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NELL'IMMINENZA DEL CONGRESSO NAZIONALE DEL PARTITO A REGGIO EMILIA

Le Eresie Che Risorgono E Le Eresie Ch E Muoiono

L'Azione Socialisla d i Roma, organo ufficioso dei «dest ri» e porta \'Oce autorizzato .dei bissolatianì, si occupa molto spesso e assai volentieri di noi, del nostro movimeoto, delle nostre idee, del nost ro giornale. Nell'ultimo numero dell' Azione Socialista compariva l'articolo che segue e che integralmente :ripo rt iamo poiché ci o ff re l' occasione di sp iegarci una buona volta p er sempre.

<( A PROPOSI'I'O DI SOCIALISTI ABERRANTI u Ma non è di questo che vogliamo occupuci Si tratta semp licemente di mi serie che dimostrano nei rivoluzionari r assol uta incapacità ad ogni concezione ed azione positiva.... che non sia r iformista.

« I socialisti rivoluzio nari non sono d'accordo fra loro e questo - per quanto la nost1a polemica d ebba d irigersi specialmente contro i rifo rmisti coside1ti d i sinistra - non ci dispiace certo Abbiamo avuto l'ordine del giorno della Sojfùt,z; poi l'ordine del giorno Lerda che h a praticamente annullato il primo; poi l' ord ine del giorno Ciccotti pc! q uale è implicita. l'espulsione dai Partito d i Lcrda e Bacci.

• JI fatto più grave è che tra i rivoluzio nari si accentua sempre più, fra le varie sotto tenden2e, una, la q uale - mentre è la più violenta nd voler espellere noi r i form isti cosidetti di destra - dovrebbe considerarsi alla sua volta espulsa d ai P artito fino dall 'epoca del congresso di Genova. · u In :a.hm n ostro numero abbiamo rilevato come a proposito delle moment anee sommosse d i Budapest, il Mussolini scrivesse che esse stavano a d imostrare - contro !"opinione di Engels - che le barricate si possono e si devono (are considerato il grande n umero di cariaggi che attraversano le città moderne

• Di q uesta tendenza mostruosa sono fra i più ti pici rap presentanti il Mussolini d i Forli - personalmente rispettabilissimo, a nche pe.rché è uno dei pochi rivoluz.ionari d~ abbia dimostrato di saper pagare di persona. -, La Lotta di Classe che egli dirig e, ed in genere i socialisti d i Fo rlì.

«Neppure 1. farlo a pposta, pochi giorni dopo, compariva sull'Avanti!, in una corrispondenia dall"Ungher ia, il nobi le manifesto con cui i api delle orga· nizzuioni di colà. d ichiaravano tra l'altro:

Opera Omnia Di Benito Mussolini

« Uvori:tJof'iI e "Siate tranquilli! Il Partito Socialista è il Partito dell'azione respon~· bile e collettiva .... 11 Partito non può permettere che andiate al macello, ... ".

"E"idcntemente in Ungheria non avevano perso né il seaso della r~spon:sabilità, né ìl buon senso.

« La medesjma Lolla di C!aSJe C"d il medesimo Mussolini stampavano commenti analoghi dopo i sommovimenti deJ Belgio. E ciò mentre anche nel Belgio i capi di quelle organizzazioni svolgevano un'nione energica nello stesso senso che .i nostri compagni ungheresi.

« D a p ar te della Lotta di Ciane e d el s uo d irettore tali glorificazioni e ta li appelli non sono rari ma continui, non sono casuali, ma· sistematici, Formano infatti parte inttgrante della loro concnione,

« Ecco, invero, come Li Lotta di C !a.JJe dell' 8 giugno 1912 (articolo d i fondo!) de6nisce il proprio socialismo: " li nostro socialismo è anti-statale, anti-mon;uchico, anti-capitalista, anti-patriottico.... ".

« Sulf" anti-capitalista " siamo tutti d'accordo e anche sull' "anti-mona.rchico" rispetto alle finalità ultime e date con tingenze Ma non o ltre. ll vero e runico carattere distintivo del socfa.lismo moderno, intimamente connesso col movimento dell'org3niuaz.ione operaia, è precisamente in ciò. Ma quando .si aJ. ferma, tra i caratteri tipici del socìalismo, essere anche quello dell'anti-patriotti5mo, a llora si cade in una ideologia antiquata da partiti borghesi superati dalla storia, e si è estranei a quello sforzo di organizza.rione operaia, il quale, mmtre forma il nostro midollo spinale, deve nd suo ben inteso interesse liberarsi dal ciarpame dottrinario e rancido di CC"Ite pregiudiziali da letterati mancati.

11 Come tutto ciò non bastasse, l'amico n ostro on. Graziadei - il quale al recente congresso di Forlì ha difeso con fitta energia l'ordine del giorno Berenini - ci ha narrato che il Mussolini avrebbe dichiarato nel suo discorso che i socialisti non dovrebbero più occuparsi dell'organinazione economica per dieci anni, e che egli accetta tutti i criteri. degli anarchici contrari a questa orguiizzazione. Al che l'amico nostro avzebbe risposto definendo il Mussolini come un lahriola.... ~cn:ta sindacati.

(j D unque, eh~ jJ riformismo di destra sia aberrante dal socialismo è cosa che deve ancora encre decisa da un congresso, ma che il rivolu:zionarismo ti po Forll ed altri sjti sia aberrante dal socialismo, è cosa che è stata decisa da tutti i nostrì congressi panati, a partire da quello di G enova.

<i Con che diritto costoro -che per giunta furono sempre degli indisciplimti e dichiatano anche oggi che resteranno nel Putito solo se i l Partito deciderà a modo lo ro in tutto - con che diritto costoro possono domandare - in nome dei principi e della disciplina - l'ei;pubione di altri da un Partito d&! quale essi sono profondamente lontani fino dalle più remote premesse? Ed è politi· camente onesto che i rivoluziona.ci delle a ltre scuole ed i riformisti di sinistra accettioo di allearsi ron essi, invece di allootana.rli.. almeno prima di decidere il nostro caso?».

Li. n ostra risposta è analitica e .può sembrare prolis», ma dtiediamo venia ai lettori e promettiamo che non ci occuperemo più dei «destri». Che j socialisti rivoluzionari non siano d'accordo fra loro, può darsi.. Questa unanimità dell'accordo, del resto, manca tanto ai sinistri, come

DALLA RIPRESA DELL'ATTIVITÀ, ECC. D3

ai destri. Ogni tendenza ha le sue sfumature. Si passa dall'una all'altra per gradi. Na111ra non faciJ 1al1J11, neppure nelle idee. L'essenziale è che un punto d'intesa comune ci sia e i rivoluzionari sono ad esempio una· nimi nel ripudiare la collaborazione di classe e la partecipazione dei socialisti al potere.

L'Azion e Socialista afferma che la nostra tendenza dovrebbe essere espulsa dal Partito, nel quale ha perduto il diritto di cittadinanza sin dal congresso d i Genova. Anche noi saremmo i rappresentanti di un'eresia, o meglio della rinascita di un'eresia che fu condannata o è, comunque, condannabile. Perché allora non si è espulso Costantino La.zzari ch e da vent'anni propaga in tutta Italia quel verbo che noi diffondiamo da qual. che tempo in Romagna, Lazzari, che pur ieri, nelle colonne d ell'AvanJi !, t enacemente riaffermava che i socialisti non devono rifuggire dal lanciare il sàsso ne lla macchina borg hese per spezzarne i congegni?

Da quando in q ua i socialisti che credono ancora nell'azione violenta e insurrezionale delle masse e t"à.le azione psicologicamente - pel momento -p rep arano, sono considerat i aberranti dal Partito e dal sociali· smo? Sta in fatto che l'eventualità di un'insurrezione non esula nep· pure dalla concezione dei sinistri : è nota invero 1a formula eclettica del Treves che riassume tutti i mezzi dell'azione socialista nella frase: « da.Ha scheda alle barricate».

Ricordiamo che Rinaldo Rigola - in una sed uta della Confedera· zione generale del lavoro - proclamò solennemente che se Giolitti non avesse largito il suffragio universale, il prole'tariato sarebbe insorto. Rigola si proponeva dunque di smentire .Engels. Ma tra noi e i sinistri e (i ] riformisti di destra v'è una diffe renza fondamentale: essi nu lla fanno per preparare il proletariato alla tragica possibilità di un'insurrel: i.one, mentre noi più francamente dic iamo: i Proletariato, quando hl vorrai tradurre nei fatti il tuo ideale di una società senza pa droni , dovrai affrontare e sgominare colla violenza una coalizio ne d i formidabili ne· miei. La tua rivoluzione avrà uno o p iù episodi insurrezionali ». O an· che: « Proletariato, quando tu vo rrai evitare un ritorno della reazione o effettuare la trasformazione d i un regime politico, tu dovrai occupare le pìa.zze e abbattere i difensori dell'ordine cost-itu.ito ». ·

Per dimostrare che la nostra concezione è prettamente socia.lista, consentiteci. di togliere Marx dalla soffitta nella quale Giolitti lo pose, col complice ed immorale sileruio di quasi tutti i deputati socialisti. Carlo Marx è stato il magnifico filosofo della violenza operaia. E non solo il 1i.losofo, ma anche uomo d'a2ione. Ai sOCialisti italiani che si fanno un sacrosanto dovere d'ignorare la vita di Marx e la dottrina marxista n on sarà inopportuno ricordare clte Carlo Marx, tornato a Colonia nel 1848 per dirigere D;e Neue Rhe;niuhe ZeiJ11iJg (La N11ova G4zzetta R enana), ebbe a subire un processo alle Assise per « eccitamento alla rivolta ar· mata ». E non è lo stesso Macx che nella Mheria de/Ja Filosofia scrive queste terribili parole:

« Soltanto in un ordine di cose in cui non vi s.aranno più classi e anbgc> nismi di classi le "evoluzioni sociali" cesseranno di essere rivoluzioni pol itiche. Fino allora, alla vigilia generale d'os;ni grande riforma. della ~ocietà, l'ult ima parola d ella scienza sociale sarà sempre: J/ comb,t11imento o la morte.' La Iuta sanguinaria o il m,ila! »

.E Marx che giustifica gli atti che si dirigono contro uom ini o edifici particolarmente odiosi perché ·ad essi si riconnettono ricordi dell'anàen régime. 13 Marx che apologizza l'ultima grande insurrezione di popolo del secolo XIX: la Comune di Parigi. E potremmo continuare col Maestro immortale. Passiamo ad un suo discepolo: Kautskr Ricordate il suo masni.fic!) paragon e fra evoluzione e rivoluzione ? L'evoiuzione avviene negli organi, la ri voluzione nelle f unzioni. A ccade nelle società umane ciò che si verifica nella procreazione degl i esseri umani. N el ventre materno il Ceto attraversa evolutivamente t utte le fasi dell'animalità, ma il trapasso dalle tenebre alla luce del feto ch e vive passivo la vita della madre all'essere che ha già una sua autonomia di movimenti e di funzioni, questo trapasso avviene nello spasimo sublime della carne che si lacera: è la natura che violenta se stessa ; il saluto ineffabile della vita è gridato in un'ora d'angoscia mortale.

Analogia veridica e sorprendente l Cosl nelle società wnane lentamente evolvono i germi di nuove istituzion i, ma la attuazione di queste è sempre un fatto rivoluzionario. Le vecch ie istituzioni non cedono - se non costrette - il posto alle nuove. Le vecchie classi non r inunciano - se non forzate - al loro domi nio polit ico cd economico.

Esempio tipico la lotta fra borghesia e cl ero e nobiltà, lotta che culmina nel t rionfo «rivoluzionario >> della borghesia. La concezione classica della rivoluzione trova neU-odierno indirizzo del pensiero filosofico un elemento di vitalità. L a nostra concezione ringiovanisce.

Il riformismo invece, il saggio riformism o debitamente evoluzionista, positivista e p acifista è ormai condannato alla decrepitudine e alla caducità, E .finito. Lo deprechino ·o no i socialisti, un fatto esiste innegabile ed è questo: il popolo non intende di rinunciare alla piazza e lo h a dimostrato parecchie volte e in diversi paesi, in questi ultimi tempi. Chi non ricorda le giornate di Mòabit? Quelle d i Barcellona? Le sommosse contro il caro-viveri in Francia? I socialisti di Budapest hanno - è vero - invitato il popolo alla calma, ma dich iarando ch e '« il Partito Socialista è il Partito dell'azione responsabile e collettiva», non hanno rinWlciato alle forme d'azione violenta. N on sono stati essi a proclamare lo sciopero generale? E lo sciopero generale non è forse in sé, anche quando si svoJga colle famose« braccia incrociate», un atto di violenza? E passando ai socialisti belgi fac<:iamo notare eh' essi vagheggiano e preparano un grande sciopero generale che può dete rminare un moto rivoluzionario. La. nostra concezione del diveni re socialista trova la sua conferma neJla dottrina e nella realtà. contemporanea.

L'Azione Socialfrta trova poi che il nostro socialismo è aberrante perché « anti-patriottico ». Confermiamo la nostra eresia. Noi non possiamo concepire un socialismo patriottico. Il socialismo ha infatti un carattere di umanità e di universalità. Sin dai primi anni dell'adolescen2a, quando ci passarono per le mani i manuali grossi e piccoli d ella dottrina socialista, abbiamo imparato che nel mondo non ci sono che due patrie: q uella degli sfruttati e quella degli sfruttatori Per voi, destri, la patria è una specie di feticcio che può essere adorato da tutti. Per noi è un feticcio che come tutti sli altri non merita pietà.

La patria è u na .finzione, una mistificazione, una menzogna convenzionaJe. Lo riconobbero gli Umanisti deU'Ubi bene, ibi pa1ria e ,gli stoici che proclamarono r« Uomo cittadino dell'Universo» e « Cristo l'antipatriotta per eccellenza». Noi non siamo italiani, noi ci sentiamo, almeno, europ_ei. Non -v i sono più front ie re flatriottiche per la scienza, la filosofia, l'arte, l'economia, la moda, lo sport, e ci dovrebbero essere per il socialismo? la patria s'identifica oggi col militarismo. Sono jnscindibili. Chi dice patria dice militarismo. Noi supedamo il concetto di patria con un altro concetto : quello di classe. E siamo tipicamente socialisti.

Marx qu ando lancia il suo g rido: « Proletari di tutto il mondo uni· tevi ! » è un distruttore della vecchia ideologia patriottica.

E dopo il nostro ant i-patriottismo, j destri ci accusano di essere degli j' anti-organizzatori. Nel recente congresso romagnolo, chi scrive queste linee, disse: « Per dieci anni i socialisti devono disinteressarsi dell'organizuzione economica ». È una. frase che può essere giudicata paradossale, ma che non rinneghiamo perché nasconde una profonda, innegabile ve- rità, Sta . in fatto che da dit:ci anni a questa volta, il Partito Socialista ha dato 1a parte migliore di se stesso, il suo sangue più vermiglio, i Suoi uomini più devoti alle organizzazioni. economiche. Si è esaurito il cir- colo per dar vita alla lega. La comunità delle idee ha abdicato davanti alla comunità degli interessi. Mentre la Confederazione generale del lavoro aumentava enormemente i suoi quadri, il Partito Socialista vedeva restringe re i suoi a cifre sempre più modeste. Noi credevamo che queste organizzazioni economiche assumessero e vivificassero il nostro ideale. Delusione! L'organizzazione economica è divenuta in Italia qualche cosa di piatto e di __ mercantile: Le m ille pecore sbandate sono oggi sotto la ferula di pochi pastori, ma sono sempre pecore. L'unione per se stessa non fa la forza. B tempo ·di rivedere questo dfrhé e di toglierlo dalla ,ir<:olazione. L'unione diventa la forza, q uando l'unione è cosciente. AJ. trimenti, no. L'operaio semplicemente organizzato è divenuto un piccolo borghese che non obbedisce che alla voce degli interessi. Ogni iichiamo ideale lo trova sordo. L'orga nizzazione economica è anemica. dorotica. Manca l'idealismo. E aJlora bisogna rinsanguare il Partìto che è la grande, naturale riserva di questo idealismo rivoluzionario che serve a distinguere organizzazioni da organizzazioni, e pecore dagli uomin i. E attraverso e conseguenziale alla r inascita del Partito avremo la rinascita dell'organizzazione che oggi ci offre cosl miserando spettacolo. Il nostro grido significava: torniamo all' opera di proselitismo pura~ente socialista., aumentiamo le sezioni e il numero degli inscritti, propaghiamo la nostra, « fede » ! D opo d ieci ann i di economicismo possiamo esamin are con piena coscienza g li effetti. 11 socialismo degli o rsa· nizzati s i risolto in una part ita computist ir.a d i da re ed avere, ent rata ed uscita, attivo e p assivo. G li esper imenti cooperativi sono fall iti, e quando prosperano non hanno nulla di socialista: si tratta di aziende semplicemente borghesi. "t: stato un socialismo di gruppi operai, favo riti dal governo. (Sintomatici, ad esempio, i sussidi alle Camere del lavoro votati da Amministrazioni clerico-moderate). I riformisti credono d ì aver progredito. Non hanno invece che esasperato g li egoismi di talune categorie privilegiate, rigettando queJla nozione di altruismo che è il sigi/Jum nobilitante del socialismo. Lo chiamano « movimento >>. Quale?

Aristotele ne distingueva tre: movimento attorno al centro *. Quest'ultimo è il movimento dei riformisti : una speci e di dt:lirium IYemms.

Hanno volontariamente trascurato iJ brh -à-brac idealista. Ma un proletariato schiavo dei suoi materiali interessi e non illwninato da una fede interiore è un proletariato che n~n g iungerà. mai alla luce della stoéia. Noi rivendichiamo al Partito il compito d i conservare e alimentare l'idealismo rivo luzioriario tra le folle dei diseredati. Ecco spiegata la nostra frase che tanto più o meno ingenua impressione h a suscitato qui e fuori .di qui.

Con queste jdee, siamo dunque degl i eretici? Ebbene, o signori dell'A zione Sorialisld, accusateci. Chiedete al pross imo congresso la nostra espulsior.e dal Partito. Noi e voi rappresent iamo certo due eresie, ma con questa differenza: che la vostra conduce alla conservazione sociale, 1a nostra prepara la rivoluzione sociale.

·Da Ls Lot1d di CJtU.r1, N. 127, 29 1iugno 1912, lII (a, 484).

• Lacuna d el testo,

ALLA VIGILIA DEL TREDICESIMO CONGRESSO NAZIONALE DEL PARTITO

IL CASO DE MARINIS AL CONGRESSO DI ROMA

NEL 1900 - UNA FRASE DI ANDREA COSTA - L'ATTO

DI BISSOLATI GIUDICATO E CONDANNATO DA BIS-

SOLATI - COMP!:RE-MOREL E LA N OSTRA ERESIA -

LA NOSTRA PREPARAZIONE NUMERICA

IL PRECEDENTE DE MARINIS

Al VI congresso nazionale del Partito Socialista tenutosi a Roma, nel salone Eldorado nel settembre 1900, venne discusso e risolto il caso De Ma rinis. Questo signore, che percorse di poi tutta la carriera min isteriale ed è oggi un radicaloide giolittiano, faceva parte allora del gruppo parlamentare socialista ed era inscritto alla sezione di Napoli.

Nella sua qualità. di segretario della Camera parteci pò ai funerali di Umberto e andò a riverire il re nuovo al Quirinale. Dep lorato dalla sezione di Napoli, il suo caso venne portato al congresso che confermò a sua volta il deliberato dei socialisti napoletani. Dall'interessante resoconto del congresso che qui sotto tiportiamo, togliendolo dall'Avanti! del 9 settembre, n. 1344, possiamo tratte alcune considerazioni pel cong resso d i Reggio E,nila che dovrà discutere e r isolvere iJ « caso » Bissolat i, Ca.brini e Bonomi, caso ben più grave e ripugnante di quello De Marinis.

Se qualcuno tenterà avanzare a guisa di pregiudiziale l'incompetenza del congresso a giudicare i deputati, r isponderemo colle parole dello stesso Cabrini che il congresso è sovrano. Se si vorrà - e sarebbe enorme!tentare un salvataggio, ricorderemo le parole colle quali A. Costa - relatore - chi~e la sua relazione sull'opera del gruppo parlame ntare:

« Avevamo votato il D e Mu inis a segretario della Camera non perché lltl· da.ss(i al Quirinale».

E quanto al sig;ior Bissolati - complimentato oggi dalla borghesia ben pensante cogli stessi aggettA'i l audativi coi quali venne incensato al- lora il D e Marinis, - q uanto al signor Bissolati, egli è condannato in pieno dall'articolo di commento da Jui scritto io seguito all'espulsione D e M arinis, articolo che più avanti integralmente riportiamo l eggendo quel brano di p rosa virilmente socialista, e vecchio di appen a 12 ann i, noi non possiamo a memo di melanconicamente constatare che l'Italia è proprio il paese dei paglia cci e dei girella.

« ltnLAZION'E DEL GR U PPO PAR LAM ENTARE

« M11ffÌ entra a parlare in merito ai singo li d eputati. Deplora che gualcuno non abbia seguito la vi:i. che il Pa rtito traccia pel fatto dei suoi stess i prioc ipi Chiede a l relatore guaii provveJimenli s iano da adottare,

« Fagg i presenta una pregiud iziale. Crede che il gruppo parlamentare debba riso lvere t ali questioni da sé, stabilendo es.so norme in proposito, salvo l'approvazione de l Partito.

« la preg iudiziale è r esp inta

« Riui chiede sch iarimenti sul caso speciale D e M u inis,

,11 Pù,oli rileva che De Marinis è SC"gretario d e lla C amera, e q uind i per dovere di cortesia doveva .andare a lla seduta reale e ai fu nerali del re. Q uando si acceuano cariche bi~ogna accettarne anche g li obb lighi.

« M art11n o opina che il congresso debba deplorare l'atto del De Mariiùs.

« R i aardi rhicde che ch i ha sollevato la q uestione precisi i fatti. e p resenti delle proposte.

« M11ui, proponente, risponde che la p rt"Scntazione d elle proposte spetta al relatore Costa.

« Comi, relatore, prega invece il Mucci d i p recisare bene i fatti

« labriola A,111ro, pregato dal M ucci, precisa i fa tti. Il deputato De ).fa. rinis assist~ ai funera li del re e an dò a l ricevime nto del Quirina le. Gò è deplorevole anche per il fatto che il gruppo parlamentare socialista aveva deliberato d iversa men te Per questo la. s~ione di Napoli, che aveva ragione di dolersi d ella condotta di De N[arinis nelle t'leziogi e in altre occasion i e che ha notato la ten· denn d e! O c Mari nis ad es1rani:irsi un po' d a lla vita del Partito, ha creduto g iunta l'occasione di rilevar e pubblicamente la condotta sua nell'ultlma occasione e d i stig ma tizzarla. Scopo d ella Sé"lÌOn ~ era anch e di indurre il De M arin is ad affermare se egli intrndeva essere u n mandatario docile e rispettoso ai deliberati del Partito ; se intcndeva far p arte o no del gmppo parlament;:ire. N o i dobbiamo affermare che d a l cap itano a ll' ultimo gregario, tutti devono essere soggetti alla m edesima d isciplina,

« Zambianchi crede bastare la deliberazione della se2ione di Napoli. Se J'on De Marinis vuole appellarsi u q uella deliberazione venga a chiederlo egli s tesso al congresso . Noi n on abbiamo alcuna veste ptt u n g iudi zio.

« C.:.b,i11i combatte la proposta Zamhianchi. Il congresso ha d iritto d i dare un ,giudizio sulla condotta di un deputato, perché il deputato rappresenta t utto il P artito

« I l Preiidtnlt pone a i voti la p ropost a di deplorazione del l.abriola, la quale rileva come il D e Marinis non abbia n eppu.re voluto venire a giustificarsi dava!)-ti aJJa sezione d i Napoli, l egge l'ordine del g iorno della sezione nap oletana.

« B1,u1i leBSe un telegramma d i Ck Marinis in cui questi annuncia di essere ammalat o.

DALLA RIPRESA DELL' ATTI VITÀ, ECC. ll9

« B ,nboni vorrebbe si 50spendern: in considerazione Ji ciò i l gi ud izio if quale sarebbe oggi un giudizio contumacia le,

'l Dopo alcune parole d i Bergamasco F rancia, Svezia [,fr], Paoloni, si propcnc che il de putato D e Muinis sia senz'alt ro espulso dal Partito,

« Piuoli crede che l'ordine del g iorno della se-zione napoletana 5ia poco chiaro e q uind i poco leak.

11 D 411ni presenta una proposta già stata respinta

« Si arriva finalmente ai voti. Prima si vota su questa pregiudiziale di Bernudi no Vet ro :

«··Pr ima di ad-Ottare qu:ifa iasi misura di rigore contro De Marinis, in vitulo tclegr.uicamentc a venire personalmente a discolparsi o per lo meno a scri vere al congresso il motivo in suo favore "'. ( Sì grida : "De Marirtis si è già ghntifi,,zJo s11J D o tT Mrtri:ù, " ..

« La proposta d i Bernardino Verro r~pinta.

«·si lesse quindi questo o rdine d e-I giorno Labrio la-Mucci: te Co11a come relatore aggiungr poche p arole di scusa per i l D e .Marinis e d ichiara che il g ruppo eleggendo D c Marinis a segretario del la Camera non intendeva ch' egli andasse al Quirinale. (ll. pp/a1111).

« "J1 congresso, presa cognizione d d biasimo inflitto dalla sezione di Napoli al deputato De Maiinis, consider.aoJo che al fatto specifico e concreto si tratta di biasimare un atto d"indisciplina e di affermare che per dovere di lealtà è obbligo d i Partito e5eguire le deliberazioni è el Partito e dei suoi gregari, conferma la deliberazione di Napoli ".

« L'otdine del giorno Labriola-Mucci è approvato a grandissima maggioranza» .

«: IL CO:MMf.NTO DI BISSOLATI

o: Il Popolo Rom,zno, la T ri buna ed altri g ior nali g ridano cont ro la Chie1a S ocialiJJa a proposito del voto <li biasimo inRitto dli cong resso socialista all'on . De Marinis. Anzi, il Popolo Romano co lto da un accesso d i trnerezza per il deputato d i Salerno, " carattere forte che non si p i<-'ga, animo gentile che no n si smentisce· , tenerezza che noi,. fari gran piace re all'on De Marinis.

« L'accusa contro i socialisti è vecchia q uanto balorda Nel fatto specialmente notiamo, che, quando fu deli berata la partecipazione dell'Estrema Sinistra per la minoranza agli uffici della Prrside nza, il gruppo socialista, d esign ando il De Marinis a lla carica di segretar io, g li fece intendere - né c'era bisogno - che il suo ufficio dove\·a ~sere strettamente parl.unent~re é non prestarsi mai a significazfoni di n atura politica; che il gruppo socia lista a.. deliberato in mo do esplicito e unanime l'astensione dalle onoranze; che il dis.corm detto in P arlamento da Filippo Turati, a nome del g ru ppo, dava a ciascun socialista la n orma precisa da seguire, inutile d'altronde per chi h a il senso di parte; che il D e Ma1inis, ciò non ostante, partecipò ai fu ne rali d l Umberto e a un'altra cuìmonia di carattere ugualmente mo narchico, esercitando atti che passano i limiti d ella funzione parlamentare commessa ai segretari, contravvenendo alla precisa disposizione adottata dal g1uppo parlamentare socialista e, q uel che p iù importa, contraddicendo ai principi e alle norme direttive del Partito Socialista

« D al fatto particolare, r isalendo al gmerale, dobbiamO fare qualche altra osservazione.

« Il P. S. non esercila tirannie verso alcuno, per il motivo semplicissimo che non ha uffici di ' leva. Voiliamo dire che esso non costringe nessuno ad entrar~ ndl~ 1\!C lilc, La coscrizione è libera.

Opera Omnia Di Benito Mussolini

Noi siamo p er il vo lo ntariato. M a. q umdo uno do manda l'onore <li partecipare alle nostre lotte, assume volontariamente g li obblighi che incombono ad ogni gregario dd rocialismo, chiunque egli sia Chi vuo le onori e non on c-ri , chi non conosce la virtù del dovere, ha semp re fra noi quel la grande libertà che non è negli uffici e negli impieghi del governo e della società presente: la libertà d i andarsene. J:: tirannia q uesta ?

« t poi strano che l'acrusa sto lid a d v~ga pro prio da colo ro chf' piU sono amanti di tutte le forme di costrizio ne, da quelle della caserma alle altre più terribi li ddla compressione \•io lenta d ella libertà di sciopero e di :is~od:nio ne

« li soci alismo non è tirannide, perché i suoi soldati sono volontazi, ma è milizia se•,cra, dove i d ~boli e g li incerti non hanno posto, nemmeno nelle ambulanze. La disciplina è la forza degli eserciti e d à la vittoria. L'esercito socidista co nta già qualche vittoria, perché h a saputo co mbattere disciplin :ito contro un esercito, numerosissimo, ma no n compatto. E vuol seguitare a vincere. Perciò diK us, ioni sui principi e sulle n orme, libere e illimitate, ma u ione unica e serrata. Chi non vuole stia fuori . Noi, o militaristi ch e ci accusate, non costringiamo n essuno ad entrare in caserma e ben comprendiamo le vostre accu se Son o le accuse mosse d a ll.i invid ia e dal di spetto, d.ill' invidia delle nostre fone un ite e co5cienti, dal dispetto ddk nostre \'ilto rie. Se cosl non fosse, in va::c d i urlue come se avessimo offeso vo i, ,·i compiacereste in un silenzio prudente d ella nostra poca a.ccorte-.a a per la- q uale res pingiamo da noi una fo rza, un ·• carattere forte ch e non si piega " ».

La Nostra Preparazione

Rientrate nel Partito al 14 aprile, le sezioni della Federazione forlivese non hanno potuto - data la brevità del tempo e la crisi economica p rovocata dalla guerra - p relevare il maximu m delle tessere. Tuttavia ne hanno p relevato un numero rilevante.

Al 20 giugno avevano aderito al congresso nazionale le seguenti sezioni (il numero che segue il nom e r appresenta le tessere, q u indi i voti). ·

Forll 160, Rotfa 34, Teodorano 20, Ricò 20, Cusercoli D, Castig lione '10, Carpinello 60, Durauanino 22, Cappuccini 11, Roncadello 15, Meldola 6 2 , Villa franca 20, Ospedaletto 20, S. T omè 20, Pievequ inta 77, S. Leonardo in Scarpello 16, Bussecchio 30, Cìvitella di Romag na 20, · Devia 10, Collina 11, Via Lunga 15. T o tale 797. D elle alt re sezioni non abbiamo dati precisi. Interve rranno al congresso, quali rappresentanti delle sezioni, i compagni Benito Mussolini, Sa ndrino Farnetti, Addmo Cagnani, Ernesto Utili, G uglielmo Monti, I. Galiatoto e altri. Ci r i· suita che le sezioni dei collegi di Cesena, S. Arcangc:lo, Rimini hanno r itirato 1300 tessere. La frazione rivoluzionaria può dunque contare su 2 100 voti nella sola Provincia di ForU. T utti i rappresentanti ha nnQ mandato im perativo.

Da Ltt Lotta di Clau~, N 128, 6 luglio 1?12, III (,1, 484 48~) ,