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Una testimonianza

Ho accettato con entusiasmo di scrivere la prefazione all'edizione italiana del volume di Janet Dethick The Tra simene Line. Sebbene rappresenti per me una prova non facile data la natura dell'impegno - sono tutt'altro che uno scrittore - tengo a dire che il mio entusiasmo deriva principalmente da due fatto ri: il primo riguarda il sentirmi in qualche modo, anche se mo lto indirettamente ' parte in causa' stante le mie origini , le considerazioni ed i valor i espressi da mio zio Solismo Sacco sul suo libro Storia della Resistenza nella zona Sud-Ovest Trasim eno di quel la che è stat a l'epop ea della Resistenza in questo te1Titorio. li secondo riguarda invece le vicende individuali non solo dei componenti la mia famiglia, ma anc he dell e innumerevoli persone che direttamente od indirettamente hann o vissut o quei momenti così carichi di tragicità comuni a tutti 'i passaggi' da situazioni oppressive e portatrici di violenza, a situazioni di libertà restituita ed anche in parte riconquistata dalla propr ia determina z ione. Ebbene, devo dire che tutto questo in me ha sempre albergato in uno 'spazio particolare' della mia coscienza poiché fa parte di un lascito su i generis la cui fonte ha principalmente un nome: la mia famiglia ed in particolar modo Solismo Sacco. Sia nel la mia infanzia, ma anche nel le età successive ed ultimamente soprattutto nel l'età adulta, un pensiero costa nte ha albergato nella mia me nte, un pensiero che forse potrà apparire agli occh i di ch i legge frutto di una concezione romantica della storia, un pensiero che a seconda dell ' età in cui si manifestava si coloriva di concezioni diverse, le gate agli affett i perso nali ma anche e soprattutto - ne ll'età p iù adu lta - legate a i valori che riguardavano le lolle degli uomini per una vita migliore, per la ricerca della loro 'fel icit à', e quindi inevitabilmente facenti part e di qu e l movimento di emancipazione delle coscienze che ineluttabilmente muove il mondo. Potrà stupire, ma questo 'pensiero ' è che tutto ciò , io non lo sento disgiunto, anzi lo sentivo e tuttora lo se nto in stretta unione con la natura che mi circonda. Ancora oggi, conoscendo più a fondo i fatti della stor ia recente e che hanno attratto la Dethi ck così profondamente in mod o ta le da far Le prendere la decisione di' fermare' quanto sc rive nel suo libro , ritengo che qu a ls iasi 'coscienza osservatrice' con minimo di patrimonio di sensibilità possa poter fruire della stessa natura delle mie sensazioni .

In questi ultimi anni in cui ho avuto occasione di passare vic ino a mio zio Solismo Sacco, morto vecchissimo all'età di ben 98 anni ho percorso moltissime volte con lui la strada che porta da C hiusi a Villastrada e più propriamente a Cimbano, il picco lo agglomerato di case dove lui naque nel 1903, da padre di umile condizio ne , socialista, sindacalista, uno dei promotori degli scioperi de i contad ini per ' iI seme e la coll a ia', ch e ' rapì' que lla ch e poi div e nne sua moglie, promessa sposa ad un piccolo possidente molto più vecc hio di lei , inimic a ndosi con questa azione la sua fa miglia che la di seredò e ruppe ogni rapporto con la ' rib el le' . G ià tutto questo raccontatomi fin da piccolo è stato per me qu as i un motiv o di orgo g li o poiché 'se nti vo e ci ved evo' l'a ffer marsi di co ncett i nuovi, scardinatori di vecch i equilibri che significa va no il dominio sulle coscienze che esercit a vano la ch iesa ed i preti su tutto l 'appa rato ' mate riale c so ciale ' di co me era co st ituita la società co ntadina di allora , s u lla qu a le gli agrari ed i padroni esercitavano il vero potere assoluto su lle cosc ienze dei poveri, ricattati dalla loro situazione eco nomi ca e moral e di sottop os ti. Sembra ancora ades so di udire le de sc ri z ioni di mio z io che mi par lavano di mio nonn o che da ll'a lto del co lle di Cimbano suo nava forte la 'cornetta' come segnale conv enuto rimbalzante di colle in co lle, ch e nel 1902 dava il via a ll'inizio degli atti di insubo rdinazi one alle regol e fe rree impo st e dall e leggi fatte dai cet i domin an ti degli agrari. Al lora la vi ta era senz'altro più brutale per i poveri, gravati dal fardello del l' ignoran za, ai quali spess issimo i padroni delle terre facevano sì che i fi g ii fin da piccoli forni ss ero bracci a pe r i l lavo ro an z ic hé facendo loro frequentare la scuo la. Se vol e vano impar are a legge re e scrivere ed avere una pur minim a istruzione c'era il prete che li 'a ddome sticav a ' seco ndo i dettami in valica bili de l catto li cesimo di a llora, incont es tabi lme nte schierato con i ce ti dom ina nti de g li agrari, s morzando ogni volon tà e possibi li tà di cam biare i ra pporti produttivi non appena i po veri ne fossero animati.

Cosa c 'entra a ll ora con tutto qu es to 'l'unione con la natura '? Pe r ch i conosce ind iretta mente q uesto tip o di cultura, di mod al ità di vita, di rapp orti umani , che nelle nostre zone principalmente ad economia agricola si è tramandato fino a ben i l dopo guerra (parlo degli anni '50), rifl e ttendo s u t utti questi conc etti al cospetto v is ivo de l terr itor io ove si so no esp ress i , io s ubisco qua s i sempre q uasi una sorta di 's ublim azion e' ri v ive ndo emotivamente ed in mani era molto forte le mie conoscenz e passate, po iché ogn i lu o go , og ni sgua rd o aJ territo r io mi fa trovare mentalm ente un nesso forti ssi mo con le azio n i deg li uomini , con le azio ni dei miei familiari che in questo terr itorio sl fatto hanno oper ato , riu scendo a collegare i mom e nt i dell e loro volontà, i lo ro mo menti emot iv i, le loro sp era nze con qu e l la che è sta ta la loro vit a, le loro soffe ren ze, le loro az ioni. E' tutta questa una sensazi one 'tu tta m ia', tutta speciale, che no n pu ò a ppartene re a nessun a ltro nel modo in cu i la sent o e la v ivo emotiv amente, e per questo anche mo lto difficile ad essere esp ressa in forma sc ritta. Forse, spesso è la cono sce nza dei fatti anche nei minimi particolari e la forza con la quale questi fatti e questi raccon ti si sono impre ss i nel la me moria e ne ll a sensibilità che fa sì che tale car ica e motiva sca turi sca al solo vedere un a stra da , un angol o di un caso lare, una ser ie di campi, un cam panile di villaggio lontano . È forse w1 d eside rio recon dito di 'asso luto ', di essere cos tante me nte capaci a sublimare concetti mate ri a li facenti parte della s toria materiale deg li uomini e l ' imm ateriali tà della bellezza e della presenza della natura che sovras ta tutto e tutti. Spesso ci riesco quando so no so lo, ed osservo il panorama a ridosso dei due laghi e ripenso al passato, a ll e persone che ho conosciuto, agli affetti, a l valore che hanno trasmesso le generazioni precedenti, e tutto questo per me sento che arriva in definitiva a rap presentare una condi zio ne irrinunciabile di poter e di dover assaporare la vita, il presente, poiché è questo presente che viene da così tanto lontano, ed è un modo - senz'a ltro tutto mio - di far riv ivere le persone che hanno già co ncluso la loro vita, di far rivivere il passato, sentendo come quasi una forza vitale che mi lega al territorio, alla sua natura, che fa si che anch' io sia parte di una continuità nel tempo.

Oggi, ritengo che tutto questo nelle generazioni che hanno seguito la mia, non esista più, si è perso velocemente ciò che per anni ed anni e forse seco li s i era accumulato, tramandato , osservato. Tutto questo per motivi palesi a chiunque, e non per voler a tutti i costi sottolineare una concezione marxista ma è 'i l modo di produzione' che determina inevitabilmente anche il modo di pensare delle persone. Non voglio e non è questa la sede opportuna per entrare in 'diaspore' sui massimi sistemi. Mi premeva solamente sottol ineare ciò che emerge dalla lettura completa de llo sc ri tto della Dethick e ciò che in vece resta 'nascosto' e del quale essa stessa non parla mai direttamente limitandosi alla enunciazione quasi capa rbi amente cronologica dei fatti. La descrizione ed il collegamento dei fatti mirabilmente ri costruiti ne lla loro temporalità rendono senza dubbio una veduta molto più complessiva delle vicissitud ini e de l 'v issuto ' da parte dei diversi schieramenti che si confrontavano: esercito Alleato , ese rcito Tedesco , Bande Partigiane e singo le persone . La precisione delle descrizioni fatte d ai s in goli soldati rappresenta un modo limpido e palese per far entrare 'emotivamente' il lettore ma anche lo sto r ico nella partecipazione alla vicenda che s i descrive, ed è proprio in questo che stà la capacità non comune che l'autrice profonde nella immediatez za intuitiva, nel la osservazione scevra dall'emotività dei momenti che erano comuni ai diversi schieramenti che si confrontavano, la facoltà di ricomposizione di q~esti momenti che 'presi e descritti da soli' avrebbero so lamente un loro va lore asso l uto, ma che v isti 'dall'a lto' vengono mirabilmente collegati con modalità semplice ma efficacissima ad un fine comune di tutta la vicenda dei 15 giorni de l la Trasimene Line.

Ciò che dal libro invece non emerge - anche perché s icuram ente non è questo il suo scop o - è il perché siano sorte velocemente 'cellule partigiane' a connotaz ione prettamente comunista e non tanto a caratte r izzazione polit ica di altri partiti. Occorre all'uopo sapere che in tutto questo ha pesato la peculiarità di c iò che era contenuto in quel piccolo agglomerato di case che è stata la frazione di Moiano, un luogo questo, che si è se mpre ' dis tinto' dagli altri e che ha fatto s i che nel le vicissitudini storico -politiche dai primi anni del novecento in poi si fosse sviluppato un seme che la natura del regime fasc ista nel ventennio che caratterizzò l'affermarsi dello stato totalitario non poté in alcun modo estirpare, anche se ridusse al silenzio totale i pochi avversari politici più in vista. S i deve proprio a pochissime persone che hanno profuso nella lotta tutte le loro energ ie, sacrificando una gran parte della loro vita pe rsonale, pagando di persona con la miseria, la violenza, le angher ie , l 'isolamento e qualche volta anche con la ga lera, la loro volontà di so pravvivere, la lo ro di g nità di pe rsone. Le lor o cosci e nze rea lmente progressiste, antitetich e a i disval o ri prod otti dal fasc ismo sia nell'intera Italia ma anche e soprattutto localmente, trovarono il modo, le ràgi on i e le fo rze pe r te nere viva la fiamma del la sp e ranza de l cambiamento. Segretamen te, lavorarono per un ventennio, intessendo soprattutto relazioni pers onal i, affett i ve, sostenendosi re c iprocamente, 'ap rend osi' solamente con coloro che e ra no con osciut i e fida ti ss im i. Ecco le ragioni per le q uali quando si produsse il cambiamento, do v uto certamente principalmente alle disfatte militari e poi iti che del regime , e' era g ià in qualche mod o una condiz ion e pronta a produrre i suoi effett i in mod o pa le se e a d affermarsi , c he aveva un minimo di base ed intelaiatura ideale ed orga ni zzativa, che produsse inevitabilmente il recepimento da parte de l socia le del le idea lità e de lle vo lontà c he avevano sostenuto le volontà dei resistenti a l fasc ismo .

Ques te sono le rag ion i di fondo, es press e in maniera sinte tica, che hann o fatto s i che s i pro du cesse ne ll a zo na del Trasimeno, dopo il passagg io del fronte di guerra una situazione di esplosione politico-o rganizzativa a connotazione prettamente co muni s ta con la rgo coinv o lgim ento de ll e popol az ioni ru ra li .

Ma veniamo ai fatt i che ho de ciso di prendere come 'emb lem atici' per spiegare le ragioni sopra de scr itte. li primo ri g uarda il te ntativo di minimizzare con fi ne inv a lidante que lla che è stata la Resis te nza ne l la zon a del Tras imen o ed in particolar modo quella del la' Brigata Risorgimento ', cercando di muoverne una c ritica so prattutto incentrata sul fatt o de l le origini che hanno dato luo go a ll a s ua form az ione , or ig ini perlopiù basate sul fatto del la renitenza alla chiamata alla leva della popolazione più giovane da parte dell a R.S.l. , e di una sempre più determin a la e late nte inte nz ion e di sa lvarsi da una gu e rra che o rma i d i giorno in giorno appariva persa poiché g li a lleati risult ava no vincenti ovunque. In qu es ta as se rzi on e s i risp ecc hia un a ' patolo g ia' di una grandi ss im a parte de l pop o lo italiano, trasversa le da se mpre a sc hi erame nti po litici di qualsi as i natur a e presente in maniera massiccia soprattutto ove è più presente il sottosvi lupp o e stati di biso gno do ve quindi a ltre pri o rità più materiali prendono il sopravve nto ne l le cos ci enze e nei co mp ortame nti c he non dete rmin az ion i di natura ideale, morale, politi ca È tipico dei regimi totalitari pro durre idee che compre nd ano solamente ci ò c he vi e ne da loro stessi indicato come il ' bene ' in contras to con il 'ma le', senza ricercare le cause che producono tutto ciò. e fornendo spiegazioni di facile intuibi lità, di ro zzezza di pensiero, ove la so ttocultura de lle mass e imp ove ri te recepisca il tutt o e faccia automaticament e il resto produ ce ndo in un cammino obbligato le paro le d'ordine d i comportamenti populistici. In pol iti ca biso g nerebb e non dime nticar e mai di ch ied e rs i: 'a cosa serve?' . La ri s po sta spesso sa rebbe in tan te occ asio ni a ltamente c hiarifi ca tric e e non di diffici le intuizione. Nel nostro caso fu pienamente comprensibile che ne lla situ az ione di sbanda mento c he si venne a crea re d opo l' 8 Se ttembre l 943 , un a grande ma ssa d i persone, di famiglie che aveva comunque gravitato 'qualunqu isticamente' nell'area del fascismo si sia resa ben conto che le sorti non promettevano nulla di positivo sia per il regime sia per i protetti da quell'ombrello reso a sistema. Venivano velocemente al pettine i nodi di come il fascismo si era affennato nel ventennio, delle responsabilità dei suoi dirigenti, delle ruberie del regime, delle responsabilità della guerra che adesso imperversava distruggendo case, persone, famiglie, portando per lo più morte, miseria e rinunce e distruzioni. Chi scelse la strada del bosco nell'area del Trasimeno aveva reagito con la coscienza di uomo libero, sia per sottrarsi alla chiamata di un regime che a tutti risultava sanguinario negli ultimi rantoli della propria fine , sia sicuramente per lo scopo più immediato di salvare il salvabile , cioè la pelle. Pochi comunque furono animati da spinte ideali e da reale convincimento di ciò che andavano a fare: solo quella piccola parte di uomini che 'resistenti' negli anni bui avevano profuso il loro verbo, la loro verità , le loro sane intenzioni ad altri, influenzandone le coscienze, poiché animati veramente da convinzioqi che avevano retto saldamente e che non avevano mai piegato la testa. Codesti , furono i veri artefici e tessitori silenziosi , quasi fari guida di ciò che doveva essere fatto, di ciò che non si doveva a tutti i costi fare. Senz'altro la loro attività ebbe dei limiti, dettati dalle situazioni contingenti, situazioni che produssero in quei fatidici quindi giorni della Trasimene Line , distruzione e morte in una direzione anziché in un'altra , ma che comunque in tutti i casi seppero evitare situazioni ancora peggiori alla popolazione, per aver impedito per esempio l'arroccamento da parte dell'esercito tedesco in ritirata sulla cima del Monte Pausillo dalla quale avrebbero facilmente dominato la pianura sottostante e la valle del Nestore, portando ancora e più a lungo distruzione e morte.

Certo , se la Wehrmacht avesse voluto avrebbe facilmente spazzato via quel gruppo di partigiani che spesso agivano anche senza coordinamento delle loro azioni. Spesso non giuochi la casualità e s p esso serve davvero far credere all'avversario di avere una forza ed una riserva di energie da poter mettere in campo, molto più grandi di ciò che realmente si possiede. Forse tutto questo ed anche altro pesò nelle decisioni di quell'esercito in ritirata, inseguito e braccato dagli al leati, in un terreno reputato pieno di insidie. Più si sarebbe fermato, attestato e schierato e più le distruzioni e le morti sarebbero inevitabilmente aumentate soprattutto per la popolazione civile presa tra due fuochi Queste furono le condizioni che fecero maturare nei pochi dirigenti partigiani della 'Risorgimento ' la parola d'ordine 'ad un esercito in ritirata occorre fare i ponti d'oro', per favorirne l'allontanamento e conseguentemente spostare la linea del fuoco. Così avvenne sostanzialmente per Città della Pieve ma non per Pozzuolo per esempio , il cui centro fu letteralmente 'spianato'. Certo, le morti ci furono, anche nella popolazione civile, ma al confronto di altri luoghi ove si produssero grandi tragedie, le popolazioni del Trasimeno furono -anche per l'intuito dei capi partigiani e non solo per casualità - risparmiate da immani disastri.

Spesso fu la lungim iranza polit ica di certi uomini della Resistenza che fece si che il trapasso fra i l fascismo ed il CLN in diversi paesi fosse quasi indo lore per aver consigliato e messo in campo nelle settimane precedenti l'arrivo degli alleati, una serie di relazioni, di consigli, di avvertimenti dei qua l i i I regime non poteva non tenere conto 'Quel Console Carlini' che dall'alto sia della sua mole che del suo potere, ascoltò le richieste mossegli da Solismo Sacco al riguardo de l rilascio delle persone fermate, sapeva bene che lui stesso fra poco sarebbe stato un re i itto in procinto di affondare e perciò rappresentava 'il vecch io' e che 'Sole ' anche se schedato po litico sarebbe stato il ' nuovo' con il diritto di giudicare. Difatti lo lasciò andare anche se in quel momento av r ebbe potuto mette r lo a l muro, poiché sapeva bene chi era. Tutto questo , emblematicamente per far capire che i l trapasso fu caratterizzato in special modo nell 'area del Trasimeno - tranne in alcuni casi - da una non violento avvicendamento di forze, da tragedie evitate, da repressi sensi di rivalsa. Sarebbe stato facile infier ire sui vinti onnai allo sbando, ma furono proprio i più cosc ienti, coloro che erano stati più repressi negli anni del fascismo a fermare la mano dei fac inorosi che volevano vendicarsi dell e angherie subite, delle v io lenze, delle purghe e della galera. Coloro speravano veramente ad una riappacificazione de lle coscien ze e delle menti e temevano che si innescasse una spirale senza fine di faide, di rivalse, di eccidi, e che sapevano bene che 'so lo i poveri' avrebbero pagato più d i ogni a ltro per una simile situazione.

A ltro fu invece l'immediato dopo guerra dove s i produsse quella tendenza a l lo snaturamento di ciò che erano stati i motivi politici, culturali, etici della Resistenza. Forze potenti, si lenziose ma ben dirette , che fruivano di personaggi inseriti nei gangli vitali del!' ordinamento giuridico, economico, che riuscirono ad inserire rimestatori perfino nelle commissioni per il riconoscimento delle brigate pa11igiane riuscendo a snaturarne il valore e l'appartenenza. Era il vecchio stato liberale dal cui crollo era sorto il fascismo, che riprendeva forza, giovandosi di un trasfonnismo spesso celato a dovere , che nascondeva ag li occhi dei più sprovveduti di rutti g li schieramenti il suo carattere votato alla 'supremazia di classe'. Avrebbe incondizionalmente goduto del! 'appoggio di quella stessa Chiesa che qualche decennio prima avrebbe voluto distruggere, poiché un nuovo nemico si era manifestato all'orizzonte ed adesso occorreva unire le forze per arginare e battere quel regime che era vincitore ad Est. Vog l io concludere con una citazione di V. Meoni tratta da B. Ta l luri , Introdu z ione ad una vittoria partigiana, che secondo me è la più esplicativa e concisa di tutte: 'Una classe dirigente europea, fonnata dagli esponenti dell'alta finanza, dalla grande industria, dall'aristocrazia agraria e da ll e Logge Massoniche internazionali, la quale ha servito magari con disgusto il Fascismo ed il Nazismo, ne ll ' imminenza della disfatta, ormai convinta che sia inev itabile, cerca le vie della sa lvezza, scaricandosi di responsabilità e di errori, con atti gratuiti di sol idarietà e di tolleranza. Non a favore, s'intende, di operai, contadini o piccoli borghesi sprovve duti, ma a favore di coloro che domani potranno contare e con i quali domani sarà possibile ritessere, sotto qualunque governo ed in nome d i qua lunque bandiera, le tele di una supremazia, appunto ' di classe ' . E così è stato, con tutte le più diverse s fumature, con tutte le più diverse peculiarità, sotto l ' egida delle innegabili libertà individual i - represse anche nel sangue quando 'scanton ava no ', ma così innegabilmente è stato.

Carlo Sacco

Gli scritti di Solismo Sacco

So lismo Sacco ha lasciato nu merose testimon ianze scritte s ia s ulla prop r ia vita s ia al r iguardo di avvenimenti politici, storico-sociali, dei quali è stato spettatore nella sua lunga esiste nza . In tempi diversi e distanti fra loro ha prodotto - accorpando docum e nti , raccontando avvenimenti, e corredandolo anche con sue poesie - un libro da l t itolo Storia della Resistenza nella zona Sud-Ovest Trasimeno, che è stato ed attua lmente continua ad essere, non ostante la fonna relativamente densa di arcaismi, un punto di riferime nto per g l i studi sto rici di quel periodo riguardante quella porzione di territorio . Esse ndo stato spettatore contemporaneo deg l i avveniment i che si sono dip anat i abbastanza prima dell'avvento al potere del Fascismo, e qu in di anche prima della Prima Guerra Mondial e ('aveva già in qualche modo ' - p er s ua stessa ammissione - 'l'età della rag ione' già p rim a de l fati dico ' b iennio rosso '), ha vissuto intensamente un perio do densissimo d i lotte.

TI suo libro Storia della Resistenza nella zona Sud-Ovest Trasimeno è anche nella sua sempl icità espositiva un condensato estemporaneo d i interviste fatte a semp li ci cittadini, semplici lavoratori, spesso gente con neanche il minimo di istruzione eleme ntare , divenut i per personale convinzione o per necessità partigiani al b osco, per salvars i dall e deportazioni o sa lvare la pelle, ma tutt i coinvolti in quel crog iu olo d i eventi che caratterizzarono la caduta del fascismo ed il passaggio del fro nte nel terr itor io del Trasimeno . Ecco quindi l'un icità della tipologia e del contenuto della pubblicaz ione, alla quale è aggiunto in un capito lo a parte, un piccolo quantitativo selezionato di poesie a pa r tire dal 1923 che trattano soprattutto del 'c lima mora le' v issuto da una coscienza libera quale era quella del l'autore ' nel la notte fonda della costrizione e della reazione' . Perso nal mente trovo che soprattutto le poesie s iano l 'espressione più reale e più aderente agli stat i d ' animo che ha avuto l'autore e che lo hanno accompagnato da sempre nella osservazione cr it ica e met icolosa, rigorosa di quanto avveniva intorno e nell ' inev itab i le attrazione che in lui hanno esercitato tutte - nessuna esclusa- le manifestaz ioni de l la vita .

Le pubblicazioni di So lismo Sacco

• La resistenza nella zona operativa della 'Brigata Risorgimento ' (Pievese, Castiglionese e dintorni), a cura di So l ismo Sacco, Foligno, Editoria le Umbra , 1986, p . 123 .

• Sol ismo Sacco, La battaglia del Trasimeno: 15-30 giugno 1944, Comune di Castiglione del Lago , 1988, p. 3 1. 1

• Solismo Sacco, Storia della resistenza nella z ona sud-ovest Trasimeno ,

La Storia della resistenza nella zona sud-ov est Trasimeno si compone di tre parti, le prime due denominate ri spettivamente Volume I e II, e l'ultima denominata Append ice, ma tutte e tre sono raccolte in un unico libro. TI Volume I non è altro che una nuova pubblicazione del libro del 19863 , l ibro che Sacco ha rivisto e corretto in alcuni dettagli. Questo Vo lume I rimane fedele nella pa1tizione interna al libro sulla Brigata Risorgimento, che si componeva di tre Part i: "La resistenza nella zona operativa del la 'B ri gata Risorgimento' (Pievese, Castig li onese e d intorni)"; "Le docum entazioni ufficiali"; "Le test imonian ze dei protagonist i". Tuttavia era nelle intenzioni originarie de l l'auto re integrare quella pubblicazione con una quatta parte, cosa che pe r ò non avvenne. Così egli decise di fare del Volum e 114 della Storia della resistenza la quarta parte de l libro precedente . La riedizione 5 del testo del 1988 sulla battag lia de l Trasimeno (ossia un "po emetto epico descrittivo in vers i lib eri su note di storia contemporanea") costituisce il cuore dell 'Appendice, che però contiene anche altri materiali, tra i quali una serie di fotografie e di mappe, il ruol in o de ll a Brigata Risorgimento e la pianta della sua zona operativa

1 Questa pubb licazione è reperibile p resso la Bi bl ioteca Com una le di Castig lione de l Lago (PG), ma ved i anche la nota successiva.

2 Il l ibro, Storia d e lla resistenza nella ::ona sud-ovest Trasimeno, co mpr e nd e sostan z ia lm e nte entrambe le p recedenti pubblica z ioni, e cioè La resisten::a nella ::ona ope rati va della 'Brigata Ris org im ento' (Pievese, Castiglionese e d int orni) e la battaglia del Trasimeno: 15-30 giugno 1944, r ispett ivamente nel primo e ne l te rzo Vo lu me (Appendice) di cui s i co mpo ne.

3 Val e la pena d i riportare un brano tratto da ll a no ta in troduttiva di So li smo Sacco a La resistenza nella zona operativa della 'Brigata Risorgimenlo ' : " la p rima e seconda [pa11e di questo libro] g ià es istono, s critte in l<.)g li se parat i a suo tempo , ta nt i a nni fa, nelle relazioni fo rni te nel 1945 dai respon sab ili e coman danti dell e ' ba nde ' e gruppi partig iani di questa zona, e dal Comando del la 'B ri gata Riso rg imento ' che le collegava, relazione anch'essa fornita a ll e auto rit à poli t iche e mi li ta ri de l tempo; e d inoltre ne ll a breve stor ia da me scritta e forni ta in occas ione del 'Ve ntenn a le della Liberazione' e pubb li cata nel 1965 , an ch e se mut ilata, in opuscolo de i 'Qua derni de ll a Resistenza' da ll' Is tituto Umb ro di st udi e ricerche sulla Res isten za e Stor ia contemporanea. Si è trattato per me, a desso, so ltanto d i riprendere e coor din are in forma corretta quest o mate ri ale d'arch ivio, ut ili z zando lo ne ll a sua sostanza genu ina e d anche nella forma , spec ie la breve Stor ia sulla Resistenza in qu esta zo na , trascrivendola integralme n te (senza co rrezioni e mutilazioni) così com e io la sc ri ss i oltre ven ti ann i fa. A questo mater iale sto rico di arc hi v io che compone le pr im e du e parti di qu esto libr o, ho r ite nuto utile aggiungere una terza parte, fa tt a cl i test imonianze d ire tt e scr ille dai protagonisti (da alc un i de i protagonis ti ancora in vi ta), avendo io avuto cura, conoscendo le per la mia qua lità d i controllo politico del la Brigata, cli controllare ge losamente le verità scritte, sia per la mia ancora luc ida memoria ch e per i documenti reper iti nell'archivio della Sez io ne A N.P.I. d i Moi an o (m o lti d ispersi) o da cop ie da mc conservate " Agg iunge che la P resentazione è quella o ri g in ale di vent i anni pr ima, eccez ion fatta per la chiusa.

4 Per saperne di più s ug li ob bi ett ivi e sull'importan za che le tre pubbli c az ioni avevano per Sol ismo Sacco, s i co ns ig lia la lettura del la No ta in troduttiva al Vo lum e I e soprattu tto la N ota esp licati va del Vo lume li (p. 127).

5 Q uel la precedente fo pubbl icata dall ' Associaz ione Co mu ni de l Tras im eno .

SOLISMO SACCO - Note biografiche

Solismo Sacco nasce a Villastrada di Castiglione de l Lago - e più propriamente-nel piccolo agglomerato di case nominato Cimbano il 29 novembre 1903, da padre fondatore nel 1902 del la locale Sez ione Socialista. Trasferitosi a Moiano ne l l 913 vi fonda il Circolo Giovanile Socialista nel 1919. Nel 1921 è 'terz ino ' (comunista un itario) e ne l Gennaio 1924 aderisce a l P.C.d'I.

La notte del 15 Marzo 1924 è selvaggiamente aggredito in una operazione notturna di po lizia e di fascisti concentrati a Moiano dai paesi vicini, riportando gravi lesioni permanenti. La notte del 4-5 Ottobre 1926 è arrestato assieme al padre da polizia e fascisti ed associato al carcere di P erugia Quando v iene rilasciato con l ' assenso del Ministero dell'Interno, è ammonito e vigilato speciale politico, confinato nella sua residenza con conseguenti control li e ripetuti fermi di polizia ogni qual volta ricorre una qualsiasi celebrazione del regime ed al passaggio di alte gerarchie fasciste e perso nalità politiche nella zona.

La sua attività politica clandestina ne l ventenn io fascista è mirata soprattutto a tenere viva con persone e famiglie fidatissime la fiamma ideale d i concezi oni avverse al regime dominante ed a preparare minuziosamente giorno dopo giorno i l collegamento e l'organizzazione di quel Partito Comunista che si è d isso lto sotto il tallone della repressione, e dei s uoi militanti espatriati o riparati nel!' anonimato delle città. Isolato anche nei rapporti personali in quello che può rappresentare l'aspetto umanitario delle relazi oni esistenti in un piccolo paese come è M oia:no, non c essa mai di lottare clandestinamente contro il regime, e trae dalla sua inven tata attività di fotografo i me zz i per i l sostentamento della famiglia, ampliando le s ue conoscenze delle famiglie e delle persone con le quali relaziona e finalizzando i l tutto a tesse re quella re te clandestina ma salda che consentirà al crollo del regime l' es plosione e la c reaz ione dell'organizz a z ione de l Partito Comunista ne l la zona del Tras imeno e nel Pievese. Infatti è proprio alla caduta della dittatura che s'impegna nella Resisten za attiva ed è dopo l '8 Settembre 1943 che con il collegamento con il Centro clandestino del Part ito Comunista tramite il 'P atriota Luca' a l ias Alfio Marchini assume il controllo po litico di que l la che fu la 'B rigata Risorgimento' del Trasimeno .

Dopo la li bera z ione, fu volontario, organi zzatore e dir igente delle lotte dei lavoratori nella zona Sud- Ovest del Trasim en o, organizzando soprattutto il movimento cooperat ivistico in quell'Italia che si stava sempre più affrancando da lle rovine di un dopoguerra ormai lontano, ma che ancora conservava spesso le strutture economiche ed i retaggi culturali di un mondo di mi s eria e di subordinazione agli interessi - soprattutto nella zona - de i potentati agrar i sopravvissuti al crollo del fascismo e d adattatisi ce lermente al la nuova situazione che garantiva la perpetuazione dei loro interessi, quegli stess i per i quali assieme ad a ltre classi e lita rie dell'Industria avevano puntato su Mussolini e sul fascismo venticinque anni prima per la loro sa lvaguardia durante g li sconvolgimenti economici e sociali prodotti da loro stessi e non dal proletariato, ingannato ed usato a fini di supremazia 'di classe'.

Solismo Sacco fu anche sindaco di Città della Pieve a metà degli anni '50. Lasc iò poi il suo mandato per ritira rsi a seguire la propria attività di fotografo, ma rimase sempre partecipe degli avvenimenti politici, economici e sociali ed all'attività de l suo Partito nella zona di Chiusi e soprattutto di quello che lui stesso aveva contribuito a creare nell'area di Mo iano e che sarebbe divenuto caposaldo, faro guida e forza dell'organizzazione comunista ne lla zona del Tras imeno. Solismo Sacco, soprattutto per formazione, forgiata s in dai primordi delle lotte soc ial iste dei primi anni de l l 900 e quind i per educazione e per cultura, è senz'altro da in serire in que l la schiera non numerosa di persone che hanno fatto la vera 'Resistenza'. Per definir lo e volen do parafrasare Norberto Bobbio quando parla di ciò che è divenuta 'do po ', la nuova classe polit ica, 'che salvo qualche rara eccezione non assom iglia affatto ciò che ci era parsa raffigurata in alcuni protagonisti della guerra di li berazione, austeri, sever i con se stessi, devoti al pubblico bene, fedeli ai propri ideali , intransigenti, tm1ili e fo1ii insieme; anzi, ci appare spesso faziosa, meschina, amante più dell 'inlrigo che della buona causa, egoista, tendenzialmente sopraffattrice, conotta pol iticamente, se non mora lmente e conuttrice desiderosa del potere per il potere e peggio del grande potere per il piccolo potere'. Ecco, mi sembra g iu sto ricordarlo, perché Solisrno Sacco è stato oggettivamente una di queste rare eccez ioni

CARLO SACCO - Note biografiche

Carlo Sacco, nasce a Moiano, rrazione di Città della Pieve, nell'Agosto del 1946, ed è fig lio di Ben ito Sacco (jun ior) e di Derna Gorello.

Passa la sua infanzia a Moiano seguito nella educazione dalla madre e dagli zii (Sol ismo Sacco ePalmira Fane lli -coniugi-senza prole), i quali si dedicano ad instradar lo nelle prime e basilari conoscenze. Il padre Benito Sacco impegnato ne l suo lavoro di fotografo vedutista è per lunghi periodi assente da casa. Produttore di lastre per carto li ne per le ditte storiche del settore come la mitica 'Alterocca' di Temi ed altre.

All 'età di circa 6 anni si trasferisce nella vicina Chiusi Scalo poiché il padre gestisce il negozio di fotografia dai primi degli anni '50 e la madre lavora nella 'Trattoria Porsenna ' appartenente alla cognata.

Dopo aver frequentato le scuole e lementari s i trasferisce nella Repubblica di San Marino (Serrava l le) poiché il padre è socio e produttore-fotografo della Poi igrafica Sanmarinese impiantata con i capitali dei F.lli Marchini di Roma (cugini della mogli e di Sol ismo Sacco , Palmira Fane ll i) e s tretti amic i della famiglia Sacco, soprattutto per i trascorsi politici dei rispettivi genitori (Benito Sacco-senior - ed Alessandro Marchini). L'esperienza di San Marino non dura che qualche anno e chiusa la Poligrafica, Carlo Sacco con i genito ri ritorna a vivere a Chiusi ove frequenta l 'Istituto Tecnico Commerciale per Ragionieri e si d iploma nel 1966.

Frequenta il primo anno di Univers ità a Siena e nel 1968 viene assunto alle dipende nze del Monte de i Pasc hi di Siena, lavorando a Napoli e per lunghi anni a Firenze Con il primo stipendio acquista la prima Nikon e si dedica nel tempo libero con passione e continuità alla fotografia . Durante l'esperienza lavorativa ha occasione di sviluppare il s uo interesse fotografico e con questa idea viaggia e fotografa princ ipalmente in Asia ed i Arrica, visitando molti paesi e dedicandosi principalmente alla' fotografia di rep ortage' . Ha visitato più volte l'India, il Nepal, la Birmania, Thailandia, Indone sia, Russia, Turchia, Cina, Sri-Lanka, Vietnam e Cambogia. In quest'ultimo paese è stato colpito da un estremo interesse per le rovine di Angkor ed ha prodotto anche un libro fotografico con immagini in bianco e nero dedicate ai templi ed ai bambini , vittime dell a guerra civile che ha devastato questo paese, riportando anche riconosc imen t i internazionali (Premio mondiale Unesco 1997). Ha effettuato mostre in Vietnam dove ha collaborato con 1'Unesco per le immagini sulla ricostruz ione dei siti archeolog ici di My Son e della cittadina d i Hoi -An nel Vietnam Centrale, vicino Da -Nang . In Africa ha visitato a partire dalla fine degli anni '60 in poi : Marocco,Algeria, Tunisia, Eg itto, Suda n, Kenia, Tanzania, Mozambico, Malawi, Madagascar, riportando anche inu11agini di viaggio in 'sol itaria'.

Ne l succedersi della produzione fotografica ha curato principalmente temat iche sociali ed etniche qua li: la prostituzione in India , il Kumbh -Mela, le grandi feste religiose Indù, la sacralità de ll 'acqua in In dia, il lavoro del l'uomo, la Bombay vittoriana e fatiscente, i grandi spazi delle sava ne afr icane.

Dalla scomparsa di suo zio Solismo Sacco, ha iniziato a mettere le mano nell'archivio di documenti che ne hanno accompagnato la vita politica, e con estremo interesse ha deciso in accordo con pubbliche autorità di cedere il proprio materiale fotografico, quello di suo padre, i documenti di suo zio e la sua bibl ioteca A l momento sta lavorando al pr ogetto di una Fondazione nella città di Chiusi che renda fruibile al pubblico il vasto patr imonio costituito da libri, documento e fotografie di Solismo Sacco e della famiglia.