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IL DISSIDIO TRA I MAESTRI FORLIVESI

Non è certo con animo lieto che noi iniziamo la storia documentata di questo grave dissidio ormai giunto per forza di uomini e cose alle sue ultime logiche conseguenie. Comprendiamo quindi il travaglio interno delle autorità scolastiche che hanno taciuto e avallato ed ora, soltanto ora che la questione è di dominio pubblico, s'affannano a urcare ·ogni mezzo pur di soffocarla. Bisogna. invccc, secondo noi, portare la questione fuori dalle conventicole magistrali e dai corridoi delle scuole. Il paese (non] conosce e quando non conosce fantastica. Meglio dunque Hluminarlo una buona volta affinché esso abbia modo di manifestare con cognizione di causa il suo equanime giudizio. Ed equanimi cercheremo di essere anche noi. Abbiamo udito tutte e due le campane, narreremo, ,:J.o. curilenteremo, commenteremo, rompendo il velo densò dell~ ta.cite com· plicità col quale si vorrebbe coprire un ambiente di miserja morale ed effettuare il salvataggio del e dei responsabili.

D1re1t0re E Presidente

Da quasi vent'anni direttore delle nostre scuole civich e è il prof. Pio Squadrani. I maestri da lu i ·d ipenden ti non gli hanno mai lesinato le prove . della loro devozione. E lo si può abbondantemente dimostrare. Ricordiamo solo un fatto.

Quando il nostro giornale insorse contro un'antidemocrat ica delibe· nziOne del Consiglio comunale, che, malgrado le disposizioni di legge, rinominava Io Squadrani a direttore, i maestri tutti, ad eccezione di tre o quattro, mandarono alla Giunta una protesta contro le nostre asserzioni dichiarandole infondate e dettate spirito di parte.

M a tre anni fa ,or~ una prima nube ad oscurare la serenità del cielo. Scoppiò un primo dissidio, che, lentamente maturato, ha. condotto alla scissione odierna della classe magistrale.

Narriamo dunque con ordine e coi documenti.

Nel dicembre del 1907 giunse allo Squad rani una lettera anon ima. In essa lo si accusa di valersi di mezzi dispotici e lo si avverte che egli è « più temuto che amato)>. I.a lettera è usdta certo dalla penna di un insegnante. Vigliacchetti - e g li anonimi sono tali, se pur non sono veri e propri delinquenti - se ne trovano in tutte le classi. Il direttore r imane assai impressionato. I maestri, sdegnati, protestano. Jl d irettore scrive loro una lettera nella quale sembra non dia tanta importanza all'anonimo che « nato nel fango, <leve rimanervi ». Ma non è cosi. Lo Squadrani, che doveva t utt'al più collezionare il documento a riprova dell'innata malvagità umana, si pone alla ricerca dell'autore : dubita, ricerca, indizia, sospetta. E l' atroce sospetto si determina via [via] p iù profondamente e ricade sopra un inseg nante: Ermenegildo Roli.

Il sospcttu inspira a llo Squadrani tutta una serie di piccole e grandi rappresaglie. Alla vecchia intim ità qu.asi fra.terna fra lo Squadra~i e il Roli, subentra una ostentata fr eddezza. Che pdma il Roli godesse grande stima, lo provano 1c cariche da lu i ricoperte ( consig liere della sezione, segre tario della medesima, vice-presidente della Società Marinelli, sezione di Forlì, commissario per esame di t itoli dei candidati all'insegnamento nei comuni di Forlì, Civitella, Meldola ed altr i incarich i più o meno onorifici che omettiamo p er brevità).

Ma dopo l'anon imo, tutto cambia. Citiamo alcuni episodi. Alla r innovazioi:ie delle cariche sociali, il presidente della .sezione, p rof. Squadrani, ha parole lusingh iere per tutti i membri uscenti, eccettuato pel Roli , che pure ricopriva !'abbastanza importante carica di segretario . Dopo un anno di guerriglia clandestina, accade un fatto ben più grave. Nel dicembre del 1908 gli inseBnanti di Cesena e di Rimini presentano il Roli quale candidato al Consiglio provinciale scolastico pei giudizi di sciplinari. Ma all'ultimo momento il suo nome viene ra.diato. Deve _d unque credersi che tale radiazione arbitraria sia stata compiuta dall'aUora segretario della sezione magistrale di Forll all'insaputa del presidente Squadrani? No. Il prof. Squadrani non era certo all'oscuro della faccenda.

Intanto, ent!a in funzione il nuovo Consiglio direttivo della sezione, ma non dà prove di soverd 1ia vitalità. :E': un periodo di tempo in cui regge il Comune un commissario regio. Tutte le categorie d' impiegati chiedono aumenti, solo i maestri dormono. Allora il Roli invita - .a ·norma dello statuto - il presidente a convoca.re un'assemblea della sezione e questa ha l uogo il 7 febbra io 1909. lI pungolo è stato efficace, ma una proposta del Roli, che voleva aggiungere all'opera sagace dello Squadrani l'azione di un Comitato che rappresentasse la sezione, viene respinta. Gò non di meno Ja questione del pareggio è favorevolmente risolta.

Passano le sèttima.ne e i mesi, la routine scolastica procede innanzi, ma Io Squadrani non desiste dalle rappresaglie contro il Roli. Allora questi, accompagnato dai colleghi Boccardi e Morosini, si decide a chiedere personalmente al direttore spiegazioni esaurienti. Ma lo Squadrani non accusa. E come Io potrebbe? Un dubbio - egli dice - « mi è pas!>atO per la mente>>

IJ Roli dà incarico ai colleg h i Morosini e Boccardi di chiedere un'ampia ritrattazione o altrimenti rico rrerà alla !egge per tutelare la sua dignità. di educatore e di cittadino.

Dopo qualche g iorno Morosin i e Boccardi parlano a l d irettore, ma questi respinge le proposte avanzate dal Roli che chiedeva una ritrattaz ione davanti a due maestri e a un terzo estraneo alla scuola. La vertenza r imane in soluta Un t entativo di Molinari, direttore delle scuole dì Bertinoro, non dà risultato alcuno; e un colloquio col provveditore agli studi, che - t roppo ost inatamente - prevedeva non lontano il gio rno della conciliazione, lascia le cose al punto di prima. Sorvol iamo su a ltri episodi minori: come quelli concernenti la sezione di studi pedagogici, la mutualità scolastica.

Le manovre del direttore, q uantunque egli agisca per interposta persona, d irette ad isolare il Roli, sono evidenti. La sezione vivacchia. Alle sedute non manca il Roli çhe fa osservazioni, rilievi, proposte

Il con8itto tra lui e lo Squadrani si acutizza in queste assemblee in cui non c'è più un direttore e de i maestri, ma un presidente e dei soci. N essuno aveva osato mai fare osservazioni al d irettore presidente. Erano tutte d ' oro le p arole ch e uscivano dalla sua bocca, ponderati i consigli, sagge l e decisioni, oculato l'agire. Or ecco che un inseg nante osava criticare e talvolta. - conven ia mo - in fo rme qua.si o~truzio nistiche

Peggio! Questo inseg n ante spinge va la sua audacia sino a scrive re degli stelloncini di cronaca che vedevano la luce nei giornali locali. Ora, pace che la carta stampata incuta un sac ro terrore a tutte Je autorità scolastiche forlivesi . Sarebbe, forse, cu riosa e interessante l'analisi di questo sentimento di accentuata avversione,. di manifesta paura, di inconciliabile incompatibilità. Sta. di fatto che quegli innocenti trafiletti. suscitavano grandi ire e di essi - firmati o no -si attribuiva la esclusiva paternità al Roli, Il quale Roli continuava nelle sue funzioni di pungola.tote.

Da-nove mesi circa non si convocava più la sezione e il presidente non se ne dava per inteso. Finalmente il 12 marzo l9ll viene co nvocata l'assemblea per trattare il seg uente ordine del giorno : resoconto finan - zia.rio 1910; bandiera sociale, donata dallo Squadrani; data e modalità dell'inauguraz ione. Alla. fine di questa seduta, dopo che il Roli ha abbandonato l'aula, dcuni suoi colleghi invitano i presenti a fi~mare una lettera di protesta contro al contegno del Roli nelle assemblee e nelli stampa, lettera. che, naturalmente, dev'essere indirizzata al direttore. Lo scopo è evidente: dimìssionare il Roli. Ma il colpo falli sce. Tutte le maestre delle scuole rura li e ben quindici dei maestri urbani - fra di essi i più anziani - rifiutano la firma, Ciò non di meno la lettera continua a circolare e i satelliti dello Squadrani sollecitano le firme. Che lo Squadrani ignorasse queste manovre? Ne dubitiamo fortemente, Risultati poco lieti. Poche firme e ritiro di quelle date in buona fede. Pressioni personali del direttore sulle maestre. Tentativi mancati per fa r ritor· nare all'ovile « le pecorelle smarrite ». ,

La Seduta Del 9 Aprile 1911

Questa seduta è importantissima e segna uno dei punti culminanti nelle vicende che andiamo obiettivamente narrando. L'adunanza viene convocata dal Fantini.

Lo Squadrani è assente. L'ordine del giorno reca: « Comunicazioni importanti del C. E. e p rovvedimenti urgentissimi in m erito».

Il presidente comunica all'asSCmblea una sintomatica lettera del prof. Squadrani.

B una lettera che vuole qualche commento. Noi non comprendiamo come il prof. Squadrani possa chiamare « lecita ed onesta)> la lettera messa in circolazione per isoJare e licenziare il Roli.

:B questo un procedimento che non vogliamo qualificare o dovrenuno scrivere una bruciante parola. Poiché se il Roli disturbava le sedute, fa. ceva ostruzionismo, rivelava dell'acredine, non si doveva colpirlo attraverso vie tortuose. N elle assoc iazioni politiche si agisce con maggiore lealtà e franchezza e si chiede. pubblicamente biasimo od espulsione od altro. Tutta la lettera dello Squadrani è costellata di allusioni personalistiche. Una confessione di « comune mancanza di ene rgia morale » è g ravissima. Del pari grave è la p roposta di scioglimento della sezione. Lo scrivente afferma, alla chfosa, ch'egli non intende influire. E perché allora inviare all'assemblea questa lettera autoritaria e destinata invece ad foffuenzare i soci dubbiosi?

V'è tra gli intervenuti chi raccoglie l'invjto deYo Squadrani allo scioglimento. E in tal senso il s ignor Roberti present-a un ordine de l giorno. Ma 1a stragrande maggioranza dell'assemblea, indignata, insorge. Finalmente ci troviamo di fronte a un gesto di fierezza e di d ignità ! Jl Roli _ fa a sua volta queste precise dichiarazioni acquisite al verbale di queJla movimentata assemblea : lo scioglimecto della. sezione fu respinto a grande magsioran:za. Però seduta stante i soci che Jo avevano proposto rassegnarono le d imissioni Ormai risultava chiaro il bersaglio che si sarebbe voluto colpire. La circolare di protesta doveva isolare il Roli e costringedo a liberare deUa sua molesta presenza alle assemblee lo Squadrani e soci Fallita la circolare, si ricorse ad un altro mezzo meno sibillino, ma più czaresco : sciogliere la sezione per ricostituirla q uind i, previa oculata selezione degli elementi turbolenti (leggi Roli e soc i)

« Grande fu il mio stupore e doJoron l'impressione che ricevetti quando appresi che alcuni colleghi avevano fonnulato una prote!ta ~r le ragioni ocmai a tutti note. Omeuo di entrare in particolari che potcebbcro eccitare g li animi e togliere la serenità del giudizio, limitandom i a dichiarare che io sono soddi5fattissimo dell'azione esplicata da.Ha magg.ioran21 dei colleghl che giudicarono spassionatamente la vertenza senza che loro facessero velo precoocetti nati da malintesi e da referti non rispondenti a verità.

« Mentre faccio noto che ne ll'animo mio non albergano sensi di ranco re neppure per coloro che si ft:eero organizuto.-i della nota protesta, tengo a dichiarare che assumo la paternità degli articoli incriminati, ma di quelli soltanto scritti e fatti da me inserire nei giornali La Di/eia e La L olla.

« Trattasi di semplici 5telloncini di cron aca aventi l'unico scopo di risves liarc sopite enttgie e di richiamare l'attmzione d ei soci sull'abbandono e l'inerzia in cui ha vissuto per tanto tempo la nostra sezione, proprio quando problemi di vitale importanza esigevano opcr<>llità.

« Facd o voti che per l' avvenire- dasoino di noi possa liberamente esplicare la propria a.ttività nell'interesse della scuola e della classe. Confidando nella lealtà e nello spassionato giudizio dei colleghi, dichiaro che saprò - occorrmdodignitosamente risponde,-e agli attacchi sleali d1e mi saranno mossi e di respingere con tutta la fo ru dell'animo mio qualsiasi insinuazione che possa ledere la mia dignità dj uomo, di cittadino e d i educatore».

Anche quest o secondo me:z:zo non . ebbe, come vedemmo, sorte migliore. -

Ma la questione non poteva dirsi chiusa, Ciò che è avvenuto in questi ultimi tre mesi racconteremo ampiamente la prossima volta.

Da fu Lolla di Clt1.u,, N. 76, 17 giug no 19 11, Il