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NOTE AL CAPITOLO 16

I . Don Remo Serafini cita il diario di don Angelo Gori, Storia di Vaiano , p. 218

2. Don Remo Serafini cita il diario di don Tommaso Vecchi, Storia della Chiesa di Santa Maria Maddalena in Castiglione del Lago, p. 125

3 . «EighthAnny News», I lug lio 1944.

4. Don Remo Serafini cita il diario di don Tommaso Vecchi , Storia della Chiesa di Santa Maria Maddalena in Castiglione del Lago , p. 125.

5. Diario di guerra (inedito) di Tony Fownes.

6 . Non è chiaro chi fossero questi ufficiali francesi. Il CEF attraversò la Val d'Orcia dal 22 al 27 giugno 1944.

CAPITOLO 17

Dopo la battaglia - Le perdite

1 civili feriti tornarono gradualmente a casa dagli ospedali, ma sfortunatamente il numero dei morti e dei feriti continuò a crescere ancora a lungo dopo il passaggio del fronte. La causa principal e era rappresentate dalle mine e dalle armi disperse in gran quantità, molte delle quali finivano nelle mani dei bambini.

Jack Doy le, Graz ie ll a Mencarelli, Vittoria Olivo, il fratello di Antonia Vin erba ed il padre di Mariuccia Viti furono quattro tra i molti civili ricoverati dagli Alleati ali' ospedale di Orvieto. Silvana Chionne descrive ciò che accadde a Vaiano.

Gli inglesi portarono tutti i malati ad Orvieto C'era questa signora rifugiata nella mia cantina, di sotto, che aveva preso uo infezione nel sedere - avev a un buco così! un puzzo, un puzzo ... -e aveva la febbre altissima. Allora, facevano bollire un tegamino d'acqua con un po' di sale, e lo tiravano sopra. Non c'era nient ' a lt ro , non avevamo nulla . Sono arrivati questi ingle s i, l ' h anno caricata in una barella, il marito veniva da Cimbano, m ieteva il grano qui, a casa mia, dopo si presen t ò al Comando con tutti i dati e l'hanno portata ad Orvieto.

Qualcuno ovviamente morì prima ancora di poter essere ricoverato all'ospedale, come nel caso della madre di Adriana Sordi, mentre a Cast iglione del Lago una bambina, che era l'unica sopravvissuta di una famiglia sterminata durante un raid aereo, morì due settimane più tardi in c ir costanze misteriose. Ma ria Reattelli sp iega l'accaduto.

E rano farmacisti e abitavano dove adesso c' è il Bar Latino.

L a casa è stata ricos t ruita, ed è l'unica moderna in paese .

Sfortuna t issimi! Era rimasta viva la bambina, che era. nella culla, sono morti i ge1ùtori ... disgraziati proprio. Poi è morra la bambina.

Ma non so perché probabilmente c'aveva delle complicazioni. Può darsi che è stata anche feri ta , perché era crollato tutto - s i trovava in camera dov e loro sono morti . Forse non avevano trovato il latte, una cosa del genere.

Enzo Gilini, che aveva sei mesi in quel tempo, ricorda che sua madre, Aldovina Tarquini, era stata la balia di quella bambina.

Le dava il mio latte. J\!Cia madre parlava di una ragazzina rimasta tutta sola, con tutti i suoi familiari morti.

Lo stesso Enzo era scampato alla morte per un soffio in un altro incidente. Insieme i suoi gen itori e le due sorelle T ina e Maura si erano rifugiati in un a stalla a Soccorso - località vicino a Castiglione, lungo la strada per Pozzuolo. La stalla venne colpita da una scheggia di proiettile e sua madre rimase ferita. Proprio qualche secondo prima lo aveva affidato alla so rell a maggiore Tina . Sua madre riportò una fer ita alla gamba ma si rifiutò di andare ad Orvieto dove avrebbero voluto portarla, poiché era preoccupata che qualcuno si prendesse cura della famiglia . Enzo rimase scioccato per tre giorni, dopo di che ebbe a soffrire causa di un ascesso, ma non si ric orda chi s i prese cura di lui , né dove. Alla fine, da Orvieto i fe ri ti furono rimandati a casa. Come il padre di Mariuccia Viti , che era stato portato a casa da alcuni canadesi a bordo dei loro mezzi di trasporto , anche Graziella Mencarelli e Vittoria Olivo vennero riaccompagnate a casa dagli Alleati. Graziella Mencarelli ricorda,

Questa ragazza, la Vittoria, aveva la sore lla , la Gisella, che è andata a prenderla con un'ambulanza inglese. Allora mia madre disse, "lo torno con te."Siamo tornate tutte insieme . C i siamo messe in questo porticato ad aspettare, c'avevano messo due ore in più del previsto perché le strade erano piene cli buche. Partimmo. Lei aveva il lettino, io ero in terra .. . che dolore ... non mi avevano potuto ingessare. Io strillavo e lei ancora di più . Allora ci hanno ferma to, erano le due di notte, eravamo su a 1'1onteleone. Aveva mo visto dalla strada una luce in una casa perché c'era una persona che stava male e allora si erano alzati. La sorella di questa ferita è andata a bussare per chiedere se ci potevano ospitare. Avevano appoggiato la barella su una seggiola. i'vli avevano regalate una pa lla di Natale, arancionel'ho tenu ta per tanto tempo. Il giorno dopo siamo partite.

JI recupero di Graziella fu lento. Sua madre, che pure era stata ferita, rifiutò, come la madre di Enzo, di andarsi a curare per non dover lasciare i figli da soli.

Due volte alla settimana la mia mamma mi portava su ali' ospeda le . Anche lei è stata ferita, aveva il timpano.. . ad un certo punto quest'orecchio ha cominciato a farle tanto tanto male e allora il medico di Castiglione l'ha fatta vis itare da uno specialista. Doveva andare a Perugia a farsi operare ma lei non c'è voluta andare. "Chi si occuperà dei miei figli?", ha chiesto. Le è andata bene perché è guarita lo stesso. È stata tanto male a l punto che non poteva portarmi più a fare le medicazioni e allora è arrivata una mia z ia dalla campagna Veniva in bicicletta e mi metteva dove c'era il portabagagli cli ferro e dopo un anno ha ricamminato.

Il numero dei mort i e dei feriti italiani continuò a sal ire dopo il passaggio de l fronte . Gli inc identi e le fatalità erano provocati dalle mine e dagli altri ordigni bellici ab bandonati. MariaReattelli accennò al fatto che uno dei compiti deg li ingegneri che stavano a casa sua era la bo nifica de i campi minati sulla terra di famiglia. Così rìcorda,

Dopo la battaglia la prima volta che è andato lungo la strada un contadino ad arare è saltato per aria con i buoi. Era tutta minata completamente. Gli inglesi sono stati circa tre mesi a sminare. Poi nel '58 o '59 mio marito che è stato in Artiglieria, passata la guerra c'era q u alcosa che non gli andava bene, ha richiamato l'artiglieria italiana, hanno risminato e hanno trovato un cumulo grande cli materiale bellico e mine . . . era terribile, la zona era min ata completamente, anche a l cli là d ella ferrovia era tutta m inata .

Il contad ino citato da Maria era il padre di Mar ina Ronca . Mar ina r ipre nde la stor ia,

Dopo, il 7 luglio, u na mina tedesca è saltata in aria e ha ammazzato mio padre davanti al cimitero cli Castiglione del Lago.

C'è questa specie cli casa alta dove c'era il tabac co, ques ta è stata costruita dopo il fronte. Noi, prima, avevamo mietuto il grano, tutto era andato bene, venivano degli amici ad a iutar ci, era l' ultimo giorno, era un giorno di festa. Passando, la macchina, quella che tiravano i buoi, grattando così con la lama ha scoperto delle mine.

J\tlio padre era andato ava n ti a q uello che era sopra la macchina e ha messo su un piede . Mario, è rimasto ferito , era un fratello di mia zia , e anche un ' a ltra signora che stava lì vicino al ci.J.nitero.

Con la rnina anticarro è saltato in aria anche un bue e l'ha sfasc iato . E uno si è rovesciato dentro il fosso, d e ntro la forma e li gli inglesi l'hanno ammazzato perché sarebbe sta to pericoloso andare a farlo gir are , a farlo rialzare, perché il terreno era pieno di mine . Lo zio non c'era, c'erano la mia mamma, mia zia, io - la più grande -e due miei cugini.

Din o Sacchi e suo zio evitarono per poco una fine simile, In quel periodo, dalla inia casa qui fin giù il lago era tutta agricoltura, non c'erano case, e i tedeschi avevano messo le mine. Il mio po vero zio aveva un altro podere vicino a Pescia, a La Bandita .. . zona Osteraccia, e avev amo un contadino. Il m io pov ero zio disse, "Aneliamo a vedere che cosa è successo, se sono tutti morti." Ci sono rimasti perché avevano anche le bestie. U n giorno si partì, si andò verso il lago e si andava a mezza s trada li. Mentre eravamo per strada ci fermò un altro contadino. "Ferma tevi, è tutto minato qui", ci disse. N oi, per fortuna, l e mine le avevano messe a passo d'uomo, e fortllna t amen te avevamo messo i piedi pri ma qua, poi là e non le avevamo toccate. Dopo ci eravamo accor ti, si v ede v ano anche Allora, che pen sa che facemmo? Ci si fermò e si t ornò indietro. Un altro contadino aveva tira t o fuori i buoi per andare a lavorare il terreno Trovò una cli ques t e mine e saltò per aria.

L'uomo cui si riferiva era il padre di Marina.

Noi avevamo visto questi buoi. Uno era piuttosto sfacellato. Aveva calpestato questa mina, che era scoppiata e così era morto . E noi ci dicevamo, "Madonna inia, guarda dove siamo andati a finire! Che fortuna abbiamo avuto!" E dopo questo altri contadini questo bue l' avevano spezzato - dopo tutto, era morto - e se ne por t arono un pezzo, mi ricordo, perché si diceva, "Tan to, è estate, diventerà cattivo." Allora, noi lo met temmo dentro il pozzo perché ci stava più fresco. Un giorno, due, si manteneva, vicino all'acqua, non che tocc ò. Per due o tre giorni mangiammo ques t a carne, perché all ora dove si andava a pren derla? Non c'era più mente.

Giulio Cardini descrive così il fascin o che i l campo di battaglia esercitava sui bambini.

Noi ragazzi ci divertivamo, andav amo in giro per i campi do ve si trovavano bra ccia , ga mbe , t este e armi, carri armati sventrati, tutto Io avevo fatto una collezione di armi stupe nd a, perché in fondo alla cantina c'è una s p ecie di gro tta, avevo na scosto tutto li. D opo i carabinieri lo venivano a sapere - c'è sempre la gente che fa la spia - e allora vennero e po rtarono via tutto guanto. S ai c ome fanno in bat taglia, abban d onano, e per un ragazzino de ll' età mia , logi ca mente, è stato indimentica bile tutto questo fa tto .

Giulio fu più fortu nato de l fratello di Celest in o Dioni s i poiché n on do vette sop portare conseguenze per la sua cu ri osità . Celestino d escr isse ciò che accadde al fratello .

Io avevo tredici anni . Noi ragazzi andav amo a r ub are i meloni v ic i n o a gucsta pianta ch e si ch i ama 'la gu ercina' .

C'erano armi disperse da tutte le pa r ci e dicevano che alla guercia c'erano due mi t ragliatrici, bo m be a mano - g u elle ted esche con il m ani co ... erano leta li - e tanti moschetti. Allora un f,l10rno da solo ci va d o all a guercia, pre nd o un moschet t o e mi m e t to a sp arar e. f\d un certo m ome n to arrivò mio fratello e c1uesto ragaz:w che era un intenditore, p erché era stato vo lontario nella R epubblica Sociale Quando l'Italia è a ndata c on gli t\lleati la guerra era persa dalla parte dell'Italia, ma dall a part e dei giovani c'è s tato tanto risentimento c ontro questo tradimento fatto ai tede schi. A ll ora diversi ragazzi del paese sono partiti volon t ari e sono andati a Perugi a ad arruolars i.

L ' Italia, come accennato sopra, aveva dichiarato guerra aUa Germania il 13 ottobre 1943 . ' Co s ì racconta Celestino, l'vli rin1proveravano, erano p iù gran di di me, ma io presi la mitragliatrice e mi m is i a sparare alle co lon n e di carr i armati alleati che passarono lungo la s t a tal e co m e se non posso. Allora, c'er a il passaggi o a livello, e dalle Ma cchie arrivarono colonne di ca rri armati che a ndavano s u verso Castiglione del Lago, e i treni n on viaggiavano. Ci guardarono co n il binocolo, ci danno una sventaglia e seguitav amo li per poco più di un ora a sparare . Io , mio fra te ll o Sisto, Alt ero e u no che s i chiamava Leonardo. Ad un ceno momento si rideva anche - come posso dire - era un diverrimento. Ad un certo momento sentii da dietro un 'A lt' . Vedemmo che c'erano due poliziotti militari con la pistola puntata . La polizia inglese, che c'avevano un piccolo Comando a Sanfatucchio, andando giù a sinistra dove c'è il supermercato Spesafacile c'è una casa e lì c'avevano una specie di Comando e ci dicevano, "Adesso portate tutte queste armi con noi," e ci fecero fare due viaggi, ci accompagnarono sempre e mettemmo guesti armi nei press i di questa casa. Ad un certo momento si ridevano fra di loro, capivano la nostra stupidità, e ci dissero "Adesso prigionieri." Allora, ci misero dentro un locale, chiusero la porta a chiave, ma c'era la finestra aperta Poco dopo mio fratello fu ucciso da una bomba che sembrava una penna stilografica. A Sanfatucchio, alla cinta de l cimitero, c'erano tante di queste penne. l'vlio fratello era con un amico e colse una candela. Disse a guesto amic o, "Guarda, fuma." "Buttala giù, buttala, è una bomba," e in questo momento gli scoppiò e lu i morì. Aveva diciassette anni Ma cli questi casi ne sono capitati tanti. Poi c'era tanta gente che per curiosità, voleva smontare gli oggetti

Marina Ronca racconta una tragedia simile avvenuta a Vitellino .

C'era una famig lia che aveva due gemelli, Romolo e Remo, e Remo morì per una bomba a mano. Dopo il passaggio del fronte buttarono giù delle penne. Andarono a raccoglierle, pensavano che erano delle belle penne, ma una la presero e scoppiò .

A Fe dora Coppetti è rimasto impresso un episodio drammatico in cui tre bambini rimasero uccisi a Ranc iano .

Pei: il fronte sono morti ere ragazzini piccoli che giocavano : sono rimasti così a corona, inchina ti, tutti sfondati, poverelli. Si era accumulata un po' di robaccia, è andato, si vede, a giocare, ha trovato guesta bomba: è scoppiata e ne sono morti ti:e.

Le morti continuarono a verificarsi per alcuni anni, come ricorda Leo Berbegli a.

Tre ragazzi della Badia, cinque ann i dopo, hanno trovato un proiettile, volevano smontarlo col martello, esp lose e sono morti tre bambini, uno di Quinto, uno cli Paggetti e quello della Cassaiuoli .

.A Binami uguale: uno moi:to e uno invece vivo però ha perso un occhio. Trovavano questi proiettili, qu est i bambinetti, curiosi, incuriositi. Non fu fatta un'opera di bon ifica qui. Il padre di uno di questi bambini, il marito della Elena Cassaiuoli, è quello che mori con il trattore con una mina anticarro per la strada di Pozzuolo : passò sopra con il trattore questa mina anticarro, saltò, e dopo cinque anni gli è morto il figlio con un altro residuo bellico, pensi - era il suo destino.

Tanto le anni più piccole, quanto quelle di dimensioni maggiori, come i tanks, furono abbandonate in gran quantità: nessuno infatti si sarebbe assunto l'onere d i rimuoverle. Fedora Coppetti e Davide Rocchini descrivono l'uso che se ne faceva.

I carri armati erano rirnasti in mezzo ai campi per tanto tempo, per un pa io di anni bu oni. Poi i civili li hanno portati via per servirsi d ei pezzi; le gomme , mi ricordo, le prendeva il mio babbo . Allora si aveva la bicicletta, mica la macchina - e chi ce l'aveva ? - e non si trovavano i copertoni. Per crues t o tagliavano le gonune di quei carri armati e facev ano i coper toni per le b.iciclette, disse Fedora. Davide aggiunse,

Toccava den tarli perché erano duri, e p oi si arrotolavano sui cerchioni. Da sotto alla Colonetta per arrivare s u a Pucciarelli c'erano quattro carri armati bruciati ... li smo n tavano perché non c'era niente. Si prendevano cinque lire all'ora. Poi si vendeva no le schegge. Per raccogliere il ferro . . . un bel lavoro.

Trag icamente, ci furono anche dei corpi di soldati caduti ed abbandonati sul campo di battaglia. Maria Reattelli descrive la sua reazione al la notizia che un soldato morto era stato lasciato privo di sepoltura sulla sua terra,

Una volta avevo saputo che c'era un soldato tedesco morto nell'azienda e volevo andare a seppellirlo .. . ero molto attiva in queste cose in quell'epoca. Sono andata e mi hanno accompagnato gli inglesi qui, del genio. Quando siamo stati lì io volevo solleva re il bavero per vedere chi era e scrivere alla famiglia. Mi hanno tira to via di forza. Hanno d etto, "Per carità!" perché il p iù delle volte erano minati, li lasciavano fuori, minati di sotto L' hanno coperto e l'hanno lasciato.

Ernesta Ridoni dice,

C'erano parecchi morti ... sotto la casa nostra c'era un pozzo, si a nd ava a prendere l'acqua. C'era un morto, poveracc io, tutto gonfio, faceva pena. Insomma. due o tre morirono lì, dei tedeschi . Quan d o passò il fronte i due tedeschi che restarono morti li , nessuno li pigliava, nessuno li portava via . Allora un p o' di terra si buttarono, sennò puzzavano, era lo stesso al cimitero di Casamaggiorc.

Leo Berbeglia ha manifestato il timore che possano esserci ancora molte armi spa rse qua e là, che aspettano solo di essere scoperte . A questo proposito Celestino Dionisi dice .

Quest'anno - 2000 - a settem b re io avevo un opera io che arava il terreno, è ve nu to a mc e disse, "Ho trovato un proiettile ." Era un proiettile alleato, l'ho denunciato ai carabinieri e l' hanno recintato. Poi qui, in c1u esto fosso, li c'era. semp re acc1ua perché c'è u na sorgente - adesso è tutto cambiatoe c'era anche sempre pesce, s i pescava. Anch' io in questo ho pescato tan t e bombe. i\,1a n on più di dicci o dodici anni fa . Stracarica Rino zappava da lì con il trattore e una bomba fumogena è esp l osa . Quelle però non sono perico lose.

Note Al Capitolo 17

I soldati del Commonwealth e il ritorno a casa degli italiani

L 'avanzata continua delle truppe alleate verso Arezzo, e più tardi fino alla linea Gotica, portò 'facce nuove ' a Castiglione del Lago , tra cui indiani, polacchi e neozelandesi. I soldati italiani che tornavano a casa si trovavano di fronte a grandi cambiamenti nelle loro situazioni familiari.

Durante la notte tra il 7 e 1'8 luglio, tre giorni dopo che il ritiro della 78• divisione Battleaxe dal fronte e nello stesso momento in cui la 4 a divisione si stava aprendo un varco in Val di Chiana verso Arezzo , il comandante di stato maggiore dell'Ottava armata, genera le di divisione G.P. Walsh, telefonò al Comando della 2a divisone neozelandese dicendo che aveva per loro una missione operativa urgente e che voleva che si iniziassero a muovere verso l'area del lago Trasimeno il giorno seguente.

L'avanzata avrebbe dovuto essere un segreto; tutti i segnali di identificazione dovevano essere cancellati dai veicol i e sia i gradi sui berretti che quelli sulle spallette dovevano essere rimossi. Il 9 ebbe ini zio l ' avanzata verso il lago. La prima autocolonna, quella della batteria 36, lasciò Aree di giorno, seguito poi durante la notte dal Comando della 2" divisione neozelandese e della 6· brigata di fanteria. Il 1O, 11 e 12 luglio la s• brigata &fanteria, un drappello di soldati di divisione e la 4" brigata corazzata li seguirono e quando, il 14, giunse l'ultimo gruppo, l'intero reparto mobile della di v isione era raccolta sul le spo nde del lago Tras imeno. I cingolati pesanti viaggiarono in mezzi adibiti al trasporto dei tanks che impiegarono altri tre g iorni . In una pagina della storia ufficiale, Italy. From Cassino to Trieste, voi. 2, può legg ersi che gli accampamenti vennero allestiti sotto pini e querce in una deliziosa località campestre .... gran par t e del lago era circondata. da fango e canne, ma laddove era possibile raggiungerla per nuotarvi, l'acqua era piac evolmente tiepida.'

Brian Schofield ricorda che il suo ufficiale, Ken Drummond, alto circa due metri a piedi scalzi, per scommessa fece la traversata del lago. Era un eccellente nuotatore che nel 1942 era già stato insignito di una medaglia per aver salvato due vite nel Me diterraneo. Comunque né Brian né il suo ufficiale poterono godersi il lago , po ic hé alcune unità, fra cui le loro , ebbero g iu sto il tempo 'fare cono scenz a' co n e sso pr im a di essere impiegati nelle operazioni s ul fronte di Arezzo in lu gl io . Là Brian fu fe ri t o e rinvenn e all'ospedale di Caserta, ove la sua g ue rra finì, sebbene i s uoi colleghi sarebbero rimasti in Italia fino alla fine d el ' 45 . 2

Tony Bu llock, un g iovane sol dato diciannov enne appartenente al reparto L, batteria morta i pesanti 39 / 34, del 7° reggimento co ntroc arro neozelandese , la notte de ll' 11 luglio partì alla vo lta del lago Trasim eno -un viaggio di due g iorni - e alle 11 .00 della mattina successiva s i era appen a s istemato per donnir e a Ci v ita Caste ll ana, con il resto del reggimento , quando in s ieme ai suoi conm1ilitoni dei reparti L e P vennero bru sca mente ric hiamat i da l tenente Bates, il comandante della batter ia . Questi li infonnò che avrebbero dovuto tenersi pronti a muovere di nuovo en tro mezz 'ora, poiché era no stat i me ssi a disposizione del la 6" brigata di fa nteria ch e già si trovava nell 'area d e l Tras im e no. A causa dell'errore di qualcuno, l'ordine di unirsi alla 6n brigata di fanteria si era p erso . Le trupp e s i prepararono frettolosamente, riuscirono a gustare una ta zza di tè, e me zz 'ora più tardi parti r ono , accompagnate da due ca mions da tre tonne l late carichi di muni zi oni . Attraversarono Terni e Or v ieto e, da to c he le strade era in condizioni discrete , riuscirono appena a ra gg iungere il lago prima c he facesse buio , scoprendo però che la 6a brigata d i fanter ia s i era già portata avanti ve rs o Cortona. Alle prime luci anche Ton y e la s ua batter ia si dire ssero a nord . 3 La sto ri a ufficia le della batteria 39 /3 4 riporta che

Durante il v iaggio verso nord , dopo aver passato il paese <li Castiglione, il co m andante della bat teria s i sentì mo lto esposto, poiché tutta la strada era so tto osse rva:7.ione dalle alture su ll a destra. 4

Dino Sacc hi si ricorda tutto questo v ia vai e dic e,

Dopo un po' di giorni arriv arono gli a lt ri . . . c 'era n o i neozelandesi, erano dalle co lonie . Mi pare che e ra l'Ottava li bosco d i cui parla Din o s i trova a Vite llino , vicino a l la casa di Marina

A rmata ... Avevano fatto tutte q ueste tende, tendon i grossi, sembrava n o case, in m ezzo al bosco . La mattina pa r tivano tutti, e alla sera arrivavano g li altri d al fronte .

Ronca, il P odere N azaren o.

George Jones dei Signals arrivò il 12 luglio . Nel feb braio 2001 scrisse che tu t to il viaggio fu fatto cli notte. C'era la luna piena e una notte p e rfettame nte ca lma, tanto che sembrava c1uasi giorno .

G uida vo una m otoc icl e tt a e v idi per la p rima vol ta i l lago percorrendo una strada .in cima ad una collina - saranno state le 3 a .m. circa. La mia unità non permase a lungo nell'area del lago, probabilmente due o tre settimane, p rima di proseguire l'avanzata. A quanto mi ricordo eravamo accampati nel c ortile cli una fa ttoria con una.lunga viale che conduceva dritto giù al lago. Approfittammo della vicinanza all'acqua per fare qualche nuotata - dopo che ci eravamo fat ti largo at tr averso l a vegetazione acquitrinosa per raggiungere il bordo del lago. l'vli ricordo un episodio. Una volta mi trovavo in piedi nei pressi di un pozzo guardando giù verso l'acc1ua, quando questo giovanotto italiano venne verso di me con un conten itore o c1ualcosa d i simile Dal pozzo tirò su un secchio d'acqua in cui lavare quelle cose che stava portando dentro al contenitore. Gli chiesi cosa fossero e mi rispose che si trattava di zampe di rana, invitandomi ad assaggiar le. "Buona, mangiare". Io rifiutai educatamente poiché le zampe <li rana non erano p rop rio il mio genere. 5

Gli accampamenti alleati dettero agli abitanti del posto l'opportunità di guadagnare un po' di denaro di cui c'era tanto bisog no. Fedora Cop petti ricorda alcuni soldat i polacchi aSanfatucchio.

Qui a San Felice c'avevano l'accampamento i polacchi. Vicino al cimitero all ora c'era la macchia, erano accampati li. Portavano qualche so ld o a chi lavava i panni - 500 lire in banconote di occupazione . Le donne di Sanfatucchio, le mogli degli opera i , ci campavano. Andavano alle tende, le davano questi panni e dopo le davano i soldi, un pezzo di sapone, saponette, la cioccolata . . . Ma la mia mamma n on c'aveva passione perché aveva paura. 6

George Jones, proprio come i suoi commilitoni, spese a Castig lione parte de l suo denaro, contribuendo così a sostene re l ' eco nomia lo cale. Egli scrisse,

Ne i miei ricordi Castiglione delle Lago era come un paese incorn i ciato in una cartolina rimasto ill eso nel conflitto a differema Jelle altre città .... Non ebbi mo Ice occas ioni di recarmi in paese. :Mentre i combattimenti infuriavano alla nostra divisione fu ordinato di non mangiare gelati italiani poiché in tempo d i guerra si dubitava delle condiz ioni igieniche . Insomma una di c1uelle volte diedi un'occhiata in un negozio e vidi all'interno questo gelato molto attraente e ne comprai uno . Violai le regole, ma ne valse la pena. Così il mio primo gelato italiano lo comprai a Castiglione delle Lago. 7

Presto i neozela nde s i ripresero la marcia e George aggiunge.

Dopo che proseguii l'avanzata da ll'ar ea del lago la mia divisio n e, supportata dai partigiani i ta lian i , combatté molte battaglie contro i tedeschi. La guerra per me finì c1uando raggiungemmo Trieste. 8

I Genieri de l la I oa divisione indiana seg uivano da p r esso i neoze landesi. Guido Lana, che d a poco era tornato dall 'lso la Maggiore con la sua famigliama senza il padre stavolta -par la di loro.

Quando arrivarono gli indiani erano pratica m ente gli ultimi degli t\lleati e cercavano all oggi. Chiaramente nessuno li voleva . E rano le prime pelli nere che si vedevano. Però, l'ufficiale che faceva il giro per gli alloggi si presentò a casa mia. i'vli pare fosse un colon n ello. Gli dico, "Guardi, noi abbiamo il tetto scoperchiato, le stanze di sopra non sono utilizzabili, in più, io c'ho tre donne i n c asa." Lui mi fa, "E dov'è il t uo babbo?" Dico, "11 rn.io babbo e da voialtri." "Come da noi?" voleva sapere . "È prigioniero vos t ro ." "No, non può essere, finita l a guerra ." "L'ave t e preso dopo." Cambia subito a tteggiamento e fa, "Se è possibile non prendo le tue stanze."

In serata tornò e mi fa, "l'm sorry, met to buoni ufficiali." Due capitani, uno era un Sikb Il pr im o si chiamav a Marcello o gualcosa <lei ge nere, ma l'altro n on so co m e si chiamasse, era un poema. Trovarselo d avanti con le muta nd e lunghe come hanno loro, con i capelli sc io l ti e il pettine d i tartaruga in filato così, non era la più bella visione del mondo. Ma era cli una gentile%za .. .

L'altro, Marcello, prendeva l'a bi tudine e e n trava con noi, perché aveva voglia di parlare e vo leva stare insieme a lla ge nte. Allora, mi lamenta i con l'altro, il Sik h, e non disse niente ma il giorno dopo vennero due mili.tari e sc riss ero OffLimits . Quando Marcello ritornò a ll a sera e vide "Ojflimits" c hiese, "Che cosa e successo?"

Allora, era costretto a bussare se voleva entrare.

Di sopra si erano accampati in questo modo . Nella stanza migliore - in quella dove non pioveva dentro - c'era andato c1uesto Sikh perché era p iù importante anche se come grado militare erano ugua le. L'altro invece era sulla stanzina dove pioveva . Avev a messo la branda con sopra uno sp io vente e siccome mi dissero, "Non si può mettere c1ualcosa sopra il tetto?" trovarono un telo di u na te nda e lo stesero sopra alla meglio. Lo misero dove stavano loro, e ricolsero l'acqua con la quale facevano il tè. E poi ce l'offrivano - con l'acqua piovana del t etto. A llora io ... non mi piaceva il tè, ma il pove.ro non no diceva, "Si offendono" e allora si mise a disposizione alle cinque c1uando arrivavano. Visto che c'er a lui gli portarono i dolcetti con il miele, den t ro un fazzoletto che tanti anni p rim a era bianco. l'vlio nonno era schizzinoso e da guel giorno alle quattro partiva. Ci sono stati per due o tre mesi.

Anche Maria Reattelli li ebbe come ospit i

Quegli an ni li ricordo con piacere perché ci siamo divertiti con que ?to grande movin1ento in casa. C'era il Genio dell'Ottava Armata. E rano delle colonie, erano ... non voglio dire selvaggi, ma erano vestiti in maniera strana. Uno aveva la pelle di tigre addosso . Poi, qui in casa, nella stanza sotto dove stavano loro, c'era un princ ipe in diano che aveva una specie cli parato che avevano portato i suoi, e dormiva in questo lett o con quattro colonne che se lo p ortavano dietro. In casa nostra c'erano due indiani che montavano la guardia con la. scimitarra. Io e mia sorella si passava cinc1ue volte al giorno per vedere il movimento della scimitarra . E c1uella era anche divertente Poi c'era un corpo di ragazzi neri nel piazza le dell'asilo me ntre nella cantina avevano scavato de i gran buchi e lì avevano messo i gabinetti per loro. Avevan o d ei mezz i anfibi . . . ma così belli . .. avevano delle specie di gambe, e di questi anfibi in garage tanti ne avevamo. Quando hanno rifatto i po nti hanno usato questi mezzi an fibi e poi hanno messo la carreggiata sopra lo credo che c1uesco fosse lo scopo principa le, era una cosa molto velo c e. Qui c'era gente che disegnava, per quel pon te a Pontass ieve vicino a Fire nze c'era rutto sul disegno.

Gli indiani fecero una buona impressione ad Antonina Paggetti, che così ne dice,

Dopo sono venuti gli indiani. E rano belli, erano belli. Tu tti con il tur bante .. . era no alti.

I neozelandesi, d 'altra parte , si erano guadagnati una cattiva reputaz ione. Dopo la fi ne del conflitto in Euro pa, le truppe alleate rimasero in Italia per un po' di tempo e i neozelandesi tornarono da Trieste nel lug lio 1945 per accamparsi di nuovo nei pressi del lago Trasimeno. Non tutti passavano il tempo a nuotare , sebbene K.C. Gordon del 26 ° battaglione della 5a brigata di fanteria scrisse nell'autunno 2000 che dopo la guerra era stato s istemato al Lago per parecchi mesi, periodo in cui rischiò seriamente di annegare. 9 Egli non di ce chiaramente come passava il tempo libero ma è certo che non dovendo più portarsi al fronte per combattere , ed essendo impazienti di tornare a casa, i neozelandesi si resero responsabili di una serie di inciden t i, divenuti in seguito parte de l folclore locale. Marina Ronca se li ricorda molto bene.

Erano c1uelli che hanno dato più noia alla mia casa. l'vlia zia cucinava, sono arrivati due soldati e hanno preso la pentola dal fuoco e detto, "Mamma, questa mangiare noi." Mia zia è andata al Comando e si è fa tta capire al comandan t e che avevano portato v ia la roba. Ce n'era uno che venne in casa - non mi ricordo come si chiamava - ed anche se avevano fatto la mensa voleva le uova . Le voleva cotte al tegamin o .

Poi c'era una squadra che si ubriacavano molto. E quando rien t rav a, si dormiva ancora dentro le cantine, nelle stalle, cercavano signorine, cercavano signorine . Insomma, non è che ci hanno ammaz?.ato, più che altro ci hanno dato noia.

Leo Berbeglia li ricorda divertito.

I neozela nd esi agirono un po' con la prepotenza, erano accampati a Vitellino. A destra e a s ini stra d e ll a strada c'è il bosco, erano accampati lì. C'era un ometto che aveva un paniere pieno di uova, era andato in campagna a comprarle, e poi le vendeva , faceva un piccolo commerciante di uova. Ad un certo punto cominci arono a tirare da una par te e da un'altra , volevano portare via ques t o paniere di uova. ]-~ arrivata una donna - che era la mamma di Co lla - che per difendere quest'uomo aveva tirato pezzi di mattone e di sassi. Tl destino ... un sasso è andato dentro il paniere e ha fatto la frittata. Il babbo di Pietro Medi, con una paletta di legno, aveva cominciato a dargli d e lle botte sulla spalla e dopo se ne sono andati via, sono venuti giù per la strada di Castiglione. C'era un mucc hio di pie tre perché la strada, c'era la scu o la d ei carri armati, allora ogni tanto portavano al comune un camion di pietre per sca nsa re quelle buche. Vennero su a Gioiella a piedi e iniziarono a tirare le pietre. Noi ci nascondemmo dietro all'ango lo delle case con tutti i pali di legno.

Per tre giorni e tre notti facemmo la guardia intorno al campanile per vedere se ve nivano, ci eravamo organizzati. Per fortuna non erano armati, però c'era chi dava ai pugni . . . era un po' sullo scherzo e un po' sul serio.

Venivano su a Gioiella perché avevano aperto la bettola dove s i bevevano il vino . Una sera cercavano le donne e non ce n'erano. Noi si rifuggia mo nella casa del prete. Ad un certo punto cominciarono a bussare - erano ubriachi - sul portone. "Vai a vedere di questi, chi sono?" Il prete aveva la nipote giovane, era nata a New York e aveva du e anni meno di mc . C'era anche la ma mma di questa ragazza. Il babbo era ancora a New York durante jJ periodo della guerra, era tornato dopo. C'erano insieme a me Fe li ce Giulietti e povero Al b erto Trombetta .

Cominc iarono a bussare . "Porca mise ri a, questi . . . " S i scese, si met t e questo coso di legno, sulla porta. Il prete si affacciò e gl i disse una parola che no i non sapevamo. Siccome la cognata che era venuta dall'America c1ualche anno prima s i arrabbiò. "Sei matto, don Gino," gli disse, "Son of a bitch, che ti pare a dire guesco adesso che bussano?" Dopo, però, se ne sono andati via .

Come aggiw1ge Leo, forse andarono anche a Gioie! la a far visita al barbiere.

Andavano a comprare le sigarette su l mercato nero senza tanti scrupoli .

K.C. Gordon scrisse che il mer cato nero era stato orgariizzato ed era gestito dagli italiani, e mentre le nostre t ruppe facevano affari a l m ercato nero noi vendeva m o, l oro compravano. Avevamo una distribuzione gratu i ta di 100 sigarette circa alla settimana e solitame n te i non - fumatori le vendevano al mercato n ero a circa 1 O lire l'una. Presso i n ostri spacci c'erano sigarette in ven di ta al prezzo di 10 lire per un pacchetto di vemi! 10

Mar ia Reattelli trovò i neozelandesi piacevoli.

Qui c'era n o mo l t i irruenti n eoze landesi Però, di noie non ne abbiamo avute, anche se ogni giorno facevano i pugni m piazza . Era un divertimento, dalla finest r a li guardavamo .

Anelavano al bar, si ubri acavano e erano b otte, e noi ci divertivamo da matte. E il loro Comando, che stava su gli disse, "Metto al bando il paese." Erano simpaticissimi ... si picchiavano fra di loro e non davano noia a nessuno . .. era uno scontro di pugilato continuo ln piazza c'era il ring permanente. Due facevano a pugni e uno faceva da arbitro. Se la davano a mani nude, non con i 6)'uantoni. Quello che perdeva non era d'accordo con l'arbitro e faceva a pugni con l'arbitro. Veniva un altro che faceva da arbitro e così cominciava la mattina e finiva la sera. Ma quello che è successo dopo è più antipatico. U n gio.rno, in piazza dove c'è l'Azienda di Turismo c'era un bar. Noi, lo conoscevamo come il bar della Giacomina Romiti . C'era un bel bancone con dietro i v asi di vetro con le caramelleerano uno spettacolo. C'era anche il biliardo. Un pomeriggio arrivarono due di quest i neo7.elandesi che avevano bevuto abbastanza e cominciarono a dar fastidio alle persone ch e erano sedute fuori de l bar. Pra c1ueste c'era uno ch e noi chiamavamo i.I Giorno, aveva la barba lunga, un uomo anz iano. U no di questi. comincia a strappargli la barba, allora si prese la difesa di questo vecchio, ci furono degli spintoni. Questo entra nel bar e fa il giro del bancone, cerca di entrare dentro per andare a prendere i soldi della cassa. La Giacomina cominc ia ad urlare, e' erano gli a ltri che giocavano a carte dentro e andarono a soccorre la Giacomina. Fu soccorsa an che da coloro che giocavano a biliardo e insieme lo buttarono foori. Inmnto era arrivata altra gente, sono arrivati anche gli ita liani, un gruppo di autotrasportatori, collaborazionisti, che erano venu t i su con l'esercito inglese. Prima con gl i spintoni e poi con i cazzottoni e ci fu una rissa form idabile. A questo punto ci sarebbe stata necessaria la macchina da cinepresa, perché c'è stata una scena che finché vivrò vedrò . Dove c'è in piazza la tabaccheria c'era una porta con accanto una finestrella. Seduta sulla finestrella c'era la povera ivlimma Buffini. Una scena da rivoluzione francese . Lei · . s t ava facendo la maglia, faceva la calza. ''Ammazzateli rutti questi assassini." Vedeva una seggiola che le passava davanti, si impauriva e tornava indietro. Roba da pazzi. Mio nonno c1uando vide tutta c1uesta battaglia stava giocando a biliardo, si ab,ò e venne verso casa. Era c1uasi alla porta di casa quando sentiva un grande schianto. Lui portava i gilet - ci teneva sempre le mani infilate - e si è girato. Nel girarsi una gamba di una seggiola di ferro l'ha preso su una mano e sette punti gli dettero. Inm1agini quello che prese la seggiola intera.

Guido Lana trovò comunque la loro presenza particolarmente fastidiosa non solo a causa della violenza, ma anche per via dei picco li furti .

I neozelandesi lottavano contro i castigliones.i ai c1uali erano aggiunti g li autisti italiani che davano man forte .

C'erano i bianchi ed i Maori. I Maori erano più buoni, non erano catt.ivi ma erano ladri. Non si salvava niente, cp.1alsiasi cosa che trovavano. Lì die tro c'era un filo cl.i panni stesi e rubarono una maglia d i lana e un paio di mutande. Uno di questi ha fatto un salto, ha agguantato ed è scappato. E rano una cosa tremenda. In piazza dove c'è il Bar Centrale c'era il Bar Gotti . Era messo diversamente, il bancone era nella parete in fondo, c'era dietro un grande scaffale di legno con le bottiglie. Era pieno il bar e arriva u n camion, fa manovra, alla fontana si ferma , motore acceso, scende dal camion uno di qu es ti Maori, grassotto, entra con un passo dentro il bar po i improvvisamente prende la rincorsa e fa un salto sopra il bancone, afferra una bottiglia di Vermut e nel tempo che uno si rende conto era gia partito. Rubò il bottiglione di Vermouth sotto il naso e non fummo capaci di fermarlo.

David e Rocchini riporta un episodio accaduto in un negozio, presumibilmente a Sanfatucchio.

E ran o ca ttivi i neozelandesi, facevano a botte, anche a boxe . E n travano dentro le botteghe , davano noia, si ubriaca van o. Mi ricordo che c ' era un bottegaio, Benedetto, che gli davano noia, g li davano le botte. Ma lui schivava alla boxe. Allora , c'erano le bilance con i pesi da 1 kg e lui li acchiappava e gli tirava addosso. Quando gli ha dato un cazzotto con un peso da un chilo si va per terra . Non perché li vo leva ammazza re .

In difesa dei s uoi connazionali K .C. Gordon scrisse, Concordo sul fatto che il solda t o medio bevesse molto ma le zuffe da parte delle nostre unità erano rare e infa tti non ric ord o di aver assistito ad un singolo incidente tanto in linea e nemmeno in licen7.a.

Egli aggiunge,

Trovo i commenti sul cqmportamento dei neozelandesi sconvolgenti ed io ho un senso di vergogna per esserci lasciati alle spa ll e una fama talmente disgustosa. È piut tosto tardi fa.do ora, ma offro le mie scuse a coloro che sentono di essere stati maltra ttati dalle nostre truppe. 11

Al la fine del settembre 1945 i neozelandesi si spostarono a nord de l lago Trasimeno, verso una zona di attesa vicino a Firenze, p r ima di trasferirsi a Napoli per l'imbarco. Un carico di soldati, tra i quali c'era George Jones , arrivò in Nuova Zelanda ne l giorno di S. Stefano ricevendo un benvenuto da eroi. Un benvenuto certamente caloroso, sebbene non proprio da eroe, lo ricevette anche Giulio Coppetti quando tornò a Ranciano dalla Germania nel 1946 . Sua sorella Fedora dice,

Dopo due anni, nel '46, sono venuti a dire a mio padre che era sceso Giulio alla stazione Aveva perso mezzo orecchio. Ce l'aveva ripo.rtato il treno.

Mar ina Ronca non dimenticherà mai il ritorno cl i suo fratello a casa. Era stato al Nord, ma lei non rivela se da ll a parte dei repubblichini, ne l la organizzazione Todt o ins ieme ai partigiani.

Il passaggio della guerra è stata tutta una tragedia. La notte che era rientrato mio fratello .:.... arrivava d i no tte da Nlilano, in b.icicle tta dopo qualche mese - era arr ivato al passaggio a livello e si era ferma to da questa famiglia, ha suonato e ha salutato il padrone <li c1uesta casa. Quest'uomo gli ha detto, "Marino, aspet ta che io ti accompagno, così si fa due chiacc h iere."

È uscito di casa e l'ha. accompagnato, e strada facendo mio fratello conrinuava a <lire, "La mamma sta bene?," perché sapeva che lei era sofferente di ossa, pensava che la mamma non ce l'avesse fatta a sopportare la guerra . "Sì, sì, la mamma sta bene, Marino. Marino, sta.i tranguillo, la tua mamma sta bene. Però - aggiunse arrivati sotto casa - la mamma sta bene ma il mo babbo non c'è più."

Quando entrò in casa, tra pianti, bestemmie e urla .. . faccia conto che crollavano le mura . La mia mamma per la sua disperazione ha dovuto ca lmarlo: "Ivfarino, ba st a, Marino, calmati, il babbo non c'è più ma c i sono io," ma non voleva sentirne. Vo leva aprixe la porta, anelare in camera. Da allora in poi prima non sarà sta to buono, è d ive ntato eretico.

11 fratello di Adriana Sordi tornò a casa dal no rd e trovò che le condizioni della sua famiglia erano del tutto mutate . Sua sorella dice, il mio babbo si era sposato di nuovo. Fatto presto. Faceva il portalettere e aveva il negozio, per i figli.i non ci pensava e si era trovato con tutti questi figlioli piccini. Io avevo so lo sedici o diciassette anni, dovevo tirar ava n ti Prendevo un po' di tritellonon so come voi lo chiamate - dopo la farina, prendevo una ciotola con un po' di accrua, l'impastavo, poi nella fornacetta da carbone con un coperchio di latta facevo b.rustolire un pezze ttino per ognuno e quello si mangiava. lo stavo su tutta la notte per lavare e stirare, adesso c'è la lavatrice ma allora andavo al fiume. lo ho fa t to di tutto per non fargli fare que l passo ma invece l'ha presa. Così, quando è venuto a casa mio fratello ha trovato questa matrigna e con ogni scala che saliva, uno svenimento .

Quella signora che ho detto prima, che lavorava con il frate llo in ospedale, erano dell' Alt'Italia, loro, rientrando, sono passati prima dove era mio frate.ilo, l'avevano trovato , ma non hanno avuto la forza di d irgli che la mamma era morta . Però, l'avevano detto a due suoi amici. Quando lui tornò per un paio di giorni era in ospedale, lo controllava n o e gli han n o fatto la puntura, e poi è r ientrato .

Quando lui e i suoi amici sono stati vicin i - perché venivano a piedi a ll ora - hanno co m inciato a vedere tutte le case sbar cate e g li hanno detto, "Ma te come fai, adesso vai direttamente alla casa della mamma?" "Eh sì, è, non vedo l'ora di trovarla." Invece questi amici sapevano che lei non c'era più. "Ma fermati, non ce l'ha i qualche parente prima di arrivare a casa? Semmai, la chiamano." Si sono fermati alla casa del fratello del babbo. Siamo ve nuti là, ce l'hanno detto c he veniva, e noi ci siamo messi tutti a piangere. Pensava di trovare la mamma, invece c'era già la matr igna.