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DELLE MALATTIE VENEREE E DELLA PELLE

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Sulla cura d el bagui nelle malattie della pelle .- E. SAALFEI. O. - (Terap. Monatsh. e Centralb. Jii r die medie. Wissenschaf., 30, 1892).

bagni sono in generale da ordinarsi quando si una azione macerante, risolvente o calmante sulla pelle . Però !':Ono di rep;ola controindicati nello s tad io acuto infiammatot·io delle malattie cutanee. Per lo più non sono tollerati sugli eczemi acuti, mentre influiscon o favorevolmente sugli eczemi cronici infìllranti, segnata mente quando vi s i aggiunge alcali, :;apone, catrame, e si mili. I bagni di mare spesso agiscono sugli eczemi, la furuncolosi, la psoriasi: invece si dimostrano in queste malattie molto utili i bagni di catrame o di sulfo , in pa rticolare i bagni solforosi naturali. Nella furuncolosi e nel pemfigo dei fanciulli rendono buon servizio anche i bagni con sostanze antisettiche: permanganato di potassa, sublimato. 1 bagni di solfo e di calt•ame fanno buona prova nella prurigine e nella ictiosi, i bagni d i catrame nel lichene piano. :\ ella orticaria sono tollerati solo i bagni freddi di breve durata ; il p rurito ner voso

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Jell a pell e è frequentemente miti g ato dai bagni protratti no n troppo caldi, meglio con ctttrame.

RIVISTA DI TERA PEUT!CA

Cura abortiva della ris i pola della faccia . -TAL.\MON .(Ga: elte des Hopitau:x, K. 1892).

n dott. Talamon riassume nel seguente modo il lavoro che egli ha presentato alla Società m edica degli ospedali sul t r a t· tamento abo r tivo della risi pol a della faccia con le pol veriz· zazioni eteree di sublimato.

Rivista 01 Terapeutica 1633

Adoperare una soluzione di sublimalo nell'etere a 1 per cento . Servirsi di nn polverizzatore a man o. di piccolo modello, rna che possieda una pre;;sione sufficiente. T ener conto, dal punto dt vista della du rata di ciascuna polverizzazione, dellA forza d el getto polvPrizzato; la durata rleve essere minor·e con·appAre,.chio di RichArdl'on che con un piccolo polveriz· zatore ordinorio. Tener anche conto della finezza della pelle rlell'tnrlividuo ,, sforzarsi di appr.•zzare la profondità dell·infiltrazione der·rnica, dalla re>'istenza della placca, dalla su a c:porgenzA al disopra del livello dt>lla pelle !"Onn, dall'e!':istenza o .lall'assenza di bolle.

Non temere la v escicazìone d Pi la pelle: provocarlo ardi· temente pr olungando la polverizzazione, se la placca è anco ra poco estesa.. .

Jnarfiare semplicemente il centro della placca; polvertzznre sP mpre più lun.gamente e più largamente sulla periferia ed in particolare !>ul cercine

PolverizzarH sistematicAmente tutto all'ingiro della placca, estendendo si nn centi m<'tro o due nella pelle sana; a questo livello si deve tracciare come una linea vescicatoria per arrestare l'e;;:tensione della risipola.

Inaftìare solame nte le palpebre !':uperiori tumefalte, ma polverizzare più abbondantemente nello spa zio cigliare e sul bor do orhitale superiore ed esterno, per •mpecl ire il passaggio verso il cuoio capelluto.

Coprire in !':eg-uito il viso con compresM imbevute nell'acqua borica e mantenute umide con un frequente rinnovamento. Una o due polverizzazioni sono surficienli quando sieno ben falle. L e altrP deYono essere più brevi. Si deve, in tulli i casi, contentarsi di inaflìare le parti giù polverizzate ed insistere sola mente sui punti della periferia, in cu i pare che la risipoh:1 voglia ollr Ppassare il limite tracciato Sulla nuc.'l, sul do rso, !"ul tronco e sugii arti le po lve r tzzazioni devono essere molto più lunghe che sulla faccia.

Avvertire il malato, prima di cominciare la cura, che le polverizzazi oni produrranno un bruciore mollo doloroso, mS: non più doloroso di quello causato dalla ten !':ione dci tec;"'UV

RIVISTA per l'infiltrazione risipelatosa; che il viso si gonfierà; che sì formeranno bolle e croste; tutte conseguenze d'altra parte che la risipo la può determinare e produce sovenli essa stessa. Non cercare di distaccare le colle d ita, ma lasciare che si distacchino e cadano da sè stesse sotto le applicazioni delle compresse borich e.

Seg-uendo queste regole, non si faranno indubbiamente abor·tire tutte le risipole ,la un giorno a!i'allro, ma anche in caso di insuccesso, non si recherà lieve benefizio al malato restringendone l'estensione, attenuandone la vio lenz a e diminuendone la durata della malattia.

Del c alo melano f ri zion ato s ull a. pe ll e n e lla. Citta. della sifili de. - Nola riassuntiva del dott. RINALDO BOVERO. _ (Gazzetta medièa di Torino, N. 25, del 1892).

Il come tipo dei sali insolubili, fr izionato sulla pelle venn e sperimentato nella terapia della sifilide datl'autore e dal dott. Ruata nel 1890-91 su 8 casi.

Ora le osservazioni sono cresciute già tino al numero di 200 per opera dell'auto: e e fanno sempre meglio sperare dei sali insolubili frizionati sulla pelle dei sifiliticr.

Ecco il metodo da seguirsi:

Alla c:om parsa dei fenomeni secondari, ogni 5-8 giorni, una frizi one f'olla dose seguente: Calomelano a vapore gr. 1; lanolina gr·. :{; sugna depurata gr. 1 (m t-sci e fa unguento e dà in carta cerata).

Cinque a sette fcizioni fatte in località diverse del cor po (per ba>:tano in genere per la scomparsa dei fenomeui s econdari più intens i.

Periodo di sospensione di 2-3 settimane.

Cura iodicl): in media 1 gr. ai giorno di ioduro polas · sico sciolto in vino, acqua, latte, ecc. possibilmente. dura nte i pasti per i mese circa.

Altra sospensione di qualche settimana, poi altra serie di 5-6 fritioni.

Al 10°- 12° mese altre poche frizioni anche a inte rval li più lungl1i associate o s eguìte da cura iodica .

DI TERAPEUTlCA ·1635

Si osserverà poi attentamente l'ammalato· per tutto il 2" anno ancora, regolandosi a seconda dei singoli casi e singoli risultati.

Il metodo naturalmente potra subire tutte qnelle variazioni che le diverse circostanze potranno richiedere.

La continuazione della cura trova la ma ragione nel noto adagio del Fournier « a malattia cronica, cura cronica; )) l'a mministrazione dell' ioduro consecutiva o anche contemporanea alle frizioni trova la sua ragione nel fatto che l' iodo attiva notevolmente lo scambio ed è universalmente accetto nella sifilide; l'intermìttenza della cura trova la sua ragione nella necessità di impedire a che l'indiv!duo si saturi, si adatti al rimedio .

Il calomelano cosi usato si assorbe benissimo e d0po poche ore si può gia avere nell'urina e nella saliva la reazione nel mercurio; reazione che si può ,vere ancora a 3 m esi di distanza dall'ultima frizione.

Notevoh sui metodi più in uso si accompagnano al detto procedimento. Questi vantaggi si possono riassumere così:

Mancanza quasi assoluta di stomatitì,inconveniente grave che debilita e spaventa l'ammalato.

Efficacia terapeutica pronta, unita a razionalità (specialmente avuto riguardo al ll)odo di comportarsi del sangne colla sifilide e coi mercuriali), praticità, facilità e pulizia (contrariamen te alle empiriche frizioni comuni).

Assenza quasi assoluta di reazione locale; inconveniente talora grave nelle frizioni d'unguento mercuriale; spesso grave, talora JZravissimo nelle iniezioni. specia lmente di sali insolubili, le più scrupolose precauzioni antisettiche G.

Un nuovo met odo per rap i damente guarire le manifestazioni cu t anee della slfillde t ardiva . - Prof. PERONL - .(Giomale de lla R. Accademia di Torino, fase . 1892).

Crediamo utile riussumere anche il presente lavoro del prof. P eroni in quanto dissente in parte délle idee esprésse

Rivista

nella precedente rivista desunta dal lavoro pubblicato dal dr lui assistente dott . Bovero.

Il prof. Peroni é di parere che il calomelano adoperatosotto forma di unguento non si presti molto alla cura locale; e che d'altronde anche i pazienti già sfiduciati delle numerose frizioni di unguento bigio, cui generalmente vengonosottoposti, non sottomettono volontieri con fiducia a nuovi unguenti.

L'autore penso quindi di applicare il calome lano con lo stesso criteriO con cui si us a nella cura della psoriasi la crisantina, l'acido pirogallico, l'idrossilamina, ecc. cioè mescolato a traumaticina. Questa ultima sostanza, come si è costituita da una soluzione di guttaperca purissima nella proporzione di 1 di guttaperca per 9 di cloroformio. Tale sostanza, sia per la maggiore durata dell'applicazione, sia pet• la sua grande elasticità ed adattabilità è da preferir si a qualsia si altro eccipiente. ::-\on tramanda cattivo odore, nonin su·licia la biancheria ed è esattamente localizzabile alle parli 'malate e penetra nelle ripiegature più profonde della pelle.

L'autore l'adopera all a dose di 5 di calomelano per 20 di traumaticina. Appena applicata tale composizione sulla pA r te malata, ra pidamente evapora cosicché clopo pochi minuti il r-unto pennellato appar·e c ome ricoperto da uno strato biancosecco che a poco a poco si fa poi nerastro se esposto lungamente alla luce. Si lascia tale patina per 2 o 3 giorni ; poisi rinnova la pennellazione do po aver levato ·via la patina precedente con una buona insaponatura calda. Di tre iD tre giorni si continua a ripetere quanto sopra fi no a scomparsa della manifestazione sitìlitica: i risultati ottenuti finora sono assai soddisracenli.

Il m odo di a gi r e del rim edio è il seguente:

N r i primi giorni della pennellazione la manife!'\tazione si fa raggrinzata, poi comincia J;assot'bim(•nto con pochissima desquamazione, rla leggero senso el i prurito; a poco a poco scompal'e l'efflorescenza, lasriando in sua vece, come traccia, una macchia rosso-rame che si trasforma in un accumulo di pigmento nero la cui durat&

Dl T.ERAPEUTICA

non potrebbe finora essere precisata: e certo però che nelle parti esposte alla luce tale pigmentazione scompare più ra· r;idamente e comincia dal centro

· Concludendo l'autore crede di poter affermare:

1o che il calomel ano è uno dei r imedi più attivi neìla cura della sifilide;

2o éhe nella cura locale delle manifestazioni secche di sifilide cutanea tardiYa, il calomelano sospeso nella traumaticina dà risultati superiori ad ogni altro metodo usato finora.

G.

.Cura della rlsipola con l'ollo essenziale dl trementina .

- \VtNCKLER. - ( Aerzt. Rundschau e Wiener Zeilung , N. 29, 1892).

Dal nichilismo degli ultimi anni nella cura della resipola -si é passato alla predilezione pel trattamento locale prima con l'ictiolo ed ora con quello dell'olio essenziale di trementina. Questo fu raccomandato dal Liiche e sperimentato su -sé stesso, dal Winckler di Brema il quale ne dà il seguente l'agguaglio:

Il irattamento è stato eseguito stendendo più voUe tl giorno (4 o 5 volle bastarono pei casi più gravi) l'ol!o di trement ina rettificato sulle parti affette con un pennello od un batuffolo di ovatta. All'applicazione dell'olio di tre mentina era fatta precedere la ripulitura Jella pelle etere o alcole assoluto. Per evitare lo spandim ento det get·mt infettivi la frizione era sempre fatta dalle parti sane verso .le Sulla pelle spennellata era applicato ur: inviluppo di ovatta che era fissato con una fascia di mussola. Dopo 2, 3 o 4 ore, secondo la estensione della eresipola e r a tolta la fas ciatur a, ripetuta la frizione e la fasciatura rinnovata. 11 materiale pe r questa usato era subito abbruciato. Poco dopo la frilione si manifestava un intenso bruciore e prurito che però dopo avere più volte ripetuto la frizione andava via via diminuendo, al pari del senso di tensione. La supposta porta di entrata della infezione era più che _ è s ibile radicalment e disinfettata, le ulcere e i Iuogh1 fer1tL

Di Teraprutica 1639

erano coperti con lanolina al sublimato (1 p. Hl00). 1 _ sioni gia chiuse con sutura deve«i, secondo il Vinckler loela sutura per poterle disinfettare. Ove, r;ella eresipela della faccia fu trovata una escoriazione al naso come porta di entrata d.-Ila questa era disinfettata nel meglior modo poss1bile, quindi coperta con lanolina al sublimato, le parti eresipelatose frizionate con l'olio di trementina e coperte di ovatta . Si intende che nel pennell are la faccia deve evitarsi di avvicinarsi alle palpebre. La orina dopo le prime frizioni. prendeva il ben nolo odor e di mai potè nella urina e ssere dimostrata l'albumin a; tuttavia, per !:azione della trementina sui reni, questo mez zo è controindicato nella albuminuria. Contro la o rdi naria durata

J ella malattia di 5 fino a 8 giorni, nei casi trattati con la t remen tina di cui il 'Vinckler pubblica le storie, la malattia decorse in o 3 giorni.

In qu anto al modo di azione della trernent10a sui batteri delltt eresipola, il Winckler che con la frizione sotto l'azione dell'aria e della luce, la trementina doventi acida e quindi contenga ossigeno in forma atliva. il quale una dannesa influenza sui sunnominati batteri. Uua parte della_ trementina, come lo mostra l'odore di violetta, è assorbila e agisce per la sua proprieta di porta trice di ozono. Con l'ossigeno si formano per la scomposizione della trementina prodotti di scomposizione della sosta nza id rocarbonata, acido carbonico e acido 11cetico ; essi operano per la loro azione eccitante com e acceleratori del ricambio materiale e contribuiscono forse ad un rapido dei cocchi distrutti.

Le forme eresipelatose che offro no la fo rm a di una sepsi acuta coi più gra,·i fenomeni generali e pei quali !>Ì deYe pensare al trasporto della materia infettiva per tutto il corpo per via della corrente sangu ign a e linfatica son o per lo più ribelli ad ogni trattamento. Le complicazioni, come la meningite nella eresipola della faccia, furono nei casi osservati dal \Vinckler prontamente risolute dalla trementina, e !Jerciò egli crede doverla raccomandare calorosamente per la cura della eresipola.

Azione dell'aoonltlna nelle nevralgie. - DELMlS. - (Gazet te des Hòpitaux, N. 123, 1892)

I falli clinici relativi alle proprietà anti nenalgiche dell'aCO!l :ti na cristallizzala, segnaiate in questi ultimi anni, hanno richiamAto J"altenz 'on e dei terapisti. Il dott. Oulmont in un im.portan te lavoro è venuto a confermare i risultati annunciati. Egli dice: «che racouitina riesce per!ettamenle in certe forme di neYralgia facciale vale a dire, che non sono legate ad altre lesioni, senza intermittenza nè periodicità ben pronuncia:te, nevralgie congestive, come le chiama Gubl e r , sopraggiun genti per lo più in seguito a rafrreddamenti.

• L'aconitina produce in questi casi guarigioni rapidiss ime . Eg-l i ha veduto un caso di nevralgia facciale datante da sette senza periodicità ben accentuata e che aveva resistito al solfato di chinino, cedere istantaneamente e definitivamente all"azolalo di aconitina. Il successo è più netto e più rapido nelle nevralgie recenti che nelle nevralgie anliché.

L'a conitina non è neppure senza azione nelle nevralgie o sulle ipereslesie secondarie, come quelle che si osservano nelle carie dentarie, nell'otile interna, nelle paraplegie, ecc. Ha p ure ottenuto bl.!oni ri su ltati nel reumatismo articolare acuto trattato coll'aconitina somministrata a dose progressiva: si ebbe la guarigione in 8-10 giorni, la temperatura da 39°-38o è ùisce!'a a 36.,,2. »

1 risultati ottenuti da Gubler sono pure notevoli. Su quattro osservazioni pubblicate e nelle quali i malati stati c urali coll'aconitina dose di 'f, rli. milligrammo, po r tata gradatamente tìno a quall!'O per giorno, la guarigione ebbe luogo il sesto, il nono, il dodicesimo ed il tredicesimo giorno. L'azione nel dolore é stata molto rapida; nella febbre, ess a è stata più lenta, ma non meno manifesta.

Nelle nevralgie del trige mino, dice il prof. Gubler, i suoi effetti sono veramente meravigliosi.

II dott . Oulmo nt conclude che l'aconitina, di provenienza certa, è un medicamento ben definito, che agisce in una maniera sicura e regolare; ma a cagion e della sua energia

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