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DALL'ARRESTO ALLA SCARCERAZIONE

( 14 OITOBRE 1911. n MARW 1912)

Il 14 ottobre 1911, verso m en.ogiorno, a Forli, sono tratti in arresto PiMro Nenni, segretario della nuova federazione braccianti, e Aurelio Lolli, portiere della n uova camera del lavoro. Alle 14 e 3 5 anche Benito Mussolini subisce la med~ ima sorte ( 279), imputato: ·

« Di avere il 24 settembre 1911 in un pubblico comizio e-e-citato la folla a imp edire con ogni m ezzo la spedizione m ilitare in Tripolitania , a scendere in piazza ed opporsi con la violcn,:a e anche con le barricate a lla forza pubb lica, fare [a guerra civile, bandire le proteste platoniche e venire all'azione immediata ed energÌCll. per u~o sciopero generale con ( arallere insuneziun:i.!e, determinando così esecuzione dci seguenti delitti :

« 1. Resistenza al la forza p ubblica e lesioni personali a danno d ei p ubblici ufli,iali nei termini sopra r iferiti, avvenute a Forlì il 25 settembre 191 l.

« 2. V iolata la libertà dei richi:i.mati sotto le armi e resistenza a/l'autorità e lesioni personali a pubbli,i ufficiali; r eati avvenuti in Forlì, com(" sopra è d etto, p resso la Stazione frrroviaria, il 26 settembre 1911.

« 3 Vio lenta chiusura di esercizi e s tabilimemi industriali con conseg uente cess.uione d("J lavoro e delle indus1 rie, avvenuta in Forlì il 26 settembre 19ll.

<t 4. V iolenta cessaz.io ne delle " t ramvie ddla Romagna " con rovescia. mento d i vagoni m erci e guasto d ei binari seguita in For ll il 26 settembre 19 11.

« 5 D aMeggiamento d ella linea t("lclonica F orll-Faen za, m ediante abbattimento d i pa li d i ;oste.i:no cd asportai.ione di cirot <1 00 metri di filo, seg:uìto nei giorni 26 e 27 settembre 19 11.

« 6. D anneggiamento della linea telegrafica d("f[ o Stato mediante abbattimt"Olo di pali di sostegno e rottu ra di fi li, seguìto in Porli la notte dal 25 al 26 e dal 26 al 27 settembre 1911.

« 7. V iolenta irnposizion(" di cessare dalla manovra di una locomotiva, fatta al mac<hinis ta Borzati ndle adia<enzc ddla Stazion e ferroviaria di Fo rll, il 26 settembre 19 11.

« 8. Apposizione di un pa lo tdegrafico sulla linea ferroviaria. Forll-An· cona con pnicolo di disastro del treno d irelto N 64 , seguìto ndla notte dal 2 ) a l 26 settembre 191 1.

« Arti,oli 63, cap. 1° in relazione :isli articoli 190 cap. 2°, 372 1°, 373 parte 1-, ;12, 313, 31,, 316 Codice Penale » . (Da : Francesco Dona.viaOp. ,il., pagg. 1:H-134). .

Tutta la stampa socialista e repubblicana d("plora g li arresti e La latta di Cla1u apre una sottoscrizione pt-r I(" spt-sc del processo e per le famig lie degli a.rrestati. La souoscri:eione raggiungerà la cifra di lire 1171,10. Il 16 ottobre Mussolini subisce il primo intmogatorio (260), il 2~ il secondo (262) e il 3 novembre scrive ad un amico (257). La man ina del 18 nov('fflbre ha inizio il prOCt'S$0 pre3SO il tribunale di Forlì. Li giuria è così composta: presidente-: Pietro · Ouboni; g.iudid: Lucio Mana.resi e An tonio Oini: pubblico 'ministero : cav. Primo Bagnoli. Benito Mussolini è difeso dagli avvocati socialisti on. Genunzio lkntini, Francesco Bonavita e Gino Giommi; Nenni e Lolli dag li avvocati repubblicani on. Anlonio Viazzi, Giuseppe Bellini, Onofrio Bondi e Cino Macrelli. Dapprimà vengono in~rrogati N{'.'nni e Lolli. « Il Nenni - scrive il resocontista de 1A Ullla di Classe (N. 96, 25 novembre 1911, Il) - è un giovanotto imberbe, simpatico, molto miope. Ifa un':uia tranquilla non ostante la P. S. lo abbia definito, n ei suoi rapporti, come un piccolo ma terribile Robespierre ». Poi è [a volta di Mu:ssolin.i, che - è sempre il medesimo re5ocon tista che i n forma - « raso accur:l.lamcnte, gli occhi p iù vivi e s,:inti.llanti del solito, d egante, quasi azzimato, parla con la consu,eta· energica precisione, incisivamente » (10,). Nell'udienza porneridì:ana del 18 ed in quell a. antimeridiana del 20, Mu}solini fa brevi dichiarazioni ( 107- 108). Nell'udienza p omeridiana del 21 si ha la requisitoria del pubblico ministero che-, parlando di M ussolini, dice tra l'altro : <1. li P M. r ende omaggio al suo ingegno, al!a sua cu l1ura e al suo carattere, ma egli ha anche la dote di parlare in forma assai conviocmte, il che lo rende p:ricoloso ,.. (Da La Lotta di Cla.u~, N. 96, 25 novembre 1911, II}. E il pubblico ministero conclude chiedendo per M=lini diciotto mesi di carcere. Seguono le arringhe dei difensori (108). Il 23 novembre il tribunale condanna (prima della lettura della sentenza Mus5olini fa akune di· chiarazion.i (108)):

Pietro Nenni - colpevole di contravvenzione per rifiuto di obbedienza, at• tentato alla l~rtà del lavoro, violenza privata, resistenza a pubblici ufficiali, porlo d'arma. insidiosa. - a un anno e quindici. g iorni di reclusione e a lire cinquecento di multa;

Aurelio Lolli - colpevole di vioknia p r ìvat11 -a sci mesi di reclusione e :a. lire lre<ento di multa; la corte di aPpello di Bologll.l accetta il ricorso dei condaMati ( respinge però la richiesta di libertà provvisoria per Mussolini) e fissa la p rima udienz.i per il l '.5 g fflnaio 191 2 (286).

Benito Mussolini - colpevole di istigazio ne a delinquere - a. un anno d i red1niooe, rigettando la sua dom,.nda di libertà provvisoria (284).

Jl 3 g ennaio 19 12 Nenni è tradotto a Dologna; il 10 anch e Lolli e Mussolioì lo seguono. Ma l' appello non può essere discusso perché sono assenti i difensori dei due repubblicani ( Z88). L' udienza viene r inviata al 5 febbraio e dal 5 al 19, giomq io cui la. corte di appello di Bologna riduce la. pena di NeMi a sette mesi e mezzo, di Lolli a quattrn e mC":Zzo e d i M ussolini a cinque (288). Pertanto, rlcOndotto a Forll, il 12 marzo 1912 M ussolini è rimesso in libertà (289) e pa.rte· cipa, il giorno seguente, ad un banchetto in suo onore (290). (Dal 15 al 18 ottobre 1911 si era tenuto a Moden.:a il dodicesimo congresso nazionale del rr.irtito socialista italiano, convocato principalm~nte per discutere sul passo compjuto dal Bissolati nel mano 19 Ll. Nel corso della discussione si era approvalo l'ordine- de! giorno Treves che diceva tra l'a lleo: « non dovere e non potere più ol tre i socialisti sostenere sistemiticamente con i propri voti 1':attu.ale g.abioetto it)

( t sbalorditiva questa illazione! l o sciopero generale merito del proletariato "!orlivese: non mio. L'atto d i accusa ha voluto iperboliua.re la importanza della mia p ersonalità fra il proletariato della città di Fo rlì, la rui grande maggioranza non solo non mi obbedirebbe, ma far ebbe il contrario di ciò che io dico lo, alla vigilia della spedizione, non la conoscevo, non solo, ma non la p revedevo neppure ( e legge a prova un su() arlicolo pubblicalo nella Lotta, nella imminenza. della spedizfo ne) ** .

+) Mi dispiace di non potere essere breve, perché io devo completare la deposizione che feci, quando non conoscevo l'atto di. accusa. .

Io escludo subito che a Forll sia scoppiato lo sciopero generale perché io l'ho proposto.

L'epoca dei sobillatori, signor presidente, è finita, come è finita que.lla degli apostoli.

La folla ha già acquistato la sua individualità pensante e volitiva; non si lascia più rimorchiare dai suoi cosidetti dirigenti, ma li rimorch ia. Qualche volta li sconfessa e li mette da parte,. anche. E fa quasi sempre bene.

E veniamo al mio articolo.... incendiario.

Soltanto la sera del 24 noi app rendenuno essere imminente lo sba rco a Tripoli. E fu convocato un com izio ~ r il 25 ***, malamen te riuscito, 11~/ qaale egli f ece un disco rso slorico, geogrtzfico1 illusJrativV", come confermano anche dei l esti di acaua della P. S.

- In quel discorso io dissi che fra noi socialisti e i nazionalisti c'è questa dive rsità: che essi vogliono un'Italia vasta, io voglio un'Italia colta, r icca e libera. Preferiscco essere cittadino della Danimarca, anziché esser e suddito dell'impero Cinese. Io m i posi, cosl, sul terreno del- l'a.mor patrio. E fui .... alquanto incoerente: ne fui pure rimproverato come di una debolezza·verso il nazionalismo. ll comizio non proclamò lo sciopero generale, ~rché era incompetente a farlo : in esso d limitammo ad « invitare » la Camera del lavoro ad attuarlo.

* Riass unto deU'a.utodifesa pronunciata presso il tribuna.le di Fe rii, la mattina dd 18 novembre 1911 , durante la p rima udittiza. d tl processo contro Nenni, lolli e Mussolini (102-1 03). (Da La Lolla di.C/a.ue, N . 96, 25 novembre 1911, li).

• • L'articolo lette> da Mussolioi è, con ogni probabilità, Tripoli ( 59).

• n Le date 24 e 25 settembre sooo emte Per 24 si legga 23; per 25, 24 ( 67).

Fbbene, io sono stato redento in maniera bizzarra da questa accusa: con questo processo.

Eulu de di 41Jere pronunziato jrttSi provo catrici, nel comizio, conJro l'a11torì1à, la quale prese delle allegre canton ale. E dichiara:

Io non formulai l'ordine del giorno per lo sciopero: nella mia qualità di presidente del comizio, lo lessi. LÒ sciopero generale, a Forll, è scoppiato, in parte, per obbedienza agli ordini della Confederazione del lavato e all'invito del gruppo pat!amentare socialista, radunatosi a Bologna, e fu proclamato la sera del 25 ncHa vecchia Camera del lavoro da un'assemblea imponentissima, nella quale egli non volte parlart E perché? Né per pa11ra, né pn prudenza, Ma per rorreltezZtt politica, perché - dice - io non ero un operaio ma un giornalista, e non intendevo inffuire sul proletariato con i mici criteri di uomo politico lo sono stato accusato di aver istigato al sahotage. Ebbene, io sono favorevole al «sabotaggio»; ma il mio sabota,gg'io non è quello dei vandali o dei teppisti. Questo, per me è immorale. Il mio sabotaggio è quello che concreta efficacemente la protesta, r ispettando, come in ogni guerra, anche nella guerra sociale, il di ritto dei neutri: cioè la incolwnità dei cittadini. (PnI.: « Ma, com1111q11e, il danneggiamento è immorale»).

Come scoppiò la dimostrazione? Per la mia sobillazione ? Se l'avessi fatta, ora qui me ne farei carico. Ma la verità è che quando in ForlJ si radunano 1 5 mila operai, la dimostrazione sboccia spontanea, irrefrenabi]e. Non pre si parte a nessuno dei fatti accaduti nelle due giornate.

L'accusa ha voluto trovare nei miei articoli pubblicati nella Lotta, immediatamente dopo lo sciopero, la confessione dei miei.... reati *.

Ciò è grottesco! Io non ho confessato nulla, perché non avevo colpe da confessare. Quegli articoli non contenevano, se non critiche teoriche, commenti dottrinali agli avvenimenti svoltisi e si riassumevano nel prospettare il « mito » dello sciopero generale, la « religiosità >> di questo nuovo gesto, che succede a quelli delle religioni passate.

I miei articoli, in sostanza., miravano a dire a quei signori della Confederazione del lavo10: « Volete lo sciopero generale sul serio o per burla? Perché, badaj:e, se lo volete sul scrio, dovete impegnarvi in un duello mortale col governo, che ha già d eciso la spedizione».

Io non rigetto alcuna delle responsabilità, derivantirni dai miei articoJi, sebbene a.vessi potuto nascondermi dietro il gerente. Ma io invoco, per quesle mie affermazioni puramente teoriche del pensiero rivoluzionario, 1a corresponsabilità di pensatori di alta dignità, i cui scritti sovversivi circolano impunomente dappertutto.

• Si riferisce allo scritto Lo stiopero grneralr di prote1tt1 ,oniro l'impr~J• di Tripoli ( 61).

Signor presidente, la sua interruzione pone in rilievo la differenza fra la mia morale e.... quella degli altri. Io penso che il « fine >) altamente civico del <<sabotaggio», quello che io accetto,,giustifica e moralizza i «mezzi ». (Pres:: '«Lei è per la teoria che il fine gitutifica i mezzi, allora!»).

Signor presidente, la nota teoria machiavellica è stata riabilitata da Giovanni Bovio.... ed è soprattutto riabilitata dalla realtà anche la p iù belJa delia vita vissuta e pensata.

Ma lasciamo andare Io smentisco e respingo le accuse di complicità negli atti di vandalismo comp iuli (falla folla, semplicemente perché io, in l inea di fatto, sono rimasto est raneo del tutto a questi fatù. (P. M .: « li prof. M,molini, quando scrisse nella Lotta il noto ar1icolo sul sabotagc, sapeva già degli aJJi dì vandalismo compiuti?»).

Sl, io non li ignoravo (P. /H.: « E 1ut1avia ella ne fece l'apologia nei 1uoi articoli»).

Apologia dei vandalismi assolutamente no, in nessun caso. Ho g ià spiegato Ja profonda diversità, morale e di fatto, che corre tra il sabotage che io approvo e che è il prolungamento logico dello sciopero generale, e gli atti di vandalismo, dei quali respingo ogni responsabilità ed ogni complicità.

Ed ora concludo. Concludo come quel filosofo, il quale aveva scritto sulla porta di casa : « Chi entra m i fa piacere, chi non entra mi fa onore ! » .

Ebbene, io vi dico, signori del tribunale, che se mi assolverete, m i farete p iacere, perché mi restitui rete :tI mio lavoro, a lla società Ma se m i condannerete mi farete onore, perché voi vi trovate in presenza non di un malfattore, di un delinquente volgare, ma di un assertore di ide~. d i un agitatore di coscienze, di un milite di una fede, che s' impone al vostro rispetto, perché reca in sé i presentimenti dell'avvenire e la forza grande della verità! (La chiusa della vigorosa, lucida ed elevata deposizione dtl nostro compagno Mussolini - che ha prodoJto una grande impreuione, 1Jisibi/e anche negli stessi giudici - suscita appla11si ed approvazioni nel pubblico, 111bì10 represse dttl presidente col rinvio dell'udienu al pomeriggio)_* .

• N ell'udienza pomeridiana, dopo la deposizione della. guardia di pubblica sicurezza Antonio Eliseo, il q uale afferma che « Mussolini era alla testa, o quasi, del corteo dimostrativo la sera. del n, qualkl.o avvenne la. 5a..ssa.iola ~. il dittttore de Z.. Lottii di Claur, dice: « Io n rgq q11esta rirrn11anz4, per,hJ" è falsd: ;,, " 411elfQt'll ;,, , 11i ;/ mte dfre di avnmi ved11to ;,, via Mattini , ero aJJa Ctm1#"4 Jel J(!1V()rQ, ram e alle11, r,1PJ1NJ tJltrJ Jr1Jim1J11i 111.

Neffudicnza. del 20 novembre Mussolini dichiarerà: «"E 1111 m e111 rhr ii lmmtiu-e l'<teOUlt- e hdlavia si 11,wig" 11HJ0 il grOlfllUl!J r /'11,noris,nQ. Euo q11i il giornale, che prova come l'ordine in,rìminAJO non è mù1: è 11n mrie rh, Biitruhi , i gridA rhe 1110. Non .,i crede a /11i, " si f!flQl rredel'II d og11i unlo lii 1'0Jtri f11nzìonttri che mentiu-orw". Gctta il giornale al cancelliere e grida sdegnosamente: "Non pttrlo più: mi rip11gna!" :1>.

Nell'udienza pomeridiana del 21 novembre, dopo la requisitoria del pubblico ministero, i difensori pronunceranno le arringhe. L'avv Gino Gio,nmi dirà tra l'altro : «"Mussolini fece opera di patriottismo chiaroveggente, opponendosi alla guerra, s uscitandole contro l 'o~tilità appassionat a della pubblica opinione. Ed egli aveva ngione di dire che fu incoerente; perch é se fosse voluto essere coerente alla sua personalità di socialista rivoluzionario, avrebbe dovuto tacere in .atteu di" vedere l'Italia ufficiale cadere nel baratro della folle impresa, per piombarle addosso e clarle il colpo di grazia ! ·· (A pp,avazian1) • . A questo punto, M ussolini interromperà : <1 B ene, è quella la verità !•

Nell'udienn del 23 novembre, priml della lettura della senterua, Mussolini dirà: t: "Io n o11 ho ulla d a dire, J-opo le ercellen1i (lf'finghe dei miei '1VVOritti. Ma vo g lio Jo/Jant u riwrda,vi, e, 1ignol'i gi11did , , he se io f o!Ji Jlalo t'llomo de/Id coh'roZd, che 1pezza, clu noti ron 1ente arromodamenti, avrei dovuto fare come il rriHiano durante la decadenza Jell'impe,o rom,m o. Egli diceva: - C he importa a me se l'impero va in rovi na, poicht 111 questo JMgnà la croce di Cri/lo? - Anch'io av,ei po111to e do v11t o J;,e: 1...4.Jciamo che l'ltaHa NffidaJe vdda a fiauttr1i in Africa, e che il pian/o d elle madri che pMde11ero i pro pri figli ,entla più prolifica J.s. uminagio11e d el mi,:, pe,rsi ,ro ,ivoluzi,m.zrio (Approvazioni) » (Da La Lolla di C/aue, N. 96., 21 novembre 1911, Il).