
3 minute read
ALLA VIGILIA DEL CONGRESSO DI PADOVA
A Padova dal 24 al 28 maggio avrà luogo il 3° congresso della Confederazione generale del lavoro. Il congresso si apre in un momento assai critico per H movimento operaio italiano.
Basta r icordare gli u ltimi tre p iù importanti avvenimenti della vita operaia del nostro paese per convi ncersi che il proletariato organizzato italiano non segue precise direttive tattiche, siano esse riformiste o rivoluzionarie. ·
Advertisement
Veggasi ad esempio l'agitazione del Sindacato ferroviario. Quest'organizzazione ha fama di sindacalista, ma la recente agitazione ha smentito questa facile nomea Difatti, ca none basilare del siad_acalismo è la completa autonomia deli:.. classe dalla tutela più o meno larvata e interessata. dei partiti politici e delle ·toro rappresentanze parlamentari. O r ecco invece l'ipersindacalista Sindacato dei ferrovieri accedere a t rattative coi deputati di Estrema Sinistra e combinare con costoro il piano della battaglia. Non solo. V'ha di peggio. Accanto a queste pratiche coll'Estrema, altri armeggi segreti si tramano personalmente con Luzzatti.
Viene il congresso. I ferrovi e ri si riuniscono a Milano. Si circondano di segreto. Sembra una cospirazione. C'è da aspettarsi grandi cose : scioperò, ostru2ionismo, sabotaggio, rivoluzione sociale. I discorsi sono vulcanici. Dopo tre giorni di sedute cospiratorie alla madama Angot, che delusione ! I ferrovieri accettano t out bonnemenJ l'offa sacchiana, proponendosi natural.mente di continuare nell'ag itazione.... sino a vittoria completa. Chi si contenta gode.
E lo sciopero dei muratori romani? Quante amarissime riflessioni suggerisce allo spassionato osservatore dei m ovimenti operai! In un momento difficile e con un'opinione pubblica decisamente avversa si proclama, senza l'ombra di una qualsiasi preparazione materiale e morale, Io sciopero generale della classe muraria. Grande entusiasmo e soprattutto grandi frasi :..i primi comizi. Ma non bastano 1e fr:..si e neppure l'entusiasmo a vincere le battagl ie operaie. A poco a. poco .il crumiraggio decima la massa d egli scioperanti. Dopo una sola settimana di sciopero i dirigenti vedono l'impossibilità di una ulteriore resistenu. Sarebbe H disastro. E propongono la resa. Notate che i « traditori », cioè coloro che accettano e propongono la cessa::cione di uno sciopero moralmente finito, non sono riformisti. Non e'è quindi la solita testa di turco sulla quale battere per conficcatVi disperatamente il chiodo delle responsabilità collettive. Si tratta di « traditori ». rivoluzionari. Se la massa fosse Stata decisa allo sciopero avrebbe potuto liquidare i dirigenti che proponevano la cessazione, sostituirli e contin uare. Ma la massa già sfiduciata e vinta si abbandona i n un momento di esasperazione al tumulto caotico.
Uomini incapaci di un gesto di rivolta e di violenza contro ai gendarmi e contro ai padroni, uomini che non saprebbe ro attac· care e demolirè un semplice ste«ato, si sfogano contro le innocenti l;>andiere delle leghe proletarie, ripetendo l' iconoclastismo selvaggio dei bassi-bretoni che frangono a colpi di randello le statue dei santi riluttanti al miracolo. E con q uesta scena da tribù africana si conclud e lo sciopero.
Ora noi crediamo che sia difficile far rientrare tali movimenti nei limiti delle concezioni proletarie attualmente conosciute. Qui non s i tratta di r iformismo, di sindacal ismo, di anarchismo. Qui è la babelica confusione delle lingue, insieme con una incontrovertibile documenta· 2:ione d' impotenza.
E dal Tevere passiamo alla riva del Po. D a Roma a Mantova. N ella terra del mite Virgilio, non si parla più d i lotta di classe, ma di collaborazione di classe. La nuova droga sapientemente manipolata dalla d itta Ferri-Gatti-Dugoni è già stata bevuta dal sette volte buon proletariato mantovano.
La democra2:ia rurale è uscita trionfante dall'ultimo congresso di Mantova. Su 223 organizzazioni, ben 194 si pronunciarono cont rarie ai dissi~enti socialisti e favo revoli agli atteggiamenti pratici e alle nuove fomuilazfon i teoriche delta ditta più sopra r icordata.
Noi abbandoniamo all'esame degli p sicolog i il fetic ismo idolatra dei lavoratori mantovani per Eniico Ferri. Non ci preoccuperebbe se non coincidesse colla rinuncia alla lottà di classe in nome della coincidenza degli interessi. Ma il « fenomeno mantovano >> è un a ltro sintomo indicatore della degenerazione del movimento operaio.
Riassumendo, ecco fa. situazione: degli organizzabili, appena il 4 % sono in Ita!ia organinati. D egli 800 mila che figurano sulla carta, non più di 350 mila sono i paganti. L 'uniti morale e materiale della Confederazione un .... desiderio. In realtà è il vecchio localismo che trionfa. l 'un ità d'indirizzo un altro.... desiderio. Si passa dal riform ismo pachiderrr ico al rivolu2ionacismo catastrofico, dall'ele2ionismo bloccardo al· l'astension ismo sistematico. Qua e là esplodono gli egoismi di categoria. Rilassamento generale della d isciplìna sindacale, riluttanza ai sacrifici pecuniari, disorientamento e scett icismo in fatto d i metodi e di dottrine.
Deleteria l'influenza massonica che va accentuandosi negli ambienti ope~ rai delle grandi città, dove spesso la Camera del lavoro dipende dalla Loggia. .
Segnerà l'imminente congresso di Padova l'inizio di un'epoca nuova ? Lo auguriamo e lo speriamo, ma nell'attesa il nostro pessimismo ci sem. bra piem.mente giustificato.
Da l4 Lotta di ClaJJe, N. 72, 20 maggio 1911, Il