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SULL'AZIONE DEL GRUPPO PARLAMENTARE•

(Applauu). Permettetemi di cominciare con una dichiarazione personale. Si è detto da molti giornali , e molti compagni forse lo hanno creduto, che io avrei presentato e sostenuto una specie di pregiudiziale. Questa non è mai stata n elle mie intenzioni e c'è qualcuno qui che può rendermene fede, La discussione sulla relazione del gruppo parlamentare e sull'operato di taluni membri del gruppo stesso doveva farsi e la faccio al terzo comma dell' ordine del - giòrno, senza inversion i o anticipazioni. Io mi sono qualche volta domandato - cosl per curiosità inte llettuale - le ragioni dello scarso successo della propaganda 1.stensionistica in Italia. L'Italia è, certo, la nazione in cui il cretinismo parlamentare - quella tal malattia .cosl acutamente diag nostirata da Marx -h a raggiunto le forme più gravi e mortificanti. Si vede che siamo un popolo «politico» da tanto tempo che per quante disillusioni si provino, torniamo sempre ai vecchi peccati. Il parlamentarismo 'italiano è già esaurito. N e volete la prova? Il suffragio quasi universale largito da Giovanni Giolitti è un a.bile tentativo fatto allo scopo di dare ancora un qual. siasi contenuto, un altro periodo di « funzionalità» al parlamentarismo. Il parlamentarismo non è necessario assolutamente al socialismo in quanto che si può c~ncepire e si è concepito un socialismo anti-parlamentare o a-parlamentare, ma è necessario invece alla borghesia per giustificare e perpeluare il suo dominio politico. Tutte le nazioni moderne a regime più o meno democratico-rappresentativo ci offrono lo spettacolo di una borghesia travagliata e stimolata dal bisogno di rinnovare i suoi istituti politici. per e vitare od allontanare la precoce imminente vecchiaia che li logora. Il Parlamento francese vota la rappresentanza proporzionale perché il suffragio universale ha già esaurito 1a sua funzione trasformat rice; la Camera italiana vota il suffragio giolittiano per vivificare

• Discorso pronunciato a Reggio Emìlia. nel teatro « Ludovico Ariosto » , i l pomeriggio dell'S luglio 19 12, seconda giornata del tttdicesimo cong,esso nuiona.le del partito sociali$ta italiano. (Dal R n orol'lft> Jtlnogrizfiro d,J Xlll Colf·

VtJJo N11zio11al1 dtl Parlito SurialiJJa I1alia110 • lloma, Edi;uone della Direz.ione del Parti to Socialista Italiano, via del Seminario 871 1913, pagg 69-78) l' istituto parlamentare, anello di congiunzione fra governo e popolo. La decadenza i nnegabile del pa rlamentarismo it:iliano ci spiega pecchi tutte le frazion i parlamentari dalle sca rlatte alle nere - abbiano votato compatte per l'allargamento del voto. :B il sacco d'ossigeno ch e prolunga la vita all'agonizzante. Per queste ragioni io ho un concetto assoluta- m ente n egativo del valore del suffragio universale, mentre per i riformisti il su ffragio universale ha un valore positivo. L 'uso del suffragio univer- sale deve dimostrare a l proletariato che neanche quella è l'arma che gli basta per conquistare . la sua emancipazione integrale. La borghesia , come deve compiere il suo ciclo economico, cosi deve percor rere intera la sua parabola politica - realizzare cioè t ut ti i desiderata delle democrazie - fino al giorno i n cui scom parendo la possibilità di ulteriori trasformazio ni de i suoi istituti politici, u n al t ro p roblema, il problema fondamenta le, quello della (( g iustizia nel campo economico», dovrà essere riso lto e la soluzione non potrà essere che socialista : il passaggio alfe collettività operaie dei mezzi di produzione e di scambio. l'utilità del suffragio un ivem.le è, dunque - dal punto di vista sOCialist ico - negativa : da u na pa rte esso affretta l'evoluzione democratica. dei regimi politici borgh esi, dall'alt ra esso dimostra al proletariato la necessità di non rinunciare ad altri metodi più efficaci di lotta. (Commenti. Una 1,•oce:

«B gt'CUa »)

No, è marxista.

La relazione del g ruppo parlamentare socialista è una cosl scheletrita p overa cosa, che non vale la pena di discuterla. Come discutere l'operato di un gruppo di 40 deputati che si p resenta al congresso con due o t re paginette di prosa sb iadita e niente altro?! E tutto questo è il documento della sua vita lità, del suo interessamento per Ja causa del proletariato? Se questo documento doVesse dirci qualche cosa sull' opera dei deputati sociali sti n oi dovremmo t rarne delle ben t risti con statazion i. Badate che non voglio fare il piccolo processo agli uomini. Non pos· siamo, non dobbiamo fare un p rocesso di dettag lio. P erò permettete che, nella relazione, io rilevi alcune fr asi. Si gioca a scarica barile. Il _gruppo n on funziona ? La colpa è del Partito. ] deputati aspettano l'os· sigeno dal Partito e viceversa il Partito· dà la colpa a l g ruppo. Ora questo g ioco deve finire. A nulla gio,.:erebbe, dicono i relatori, I.imitare l' autonomia del gruppo. Io la voglio invece sopprimere. li gruppo non deve avere che una sola autonomia: l'autono mia tecnica, ma l'autonom ia po· litica non la deve avere, non bisog na concedergliela. (Bene.'). Bisogna che i deputat i escano da questo equivoco. Rappresentano il Partito o la m assa elettorale ? Rappresentano le sezioni socialiste che hanno lanciato e sostenuto la candidatura o il gregge anonimo e caotico dei vo-. tanti? Ebbene, se rappresentate, se siete deputati socialisti in q uanto la

R

DE LL'ATTIVITÀ, ECC, 163 vostra candidatura è stata lanciata dalle sezioni, dovete· essere sottoposti al controllo del Partito. La vostra autonomia politica deve essere sopp ressa. Vi si potrà lasciare un'autonomia. tecnica, ma l'autonomfa. poli• tica non più. I depuhti devono ubbid ire alla Direzione Si troverà. modo dì rendere 1e sezioni più spedite ed omogenee, più pronte o meno sorde a tutte le chiamate della Direzione, ma l'autonomia del gruppo è altamente pericolosa e lo abbiamo visto.

Del resto questa relazione conferma le nostre critiche. Si riassume: in queste parole: non abbiamo fatto niente. Addita talune cause che non riteniamo plausibili ed aggiunge che il congresso non dovrà seg nare condanna od esdusione di alcuno.

Ci sono dei fatti gravissimi nell'ultimo periodo di storia parlamentare. Questa mattina avete applaudito freneticamente quell'ungherese e si capisce. Là i deputati semplicemente liberali hanno fatto un' opposizione a Tisza che noi non sogne remmo n eppure in q uesta Italia. (Ap plausi . Una voce interrompe. Rrunori, in vellive, t11m11lro ).

Egregio amico, spero che mi conoscerete. ( LA 1teSJa voce i nterrompe di nuovo . Rum ori. President e*:« s;ano co ngre1sifti o del pubblico prego di n on ;111errompere l'oralore. Nel case chiedd.llo di parlare»).

Ma lasciando da. parte gli atti compiuti da singoli deputati - e po· tremmo citare lo scandaloso discorso del Cabrini sul Calendario degli Emigranti, il voto di Graziadei, un ico in tutta l'Estrema Sinistra, favorevole al mantenimento del giuramento politico - vi sono nella recentissima cronaca parlamentare episodi che non possiamo non segnalare come gl i indici deHa degenerazione politica e social ista cui è pervenuto il gruppo di uomini d1e nel Parlamento italiano rappresentano il nostro Partito. Ricordo la famosa seduta in c ui Ja Camera ratificò il regio decreto d'annessione.

C'è stato un uomo in quelJa giornata che è rimasto al suo posto, che ha resistito alle violenze verbali ed idiote della maggioranza, e cost ui è Filippo Turati. Ma i suoi colleghi socialisti lo h anno sostenuto come conveniva? No. C'è stata una opposizione a base di insulti e di ciarle come avviene in tutte le piccole scaramucce pa rlamentari, ma in quella seduta l'Estrema Sinistra doveva avere il cora_ggio di «sabotare» la manifestazione nazionalista. (Applansi viviuimt). Non doveva lasciare- solo il Turati, doveva insorgere, portare nel Parlamento italiano i metodi dei liberali del Parlamento ungherese, e l'opposizione socialista, se non maggiore e fficacia, avrebbe certo à.ssunto una più aperta e d,ccisa significazione, suscitando più vasto cerchio di consentimenti e di .simpat ie in me22:o al proletariato che - lo si voglia o no - detesta. la guerra.

Il governo presenta poi il progetto di legge di nuove spese militari Si trat ta di 60 milioni ed il gruppo parlamentare è assente. E viene un momento in cui la polizia italiana ·impazza. Due o tre mesi dopo l'attentato di D ' Alba si arrestano a casaccio d elle persone in tutta Italia.. Una Vacca - merita proprio qutsto nome - ordina degli ,uresti. Si getta la desolazione in tante famiglie ed il gruppo pa rlamentare è assente ancora una volta. Sl, c'è stata una protesta di Turati, ma è stata platonica: bisognava insistere, bisognava più fortemente criticare, si doveva dire che non è possibile, nel 1912, arrestare dei cittadini sotto l'accusa fan tastica di comp lotto. (A pplami vivissimi). Non si doveva limitare la protesta per quegli a rresti .al solo Di Blasio, perché è un avvocato, un l etterato. No, la protesta doveva essere p er tutti e doveva essere più energ ica. (Turali: « No, proJestai 1p1eialmenle per gli anon imi. DiJJi ,:he mi preouupavo poco degli a11vordli, t he avrebbero trovato difensori; mi preO((U• p11110 degli altri»).

Poi il ministero Giolitti vara un altro progetto: il ministero delle Colonie. Dove erano i d eputati sociafoti ? (U na voce: « A Tripoli»).

Un m inistero delle Colonie è concepibil e in Francia e in Inghilterra che possiedono ved e propri imperi coloniali, ma in Italia non poteva avere altro scopo che quello di aggiungere un n uovo ingranaggio al madornal e meccanismo della b urocra:zia d i Stato.

Assenteismo, indifferenza, inazione, ecco le parole che riassumono l'operato d el gmppo socialista. Le masse sono state oggi disingannate Pe rché nei circoli di campagna, dove si crede nel socialismo senza discuterlo, si aveva e si ha ancora una cieca fiducia nei deputati socialisti. Sono i santi che figurano, appesi sui muri, nei quadri allegorici del Nerbini. Si può essere iconoclasti, ma il popolo ama le i dee attraverso g l i uomin i, e, forse, h a r agione. I deputati socialisti dovevano essere - nel concetto d ell'umile gente - i combattenti i nflessibili, come lame di Tç:iledo, d alla vita alla morte. Le d elusioni n on si contano più Il popolo <.he sposa l e sue idee, non capisce la disinvoltura morale dei suoi rappresen tanti politici: il disgusto p er le inversioni e g l i esibizionismi degli uomini finisce p.er inasprire lo scetticismo per l e idee ( B;anchiui Umherlo: « v; manderemo 20 Marangoni». SN"rati: « L i deploreremo r<>me gli altri >>).

E volete una prova della nost ra rapp r eSentanza parlamentare nell'o pinione pubblica?

Dieci anni fa, dopo l'ostruzionismo, sarebbe stato possibile ad un Renato Simoni. d i imbastire la. Tnrlupin~ide? Voi siete degni della. ca.ricatura che sollazza la borghesia. (Applau.11).

L'ordine d el giorno che v i presento e che non ho an<:Qi& fi nito di illustrar e dice:

« Il congresso, presa visione della povera, scheletrita rela:zione dd gruppo parlamentare, constata e deploca la inazione politica del gruppo stesso, inazione che ha contribuito a demoralizzare le masse e, riferendosi a.gli atti specifici dei députati ·Bonomi, Bissolati e Cabrini dopo l'attentato del 14 marzo delibera di d ichiarare espulsi dal Partito i deputati Cabrini, Bonomi e Bissolati. (Beniuim o . Applt11ui. Una voce: « E Podrecca? ». Rumon).

Ebbene, la stessa misura colpis::a anche Podrecca. (Beniuimo, Podreua: « E perché? Specificate». Vivi rumon).

P er i suoi atteggiamenti ~azionalist i e guerrafondai. (Podreua: « Non ho capito perché. Specifha/1! ». Rum ori viviJJimì. Da ,m gruppo di co11greuiJti, fra i quali il rom pagno Serrati, partono delle apostrofi all'indirizzo del deputat o Podrew1, f ra Clii Ji di;Jing11e la parola « àarlatano ». li deputato Podreçca e m olti d el gruppo di de1tra riJpondono vivacemente. Agitazione, tlfmt1/to. Presidente: « Farciano si lenzio. N on pouo permellere che Ji lancino accu1e e parol e im11llanti coutro ne;JUno . Prendef'ò dei provvedimenti. Esp ellerò dalla 1a/a chi Jf permell e que1to, anzi prego i compagni di den,,11ziare coloro che fanno nascere tali t u multi». Benùsimo! « Q11i si d eve /ibertJm enle e lealmente JiHIJtere d e/fa condona dei compagni n o.1Jri, ma nello ste110 tempo .1i deve ad eJJÌ il ma.J1imo riJpetto >> . Bravo! ApplaJm).

Non ho alcun rancore personale col Podrecca e non conosco neppure i deputati Bonomi e Bissolati.

Il 14 marzo un muratore romano spa ra una revolverata contro Vittorio Savoia. C'era un precedente che ind icava la linea di condotta per i socialisti Si era già criticato aspramente Io spettacolo indescrivibile offerto da ll' Italia sovversiva dopo l'attentato di Bre-sc i a M onza. C'è un libro, che potete accettare con bene ficio d' inventario, del Labciola, la Storia d( 10 anni, che vi dice come le classi alte dell'Austria-Ung heria seppero raccogliere con g randiss ima d ignità la notizia della tragica fine di Elisabetta. Si sperava che, dopo dodici anni, non si ripetesse il veramente indescrivibile spettacolo di Camere del lavoro, che espongono la bandiera abbrunata, di Municipi social isti che mandano telegrammi di rnndoglian2e o di rnngratulazìoni, di tutta un'Italia democratica e sovversiva che a un dato momento si prosterna clinanzi al trono. Difficile scindere la questione politica dalla questione d'umanità. Arduo separare l'uomo dal re, Ad evitare equivoci perniciosi, uno solo era il dovere dei socialisti dopo l'attentato del 14 marzo : tacere. Considerare cioè il fatto come un infortunio del mestiere del re. (Bravo! Applausr).

Perché commuoversi e piangere pel re, « solo» per il re? Perché questa sensibilità hterka, eccess iva, quando si tratta di teste incoronate? Chi è il re? :B il cittadino inutile, per definizione. Ci sono dei popoli che hanno mandato a spasso i loro re, quando non· hanno voluto premunirs i meglio inviandol i alla ghigliottina e <r-'esti ,popoli sono all'.wanguardia del progresso civile P ei socialisti un attentato è un fatto di cronaca o Ji sloria secondo i casi. I socialisti non possono associarsi al lutto o alla deprecazione o alla festività monarchica, Quando Giolitti dà l'annuncio dello scampato pericolo, rutti scoppiano in un applauso giubilante. Si propone un corteo dimostrativo al Quirinale e alcuni deputati socialisti s'imbrancano senz'altro nel gregge clerico-nazionalista-monarchico. {Bemd). E si va al Quirinale. Non so se sia vero quel dialogo che le uonache hanno riferito. Non c'ero, ma non è stato neppure smentito. Si dice che quella frase oltremodo banale non sia stata pronunciata. Non importa. So che vi è un telegramma: « Pregovi di presentare a Sua Maestà il mio commo.rJo e reverent e Ja/1110 ». E questo è il Bissolati, il quale, 12 anni fa, gridava: «a morte il re!». (Appla11si a Jinistra. Rnm ori J11gii altri banchi. Bissolati ed altri:« No . No. Abbt1uo il re. LA deS1it11zi011e »).

Non c'è una grande differenza tra morte e destituzione. La destitll· zione è comunque la morte civile. (lntt"l'ruziom).

E la banalità d ei complimenti?

Bisso!ati elogia il coraggio dd re che aveva la carrozza chiusa, Ca.brini si sdilinquisce dinanzi la regina e ne riceve una lezione. Tutto questo « patftico » finisce nel buffo. Il senso dell' umanità offesa sbocca fatalmente nella piaggeria melensa, volgare del cortigiano. Ma l'episodio ha un'altra, più ampia e politica significazione. una specie di .riconciliazione fra monarchismo e riformismo. In Fran ci:.1. taluni s indacal isti s'accrutano ai camelots d11 roi e sono ind ifferenti dinanzi alla ripresa del bonapartismo. Tanto i riformisti italiani, quanto i sindacalisti puri o sordian i fanno completa astrazione dal problema politico. Non è questo l'unKo punto in cu i s'incontrano le due concezioni antitetiche del divenire sociale. Ve n 'è un altro. Entrambi ritengono inutile il Partito, cn· trambi m irano a sopprimerlo. Giorgio Sorel, che copre col suo dilC8gio le associazioni politiche dominate e utilizzate a scopi elettorali dai p,,ofe.r1ion11els de la pensé e e ritiene che il passaggio dal vecchio al nuovo mondo, dalla civiltà borghese alla civiltà socialistica avverrà per via economica e non per via ideologica, avverrà cioè nella fabbrica e non nel Parlamento, collo sciopero generale e non coi provvedimenti di un'assemblea di legiferatori, Giorgio Sorel è molto vicino al Bissolati dal « ramo secco ». Ma il Partito non ha dunque più nessuna funUon e da. compiere nel seno deile attuali società europee? Questo è il problema che noi risolviamo affermando recisamente l'utilità del Partito (ApplaJJ u). I 1ifor. misti non possono astrarre dal problema politico. istituzionale. In fondo il loro .social ismo è eminentemente politico, anzi parlamentare. Il 1010 $9Ci;t.lism9 diviene attraverso allo stillicidio delle «provvidenze» legi-

DALLA RIPRESA DELL'ATTIVITÀ, ECC.

slative. Sono i professionali della «riforma». 1l loro socialismo è il risultato finale della progressiva democratizzazione delle istituzioni politiche della società borghese. 1a democrazia che sbocca nel socialismo. Questa relazione di continuità fra i principi delJ' '89 e il socialismo costituisce il leitmotiv degli Stud; ;oddlùti di Jcan Jaurès, Il Codice Civile francese contiene disposizioni utilizzabili per la rivoluzione socialista. I riformisti quindi hanno tutto l'interesse di democratizzare rapidamente le istituzioni politiche. Ma gli atti che accrescono il prestigio della monarchia e tendono a conciliare le simpatie popolari, non solo sono anti· socialisti, ma sono anti-riformisti. Sono anti-socialisti in quanto rendono omaggio al privilegio politico, sono anti,riformisti ·in quanto con· solidano un regime che può, per la contraddizione che non consente, democratizzarsi fino al perfetto idillio della collaborazione di classe.

Anche noi abbiamo una pregiudiziale politica, ma essa non è sola; è parte invece integrante della nostra più complessa pregiudiziale anti· borghese. Se i socialisti italiani avessero accentuato il carattere anti· monarchico del Partito, il Partito Repubblicano, che vive di una sola pregiudiziale politica, sarebbe stato colpito a. morte e l'esodo, comin· ciato verso il '90, dei repubblicani collettivisti avrebbe gradualmente condotto tutti gli operai repubblicani nelle file del socialismo.

Ora si dice : non bisogna colpire gli uomini. Ma, egregi amici, e le idee? Noi siamo i malinconici Don Chisciotte dell'idea. Ma l'idea è « irreperibile>> come la Dulcinea del T oboso. Diwgna identificarla, l'idea C'è, in quanto c'è l'uomo che la cerca, che l' esprime, che a questa idea uni forma le sue azioni. Un processo alle idee è eminentemente domenicano, ma un processo agli uomini, in un o rganismo di battaglia, è un processo logico e umano e ve lo dimostrerò (Br.wo !) Noi non abbiamo fetjcismi personali. Non li abbiamo per i morti, e sarebbe ben , strano che li avessimo per i vivi

Io accuso il Bissolati del 1912 colle parole del Bissolati del 1900. Ex ore /110, te Ì11d;ct). Ricordo <:he nel 1900 l'on. Bissolati ingaggiò una magnifica battaglia contro i boxers, mestieranti ribaldi, sbucati dai bassifondi delle redazioni dei g iornali moderati e clericali, che si sca· gliarono sul Partito Socialista, tentando di coinvolgerlo nella responsabilità. dell'atto di Bresci. Bissolati si batté splendidamente. Era allora l'A vanli! un giornale di polemica, non un .giornale mezzo industrializzato com'è oggi. Ammetto l'industrialismo come un'esigenza del pm· g resso giornalistico moderno, ma il giornale polemico che tempestava a destra e a sinistra, contro il quale si appuntavano le collere b estiali degli altri giornali e del governo, lo leggevamo volentieri.

:S noto il caso De Marinis. Tornato da Parigi pet partecipare a.i fo. necali di Umberto, il suo atto sollevò aspre censure fra i socialisti na· poletani. L'epidermide socialista e ra allora di wu sensibilità squisita. Il ca:so venne portato al congresso di Roma. Contro la proposta di sospensiva di ogni giudizio parlò uno degli odierni accusati: il Cabrini, affermando giustamente la competenza del congresso sovrano a giudicare i rappresentanti del Partito. Il congresso approvò il deliberato dei socialisti napoletani c~ in dicava la porta al De Marinis e su proposta Labriola-Schiavi venne deciso <li dderire alla sezione di Reggio E. l'esame di un altro caso consimile: quello Borciani Il g iudizio del congresso di. Roma suscitò una certa emo:zione. La stampa borghese denunciò il domenican ismo intollerante della Chiesa Seciaiista, ma il Bissolati vecchio stile scrisse allora in risposta un articolo magistrale che vi leggo e che oggi costituisce, per fatale ironia di eventi, l'atto di accusa p iù formidabile contro di lui. Eccolo:

« Il " Popolo Romano" (giornale clericale moderato), la " Trib11na" ed altri giornal i gridano conJrQ la " Chie;a Socialista" a prQposito del volo di biasimo in/lino dal congre;w 1ocialùta all'on, De Marinis. A nzi, iJ • Popolo Romano" è colto da 11n acceuo di tmerezza per il deputato di Salerno, " cartltlere fort e che mm I i piegtt, animo gentile che non si smer1tiue" (gli stess i complimenti che fanno oggi a Bissolat i), tenerena che non farà gran piacere all'onorevole D e Marinis.

« L'accusa conll'o i JocialiJJi è vecchia quanto balorda. Nel ft1tl o speciale notiamo, che, quando /11 deliberala la p(tftecipazione dell'Estrema SiniJtrtt per la mino ranzd agli uffici dei/a Pr,u idenza, il gruppCJ socialista, deJignando il De MttriniJ alla carica di segretario, gli fece inlendere - né v'era bisogno - che il ;110 u fficio do veva eJJere Jtrelldmente parlamentare e non prestarsi mili a ;ignif ùazioni di naJ11r1J politica; ( r icordo la frase di Andrea Costa: " avevamo mandato D e Marinis alla segreteria della Camera, non a l Quirinale"); che il gruppo socialista aveva de/ihn-ato in modo nplicilo e 1111anime l' aJt en;io ne dalle onoranze; rhe il dhcorso detto in Pt1rlammto da Filippo Turati,- a nome del g ruppo (ho r-iletto or ora q uel discorso: era rverame nte socialista, non faceva concessioni alla canea), dava a ciasr11n _ Jocialista la norma pre<Ìs# da seguire, inutile d 'altronde per chi ha il se11so di parte; che ÌI De Marini! ciò non oJtante pttrJecipò ai f,meral i di UmberJo e a un'altra cerimonia di camttere 11g11almente mo11archicci, esercitando aui che paua.no i limiti della f unzione parlamentare ccmmeua ai ugretari, conJratJ11enendo aJ/a precisa dispo;izion e adottala dal gruppo ; ociaJiJta e, quel che più importa, contraddicendo ai principi e dle 11or,ne direttive del Parlito Socialùta. ·

« Dal fatto parJicciare, riudendo "1 generale, dobbiamq fMe quaJclu altra o;urvazione,

« Il P, S. (qui viene la parte interessante dell'articolo) non esercita tirannie verio domo, per il motit1.o semplùissitn() che non ha 11/fici di lNJa. Vogliamo dire che esso [mm ] co 1tringe mwuno ad entrare n elle 1ue file, LA cosçrizione è libera.

« Noi 1iamo per il . 11olontarùmo. Ma q11,:mdo uno domanda l'ono re di partecipare alle noJ/re loue, auume volontariamente gli obblighi che inuJmb ono ad ogni gregario del sodalirmo, chiunque egli .sia. Chi 1111ole onori e non oneri, chi non con ou e la virtù del dovere, ha sempre fra noi quella grande libertà ch e non è negli uffici e negli impieghi del governo e della IOcietJ preunJe: la liberJà di andarsene. E tiranni a queJJa?

« E poi Jirano che l'arcusa stolida ci venga proprio Ja coloro che più Jono amanti di tutte le f orme di co JJrizions, da q11el/e della caur,na alle altre piN terribili deJ/a compreuione violenta della libertJ di 1ciopero e di aJ!OC'Ìazione.

<< li socùdimw non è tirannide, perché i suoi 10/dati sono v ol ontari, ma è milizia severa, dov e i deboli e gli imerti non han no posto, n emmeno nelle dmbulanze. La dfrciplina è la forza degli e sercili e dà l a vittoria. L'e.Jercito socialista conia già qflaiche vittoria, perché ha saputo combdltere disciplinato conlro ,m esercito, numerosiJJimo, ma non compatto . E v11ol seg1,itare a 1- in cere . Perciò discussioni sui princip; e J11!Je norme1 libere e i/Jimitdle, ma azione unfra e serrala».

Perciò sono contrario ad un processo contro l'eresia dei destri. Essi possono accusare me di eresia, almeno come si leggeva nell'ult imo numero dell' Azione Socialista; ma noi facciamo il processo non all'idea, ma a determinati atti che cadono sotto la sanzione del nostro codice e questo codice non l'abbiamo fatto noi (Appla,m).

« Chi non VJJole slii::J fu ori ( continuava Bissolati). Noi, o militarist i che ci accusate-, non costringiamo neSSflnQ od entrare in caserma e ben comprendiamo le vostre accuse S.<mo le accuse mnu e d111/a invidia e dal dùpello, dall'invidia delle nostre f orze unite e coJCienti, dal disp etto de/Je n o1tre vittorù. Se cos) non f osse, invece di urlare come se aversimo offeso voi, v i compiacereJJe in 1.m sHenzio prudent e della noJJra poca accortezza per la qNale rerpi'1giamo da noi una forza, un " carat· lerc forte che non si piega"».

Non so come si potrà risponde re a questo documento. Sono in attesa del miracolo. Il Partito Social ista pratica le espulsioni perché è un organismo. C'è la fagocitosi socialista come c'è la fagocitosi fisiologica scoperta da Metchnikoff. Se non corriamo solle6tamente alle difese, gli elementi impuri disgregheranno il Partito, allo stesso modo che i 8ermi patogeni introdottisi nella circolazione del sangue, quando i fagoc iti siano - per vecchiaia - impotenti ad eliminarli, fini scono pe[ abbattere l'organismo umano, (Ap pldllsr). La misura che con piena co- scienza vi propongo non deve sorpren dervi. 'B tempo di dire una parola che stronchi gli equivoci. :e, tempo di celebrare solennemente coo un atto di sincerità quella scissione che è ormai compfota nelle cose e negli uomini. Il caso ci ha dato un ottimo precedente e un non m eno ottimo insegnamento: il congresso repubblicano di Ancona. Voi lo avete visto: per aver voluto mantenere l'equivoco, il Partito Repubblicano è o ra. ma.i divenuto uno straccio. Sarà un bene o un male, non so, ma so che c',è la crisi in basso e in alto. LA Ragione, si dice, è in stato preagon ico, nel basso c'è la disgregazione, i circoli sì srnnfessano l'uno con l'altro e tutto questo perché il congresso ha votato una mozione sibillina, eia. stica , duttile, un vero pasticcio, come l'ha definita Pirolinì. Ebbene, guardiamoci dall'imitare i nostri avversari, perché noi vogliamo r itornare nelle nostre te rre ad alimentare il Partito, nel quale abbiamo una grandissima fiducia , perché crediamo ancora n ella sua forza ideale N oi r ileniamo che l'ltalia per ,a anni almeno abbia bisogno di un Partito Socialista forte ed omogeneo, ìl quale, come ha detto recentemente l'on. Colaìanni nel suo ultimo l ibro: I partiti polilici i n I talia, ha un comp ito p reciso da assolvere ; p recipitare, decomporre, cioè, Ja u otìca ed Mlcoerente democrazia italiana, urtandola ed assaltandola da ogni parte. Ecco p erché vog liamo un Partito numeroso e compatto. Ecco perché ci presentia mo con una lista di proscr izione Voi, deputati accusati, aspet• tate da tempo la nostra esecuzione; per voi significa liberazione. Sciolti da og ni impaccio formale, e da ogni vincolo morale, voi potrete p iù speditamente proseguire il vostro cammi no In fondo, non vi t rave· rete la voragine a rdente, ma la s:::ala fiorita del potere. N oi abbiamo un preciso dove re: quello di abbandon~rvi sin d'ora. al vostro dest ino.

Bis.solati, Cabrini, Bonomi e gli altr i aspettanti 'f>OSSOnO a ndare al Quirinale, anche al Vaticano , se vogliono, ma il Partito Socialista d ichiari che non è disposto a seguirli né oggi, né domani, né mai.

{Applmui 11iviJJimi e pro!tmgaJ i, M o lte congraJ11/azioni).