sbarbato. Ha dell'asceta. Scrive e parla, con grande correttezza, l'italiano e il fran cese. La sua cultura storica e sociologica è vastissima. E una delle prime teste pensanti dell' anarchismo inte rnazionale. Operaio. Lavora da tipografo otto ore al giorno e gli rimane il tempo necessario per scrivere un g iornale e tenere de lle t oumées di p ropaganda, La sua. attività è prodigiosa, Il gruppo ed itoriale del Révei/ è opera sua. stato tracaué dalla polizia e dalla magistratura. Ha subito dieci processi, rirortate molte condanne . Una d elle sue autodifese è consegnata alla Storia della letteratura sovversiva. Nel 1904, a Ginevra, ci siamo incontrati parec. ch ie volte. Abitava a rue des Savoises, 6. Una strada tranquilla, un appartamento modesto.

Odiatore del fwuionarismo operaio, dei permanents, dei p rofessionali, egli non ha mai voluto abbandonare la cassa del composito re. e uno spirito d iSinteressato.

La sua probità personale non è messa in dubbio neppu re da coloro che . }o brucerebbero nei piani di Champell, là dove il bieco riformatore ginevrin o mandò alle fiamme: il corpo di Michele Serveto Io bo lavorato per il gruppo del Réveil. Ho tradotto nel 1904 quasi. l'intero volume del Kropotkine: LJJ parole d'11n revolté Gratis. Nel 19 11 ho voltato in italiano il primo volume di La GMnde Réuolution sempre del Kropotkine. Non volevo retribuzioni, m a data la difficoltà e la lunghezza del lavoro sono stato pagato. I vaglia del Bertoni mi sono Biunti con una puntualità e una r egolarità da banchiere

Particolare interessante. Lujgi Bertoni è stato arrestato mentre il popolo svizzero, con ·fuochi di gioia e stormi di campane, cè lebrava l'anniversario della sua libertà sei volte secolare. A t roce ironia La libertà -~ sviuera è un mito come l'esistenza d 'Omero. An~e la stampa. è vile. N essuno ha annunciato l'arresto. Dopo q uattro giorni la notizia è pas-

Opera Omnia Di Benito Mussolini

sata senia commenti. Kronauer, in una nota diramata ai giornali, comu· nica che Bertoni sarà chiamato davanti alla Corte Penale Federale per violazione dell'articolo 52 bis del Codice P enale. D eve tratta rsi di apologia di r eato.

La massa operaia è in fermento . Sabato scor so si tenuto a Ginevra un g randioso meeting de proteitaJio n. Altri ne sono annunciati in tutta la Svizzera. Ma la vecchia Repubblica è stanca. La borghesia non è più sicura di sé. Teme le folle incal?c:1.te dagl i agitatori stranie ri. La gente di Teli è ormai degna di ricevere il Kaiser e di morire nelle braccia degli Hohenzollern.

D a Lt Folla, N. 5, 25 agosto 19 12, I (il, 542-543).

GIOVINCELLI, A VOI !

Nel Giorni:tle Militare, uscito il 24 corrente, è stata pubblicata una çircolare concernente l'apertura di arruolamenti per volontari in tutte l e armi. Questi .arruolamenti cominceranno il 1() settembre e saranno aperti per i giovini che h anno compiuto il 18° anno d'età.

Fi nalmente! Finalmente Giolitti si è deciso ad aprire u n ufficio di collocamento per g li eroi disoccupati, pet i guerrieri a spasso in attesa degli avvenimenti. Sono dieci mesi ormai che viviamo nell'atmosfe,a della tragedia gue;resca : da dieci mesi c'è in Italia un' infinità di gente che vuol parti re per la Libia a civilizzarvi col fucile e la forca i predoni indigeni.

Agli inizi dell'impresa, Cip..riano Facchinetti - i1 pi ù alleg ro repubblicano d'Italia - propose mille volontari a Giolitti. Il dittatore decl inò l'offerta. N on c'era bisogno di volontari. Bastava l'esercito regola re. Oggi Giolitti crea una specie di légion étrangère. Chi ha fame di gloria s'inscriva. Chi va bu1cando avenluraJ," a lla guisa del caballero cervantesco, volga i suoi passi verso uno dei sessantanove distretti del regno d'Italia. Chi è schifato della vita abitudinaria e vuole aprirvi una parentesi di emozioni violente può scegliere qual meglio g li. aggrada fra numerosi corpi e il centinaio di reBSim enti del patrio esercito. Chi d e· sidera di morite per la patria - Jecorum pro patria mari, secondo viene insegnato nelle scuole moderne che pare perseguano un solo obiettivo, quello cioè di aduggiare con un cumu lo di menzogne convenzionali il Ubero sviluppo della p ianta-uomo - ; chi agogna - dicevamo - di morire classicamente per la patria, renda grazie a lla provvida iniziativa g iolittiana e cor u ad arruolarsi, Minimo d 'età anni 18. Del massimo non si parla. Forse si accettano anche i giovani arrivati a trent'anni, alle soglie della viri.lità. Per molti può costituire un eccellente « diversivo ».

Ora parliamo chiaro Quando l'Italia giolittiana armò la prora e salpò verso le desertiche coste tripolitane, assistemmo a una meravigliosa pri· ma.vera d 'eroi .... che rimanevano a c.asa. Noi - scettici -, noi - pad· fisti -, noi - turchi d 'I talia. -, soffiammo in faccia ai bollenti Achille s.puntati i~ ogni parte della penisola il nostro scherno: Giovincelli, vi conosciamo. Voi siete gli e roi dell'armiamoci e.... partite.

Vecchia fola . M a quelli. ci assicuravano che avrebbero seguito i sol- dati e combattuto al fianco loro se Caneva avesse accettato i volontari. Alcuni casi sporadici di giovinetti partiti di nascosto per combattere in Libia parevano confortare la tesi opposta al nostro « quietismo vile ». Dopo tanta attesa il momento della prova è venuto. Qui si parei la vostra nobilitate, o eroi. Voi non a.vcte çhe un obbligo: arruolarvi, partire. La _ vostra gesta in patria è finita. C'è stato un tempo in cui - fante de mieux - tramutavate in campo delle vostre battaglie i cinematografi, i caHè-chantants, i teatri, il marciapiede, i giardini pubblici. Le « pellicole )) Comerio, le gonne succinte e t ricolorate delle diveJJer, l'inno di Gabetti o quello a Tripoli ba.stavano - come una tenue scintilla - a prc,vocare la magnifica esplosione dei vost ri enhtsiasrni guerrafondai, dei vostri bellicosi sentimenti. E poiché mancavano gli arabi, il nemico esterno, picchiavate sodo sul nemico interno, il turco d'Italia, alias il socialista. Dopo aver inneggiato e cantato e plaudito aJla bella guerra, aHa sacra guerra, alla buona guerra, voi avete il dovere di viverla, voi avete il dovere di combatterla, voi che combattereste per amore, m entre i soldati proletari che si ammutinano a Tripoli dimostrano di combattere per forza.

Ma noi prevediamo che gli arruolamenti saranno scarsi. Gli entu· siasmi della prima ora sono sfumati.

Si sa ormai che cosa significa una guerra coloniale, specie quando sia condotta con criteri giolittiani. comodo far l 'eroe in patria, ai tavoli del caffè, all'ombra dei loggiati. Ma in Africa soffi.a il ghibli infuocato che vi acceca; ma in Africa c'è il sole che vi brucia il cervello; in Africa non c'è acqua; si mangia e si dorme in terra, come dice la vecchia e popolare canzone; per resistere a lungo ci vogliono le fibre proletarie già temprate alla fatica dei campi e delle officine. I pallidetti figli di papà, i vagellanti che hanno nei magnanimi lombi il sangue bleu degli antenati, avariato p erò dalla sifilide dei inodemi, cadrebbero estenuati alle prime marcie e finirebb ero nelle ambulan?.e senza neppure vedere la faccia del nemico.

PeKhé il nazionalismo italiano che ha dato le ali alla patria non dà anche un esercito di volontari? Perché i giornali nazionalisti non hanno segnalato il decreto che apre gli arruolamenti? Dove sono andati i trentamila 'Volontari che postulavano al ministero della Guerra? Perché dalle chiacchiere non si passa ai fatti?

Domande ingenue. Il naz.ionalismo dei poeti, dei noveUieri, dei dandy1, dei lenoni, dei bluffìsti, non può elevarsi al dramma. sorto in Italia come una caricatura del nuionalismo fr2.ncese. Il suo t erreno è la farsa, anzi, la. pochade. Qui deve vivere, qui deve morire e morrà.

LA CATASTilOFE DEL '70

lo non mi rassegno al fatto compiuto come vogliono i pusilJanimL Finché la. guerra continua, non desisterò dalla mia campagna antiguer.resca. Io voglio creare la coscienza antiguerresca che oggi manca. La storia mi serve. La. storia. mi dice che le guerre sono il disastro delle nazioni. Ho notato delle analogie strane fra la guerra del '70 e la guerra italo-turca. La s ituazione della monarchia italiana ricorda la situazione dell'impero di Bonaparte: fra il '64 e il '70.

Non esagero. Leggetemi. La guerra franco-prussiana fu voluta, provocata dalla stampa francese. I giornali dei boulevards sfre narono il p atriottismo delle maJse con sistemi identici a quel~ del Giornale d'Italid. Furono stampate le notizie più assurde. Un giornale annunciava che al solo scoppiar della guerra duecento berlinesi erano morti di paura. Tolgo questo particoJare dalla ·Storia Universale dell'Honken. Inutile rifare la storia. Mi limito a segnalare le sorprendenti analogie che intercedono fra le due 8Uerre. Si è detto che ff ministero Giolitti non avesse tutti i suoi membd favorevoli alla guerra. Cosl non tutti i ministri di Napoleone 111 desidera.vano la. guerra : fu votata con cinque favorevoli e quattro contrari La seduta alla Camera f rancesc dd t '.5 luglio 1870 fu tempestosa come quella dell'annessione alla Camera italiana. Thiers - contrario alle ostilità immediùe - fu in,giuriato, urlato,: trattato da antifrancese, da traditore, da venduto a Bismarck. Dovette tacere.

Il g iorno dopo, Rouher, presidente del Senato, portava a Napoleone il seguente indiri2:zo : e Se l'ora d.ci pericoli è venuta, l'ora (Mb vittoria i prossima. Ben presto la patria ricoooscente darà a.i suoi ligli gli onori del trionfo. Vostra Ma~tà 5i consauc.rà di nuovo a quella grande opera di miglioram~ti e di. riforme la cui reafo:1:uione - la Francia lo sa e il geoio dell'imperatore glìclo garantiscesubici il solo ritardci del tempo che voi impiegherete a vincere».

Sono passati quarantadue anni, ma ~on si legge senza uno stringi· mento d'animo questo miserabile documento della piaggeria incosciente di un.cortigiano!

Per i nostri guerrieri da cafl! e da giornali, la 8Uerra. italo-turca. è una passeggiata militare che avrebbe impegnato poche migliaia di soldati

OPERA O~lNIA DI BENITO MUSSOLINI

e si sarebbe rapidamente conclusa in una st repitosa vittoria. Idem nel '70.

Olivier diceva :

<i Noi speneremo con un soffio l'armata prussiana)),

L'imperatrice affermava:

« Questa gùerra ! la mia guerra, mi _ occorre».

Paul D e Cassagnac : li maresciallo Leboeuf - - una specie di Pero ri-Girardi. - che fu destituito durante la guerra per incap acità, dichiarava: ì stata deplorata l' ignoranza diplomat ica e l'impreparazione che ci condussero alla terribile g iornata di Sciara-Sciat. Lo stesso, nel ' 70. L'esercito francese non aveva rinnovato la sua artig lieria, non aveva organizzato i seivizi logistici, non aveva un piano organico di guerra. Lo stato maggiore italiano a Tripoli non conosceva la Tripolitania; lo stato maggiore fran eese non p ossedeva una carta della front ie ra, m entre ogni soldato tedesco aveva nello zaino le carte della Francia con tutte le strade, comprese le vicinali. Noi abbiam o creduto nella defezione degli arabi, come i francesi nel '70 speravano nella defezione degli stati tedeschi del sud. La democrazia fu allo ra come oggi : guerrafondaia. 11 sodalismo fu allora come oggi impreparat o dinanzi al succedersi vertiginoso degl i a vvenimenti Dice Malon che l'Internazionale non ebbe il tempo di provvedere. La Federazione parigina o rganizzò fo fretta una dLffiostra· zione a favore della pace e lanciò il fam oso manifesto ai lavoratori tedeschi. Non poté fare di più.

« La guerra imperiosamente reclamata dai bisogni della Francia e dagli in• teressi della dinastia» .

• Non temete,. siamo pronti, pronti fino all'ultimo botto.ne delle ghette».

N oi abbiamo assistito agl i inizi dell'imp resa l ibica a una esplosione di felici nazionalismi e gue nafondai. Guai a chi avesse manifestato - con un fischio o con un grido - la sua opinione contraria alla guerra. Correva il rischio di essere linciato da11a folla e trovava i Ravasio delle pretu re solleciti a irrogargli mesi e mesi di galera. Niente di diverso nel 1870. Mi rimetto a Guglielmo Honken. A pa· g ina 868 della sua Storia Universale Jllu.rJrata egli scrive:

« Come l'ambasciata prussiana, cosl anche i consolati delle città di provincia furono reiteratamente assediati da grandi moltitudini. Nella stampa· come nei comizi, per le vie come nei teatri, n on mancarono tempestosi scoppi di pa· triottismo e di fiducia nella vittoria •.