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LO SCIOPERO GENERALE DI PROTESTA CONTRO L'IMPRESA DI TRIPOLI CONSTATAZIONI

All'indomani di ogni tentativo più o meno fallito di sciopero generale, la questione teorica dello sciopero generale ritorna quasi automaticamente sul tappeto. E le domande s'affollano: sciopero generale po· litico od economko? Quanto de\'.e durare? Che carattere deve avere?

1 sindacalisti puri - marca Sorel - sono contrari allo sciopero generale politico. Per Sorel e soci mìnori , l'operaio - racchiuso e catafratto ne l sindacato - non deve uscire dal terreno delle competizioni economiche, dev'essere sordo ai richiami ideali dei partiti. I tipografi romani, ad esempio, secondo quanto ci dice il Parpagnoli, hanno nello statuto un articolo che vieta esplicitamente di aderire a scioperi generali d'indole politica. Per i sorelia.ni quindi lo sciopero generale dev'essere l'ultima e decisiva battaglia campale che il proletariato impegna colla borghesia: dev'essere l'inizio del ritorno alla collettività. produttrice dei mezzi di produzione e di scambio, oggi detenuti dalla minoranza capitalistica. I soreliani rimandano quindi Io sciopero generale al lontano futuro: e lo sciopero generale d iventa un «mito », cioè la rapptesentaz.ione ideale di una possibilità avvenire aJlo scopo di tener vigile nel prolet ariato il senso eroico della soa mission e nel mondo. Questa concezione « ascetica» del divenire sociale è destinata a frangersi contro la realtà. ~ella vita. L'operaio non può oggi tagliare tutti i Fonti che lo legano a1la società in cui vegeta e lavora, non può appartarsi indifferente alle vicende della collettività alla quale appartiene. Il proletario - uscito dalla fabbrica, dal terreno specifico deUa lotta di classe - ritorna il cittadino, l'uomo che ha i vizi e le virtù dei suo i contemporanei e come cittadino e come uomo egli non può non interessarsi delle grandi questioni politiche..Marx ammoniva che ogni questione politica è - in fondo - una questione sociale. Lo sciopero ge· nerale politico, quindi, non è una deviazione dell'attività sindacale o un tradimento come famctiano i teorici, ma può essere in certi momenti una dura necessità e un imperioso dovere per il proletariato.

Noi siamo dunque fav~revoli a llo sciopero generale p olitico, ma, intendiamoci, purché non si risolva nelle solite g iornate di svago e d'ozio, purché non sia solo u n'altra o più domeniche aggiunte alle cinquantadue del calendario gregori ano. Da questo punto di vista, riteniamo insinreri gli otdini del giorno votati a Bologna dal gruppo pa rlamentare socialista e dalla Confederazione generale del lavoro. O si vuol sempJicemente e platonicamente protestare e aJlora bastano i comizi domenicali o serali coi soliti ordini del giorno, o si vuole rovesciare un regime politico e allora non si p uò stabilire a priori la durata di uno sciopero generale. Bisogna continuare finché non sia raggiunto lo scopo. Lo sciopero generale significa allora insurrezione e un'insurrezione può trionfare in un giorno o in un m ese, a seconda delle resistenze che incontra. la rivoluzione francese ci offre l'esempio tipico di uno sc io pero generale politico durato paretchi anni, Alla vigilia cli ogni sciopero generale politico bisogna chiedersi : Che cosa ci proponiamo? Le dimissioni del ministero? O il rovesciamento della monarchia? .I.a repubblica o la Comune? E agire di conseguenza. Indicare una meta che deve essere ad ogni costo raggiunta, ma che può anche essere superata.

Se oggi lo sdopero generale politico h a perduto gran parte del suo prestigio lo si deve alla sistematica diffamazione ultra r iformista e ultra sindacalista, alle divergen ze teoriche, all'incerte:n.a de ll'azione. Occorre perfezionare l'arma prima che l'uso o l'abuso la spunti.

Comunque, lo S<Ìopero generale resta la più bella, la più intuitiva, la più terribile manifestazione della volontà ope raia, che paralizza quando vuole - col semplice incrociar delle braccia - tutta la complessa e multiforme e immane vita della società borghese. I diffama tori dello sciopero genera le sono i nemici maggiori e peggiori del .proletariato

L'ULTIMO SC IOPERO

Molte sono state le cause de ll'insuccesso deiruJtimo S< iopero generale di protesta contro la nuova a.vventura africana. Anzit utto il ritardo nelJa proclamazione. I dirigenti del proletariato italiano arrivano sempre colla vettura Negri, Nel loro stemma p otrebbe degnamente figurare una lumaca.

Poi, l'insincerità di tutti gli ordini del giorno votati lunedì scorso a Bologna. Ecco quello del gruppo pa rlamentare socialista: o: Il gruppo parlamentare socialista d.i fronte alla evidente intenz.ione del governo di una occupazione militate della Tripolitania -n on g.iustilicata né di rag.ioni di diritto né da. rispettabili interessi materiali della nazione, gravida di disastri «onomid e finanziari, e che segnerebbe l'atre~to di ogni efficace politica di democrazia e di riforme sociali - formula la più energica protesta in nome degli inttreui più profondi e più veri della patria e sopnttutto delle classi Ja. voratrid;

« avvertendo che questo falso ,olon.iaHsmo - ma.sc'ht ra e strumento di nuovi vagh~ggiati protezionismi e parassitismi, di magg..iori sperperi milicareschi e di ul· teriori meditate azioni politiche - nulla abbia di comune col coloniali5mo fisiologico de lle nazioni che pretende di K immieggiare;

« 3ffinché istituzioni e partiti, deputati e governo assumano ci:m:uno la propria precisa responsabilità nella gravità del mo mento;

« ,h;ede 4 chi di ragione l'immediaJa ,onvocazione del Parlammto nitZio111,le;

« e mentre consente nel sentimento di protesta e di sdegno che anima le odierne mmifestazioni popolari e prol~arie di fro nte a!le deliberaLioni pre!ie dalla Confederazione generale del lavoro, invita i lavoratori organizzati a contenere nel confine della più severa disciplina e nei brevi limiti dì tempo deliberato dalla Conftdttazione lo sciopero generale, il cui p rolungarsi e il ·cui trascend e~ a dispetto dell'intendimento dei suoi promotori non potrebbe oggi, in Iu.lia, ottenere a.tuo ri5Ulb to che d i fortificare le correnti militariste e reazionari e che cond ucono a Tripoli le nostre navi;

« e le esorta a raffor.:arsi in,;e<e· nelle prop rie organizzazioni ~d ivi addestrarsi nell' assidua prova cldla p rop ria battagl ia sul terreno politico, la sua a.sse-nz.a dal qua le è la vera e sola cagione che- rende possibi li le follie a suo d1nno del governo e delle dassi, che oggi ancora monopolizzano le magi.:ioranze parlamentari

Per capire di colpo l'insincerità di q uesto ordine del giorno basti il dire che fu proposto dal Turati - personalmente contrario allo sciop ero generale - e votato all'unanimitl da tutti i presenti, non esclusi i Bonomi, ! Cabrini, i Trapanese, contrari allo sciopero generale e fa . vorevoli invece, salvo talune larvate restrizioni mentali, alla politica espansionistica del governo. Ancora una volta il gruppo parlamentace socialista ha offe:rto al pubblico italiano i1 gratuito spettacolo di una indecente commedia. la spregiudicata ironia dei giornali borghesi ci sembra p ienamente giustificata. Il l etterario e parolaio dcmagogismo d e l Turati non è sta to p reso sul serio, G li ascari di Giolitti sono precipitati n e l ridicolo Le loro m inacce han s uscitato l'ilarità generale. R ievocare il grido d ell'auletta, parlare di « vaJigie » oggi, significa, o egregio Turati, giocare un bluff all'opinione pubblica. La quale vi conosce e risponde con un ghigno beffardo.

Quella trentina di fantocci imp agliati che occupano gli scanni dell'Estrema Sinistra a Montecitorio non spaventano più nessuno, neppure i pipistre lli sonniniani. Nel '98 la bor.ghe-sia italiana consegnava i deputati socialisti a Bava-Beccaris e li faceva passare nelle sabbie dei tribunali militari; oggi li consesna alle ridinciane Turlupineidi Jei vari sollanevoli Simoni e Ii fa s6.Jare sui pakoscènid dei teatrini di varietà.

Ecco l'ordine del g iorno della Confederazione generale del lavoro Votato in una riunione segrctissìma. Nientemeno!

« La Confederazione Bffierale dd lavoro in t-secuzione di quanto deli~rava nt!'ll'adunam a del suo Cons.iglio d ireuivo del 20 corunte;

« plaudendo alla adesione data dal gruppo parlamentare e votata nel suo convegno del 25 corr all'ord ine d i idtt esposte <lai rappresentanti della Confede. razione stessa e che concretizza nella necessiti di opporre alle follie e,pansioniste tri poline una energica e g randiosa manifestazione d.i popolo che dia Vli.lore tangibile aJJa corrente dì protesta che freme nell'anima della nazione che lavora e paga di persona;

« invita tutte le organizza zioni operaie d 'Italia ad abbandona.re il lavoro dalla rnattina del 27 corr. mantenendosi in isciopero generale per ventiquattro ore e comporta.ndosi in modo che la protesta a braccia conserte si mantenga dignitosa e lontana da ogn i atto di violenza, a lta e solenne, e sia ammonimento al governo e alle classi dirigenti che il popolo sta vigile e custode delle conquiste strippate e dd suo d iritto»

Curioso - dopo tutto - quel voto di plauso che la Confederazione tributa al gruppo parlamentare socia lista; comica quella protesta misu rata coll'orolog io alla mano ; sintomatica quella d.,~precazione di ogni atto di violenza. Chi confronti le tremende minacce dei manifesti e dei giornali colla prosa assai temperata di q uesto ord ine del giorno, p roverà la strana sensazione di chi passa imp rovvisamente dal caldo di un forno al freddo di un ghiacciaio.

Andiamo avanti. C'è un altro sinedrio di direttori spirituali del gregge proletario: il Comitato naz ionale dell'azione diretta. Riu nitosi a Bologna vota un ter_zo ordine del giorno:

« Il Comitato nazionale dell'azione d iretta, riunito d'ursenza per deliberare quale dc-bba essere l'atteggiamento dd proletariato italiano di fronte a ll'ecddio compiuto a Piombino ed alla rinnovata follia di imprese coloniali soll« itate dai g uerrafondai e dagli speculatori sui rifornime-nti militari;

« ritiene che mai come oggi si offra alla classe operai:a. :a.rgomento di schierarsi contro le sfere ufficiali e proclama lo sciopero generale da effettuarsi da mercoledl 27 corrente.

<e Il Comitato nazionale dell'a zione diretta ha inoltre deliberato d i fissare la sua sede a Bologna per dirigere il movimento generale».

Per i firmatari d i ·questo ordine del giorno la follia tripolina non sembra motivo sufficente per u no sciopero generale : ci vuole qualche cosa in pili. e si aggiunge l'eccid io di Piombino. Dopo ciò, invece di preredere la Confederazionè generale del lavoro, aspettano i.in g iorno per far coincideée Je due manifestazion i : anzi per confonderle. Non si dichiara nettamente e recisamente che lo sciopero sarà ad oltranza: bisogna indovinarlo.

Nessuna meraviglia se con questi ordini del g iorno anodini, con tradditori, concorrenti, burocratici il fiasco dello sciopero generale politico ha assunto qua e là. proporzioni colossali, sbalorditive, deprimenti.

Divergenze Teoriche

Anche le divergenze acute t ra i rappresentanti titolati del sovver.; ivismo italiano hanno contribuito abbastanza all'insuccesso dello sciopero generale.

Tanto i repubblicani come i socialisti noverano nelle loro file non pochi convinti tripolinofili. Citiamo per i socialisti De Felice, Podrecca, Lerda, Monicellij per i repubblicani Bar.zilai, Meschiari, Innocenzo Cappa e alt ri. I repubblicani, poi, a Firenze, a Milano, a Faenza e altrove si sono mostrati recisamente avversi allo sciopero gc:nerale La questione tripolina ha dimostrato che la democrazia italiana non è più contenuta nei tre partiti tradizionali, ma si suddivide in una infinita serie di sottopa rtiti e fazioni.

La disciplina di partito è ormai parola vuota di significato. Questo cozzare di opin ion i diverse e discordanti n ei capi ha il ris ultato di stordire e intontire i grega ri, i quali - d a t empo immemorabilehanno l'abitudine di pensare col cervello altrui.

I Ferrovieri

.Stelloncino a parte, per i rivoluzio nari del sindacato, Lo meritano, non fosse altro per il loro palese tradimento. Ecco l'ordine del giorno col quale hanno tentato g iustificare la loro vi ltà:

« li Comitato centrale esecutivo del sindacato frnovieri italiani, r iwlitosi ieri per deliberare in mezito al la. putecipttìone o meno dei ferrovieri alla manifestazione di protesta per Tzipoli, preso atto del deliberato della Confederazione <Id lavoro e <lei Paztito Socialista per WlO sciopero generale di protesta di 24 ore;

« ro ,uidtrata la nessuna serietà del la prott'l!ta e dei propositi m:mifestati che 5i riducono a.d _u na semplice parata decorativa;

• cwu;deraJo che per i precedenti in materia nessun affidamento hanno i ferrovieri di vedeni difesi in caso di repressione e come qualmente la stessa deliberazione della Confederazione tace, per equivocare, sulla partecipazione · o meno degli addetti a.i pubblici servizi aJlo sciopero stesso; e f'ilitm.11 che i ferrovieri non debbano allo stato dei fatti putedpa.re ad un movimento inefficace nell'intento, sen2a scopo e fine, per riservarne le forze ad una azione che valga ad assicurare migLiori d estini al proletariato in genere. e Restano col pte$Ct'lle deliberato annullate le disposizioni precedentemente date e s'inYitano i ferroviezi ad attenersi a quelle nuove istruzioni che, se del caso, uranno imrartite a mezzo dei 6duciari • ·

Ricordiamo. Quando i ferrovieri sembravano riluttanti ad inghiottire l'offa sacchia.na, il proletariato d' Italia non lesinò la s ua solidarietà

I (( precedenti in materia » dicono che il proletariato italiano ha fatto, troppo spesso, sua propria la causa dei ferrovieri, mentre i ferrov ieri hannO assai di rado e parzialmente fatto altrettanto. Se lo sciopero è stato una «parata» innocua, lo si deve appunto alla defezione dei ferrovieri che ha disgustato e nauseato il proletariato italiano. Se i ferrovieri non intendevano seguire la Confederazi~ne del lavom, perché non hanno obbedito al Comitato nazionale sindacalista dell'azione diretta? Erano poche le ventiquattro ore dei riformisti? Perché non accettare lo sciopero ad oltranza proposto dai rivoluzionari? La verità è che i ferrovieri hanno, col loro ordine dd giorno, squalificato tanto sii avversari riformisti come gli amici sindacalisti e hanno preferito - da buoni funzionari governativi quali sono ormai diventati - astenersi dal movimento per non affronta re il rischio di perde re l'elemosina statale.

E allora è tempo di deporre la te rri bile maschera ,ossa o arcirivoluzionaria deU'arcirivoluzionarissimo sindacato ferroviario: voi potete degnamente e senza scrupoli confondervi coi riformisti dell'altra riva. M a il proletariato italiano ricorderà.

Eccidi E Conflitti

A sciope ro finito, una constataz ione. Solo nell'Emilia esso ha raggiwdo l'intensità che il momento storico imponeva. Tutta la ferace terra emiliana, da Piacenza a Rimini, è stata percorsa da un brivido di rivolta che farà certamente riflette re i reggitori della monarchia. Il sentimento popolare ha ~ploso e nuovo sangue è stato versato: a Modena ci sono numerosi feriti, a Nonantola ( nel Modenese) un contadino mo rto, a Langhirano ( nel Parme nse) tre morti e una decina di feriti, dei quali, alcuni graviss imi. Bene sia. Il proletariato registri le sue vittime. 11 giorno in cui potrà chiederne conto a1la borghe5ia non è lontano.

DIMISSIONI ?

LA Slampd. di Torino comunica, con riserva, che il Consiglio diret· t ivo della Confederazione generale del lavoro intende rassegnare le dimissioni a cagione del fallimento del recente sciopero generale. :B certo che la posiz.ìone di Rinaldo Rigola e soci è formidabilmente scossa. ù. Confederazione generale del lavoro è esauto rata. Il suo invito non è stato raccolto. Ben pochi hanno obbedito. N essuna organicità di movimento. Chi ha scioperato pri~, chi dopo, chi mai.

DAL PRIMO COMPLOTTO CONTRO MUSSOLINI, ECC 67 fo alcune città hanno scioperato per ventiquattro ore, [in) aJtre per quarantotto. Chi ha scioperato per T ripoH e chi per Piombino. · Eccettuata l'Emilia, dove lo sciopero è stato generale e movimentato, nel resto d'Italia calma completa, ordine perfetto.... e lamentevoli aborti.

A Roma la C. E. delia Camera del lavoro ha rassegnato le dimissioni Col recente sciopero generale si acutizza n elle organizzazioni operaie italiane quello stato di disagio e di crisi che noi più volte abbiamo esaminato e documentato.

Lo Sciopero Generale A F0rli

Sabato mattina"', appena i quotidiani ebbero annunciato l'imminen:za certa d ella spedizione militare italiana a Tripol i, compatve sulle cantonate un manifesto della Federazione socialista che invitava i cittadini e i 1avon tori ad intervenire a d un pubblico comizio che avrebbe avuto luogo all' indomani nel cortile interno d ella vecchia Camera del lavoro.

Più tardi vennero affissi il manifesto della Confederazione generale del lavoro e alcune strisce colle qmli la vecchia Camera del lavoro aderiva al comizio indetto dai socialisti e invitaVa i lavoratori a largamente partecìparvi.

All' indomani** ebbe luogo l'wnunciato comizio. Pochissimi presenti. Non arri\.·avano forse a trecento. Forse il tempo minaccioso e piovigginoso impedì l'intervento degli amici di campagna. L'oratore designato B. Mussolini spiegò con un lucido e documentato discorso durato oltre un·ora le ragioni che militavano contro la nuova avventura africanista; citò le inchieste compiute in Tcipolitani a dagli inglesi, da i sionisti e dagli italiani ; accennò al pericolo della marcia austriaca su Salonicco, fac ilitata dalla distrazione di forze militari it~ liane in Tripolitan ia e giustificata dal pericoloso p recedente; ricordò il parere di Salvemini~ di Ricchieri, di Ghisleri e di molti alt ri competentissimi studiosi ; provò, a base di cifre, che l'impresa t ripolina può essere una millankria nazionalista e guerrafondaia, ma costituisce un grande sperpero di ca· pitali e di energie utilizzabili molto meglio a colonizzare i molti Tripoli dell'Ital ia contemporanea; esaminò quindi ]a questione dal punto di vista socialista e concluse coll'invitare gli astan ti ad intensificare l'agitazione onde evitare la folle avventura. Grandi applausi

Dopo al Mussolini parlò, brevemente ed efficacemente Umberto

Bianchi, segretario della. vecchia Camera del lavoro. Eg li fece un at. tacco a fondo contro il pseudo.liberalismo giolittiano ch e promise il suffragio universale p er darci Tripoli

Il Bianchi si dichiarò guarito dall'illusione riformista ed incitò i proletari a valersi di tutti. i mezzi per resistere al colon ialismo gìolittiano, di versivo trovato per rinviare - Jine die - il suffragio universale e ritardare l'elevazione economica, civile e morale dell'Italia, Presentò all'approvazione dei present i un ordine del giorno p er lo sdÒpero generale che fu - senza discussione - acclamato al grido di: « Viva lo sciopero generale! .Abbasso la guerra!».

Il Consiglio Generale

Per porre in attuuione il voto del comizio, inte nsiss imo fu il lavoro d i p reparazione e di raccolta compiuto nella giornata dì lunedl •, specie al mattino. Staffette ciclistiche portarono le circolari da villa a villa, da paese a paese,

Il vice-segretario Rossetti si recò pe rsonalmente a Meldola, mentre nel pomeriggio il Bianchi andò a Bologna per conoscere immediatamente le decisioni che vi sarebbe ro prese dal gruppo parlamentare sociali.sta e dalia Confederazione generale del lavoro.

Alla sera, dalle otto in poi, si svolse b. seduta del Consiglio generale. L'assemblea era imponente. Tutte le organizzazioni della montagna e del piano erano rappresentate . N otiamo il Castagnoli di Predappio, il Savorani di Dovadola, lo Zangheri di Meldola; altri d i Cusercoli e Civitella avevan telegrafato dichiarandosi ossequienti alle delibere de l Consiglio genera le.

La discussione procede rapida e serrata sotto fa presidenza del Bianchi Inted oquiscono Zanotti Cesare, Gaudenzi Quinto, Casadei, Castagnoli, Savorani, Zanghe ri, Brasin i e molti altri di rui ci sfugge il nome.

La decisione di sciopero genetale ad oltranza fu acclamata all'una-n im ità , Alla Comm'issione esecutiva venne deferìto il compito di stabilire le modalità, e la Commissjone eserutiva propose ed ottenne di aggre· gare a sé - nel Comitato d'azione - due componenti ognuno dei tre Partiti favorevoli all'indirizzo della vecchia Camera del lavoro.

• 2~ settembrt'.

I Primi Scontri

Anche la nuova Camera aveva intanto o rdinato lo sciopero gene rale .

Nella sera di lunedl una dimostrazio ne di repubblicani fu aggredita e dispersa dalla polizia.

Nella Piazza V. E., la cavalleria - venuta al galoppo da Faenzadisperse più volte la folla in cui i curiosi superavano certo e di molto i dimoslranti.

F u sotto le cariche di cavalleria che no n d istingueva fra rossi e gialli che i dirigenti le due organizzazioni a ntagonistiche ebbero la prima idea di condurre la battaglia in comune. Notiamo p erò che il Pa rtito Repubblicano aveva respinto un in". ito per una azione in comune ri· voltogli nel pomerigg io d i lunedi da i tre Partiti: Mazzin iano, Socialista e Anarchico.

Dopo m olti attacchi e contro-attuchi la cavalleria riuscì a sgombrare la p iazza. E for ti reparti di tru ppe la tennero sbarrata fin o ltre la mezzanotte.

LA GIORNATA DI MARTIDI •

Al mattino: sabotaggio sulla linea d el tram Forlì-Meldola. Si rovesciò un 'carro, si spezzarono delle viti , si coprirono i binari di ciottoli 11 t ram dové rito rnare nelle rimesse e sospendere le corse.

Alle dieci e mezzo e a mezzogiorno violenta dimostrazione nei pressi della stazione per impedire la partenza dei richiamati. Car iche fur iose di cavalleria, numerosi fe riti, cinque d ei quali g ravemente. Trasportati aU'ospedale sono stati g iud icati guaribili in t renta g iorni salvo co mplicazioni

Quando il Prefetto s'avvide d1e il proletariato tulto era unito, stimò miglior consiglio di ritira re dalla circolazione le guardie e le truppe per non esasperare più oltre la popolazione decisa a rispondere alia violenza colla violenza.

Alle tre pomeridiane grande comizio al g iardino pubblico, presenti dalle 10 alle 12 mila persone. Parlarono Casalini, Nenni, Bianchi e, chiarmto dalla folla, Mussolini. Mentre qu est'ultimo parlava, si ebbe un momento di p anico che turbò il comizio. Una falsa voce e un rombo che parve: alle femmine scalpita.e di cavalH galoppanti rovesciò nei vial i parte della moltitudine inerme.

Questo fatto spiegabile e che proprio a Forli ebbe un precedente al Gioco del Pallone - una quindicina d'anni fa, oratore Alessandro Balducci - non autorizza in alcun modo gli imbecilli a esercita re il loro spirito.... denaturato. ( A Parma ! accaduto proprio martedl un caso identico·e, fo~, più comico). Eserciti interi hanno talvolta $0ggiaciuto a momenti di panico collettivo.

T erminato il comizio, la folla si sciolse ìn piazza. Alla sera i Co· mitati d'azione decisero la prosecuzione dello sciopero.

L'astensione dal lavoro dei gassisti p iombò la città nel buio. Durante 1a giornata chiusura assoluta e generale di tutti i neg ozi, botteghe, caffè, spacci di privative, laborator i, stabilimenti. Paralisi completa della vita cittadina,

LA GIORNATA DI MERCOLEDI •

Apertura dei negozi fino aUe dieci per dar modo alla popolazione di rifornirsi di viveri, chiusura totale dalle dieci in poi. A~tens ione completa dal lavoro. Sabotaggio di fili lungo la linea fe rroviaria. Nel po· meriggio, alle tre, comizio in Piazza Garibaldi. Grande folla. Oratori: Casalini, Bianchi, Nenni, Costantino Lazzari, Mussolini. Demoralizzazione della folla causa le notizie d 'insuccesso venute dalle altre parti d' Italia. Scioglimento del comizio.

Alla sera il Consiglio generale della V,(ecchia] C.[amcra] del lavoro decretava la sospensione dello sciopero approvando jJ seguente ordine del giorno:

« Il Comitato direttivo dello sciopero, preso atto con soddi!fazionc- della ma• goifu:a riuscila della pro!e51a organinata dal proletariato forl ivese contro l'avven, tura tripolina, propone la sospensione dello sciopero J)('r le 24 ore di stanoue e delibera di riunir~i in giomala di domani per assumere in c-same la situazione generale, e, nel caso si abbiano notizie di sanguinose repressioni in Italia, proclamare il rinnovarsi de!la protesta ».

Rappresaglia Padronale

Segnaliamola perché jl proletariato ricordi. Il direttore del tram ha punito con un giorno di serrata gli operai della officina che hanno partecipato allo sciopero generale. Denunciamo e stigmatizziamo alta· mente questa cza resca rappresaglia !

Ecco l'elenco de~ feriti medicati e ricoverati all'ospedale civile:

Ceccarelli Egisto

Ricci Carlo

Ricci Secondo

Scheda Antonio

Pedri Francesco

Giulianini Olindo

Gaspari Angelo

Vasumi Armando

Cap, Franceschi guaribile in giorni 8 )) 8

8

Tutti i dimostranti sono rimasti feriti dai carabinieri e dalla cavaJleria.

Le guardie e i funzionari sono rimasti Jeggermente contusi da sassate.

Nel Resto Della Provincia

Dei. tre circondari che formano la nost ra Provincia, solo quello del capoluogo - Forlì - ha risposto con slancio all'appello lanciato per lo sciopero generale. A Cesena, la Camera del lavoro, guidata com'è noto dai repubblicani, ha disertato il campo d'azione, votando il seguente or· d ine del giorno :

« Il Consiglio generale della Camera elci lavoro di Cesena, adunato in assemblea straordinaria ieri : ·

« riconosciuto che il governo della monarchia, spalleggiato dai falsi intri, ganti di un nazionalismo che fin qui mai comprese i bisogni e le aspirazioni delle popolazioni italiane, vietando ogni ragionevole esame della questione tripolina, lnscioa il paese in una impresa armata che non ha altro scopo se non quello di affermare sentimenti imperialistici ;

« ritenuto che la Tripolitania non è luogo favorevole ad una efficace colonizzazione e che non si possono distr11rre fa:vorevolmente le correnti di emigrazione dai luoghi ove incomberebbe obbligo di tutela da pane dei governanti;

« considerato·che l'impresa armata !, impari all'utilità derivante dalla problematica conquista e che le spese a sostegno di una guena sono un disastro morale ed «onomico per il popolo che col suo lavoro ha a rricchito le sorti ddl'Jtalia pre$ente;

« mentre protesta contro la palese sopraffazione del militarismo regio sui ·di~itti del potere civile; e delibera di r('fldere nota la protesta a meno di un pubblico manifes~o da a.f!i.ggete in città e n el circondario, e respinsendo la proposta di attuare lo sciopero gmerak del giorno 27 corr. dichiara di mer pronto ad u5are :inche lo sciopero come protesta quando se ne presenti più opportuna la necessità»,

E non c' era d 'attendersi qualche cosa d i più energico dai fa utori del recentissimo e vergognoso concordato agra rio!

Nel circondario di Rimini, .solo S. Mau ro - in cui predomina l'elemento socialista - effettuò lo sciopero generale Il nostro corrispondente ci scrive:

« San Ma.uro di Romagna,. 27. - Il p roletaria.lo organizzato sanma.urest! ha degnamente risposto all'appello della Confedera2ione del lavoro scioperando in segno di protesta contro le follie espansioniste tripoline. Il Consiglio della Cooperativa opera.ii, unanime, ha volato un ord ine dd giorno di protesta contro le mene espansioniste ch e in u n attimo frantumano il fecond o lavoro di ascensione che il proletariato serenamente matiu:ava per jl suo avvenire di libertà e di giu stizia. Nessun incidente, salvo la provocazione .di qualche ben noto crumiro di p rofessione Jt

ForlJ p roletaria ha dato un magn ifico esempio. Lo sciopero generale è pienamente riuscito *. Ce ne compiacciamo dal profondo del cuore e il nostro compiacimento è per vari motivi legittimo, An:zitutto lo sciopero geoerale ha avuto il merito e la potenza cli realizzare, sia pure per brevissimo tempo, l'unità di tutto il proletariato, poiché, sebbene Io sciopero generale esuli dalle concezioni economiche ed etich e del repu bblicanesimo, ciò non di meno ha in sé tal forza e tal bellezza da imporsi come meno d 'azione anche agli operai repubblicani.

Questo sciopero generale ha rivelato una nuova mentalità rivoluzionaria che va scrostando e spezzando il pacifismo riformista e calcolatore. Noi siamo stati i primi a f amigliarizzare gli operai coll'arma de l sabotaggio.

E il sabotaggio è stato praticato, Tentativi, lo sappiamo, ma te ntativi significanti. G li operai hanno dimostrato coll'assoluta astensione dal lavoro e col sabotaggio ch'essi intendono tutta la portata ri voluzio-

' Nel corso dcli'assemblea della sezione six:ialista forlivese tcnutui il 4 ottobtt 1911, M ussolini presenterà il .seguente ordine del giorno approvato o: all'unanimità meno uno astenuto » : • La sniotu w,ialùla ài Porli ,,,1/11 u1t1. ti.!· umble11 del 4 ottobre 1911, mnrlr, vivamente ;i romf,ùtre ,he lo uiot,eru g1MraJ, a Por/1 sia Mmpl,ram, ntl riuuito, ri,hi11m11 11tt1i i sod,Jiui a d11r, piiì 11S1id1Ja , /"11id4 atlivitJ aJ P11.r1i10 in vhta degli tWWr1im,n# d'ordin, i11tn110 , he la g11errt1 1ripo/i1111 potrebbe provo""'». (Da L4 1..DtJa di C/4.!u, N. 89, 7 ottobre 19 Jt. m.

DAL PRI MO COMPLOTTO CONTRO MUSSOLINI, ECC 73 naria dello sciopero generale. Abbiamo raccolto dichiarazioni sintomatiche. G li operai socialisti sono ormai schifati di pacifismo. Ancora qualche anno di buona propaganda e questa folla sarà capace di g ra ndi eroismi, di sacri.6ci fecondi. Anche i contadini hanno risposto me ravigliosamente all'appello. Non uno ha mancato.

Per due giorni e due notti il popolo anonimo, sfruttato, disprezzato è stato il sovn.no signore delle vie e de lle piazze delia città.

E malgrado le tenebre, nessun incidente. Il proletariato non abusa della libertà. La cronaca non registra atti t eppistici, né risse, né furti.

Qualche sassata, qualche grido, vivaci discussioni e nulla più.

Le giornate del 26 e 27 settembre resteranno impresse a caratteri di fuoco nella storia del proletariato forlivese.

LA GUERRA?

Forse, l'interrogativo è inutile. 11 governo italiano ha mandato a quello turco l' ultimatum. Mentre tracciamo queste linee - oggi, venerdl * - tutta Italia aspetta ansiosa l a. risposta turca. Sarà la guerra ?

Lo sapremo domani. Certo è che le possibilità di una soluzione pacifica sono diminuite non aumentate: l'Italia ufficiale ha voluto l'avventura, vuole la guerra. Sarà così facile la vittoria come sogna no i nazionalisti imperversa nti ne!Je gazzette borghesi? Ne dubit iamo La Turchia si raccoglie rà in uno sforzo supremo. Si t ratta di vita o di morte. Le arm i ita liane, se anche non fossero vinte in battag lie campali, potrebbero essere tenute in scacco e stancheggiatc dalla guerriglia degli indigeni. L'Italia iniz..ia oggi un nuovo periodo della sua storia, periodo incerto e grave di molte terribili incognite Noi aspettiamo fiduciosi g li eventi.

Quasi sempre la guerra prelude alla rivoluzione.

D a La Loua di Cime, N. 88, 30 settembre 19 11, Il (d, 282-283).

• 29 settembre.

I «PATRIOTI!»

Bisogna montare in soffitta e interrogare Carlo Marx per capire la ragione intima degli entusiasmi patriottici che infiammano di sacro ardore tripolino i gazzettieri a servizio del pretume italiano. g un fatto che sino a ieri i clericali digrignavano i denti all'Italia ufficiale. Il Vaticano si mostrò più e più volte inflessibilmente avversario al potere laico che « detiene» abusivamente l'eterna città. Durante le stesse feste cinquantenarie non mancarono dimostrazion i temporalistiche da p arte dei g iornali italiani e aust riaci. Ci furono dei Comun i che esposero le bandiere del papa e votarono indirizzi di simpa.tia al « povero prigioniero)), I quotidiani clericali elevarono alte voci di protesta contro le destituzioni di sindaci clericali, ordinate da Giolitti. Anche nell'anno giubilare i due poteri, il civile e l'ecclesiastico, non diedero tregua, e parvero accentuare anzi il loro antagonismo e la loro incompatibilità. Or ecco avverarsi il miracolo. Cesare porge la mano a Pietro e, come ha cantato Enotrio Romano : ln verità, i più accesi nazionalisti italiani, sono, oggi, i preti. Jronia de1la storia?

Da quella ;treJ/a umano ;angue szilia.

Il Quirinale e il Vaticano si riconciliano. l preti çhe fino a ieri furono d egli autentici e perfetti heiveisti nei riguardi dell'Italia, oggi sono i patriotti per eccellenza. I diversi A vvenire e Corriere d ' /Ja/ia battono il record del patriottismo. Nessuno li supera. Nessuno più di loro è tenero delle fortune d ' Italii, n essuno meglio di loro sa fare appello alla sentiment alità romantica e avventurosa della gioventù.

Determinismo economico, ci risponde Marx. Le esercitazioni patriottiche del giornalismo e della letteratura derico-nazionalista non sono che la fride scente e ingailnatrice colorazione di una diversa e più prosaica realti. Sotto la poesia e' è la prosa, dietro le frasi stanno le cifre : e cioè i dividendi del Banco di Roma. L'interesse economico : ecco la determinante <legli atteggiamenti spirituali e politici dei clericali. Le dottrine del determinismo economico trovano ancora una volta la loro conferma nei fat ti.

L'amor propri<>i l'orgoglio nazionale, il sentimento di patria .s?no luoghi comuni, motivi rettorici per inebbriare il pubblico, ma se noi squarciamo il velame roseo delle ideologie, troviamo che si tratta d'in• teressi economici da tutelare colla forza brutale delle armi. L'odierno patriottismo dei preti si spiega col determini~mo economico marxista. B forse la prima volta che il Vaticano si trova coll'Italia contro una nazione straniera, poich~ nei secoli scorsi fu sempre cogli ~tranieri contro l'Italia. 11 Banco di Roma spiega però quest'etcezione aJJa regola. Gli affari sono gli affari

I giornali clericali contin u ino pure a inneggiare all 'amor patrio, colle frasi fatte della letteratura na.2ionalista .

N on riusciranno mai a illuderci sulla purezia e probità dei loro sent imenti dei quali verremo documentando la palese insincerità.

D a LA L olla di Claue, N . 89, 7 ottobre 19 11, II (d, 278-279).