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I preparativi per la battaglia

Mentre i tedeschi utilizzavano il lavoro forzato degli italiani per la costruzione delle postazioni per l 'artiglieria tra Vaiano e Sanfatucchio, i civ ili subivano dai loro ex alleati vari tipi di maltrattamento. D([fìcoltà e privazioni co lpirono un po ' tutti. li cibo era diventato un lusso, tanto che a Casamaggiore i tedesc hi sterminarono una famiglia per un po ' di pan e. Tulli cercavano di sottrarre quanto più si poteva alle razzie dei tedeschi nas condendo tutto nei luoghi più impensati, poiché non esistevano merci o suppellettili, non importaquanto modest e, che le truppe d'oc cup azione non co nsiderassero legittimo bottino di gue rra. Con l 'approssimarsi della m età di giug no la gente iniziò a cercare scampo nelle cantine e ne i rifugi.

Poco prima che anivasse la nuova ondata di tedeschi uno dei comandanti del la Todt ammonì la popolazione loca le . Leo Be rbeglia ri co rda:

Obiettivamente, se siamo riusciti a nascondere la roba lo dobbiamo a quel famoso capitano Ba tz della Todt, che a m c e al povero P ie ro Pao lozz i disse - infatti. noi spargevamo la voce''Voi, na sco ndete tutro, perché qu ando v erranno quelli , so no delinquenti," lui stesso ce l o disse. Dai discorsi che faceva si sape va che non era nazista; assolutamente. "Nascondete tlltto, se nnò, portano via tutto, di s truggeranno."

Mariucci a Viti ricord a che il padre, temendo il peggio , aveva già mandato la fig lia diciassettenne in cam pagn a:

E ravamo a Cozzano, poco lontano da P ozzuolo. Eravamo rifugiati li. Io ero stata chiusa a lmeno un mese in una grotta, se mpre a Cozz ano, perc h é era un po' ri sc hioso p er noi ragazze. ell'escrcico.:. io no n condanno né i tedeschi n é g li inglesi n é g li americani ... gli ese rciti in ritirata, soprattutto, è chiaro che sono allo sbando qui ndi posson o comm ette re cose che normalm e nte non farebbero ... inso1nma. Comunque c'era questo rischio per cut 10 stavo chiusa. Poi, a quell'epoca conoscevo abbastanza bene il tedesco, e c1uind i ero un po ' soggetta ad essere presa e portata con i tedeschi, portata come in t erpre t e. Io non ho avuto alcun fas tidio, però c'era cp.:ies t o rischio. E ro insieme ad una ragazza che era figlia di un nostro operaio. Dopo che io sono andata da c1ui, i primi di giugno , mio padre andava. e veniva e qualche volta anch'io, però insomma, eravamo sfollati in campagna. In quel momento salvarci la pelle era la cosa più importante.

Anche l 'altra sua figl ia , ormai in stato avanzato di gravidanza, fu mandata presso degli amici che vivevano vicino al cimitero di Pozzuolo. Mariuccia conserva un dolce ric o r do dei due so ld ati tedeschi, Helmut e Albert, con cui strinse amicizia nell'inverno '43 - '44 Ad essi certamente non calzava la descrizione che alcuni fecero dei paracadutisti tedeschi. Lei racconta cosa accadde dopo la nascita del suo nipote.

Furono m olto carini perché mia sorella che era incinta di nove mesi oramai perc h é l'u ltima mia nipote è nata il 9 giugno del '44 e mia sorella era già stata sfollata in campagna in una casa vicina al cimitero, e quando è nata c1uesta bambina, in casa c' era mio padre e le altre due ragaz ze, erano bambine anche loro, perché una è nata ne '37 e u na nel '41 , facevamo festa. A llora, questi tedeschi ci chiesero che po t evamo avere da festeggiare, e noi gli dicemmo che era nata questa sorellina. Allora, uno dei due, non mi ricordo se Helmut o Albert - poi Helmut doveva esse r e u n g r aduato, non sono sicura - colsero un fasc io d i rose, non so di quale giardino, e lo portarono a casa in omaggio per mia sorella . Sì, furono molto carini.

Infatti per quanto riguarda i tedeschi che giunsero come parte della "nuova ondata", ness un altro si sognò di dire c he i tedeschi furono "mo lto carini". Celestino Dionis i, di Sanfatucchio, paragonandoli agli Alleati li descrive così.

Quei tedeschi erano fanatici e gli inglesi, gli Alleati, erano faciloni . I t edeschi uccidevano per niente. Quando sono arrivati hanno attac c ato un manifesto, "Se muore un tedesco muoiono dieci italiani ." Arrestarono questo ragazzo con una rivoltella in tasca . "Come mai avevi questo busso lo? Dove l'hai t rovato?" E l'avev ano ammazzato. Si chiamava Tanganelli.

A dele Tavini, che viveva a Centoia, a nord di Po zzuolo appena oltre il confine co n la To scana, descrive il comportamento dei tedeschi che requisirono la casa di suo zio .

I primi da n oi non ci hanno rubaro niente. Però agli altri hatu10 fa tto danni perché tornavano carichi di roba, lenzuo la, radio, biancheria intima, coperte, però a noi non ci davano noia ... era roba dei negozi perché dalle case p ortavano via poco .. . .radio, biancheria di seta . .. per i contadini quelle cose non esistevano. Era roba dei negozi perché s i vedeva da come era piegata ... roba d'oro, un pacchetto di forbicine d'oro ... un soldato tedesco me li ha rega lati Decidemmo di nascondere le nostre cose dentro una capanna. C'era il fìeno, la roba per l'inverno e si era fatto una specie cli rifugio e c'hanno messo un t elone verde Ci si era messo tutta la b ianc h eria e poi dopo c'era il fieno. Sono arriva ti gli altri tedeschi, la seconda ondata, e hanno p iantato sopra il camion. Hanno portato via tutto c1uello che hanno, trovato. Hanno anc h e lavorato i campi per trovare la roba. Se c'era l'allarme che passava l'aereo loro correvano in casa e se io ero fuori I.oro venivano a cercarmi e mi diceva n o così "Stai così" e mi mettevano sotto il muro .. . per fare del male andavano fuori, perché da noi ci dovevano stare . Noi .ragazze non ci curavamo guand o c'erano loro perc h é non volevamo che ci guardassero lo avevo diciannove anni e giravo scalza. Un soldato giovane - avrà avuto circa vent'anni - mi ha regalato un paio di zoccoli nuovi e anche una camicia da notte di seta. E una volta anc h e una scaco.la di carne che puzzava tanto che mi sono sentita male e dovetti andare in camera. C'era uno di loro che par lava l'italiano così b ene che pensavo che fosse italiano, un fascista. Sapeva anche scrivere in i taliano e mi sono detta, un soldato tedesco che parla e scr ive bene l'italiano, poco probabile .

Tsoldati tedeschi, come molte altre generazioni di so ld ati prima di loro, vivevano di ciò che trovavano. Essi trattavano con disprezzo quelli che erano stati fino a poco prima i loro alleati. Minacce e rappresaglie erano all'ordine del giorno. Graziella Men care Ili 1icorda di aver assistito ali' arrivo della divisione di paracadutisti a Gioiella.

Noi siamo stati soltanto sfortunati perché dopo un po' di giorni che erava m o li sono arrivati i tedeschi con tutta l' arriglieri a. Allora dalla casa dei nostri parenti ve d evamo .la stra da - tutta un a curva - per ar rivare su a Gioi.e lla . I grandi dicevano, "Ma dove vanno? Da d ove vengono?" Sono venuti proprio al cimitero a noi.

Le persone gran di aveva n o capito che ci saremmo trovati i n per ic olo con l 'arr ivo de i tedesc hi. i\ llora u n a contadina, imp ress ionata proprio da ll 'arrivo di questi tedesc hi, si preoccupò ad avvertire la padrona; infatti bussa e dice, "Signora, signora!" "Che c'è?" "Sono arrivati i tedeschi!" "Dove? Dove sono? To sono tutta in disordine!" Scendeva le sca le in una vestaglia celeste di raso e con i b igodini. Quel mattino, dalle 11.30 alle 12 .00 ... mancava una settimana alla battaglia. Qualcuno ci diceva, prima che arrivassero i tedes chi, che ci avrebbero rubato tutto .. . que ll o che trovavano, quello ch e vede v ano .. . tutti ci facevano amma1,'.!,are. Allora noi piccolin e pensavar:no che portassero via tutto e ab biarno indossato tutti i vestiti uno sopra l'altro ... la Diana sette ne aveva messi, tutti que lli che aveva. Io, che sono del '35 . . . sentendo che avrebbero portato via tutto . . . a giugno . .. eravamo belle s udate!

Occu ltare i prop ri beni era la regola non solo per la famig lia Tavini e per Graziella ma per molte altre persone. Anche la famiglia Sordi riuscì a nascondere almeno in parte i propr i averi. Adriana ri co rda,

Noi avevamo un negozio di alimentari a Piana. Allora, la roba che ci davano con le tessere - la farina, cassette di marmellata - si era nascosta tutta sotto terra . Avevamo fatto una buca in cantina perché non c'era il pavimento e avevamo messo tutto dentro uno ziro. Poi invece è successo che il fronte si è prolungato e la roba non si poteva tirar fuori C'e ra n o i tedeschi in casa e in cantina avevano messo una mitraglia sopra una bigoncia, sicc h é non potevamo andare e scavare . Non sapevano che sotto c'era la roba.

Mar ia Brozzetti racconta come i v icini nascosero i l vestia ri o.

C'erano due famig lie cli vicini, e una lavorava da sarto. Aveva de.Ile stoffe, te le imp ermeabi li, e tante altre cose da sa lvare, e la mamma dell'altra famiglia fece delle buc h e e sa lvò tutto, ma la sua roba fu massacrata.

La famiglia di Giulio Cardini abitava in una grande casa s ulla strada prin cipale di Gioie Ila. Possedevano una grande cant in a, che si sarebbe rive lata un buon rifugio, e G iulio ricord a che lì dentro, da qualche parte, avevano nascosto parecchi barattoli con i coperchi di vetro smerigliato nei quali avevano messo del b urro. Leo Berbeglia, sempre di Gio iel la , dice che alcuni contadini ammassaro no il pane.

Allora il pane si faceva in ogni famiglia e l 'avevano nascosto dentro i pagliai. Eravamo diventati fra t elli, chi aveva pane lo dava, eravamo tutti una famiglia .

Quegli a bitan ti che non erano riusciti a nascondere i propri beni assistettero impote n ti ai tedesc h i che razziarono quanto più poterono. A vo lte p o i i tedeschi si accorgevano di aver sottratto molte cos e inut ili e le abbandonavano per stra da. M arina Ronca, di Cas t ig li on e del Lago, ricorda, A noi, i tedeschi c 'h anno portato v ia il pane e il prosciutto e sarchia to tutte le patate e le hann o mangia te. Ci facevano la vare i panni, lavare l'insalata, ci to cc ava servirli e state zitti. A casa mi a portarono via roba d i seta, i vesti ti, le sc arpe, le oche ... ha nn o voluto le oche per mangiare. M i è ve nut o da rid er e guando a bbiam o ri c onosciuto la roba c he avevano portat o via dai vicini e poi lasciato . Una mia z ia dis se, "Ma guarda, le scarpe di Mario da s poso. G u arda il vestito della i\tfe n ca." La sig n ora Men ca era di una famig lia ch e ci abitava accanto, dove c 'era no tre o quattro cognate, e potevamo sentire i bisticci perché due le aveva n o rub a to le o ch e insieme ai vestiti ma a ll e a l tre n on avevano ru b a to niente. Una di q u este p roponeva di dare almeno mezz' oc a a quelle a cui avevano portato v ia un'oca intera. "Ronca, l'oca non la voglio" risponde la sig nora Men ca e la signora Ronca urlava, "Bisog n a d arle un pezzo p erché hanno portat0 via t u tto ." Le abb iamo mandato a chiamare, dicendo che i tedeschi avevano la scia to questa ro ba, ma, anche se a vevamo perso tutte le n ost re oche, una parte non cc l' h anno data. , Mio zio , p rima di partire per la guerra, aveva comprato una. bicicle tta . La teneva sotto le scale dello stanzin o coperta di stra cci e sacchi di iuta. I tedeschi Ja trovarono . La zia di sse, "No, m i o mar i to torna ." "Tu non preoccupare signora, 10 riportare a tu o mari to, incontrar e e dare la bicicletta ."

Don Re mo Serafini, nel descrivere gli accadimenti a Vaiano e citando di ret tamente dal diario di don Ange lo Gori , il parroco del paese duran te il periodo bellico, scrisse:

Noi civili ci si guardava in faccia l'un l'a ltro; i più stavano nelle case; ogni tanto qualche soldato tede sco ven iva a chiedere cibo. Nelle case di periferia asportavano anima.li di po ll aio e altri oggetti che credevano utili o che a loro piacevano. Chi aveva il coraggio di opporsi?

Intanto ciascuno nasconde qu e llo che di meg lio ha ove meglio crede, nelle cantine . In q ualche amb.iente nascosto, magari murandone la porca. Tutti nascondono perfino le masserizie, i v1ven. Nella chiesa il parroco nascose alcune valig ie dei parrocchiani.

Il Dott. Biagio li viene perquisito, riesce a dare a l sacerdote l'oro logio e una borsa con una somma di L. 40.000; l'uno e l'a lr.ra vengono nascosti in chiesa. Il sacerdote cerca di venire incontro come può; uno s i raccomanda che un so lda to gli ha promesso la fucilazione se non ha, tempo mezz'ora, un paio di calze; e d il sacerdote pr ende un paio di calze in casa propria e va alle Fo ntanelle a calmare l e ire di que l soldato. 1

Le minacce divennero ben presto una pratica comune. G iu lio Cardini ricorda quando i tedeschi minacciarono il padre, medico, che era stato loro precedente amico

C'era il comandante tedesco che ve niva spesso a casa nostra e ci disse, "Guardate, noi siamo anùci, ma noi tedes chi abb iamo gli ordini precisi, e dobb ia mo eseguirli alla lettera. Se c'è il coprifuoco, la gente non può uscire per strada. Anche se lei è il dottore e esce di casa, tutto guan to, no i dobbiamo tirare."

Le minacce accompagnavano anche le richieste di cibo . Dino Sacch i, di Castiglione d el Lago , ri co rda che i tedeschi gli rubarono pane e prosciutto .

Nli ricordo che si fe ce l' ultima infornata di pane e qua ndo se ntiv ano l'odore il pan e se lo portavano via Poi c'avevamo un prosciutto tagliato, e videro questo prosciutto. l'vlio zio disse "Lo tagliamo, li facciamo contenti, ne facciamo la metà p er uno." Allora c'era uno ch e parlava un po' di italiano e ci disse, "Per te c'è la pistola. " Lo zio gli disse ",\llora, pre nd etelo," e ci hanno po rtato via tutto il pane e il prosciutto. Dopo non si faceva più i l pa n e .

A Casamaggiore le SS uccisero du e membri del la famigl ia di Enzo Tartacca .

E lio Be1rnati ricorda c iò che ac cadd e.

C'erano due famig li e che abitavano nella casa dove adesso abbiamo il nostro agriturismo e una cli gueste aveva appena fa tto il pane. I tedeschi l'avevano sentito, e a ttaccarono l'altra famiglia sotto la minaccia cli una mitraglia. Tartacca li minacc iò con un forco n e. I tedeschi l'amman arono e anche la moglie, che era incinta cli otto m es i, ma la fig li o la di cinque aniù si salvò perché il corpo della mamma le cadde addo sso Gli altri guattro fig li scap p arono cli casa e si nas cosero sotto un greppo insieme ai t re figli dcll'alr.ra famiglia ma furono uccis i da una cannonata.

La fam ig lia di Marina Ronca e tutt i quelli ch e si rifugiarono presso la loro cas a ebbero maggior fortuna della famig l ia Tartac ca . Marina Ronca rico rda, C'era no i te desch i che s ta v an o se mpr e là dentro. Ce n' era uno a lto che mi ricordo, era sempre a liscia.xc i v i te ll ini e le vac ch e "Belle, belle," diceva. U n giorno alla padrona di cas a dic eva , " I\'1amma, h o u na bru tta notizia a dare per ce. Non tro va r e il maresciallo tedes co e io avere o rdi nare di fuci lare trentacingue perso n e. " Questo p arlava un po ' bene l'ita liano perché c'era stato a ve nd ere le stoffe No i ragazzini non ci rendevamo c o n to di gu e ll o che dic ev a perché ai gue i tempi si se ntiva so lo la fame nella pancia. Il g iorn o dopo è ve n uto dentro. "Mamma , tranc1uilla, m a resciallo ted esco ri torna t o Aveva perso strad a, è ri tornato " Allora, le persor:ie più grandi no i c1 siamo tutte rincuorate.

Marina non tralasciò di dir e che i tede schi andarono in cerca di donne e che lei e molte altre ragazze appartenen ti a qua t tro di verse f~ rniglie , per due giorni , rimasero nascoste nella paglia. Anche Maria Brozzetti si nascose ass ieme alla sua amica perch é sua madre temeva che potesse accader le qualche incidente. Maria racconta così questa storia:

Erano arrivati i t ed eschi d elle SS Poi si sentiva qua e la ch e davano un po' di noia alle donne oltre a prendere i raga7,zi per fare le po s ta zioni. In casa c'eravarno io e mia m adre, so le, p erché m io fratello era in guerra e mio p adre era morto. Pensava che fosse l'ora a portarmi v.ia quando i tede schi co minciarono a fare qu este buche per le mine so tto la casa accanto dove abitava una mia anùca . La videro affaccia ta - bella, rno ra - era più grande di m e, e la mia mamma, molto sveglia, di sse, "Bisogna portarle via perché due raga7,ze qua . .. " Io ero raganetta però avev o un po' di presenz a . Corro da cp.:iesc'am ica per le scale - ce ne erano ... vanno su due fi le, una fuori e una all'interno. "Sì, si," gridò, "mi ha detto il mio babbo che bisogna andare via, aspetta un momento " "Bisogna andare via, bisoj.,>na correre." Ne l frattempo che si dice così, che lei prepara una cosina e si da per scendere le scale, un tedesco era già arrivato al portone, al secondo portone che veniva dentro. Aveva una bic icletta in mano. Però, essendo chiusa la me tà della porta il pedale gli si impicciò nella parte chi usa. Fatto sta che nel .ritirarla indietro noi riuscimm o a scappare Ma la paura fu tanta, tanta! Ci hanno rinchiuse in una stalla a Boldrin i, ci sono due case lì, dove c'è la chiesa. C'avevamo una casina vecc hia a due piani, più il fondo con un sottoscala li, ci rinchi usero con delle tavole, con delle porte davanti. Ci cercavano sul serio, e si .1imase li fino a lla mattina , dal pomeriggio Una notte e mezza giornata.

Anc h e Celestino Dionisi s i sofferma sui tentativi che fecero i tedeschi per procura rs i delle donne. Eg li d ice,

Ivli ricordo il 20 giugno perché la sera av anu, 111 mezzo al paese - noi c'eravamo ancora, non eravamo g ià ancia.ti al Poggetto - c'erano d ei tedeschi dentro u na macc hin a e si dedicaro n o ad u briacars i. Prima fecero assaggiare il vino a meio ero un ragazzino, ero mezzo ubriaco - e poi dopo add iri ttura, volevano l e donne .

1 bambini della famiglia Sord i era no stati mandat i via p e r c hé la mad re non li sentiva a l s ic uro . La fig li a più gran de, Adr iana , viveva ancora a casa ed aveva diciassette an ni. Rammenta così quanto accadde,

Eravamo sfollati da una sorella della ma mma, vicino alla Piana però in campagna. Eravamo otto figli e la m amma aveva paura ch e tutti i tedeschi in casa ci avessero dato fasti dio . Lei era .rimasta lì perché per fare il pane accendeva il forno con il carbone. Dove n on c'era nessu n o i tedeschi rompeva n o tutto, tutti i mobili.

Lei era restata a casa con il babbo e no i figli eravamo anela.ti da una sorella che stava un po' fuori della Piana.

Ne ll a settimana che precedette la battaglia in ogni villaggio gli uomini venivano rastre l lati e costretti ai lavori forza ti per i tedeschi. Leo Berbeglia ricorda quanto accadde a due paesani di G ioiella.

C'erano due ve cchi etti ... a loro i te deschi han no tirato una bomba perché c'avevano un camion tedesco e facendo manovra andò contro il recinto e disa:usse un pezzetto. Chissà che cosa avrebbero detto ... Quell i erano i famo si paracadu tisti , gli Hermann Goeri11g, era no treme ndi , anima leschi erano, e g li tirarono una cli quell e bombe a mano col manico - c'avevano un manichelto cli legno, che era tipo ba rattolo, come posso dire? di pomod ori, cli fagiolc tti -e li h an no amma zzati, tutti e due. Ai funera li <li c1ues ri due poveretti non c'era mica la cassetta da morto. Li misero in due len%uola, uno davanti e uno dietro, e il prete, don Gino, po veraccio! dic eva le preg hi e re e poi o g ni tanto arrivava un a gra nata alleata , e allo r a la sc iavam o i morti i n terra e ci buttavam o giù noialtri , perché non era il caso cli stare dritro, capito?

I ted esc hi lavorav a no febbri lmente pe r s istemare le posta z io ni dell e mi trag l iatrici. Gli uo mini d i Va iano ve nivano radunati con la forza e costrett i ad aiutarli . Dal Lago di Chiusi a l lago Tra sime no, passando per Vaiano e Sa nfatucch io, essi costruirono postazioni a di s tanza di ci nquecento me tri l ' un a dall'a ltra , in sta lland ov i mi tragliatri c i o armi ant ica rro . Don Angelo Gor i scrisse,

I tedeschi erano soliti combattere con il minimo possibile di me zz i e mat er iali, ma con il m ass imo grad o di cora ggio e tattich e ge niali, si stav an o pre paran do per prendere posiz ione. 2

Il signor C im bano parla de lle sue esperienze e di come riu scì per poco ad ev itare di esse re spedito a l nord. Era stato trasfe rito da O rb ete llo , dove aveva fatto parte di una squ a dra di op e rai ai lavori fo rzati , al fronte a nord di Roma. Così ri corda, ·

So no vern.1 ci gli ing les i e hann o sparato ve rso noi, allora i ted esch i ci h anno portalO indietro d i circa trenta chil o metri.

Pioveva, e io dissi al mio amico, che era cli Cimbano anche lui, "Guarda, stanot te va do via, va do a casa." Di sse, "No n è mica faci le, pe r arrivare a c asa co me si fa? Si pu ò trovare anc h e i campi minati." lo g li risposi, "Tanto va le morire per una mina che per una cannonata." D isse, "Noi, andiamo. Se ce la facciamo, torniamo ." Siamo torna ti. Siamo partiti verso il 9- 10 giu g no e a bbiamo messo qua ttro g i orni e quattro notti per ri tornare su . Ani.vaco qui, d opo quattro gionù è arrivato qu esto fronte. lo però per otto gio rni n on so no stato bene, sempre in m ezz o ai tedeschi a cavare le p atate. O per una cosa o per un'ala:a ho d ovuto fare questo lavoro . Poi gli inglesi con una granata hanno fa tto un ferito al Comando tedesco, che si trovava in una delle case lungo la strada che porta giù al Lago di Chiusi.

La granata probabilmente era g iun ta attraverso la val le dalla direzione di Città della Pieve. Continua,

Hanno preso una rete del letto, l'hanno messo sopra, e noi ragazzi che lavoravamo per loro ci hanno fatto portare alla Villa Cartoni, lunga la strada per Gio iella. Di fronte c 'è una casa con una cantina con la porta di ferro e c i hanno fatto portare lì. Poi l'hanno caricato su una motocicletta con la carrozz in a. Ci hanno portato alla Villa e ci hanno chiuso a chiave dentro un 'al tra cantina ma dopo un'ora sono venuti a prenderci. Dentro la cantina c'era della legna che abbiamo dovuto tirare tutta fuori. C'erano anche c ibo, vino, ma anche panni, camicie, berretti - tutta roba dei propri etari - che i te deschi strappavano e adoperavano per pulire i camion .

Poi è s ucces so che è venuto un tedesco con una motocicletta, ci ha messo per fila e diceva a tutti, "Quanti anni avere? Quanti ann i avere?" Io risposi, "Io ho vent'anni." E mi ha detto, "Tu, vent'anni, niente soldato?" Ho risposto, "Io ma lato," e ho messo le mani sop ra il cuore, batteva forte perch é avevo paura. E lui mi ha de tto , " T u malato andare a Firenze con tutti gl i a lt ri ." Quando siamo stati - prima di arrivare a G i o i ella - noi siamo andati più avanti. Io insieme a due altri a bbiamo preso d i corsa quest'altra stra da. Gl i inglesi cominciarono a sparare, tutt e granate, e ci siamo bu ttat i giù sulla greppa, e scoppiavano sopra le piante, mm tum, e io colsi l'opportunità e sono andato verso casa mia. Quat tro altri ragazzi sono andati verso Lopi, da un amico, e sono andati a finire verso la Badia.

~f i so no fermato su u na casa, ci sono stato un giorno e u na notte, e la mattina dopo è arrivato un tedesco. lvli ba dato un calcio sui piedi e mi ha dato una za ppa . . . io, siccome ero già stufo ho dato una zappata molto forte e ho s t.roncato il manico. Lu i era da brontolare e gli bo detto, "Inglesi, americani, niente buono." R ispose, " Bisogna :wdare e fare postaz ioni ." Io non ero contro gli inglesi, ma avevo paura di essere portato via, per questo ho risposto così. Infatti, io ero badogliano.

Poi che cosa è successo? Da li io non nu ero fermato a \ prendere un'altra zappa . Sotto una pianta c'erano due tedeschi. lo avevo la zappa sulle spalle e loro mi hanno dato l'alto là, e mi hanno puntato la. mitra tutti e due . Io ho lasciato la zappa che era rotta e li ho chiamati, "Camerata," e loro mi hanno detto, "Komm, konm1," e gli ho detto, "Inglesi, americani, niente d i buono. lo portare un'altra zappa e fare la posta7.ione," e mi hanno detto, "Andare e porcare anche pane." Sono partito, e per fortuna c'era la nebbia e sono potuto tornare a casa mia. Ho fatto tutta quella strada dove c'era il Comando tedesco. Se non ci fosse stata la nebbia non ce la facev o. Però loro non mi sparavano perché dovevo trovare un'altra zappa .

Quando sono tornato a casa, loro ci avevano levato il poll i, le oche, li avevano arnmazzati, li cocevano ma non hanno facto tempo a mangiarli perché hanno dovuto saltare da ll a finestra e andare via perché il fronte si avanzava . Quando sono arrivato con la zappa rotta li trov avo li a casa mia andav ano da una casa all'a ltra.

Io ho fatto una postazione li nel bosco sotto C im bano .

Qui era tu tt o pieno di postazioni. Io ne facevo una 7 e 11 11110 amico ne faceva un'altra sopra Circa trenta o quaranta persone segavano l e piante per coprire queste postazioni. Con lo zappare si buttava via la terra e loro andavano dentro un metro e mezzo. Quando ho fatto la postazione sono tornato a casa e lì ho trovato guesti due tedes chi. 11.i. hanno messo con le spalle rivolte a l muro, con la rivoltella puntata sopra il cuore. C'avevo un portasigarette e due sigarette mc lo hanno portato via. Però, non mi hanno sparato, anche se mi hann o dato una botta a guel braccio . Quando lo tenevo levato gli hanno qato giù, poi mi hanno las cia to andare. Dopo un'ora i tedeschi mi hanno ripreso msieme a un prosciutto e una forma di formaggio e mi hanno portato al lago laggiù.

Le circostanze d e lla morte di Donato Bonci, zio di Marina Ronca, non sono affatto chiare ma è plausibile che egli si sia rifiutato di far parte di un gruppo di lavoro forzato, che doveva scavare le postazion i per l'artiglieria tedesca. Lei dice,

La mia casa si chiamava Podere Nanareno. Si trova nel bosco andando verso Vitellino, o ltre la ferrovia. M io zio abitava dove c>è l a Sc u ola l'vfaterna a cc a nto all'Isola Ver d e, se s i g ua r da c' è scritto Po d ere Re n ato Era i l fratello di un a mi a zia M i ricordo questa persona come se fosse qui Una sera e ra a casa mia perché si era sganciato un cance llo e con la sorella h a fa tto una cli quelle bisticcia te p erc h é lei dic eva ch e aveva p aura degli ap p are cchi, d ei cannoni, in vece lui ha d etto, "Io n o, io ho p aura delle truppe a piedi " Lei gli dice "no, qu ell e so n o persone che ragionano." E lu i dice, "No, quando la gente è in fe r o cita . . . " C'era una lite fra loro che mi ri co rdo an c ora , b o ancora il s uono nelle orecchie . Insomma, mia z ia non vo lev a darla vin ta al fratello .. . non ha finito di mangiare m a le ha d e tto, "Con t e n on ci parlo." La n otte che fu ammazzato è vem1to su alle be stie con l 'a ltro fratello e i te d eschi l' h anno cbiarnato . P assava tutt a la no tte , no n tor nava . f\ ll ora chiamavano i contadini con i carri per r.ras portarc mu ni z ioni e cose varie e n iente, si e fatto gi or n o e questo non era. tornato . Sono p artit i e so n o an d a ti all a ricerca. No n stava da nessuna par te , nemmeno sopra n ell e camere, niente. A J un certo momento m io fratello p iccolo che è del '26 si era affacciato d ella fin estra. d ella cucin a e l' ha vis t o fuori, morto . Chi l'avreb b e fa tto? La moglie era in uno s t ato intere ssa n te d a se t te mesi . Undici mesi ch e si erano s p osati . La figlia si chiama Donatella. I tede sc hi p erc h é l'a vevano fatto? Non lo so, s e aveva fatto cp.:ia lch e gesto . . . era. un uomo molto bu ono, p er ch é e ra de lla famiglia Bon ci, il fratell o de lla mi a zia Orsola, un a famiglia cli p ersone b uone . Questa persona , solo a vede rla davanti fa c eva sugges ti one, lu i era a l to, moro, mo l to seno .

An che il padre di Mari uccia Viti, come Tulli o Pazzaglia, fu costretto a costru ire le posta z ioni delle mitrag li atrici . Eg li scrisse,

Ab itavo a V aiano in località P oggio del Papa in u na delle case colonic h e d ella zo n a . In c1u ei giorni del passaggio d el fronte de lla. ultima gra nd e guerra mondial e in questa nos t ra zona del Trasimeno, ch e fu n ell a seco nda quindicina de l m ese di giugno 1944, tutta la pop olazione la passa mmo male, perché i tedes chi in ri. tixata s i fermarono qui p er rnolti gio rni , e nell' ultim a setti mana ci furo n o anc h e s contri armati verso San fa tucchio e il torrente Pescia, e il conti n uo rabbioso bo mbardamen to da par t e dell'artiglieria A lle ata piazzata a l di là del monte Pau si.Ilo , d ove si sapeva che c'erano i partigiani; ed ino ltre i ripetuti mi tragliam en ti ae r ei.

La ttuppa tedesca in ritirata aveva piant ato dell e batterie nei pr ess i di casa mia e più oltre, i n dire7.i o n c di Gioiella e Sanfatucchio. P er rifornire queste batterie i tedesc hi prel evaro no molti uomini tra noi ci vi li di que sta zona, tra i quali anc he il sotto sc ritto, per l'imprud e nza di essere rimasto u:oppo a lungo incorno a casa a causa d el bestiame.

Jl compito impostoci era dì t ras portare a spalla d ei grossi proi e ttili di canno n e da un dep osi to d ove in pre cede nza l' avevamo ammucchiaci, attraverso v iott o li di camp ag na scomodi e faticosi fino la batteria. Cc ne facevano cari ca re tre o qu attro ciascuno (un p eso di circa una cinquantina di chili) e u:asporca rli a un a d is tanza d i circa du e chilometri, sotto la scorta di lo r o soldati. E questo lavoro ci toccò nei primi giorni dell a sosta.

Il temp o e ra pio voso e pegg io rava le n ost re condizioni. Vari <li noi stanc hi e anch e affamati, non c e la faceva n o più; i ragaz :à più deboli si arrend eva no m a i so ldati tedeschi di sco rta, senz a pietà li cos tringevano a rialzarsi usando il calcio de l fucile.

A me , proprio p er l'imprudenza ch e prima ho detto, toccò di vivere ve rso n otte, al termine della faticosa giornata, la peric o losa avventura ch e qui dico e c he ricorderò per semp re, propri o per il grave rischi o che cors i. S'era fatt o sera ca rdi e non ci la sciavano tornare verso casa. Io ero s tanchi ssimo e p ensavo male su lle in tenzio ni dei mili t ari tedes chi , proprio p erch é ci ttatteneva no. P er qual motivo? Ch e s tava succ edendo intorn o a noi ?

Scava qua si combrunando e mi ba len ò l' idea di sca ppare, profit ta ndo di un momento favo1·evole che la b.,·uar<lia s'e ra un po' dista nzi ata da m e, e me la sv ignai. r\nche se non imm ediatamente, però, qu asi subito la guardia se ne accorse, e gridando mi corse dieu:o; ma io acc e lerai la corsa, e sarò stato a due - tr ec ento m etri circa quando sentii una sventagliata di miu:a. Per fortuna rimasi illeso e segujtai a fuggire.

Cos ì m c la cavai, e ho potu to raccontare la p e ri colosa avv entu ra; e qu esto certamente graz ie al grano ch e in quel periodo era g ià alto, ma a nche g r az ie alla confo rm azio ne del terreno che io be n conoscevo per sa pere d a gual parte fuggire, e anche per !'ora tarda ; e forse anche grazie al militare, che «lasciò perdere» e non riusò il mitra . E, ripensandoci bene, ora posso anche aggiungere : grazie al mjo coraggio da inc osciente che m.i spinse a te ntare la fuga; perché, come si seppe dopo, in a ltre parti non Jontane (verso ìv1oiano e verso Chiusi e Ch ianciano) i tedeschi furono feroci, perché con altri che si trovarono nelle ste sse nostre condizioni, dopo gue l forzato lavoro, li avevano ringraziati con una scarica di mitra. 3

Note Al Capitolo 4

1. Don Remo Serafini cita i l d iario di don Angelo Gori, Storia di Vaiano, p. 21 5.

2 Don Remo Serafini cita il diario di don Angelo Gori do n Ange lo Gori, Storia d i Vaiano, p. 213.

3. Tullio Pazzagl i a, Testimonia nza di un colono , in Storia della Resistenza nella Zona Sud-O vest Trasimeno, pp. 208-209

Rappresaglie

La lib e razion e d i cinque ebre i da un campo di co nc en tramento sul/ 'Jsola Maggiore da parte di un gruppo di partigiani provocò nel/ 'iso la le rappresag lie d e lle truppe tedesc h e di stanza a Tu oro. Du e famiglie furono sterminate dai tedeschi a La Muffa, vicino a Sanfatucchio.

Ne l fratte mpo i pa1tigiani erano impegnati in lavor i d'altro genere . Esis tono molte version i dell a Iiberazione d el gru pp o di eb rei e prigionieri politici detenuti all ' Is ola Maggiore. Un partigiano , B runo Meoni, s ucces s ivamente divent at o s ind aco com uni sta di Casti g lione del Lago, descri sse co sì c iò che acca dde:

La lib e razione degli eb re.i dal posto cli concentrame n to di Is o la .Maggiore fu concordata col capo da l n oscro gruppo di partigi a ni disl ocato nei pre ssi d ei canneti d e l lago , in un picco lo caso la re cli p es catori c he fun geva a nche da rifu gio del g ruppo stesso, per l a scelta dei volontari. Alla spe dizi one , prepa r ata che fu , prese ro p ane, o ltre al capo Piero Marc h ett ini, i p esc atori S isto e Brun o Mconi, Carlo Tini, Qua g lia , Mencaroni detto «Balilla», Altido ro cl e lto «P a llino» e· forse a ltri ch e non ri co rdo. Prend e mmo posto in du e barconi a ren-ti tipo mil i tare presi all'Aeropo rto di Castiglione del Lago . ouetcmpo, circa alle ora di cc i, partimmo dal s udd etto caso lar e rivolti ve r so l' Tso la Maggi o re; fu una traversata piuttosto faticosa a causa ci e l lago mosso, ma non si poreva rimand a re; n e ll a not te stell a ta si se n t ivano solo i colpi rirmi ci dei remi e le vo ci so mm esse d ei rematori, e forse ognuno senàva d e ntro di sé i co lpi del proprio c uore.

Approdammo all'isola tra l'una e le due <li notte, e con l'a usili o di alcuni isolani pre avverti ti, e la co llab orazione fo rzata d e lle guardi e di ser v iz io a l castello dei Marches i G uglielmi che ospitava gli ebrei, n eutra liz zato nel suo a ll oggio il c apo della polizia fascista che n o n s i trovò p er c hé n ascosto o fuggit o nell a notte, salimmo alle stam:e de l Caste llo e invitam mo g li inte rnati a seguirci, essendo ve nuti per li berarli dal rischio di essere deportati più al nord. Fu per loro una gradita sorpresa, ma essendo il lago nel frattempo di ven uto m ol to mo sso, so lo cinq u e di essi s i avventurarono co n n oi nei barconi , dispo st i a l rischio de lla difficoltosa craversata per le grosse onde causace dal forte vento, pur di toglie r s i dalla loro assai peri co losa condizione di ostaggi Tutti g li altr i furo no s i stema ti p res so le fanù g lie già pr o nte ad accoglierli

Quelli li berati e portati a riva, furono nascosti per alcuni giorni, imp onendo l i os ri ti forza ci a l c apo fas ci sta l ocale Caste ll ani Augusto <<gran se ni or» de ll a m i lizia .repubb lic hin a, imp onendogli non solo <li tenerli nascosti ma anche di prot egger li e di mantenerli.'

Il resoconto di Pi ero Marehettini differi sce parzialmente da que llo di Bruno Meoni. Egli spiega come il tentativo di liberazione seguì alla caduta di Roma , ma non fa cenno alcuno al furto de ll e due barche dall'a eropo rto di Cas tiglione. Dà anch e un ' a ltra ve rs ion e di c iò c h e ac cad de a l capo della pol iz ia fascista coincide. Scrisse,

S b arcaci e ra pi damente raggiunto l 'ob bietti vo, co m e pr imo atto fo n e utralinaro nel suo alloggio il capo della po lizia addetta alla sorveglianza degli internati, il fascista Lana Luigi.

March e tlini fa a nche i nomi del le cinqu e persone riportate a Sanfatucchi o a ttraver so iI lago.

Di quelli disposti al rischio della traversata con noi, ne rico rd ia mo cin c.1u e, precisa m e nte: ,\e.l a Cocn e Gi ulia no Coen di Perug ia, Mario Modo g li an i e Brun o r\jò di Roma, cd E nrico Lufcschitz di Trieste. Questi furono portati in salvo in t erraferma e messi al sicuro propri o nella villa di Sanfatucchio d e l capo fasc ista loca le Cas tellani Aug u sto, senior d e ll a nù lizi a repubblichina, che si sapeva in procinto di partire per il nord coi ted eschi, al gu ale fu imp edita la partenza e gli fu imposco, pena la vira, l'o ccu ltamento e il mantenimenro dei cim1ue intern ati fino la liberaz io ne ormai prossima. Finalmente l'odi ssea di queg li osrnggi si concluse con l'invio da parte del Comando inglese alle loro r esidenze, trann e il Sig. Lu ftsch itz E nric o c he fu ric overaro a ll 'O spe da le civil e di Orvi eto.2 lo ero all ' i so la, i l mi o babbo co mandava il c ampo 1 <li concent ramento che c 'era . Molte perso ne non lo sa nn o, però c i fu una rap pr esaglia lì. i\lla v ig ilia d e lla b at tag lia arrivò u n fonogra mm a d a Perngia dal Co m and o che diceva a mio padre di con seg n are i co nfin a ti tenuti nel Caste ll o G u g li e lmi a l pi ù vic in o Coma nd o tedesco. C'erano eb rei e antifascisti - i prigionier i politici più c he altro e r ano sp ie . Dentro il Cas tell o Guglielmi ... capirai ... insomma, prop ri o male n on s cavano . E mio padre disse, " Ma questo è matto, se io co ns egno questi ai tedeschi mica li portano dietro, li fa nn o fuori. " Quindi chiam ò tutti a racco l ta su l pi ana l e e g li disse, "Io h o ric evuto le istruzio ni di consegnarvi ai t e d es chi , io non bo nessuna intenzione di obbedire agli ordini , mi sem b ra follia. A vo i ch e sie te n el campo do un co n siglio: sce nd ete in paese, ve di amo se riusciamo a mischiarvi a ll a popolaz i one, in mo d o tale c he se vie n e gualcuno Ja c ontrollare] n o n v i riconos c e " E di ss e a i ragazzi, " o n fate stup idaggini, aspettiamo ora mai che passi il fro n t e." E r av am o sotto la Repubblica Socia le , allo ra c'e ra i l ban d o cli arruo lamento, e chi non si pre se ntò rischiava la galera .

Riguardo agli avvenimen ti di quel p erio do , Guido Lana - figlio di Luigi Lan a, segr e ta rio del fas c io locale e fas ci sta dell a prima ora de l movimento, da ancor prima della marcia su Roma del 1922 - so s ti e ne ancora un ' altra versione a sua volta.

.Avevano co s tituito una Po liz ia P erroviaria ch e faceva la g uardia alle staz ioni da Ficulle fi n o a Camucia insieme ai ted es chi , avev ano il Co mando g iù d ove ora· c'è la ca sa de g li Arca ngeli , lungo la s tr ada per Pozzuol o vicino alla s tazi one di Castiglione de l L ag o . Q uand o mi o pau re era s ta to mand a to a ll ' iso la e h a co m andaro il campo se li p ortò dietro . Vo leva n o fare gli eroi, i pa rti gia ni. Que lli di Cas tiglione han no fatt o gue ll o c he li aveva ch ie sto il babbo, ma gli altri, que lli delle frazioni, presero tutte le armi, comprese i mo sc he t ti 'm od ello 91 ', quelli lung h i, ru barono delle barche e scapparono, p o rtando con loro questi ebr ei che li seguiro no. P ra di loro c'era questo Meoni che p iù t ardi divenne il si nda co di Cas tigli o ne - era un non senso quell o che aveva scrit to su l su o libro, aveva scri tto la sto ri a a modo suo. Scrisse che mi o p adre sc app ò e qui n di n o n po tevan o prend e rlo ... c'e ra no altri, un o si chiamava 'Ba lilla' . Leggendo la loro storia, si scopre ch e sono partiti da Cas tiglio n e de l Lago d o po ave r rubato , s ottratto ai tedeschi due barconi. Tu mi devi cap ire, se lo ro potevano entrare nell ' ae roporto e portare v ia d a i tedeschi due barcon i mili ta ri e ve nire all'Isola - non c'aveva mo nemmeno la p o lvere. Dicono di esse re partiti da Castig li one per liberare gli ebre i ma in realtà s i trovavano già a ll 'Iso la perché facevano i militari li, erano militari della SL1uad ra nazionale ... certi. comunisti ...

Guido L ana accenna anche ad alcun e rappresaglie che sfortunatamente furono me sse in atto in qu esta pa1te dell 'Umbri a come in molte a ltre zo n e d'Itali a. Egli prima di tutto desc rive ciò che accadd e dopo che i partigiani liberarono i prigionieri polit ic i e gli ebrei. f\llora to rnarono c1ua da ll ' i so la e c ertamente fecero cp..1alcosa: divennero ero i d ella Res i stenza. Infa tt i rubarono un camion militare ted esco e lo nascosero dietro un a casa colo nica. Quando i t edes chi rinvennero quel coso ammazzarono tutti. I cosidde tti partig ian i dicono che furono ucci si perché furono presi durante i l combattime nt o - ci sono i nomi ricordati in quelle pa rri, pe nso laggiù a Pucciare lli . P overac ci, li hann o fa t ti a mm azza re loro, i partigian i.

Un ' altra rappresag l ia si verificò il 14 di giug n o a La Muffa , v icino a Sanfatucch io Pi ero Marchettini riporta la ve rsione 'partigiana' dell'evento.

L'interve nto di tre n ostri uomini nel t entativo <li oppors i alla raz z ia in un casola r e di co loni a breve dis tanza dalla stra d a stat a le di transito della ritirata tede sc a, pro vocò l a cruen ta reaz io n e di una loro numero sa e vio lenta pattuglia c he sp i nse contro il m uro della c asa tutt i i prese nti d elle du e famiglie co lon iche Mezzetti e Bru ni e li falciò con sve n tagliate di mi tra , provocando sei morti (4 uomin i e 2 don ne) e u na do nna ferita grav1ss1mamente. Questi i nomi d ei colpi t i: Mezzet t i Ado l fo, Mezzetti D ante, Mona chini Maria , Bru n i Att illio , Bruni Fra nc e sco, Migni G ina, tutt i morti , e Pausilli Ma ria ferita graveme n te . 3

Un abitante del pos to, che ha chi es to di mantenere l'an onimato , racconta i fa tti in maniera di versa

La rap pr esaglia è cap itata in loca li tà Poderami, v ic in o a L a M u ffa. Sappiamo benissimo che i fascisti vo levano rifarsi una verginità e si mi sero a far e i partigiani. Avvenne che i l Coman d o tedesco stava minando oltre La M u ffa questo p onte, e un sol d ato tedesco venne in locali t à Poderami, della proprietà Buitoni, a cercare d elle uova . All'improvviso ques t e tre figure cav arono la ri voltella.. Lui chi ese cosa volessero, e loro r isposero c h e lo portavano con sé. Lui, mo l to furbamente, g li disse, "E i miei compagni ? Vogliono veni.re anche loro. Sia m o stufi della guerra. Io posso andare a chiamarli, e poi and ia m o via tue.ti." Lorq, imbecilli, lo la sciar ono andare, e qua nd o tornarono s u fecero u n ~ bella pisc ina. Co lp irono chi n o n c' e n trava niente , presero una famiglia di contadini, li chiuse ro in u n a stalla, b u ttarono dentro una bomba o due. Da u n'altra parte poco <listante fe cero altrettanto. Loro , i partigiani, riu scirono a dileg uars i, loro si sa lvaro n o Contem p ora n ea m e n te, u n tedes co ve nn e su al loro Co m ~ndo, che era in un a villa vicino al cimitero di Sa n fatucchio , a chiamare i suoi c a m erati che aveva n o un'auto blinda t a .

Propri o a. Sanfat ucc h io cer c avano questi elementi, c'era una speci e di rastrellamento ma non trov a rono n ess u no Questi co s iddetti pa rti g i ani non fa c eva n o ni ente , non er an o in condizioni di fare ni en te, era ge n te che si sare bb e suicidata se avessero provato sul scrio ad attaccare i tedeschi , perché costoro a vevano una forza ta l e, un'organizzazione ta l e che era in es pugnabile, in attaccab ile . Solamen t e gli Alleati potevano fare qualcosa, con la loro strapotenza di mezzi . Neppure la versione de i partigiani di come venne uc ciso Terzilio Tangane lli combacia quell a di Celestino Dionisi . Ecco la test imonianza di Jginio Tili.

11 nostro par tigiano Te rzilio T an ganelli era in vigil anza contro le razz ie tedesche, nella pia n ura verso il lago V ista u n a di cru es t e razzie compiuta in un cascinal e presso Pa;1Ìcarola, tre partigia ni affrontarono i razziatori e riuscirono a togli e rgli i due buoi ch e trascin avano un cannone, catturando così t utto : i 3 milit ari tedeschi, i bu oi e il cannone , e questo se1na far uso di armi . Poco dopo, res isi conto di qua nto accaduto, interve nn e infuriata una p a ttuglia <li sci militari tedeschi; a c.1uesti i nos tri tennero testa con un lancio di bombe a m ano e colpi di pistola, ma sopraggiu nti a l tr i te d es chi richiamati dallo scontro, i nos tri partigiani fu rono sopraffat ti, e m entre Ju e di essi p oterono in qualche modo salvarsi, il T a n ganelli, colpito monal.mente, decedeva . 4

C iò che è assolutamente certo è che l 'az ione ardita de i pa rtig iani nel liberare i prigionieri dal! ' Isola Maggiore guadagnò loro una certa reputazione, ma provocò anche de ll e conseguenze. Ecco come Gu id o Lana prosegue la s ua storia.

Succede che a Tuoro si s pa rge la notiz ia che a ll 'I sol a c' erano i partigiani . Allora cominciano prima due po i tre, a ven ir e i tedeschi per fare prepotenze Passano dei giorni e in sei o sette arrivano con un barcone . Invece di scendere in paese scendono dietro la casa del prete, dove adesso c'è il giardino davanti a Sauro e e n trano in paese. Cominc iano a g u ardare intorno ed e n tra no ne ll a prima casa sulla destra, scherzano un po' e poi cominc iano a prendere c.1u ello che trovavano, oro e soldi. Quindi da lì van n o di fronte, nella casa cli Pera.i e pure là fa nn o lo stesso lavoro . Nell'Isola si diffuse la notizia: "Ci sono i tedeschi! portano via la roba!" Chi aveva la radio la nascose . E poi c1 uesti, avendo fa tto su bito u n bel bottino, erano diventati euforici e allegri, e g uardavano le case che aveva n o le persiane . "Kapitalisten ." Entravano e buttavano per ar ia ogni cosa finché giungono all'Albergo Barrocci . Il Vec chi o Bartocci aveva la radio, una di c1uelle grosse, l' aveva nascosta in canti n a. Questi arriva n o, c'era il bar e chiedono se c'era la radio ma lui gli dice di no.

Vanno avanti alla casa cli Vincenzo Paci . An che li c'era una radiolina piccina, era un rega lo di nozze. Affia ncata a casa aveva una specie di orticello, e c'erano i covoni, e so tto aveva nascosto la radio. Si era no preoccupati di levare le pers iane, e metterle da u na pa rte . E n trano questi tedesch i. Erano arriva ti in fondo, era l'u l tima casa de l paese, era no propr io eufor ic i. "Kapitalisten, Kapitalisten " A ll o ra, Or lando Ch iappa fr eddosuo cognato era stato i n German i a con i tre n.i della Todts ic come masticava c1ualche parola di t edesco cercò di contrastarli, ma questi si misero a. girare per casa. Arriva.rono nel salottino d ove c'era stata la r adio , chiaramente non c'era p iù ma c'era l'antenna. Quando questi vedono la cosa dicono, "Ci pr ende in giro," e un'a l tra volta Chiappafreddo cercò di rimediare. "Radio kaputt, è a Tuoro da l meccanico " Quelli l o prendo n o e lo portano in cucin a dove c ' era tutta la fami glia. Quando il vecchio Paci vide arr iva re qu esto bottino razziato d i crua e d i là e che lo stava n o por tando via, si alzò di scatto e andò alla porta, sicuramente, si pe nsa, per p rendere la rad io. Se nnonch é, dietro la porta c 'era app eso un fucile, e quando l'ha nn o visco alzarsi e andare ver so il fucile, gu elli ha nn o spa rato su bito. C hiapp a fr e d do, che aveva la rivo l te ll a in tasca, m ise la mano di etro per t irarla fu ori ma c ome il te d es c o v i de la rivoltella, l ' a c c hi a pp ò, e C hi app afre ddo azzannò la mano del tede sco. Quello l' arnmazz ò c on la sua rivo l tella ed egli m ori con un pezzo d i carn e tedesca in bocca. T utto in un a stanza . Tl figliolo, po vero Beppe, che vid e il babbo morto lì, cruell'altro ne ll' altra maniera, era vi cino alla por ta, prese il fu cile e sparò i due colpi che c'erano dentro ma non li prese , però i tedesc hi , c1uando vid ero que ll a reazione scapparo no dalla cas a .

Gli isolani eran o tutti per st rad a ad as p e tt are i tedesclù e guando li vide ro uscire fuori ch e s p arav ano all' i mpazza t a, sparirono tutti Questi s i allontanarono dalla c asa, mentre i l povero Beppe uscì fu ori e, mentre stav a rimettendo le cartucce, una pallotto la di rimba lz o lo colpì al calcagno . Cadde in terra, sparò ma n o n prese n ess un o . I tedeschi si dettero alla fuga, cercando di tornare alla b ar ca, se nn onché uno ch e e r a un marinaio i ta li ano, un di sertore, l' unic o c h e aveva un po' di pratica con le arnù, era d ieo:o un mur o, u scì fuori , sparò e p rese un tedes co in pieno. F u solo ferito, però non morì, arrivò carponi fino al la go e si buttò in ac<.1ua .

E per for tuna dell'Isola qu e lli che scappava no lo vi dero butta rsi in acg ua ma lui non sapeva di essere fer ito . L'Isola si riunì un mome nto, e t utti c erc arono di aiuta re q ues to ragazzo che perdeva sa ngue. Intanto nella fanùg lia c o lpi ta dalla tra ge clia . . . solo urli e pianti. Un ragaz z o era cors o die tro ai tedeschi e vide ch e, me ntre tornavano verso Tuoro, buttavano dalla barca tutto cru ell o ch e avevano rub a t o , l e radio , qu es ta roba qu i, t utta in acc1ua. Lì per lì non capi gue sto raga:,:'.to e tornò in paese, "Quelli che fanno ? S tanno buttando tu tto in acg ua , diamoci alla fuga, perché se loro si presen tano a l Comando con uno in meno ... " E infatti è su cc esso che arr ivarono al Comando a Tuoro, partì un carro arm a to, arr i vò su l pontile di Tuoro e comin ci ò a cannon eggi are l 'Iso l a. /\ . noi ci sa lvò la casa del pr ete , le cannon a te o pigliavano c1uella casa o passavano l'Isola .

Io andai in casa. Queste cannonate, sembrava che fossero cascate su un fonnicaio, ci fu un fuggi fuggi. E poi nessuno aveva capito che i tedeschi sparavano col carro armato e siamo andati t utti dall'altra pane dell'iso la. Mentre io correvo il Perai arrivò con la sua vecchia manuna che era praticamente considerata paralizzata. D ice, ''Dammi una mano per sorreggerla:' e se la caricò addosso ma lui correva più cli me. Cosicché arrivanuno in fondo al la strada e c'era questo povero Beppe seduto sull a pietra, si teneva il piede in m,u10 che sanguinava. Avevano cercato di levargli la pallottola ma avevano fatto più danno . "Dammi w1a mano," diceva, "sono giovane, non voglio mo1ire." I o avevo questa vecchia addosso, pensavo che qualcuno gli desse una mano. Invece .. . l'istinto di conservazione è tremendo. Che fece, questo poverino? Tornò in casa e si nascose sotto il le tto dove c' erano i morti, e li morì dissanguato anche lui. Intanto parù da Tuoro una barca militare con tutti soldati armati e vennero all'Isola. }2 successo che sull'Iso la c'era un altro disertore, Italo D'Accordi. Ad ,\ozio si era sfasciata ogni cosa, e lui erenuto all'Iso la dove conosceva una ragazza . Ve1me crua pensando essere accolto. Quando vide l'arrivo dei tedeschi pensò di poterci dare una mano e così indossò l'uniforme, ma questo gli costò la pelle. Ins ieme al prete, don Ottavio, cercò di contrattare con i tedeschi per farg li capire che gli altri loro camerati aerano vem1ti qui ad offendere. Cercò di andare nelle case con i tedeschi per fargh capire che gli altri avevano ini.7.iato tutto, invece i tedes chi lo accusarono di mentire. Forse avevano l'intenzione di portarlo al Comando a Tuoro, ma prima gli dettero una mitragliata e ci misero una i.,ruardia. Urlava tutta la notte e nessuno ri uscì ad andare ad aiutar lo . Lui voleva fare da mediatore perché gli altri venivano per fare t utta una razzia. Scapparono tutti gli abitanti. Noialtri avevamo due barche e nmanemmo senza. Noi, correndo, tutta l a famiglia ci nascondemmo in una specie cli bosche t to luogo il lago, e ci trovò uno scoglio grosso e il povero nonno disse, " ·Mettiamoci qui," e ci si buttò in terra lì dietro lo scoglio, ora il caso volle ch e senza accorgersene ci fermammo proprio sotto il viale, quello che porta su al castello, e ci salvò un agave, un'agave enorme, spinosa, che ci fece da scudo perché ce l'avevamo sopra la testa . E c1uesti, da lassù cominciarono a sparare ai pescato ri che fuggivano. Questi erano già lontani e i poch i co lpi che li raggiunsero arrivarono senza forza. Sentirono le urla, e si nascosero sotto ad ogni raffica. Intanto stava facendo notte e vi posso assicurare che vedere le raffiche con i traccianti che si avv icinavano non era una cosa piacevole Io ero sdraiato con i sassi che si erano conficcati nella sc hiena. Mia sore ll a Sandra s i e ra infilata le dita ndle o recc hi e per non sentire gli spari. lo, l'ulLima raffica l'ho vista all'alcez;,.a della mia testa, l'ho vista spartire l'albero. Pe nsò, ".Adesso ci tocca," però siccome c'erano queste agavi davanLi a loro non ci vedevano. Intanto si faceva notte. E com e se non basLassero loro, si passava un ricognitore inglese che lanciò una bengala e co sì ci mise di nuovo a giorno. Tutci fermi perché lassù c'erano sempre quelle sentinelle che a ncora sparavano. Li sentimmo parlare e ogni tanto buccavano le cicche sotto. A un certo momento mio padre disse, " on possiamo stare qui in eterno," e sentivamo delle voci c h e venivano d al paese . Piano, piano, s ull'ombra delle pi ante, carpon carponi, arrivò fin o davanti a ll a casa. Davanti c'era il muretco del Perai, c'era una luce di luna incredibile e non sapeva che fare. Attraver sò la strada e si mise su ll 'om bra del muro, senza sa pere che da ll 'altra parte ciel muro c'era il Perni, che vista quell'ombra, faceva la stessa cosa. (\ni.vati dove c'era il cancello si sono trovati a faccia a faccia. Comunque prese notizie per quello c h e era successo, che t ut ti si e ra.no radunati in casa d i un a ltro pescatore. Così, così, a.desso s i va su piano piano, e si arriva alla casa. I \nche noi si andò in cucina e ci si mise sorro il tavolo, era l'u ni co posto rimasto libero. Intanto mio nonno disse, " , \d esso vo i state qui, io vado a ve dere se posso rimed ia re una barca," perché lui giustamente diceva, "Alle donne non fanno nieme, semmai se la prendono con noi uomini. Se riesco a trovare una barca noi ci a llontaniamo ." E gira gira trova la barc a c he era proprio del Paci, che era affo nda ta proprio <lavanti, aJlora pian piano si mene lì senza far rumore, la svuotò, e poi ci imbarcammo noi e il povero bab b o. Co n l' imp egno che ci sa remo affac ciaci al lago p er vedere quando si poteva torna re, le.: donne dovevano mettere un segnale sopra le pietre del porto e così si fece. Remavamo sull'ombra, quindi in un certo momento siamo usciti dal l'ombra e cominciarono a sparare, però viaggiavamo come se avessimo un motore. 1l lago era calmo, uno specchio E così si arrivò a Castiglione del Lago.

Il massacro aveva avuto lu ogo il 14 giugno. Guido , assie me al pad re e al nonno, tornarono a Castiglio ne de l Lago per scopr ire che mo lti abitanti se ne erano andati, che alcuni di essi erano nascos t i nella cantina del Comune e che altri giacevano privi di v ita.