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IL DISSIDIO TRA I MAESTRI FORLIVESI

La pubblicazione del numero scorso su tale gravissima qu~ione ba suscitato grandi ire tra coloro che sentono di non avere la coscienza perfettamente tranquilla e ci ha procurato d'altra parte ,•ive e la rghe attestazioni di consentimento e di simpatia.

Allarghino bene i padigl ioni auricolari coloro che ci leggono: noi non siamo qui a perseguire scopi })artigiani: non intendiamo demolire o r iabilitare o difende re uomin i. Non siamo guidati da p reconcetti. Non abbiamo un lei tmoliv obbligato. Ciò contrasterebbe col temperamento di chi scrive questo giornale e col carattere del giornale stesso. Quando il prof, Squadrani ci ha chiamà.ti a colloquio noi siamo accorsi all'invito, lieti, se ci riusciva di chfarirc una situazione in diversi modi aggravi· gliata. Dichiariamo subito che il prof. Squadrani ci disilluse. EgJi non sapeva o non voleva o non poteva difendersi e le sue dichiarazioni non valsero neppure a temperate il giudizio seveto che noi dobbiamo fo rmulare sul suo contegno nella lunga vertenza di cui ci occupiamo. Comp ito forse ingrato, il nostro. Ma noi non conosciamo, non adoriamo feticci, né siamo schiavi di pregiudizi semplicisti. Per noi tutti g li uomini sono disc.utibili: i giovani e i vecchi, i sommi e g li infimi.

Noi siamo pronti a ospita r e. le accuse, le difese e anche le offese.

Jn .fin dei conti, non era più possibile soffocare questo scandalo che durava da un triennio. Bisognava ficcare una buona vo lta il coltello in questa piaga per estirparla e salvare gli arti sani. Prolungare tale insostenibile situazione non si pot~a. La. scuola ne avrebbe troppo sofferto.

:6 bene che tutto si sappia e la n ostra pubblicazione ha precisamente lo scopo di illuminare il pubblico e di stabilire le singole e le collettive responsabilità.

Prima di riprendere il filo della nanazione, sentiamo l'obbligo di fare una lieve rettifica. a quanto scrivemmo circa ia radiazione del Roli dalla lista dei candidati al Consiglio provinciale di disciplina. t Vero che l'allora segretario della sezione magistrale dichiarò lo Squadrani immune da qualsiasi ingerenza nell 'affa re, ma è anche vero che, come scrivemmo noi, Io Squadrani non era totalmente all'oscuro della faccend a. Lo p rova il fatto che il Roli presentò e fece leggere allo Squadrani, qualche giorno prima. della votazione, la fam~ ca~olina. dei maestri di Cesena e di Rimini che proponevano a candidato il Rol1 stesso.

E. .. proseguiam~.

Ciò che stiamo per raccontare ha un po' del romanzesco. Passati alcuni giorni dalJa storica seduta del 9 aprile, accade un fatto strabiliante. Il prof. Squadrani chiama i maestri del corso superiore in direzione. Cade il discorso sulla lettera anonima. Dopo poche l»ttute di dialogo movimentato, lo Squadrani si alza e indica col dito teso - accusatore - u n maestro, il Galeotti. Costui avrebbe rafforz ato il sospetto dello Squadrani a propasito della lettera anonima. ll: faciJe immaginare la sorpresa del Roli .

Il G :tleotti si giustifica o tenta giustificarsi. Accenna a un fenomeno di suggestione che avrebbe subito Noi diciamo apertamente che la parte recitata dal Ga leotti in questa faccenda non è delle più simpat iche. Ma domandiamo a nostra volta : perché lo Squadrani, solo nell'ap r ile, q uando erano già trasçorsi più di due anni, si decide a lanciare la sensaziona le rivelazione? Perché non farlo prima? E con minore teatralità? E con maggiore franchezza.? L'acrusa dello Squadrani è una virata di bordo o il grido troppo lungamente cont enuto di un'anima esacerbata? Comunque, lo Squadrani non desiste

Lo ha dichiarato. Vuole sciogliere la sezione . :B questo atto arbitrario, dittatoriale, ingiustificatissimo che noi sopra ogni altro rimprO\·eriamò al prof. Squadrani. Egli h a voluto far pesare la sua mano, far sentire la sua autorità di direttore, ha tentato di p iegare ai suòi voleri indiscutibili l'intera classe magistrale. Nessuno potrà negarlo.

Parlino i fatti. Verso l a fine d·aprile il Fantini, per la commissione esecutiva, annuncia con ci rcolare a tutti i soci che la commissione stessa è dimissionaria. Il Boccardi è contrario a tali dimissioni che hanno per obbietto di paralizzare la. sezione e quando fu rono votate egli dichiarò che la C. E. deve r estare in car ica si no a che sia sostituita. Ma gli altr i membri non [ne] volevano sapere. Il Godoli di Forlimpopoli soprattutto· aveva una g ran fretta e prima d' andarsene lanciò sotto forma di banali insolenze la freccia del parto ai rimasti.

Intanto lo Squadrani attende invano l'atto di sottomissione dei ribelli. La sezione magistrale è ormai divisa. Finalmente i soci della maggioranza decidono di scrivere U membri della C. E. dimissionaria, p regandoli di desistere dalle dimissioni. La lettera reca le firme di ben lS insegnanti : i due terzi della sezione, Ed è una. lettera dignitou, se• ·ri:na, deferente, I fi rmatari «muovono viva preghiera» acché i dimis· sionari recedano dal loro proposito. O ve però fossero vane le preghiere, i .firmatari confidano che << secondo le norme che reggono il sodali2:ìo, i ciimissionari avranno Ja cortesja. di disporre perché sieno regolarmente nominati i loro successori ». t una circolare anodina ad usum d ~lphini Dopo ave r riportato il testo della dichiarazione proposta d allo Squadrani e giustamente respit).ta dalla magg ioranza, i proponenti si dichiarano g ià ricostituiti in sezione circondariale. Sezione circondariale finché si vuo le, m a crumira senza dubbio. Poiché l'unica sezione magistrale in ForH è Ja vecchia, quella cioè che senza soluzioni 4i continuità }la tenuto Yivo e vitale il sodalizio; non sono i dimissionari, esigua minoranza al confronto degli altri.

La maggioranza della sezione non è dunque animata da bellicose intenzioni. Al contrario! Niente guerra, ma acco rdo, pacificazione, fra. temità. B forse offen.siva per l'autorità direttoriale la chiusa della lettera? Che cosa avrebbe dovuto fare lo Squadrani? Non insistere, per e vitaci: lo sfasciamento definitivo d ella sezione. lmece egli risponde alla prima delle 58 firmatarie con una lettera altezzosa ed equivoca. E mantiene le sue dimissioni da presidente e da socio della sezione mag istrale. Tale missiva porta la data del 5 maggio. In quei giorni, i fautori del prof. Squadran i sollecitano colleghi e colleghe a presentare le dimissioni. Bisogna imitare il direttore. Bisogna obbedirlo, ciecamente o b bedirlo Ma le speranze di una larg a incetta di dimissioni falliscono . La maggioranza si stringe p iù che ma i compatta attor no al sodalizio, decisa a d ifenderlo e a salvarlo da v io lenze e raggiri.

Al 1 4 maggio, il Fantini co n voca l a sezione p er prende re atto delle dim issioni d ella C. E A q uest'assemblea pa rtecipano anche taluni d e i dimissionari. Nuove preghiere per farli recedere dal loro divisamento. Invano. Allora 1a maggioranza - ed era nel suo p ieno, pienissimo, incontrastabile diritto - nomi na un Comitato provvisorio in so stituzione della C. E. dimissiona ria. :E il Roli, proprio il Roli, ripropone che tale Comitato provvisorio continui le pratiche conciliative p resso i dimissionari. Che cosa si voleva di p i~? Inutile dettagliare tutti i tentat ivi di ravvicina.mento, urtatisi e infran tisi contro il puntiglio dello Squadrani. Egli esigeva un atto di con t rizione in piena regola. Invece la maggioranza discuteva , vagliava le p rop oste di conciliazione, Je modificava o ne formul ava altre ; insomma no n voleva rassegnars i a una specie di suicidio morale.

Questa resisten:.:a dig nitosa ed energica di cui i più salienti ep isodi v e rranno a tempo debito esposti, documentati e lumeggiat i, to rna a grande on o re della mag_g io ran za degli insegnan ti inscrit t i alla sezione magistrale forliv ese. Alla fi ne d i m aggio eb bero te rmine le pratiche di conciliazione. E con risultato negativo. Sino a p rova contraria riteniamo che la m aggiore responsabilità del dissidio spetti allo Squadrani e ai suoi amici.

E in questa nostra opinion e ci rnn fo rta il procedere successivo d ello Squadrani. Veggasi la cfrcolare stampata in data , giugno e inviata ai maestri del circondario.

Dopo la circolare tendenziosa dei dimissionari, la maggioranza della se:idone - costituitasi definitivamente in nucleo forlivese della sezione magistrale drcondariale - non poteva, né doveva tacere. E lanciava ai wllegbi la circolare presente :

« Intorno alla crisi che da vari mesi affligge la nostra sezione, il gruppo dei dimissionari ha pubblicato per le stampe una circolare nella quale i fatti vengono esposti in maniera cosi inesatta da indurre in erronei giudiii gl'ignari delle cose , icini e lontani.

« La grande maggioranza della sezione, rimasta fedel e al patto fondamental e, feflsa e crede che .alle finalità altissime dell'Unione solo si cld,ba provvedere ron mezzi che suonino verità, dignità, giustizia.

« Ed on che, re-r fatto non suo, la d iscussione fu J')Oftilta dinanzi al pubblico, 1eputa n«essario far luce compk ta, perché ognuno possa prendere il posto che la coscienza gli addita.

« In pa e-se civile e democratico come il nostro, il dissidio che ora travagli.a il campo degli inscgoanti ekrnentari di Forli, può e d eve, al punto in cui siamo, essere dibattuto e risolto al cospetto del paese, per opera di una maggioranza consapevole e indipendente.

« A questo fine e per questi motivi, la sezione magistrale del cfrcondario di Forll, mentre si accinge a preparare una pubblicazione obiettiva e documentata sulla presente crisi, manda ai dissidenti e agli amici il presente avviso circolare:

~" a quelli monito fraterno che esprime d issenso eia decisioni violente, da abbandoni ingiustificati;

«· a questi, poiché ora più che mai è dover oso serbarsi coerent i, calmi, imparziali d'attorno al vessillo dell'Unione, che è simbolo di educazione, di verità, di luce;

• " a tutti col sincero augurio ch e una ·soluzione giusta e buona valga a riunirci presto in un pensiero e ìn un'opera di amore e di tolleranz.a, al disopra di ogni ptisione personale e di qualsiasi preoccupazione o intromissione polit ica, nell'ìn1eresse esclusivo della scuola e della classe ·· ~.

Siamo ormai all'epilogo, ma prima di narrare gli ultimissimi avvenimenti, non possiamo non deplorare il contegno della. superiore autorità scolastica, Ja quale ha ignorato, ha finto d'ignorare e si è posta all'azione quando era troppo tardi. Che cosa hanno fatto l'ispettore scolastico e il provveditore agli studi per evitare l'acuirsi del conflitto? Erano o no al corrente di questo es iziale dualismo tra maestri e maestri? Se lo conoscevano perché non sono intervenuti ? Vorremmo una risposta a queste ch iare domande. Il provveditore potrà risponderci che egli è inter"enulo. Ah! sl. :S arrivato colla vettura Negri. Solo dopo tre lunghissimi anni, solo quando non (era più modo di coprire lo scandalo, solo a llora, cioè solò al l'.5 giugno dell'anno 1911, il signor Rocco Murari ha sentito il bisogno di uscire dalla sua fachirica impassibilità.

Opera Omn Ia Di Benito Mussolini

E bene hanno fatto i maestri della vera e unica sezione magistrale a non accogliere l'invito. Pacificazione sl, ma non di sorpresa, non per acclamazione, non tentando una specie di ricatto sentìmcntalc; pacificazione sl, ma da soci a soci, non da superiori a dipendenti. Parità di condizioni anzitutto, E allora fa pacificazione non è cosl semplice e sbrigativa come il signòr Rocco _Murari ottimisticamente si comp\aceva e forse si compiace ancora di credere, La situazione attuale può riassumersi cosl: l'antica unica sezione magistrale è divisa in due gruppi. Qual è il legale? Non certo il gruppo dei dimissionari, capeggiati dallo Squadrani e soci.

E p:r oggi basta.

Al prossimo nwnero la conclusione.

Da la Lolla di Cime, N. 77, 24 giugno 1911 , Il

Alessandro Balducci

Lo conobbi dieci anni fa in una festa di propaganda organizzata dal CircoJo Carlo Marx che allora aveva la sede in Via Torri.

Dieci anni fa anche i socialisti avevano la pessima abitudine di in terrompere il ballo con ùn discorso più o meno d'occasione e in quella sera io dovevo appunto pronunciare le sacramentali « quattro parole ».

Parlai, come seppi e potei, dal p alchetto dell'orchestra. Non dissi certo cose peregrin e di molto. Ma il Balducci che mi stava accanto si congratulò meco stringendomi forte la mano. E cominciò a parlare quindi Jumeggiando ciò che io non a\•evo chiarito, completando ciò ch e io avevo confusame nte accennato.

Rivivo oggi l'imprf'ssione che l'oratoria del Balducci bulinò nell'anirrio mio.

La sua non era un'eloquenza parolaia, verbosa, rettorica, t ribunizia: non aveva la spontaneità dei faciloni, né la prolissità degli eterni divagatori ; il travaglio del pensiero ren deva talvolta pigra la parola, ma la frase era precisa, concisa, concettosa. Quella de l Balducci era un 'eloquen2a difficile, tormentata: non vi mokeva le o recchie colle canore virtuosità di quelli che cercan l'effetto e l'applauso, ma vi costringeva a cifiettere.

Dopo quella sera di festa non r ividi più il Balducci. l e vicende della mia giovinezza e q uel non ancora vinto spir ito d i nomadismo che mi pungola sempre verso nuovi o rizzonti, m'avevano portato oltre le frontiere d' Italia e mi trovavo, credo, in I.svizzera, quando seppi che il Maestro e Duce dei socialisti forlivesi era morto anzitempo.

La sua immagine fisica sfuma oca - dopo un decerinio - nella tenue lontananza del ricordo, ma la sua immagine spirituale è viva come sempre.

Ultim3.ffiente avevo raccolto del materiale pèr una Storia del Jodalùmo in R"111agna dal!' l ntern aziona(e alla morte d; Andrea Co;ta, storia che non ·scriverò più o che ho comunque rimandata s. tempi m igliori.

Ebbi occasione di leggere e consulta re moltissimi documenti riguardanti Alessandro Balducci.

Giornali e ritagli di g iornali internazionalist i e socialisti d~lla pri-

OPERA OMNIA DI BENITO MUSSOLlNI

missima ora usciti~ Rimini e a Forll; numeri unici stampati alla macchia; manifesti per elezioni amministrative e politiche; resoconti di congressi; manoscritti di conferenze; appunti per difese in tribunale; lettere e cartoline da ogni parte d'Italia firmate dagli uomini più rappresentativi del socialismo italiano; un carteggio attivissimo col Costa. ·

Da questa congerie di doaunenti sottratti miracolosamente alla dispersione generale ma non sempre ai denti aguzzi dei topi, la figura di A. Balducd - come uomo e come socialista - si eleva alta, nobile, ammonitrice. Egli comprese veramente la vita come una missione. Era una tempra d'idealista buono sino a ll'ingenuità , disinteressato sino al sacrificio.

Nel socialismo era forse un evangelico. E chi non lo . fu nella p rima ora? Ma neI Balducci l'evangelismo non degenerò mai sino a) piatto conciliatorismo dei giom i nostri. Jl Balducci f'OSsedeva. una profonda coltura socialista-marxista che lo tenne immune dalle esagera.2:ioni romantico-sentimentali del socialismo messianico ed apocalittico.

E propagandò la sua fede con tenacia d'apostolo. Fu perseguitato, processato, condannato. Anche nelle aule di Temi egli faceva squillare la nota del socialismo, tramutan do il foro in una piazza, la difesa in una apologia di quelle idee che invano si volevano soffocare tra le morse del codice.

Ebbe deHa propaganda le sodd isfazioni e le amarezze, Ma queste sopportò con animo sereno. la morte lo raggiunse al crepuscolo, quando il primo manipolo dei socialisti forlivesi andava crescendo dl numero e di coscienze....

Noi non siamo molto inclini alle commemorazioni, specie quando si ripetono meccanicamente e insinceramente come le cerimonie chiesastiche.

Se il presente urge coi suoi problemi, noi non sentiamo il bisogno di tornare al passato.

Ma quando l'aspra battaglia ci consente una tregua, allora è umano che il nostro pensiero si rivolga memore e reverente a coloro che ci precedettero e più di noi soffersero per l'Ideale comune.

Né feticismo idolatra, né oblio misconoscente: questa è la nostra formula.

Oggi che la messe è ormai matura noi rico rdiamo Alessandro Bal· ducci che primo gettò il seme nel solco. b. m .

Da Ùl Lolla di Class,, N, 78, I luglio 1911. li. Pubblìcato an(he su Il C,meo (JJJ, 28'}, N. 2), 8 luglio 1911, VII e parzialmente su Lt Scopa (II, 26;), N. 23, · s luglio 1911, III.