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IL CONVEGNO ANARCHICO DI FAENZA

E. riuscito importante e numeroso e si è concluso colla Votazione del seguente ordine del giorno presentato da Luigi Fabbri: o: Il convegno anardiico r.ornagnolo-emiliano, riaffermando i propl'i concetti 2Vversi ad ogni forma di sfrutcamento e di monopolio della proprietà, in conseguenza di questi concetti, dichia.ra che anche la meuadria rientra nel. novero d~li istituti borghesi che d~on() t:uerll!' energicamente combattuti dalruione diretta del proletariato e di tutti i rivoluzionari;

« e in riguardo alla lolla che si combatte in Romagna ;

« pur riaffermando che tocchi alle legiltime organizzazioni di classe interessa.te decidere sulle modalità della lotta, e riservando naturdmentc per sé la libertà di critica su tutto e tutti;

« dichiara completa la propria solidarietà coi braccianti, che lottano pC'C" la rivendicazione di un principio giu$tìssimo che rientra nel programma generale della lotta contro il capitalismo; lnteodiamoci bene e non equivochiamo.

« si augura che i compagni tutti vi portino la propria attività rivolu1ionaria indh•iduale e collettiva in coerenza con le proprie idee, e fa appello ai compagni di tutta Italia perché dimostrino con tutti i mezzi possibilì la propria solidarietà col proletariato r06so di Romagna» .

Di questo ordine del giorno io non accetto la premessa perché non è chiara; non accetto la chiusa perché è ingenua. Quando si è « avversi ad ogni forma di sfruttamento e di monopolio della proprietà » allora non bisogna scaldarsi per consegnare la p roprietà e il monopolio delle macchine trebbiatrici al bracciantato. No, caro Fabbri, si poteva essere più precisi e dire: « Noi siamo avversi ad ogni forma di proprietà privata d ei meui di produzione e di scambio e di qualwtque a ltro mezzo che asservisca l'uomo all'uomo».

V'è infatti una proprietà che non è pericolosa, e che sarebbe buffo p retendere di abolire: la proprietà di godimento personale. Si coprirebbe di ridkolo un sistema collettivista o comunista che pretendesse dichiarare proprietà collettiva i ,·asi di 6ori che a.dornano le mie fmcstrc ...,.

Quando parliamo di abolizione delle proprietl private, intendiamo dire che i m ezzi di produzione e di scambio - terre, officine, miniere, ferrovie, navi -, oggi posseduti da una m inorv.nza di capitalisti, devono ritomare in possesso dell'intera massa lavoratrice.

Opera Omnia Di Benito Mussolini

la chiusa dell'ordine del siomo anarchico ripete una vecchia nota: quella della solidarietà. B una tJ.ra del cristianesimo questa nostra paura de ll'isolamento, questa tendenza a star bene nel branco o a combattere in branco. Ma che solidarietà d'Egitto! L'unica forma di solidarietà tangibile - .il denaro - non c'è stata e non ci sarà mai . E dei comizi e degli. ordini del giorno - anche se « imponenti » i primi e « vibrati » gli ultimi - siamo stufi sino alla nausea.

Quando io battaslio fido nelle mie forze, solo nelle mie fo[ze, e non mi preoccupo di chiedere platoniche manifestazioni di solidarietà a chi mi osserva da lontano.

Per La Ver Ita

Giovedl a mezzogiorno i maestri dissidenti lanciarono il loro volantino. Dire della disastrosa impress ione che ha suscitato in paese non è possibile, Dopo quindici-venti giorn i di « ponzamcnto » ci aspettavamo qualche cosa di meglio! Quel foglietto non è che la cronistoria del dissidio fatta sulla falsariga di quello stampato sulla Lolla di Claue. Data l'ora d'uscita del nostro giornale ci manca il tempo per smontare pezzo a pezzo quanto d'inesatto, di loyolesco il foglietto contiene. Lo faremo la prossima volta, ma intanto notiamo:

1. Che i redattori del foglietto sono costretti a chiamare « mezzo discutibile» la lettera circolare da firmarsi contro il contegno del Roli. Ebbene, non è un mezzo discutibile , è quakhe cosa di peggio e quando si p"ensì che tale mezzo fu inspirato, voluto dallo Squadrani consapevole, si capirà tutta la responsabilità che ricade sulle spalle di questo grosso «santone». Ci vuote· alquanta faccia tosta poi a parlare « di lealtà di rui gli insegnanti debbono dare prova costante». La lealtà, egregi signori, è virtù che non si serve di « mezzi discutibili » ma di mezzi « onesti » e non colpisce a tradimento ma di fronte.

2. La divisione della sezione è definita un «espediente», cui furono spinti i dissidenti dalla<< sopraffazione» . Quale sopraffazione ? E perché? Perché il foglietto scivola cosl prudentemente sulla parte giocata dallo Squadrani nello scioglimento della sel:ione stessa?

3. Il foglietto vorrebbe smentire la. protesta degli insegnanti contro il nostro giornale quando si riprocedé alla nomina del direttore nonché pensionato Squadrani. Fu solo « una lettera di compiacimento» diretta al pro-Sindaco. Prendiamo atto, ma nessuno neghi però che detta lettera non sia stata provocata dalla nostra pubblicazione e vorremmo, se fosse possibile, conoscerla nel testo integrale.

4. Il foglietto opina che la nostra campagna contro il signor Squa· drani sia mossa da spirito di parte. Ma no, ma no. Il signor Squadrani pql itico c'interessa assai poco come lo Squadrani epigrafista e poeta. Anche nel suo partito - se ne ha uno - -quotato per quel che vale.

Quello che ci interessa è lo Squadrani autore ed editore di libri scolastici, lo Squadrani direttore di scuole. Lo Squadrani politico è una figura d'arrière-falan, tanto è vero che quando parve dovesse avanzare ancor più alla ribalta e giunge re sino alla. deputazione polit ica a lui si preferl « quella povera testa» dell'on. Gaudenzi,

5. Se i dimissionari hanno esaurito tutte le loro forze e riserve di forze colla pubblicazione di cui ci siamo affrettatamente ocrupat i, bisogna dire ch'essi ne avevano poche.

Resti fissato dunque : a) Lo Sq,udrani era a conouen za della lettera-drcQ/ttre di proteJta contro Roli, mezzo def;nito d frcutibile dagli ' .1/eni dimiuionari. b) Lo Sq uadrani ha volutq e com umalo lo scioglimenlo della Je· zione magistr~e, rivelando agli ingenui che non lo con oscevano la sua caparbietà di vecchio autoritario troppo lungamente e troppo devotamente obbedito. b. m .

Da La Lo,ra di Claue, N. 78, 1 luglio 1911, II.