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' PER IL VENTUNESIMO ANNIVERSARIO DI UN MASSACRO*

Se le cronache giornalistiche non mi hanno ingannato, nel maggio del '90 si soffriva rudemente 1a fame a Conselice. La miseria nera batteva a tutte l e porte, entrava in tutte le case. Non si lavorava più da pa recchi mesi.

Jl commissario governativo faceva d elle quotidiane d istribuzion i di un c.hi log rammo di farina gialla per famiglia. Un soccorso o un'ironia? L'es.iSperazione collettiva awnentava. Le superiori autorità ignoravano, come sempre. Solo a eccidio compiuto il governo ordinò la solita inchjest:1..tu rlupinatura. Alla ripresa dei lavori agricoli nel maggio, le risaiole chiesero un trattamento migliore Non p iù tredici soldi al giorno, ma venti. Non più dodici ore e mezzo di lavoro, ma dieci ore. Il proprietario delle risaie, un duca Massari, che viveva naturalmente lontano da Consdicc, aveva lasciato ai suoi agenti l'incarico di dirimere la. vertenza. E costoro tennero duro. Negarono il tenue aumento. Provocarono le risajole che da mesi e mesi soffrivano la fame. Fu proclamato lo sciopero. E si giunse al mattino fatale,

Perché rifare la storia, anzi la cronacà palpitante di ie ri? Fra voi che mi ucoltate ci sono coloro che sopportarono la bestiale violen za degli agenti monturati del disordine, ci sono quelli che udirono lo scroscio micidiale delle pallottole non ma i errabo nde, ci sono ì super~titi feriti, ci sono i condannati dalla g ius6zia borghese !

Evoca re è triste e forse superfluo tra voi che foste partecipi dell'avvenimento. M a ai giovani, a quelli della nuova generazione che non sanno, o troppo rapidamente obliano, vanno le mie parole.

Al matti_no del 21 maggio tutti i lavoratori di Conselice si riversarono sulla piazza, si raccolsero sotto a lla casa del Comune.

Volevano parlamentare col commissar io forse per convincerlo a interven ire nello sciopero. Mentre la massa si spingeva verso la porta, un tenente, più nevrastenico del solito, sguainò la sciabola e corri.iociò a

• Riusunto del discorso pronunciato a Conselice (Ravenna) il 2r maggio 19 11. (Da i.A Lo/111 di C!t1.Ju, N . 73, 27 maggio 1~ 11, II).

OP.ERA OMNIA DI BENITO M USSOLINI

rotearla sulle teste dei dimostranti, tentando di arrestarne qualcuno. Parti dalla folla un grido di p rotesta e qualche sasso. Il delegato di P S che stava prndentemente nascosto dietro un plotone di fanteria ordinò il fuoco. Chi sparò [ per ] p rimo ? Fùrono i carabinieri o i sol· dati? Non c' importa saperlo. Alla scarica segul un urlo a ltissimo di dolore e di esecrazione la folla si disperse, ma sulla p iazza vermiglia d i sangue proletario restarono tre morti (due donne e un uomo) e quattordici feriti.

L'eccidio di Conselice, uno dei p rimissimi, se non il primo consumato dalla monarchia- sabauda, suscitò una grande impressione in tutta Italia La polizia, ad attenuare 1c sue responsabilità, tentò ordire il solito balordissimo complotto. Base di questo doveva essere un pacchetto di stampati anarchici mandati da Parigi a una delle donne di Conselice che partecipò al con fli tto Ma l'assurda e criminosa trama poli:ziesca fu sventata all'udien:za. Dopo l'ec<idio ci fu il processo, nell' ottobre del '91, a Ravenna. Gli imputati erano. otto: tre donne e cinque uomini.

Al banco della di fesa erano gli avvocati Corradini T uUo, Barzilai Salvatore, Antonio ·F ratti, Antonio Pellegrini, .Alessan dro Balducci, G ino Vendemini. Gli imputat i si difesero e furono ancora più validamente difesi, ma vennero condannati. La g iustizia oggi n on è ch e la vendet~a di classe legalizzata e consacrata.

Mi sia consentìto di porgere un saluto ai difensori ch e sono morti. Ad Antonio Pellegrini, il titano del foro genovese; ad Antonio Fratti, che sette anni più tardi suggellava col sacrificio sulle altt1re di Domokos il suo idea lismo eroico; ad Alessandro Balducd, il buono, profondo e intemerato maestro dei socialisti forlivesi . L'arringa di Alessandro Bal· ducci fu tutta un'esposizione delle idee socialiste. A un certo punto egli affermò che quando i carabinieri violentano le fo lle, è umano e spiegabile che di tra le folle si risponda colle pietre. Continuò dichiarando e~ solo il regime socialista avrebbe chiuso la ser ie delle competizioni sanguinose che hanno afflitto il genere umano. A questo punto il P. M. lo interruppe, non tolierando che nel Tribunale si enunciassero delle dottrine pericolosamente sovversive Ma il Balducci prosegul non turbato sino alla chiusa.

Come furono vendicate le vittime? Parlino i fatti. Le conquiste successive delle risaiole costituiscono la migliore vendetta. Oggi il salario è r addoppiato, l'orario è ridotto a otto ore. La tracotan2a padronale ·è diminuita, se non fiaccata, le organizzazioni proletarie sono potenti. Ma accanto alle conquiste materiali deve procedere e proce de di pari passo l'elevazione morale delle masse. Elevu:ion c che è il segreto e la necessità delle conquiste supreme li Mmsolini, avvùmdoJi alla fin1 del diiç.or10 çhe qNi abbir:lm() 10/0

JCheletricamenJe ,ias111nto, ricorda t11tti gli eccidi che dopo quello di Conselice in1ang11inarono le ciuà, le bQt'ga/e, le campagne d' Italia.

E la serie non ! .finita poiché la grande contesa tra proletariato e borghesia non è conclusa e la borghesia non ha mostrato - nelle recentissime lotte agrarie - di essere animata da migliori sentiment i. Bisogna quindi essere pronti e prepararsi al sacrificio.

Noi abbiamo ferma fiducia e fede profonda che verrà un maggio, un maggio nuovo, in cui nuovi uomini si raccoglieranno sotto a questa lapide che porta scolpiti i nomi di queste vittime proletarie, più profondamente ancora incisi nelle a nime vostre. Preparatevi e mig1io ratevi, Solo quando il socialismo· avrà trionfato, allora il maggio cantato dai poeti non sarà più il maggio di sangue e di lacrime come quello di Conselice, ma il maggio dei fiori, il maggio degli uomini finalmente l iberi e fratelli! (Una grandiuimt1 ov11zion e del pubblico comm ouo safula l'Of"aJore).