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RIVISTA DI E SERYillll m:D!LO

HAASE. - Sul serv izi o del portaferlti nelle guerre f atare. - Chiru r g, 32. 1892) .

Anche questo argomento fu amJ.IiamPnte trattato al 21• cougresso della societa chirur·gica tedesca di Berlino per iniziativa del prùf. Haase, il quale dopo aver delineuto sommariamente le attual i conùi<!:ioni dei porta - fcl'iti dell'esercito tedesco e le norme che ne regolano il senizio in guerra intende promuoYere una riforma del esprimendo i suoi dubbi sull'efficacia df:jgli attuali regolamenti di fronte all'accrèsciuta portata e sicurezza delle armi portatili. l suoi dubbi si aggirano specialmente .sopra due punti principali e :;:i potr ebbero formulare così: 1• sarà possibile in avvenire portar il dovuto ai fer·iti durante il combattimento, od in caso affermativo, 2', se si potrà disporre di forze suf'fìcien ti per sodd isfare a questo bisogno.

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Il primo quesito Lt·o,:a la sua soluzione col rispondere a quest'altra ùimanda; dove si Jovra stabil1re nelle guerre future il posto prinQipale di medicazione (1) perchè tra e la linea del fuoco fene ·il lavoro dei porta- ft!riti. La discussione relativa a que:oto quesito si s,·o!se in base all'esperienza fatta nella guerra 1870-71, nella quale l'organizzazione sanitaria tedesca ha fatto buona proYa. St-an do al regolamBnto di guerra, il posto principale di medicazione dovrebbe impiantarsi fuori della pc•rtata della fucileria. Il fucile Cbassepot del 1870 in quanto ha tratto all'c.fficacia erl utilità tattica sta coll'attuale fucile a piccolo calibro in rapporto come 3 :1. 1870-71 i posti di med icazione erano situati a circa 1500 metri dal la propria linea del fuoco ed a

(t) Che corri:;ponderebbe 1•re.>:;o a poco alla nostra sezioue di

RIVISTA DI TEC\ICA E SSRVIZIO MEDICO MILITARE 14-11

!700-1800 dalla linea del nemico. Per O"'"'ime ,...uerre la distanza a cui dov rà. mettersi ti posto dt pr -,., . medicazione sara di 2300 dal fuoco nemrco, per poter p:odere della medesima relativa sicurezza che avevasi nelle auerre passa te: ma siccome i pr·oiettili delle armi moderne non òi rario _ anche d_islanza_ il posto p!'incipale d1 medrcaz10ne potrebbe rmptantarsi JllU con,·enientemente a 2500 metri dalla lin ea nemica. La distanza poi del posto di medicazione dalla propria linea combattente dipenderà dalla posizione delle linee tra di loro e dai progressi della tattica. La nuova arma non può essere adoperata a distanze maggior i di mille metri che qua 11do vi sia l'occasione di battere colonne del nemico . contro le formazioni in linea clte :oaranno la specialità tattica delle guerre future l'efficacia e sicurezza dell'arma sta Al di qua di ()(\Q m etri.

Gli !'COn lri di fanteria nelle guerre avvenire si effettueranno, per quanto si può pr e,·edere, alla distanza di 1200 a HOO metri.

S oltanto quando le due linee combattenti s i trovano alla (!istanza di 1200 metri dovrebbe di necessità stabilire il dis taccamento sanitario; a distanze maggiori sono sufficienti i 11oo::ti di medicazione prt>s:;;o le truppe. Concludendo, il posto di meJicazione dovrebbe, a seconda della posizione -del combaltimcnto, trovarsi a 1300-2100 metri dietro la propria hnea. Ben inteso che può esser diminuita st> più ,·icino alla linea del fuoco trova un luogo protetto per il posto di medicazione .

11 posto di fermat-a dei carri per i secondo la prescrizione, dovrebbe trovarsi nel mezzo tra il posto di medie la li nea di combattimento, quindi la sua distanza dalla linea nemica dovrà per l'avvenire raggiungere in media i 1600 metri.

Vero t> che anche a quesla distanza resta ancora abbastanza esposto, quindi è necessario che il sito sia bene protetto. Invece ai porta feriti che si muovono tra la stazione dei carri c la linea del fuoco non è garantita alcuna pr·otczione. E cosi fu nella guerra del 1870-71. La portata e la

RIVISTA DI TECNiCA

precisione del fucile ad ago era di molto inferiore a quella del fucile Cha.ssepot; le tr·uppe tedesche per riuscire \•ittoriose dovettéro spingersi molto addentro nella zona efficace del fuci le Chassepot. I portaferiti d'allora elle lavoravano dietro il fronte si trovarono quindi nella stessa zona perieolosa del fucile Chassepot, come i por ta-fe riti délle guerre future si tr·:>Veranno in quella del fucile a piccolo calibro. Con tutto:!i6 nella guerra summenzionala i portafer'iti non clte 6,6 per mille della forza. Ammesso che in una guerra futura questa perd ita avesse a eserciterebbe alcuna essenziale· influenza sul ser.vizio dei por ta-fe r ili; cr indicherebbe solo cl1e il distaccamento sanitario il quale ha incominciato ad a lli var,>i con 40 barelle dovrà finire con 39 barelle nel caso pr·eveJibile che su f60 porta- feriti ne avrà perduli quattro.

Per rispondere al quesito se il numero degli attuali portaferiti sarà proporzionato alle esigenze del!-= future guerre si deve cercare di conoscere il numer·o dei feriti prevedibi le in esse.

In base ad una serie di fdtti de;,unli dalla tattica moderqa l'autore viene alla conclusione che le guerre future ci dovrebbero dare in ferili un aumento ,!el 50 o;. in confronto delle perdite sofferte r!"'l 1870-71 Nelt'ulti:nA guerra gli eser.citi tE'deschi avevano per ogni cor'po d'ar·mata 772 por·ta-feriti, se ·per l'avvenire si dovranno sgombrare daì camp<? 50 o;. feriti in più ogni corpo d'a rmata a vra bisogn o di 1158 po rta-feri ti . Si noli pel'6 che in Germania, di pari passo col perfezionamento progressivo delle armi da guena, aumenta il numer·o dei por·ta- feriti, cosicché attualmente ad ogn i cor po sono i 168 porta-feriti; resta adunque _ il bisogno anche per l'a vvenire. r

Si potrebbe credere a tutta pl'im<1 che le condizJ,)ni di questo· servizio verranno a cambiarsi per il fatto che i portaferili in avvenire dovranno portare i feriti a maggiori distanze, ma questo gravarne sarebbe compensato da· un'altr'a ci rcostanza, cioè che, per conseguenza degli speciali P;ffeit j chirurgici de i moderni proiettili, dobbiamo aspettarci da un a parte molle ferite immediatamente mor·tali e d'altra parte

E SEHIZlO MEDICO 1413

h l era nno l'aiuto dei moltissime ferite leggere c e non ree am porta- feriti. . .

Il trasporto dei feriti dal luogo di radunata al le di medicazione è ass icurato coll'adoziOne gra av,·edei carr·i a quattro Ietti in sostituzione a r1uelli da due nu a · f T adoperati nel 1870. Con il notturno de1 po:ta- err t l'a utore raccomanda l'uso di piccole lampade che si po;;sono portare nello stesso modo delle cotaunr lanterne.

Esperienze sull'impiego di bidoni e marmit.te in minio (esercito germanico). - PLAGGE, rn ap-§!JOre medtco. _ (Deutsche Militar. Zeitscrijt, 8 p. 329, 1892).

E noto che oggi l'industria ha trovato dei metodi nuovi di estrazione dell'alluminio metallico, di guisa che questo metallo pu6 essere fornito a buon mercato . La sua e la. sua relativa inalterabilità lo ha fatto prefer1re m una an ti là di usi domestici e queste stesse qua lità hanno fatto , 'd .,· che anche le autorità militari l'abbiano p r eso rn cons1 e· ;;zione, ripromettendosene n on lievi vantaggi per l'igiene del soldato.

In Ger·mania esso é oggetto di un doppio ordin e òi studi: chimico-igienko presso l'istituto Federico Guglielmo a Berlino; economico presso i co r pi di . . _

Le rice r che di Piagge, maggiore medrco, dr rettore .d1 quell'istituto. sono state rivolte sui bidoni e mar mitte e l<Jstre di metallo di eguale spessore, provenienti da vane oriu-ini.

Esse dimostrarono che il recipien te di alluminio non munica al contenuto alcun sapore particolare, si trattr dt acqua, di caffè, di birra, di vino, di ecc. , per prolun gato sia stato il soggiorno del nel vaso. I_ r isultati dive r si antecedentemente ottenutr er ano dovuti a Imperfetta pulizia dei recipienti. . .

11 cognac dopo 24 ore forma dei .fiocc.hJ, dovuti a tannalo di alluminio . formatosi con l'acido tannico che il SI . é appropria to restando lungo tem po nelle botti di querc1a.

RIVISTA DI TEC::\'ICA

Il caffè, che contiene pure tannino, dà luogo a pl'oduzione di fiocchi di egual natura, ma in grado minimo.

L'acqua restando lungo tempo nel recipiente o bollendovi dentro incrosta le pareti e dà luogo alla formazione di fiocchi di silicato di alluminio.

È però da notarsi che il caffè e racqua s o no d; ordinario a restare molto breve tempo nei recipienti.

Il recipiente di alluminio resiste bene alla liscivia di soda. perdendovi solo in due mesi 0,7!) per cento di peso. Resiste pur bene alle detersioni con acido nitrico, che non ne asporta che qualchu milligramma. S1 è potuto anzi couservare racido nitrico in un recipiente per una settimana, senza che esso ne fosse perforato.

L'alluminio resiste mollo bene al calore del forno e così pure agli urti impr a!'s igli artificialmente, non è ancora ben provato che resista lungo tempo nelle mani del soldato.

Il punto di più basso dd metallo è a 700° circa, di guisa che, nelle condiziOni ordinarie delle oper·azioni di cucina, non soffre.

Sottoposte ad una ebullizione prolu11gata le acque molto ferruginose dànno luogo a un deposito nerastro al fondo del vaso e al livello dell'acqu& sulla parete. Questo deposito sparisce se si continua la cottur11.

Esso è dovuto al soHuro di ferr o che si forma per l'azione del solfa to di calce sui carbonati e fosfati di protossido di ferro, in pees enza di alluminio, ch e sembra rap peesentare una azione catalitica.

P er la risciacquatura delh-1 m armitta all'inte1·no basta racqua calda: all'esterno si può adoperare la sabbia, ma con discrezione perchè questo metallo non è dlfro; meglio è la cenere.

L'acqua potabile, C.:opo qualche ora di ebollizione, presenta traccie di alluminio; l'acqua !'alata a 1 1 · , - 2 p. 100, dopo 24 ore di e-bullizio ne continua, contiene 25 milligt·ammi di silicalo di allumina per litro. È però da notare che il silicato di allumina, altt'O nO'Il é se non il comune caolino delle nostre porcellane, perfettamente innocuo.

L'aceto cont enente 4- 6 p. 100 d i acido acetico attacca

E SERVIZIO liEDICO lJlLITARE

. l j'al\umm10; la parete del recipiente di,·enla ru"'vame n e - d. l d' Il l r·ivela gm. 0,600 a gm. O,tOO 1 sa e a u- aosll. '<> per litro t . r · 1c:ultati "ono in complesso f!lvorevoll, ma pet'O, a Ques 1 - • -1 ·c:ultuto delle ricerche economiche, non sono ancora . tali Ja far ritenere che railuminio c osì com'e ora, entrerà in bre,·e nel cor,·edo del soldato.

M.

Studio pratico sull'apprestamento delle vetture

Uarie per il trasporto del feriti . - F. EcoT médeeu1. aide-;rwjor di 1• classe. - (A re hiv. dc médecine et àe pharmacie militai r es, N. 9, it-92).

Di tutte le impt'ovvisazioni del campo di battaglia, le piu importanti forse sono quelie che di presto e convenientemente dell e vetture aust!IarJe per 11 trasporto dei malati e _Ieri ti.

L·A. ha avuto occasione di stud•are que!'tO argomento so, un carro da pa r co delle militari e sopra un p18 . d. furgoM mod. 1887 pet· serv izio di stato mogg10re e 1 susc:istenze.

- Primo pero di trattare il suo aegornelltO egli studia le r:-- i • Stabilire accuralamente le liste di sgomoero de1 feriti

11ener.ali di condotta, in campagna, per buone condizioni, dei convogli di sgom bero sulle v1e ord1· . narie e fissa queslt-! n01·me: .

Procedere alla !'<.'ella rlei \'P icoli per le cate:ror1e; a) vetture a quattro ruote sospese e non sospese; b) vetture. a due ruote sospese e non

:3' Operare una seconda scdta pratica, consiste nte nel dare alle delle destinazioni speciali e c10.e: a) 1·iservare le vetture pe1· i gl'IlVI. fer111; . b) mettE're a parte le vetture non l"Ospese lll. cu1 sara di improvvisa1'e delle sospensioni elastiChe; c) destinare le vetture pe1· feriti seduti; cl) le vetture per feJ'ili coricati; ·

RIVISTA 01 e) le vetture misle.

In que;;ta scelta di regola le vetture a due ru ote sono pr eferite pei ferili seduti, quelle a quattro pei feriti coricati.

4o Preparar·o l'adattamento dei veicoli avendo cura di misurare bene le dimensioni inter·ne per veder•e se si adattano al tipo di ba rella regolamentare, di lìssar·ne le pareti laterali con traverse solidamente legate; di ricuprire le vetture per prot.eggerle dalle intemperie; f) munirle di qualche strumento da zappatore pei passaggi difficili.

Trasporto dei fe rit i seduti.

1° Impiego della paglia: a) In strati uniformi; incrociare ad angolo retto degli strati di paglia regolari e spessi . Delle grosse stuoie sa· · r ebbero preferibili ; b) In mazzi o fastelli collocati ver il lungo e per il largo: oppure costituire con tre mazzi una piramide trian· gola re; e) tavole sopra fasci di paglia o sopra piramidi di questi fasci.

2o Tavole longitudinali, imbottite pese alle pareti; posate su traverse flessibili.

3o Tavole trasversali.

4• Sedie comuni rilegate fra loro in lungo o in largo e fissate alle pareti.

5° S edie di corda .

6o Vetture di lusso.

Trasporto di feriti coricati.

A. - Sospensione alle pareti o ai bordi dei ve:coli di barelle o di tavole intermediarie: a) vetture sospese ;

1° Tre traverse di cui le due estreme siano distanti m. 1,80 sospese comunque;

E )lED!CO b) vetture non sospese:

-2• Tavole ver e su tr·averse- e strato di paglia.

1o Anse elastiche ('·imini, corde); z• Re te di corde orizzontali;

3· Amache di corde:

4• Amache di tela; .

5• Pertiche elastiche sistema norvegiano conosciuto. (E inutile rli tagliare le estremità delle pertiche a A ) .

6o Pert1che elastiche sistema Smith, modificato;

;• Siste ma Bouloumié con corda longiludinale e corde trasversali; so Grappe a molla: Despretz, ecc.

!!• ).!olle da pa!:!:liericcio elastico.

B. _ Collocam ento di feriti sul fondo di vetture: a) Yelt:lre so>:pese: lo Barella fissata al pavimento della vellura; z• Oggetti letterecci di requisizione;

3o Vetture di lusso: b) Yetture non sospese; zo Pa !!=lia;

·p Elastici di requisizione.

3o Vari sistemi S milh; delle molle da pagliericcw.

4• Tavola elastica con molle da pagliericcio.

Il sistema di adattamento del carro da parco e del fu_rg?ne du stato 1uaggiore, ha solo interesse locale perchè sr nferiscP solo a quei dati tipi di vetture.

L'idea di utilizzare le molle da pagliariccio per di ,·ettur e non sospese è stato suggt·rito alrautore da un territor iale.

Queste molle per essere ben utilizzate esse\e ap · pajato.>, facendo entrare la spira di nella. sp1ra dell altra, perchè altrimenti sono troppo leggtere, ossra t r oppo poco resistenti. Disposte in tal guisa a due a due posso?o _essere infilate in quattro piuoli ai quattro dr !aio rettangolare di tavole della lunghezza d1 ctr ca metr1 2 per l di larghezza. S istema te le mol't> assiceiJe forate all'estremita in mod . . ' SJ due quattro piuoli. Restano così o Ga polerle mfìlare nei stenule dalla elasticità di ssopra le qu_llltro molle so. . . - e. e ora noi collocl . malllcbJ dJ una barella "Opra le . JJ Hamo i . a.ssict e trao::versali , un sJs lema di sospens io ne perfdlament . , a\J'emo spoJ•to di qu l . . . e elastiCo atlo al LI-aa SJaSI grave ferJto Se inve . paio di queste molle, dentro ad "' . ce un con delle cordicelle disposte ;.... custodia di legno · ... mamera cne con 1 t · IO senso coutrario la molla . . a raZJone • SI comprima poi lì m allo una delle cordicelle e int d , , _remo ssare ad ansa un manico di barella ut re nella mferiore fatta quatlro di queste molle a l' Jsponendo. opportunamente !;ion ' emo un nuo,·o Sistemo di so« en e per ammalati qualche ,-oli a utile. -

Trasporto dei malati e ferJti in Russia . -

S. Pete r sbou rg, 1802).

(.!ournal de

La direzi,me della Nicolas ha • il . .' colazione le sue nuove v Ja o metter·e m CJrAiexand rov"k\· Queste etttturc sanrtarJe costruite oll"officina • · ve u r·e "O · r · · merci alle;.titi ed im pie,.,ar lì no <le LJpo deJ lunghi carri torJ di 4• cl " E - o ' ?ra al traspoJ·to dei ''iaaaiaa. se. S:sè sono d1pm t · b. fuori e hanno il· tetto ricorerlo di Janco dJ dP_ntro e di compr es"'o c· tela o d1 car·tone ·. lascuna vetturll é m .t d" che per mett.e di entrare marciapiede desJma. Una la rrra porta . e a a s trada meLa \"ellur a e· .. ':' . a scorrimento facil i ta r in o-cesso tii\·Jsa m compa ·r . o . e l'altro oer donne In . . l JmentJ, uno pe r uomin i r ise r vato. . . Ciascun compar·timento vi è un coupé - per un assJstent.• eh·r ,. · L guarda - malati . ' 1 ur,o, uu IIJterm :e l'e e un l letti sono in"'"'ll 1· · . do<• a 1 10 manJI.'r<J da attutir<> possJbJ!e le sco'"'e La ve 1.1 . - per quanto é · n 1 az10ne fa a me d" tu1·e a tiraggio d'a,.ia. zzo 1 cundut- lu ciascun vagone è iustallato . dare !"acqua e o-Ji oaaetti d appa r ecchio per riscalb . ,... oo a me 1catu1·a ed . ato1o a ghiaccio . • un piccolo ser-

Gli assistenti chi r ur•o-hi addett" "' ' a que:;:te Yettu r e sono mu-

E SERV1Zl0 lfEDICO Miti fAKE 14. 19 nitidi piccole farmacie por tatili e d'istr·uzioni sull'impiego dei medicamenti contenuti in queste farmacie.

Tutte le stazioni di i• classe della ferrovia i\iicolas andranno ad èSse re provvedute di yueste nuove vettur<l sanitarie.

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RIVJS11 -LL\. D'I G I E KE

Prof. - Alcuni recenti prognssl in batteriologi&. - ( The Boston M edical an d Surgical Jou r nal, giuano

La teo ria, l'induzione e l'esper imento mostr ano ch e i m icrorgauismi entl'ano nella produzione di molte, se non di tutte le malattie infettive. A voler spiegare come i batterii r iescano a tale risullalo, tre vie s'incontrano accettate: razione mecca nica. cioè l'aumento numer1co o i qne;.ll micc·or)lanismi ?- tal punto ·e con tale ,.apad ità, da ostruire ed interro m pere i canali di comunica z ione delle parti affette, come si _vede ne' prep&rati di parti offese dal bnccillo Jd car bonchio; il poter·e attr a ttivo de' Latte rii che fuori e si app r opriauo la sostanza nulr·itiva de' t essuti, producendo una d istr uz tone di cellule per via d i n e cr osi, come negli stadi finali del processo tubercolare ; la pr oduzione direll.8 o seconàa ria di nuov1 composti basici che fot·mano l'elemento nocivo della malattia, ma che possono anche pr·oteggere ì'o1·ganismo da inYasiooe, da uo futuro della stessa malatlia.

L'azione di questi nuovi composti non si compr ende ancora inte1·amente, ma si può quasi dire, che se le conoscenze tin<,ra acquistat e sara nn o universalmente ed inte lligentemente applicate, s ara r isolto il !Jroblema di ar r eslarè il corso al contagio Pe r ò l'applicazione d i questa è im - possibile per molte ragioni, impossibile rendere uni. vers11lmente accetta l'idea del completo di una persona cara da malattia infettiva.

È dunque necessario escogitar qualche altro mezzo, e le ricerche son dirette a prevenire la comparsa de' sintomi di una malattia infettiva quando si è già stati esposti al vi1·us, o . ad arrestare e cu rare questi sintomi quando la malattia si è gia manifestata.

Il primo passo nel campo della batteriologia fu i'azio ne del virus attenuato contro la malattia già svil uppata, nella idea di sostituire una malattia d'indole mite ad una più g rave, supposto che questa proteggesse ro,·ganismo dalla seconda.

E mentre nella "accinazione contro il vaiuolo arabo fu la natura che forni il tipo mite dE>! lllOrbo, nelle altre malattie infettive la natura non ha fornito che il tipo gra,·e, lasciando all'uomo la ricerca più mite.

Questa ricerca iniziata da Pasteur contro il carbonchio e la rabbia, meritava che fosse continuata per le altre malattie, ed ecco da una di ''e1·sa sorgente e per un diverso p'rincipio, scaturire la scoverta di Koch contro la tuberco. losi. La tubercolma non è piu la stessa soHanza che se ni all'inoculazione del carbonchio, non son più i baccili stessi, ma i loro prodotti, il materiale nutritivo nel quale hanrro vissuto, liberato dai baccilli stessi per filtrazione, ma conte . nente tutti i nuovi elementi che sono tl risultato della loro rnoltiplicazione. Disgrazialamente, le prove immature ne hanno annebbiato il risultato, ed han falsato il giudizio di molti osservatori, ed ora il valore del nuovo rim edio è tutt'altr·o che stabilito. Esso fu a dope ra to in una forma imperfetta, con molti ingredienti nocivi che si devono or! eliminare , lasciando gli elementi utili che devono ess ere isolati e provati. prima di condannat·e il metodo come inutile.

L'im piego di questo rnatel'iale illustra il metodo col quale si cerca ùi curar le malattie infettive, cioè l'us,J de' prodotti rle' batterii coltivati nel laboratorio, pe r la dis truzione de' microrganismi dai quali ùeriYano, od almeno per lo arresto del loro sviluppo.

E certi esperimenti di alcuni anni or mettona capo to lo ch e tenole all'imml!nit.à dovuta pread un terzo me l l ,.,.ue che previene Io svrluppo . s o<=lan za ne san,., go4 d . S enza dt una . tn't Gl'ohmann infatti nel 1 n r- t' nJCf'OrO'AOJS · . · de"'J'ìnvaùen l r . "' l . un'influenza attenuatrlce SUl o ·1 "Jel'O fr•>>'CO la roostro che J "' l . ·ntomat·tco· Fodor troYò ch e li l h'HIC 110 " J l · baccilli de ca r . . : . Nulla! stabili il c Je J -tnlt('l 11 1 •· eli fres co e, . <. .l o l'umore aqueo, il liqUido per t. . "' n tCI CO m e l ::>IP.l' ' . J li•]Uldl . batterir ma perdono tale facolta se a dl-·ll'UO'CTOnO l ' . l · 1 e ca r drco "' "'"" _ · "0' Buchne r dtmos ro Cll , . c:i elevA ver,o 1 ·) , loro tempet atm a l ·ero e che la miscela d l cor. . . a soltanto ne SJ , l tale atllvrta er . - l c:cemava dimos trò anche c te . d 1 -ancrue m e::so a • • pu scolr e "' "' . d' . l ono il <=iero in stratr, l mferJOI e . · ere lamenti l \'H i rtpr>tuh con.., . . batlerii e che qt.: esto potere . · · att1vo contro r , . de' qual t er·a Plll. l siero è diluilo nell'acqua dr· (T 0 s 1 attenua se 1 B h c:i · 1 ·lo Orrata e Iasuhara, e- • d' j' ato· IO se"'U o o:tillata o se e rn Izz , • ,...l''mtllUnità che confel'ivano le · - t r ring e h.tla,.a o - . . l rl ora dai lavori dt tuttJ . 'd le' te ssuti anima r, e Il Par·ti ltqul e < ,. .,,, si deve all'azione de e · ·c:: Ila che IIaununlo.o . questi l'\tl.lrlto:;.r .rr, d tt da Haukin pro te idi difen:;.i\·i, i quali lbum1nord1 e e . :i' tt !'ostanze a t' ba'terii patogenl, o J a e. 1· distrU"'"'ere •· hanno il potere < r oo l' et. loro prodotti tossici. . 0 di neutra rzzar nua rne l a7.rone, . .d . è u opo considerare . d estr proter 1 < 11, ' • • E o a qu e e ne' liquidi orgamct · · ali hanno nel sangu . che cerli antm li oteu te. azione germicida, come J Mite sostanze dotate <. all'inoculazione del topi bianchr che sono .I e l e il siero del san gue dt B 1 · " ha d 1m osl r<Jto c l · h. chio, .e e mn.., . , "'"' il baccillo dal carbonchio , giace e q uesti antmah d tS tl u,,e. h la stec::c:·' azione d'una sod · ttJ anno 2 'lt cm di siero e l'a. 000 d 'una >:oluziooe d'aci lo luzione rli sublim a to ali l .P· 1 .' el 'l c::ublimato e l'acido . 01• se st pens1 c 1e 1fenico ali l P· ') · . . 'd er ehbet'O O'li animali, mentn . Il O orz10nr IICCI · 0 fenico IO que e pr p b. neo e· innocuo si compren. ·r · · lei topo 1a , il pr oteide di SI\ o ' . . e;;o:er·e utilizzati nella cura der'à com e questi proteiJJ possono . . molattie infetti.ve. 'd' . ·nviene nella varietà atte -

Un allr·o ordine dt proter J SI l'Il a iniettando i baccilli d o"'ala e lasu 1av nu ante scoverta a o l. refreltari a tale ma· l atico m anrrna 1 • del carbonch1o sm om e d 1 · questi animali, 'l del c::an,.u latlia, e vedendo che J stero - " ser\·i va come me . zzo di cura. iniettato in lt . . erano stati inoculati col baccillo del ba rl _animali, i quali refrattari a tale malattia L" . car oncbJO, e non erano . . esistenza di nu r . . nuantc e stata confermata da c . es l protetdt attee cio non é tutto . a lri autori anch e per altr e

Un terzo ordine di proteidi . ,- . , antitossici, messi in l d r e quello de proteid i n ce a Behrmo- e K·· quando ferveva l'esp . ,... t.asato nel 18M er1mento sull t b 1. • ·-v. hanno scoverto ·J ., a u erco ma dr Koch. Es-,· c le l sangue d , . . ::; tellino, ha il potere d' d . e conrglt immuni dal 1 1stru"gere · t · · tano pel· tutta la vita dell' . l l osslcr alcaloidi del teuon solo alla f.O$Sibillla· e; questa scoverta condusse l. 1 prote"'"ere un · lnoculazione de' bAc . ·,l· d <>- anJmale contl·o Cl •, el tetano h curare un animale nel l '.ma e a '!Uelle di di questi gui il tetano. mdi pendenti, porta una c l g à confermati da osservatori tifìco, e ci fa sperare un rivoluziOne nel campo scienle quali siamo stAI i flno ce di malattie con tro 11 ra spettatorr 1mpotenU

• e a stessa settimana in f ·

Beh ring e Kita"ato ;; l t ta u annunziata 111 scoperta di - -u e no ;;orse II d.

Briegei' sulla difLerite ·r· . , , que a l Fra enket e Izzonl e Cattan. 1 esperimenti sul tetano e . . l lan confermato gli notizie il metodo d. • dobola m o credere alle ultime , l cura e stato c sei di tetano sull'uomo. o n successo applicato in

Risultuti analoghi <>i sono . . . batteri della suppurazione an•mali per ceJ·ti maiali onde si ha r . ' car bonchro, per l'erisipela de' .. ' agwne d1 credere 1 ·• l tn vestigazione sia sulla b c le ora PIU che mai d . · uona strada e che · · · 1 r1escire a combattere 1 1 . '. . VI s•a speranza tempi, perché possediamoe,;:a attie più VIrulente de' nost ri batterii ed i loro to aterlah oqpaci di distruggere i ss1c1 prodotr vh·enti, mentre finora IJO l senza nuocere ai tessuti n POS3edevamo cl t dt uccidere l'org · . le sos anze capaci amsmo \'Itale pri h i microrganismi. ' ma c e potesse riescire a

o'JGIEXE

S tadio sulle acque del Saha.ra.- :\I. P. D AXDRIEU, farmacista di t• classe. - (..J.rchioes de méaeeine et d e pharmacLe mrlicai res, X. i, !892).

L"autol'e bn t'Sa minato nove campioni di acque del Sahara ed ,-. stato C(olpito della loro impotabilita. Eglr ha voluto il loro miglioramento el'a possibile in una certa mi>'ura e quali erano i mezzi più opportuni per otlener·lo.

I carAtteri lleuer11li di quec>te acque sono presso a poco sempre gli stessi L'odore è simile a quello dell'aria confinatA in unR cantina umida; il sapore da principio fatuo è in SE'f!UltO più o meno salato ed amaro. Esse sono incolori; la loro limpidezza lascia molto a perché essa è turbata da numerosi fiocchi ' di materie melmose, da detriti Yegetali e dopo poco tempo dalla raccolta in da lun!lhi filamenti incolori che l'esame microscopico fu Essi !';Ono fatti da alghe e da diatomee di verse, di cui si trovano delle ({uantità atto1·no ai condotti e agli or1fi1ii che conducono queste all'estei·no.

L"epoca dt>ll'anno, la quantita di acqua pluvial e caduta nella regi•)ne dove esse si tro\"ano, la loro temperatura e la temperatura ambiente influi!>cono tutte e due sulla quantità di sali disciolti.

Il signor Canton. farmacista militare, ha osservato che per la confezione del pane queste acque, di cui il coHtenuto in solfati é elevalo, l'i p r oduce un fenomeno particolare: nei punti dove la c r osta ha subito uns troppo forte temperatura, il carbone prodotto conduce alla riduzione dei solfati. I solfuri cosi formati a c•mtalto dell'acidità della saliva sviluppano dell'idrogeno solforato, ben sensibile e molto di!:'aflgradevole al palato. Insomma queste acque sono di mediOcre qualità, male aereate, cuociono male i legumi; quelle d1 El-Oued e di Fu:rgul'l più ancora che quelle di Biskra.

Al principio di febbraio di quest'anno l'autore ha ricevuto dei campioni di acque Saharian e che alimentano come acque eli consumo, i diversi posti ottici della linea Biskra- FuggurtOuargla.

R[VJSTA

T utte queste a cque tranne quelle di Kadon (sorgente viva) e di Ref-el-dor, pt'OYengono da una delle tre nappe artesiane ch e colano da nord -est sud-ovest nella Yallata di Oned-Rbir alla profonclitR di a 90 metri. Generalmente è dal secondo strato C>'> metri) che provengono le acqne analizzate. Raccolte in bottiglie da liko di wtro nero e chiuse con cura veng"ono spedite e per all"ospedale militare di Biskra impiegano da 15 a 30 giorni soppol'tando nel traspot·to continue scosse. Co10ì al loro arri,·o sono uniformemente torbide. Dopo un riposo di 24 ore le a cque sono di nuovo limpide e si é formato al fondo un deposito abbondante, iu cui il micr·oscopio rivela l'esistenza di numerose particelle saline, matet•ie tert·ose, detriti vegetali e globuli trasparenti aggregati il più delle volte in forme di corone più o meno aperte . Nes!'un odore, ma un sapore disaggradevole ed amaro. Reazione nettamente acida . Presenza di composti a m rnoniacali ; presenza di nitrati, anzi in alcune nitrat.i abbondali ti.

In conclusione tutte queste acque sono impotabili e s eguendo le indicazioni del Formula ire des h6pitau:e militai res dovrebbero essere rigettate dall'alimentazione Ciononostllnte i militari dei posti ottici e i couvogli di vettovagliamen to, non avendo la scelta, sono ben costretli ad wsare per bevande queste acque difficili a digè rire, purgative e di gusto disaggradevole.

La filtrazione, meJiante un appar ecchio appropriato, sbarazzando l'acqua delle materie saline in ,.ospensione, diminuisce gia in apprezzabile il loro sapore salato ed amaro.

Togliendo all'acqua i fìo<tc'bi di materie organic he che nuotano nella mas!"a, essa migliora dal punto di Yista della consPrvazione e dell'azione nociva -:!be può avere sull'economia. Ma l'ebullizione ha ancora un effetto ulile più marcato, senza parlare dello distr·uzione dei germi patogeni se se ne trovano. Essa precipita i !'ali di calce e una gran pa rte di quelli di rnagnel"ia; seguita infine Jalla filtrazi one essa permette di cambiare I'JllP.Il'a<;<[ua impotabile in. acqua discre ta.

n'IGIENE 1421) b J) .Lura non è sempre pos,ibile per· mancanza di ap- Ma la o l chi e di combusttbrle . . t lato l'impieao dell'anti-calcare Ma •gnen. L'effetto St e en ,.., · · · d l t · l'abbassamento del gr·ado rdrollmetr•co e - tile prodot o, e uindi la diminuzione dnlla sua crudezza. l e t q uesta polvere il grado idrotimetrico è sceso da Medtan e IJ d 1,o 116 110 e in uu·ora di ebullt zrone e r a sceso a to a ·

(Journal de physique et chimie, lome . · ) 1 COtl"-tatato nelle esperrenze latte nel laboratoriO c:e•·te ta a et e le acque anche le più impure, dopo rlloro pas- Pasteur, 1 • h costi . e t cilindri pol'osi in porcellana greggta, c eS8<Y$:tl0 Il • · .l suo filtro non contengono ptu nè germr ne mt- tulscono t • · crobi. · c b 1 d ha esto potere depurattvo tl filtro ham er an Oltre qu h. · d Il' qua . ·o le ben netta sulla composizione c tmJca e a c . uu azr • Ecco uno specchietto che lo damostra:

Acq ua D'EI-Oued. Acqua di Diskra (Città)

Prima Dopo Prima l Dopo deJia la della filtrazione j filtrazione lllllrazione filtrazJene

Grado idrolimett·ico

166 -:--- 81- l 60 va - ! . . . 28 4 · ·" 5 2 ·rrg 8 lutate in oss!geno 8 millig. 16 4 m1lilg. m1lhc. m1 1 · , eom,r?osti ammoma- Traccie T raccie O millig. 21 O l oo r 110 og r. 100 o ogr. Vi7_

Acido ca rbonrco h - l.l 6 9 c. c. 6 5 c . c. bero . . . . . · . . 8 c. c. c. c.

:"\!lratr. . - . Ot:>o. 54 O or 21 O a r. 36 Ogr. 2-'>

Calce · · · · ') 0 i4 o 23 Og r. 20 è\lagnesta · · 0 0 t:>r. 0 :;r· ')3 o !!r. 21 Ogr.19

Cloruro dr sodto · gr. :::. ·,...

Rel"tduo disseccato a 2 30 t 87 __ JOOo. 3 gr. 55 l gr. 90 gr. gr.

È da notare però che il filtro assorbe i gaz. disciolti nell'acqua r enden dola pesante e J_ndrgesta. .

Questa azione a s sorbente dei gaz è CO$t che lino a deeo m po rre i bicarbonati di calce e dt magnesia, to - loro !"acido carbonico precipitandoli allo "'tato d' bonatr insolubili.

1 Ca!'-

Un altro inconveniente del. filtro Chambe rland . l . coltà della sua installazione in vista della dtffiprezzo delle candele di porcellana. ,., e d el

P er questo fu tentato di sperimentare il filtro M (leggerne la descrizione dr Valli n nel Journal de ph d e chimie, 5• série iome " parr ·>--) !JBU]ue et ' ·'-· o· •>Il . é semplice e può essere messo fra le mani del meno abdr e meno espe rimentati.

Alfa prova il grado idrotimetrico dell'acqua é stato ahb!'ato da H8 a 114· 1 t' . d' . as ' a quan ttà t materte organiche valutat m ossrgeno da 11 a 6 milligr. ed inoltre il s a or: sala to ed amaro era molto attenuato. p che l'autore chiama phenosalrtl, risul ta di: è poco.tossico, due volte men o attivo del sublim ato è attivo rn soluzwne del 5, 7,5 per 1000. Al :20 per 1000 gli sputi dei tubercolosi (1 di sputi per f) di soluzwne) entro 15 min uti.

Antisetttoo oompoato. - ( Recue scienti)ìque, luglio 189.2).

Pasteur, De Christmas h a pubblicato 1 rtsultah d t. molteplici esperi menti di un antisettico che s a1·ebbe la combroazione di diverse sostanze antisettiche 6 cl avrebbe.. un quas i eguale al sublimato ;;enza tarne gl mconvenreoti.

. miscuglio si prepar•a i tre acidi fin o a a d poi il menthol. Esso è solubilrsslmo nella p:licerina e nell'acqua nella proporzione òel 4

D' IGIENE

"trasporto del ba.olill dell a. tuberoolosl p e r mezso del l ombrio i . - (Académie cles scien.ces de Paris, 11 luglio 1892).

Lor·tet e Despeignes han potuto ultimamente dimostrare .che i vei•mi ùi terra possono con servart per più mesi, in differe nti regioni de l lor o organ ism o, i bacilli ùella tubeJ•colosi · .e ri portar-e anche alla su perficie del suolo i microbi infiltratisi nei lo ro tess uti.

Di qui hanno istituito esperimenti per accertare se ques.ti lombrichi potesser o per m e:.:zo delle lo r o materie fecali espellere bacilli tubercolari che A,·essel'O C<mservate le loro propri eta virulente, e le esperien z e hanno dato il risu ltato più p ositiv o Di guisa che si può affermare per il bacillo della tubercolosi 'l uello stesso accertato dagli esperimenti di Pas teur pe1' il balle r io dd carbonchio.

Vita.Utà d el bacillo del t ifo . - (Reoue sc ientifique, luglio 1892).

Karlinski, rilraUando un a r gom ento già studiato da Fra.enkel, Grancher e Deschamps ba in:;titu!to nuovi esperimenti pe r constatare come si comporti il bacillo del tifo fuori gani:-mo umano, nel suolo, ne!IP- a cq ue, nell e deiezioni, e nei -cadaYeri dei tifosi (Archio.fiir hygiene, t. XIII); egli é venu to a queste conclusioni : t• nel suolo, il bacillo tifogeno può rimaner vivo per tre mesi;

2• la durata d dla vita dei bacilli del tifo nel suolo misto a deiezioni e qui vi abbandonato in condi zioni normali é notevolmente minore che quella dei bacilli uel sangue innestati nel suolo allo stato di culture pure, fatto che probabilmente é <lo,·uto alla c oncorrenza fa tt a ad essi dai batteri i delle feci;

3• negli s trati profondi del suolo i bacilli del t ifo possono resistere ai cam biamenti di umidità e d i tempe ratura come all'azione dei microrganismi del suol o;

4° alla :;uperfìcie de l !'uolo, esposti all'umidità e al sole, essi periscon o ra p idamente;

U.2R RIVISTA

5' alternative fr equenti ndl'umidità del notevolmente la du rata della vita del bacili() del tifo, sia che r umidità penetri nel suolo inqu inato dall'alto , s ia che lo raggiung a dal basso;

6o in quello strato del suolo dove arrivino radici di piante la durata della vita di questi bacilli è minima; i• dut'anle la putrefazione di organi di cadaveri tifo si, s i constata una notevole elevazion e della temperatura; · s•. n egli organi dei cadaveri ti fie i sotterrati nel suolo , i bacilli dPI tifo possono, quando la putrefazione è r itardata e che l' dei mi cro r gani smi specifici della putrefazione incontri Mlacoli, troYati vi venti anche dopo tt·e m e si.

Curati Morti alita

1B86 2(i7l 25 0,94 per tOO

11:'87

1770 13 0,73 ,.

16:2:2 !) 0,55 ))

1R30 0.38 ))

1889 ' 1540. 5 o,a2 ,

1890

1891 155\) 4 0,25

10992 63 0,57 per 100

,14-29

La vacolnazlone antlrabioa all'istituto Pa.steur nell 8 9 1.

- (R ecue sc ien tUlqzte, luglio 1892).

:-.i el fas cicolo di giugno di que,; t'anno degli annali dell'istituto Pasleur è stata pubblicata dal PoiteYin una statistica molto pa r ticolaregl!iAta delle vaccinazioni praticate in quello stabirimento durante !"anno

Il numero complessh·o delle persone alla cura speciale stato di di cui 9 sono morte di rabb ia dopo il tra ttamt>nto, di guisa chP- la mortalità non ha t·aggiunto che 0,5ì per 100.

:VIa tenendo conto che cinque dei li s e nza felice risultato sono morti entro quio1ici giomi dopo illi'attamento, per giudi· ca re della efficacia'""di esso non si può tener calcolo che degli altri quattr o. Di ratto gl i animali inoculati in seguito a trapanaz ione, la d ura macire, risentono gli effetti del virus dai 15 ai 18 giorni dopo. Da ciò risulta ch e allorquando i primi sintomi si manifestano in un ammalalo in men o di 15 giorui dopo l'ultima iooculazione, bisogna ammettere che i centri nervosi sono stati attaccati da l virus du rante iltrattamento,il quale no n spiegherebbe per ciò tutta la sua efficacia.

In realtà dunque la mortalità nel 1891 non sarebbe stata che del 0,25 per-100, proporzione minima cui si sia arrivati fin'oggi.

Ctò è chiara mente mostr ato dal seguente quadro di ra-ffronto:

· to è indubbiamente dovuto a più sicuro ap- ue" " r nlo d ella .,ra\'ila dei morsicati e a una mtg IOre apprezzarne o Jicazione del trattamento. . . . p E in relazione di ciò a notarsi che di cmque per,one tn cui la rabbia si svolse durante il trattamento, quattro. erano . te al capo ed è ben risaputo ch e le morstcature state rnorstca • 1 questa re"'ione costituiscono una spectale gravezza per t tn o . per racrb tra critto che il virus rab1CO deve percorrere "' reve o ·d 11 giungei'e il cer\'ello o la parte de.l miIl diminuilo numero annuale degh md!VldUI che pre sentali per la cura specifica, va ricrorose misure adottate da tutti l paest contr o t ca m ran d;cri sospetti, misure che non sarà mai superlluo raccom;ndare per r idurre al minimo gli effetti del

Dott. R. PFEIFFER - Bloerohe sul del colera.'(ZeitÙh r (ft .fur H ygi ene und Infeetwnsk r ankheden, Elfler Band., Dt•ittes Heft, 18!)2.

L. t re con numerosi esperimenti nelle cavie, ha dimoau o ' r 'd d'coltura lrato che il veleno del cole ra si tr ova nel lqut o t . • s . . 1 b'le allo stato na turale e che diviene solubtle con che e mso u 1 · 'b · · la ebullizione e p r obabilmente fa parte integr ale det vt rtom del cole ra. d r 'd di coltura inoculazio ni di una cel'ta quanlltà l tqut o . .

(2 .cc. di brodo) o di una coltura in in mtlligr. 1,5) nel peritoneo, si man ifesta nelle cavte raptdo ab-

RIVISTA hasr:tamento di temperatura, la quale discende sino a C la morte avviene in 12-16 o re. ., & Se la dose del vel · · eno non e JrJ quantità tale da produ r r e la morte, la temperatura dell'animale può discender e s· s i innalza lentamente e in 24 Orf\ cessa s mo a ognt smtomo morboso. pesso. t la dose é minima, la temperatura può salire a 40•,2 c l_ antmal e non sembr·a malato e in poche ore scompare r. lebbre ed ogni sintomo morboso. 8 nell'uomo l'abbassamento di temperatura è pe<:s,·m lnÒIZIO e . d" (). qutn r sr vede di quale importanza sia il termometro per la prognosi.

Col clororormio, col timo! e con b essJcazione i vibrioni del c?lera uccisi, ma la sostanza velenosa non fl di'l talt llgentr modificata

L'a lcool assoluto, soluzioni concentra te di sali neut . ·r cal_ore dell'ebullizione decompongono la sostanza e formano corpi secondari, che hanno azione simile ad essa ma per· gli stessi effetti occorron o dosi dieci e ve nt; volte rnaggJOrJ.

Sul veleno tubercolo•o. - STRAus e GA:.!ALEJA. - (Centralb. fur die medie. Wissensch., N. 26, 1892).

Volendo studiare i prodotti velenosi del bacilloIare Straus e <\amai · . . co • . e'a ecero sper tmenh col filtrato dell colture m brodo d" t" b · . e z ion l acdh, ed anche provar·ono l'ae del bacilli morl! servendosi come oaa tl. d" . . r . . ooe l prova di contg '• porcelltm d'lnJia e giovani cani. Usarono al . scopo colture d" b .,,. · p r imo . . . . l . acl l m glicerina con zucchero aYenti l'età dr tre m esi, 11 Cui filtrato in quant ità di 1- 10 ccm. inietta r ono nelle_ vene o sotto la cute dei conigli. La iniezione fu l'ipetuta m molt' · 1· . l anima l tr·e o rruattro volte con inte , Il" d" cmq . . . r'a 1 1 . ue o seJ gtOJ'nJ. Dopo ognuna di queste iniezioni dimiun poco peso, ma gli animali si r istabilivano molto e rimanevano sani. Decidendoli dopo settimane e mest, non si riscontrava alcuna alteraz io ne patologica .

n'tGIE:\"E 1431

Altrimenti si comportavano gli animali già tube:·colosi, r eaprecisamente come con la tubercolina.

· p 61• provare razione dei corpi dei batteri usarono gli sperimentatori culture in che erano raschiate, triturale e stemperate nell'acqua. La sospensione impiegata roinata seconjo il n:etodo di Led oux-Lebard e ùi Granche1·, con teneva per (•gni cenlimett·o cubo 0,01 grammi di bacilli ;::ec<'hi: una seconda sospensione ne conteneva 20 volle e una ter.r.a :!00 volte meno. I bacilli e rano uccisi ordinat·iamente riscaltlandoli a lung-o nell"antoclave a 115° e molle volte anche cou la bollitura prolungata oer un'ora. La iniezione enti·ovenosa di queste sospensioni dette resulla ti mollo impo rtanti. In iettanJo nella vena auricolare di un coniglio 1/2 fioo a più ccm . dell a sospensione più densa, dapprima l'animale non mostrava alcun sintomo di malaLtìa, ma dopo alcuni giorni cominciava a dimagrare e si osservava con le regolari pesature che lentamente, ma diminuiva di peso, in 10 giorni cit·ca una libbra. Talvolta dopo ques to tempo l'animale muore. Ma più frequentemente sembrava come se volesse ristabilirsi per poi prontamente sub:re una uuova perdita di pe;;o e un dimagrimento più profondo. L'animale aveva durante questo tempo, che era di tre o quattro settimane, perduto in tutto circa la metà del suo peso. Alla sezione si trovano i polmoni disseminati di tuber ..:oli miliariformi, mentre il fegato e la milza ne sono pri'·'- l noduli constano di cellule embrionali ed epiteliodi, non ,·i si riscontrano cellule giganti; essi contengono molti!'eimi bacilli tubercolari che sono dimostrabili coi !'Olili mezzi dt colorazione , ed anche nel fegato e nella mil:ta, i bacilli non mancan o, benchè, come si disse, non vi si LI'O\·iuo tubercoli. Uguale remltato si ottiene nei porcellini d'India e nei cani

Quanrlo era usata una di bacilli accuratamente divisa e filtrata, la forma clinicn era invero la s tessa, ma alla sezione non si tr ovavano tul>ercoli nei polmoni. Iniettando una quantità 20 volte più debole, gli animali dimagravano ma si ristabilivano nel co1·so di alcune settimane; inietta1! lo stesso animale le ste>osa dose, dopo 21 ore periva,_ effetto nei conigli intatti può esse re prodotto !'Olo da dos1 De,·e quindi l'animale apparentemente s ano essere rimasto profondamente alterato e divenuto piu susc t· ·b·l e ti 1e per una seconda invasione di bacilli. Lo stesso resu} . lato ebbero nei cani. l niettando una dose 200 volte piu oi c?la di quella mortale, neppure con le pesature si poÌeva alcun Se si ripetP.vano le iniez ioni dopo 10-L g1orm a dos1 gradatamente crescenti si giungeva a poco a poco, senza danno a una così alta che sarebbe riuscita sicu ramente mortale se fosse sta ta iniettata ad animali non prepara ti. come contributo alla legge dell'adattamento che Carlo Darwin ha po;:.to fra le Jegg1 fonda m e ntali dell'elezione l, t ·e dimost1·a in questo lavero quale può limpor- auor . . r taoza biologica che l'influenza del mezzo puo eserc1tare sug 1 esseri infinitamente piccoli.

Le iniezioni intraperitoneali di tali sospensioni bacillari avevano in generale lo stesso effetto, solo operavano un poco più len tamente delle intrav enose, e la sezione dim ostra va mttnifesta tubercolosi peritooeale. Le iniezioni sottocutanee provocavano suppurazione senza compromission e delle prossim e gla ndole linfatiche.

La conclusione di questo importante la\·oro quindi è· primieramente che i bacilli tube r colari già morti introdotti nel corpo conservano per mesi la prop rietà di colo rarsi, proprietà che secondo le rice r che di Strttus e Gamaleia hanno comune solo coi bacilli della tuber colosi dei P<'ll/ Inoltre, non astante che sieno morti conservano le !oro cara tteristiche proprietà patogen e, ed ins ie me alla locale azione patogena ne hanno a nche una gener•ale c he per via della cachessia conduce alla mor te . S e quindi uno sputo contiene bacilli morti o \.iventi non può riso! ver si con la color az ione· ' e se un uomo ha nel suo co rpo a nche solo bacilli tube rcola!'i mor ti, egli, ciò non oslante, non può pe1· lungo tempo ess ere considerato sano.

..tibUto s p eri ment ale a lla. l egge dell' a dat tamento R . h d 1 microrga nlsmi a l mezzl a.ntl s ettiol . - 1cerc e d: l cloU ARX \LDO - (Lo Sperimentale, N. 5, 189:2).

Dall e osservazioni e!Sposte dall'autore appare chiaramente confermato: .

1o che i microrga nismi hanno la pr opr ietà di a datta rS I agli ambienti p1ù varii e anche a q uelli che s ono meno favorevoli alla loro es istenza .

2• che gli stessi microrga nismi r isentono q ualche delle influenze dell'ambiente che gli tanto da sub1re delle modificazioni nella fo rma e nella funz•one. .

A compl emento poi degli studii gia fatti sul!"adattamento dei m icror ganismi a i antrse lttct, tenuto conto delle applicazioni pratiche che ne dal punto di vista tera peutico, l'autore volle inoltre sper1mentare:

1• ;.e i microrga nismi si possono adattare ad un da to antisettico e se adattati acquistino nn potere di resistenza mago-io re per quel dato antisettico ; se di resistenza acquistato da una data s pecie di microrganismi, si abbiano a nche delle moditicazion. nella sua funzionalità .

Gl i esperim en ti furono dall'autore col col mal rosso rlei mniali, col pneumoeoeeo di Frtedlaende r , <:O n lo sla.filococeo piogeno aureo e col dei polli e se ne possono trarre le conclusioni seg uen ti: . .

1• i micr organismi banno in genera le la pr o prietà d• tersi adattare ai mezzi antisettici e acquistano conlro quesh mezzi una resistenza che p rima non avevano. Questo m ento di r esistenza non si risco ntra in quei micro r gan:sm1

D'IGIENE 1.i.35 che r·isentono troppo for·temente delrinfluenza del mezzo ( !era dei polli); · co9o • · · • - • patogeni che hanno la proprietà d. adattarsr a1 mezz1 anltsettici si comportano differente t 1 ris pt- tto del loro poter'e palogeno . meo e Questo mfattl m alcum mantiene fìnch·e· s· 't d 1.. . . 1 conserva la 'l_a e in a ltri il potere patogeno si perde molto prrma e !<l ha quindi una vera atlenuazione. p a tog ene sl e prodlassl del tetano . :-.lote sperimentali del pro f. GwsEPPE SoiWANI. - (G n ate della R s · t · - wr . oe ce a llahana d'igiene, N. 1-2 d el1892).

Da'.' e osservazioni e deg li espe rimenti espostr dAl i au to r e SI puo venire alle seguenti cooclusion·

Quanto t.

1• Si può impunemente introdurre il virus tètanico nell stomaco e nel tubo gastro-ente ri co de o-J i anim al i. come p uò · o ' s r m angrare senza danno la carne di animali morr tetano. 1 per

2• Il virus te tA · 1 b · . . . mg-eno; c le a bia il tubo gasir o. entert.eo deg-li anrmali, ne esce con le fe ci senza aver perduto affatto della sua virulenza.

. 3o Le feci di pal·ecc!Ji a nimali (cani, cavr·e, 11 co nigli, po 1 ,ecc .) natu ra lmente tetanigene.

4 Lo .' v• r ul_enza tetanigena per il te r l'iccio deÙe der del campi concimati delle stalle ec derr:a da lle feci, nelle qua li il bacillo del 'tetano può l:'pecralmente nP.IJe condizioni ana erobie dell' intesti no , s trato 1 , un suavorevo e a'.'a sua moltiplicazion e. Quanto a lla patooenesi:

. 5• Il bacillo del tetano non si prdpa"'a nell'oro-a . ne e l . l l o o msmo, P r a vra. <e né pe r quella dei vasi linfatici, né ?er m e zzo nervi; i suoi prodotti venefici non si trovano d•m 'ls trabrle quantita, ttè nella secr<"zione delia bile m quelltl del la tte. · ne

6o Il virus teta nico r iesce innocuo anch e qu ando penetra nell'organismo per le vie respiratorie.

-;• La teoria di .che il bacillo del seg r eghi un veleno dalla cui diffusione nell'organis mo esclusivamente dipend e la si ntomatologia della malattia e la mor te, è confermala ùall'esperimento dall'au tore eseguito con un piccolo serbatoio di po rcellana porosa. Questo esperimento sen·e anche di conferma all'altra, nessuna diffusione tlel bacillo del tetano nelì'organismo dell'uomo o dell'animale tetanico .

Quanto alla p r ofila-ssi: g• Non essendo possibile supporr e la gene r ale distruz ione del virus tetanigeno, cosl sparso alla super ficie della terr a, potremo tuttavia render·e meno fr equenti i casi Ji tetano, e<l 1 pericoli di inrezione, · con una maggiore nettezza dei pavim enti del!e case, e del !':UOIO delle stradP, piazze, stalle, ecc liJ' La vera profilassi del tetano dev'essere ottenuta con la disinfezione delle ferite quando siano sospe:te di infezione tetanigena, prim a che si sviluppi l'accesso tet.ani co, e c:on tanto miglio re speranza, quanto più pr esto sia stata e ssa

La rlisinfezione degli oggetti di medicatura e degli islrume uti chirur g ici rende im possibili le piccole endemie di t etan o, che un tempo si osservavano negli ospedali.

W Le spore del tetano r esistendo a quasi tutti i disinfettanti adope ra li nelle Ol'dinarie diluzioni, per ur.a sicura disinfezione chimica si dov r à far uso di una !<Oiuzione acida di subli mato corrosivo, non infe riore al 2 pe1' mille.

Il ' Qua ndo insieme a l bacillo del teta no si tt·ova altro microrganismo fort emente riducente, come il clostriùi um f,H,ti lum, il iodoformio sprigionando ioùo all o stato nascente, questo uccide le spor e del tetano.

Sarei pertanto utile, dopo la accurata disinfezione della con la r'aschiatu ra, e lavatura colla sol uzi one anzidetta di sublimato , spol veri zz a d a con iodoformi o.

Valore m l oroblolda delle m e scolanze an t fsettloh C e.- (Journal de J1édecine et de Chirurgie, luglio 1R92).

È amme<osa la possibilità di aumentare la forza microb·degli antisettici mescolandoli fra loro, ma è molto fìc•le coi metodi sin qui usati la misura di questo potere. Chrrstmas ha applicato a cr ue<:ta l'icerca un nprovvedimento che dà risultati più certi.

Il numero di combinazioni delle sostanze antiselliche quantunque grande è limitato dalla necessita di non adope: rare che sostanze la cu• mescolanza s;a solubile nell'acq L b d' · ua. a . 1 quas1 tutte le mescolanze fino arl ora usate è la combmaz10ne fra l'a cido fenico e l'acido salicilico. La pr edel feno.lo la solubilita dell'acido salicilico nell acqua e probabilmente in gran parte a questo fenoche s t deve attribui r e l'aumento e la forza antiset tica dt questa mescolanza che è quasi il doppio di quella dei suoi due elementi presi isolatamente.

Il P?tere antise_ttico. è ancora aumentato se si aggiunge una p1ccola quant1tà d1 un acido or•ganico: acido citrico, la ttico od ossalico.

Ecco la formula della mescolanza che è sembrata la migliore sotto il rapporto della s olubili!à e del suo potere antisettico t vole nei lif!uidi organici: gl i sputi tubercolal'Ì mescolati no ·olte il loro volume d'una soluzione p. 100 sono stecon o>' 1 81 · 1 in Fl minuti e la loro inocula7.iJne nelle C8''1e dtrt JZZ v nta inoffensivo. L'orma ed 11 sangue putrefatti sono stenelle stesse condizi on i in cinque minuti .

Infl ue n z a de lla luce sulla p elle.- (A rch . fi.ir Derm. unrl S!Jph . e Cen.tralb .fi.ir die medie. Wissensch.

L'Hammer riassume i più importan ti punti della sua memoria nelle se!Zuenti proposizion i: L'azione luc e elle aumenta la separazione dell'acido car bomco e favortlo svi luppo e il benessere rle\J'animll.le. E questa influenza d:lriva in gran dalla pelle. Sulla pelle dell'animale non solo si può rico noscere l'effetto delhi impressioue della luce ma anche del colore; avviene probabilmente come sulla retina. È dimostrato che l'eritema solare si produce così prevalentemente pei raggi ultravioletti che può farsi a meno (raJt1·e ci•·costanze. Per ciò la denominazione d'eritema caloricum n0n è g iustificata. L'azione isolata del calore osc.uro è aiTatto drvet',;a da quella della luce. La l uce elettr·!ca contenendo gran f!uantità Ji raggi ultravioletti operai n m odo irritante sulla pelle. Le sostanze cile la pelle dat raggi ultravioletti, come il solfato di chinino, il balsamo del Canadil ecc. la preservano pure dall'erite ma solare. Vi s ono prvJolli morbosi che nel corpo sotto l'azione della luce danno a d alterazioni della cute, per es. la pellagra.

Mento!· · . . . . . . 0,10 centigrammi

Ques ta mescolanza cho si prepara sca ldando i tre acidi a é molto solubile nella gli.;erina. Si sciogl.re fac•lmente. fino alla proporzione del 4 p. 100 11 suo potere anlls_etttc? considerevole e non i.> oltr epassato che da quello det sali dr mercurio. Infatti, l'esperienza dimostra che questa mescolanza, che ha ricevuto il nome 1i phénosalgl, ha una forza a ntisettica più di tre volte superiore a quella dell'acido fenico solo.

La forza antisettica del phén osa.lyl si manifesta in un modo

Sopra un baolllo butirrico. - Bo rKIN. Higien.e, Cencralblact .fur die me die . mero 2fl, 1892).

(Zeitsch .fur vVissensch., nu-

Slu iianJo Jiversi microrgdnismi unaer•obi ùel latte il B. trov ò un bacillo che produce abbondantemente gas e fa rapidamente coagulare il !alle con produzione di acido r ico libero. Questo è molto esteso e si ll'ova in ogni !alte. Forma r"acilmeote spore e si ottiene nel modo più semplice ris caldando il latte per 30 minuti in stufa a vapore e quindi

H38 Rivista

porta ntlolv nell'apparecchio d'incubazi o ne. Le spore del bacillo resistono a questo riscaldamento, e ùoro 12 o 18 ore a 31°, sviluppandosi abbondante mente il bacillo, è p recipitata la casein a per la fo r mazione dell'a cido but irrico; spesso, essendo chiusi erme ticamente scoppiano i vasi del latte in conseguenza della copio,.issima produzione d i g a s. Il bacillo è essenzial lllente anaerobe, si sviluppa con esclusione dell'aria a g li or dina ri mezzi nutri tivi senza particolari ca ratteri:::tiche.

Particolar·mente im po r tan te è il lavo r o d el Bolkin per le ricerche c hi m iche istituiti' sui p t·odolti di scomposrzione generati dal bacillo. Dappr ima il B delermmò con la litolaz ione delle colture nel latte, i l valore de lla p r od uzion e acida del bacillo e trovò che pel' e s. una coltura di '12 gio rni dimostrava una acidità di 11,3 ccm. della soluzinnd sodica normale, dai quali 9.5 passavano nel distillalo, eran o quindi· acidi vo latili U n esame più esatto dimostr ò che questi acidi vol a tili consistevano principalmente d'acido butil'rico e in un miscuglio d'acido acetico e d'a cido fot·mico. Gli a.cidi che non passavano nel distillato e r ano cos tituili d'acido lattico e tracce di a ciùo succinico . Dopo ncutralizzazione del distillato e nuo,·a distillazione fu olte uuto d eU'alcool che dal punto di ebullizio ne si argo mentò constare principalmente di alcolebutirrico e di una piccolissima parte di alcole etili co. L'analisi del g a s indicò la formazione di acido carb onico ed idrogeno, il primo fu trovato , secondo l'età della coltura ; in propor zionP di (l6,19 fi no a 47,21 per 100, il s econdo di 63,2 1 a 52,62 per 100.

Dlstra.z ion e delle l mmondtz le - WEYL. - (Berl. kli n. Woch. e Cenfratb. fti r die m edie . Wissensch, N. 281892) .

Ordmariame nte la s pazzatu ra, le imm ondizi e delle strade e delle case sono po rta le in campagna, o vt. s ono im piegate per riempire gli avvallamenti d el te rreno o per concime.

o'

. moodezze. L"abbruciamen lo dei resi d ui citta · delle al z a to in molle città ù'l nghilterra a un ver? . · e ora 111n · • d"ff · 1! dJOI SI . mente costituito. Il sistema piu l uso e metodo distruttore dell'ingegnere Fw e yr da N otco:òi detto ><lS t. f o di nuesta specie fu po><to in a z ioue l m Il pr1mO orn ., . . . f · tln g 18 . l 18- 6. o'"'cri !".i ll'C'Yano que>:ti o Slmllt o r m s· ·mino-ham ne ' .,,.,. ·a H tle le " randi città d' I nghtllerr a. . . in quasi c'"'on"l·c:te c:ostanzialmente in una specie dJ tal !01'11., Un t· uo costruilo di mattoni e ferro, Il quale ha suob oltr e il canale d'emissione, una apertura _ perJOrmer , l del'e pel versa me nto delle immondiZie t r"i ap r ire e c HU ' l t e po e l. l'attizzamento il r imesco am en o . bas"O un a tro per ' . . . 1 e Jl1 delle più grosse scorie, m entre le p_m e la r emo . cadono a ttraverso una griglia in un ctnerarJO. e le cene ri . no del fo rno conduce un r amPa la quale serve :\1 dello p1a 1· · fino . . . carichi della immond ezza per .ar t g mngere per l carn . ve la immondezza e scar icata. 1 ertura s u periOre o . . al a aP o un forno deve e sser e m esso in azione, VI si _acQuand d. booe che mette subito in combustiOne cende un fuo co J car e•tale\'1. c:opra le quali continuano c:ono usate per colmare le strade, per Le sco t: :d an che per fabbricare una specie di mattoni. un cemen r ic:caldala una caldaia a vaP er lo più con la _e ro;ieo-ata in diverse citta a pore la cui forza espansJva e J .., diver si usi tecnici.

· · d s pazzatura " • - • le porz•om l . t; di altro carbone. S eguitando a b uciar e senza aggmn a r d o· il fuoco e ssere mantenuto pe r •i la immon ezza pu h. versar\ ole Ordinariamente un ta le apparecc 10 quanto tem_po s• vu da più forni da 6 a 12. Il prezzo di combustiOne i> co, . . L l '>5 per chilogram . di dell' abbruciamento vtene a circa .

Manovre san.ltarle lD I svizzera. - (Reouedu cere le milit .).

Anche in lsYizzer·a quest'anno, come del resto sempre colà si è fatto, furono eseguite delle manovre sanitarie. Fra l'altre ne furono eseguite alcune dalle truppe di sanità al Gotta rdo.

Il personale sanitario dei cor·pi !"Celti ad <ietti alla difesa del Gottardo hanno fatto un primo corso di ripetizione sotto gli ordini del dottore ma::rgior'e Froehlich.

Grazie al tempo stupendo ed all'allenamento metodico il pro. gramma d'istruzione potè essere con pi eno succe sso eseguito.

Fra l'altre furono eseguile mar·cie nell'alta montagna; e lo sfilare del distacclimento colle sue speciali burelle, con apparecchi improvvisati, coi muli a basto riuscì interessantissimo.

1. Marcia: Hospenthal, An dermatt, Grossbodenstock (2400 m e tri), Rienthal, Goeschenen, Hospenthal (una gio rnata).

2. H ospenthal, Realp, ghiacciaio e colle di Ca ra.p.na (2611 metri), Villa, valle Bedretto, Airolo (Airolo -Goeschenen per ferrovia) Goeschenen H ospenthal (una giornata ).

3 H ospental, Andermatt, Unteralpthal, ghiacciaio e colle della Velia o Giubing (27H metri) ospizio del San Go ttardo lago di Lucendro, Hospenthal (cLue giornate).

Il soccorso lei feriti fu così dimostralo possibile ed assicurato ovunque dove le truppe potrebbero avventurarsi.

SOPHA UK C.\SO

LACERAZION E DE L L A VESCICA <u

Per il dott. Pieto·o Imlu·iaeo, maggiore m eclico che anche que:;la comunicnzione al pari di un'altra che ebbi occasione di fare, non è mo lto (2), into rn o a lesioni traumatiche del ventre, non accompag nate da soluzione cti cont inuità delle sue pareti, ri guardi un caso di morte; esito del re:;to assai frequente in questo genere di tranmi. co ntro cui la terapia chirurgica, ad onta nelle :;ue grandi risorse mod erne , spes:'O non ha il tempo di inter venire ellìcacemente, ed anche intervenendo non riesce ad evi!are la morte, se pur non l'affl·etta. In ogni modo credo valga hl pena di tener parola del presente caso, pe1·chè esso, oltre ad avere importanza per l'anatomia patologica della tranmatologia addominale, ne ha pure per la· cl inica. Imperciocchè non

Il Direttore li Collaboratore perla R .• Marina

Oott. Sru.no REGt s colonnello medico ispettore.

D.r T r:O DORICO ROSATI di i" clau t

FEDERICO, Gerente .

Il

Redattore t:n cnso di inltJlinate per calcio di cacallo al centre.(Gior11al•! medico d1·l /1.0 b'sercito e della R.• .!farina, !89l. ma i, a me pare, risalta meglio il 'a lo re di certi sintomi, che quando si ha la triste ven t ura di potel'li ra7guagliare alle le:sioni che emergono da lla autopsia.

D.r RIDOLFO L!VI Capitano medico.

•IJ La storia clinica dì questo caso rn letta nella corlferen1.a scientifica di presso militare principale di Bologna; ma per circo;Iallr.t> indipendenti dalla volonta dell'autore, il la,·oro compiuto venne inviato in rilardo ,,!l'Ispettorato rl i sanità milìt:rre.

:\arro perciò a tratti la storia cl in ica e 11 ecroscopica del fa cenclola seguire da quelle poche ronside razi onr che la storia ste:::sa ;;arit per su;;!t'rirmi .

DI FRATTURA OEI. E CC 1H3

1m potente a rial7.arsi: cosicchi· rlo\ eLI ero portarlo a braccia

;;u l proprio letto .

!)uintìi . visitato dall'ufficiale medico cìi serv izio al corpo, yenne fallo tra;; po rtare a qnest' ospedale ver·so le ore 3 pomer;d iant•.

TI del pnmo esame fu il .:egnente:

Il ,ol1hto Puli7.zi i· giovane di alta statura con vistoso .ed euri 1mi co :;v iluppo sche let rico e muscolare e con abboodan t0 pan nico lo adiposo souo cutaneo

-rul i7.t.i (; iuseppe, nel :11 ° reggim,·n to artiglieria . della classe 18/0 . vcnira ricO \'erato nell'ospedale militare d.i Bologna il 4 dicemb re 189 l per gra'e lesione traumatica al ventre. adduce va a lt ri precedenti morhosi che delle febb ri da malaria so fl'erte l'ann o innanzi.

Quanto alla causa ed al modo di prod uzi one del trauma presente. ri..;nllò dalla nanazi one da lu i faua e dalle info rmazioni all'uopo a;;;;uote, che la mattina dell'anzidetto giorno nella casermn Domenico, o\ e ha la brigata d'a rtiglieria cui egli apparteneva, nell'attendere in;-;ieme co n altri wlduti a so ll e vare un a co:·:Ì della slilla- che è un carro grosso e pesante per trasport o d i cannoni - per' ad nn muro . la slitta si imprunisamente pri-ma che il Pulizz.i il tempo di allonLHw r::i . Nella cadnla, la slitta - che era :;tata situata colle ruote >er:;o l'interno dell'ambi ente e r oi cuscini destinati a ::orreggere il pezzo. rivolti verso il muro - rimase impi gl iata co n unadelle ;;ue estremità in un'altra che g iaceva su l suolo ricoverto di gro .;si ciotloli [l soldato P ul ilzi restò schi acciato dalln ;;lilla che gli cadde ,.;ul dorso, hallendv a tjnanto affe rma, col lato destro del harino c·ontro t'a ltra sli tta dnpprima . e poi contro il ciottolato. Il fatto è che i compagni accors i alle sue gr ida . lo tro varono bocco ni sotto il carro. ed fl ,·entre tumido . poco dP.pressibile, dolente nei quadranti inferiori e sopra tu llo nel e lungo la linea ombelico·pubica. zona si percepisce manifesta lluttnazion e e colla percussione si r iscontra nt- re gion i ileo-inguinal e. ing uino -cru rale e glutea di òe.-tra notasi una cospicua pa::tosa, doleutissima al tatto . Il dolore però, :;i a :>poutaneo, ch e pro' ocato dalla pressìone è piit riro a li,·ello della linea ileo-pettinea . f movime nti aLti ri dell'arto inferi ore destro sono quasi lO· lalmt- nt t:> : IHJ iiti. quell i possono compiere liberamente, ma cl-olore in corrispon denza dell a porzione orizzontale del pube, e nella regione glutea . L'arto giace sut letto nella posi1.ione di estensione e di rotazione esterna. lnterrogato l'infermo se prima del lraumntismo orinato, risponde affermativamente .:\ ondimeno, si fa diag nosi di lace1·a.:i (lne della rescica von 'relatico sp andim ento wrinoso nella carità pelrica, e con p1'obabile frmtura drl pube dest ro, e di slfk traumatico !}rate. Epperò si prescrive dell'oppio e del vino marsala, la vescica di ghiaccio sulla regì.oue ipogastrica . e si p1·orve dc che dall'ufliciale medico di guardia sia rip et uto il catete ri sm'l nel co rsv della notte.

Ha i lraui cìella fisionomia non a lter<1ti, ma esprimenti una J.!rande depress ione di forz e . La cute, del volto ::pecialmcntc. è a::sa i pallida, e le e;;tremitè so no fredde. TI polso i> regohr·e. ma piccolo e frequ ente - 1.?0 pulsazio ni al min uto -; la è prevalentemente toraci ca co n 28 atti resp iratori al minuto. La temperatura a scellar-e seifO:t 36.8 .

La cute nelle dette regi oni e e pl'esenta qua e là delle larg he macclt;e eccÌ1i moti che . Anche nell e regioni omolo,iht> 1lel Ialo oppo;;to ,.e,lt>s i qualche macchia livida ed un certo ..!rado di cnlìagio ne diffusa .

La mostrasi integra in tutte le :;ue forme; così pure i rillessi.

Le indagini portate sulla forma della regione dell'anca, sulla linea del Roser. sull a piega della n·ltica e w tulli gli altri sego i òi lesione dell'articolazione coxo-femorale, dann o ri sultato negativo .

I movimenti dell'arto inferiore sinistro -ono :;oltanto un po' limitnti ed indeboliti.

Il paziente accusa grande spossatezza e riro senso di ambascia; si lagna in oltre di bruciore nelle re)!ioni e perineale, e mentre è tormentato di continuo dalla voglia di orinare, non è riescito mai, dopo l'accidente. ad emettere alcuna goccia di urina . I ntanto col cnteterismo, prontamente non si estraggono che poco piu di 1')0 grammi di questo liquid•> misto a sangue p:t rte lluido, parte coagulato.

Alla visita maLLinale del 5 dicembre si trovarono assai più gravi le condizioni dell'infermo. Il meteorisrno addomin ale aveva assunto nno svilnpp:> enorm e, ed ern:;i anco1· maggiormente estesa la Outtuazione e l'ollusità nei 4uaòraoti infer io ri del ventre. Persisteva l'iscuria, eà il cnteterismo, eseguito tre >olte dall'ufficiale medico di guar dia, a'e>a dato sol

DI FR.\TTURA DEL B.\CINO, ECC. 1445 pochi gramm1 per >olta di un liquido. che ur inoso. imponenti erano pure 1smtom1 general1: polso [ili formo e frequenti:;simo - l.i-0 battiti al minuto - respirai\ione afi'annosa e 1ruasi esclusiYamente toracica superiore:

• temperatura ascellare 36°, viso pallidissimo, occhi infossati, labbra !iride. eslremita fredde, vomito ripetuto.

Si sospese la vescica di ghiaccio, si prescrissero fregagioni secche, ,enapismi, holli;die di acqua calda agli arti i nferiori; iniezioni ipodermicbe di ete re e di alcolito di castorio; caffeina e cognac internamente . Si pose inoltre un catetere a permanenza nella >escica. . .

La sera persistevano p-l i sintomi tanto generali che locali .

La mattina del G pal'\'e alqu anto diminuita l'ottusità n ellrt re;Iione ipogastrica, ed anche il meteorismo. PElr contrario, il vomito era divenuto contmuo, e dal catetere non ernno uscite r.he poc.he gocce di liquido li polso delle radiali erasi impercettibile, il r espiro ans1nte, la temperatura ascellare discesa .a 35.,6, la lisionomia. apatica, le Jabhra e le nnghie cianotirhe, le estremità freddissime.

In tale stato, po ichè il vomito rendeva vano l'uso de i rimedi interni. <insistette negli eccitnnti esterni, e nelle iniezioni ipodermiche d i etere e di alcoolilo di castori o. Ma nelle ore ,·espertine ai sintomi del collasso sempre progrediente aggiunse una grande agitazione ed il delirio: e cosi il soldato Pol izzi di vivere nlle ore 11 pom .

La necros copia \·enne eseguita ore dopo il decesso .

Aspetto I'$LPrno . -Corpo di alta st:1tura con regolare sviluppo etl in buono stato di n'utrizione generale.

Sopra Un Caso

Rigidità molto pronunziata; macchie ipostaticheparti decliVI del tronco. Nelle regioni ileo·inguinale ed destra si :>corgono delle larghe macchie ecchunollch e; altre se ne vedono nella regione glutea stesso lato, ed altre meno estese, nelle corrispondenti del lato opposto.

rranio. - venne aperta la cavità cranica.

- Xessuna aderenza pleurica; polmoni crepitanti dapertntto, di colo1·ito pdlido ne i lembi anteriori, bruno nelle parti posteriori specialmente ver.- 0 la base. Al Laglio e alla pressione esce dall'alhero bronchiale spumoso, rossastro .

. Poco liquido giallo-citrino. limpido ael pericanlio. Cuore sezio_n e, il miocardio si mostra piuuo"to pnllido, e le sono più ampie del normale; molti gru mt nelle cavità destre. Orilizi, apparati valvolari e grossi vasi nulla presentano di anormale .

PlliLLosto voluminoso: ma nn po' flaccide le pareti ventricolari.

A_ddome . - Prati eata un'incisione nella linea ombelicoper penetrare nello spazio del Retzius, senza intaccare

11 pentoneo, li trova una copiosa quantità di liquido aiallorossastro tutt'intorno alla fac cia anteriore della e peri-vesci ca le e peri-rettale. L1t vee_ quasr vuota e retratta, e snlla sua faceta antenore SI notano diverse macchie ecchimotiche più o meno estese.

. Ini ettan do del litptido nella vesciea att raver.-;o un catetere per via dell'uretra, si vede che il liquido si :.pande nello spazto pre- vescicale; ma non si riesce a sco rprecisione il punt(J lacerato della dell'uroctsLI.

Dl FRATTURA DKL BACINO, ECC. 14.4-7

Procedenòo innanzi nella dissezione, s' in contra un copioso stravaso di sa ngue nel tessuto connettìvo ;;otto-peritonenie della iliaca -interna destr.1. Tale slraraso da questo punto si da una parte nel piccolo hacino e Jalt"altra sino alla regione perirena!e.

La stessa raccolta sangui)!na. ma meno abbondante, si ri· :'contra pure nellt> corrispondenti regioni del lato

Aper h la ca' ità peritsueale. vi si trova nelle parti più dedi' i una cena quantità - circa mezzo litro - di li·juido 5 iero ::;anguinoleoto, ma senza fiocchi fibrinosi e senza coaguli sanguif!ni.

1.:1 Srl(lerficie tlel peritoneo viscerale rhe di quello parieta!e l.· e lucente: ,.i è però dapertutto mollo spiccata e litta un'arborescenza vascolare . .

In vicinanza poi del suddescr itto stravaso di sangue si notano qua e colà sul mesocolon e sul peritoneo che riveste specialmente il colon ascendente e l'angolo epatico del colon, ùclle man;hre ro:>so-vinose e dette suggellazioni più o meno ma ;;o l u1:ione di continuità t'iscontrnsi nel pacchetto La muco:;a dell'intestino è vivamente eon)!esta . l.o ,;tomaeo è ullo .;tato normale.

Q11alche suggellay.iune la faccia anteriore del n•ne c la ·su perfici e conv e5:>a del fegato. Oel resto. alla sezione , questi nulla presentano di anormale, tranne un graùo di !'tasi. sono il rene sinistro e t' !!li ureteri. La tn ilz't inrece è più che raddoppiata d: volume, e.l è dum e stridt>nte al taglio .

Portando poi un piit minu to esame su lla vescica ur inaria. e .;ulle os':l del bacino,.si lr(lva clte la porzione orizzontale del pnbe destN i• frauur.1ta complet amente in corrispo ndenza ùella linea ileo ·pettinea. La frattura è obliqua dall'alto e dall'esterno, al basso e all'interno. In corrispondenza della sede di questa frattll'a si scorge un gran de occhiello muswlare nel corri:>pondente elevatore del!'ano e nella parte antera-laterale della \'esc ica in immediata vicinan za del collo . t a l:tcerazion e dell'urocisti ì• una fenditura line·• re di retta Yerti..:almenfe in alto ed nll'e:;ter-no, e che passare comoda mente il dito indi ce : due ce ntimet r i. I nfi ne in corri,p:urùenza della sinfìsi ,;acro-iliaca destra sr trovano diver.:;e scheg:..:ie libere, e l,1 siufìsi stessa è comple tamente d ivisa.

La delle pareti addominali, delle glutee ed inguino - crura li fa rilevare diversr rli san crue sia fra i muscoli delle pareti aòdom in ali, sia fr a quelli e della part& piir alta della regione anteriore ed esterna della coscia di ambo i lati, e specialmente del lato destro .

I gro s.si ,·as i e nen•i sia del bacino che delle regioni :;u mmentovate furono troYati inte:(ri .

Dia.1nosi 1tr'croscopù;a. - Frattura obliqua della branca orizzontale del puoe destro; dist·•·cco della si ncondrosi sacroilia ca dello lato con fratt u ra commi nu ti\a clelle relative os;;ee : lacerazion e del11 nella sua part e extraperJtoneale con raccolta di urina mi:>ta a s:'lngue nel co nneltivo gr1nde e piccolo bacin o; di sangue n el co nnell ivo sott nperi to:1 ea le e negli spazi intermuscolari della parete addominale, del cinto peiYico e della ra-diee degli arti in feriori .

Le fr::tllure del hacino, come le lace razioni della vescica, che so 1•e nte ne conseguo no. non sono. per for·tun:J, molto frequenti.

La robustezza co n.;;i derevole delle ossa pelvi ch e e l'esi'e re pra 40,2Ti fratture da lui raccoile, solo 1::?8 erano delle ossa del bacino, cioe o.::Ho per 0 O > e da un'altm :;tatistica pure da Bruns riportata, sopra H:)60 ne fÌgur.tno 70 del ltrtcino, 0,8 per· o o ( l). Si può t(nindi affermare che tali le.; ioni rappresentano meno dt'll' l per o ·o di tutte le fratture dello scheletro. l · ·a tende a ripieaare in dentro la cintura pelvica, od, pU IIC , <' • • _ • • • • in ;t !tre parole. a raccorcrarne ti drametro ante! ad allora• , se viene il coerticiente dr. ela::.trc rta dell'anello cede nei pnoti piir deholt e meno re$i:;tenti. Si determi•Ht quindi la frattura t'ontemporauea dei òue pubi, nei pnnli summentovati , ed a tali pos, ono pure associarsi qtlelle delle branche di::cènde_ntr sintit it della lo ro unione colle bt<mche a:.:cendenli dell rschro 0 rnttu rar:;i queste sle5se.

Ul fRA TT URA DEL BACIN O , ECC. 1449 esse protelle da masse assai ,·oJuminose e resisten ti l'anno :;l che le fr;ltture di tal i oss a richiedono, per lo più, nn agente traumatico di potenza , le colpis.:a in modo d1retto. 1.10 da rag10ne della rarrt,l d1 queste rrauure, e al tresì .com e.di .solito comp licate co11 IPii ioni gravi delle part 1 moli• crrco;;tantr e segnatamenti' contenuti nella ca,·ità del hacino . Onde, giu::.tarnente il Koenig (-1)- l'importanza clinica delle frattnre deìla pell'i dipend t> no n tanto dalla lesio ne o:.gea, per :<e ste55a più o meno quanto dulia contemporanea le ·ione de.,li or11ani entrostnnti, e dal grave stupo re trauma- n n tico - si può aggiu ngere - che le accompagna. storia medico-chirurgica della guerra di secessione d'Ame rica (ì) so no registrati solo O o ·•O casi di fr·n.tture della peli·i n on prodotte da arma da fuoco sopra '20:l.l ,}z casi di ferite e lesioni; e nella guerra franco -tedesca del 1870-1·1 sono racco lti 698 casi di lesioni delle ossa del bacino con 228 morti, non ne è ind icato alcuno per corpo contundente o per urto o caduta . . So pre un totale di 13,0.} l casi di fratture raccolti da Gudt solo 1OH apparlenen1no alle ossa della pdvi. ciot' 0.8?8 per o o· Ro;;e ehbe una proporzione di l per 0 /., e Bedinger di 0,6 per 0 / 0 (4). Dall e stati stiche del Brnns infine risuita che so(11 1'. 1\0EXIG. - Chil·w·gia speciolr, t rad. ital. Yalfa.r•li, vol. 111., .pag. Y. Compendio ai tfi guura compilato 3Ulla stona mtdl cocltirm·gica della di $ecessionc d 'A merica. - BARvFJ'IO e SFORZA, 1\oma. VogiH'r.l, tSS$. /3; v. s1ntR.<i delta ulr,:io,te sa n itar i a degli d ura nte . t a puen·,, 11> ;o-; 1. compilata per cura del Gton•ale mediCO d 1 R • dell'' R. mari11u. - RJtn •. 1&19, pag. 186. (\) Y. _ Oie \'ul cf::rmoen rt er tmlt't'ell-Extt·emilaten - Stuttgarcl, ISHI. pag. 3.

Le gra' i di •;ontinuitit dt>lle ossa pelriche si producono, come ho test.e accennato, per lo più per violenza diretta e speciaimente in segu ito a brusca e ,·eemente compres·ione di tulla la ciULura pelrica, per modo che h forza com · primente tende a raccorciare uno dei diametri della cintura medesima.

Le frallure che avvengono per meccanismo han no di caralleristico che il b1cino non si rompe in un :>ol punto, ma in lo cal itit tipiche, le qna li sovente sono disposte simmetricamente . È in tal modo cfre si può avere la cosi detta doppia frattur·a verticale del .\Ialga ig ne od altre varietà pii1 o meno ad somiglianti a seconda della direzione ed intensità dell'ager.te traumati co ed a seconda dell'ind ice di elasticità delle co lpite.

I n genera le le sedi più frequenti di divisione delle del bacino sono , anteriormente la br·anca orizzontale del pube in prossimitit dell'eminenz·t ileo - pellinea, e posteriormente la sincondrosi ::aero iliaca e le sue vicinanze.

Quando l'urto si spiega sulla parte della sinlisi

Inol tre dalla spinta della parte anteriore del bacino ver:;o l'asse del bacino stesso possono derivare altri due diversi ef· [elti. f)appoidt è , da una parte, mentre ant.eriormente le. os::a ::ono e tenJono ad avvicinarsi alras e medtano:

· te le ossa innominate tennono ad allontanarsr posterrormen ' . . . . n'ciprocamente, e perciò possono aV\'enrre eh le.:ramenti, strappameoti di porzion1 di ossa . della e delle spine iliache posteriori. con distacco della

D' altra parte, se le ossa rlra.che re-

.·.10110 all'urto e non si spostano, nè si rompono, rl sacro, :,]:, d' . rimanendo fortemente slretlo fra queste può 1ventt· $edc di fratture per schiact.iamento, più o meno estese e piò o men o grovr. . . . .

·e l'nzione traumatica invece dr esercrtars1 direttamente dall'avanti all'indietro, si spiega lateralmente od obliquamente cioè tende a deprimere il hac\no secondo il suo o .;econdo uno dei suoi diametri obliqui, sicc ome nv.nene rl i soli to nelle cadute sulla regione trocanterir.a, po5·

:.ono verilicarsi molte e svariate frallure, per lo pru undaterali: e ciò a della intensità e direzione del e del man.:riore o minore coefficiente individuale di

Stuttgard, t886, l. lr.nt.. t.t delle È che può avven ir•' la doppra e ( r e as 1cr • .... · rerticale del JJalgaigne ( l), la della branca pube con distacco della siocondrosi sacrocome nel nostro; ed anche quelia della tavità cotdordea, la porzione p u bica di e:;sa in prossimiu 1 le po:z1oni ischiatica ed i! i 1ca, in p-uisa che tnlle e tre !ah rE>,;tano dis,!iunle in corr1spondenza Jei ri;;pelli\'i punt1 dr connessione. Con questi pochi cenni io ho creduto fare menzione soltanto delle forme, direi. tipiche, delle frat. .\la le ,·iolenze esterne da cui siffatte lesioni del'l>ano, :;o,·ente molto complesse ed assai vatie le modalitit con cui !'piegano loro azione; e perciò non di tado s'incorl!rano nella pratica molteplici deriazioni dai tip i accennati. ·

. Intanto, da .cl1e. ho espo3to sul meccanismo di produZIOne delle prmc1pal1 varietà di tali frattu1·e, emerge, a me pare, abhn:;!anza chiara l'interpretazione di qu ella a noi OC001'Sa.

Senza volet· discutere se il nost1·o infermo sia caduto sul lato destro o 'tll :;inistro, a me sembra indubitabil e che la violenza siasi spiegata appunto sul lato destro, ove fnrono tro\·ate le pilr estese e più gravi lesioni sia àelle ossa che parti Epperò, o qualcuna delle parti più sporgenti del! t slllta colpi questo Jato del bacino, comprimendolo colla maggior violenza: oppure- se il Pulizz ì cadd e sul fianco destro - questo lato del cinto pel>ico do\·eue urtare contro l'altra che staYa li dappresso. Da una delle d.ue. si sfugge; quale sia la \-era, o la più verosrmlle, rn1 Jn appurare, P, d'altra parte l'appural'!o non anebbe aruto, a mio arviso, gr·ande importanza .

DI FRATTURA DEL BACINO, F.CC. 14.:)3

In ogni modo parmi evidente che, data la frattura branca orizzont<il e del pube ed il distacco della sincondrost sacro-iliaca collo spostamento in avanti dell'osso innominato. il centro d'intensità dell'urto dovette essere la rE>gione gluteotrocaoteri ca corri spondente, per la qual co;;a l'osso fu in tu Ila la sua estensione premuto e spinto rerso qu.>llo del lato opposto . ..

Ora mi rer·merò alquanto sulla e SII taluni falli riscontrati !n vita ed alla necrosopia.

La diagnosi delle fratture del bacino è dillicile, poichè si fonda di solito meno sui segni diretti ed obhiettiYi, che su sintom i indiretti e razionali e sopratullo su quelli risultanti dalle lesioni degli organi contennti nella cavitil.

Lo mento, e quindi la deformitil, o mancano od è malagevole constatarli, sia per es:;ere le ossa riresti teda ahhondante quantità di parti molli, sia .per· la tu.mefazione dipendente dalla contusione delle parti molli medesime e dallo :-:travaso sanguigno ch e ne segue. Lo stesso può dirsi della mohilità anormale, del crepitio, i quali pure mancano spesso; e d'•1ltra parte inupportnne le manovre per ricercarli .

.\on restano nel più dei casi che i sintomi razionali ed indiretti . E fra questi conviene ricordare prima la limitazione funzionale dei moYimenti di uno o di entrambi arti inferiori. È bensì vero che essa b dovuta talvolta a paralisi per c;o111mozion e o per contusione del nervo ischiatico, dell'olluratorio, o del crurale, tal altra al pestamento e lacerazione delle muscolari, specialmente dei glutei o dello psoasiliaco; ma è pur sempre un .sintomo che, bene osservato e bene ponder:tto. llllÒ porta re non poca luce nlla diagnosi di frattura del hacino. Ha poi molta importanza il dolor·e localizzato in uno o più pnnti determinati e cl1e si provoca o e5clcerba colla pre,;,ione diretta in quei dati punti e con moYimenti ddt<rm·uati e dt" ,:i pr·oYuca o si !!.:>acerba colla pres,ione d rett.t in quei dati punti e coi movimenti impressi al bncino etì all'arto corrispondente . Se ;d dolore si ,, l) pure ,·ircoscritta o pin ,;piccata in corri.;ponde nza della del dolore la acr1uis ta anche maggiore prol•ahilitil, non mai la cel'lt'zza, la r1 uale solo potrebbe essere fornit:r dai ,Jirelti suaccennati. o,,,_,,·a filata, 4.

Uu'altra fonte di "in tomi di ;:rande valor·e per la è quella delle complica zioni sopratulto da parte degli organi dell'apparecchio urin :t ri o ( 1). L'is curia, la la perdita !'po ntanca nr irra lo :;colo di dall'nrè!1't1, col Calere1·ismo di urina in poca (jtrant'tit e rni:;la a sang ue , il cateterismo ditlicile ecc. sono sintomi d1 lesione gra\·e della vescica o de!l'uretra e che deliHJitO per una di continnitir de!Ù cinltll'<l peh ica.

Ora .se rJandtamo la storia clinica troYiamo che quasi tutti questi ,intomi razionali ed indiretti furono ris co n trati nell'infermo di tui si l'en discor·,:;o: anzi e,:li pre.>entò pure un altro fallo molto importante . cioè che le iniezi oni 'escicali.

Il• l" fratturr 'iJ•:ci del pu!>e mancano taato ra.ranlt'nte i sintomi di olclla r e<l'ica o deil'uretra, che taluni autori li anno,·erano fra i sintomr rree,.,,,.ri rlelle dette per fermo, E. Rose notoJ che su iO casi t.li frdtlur;l hen Cu ll>latata d• solo una ,.olia maoca,ano i disturbi nell'cmh:Jivne e sopra 11 r·osi raccolti da Streubel n<'::;li ospeflali (li l.onolrn, in 9 casi delia ,·escica o dell'urelro; negli nltl'i tre non fu arclll'tat:t pcr·ch•· morirono nel primn !!iOrno t! non fatta la autopsia.

DI DI<:L BACINO, ECC.

. , non erano rimesse se non in minima parte oche · · d l a 1 te1··1-m<> evacuativo. ed invece cresceva Il l1vello e - col ca e . . . . .

. .· : ·po·tabile nlevata nella zona eprgnstrrca.

1 :s " . . .• r n ·e,•uenza la dia!lnosi dt laceraztone della "escu a Il co :-- . . ,.. .

. e se non certa. probabile <tuella an·e 1n · ' ' . p l no e del pube de:>lro. \l di ' tacco d ella dP l mc l - • • • • - • l -. . . . . ·o-iliaca non si penso, gtacche dt <tne,.,t.l e:slone s.tc< . . . d l

- ..· altro indizio . tranne la di:>t urh ata funzJOnallta enon eia" . . . . .

. t o del tncerto m un ca:;o cost com l'arto, sul om .. -· plieato e cosi gr.n·e.

L. ·u · rilevante complicazione nel nostiO caso, quella •l ('l f l .. . co l· rapidamente. a morte il poreJ·o PuiiZZt, u o che li " sho,.k. Xon sarit inutile soffermarsi un _su que_:;to accideute tan to comnne nei addomrnall e specialmente nlllle contusioni .

Il torpore traumat ico. spe;;so nrortale. alle . . '·c otlli'"ddome non isfuarrì alla gagace e mmula ,,.a n l'e' " ... _ .,,.... . . . ,...

··el·vazione derrli antichi clinici . :\la le tnterpretaZIOOI da o""' " . l ' l loro dale al fenomeno eran o poco soddisfacenti. " o stesso l '" rr ( l ). pur confermando il fatto, si astenne dal pre- 011'/lnnt . . . . .. •. _ ,;tare il suo as5enso alle teorie dt altn patologt per t:spte ·•arlo nè Yolle formularne una propria.

"' . del torpore traum atico deriva dalle rl cer·che La pa1ogencs1 · . . . . moderne di anatomia del nervoso e di fh.JOiogm e patologia sperimentale. sopratullo per opera di C. Bern ard .. d. \ lp' an SchitL Lms. Goltz. Seabrook, ecc. dalle qunii l ll l< ' • d ricer,·he non solo emerse, com't> noto, !'esistenza dt ue ordilli. rra loro aotagoni:;ti di neni Yaso-molori e.l'azi_one che l.l paral is i o di que;ti esercita SUI vast e su lla funzione e nutrizione deg(i organi, m:t fu sper·imentalmente

S•d; e ccwse ùeUe malattie anatomicamente invtstigate, !.i- ' l l < • hl'o '. " kfier:l 54l'l .

(Goltz. Seabroock) l'inOuenza p<lralizzante degli agenti meccanici sui centri vaso-motori.

Onde. dalla pluralità dei patologi ogi!i i fenomeni dello sltock sono considerati come l'e:;pressione e fa conseguenza della paralisi cii questi centri, prodotta per via ritlessa dalla contusione o commozione dei ner\'i sensitivi ( l ) . Fra i nervi vasali il più disposto a risentire gli efl'elli p:1ralizzauti delle violenze e:;leme è, secondo Fischer, il nervo sp/ancnico.

TI Loreta attribuì uua dirersa patogenesi alle due forme cliniche con c:ui può presentarsi lo facendo dipendere la forma torpida da paralisi dei nervi Yaso -costrittori e la ft>rma •;relistica da inilazione nervi vaso-dil:llatori (2).

Carattere clinico distintivo delle due forme sarebbe principalm ente la mijsi nella forma torpida, la midriar;i nella eretistica.

Quanluuque non abb ia visto riprodurre da altri autori le idee dell'illustre clinico di Bologna, pure lto vo'luto far ne cenno per la loro importanza messa in rilievo dallo stesso Loreta. Imperciocchè, dalla diversa interpretazione· patoge netica delle due forme derivano delle indicazioni cu rali ve, parimente assai diverse, e si può come in lafuni casi di shock il cloroformio giovi, e la cloroform izzazio ne sia tndicata. secondochè Yolem il :\eudorfer: in altri il clorofo•·mio sia nocivo, e debba essere proscritta la clorofo rmizzazione seconrio il consiglio del Fischer.

.Xel nostro infermo il quadro sintomalico, l'esito pronta-

(l) 1-i:OENtG. Chirrn·yia genuatc. t•aduzion.. it;aliana, !SS;, pag. L nrLLIIOTfl u!Ut "''"'"' Al< T Eli. Allgtmeme chirro·gi$chePathologie, tSS:;, png. t18. Tu.r.I!ANNs. Lelwbuch <ler uUgcmeine Chwu.rgie, Leipzig, lS92, pag. 'l:i6.

(i) Pror. Lour:: r A. Di alcuni fenomeni consecutivi alle contusioni àe/l'(l!ldome P della colonna ve•·teb•·ate, Bologna, 188:1.

DI FRATTURA DEL BACINO, ECC. 14.57 nte letale ed anche il tisultato della necroscopia pongono me . f : a·oani dubbio la forma torpida del collasso traumaltco. UOII ;, , Ricordo appena il delirio finale, il quale fu certamente l espressione dell'infezione m·emica che concorse ad l'esito letale . E l'm·emia trasse origine da due condJZtOnt; dalla diminuita secrezione di urina per la mozione renale, e dalla decomposizione e dt lJuella versata nella cavità del bacino. . . rencro in ultimo ad un altro fatto, che pur parmt degno ili . nota: il versamento siero ·ematico nel cavo perttoneale.

Di 4uesto :;pandimento che era un semplice transudato iacchè mancava qualsia:;i traccia di t1ogosi del per·itoneo, ragione la stessa condizione patogenetica dello stupore tri'lumatico e precisamente la paralisi dei nervi vaso-costr·uttori. Giit dai ben noti e:>periment.i del Goltz, confermati òa quelli di .Bezold e Bever, era risultato che, in seguito alla paralisi vasomotoria cagionata dalle ripetute percosse sul ventre delle rane (Goltz) e dal taglio dei n erv i splnncnici (Bezold e .Bever). il tono vasale, specie delle piccole arterie, diminuiva, e quindi il sangue, per la defkiente pressione arteriosa, si accumulava nelle vene e così slabili\·asi una iperemia passiYn, soprattutto nella rete venosa addominale. Ed il Seabrook r·ipetendo, di recente, gli esperimenti del Goltz, non solo.sulle rane. ma altresì sugli animali a sangue caldo, otteneva 1 medesimi effetti ( l). ;\l a, quel che più imporla, l'osservazione clinica e quella anatomico -patologica hanno costantemente confermali i risultamenti della patologia sperimentale .

In c.:onsegnenza, non .vi ha dubbio che anche nel caso a me occorso la congestione yenosa del peritoneo, dell'intestino ed anche degli organi parenchimatosi del ventre, al pari del

1458 SOPRA UN CASO DI FRATTURA DEL BACINO, ECC.

trasudato siero- ematico raccolto nel cavo peritoneale, traevano origine dalla paralisi dei centri vaso-motori .

Ora mi resta un ultimo quesito: si poteva nel Pulizzi istituire una terapia chirurgica più alliva? O: con altre parole, era conveniente ricorrere ad un atto operativo per anda r·e alla ricerca della lacerazione vescical e e sutumrl a?

La risposta non parmi difficile, perciocchè risulta evidente dalla 3toria clinica come lo stato grave del1'10fermo non permettesse a ltro che l'applicazione di un catetere a permanenza nella vescica ed una cura medi ca, sintomati ca; in altri termini una terapia aspettante. E questa appunto fu adottata .

D'altronde, anche i chirurgi moderni solo eccezional mente reputano nlcessario un intervento diretto nella cavi tà dell'addom e per ferita extra-peritoneale della vescica, accon tentandos i," nel più dei casi. di tener vuota l' urocisti siac;n-ti catetere a permanenza, sia con un tubo da fogna tura applicato attra rerso una ferita preesis tente od attraverso una bottoniera ( t ) .

:\l a, pure ammesso che nel nostro paziente si fosse voluto ad ogni costo procedere all'apertura del ventre, la sede della lacerazione era tale, che avrebbe reso, più che diflicite, imposs ibile l'esecuzione della sutul"tl . Ed allora il chirurgo o si sarebbe dovuto limitare all'applicazione di un tubo da fognatura,!!! all'allo inefficace per un a laceraziçne cosi ampia e situata tanto in basso: ovvero, per farsi strada, avrebbe dovuto dividere la sin lisi pubi ca od incidere il peri neo; pratiche, come ognun vede, inop portune en trambe e di assai dubbio etretto.

(l) V. Ko!xtc, opera citata, pa)l: Hil Vol. II.

Resoconto

STATISTICO E TERAPEUTICO ·

DEL l" RIPARTO MEDICINA

DELLO SPEDALE MILITARE DI PIACENZA PER IL }o QUADRIMESTRE 1892

Lettura fatta o.lla conrereuza scientifica del t6 agosto 189! tlal dott. cav. Liborio Baruft'aldi1 maggiore medico.

Gl i ammalati in cura al l o gennaio 1892, allorchè mi venne alfi data la di1·ezione del t • reparto medicina, erano 63 , che sommati coi 362 entrali, fanno un totale di 425 curati, i anche i rimasti al l• maggio, i quali figurano nelle relat ive colonne di esito , a\·endone io stesso completata la cura.

Il seguente quadro nosologico riassuntiYo abbl"accia in un colpo d'oc chio tulto il movimento del qoadrimestre:

La direzione di una sala di ammalati in uno spedale · litar·e, nei primi mesi successivi all'an·i•o delle reclute ai corpi, assume un interesse maggiore che negli altri mesi dell'anno, per il numero e gravezza delle malattie da llequali sono colpiti specialmente gli inscrilli, nonchè per la natura di alcune altre infermità contratte dalle reclute prima del loro arrivo solto le armi.

Xella rapida rassegna delle entità morbose di magg iorinteresse mi fermerò, anzichè nel campo delle teorie . in quello più pratico delle osservazioni cliniche e cons iderazioni terapiche, permeuendomi qualche an"ertenza alla ad impedire l'accettazione di inscritti che non offrono tutte le condizioni fis iche per un buon servizio militare.

Morb illo . -L'epidemia morbillosa solita a manifestn rsi all'arrivo.-delle reclute ai e che nei an ni e,·a il suo di intensità dal:a metà di febltraio met i1 di marzo, in quest'anno, per l'anticipazi:me della al a d · · · chiamata, cominciò a manifestarsi in dicembre e a1 pr1m1 di marzo il periodo epidemico era cessato.

La malattia ebbe un decorso benigno co n nn sol morto :)· 1 cu ,·ati· furono inYiati in licenza di convalescenza sopra · , . _ . . . , minore di tre mes1 :\ . 3, 111 ltcenza d t un_ anno N: 4. _ malauia ora assume un decorso benigno ed ora si in tutla h sua malignità e ri mena strage.

L'intensit il ùel morbillo è varia nelle dtverse eprdemte, ed in ste5so ospedal e , nell'anno decor:'o, i morbillosi rag:!iunsero la rilHante cifra di 1:38.

A ,-pie}!are l'intensità si ricorre alla o minore refrauarielit degli indiYidui in relazione coll'intervallo magaiore o minore fra un'epidemia ed un'altra, ma que:;ta legge è applicabi le ad una popolazione fluttuante come è la milil<lre per la quale sembra più ammissibile che il mo· mento eziologico principale sia la rigidità ed incostanza della stacrione inrernale.

TI fatto e bene accertato dalla esperienza giornaliera e dalle numerose stati:;tiche raccolte dagli specialisti e ,;pecialmenle dallo Ziemssen, che il morbillo nella popolazione civile e nell'età adulta difficilmente _i cnr(ltteri eli malif[nità, come di frequente accade ne1 mJitta1·i. fa :;upporre essere la causa riposta non giit nel virus ma nell'azione di certe influeuze atmosferi che o tellu ricbe mal determinate, le quali ri,-erberano a danno della salute de i soldati. come quelli che presentano la recetliv itil pet· le speciali condizioni della vita militare e mas· sime pel loro ngg lomeramento nelle case r·me, e sopratutto a danno degli in scritti delle proYincie meridionali, per b mag - giore disposizione ai catarri delle vie respiratorie, dovuta al rapido cambiamento di clima cni devono sottostare. complicazioni polmonari ho agli espettoranti associati ad acque aromatrche eccitanti, e quando erano interessati i med ii ·e piccoli bronchi, alle ver.tose secche in gran numero, larghi cataplasmi ed alcoo l a do i generose.

Df'i 51 curati, Lì sono anziani e 3D inscritti. Appartengono all' Italia superiore 6, all'Italia media 19 ed all'Italia inferiore 24, compresovi il morto. La prevalenza degli inscri tti e dei meridion al i, è evidente, come non è dubb io che il freddo è l'agente principale della intensi tà e gravità, per modo che io credo che fra i vantaggi -ehe il ministero della guerra si ripromelle di ottenere colla chiamata alle armi delle clas:'i di leva in primavera, non ultimo sarà la diominuzione della morbidità e mortalità nell'esercito in genere e dei morbillosi in speci e .

Cura . - morbillo legf!ero e senza complicazioni la cura è stata limitata alle pozioni diaforetiche calde ed agl i eccitanti durante tollo il periodo dell'eruzione fino alla cessazione della febhre.

Ebbi ad O$Servare che negli individui di costituzione no n molto robust a ed in quelli affetti da malaria, il cata rr·o dopo il pér·iodo di des4uamazione, assnmeva un corso lento con escreato giallastro e puriforme, tosse molesl::r. disappetenza, febbre alta con esacerbazioni vespertine. sudori profusi, in una parola tutti i segni fisici e fenomrn i generali della lisi polmonare .

Il fenato di chini no alla dose di un grammo al giorn o mi ha dato tanto buoni e così costanti risultati che mi sento indotto a raccomandarne l'uso ai colleghi in casi consimili.

CLINICO TATISTICO E TERAP.EUTICO, ECC. U.63

Risip ola. - I casi di risipolafu rono 13, dei quali alcuni gravissimi. ma tutti con esito di guarigione.

Il numero dei sostenitori della risipola idiopatica è an · dato in questi ultimi tempi asso tti gliandos i tanto che ormai è da tutti ammesso che la risipola è sempre traumati ca o chirurgica: una sol uzi one di co ntinu o della pell e e delle mucose è la porta per la quale penetra ne:I'organismo il germe infettivo .

La risipola è una malattia da infezione che primieramente i> locale e che propagasi in seguito all'intero organismo pro · vot.andovi disturLi genernli, l'infezione di tnlla la massa del sanJ!ur.

La natur·a pal'<lSSitaria della risipola è accertata ed il mi· croeoeco a ne è l'agente gener-atore . Fehleisen n e ottenn e la coltura, che poscia inocu lò nell'uomo peovoeando lo :-viluppo di ri si pola tipica.

Fra la moltiplicttà dei rimedi tendenti a distruggere lo streptococco, il suhhlimato corrosiYo ebhe la prevalenza . e la :>oluzione all'uno per mille per iniezione ipodermica fu rila più potente e sicura .

1·ome è solito a\·venire, questo rimedio non corrispose e)!ualmente bene nelle mani dei diversi autori che lo esperimentaro no.

\ell e risipole gravi il dottor Carusi, specialista in sifilodermopatia in Xapol i, · la trovò inefficace, non per· la soluzione in se stessa, ma per il tempo troppo breve che rimane a contatto coi wcchi, insufficient e a per cui ne accrebbe la potenza deleteria, po:-tandone la dose all'uno per cento .

li ri,;ultato, a qua nto egli asserisce, fu brillante; ottenne la sparizione della: rehbre lin dal primo giorno e la completa

Resoconto

guari;.!ione a capo di 3 o giorni in due casi gravi di risipota con fenomeni cE>rebrali .

E;d i inieltò da uno a due centigr . per Yolta in diversi punti del! t tumPfazione resipolacea, per modo da non olll'epassare la dose di i. centi;:;r. in 4- giorni.

:\el mio .:errizio allo ;;pedale militare di .\lilano ebbi campo di e,perimentare con huon successo la cura locale della risipola col :>uhlimato corro;;iro, già da tempo in uso quell'Qspedaie. ed adoperato con costante buon risultato dal fu Falcone, e dai signori mag;!iori Calderini e Yalli!,lP-

J ca.>i anlli in cura in quest'ospedale, e fra questi alcun·i gr·avissim i. valsero a confermare l'esito gia ollenuto a Milano, ed a persuadcrrni clJè, se CJIIesta cura equivale alle iniezioni ipodermiche di sublimato all'l p.%. è certo di più facile applicazione e di ne:;sun disturbo per l'ammalato.

La miscela è cosi composta :

Collodion. gr·. trenta: olio di ricino. gr. cruaranta; sublimato cor·r·osiro centigr. quindici .

Si distende la miscela con un grosso pennello sui contomi della ri,;ipola in modo da comprendere una zona di ente ammahta ed una porzione di margine sano. Se ne fa un'appli caz ione al gior·no, e per la cura completa bastano da tre a 'Jll:lltro . .\Ii parve pm·e Yantaggioso il coprire la superficie risipelacea e dal contatto dell'aria con fenicata où al sublimato, specialmente quando e:.istono larghe flittene con perdita dell'epidermide,

Le tre storie cliniche che qui in succinto riporto varranno a dare una eh i ara idea della grarezza della malattia e dell'efficacia del rimedio.

Sampielro Luigi , soldato nel 1·3° fanteria, era da 5 giorni in cu ra quando io ebbi la consegna del reparto.

CL"ICO STATISTlCO E TERAPEUTICO, ECC. 14.65

La risi pela si estende a tutta la faccia ed interessa anche parte del cuoio capelluto. La tumefazione è enorme ed il yolto deformalo. incosciente, temperatura 1.0°,4.

)l <l ttino del 5 gennaio pennellazione al sublimato.

)la !lino del 6. :'\I inore tensione della cute e di colore più sbiadito. l'ammalato è presente a se 3tesso, temperatura :l8".3. Si rinnora la pennellazione.

)iauino del 7. Il proce:)SO risipelaceo è al suo fine, la febbre, si ritiene guarito.

11 $Oltiato Scacchi Eugenio, del 4.:3" fanteria, è entrato allo :-;pedali:\ il 28 f'>bbraio in preda a delirio per re:sipela chtl, a contorni irregolari, estende dalla regione zigomatica destra e palpebra inferior·e corrispondente a tutto il naso. guancia sinistra e dell'orecchio. La parte r luc.:!nte e tumefatta .

Una larga flittene a contenuto si eroso traspat'ente occupa la t·egione zigomatica des!ra, temperatura 39°,4, li'ngua impaniata .

Ore 3 pom. del 28, pennellazione al sublimatCI e purgante rivulsivo.

.\1 mattino del 1° rnàrzo mi viene rifet·ito che ha delirato tutta la notte ed a stento potè e5sere tratlenuto a letto da due piantoni. ConstalO alla regione parietale dPstra una tumidezza circoscritta da bordi ben limitati. pastosa alla pressione e non comQ nicante col processo risipelaceo, per modo che snppongv trattarsi di effusione da contusione, riportata nei moti convulsivi durante la notte. PerJuranl10 il delirio ed a garanzia di pericoli maggiori 1-11 i faccio applicare il corsetto di sicurezza.

La tempera tura è ancora a l , ma la Il nssione coè diminuita, e l'arrossamento si disperde in modo grud uato nei tessuti sani.

U.66 UESOCONIO

Si rinnova la pennellazione.

-'lattino del 2. Continua il miglioramento nei sintomi locali. è cessato il delirio, per,;iste la fe bbre a 39°, cbe ritiene sostenuta dal suppurativo manifesto nel punto della supposta contusione. Coll'incisione della raccolta marcios:t cessa la e l' ammalato in pochi giorni.

Il terzo caso è quello del soldato T ri,·ellato del i." cla sse '1869.

t indiriduo robustissimo, di temperamento sanguigno : asserisce di ave r solrerto per due mes i di febbre malarica ., nell'autunno 1891, essendo di guarnig ione a Roma. Tutta la facc ia è invasa dalla risipela. A destra, dal padiglione dell'orecchio si diffonde al proces:'o mastoideo, regione sop ra ccilia r e e porzione di cuoio capelluto. .

Si notano diverse flittene che incise lasr.iano scorrere una s ierosità leggermente torbida.

L' infermo è in uno stato di subdel irio, ha l'alito fetido, lin gu a impaniata, temperatura 39",?.

Si applica la solita pennellatura, ed internamente si danno delle canine di calomelano e 'gialappa . Xel mattino seguente, 3 marzo, si nota l'arresto e diminuzione della flogosi risipelacea in tutta la sua estensione, se si eccettui un limitato rossore che dalla radice del na so si è diffuso verso il mezzo dAlla fronte . Continua la febbre a 39° ed il subdelirio. Si rinnova la penn ellazio ne.

:\fatti no del 4.: condizioni 'locali stazionarie, mente febbre a Altra

Mauin o del i:>. La è in co mpleta risoluzione. La febbre a 38.,3 e nelle or e pomeridiane a 40°. La palese contraddiilione fra i sintomi locali dell a risipela e la persist enza della febbre risveglia il sospetto che possa trat-

CLINICO STATISTICO E TERAPEI.:TICO,

tarsi di malaria. Infatti prescrivo il chinino per bocca e per via ipodermica ed oaengo la cessazione della fehbre e la duratura. . . .

f[,•o tifo . -L a diagno:>i della febbre ttfotde presenta sene difficoltà per la comunanza di alcuni con altre nel suo periodo d'invasione.

termometrica biquotidiana è il criteri o più e pratico per una esatta di agnosi àill'erenziale. [ l cor::o della temperatura, se trattnsi di tifoide, presenta carnll eri cosi spiccati e distinti da escludPre se nza ziooe 0 ri:;en-a qualsiasi altra infermità. Infatti l'aumento dt un arado di cnlore da un giorno all'altro, la di1TereD7a pure l'l di un grado tra il mattino e la sera dello stesso gtorno, sono araduali e costn n11 rifP.riù ili :-tlla sola tifoide, du• l'> r·ante i primi 4 o 3 giorni, fìnchè la temperatura ha ragaiunto il massimo ch e deve pres entare. Il J nccoud, sulla :corta dplle proprie ossen·azioni e di quelle di tre disti nti quali il Wun derlich, Gr iesi nger e Thomas, ha duto di pot ere elevare a leggi le tre proposizioni seguentt:

Cna malatti a. che al primo o secondo giorno presenta una temperatura di 4-0 gradi non è febbre tifoide . Una ma· lattia che dopo il 4° giorno- ha una te mperatura inferio re a 39 gradi Oo)n r febbre ti(oide. Una malattia che .nei primi sette giorni presento, anche per uria .sola. volto, una temperatura normale non è fehhre tifoide. Questi precelli, che da vent:i anni ri ch iamo nella mente nei casi oscuri e dtflicili, mi fu rono sempre di aiuto e guida nella diagnosi e sono intimamente convinto della loro pratica im po rtanza.

La nota dominante nell'ulteriore decorso della malattia è l'a ltezza della temperatura, qualificata da un a serie d i disordini cerebrali e nenosi che minacciano l'es;stenza del malato.

Alì' elevazione termi c::t ed all'az;one del rel en o tifo i de sull'or- ga nismo è parimenti da ascriversi l'adinamia più o meno r.na in questa malattia, e l'indebolimento dell atlmta cnr·tlwca. distasi in dire1--·1 or·aa · f • " "' 0 1 con aa, da cui le forme cliniche della trombosi e dell J·>l i· precisamente iu lfUesto secondo periodo che ?'u dJ frequente si osserrano esiti letali dovuti all'esaunmento dell'oraa nismo ed alle compi· . . "' JCazront ora accennate, esiti letali non rari anche nella a >anzata con>alescenza. come appunto an·enne nei due decessi che ebbi a lamenLìre e che sono:

Soldato -'Iaiol ulio del 21 artiglieria, giit convalescente e da alcuni giorni :llzarasi da letto, fu col pito Yerso le ore <> pom. da dolori acutissimi all'addome, vomito, co!asso e rnorira alle ore 1 ant. del giorno susseguente per perforazJOn e IOtestinalc, lesi one che venne conrrollata sul tavolo anatomi co nell'ultima porzione dell' "le f • 1 o, ra una spe.>sa prgmentazione bruno, residuo di cicatl'ici consolidate. so ldato prorenira dalla sala Yenerei ed era all'ello da gravt di sìfilide secondaria, complicazione che non poco anù contribuito alla sua immatura line:

' L'alt ro è. il soldato Conti Daniele del .u. fante;ia, entrato nell rl ?6 dicembre e morto il ?7 marzo. Era da parecchi apiretti co, mangiaYa con avidità, ma molto prostrato dt fvrze . lmproYvisameote fu preso da disordini cerebrali. allucinazioni, incoerenza delle idee ct·' o . . . , Lpnea.

.posti in relazione colla sua gra>e anemia e completa mi convinsero si trattasse di anemia cerehrale, e per con,egue nza ricor;;i ad un trattamento e.ssenstimolan te. Subentrò per qualche giorno una calma for iera di pitt gravi complicazioni. L'arto inferiore SIDJstro si fec e edematoso cd in breve tempo raggiunse un volume enormr, determinato da trombosi delln vena crura le.

CLINICO STATISTICO E TERAPEUTJCO . ECC. H69

In pari tempo l'orina divenne scar:;a, polso frequente, aritmitico, frequenti lipolimie.

I circolatori si fecero più accentuati e generali, le .·ontrazioni caròiache imperceu!bili, sotlio alla punta in primo tempo, idropisia gen erale.

• 11 quadro cli ni co appa riva così eloquente che non esitai a formulnre !a òi asistolia per rammollimenlo acuto del miot:nrdio co n insullìcienza della mitrale da ileo - lifo.

L'indicazio ne ternpeutica non era dubbia: rinforzare la spi nta cordiaca, accrescere del miocardio, ciò che cercai raggiungere cogli alcl)o]ici, etere e digitale. purtroppo la prognosi prevedevasi infausta, stante la intensità e rapidità delle successioni morbose e dello stato di adinamia in cui trovavasi l'ammalato, ed infatti dopo giomi il Conti cessava di vivere .

L'autopsia confermò la grave dilatazione del veotricolo sinistro il cui tessuto era molle, di color cereo , e le pareti sotlili, flaccide e slìancate, per modo che verso la punta avevano assunto l'apparenza di un cui di sacco . La •alvola hicuspide è insuflìciente per i soli effer.tr della dilatazione: abbondante raccolta sierosa nel vericardio, cavo pleurico e peritoneo. Ulceri intestinali completamente cica trizzate.

Cura. - Xella della febhre tifoide è da molti raccomandato il calomelano nell'intento di disinfettare l'intestino nel quale è specialmente localizzato il virus. Io pure l'usai ma non constatai alcuna favorevole modificazione nel processo infettivo. L'indicazione fondamentale della cu ra è stata diretta a :sostenere le forze ed a moderare l'eccessivo calore. Ho perciò alimentato gli ammalati con brodi e qualche tuorlo d: uovo iìn da principio, limitando gli eccitanti al pe - · riodo di maggiore prostrazione. Per sottrarre calore, oltre alle grandi quantità di acqua ed alla moderata ventilazione intor·no all'ammalato, ricor·si ai r ipetuti involgimenti col lenzuolo nell'acqua fresca, dal qual mezzo bene spes>o ottenni pure qualche ora di calma e sonno riparatore.

Febbre malm·ica. - P iù volte la mia attenzione tanto, al serrizio del re:.rgimento che a quello è stata fermata dal numero sal ien te d'ammala ti affetti da tumore spien ico negli inscriui di leva provenienti da luoghi infetti da nei primi mesi del loro servizio militare ai corpi. E noto che il tumore splenico è in relazione dir·etta colla durata ed degli accessi febbrili, come è pure no.Lo che vi sono tumefazioni di milza stabilitesi in seguito ad infezione cronica da malaria, senza che sia mai preceduto un solo accesso di febbre.

Pare cchie volte gli accessi febbrili insorgono dopo disordini dietetici, cau;e reumatizzanti, ecc . ecc. e vengono attribuiti esclusivamente a quest'ultima causa occasionai e per cui il paziente non sospetta nè si cur·a del veleno rualarico latente. Molt i inscritti che si presentano avanti i consigli di leva, si trovano in queste condizioni, e pur avendo un notevole ingtos·amento lienale ed il pallore proprio della malaria, sfuggono all'occhio esperto e del medico. che, sotpreso dalla defìcenza di d ifet t i fi'ici apparenti, dalle sutlìcienti masse muscolari e da un colo rito modificato dalle abbondanti libazioni e da quello stato di eccitamento psichico comune a Lutti g li inscritti, ne pronuncia la idoneità.

11 colorito poi della cute, i.:;olat 1mente considerato, non costituisce un cri terio s icuro della malaria, perché esso è dato dalla fusione di due colori, cioè quello offerto dalla pigmentazione cutanea pr·opria dell'individuo, e quello fornito dalla discrasia sanguigna onde c affetto , per cu i ne

. lt no v·lrie aradazioni comuni tanto allo stato sano che nsu a ' roorhoso. in altro modo si possono spiegare l n questo e non . . . . - casi di infezione mal anca che sfuggono alle vtstte . . · d mediche e che in seguito ingombrano. l no strt e. lano ·1 numero aiornahero degh ammalati 10 quai- aumen 1 • · . Se allo st.ato di m ora le depressiOne ed a tutte le uer e . . d. · Il ·e cause inerenti al ca mbiamen to del Sistema l vrta. a l d Il l ·nnuiscono a debilitare la resistenza oqpntca e e ne 1 1 · · f ·1 l le "1. aaniunae l'infezione CI'O n ica da ma arta, c acl c ree u , , ' l')l') " rcredere quali possono essere le p · d' · h corr. L'effett o del virus malarico sugli organ l lversr c e ...pongono l'apparat(• emato-poietico è appunto di durre una nlterazione istologica del sangue, che S t co lla prostrazione manifesta delle forze lisiche e della energia psi1:hica. . . . .

L' r(]ano che subisce i maggrorr gnastl dal mrasma pao o . . lustre è la milza. Da un li eve ingro;;samento per .'peremta l ·t·ca può assumere un volume considerevole neuro-para ' 1 , per diffusa del tessuto da CUI distruzio ne dei globoli rossi con eccesso dr prgmento nell'organismo. . .

Le cifre della tavola seguente >algono a drmoslrare rl rilevante numero delle infezi oni malariche, negli inscritti, numero tanto più significati vo se s r. che non si tenne calcolo che dei tumori YOiummos1 ed apprezzabili dalla sola palpazion e, com e. che .non lasciar luogo a dubbi sulla grav1ta della les10ne ste:;5a .

Malarici dioisi per co rp i, pe r classi, per {Jraoe::za di reliquati e per esiti di cura specchietto seguente gli stessi ammalati sono divisi per le malattie alle quali era congiunta la malaria.

Jndica:;ionF. delle malaLtie colla complican::a malarica.

Le seguenti altre cifre, tolte dalla relazione medico -statistica sull e condizioni sa nitarie dd!'esercito neiranno 1889, sono una chiara conferma del rilevante numer o dei malar·ici dichiarati idonei al servizio militare a\'rtnti i consigli di leva.

Irw:ritti d1:chiarati rioe dibili e riformati dai corpi pe ,. cachessia palustre in seguito a rassegna spe c iale, disti nti pe r regione di nascita.

:;TATISTICO E TERAPEUTICO, ECC.

. · ·cun occhio separatamente, senza lasciarsi deviare iO Cl!b . . dalle apparenze esteriori, per quanto buone esse stano . l\11 are che tale inten to potreLbesi col completare fa visita avanti i consigli di leva , ponendo l' inscr_it.to sopra un letto, fornito dal locale distrello, e nella postzto ne

Come vedesi il totale dei ri,·erlibili e riformati per rassegna speciale in tutto l' esercito in uo anno ragg ian(!e la riguardeYole cifra di 616 , cifra che non i! supe rata che da i rivedibili e riformati per debo:e costituzione .

Se per qu est'ultima imperfezio ne non è possibi le il per· fetto accordo fr a i pare ri medici, e per le diiTerenti e speciali co ndizioni in cui ciascuno si trova avanti i ecosigli di leva e per l' di stahi lire l'anello di congiunzione fra l'idoneità e l'in ettitudine, pari difficol tà non mi sembra vi sian o per le affezi oni cron iche da malaria, tanto più ch e non trattasi in que:; te visite di tracciaf"e con matematica esattezza i limiti della milza, che ne mancherebbe il tempo, ma semplicemente ùi Yalu tarne le alteraz ioni anatomiche più grav1 iu relazione alle condizioni gene1·al i deil'organis mo. che sia più facile il pr evenire che il provvedere, a me sembra ne cessari o che il medico, prima di pronunciare la parol a abile. si assit:uri dello stato della milza, co me è prescritto di assicurarsi dello stato dei denti, e della funzione visiva lo feci di già quest'esp erienza nd 69° fnnteria , di resi·denza all ora a Parma, che riceveva molte reclute da luoghi infetti da malaria. e po,;go afferm are di arerne avuto molto senza alcun in co nveniente. .. hCC.

. . come la pi ù convenie nte per un pronto e factle ptO,l, . rlegli co nten uti nell 'addome. e della mtlza in :-.pecial modo, indice dell'infezione malarica. Così pure .J.ovrebLe:;i faro all'arrivo òegl' in :;c r·itti ai corpi, allo scopo -di elimi nare subito coloro che all'etti da voluminoso tumore splcnico sfuggiti alle preceden ti visite, e per_ sottoporre n cura nell'infermeria o nello spedale quel h ch e .si giudicassero guaribili in poco tempo, bada ndo sopratulto di non perderli di vi sta lino a guarigione completa. Se la cura di quest' ammalati può causare qualche lieve r itard o nell' istruz ion e militare, si può e:;sere sicuri che questo tempo ci venit ri compensato ad usura nei mesi consecutivi, col minor numero di ammalati e colla minore gravezza delle mal at tie> a reale delle famiglie e servizio militare.

La mia co m-inz io ne mi spinge l t'accomandare ai giovani colleghi ch e se1·vizio ai co rpi e negli o:;pedali di non tralasciare mai di ricorrere all'esame di r etto della milza colla palpaz:on e e percussione, qualunque possa essere l'affezi one accu 5ata dall'ammalato. in tal modo si daranno ragione di molte fehhri credute eftimere e che sono invece malariche. e di al tre infermità tecid ivanti che sono dalla malariil.

I nfine non devesi dimenticare che il soldato è fatto per la guerra e che deYe ad ogni i"tante essere pronto a so$len.e_ra i disagi di una campagna . fors'a nco fatta nel tuo:-e dell mverno, come (jltella del '1870 quiudi una grande re:ponsabilità medico, al quale spetta di preredere e pr-0 ,._ veaere che soldato sia atto a tutte le fatiche, tenendo presente che a chi _ è affello da tumore splenico sta sospesa sul capo la spada dt 0 .1 mocl e, dalla quale può essere colpito da un momentn all'altro .

Cura. In tutti i casi d'infeziùne malarica, in specie dove trattavasi di combattere il tumore ·plenico, oltre ad un buon nutrimento e vino generoso, ho dato Olo{ni mattino cinquanla centigrammi di ;:olfato di chinino.

. Già da si conosce l' utilitit e impor·tanza dei composti di arsenico e ferro nella cura delle febbri ma lar·iche: del loro modo di agire si sono date spiègazion i di verse e disparate:

O$-rl?i però che il ' Jarchiafava e Celi i colle lor·o r ieerche hanno accertato che la mala tia è dovuta ad una forma òi par·assita da essi denominato plasmoìio, che '"i,·e nei gloh ul i rossi e che l'emogl•lbinn in melanina, si è indotti a credet·e che l'azione di questi rimedii ,;ia appunt o quella di ricostituire e ri generare i globuli r·oss i sta ti dis tru tti dal pa rassita, di migliorare le condizio ni di nutrizione general e. di r·endere più efficace la chinina nell e febbr·i inveterate e nelle congestioni epato-spleniche . .i tal uopo nei due pasti nalieri ordinai nd ogni am mal alo dn ;-; a 15 gocce di li;1ore del Fowle r e due pill ole di lattato di ferro . Completavo la cura dando per qu alch e gi orn o il decotto d'i china avvalo rato dn acido clorid rico al 5 p. l 000.

11 risultato è stato sorp rendente: co l ritorno del colori to. della nutrizione e gaiezza, in poco pilt di un mese vidi sco mparire degli enormi tumori di mi lta che raggiungevano la <·ica- trice ombelic;de. Se in questo periodo di tempo il chinino falliva, dò che an-enne in pochi casi , non ottenni miglior risultato col prolungarne la cura, come non mi corrispose l'idroterapi a, sia con doccie fredde dirette sul tumore spleni co, che colla doccia a su tutto il co rpo.

Del resto i pochi insucces_si non possono a mio credere screditare il ch inino, questo divino rimedio che è l'antidoto del veleno malarico.

Ad arralorare la .sua efTicacia termino col dire che nessuno dei cnrati lino a l 6 è rientrato ne llo spedale, éiò che fa riteuere l'infezione malarica spenta o sensibilmente alfievol ita.

/leumalismo articolare. - I reumatismi anicolari furcno tren ta; e tutti in forma acutd, pochi i ,·cra.mente gravi Che, oltre all'indi,•iduale predisposizione, questa malattia sia determinata dal freddo umido, !o proYa il fatto costa nte che Ol-(ni perturbazione atmo,;ft>rica è dall'ingresso nello spedale di un numero determinato di reumatismi arti col ari. Le arlicolazion i maggiormente colpite furono lJUell e della mano e gin occhio .

(s intomi oùbietti vi nella mas:;ima parte dei curati si limitaron o ali<' tumefazione e rossore dei tessuti periarticolari, e nei casi più gravi a co pioso versamento nelle cavità articolali, specie nel ginocchio. Cna delle più gravi complicazioni del reumati,;rno Ì' l' endocar:lite, >erificatasi in due cas i.li soldato )faturo del l Ì 0 ca,·alferia, tlopo remission i e successive riprese, fu impronisamente assalito da disordi ni cerebrali, agi tazicJile, suhdelirio, e da en docardite con aumento repentrno della febbre. frequenza del polso, indebolimento dell'azione cardi;lea, dispnea, rumore di :;olfio in primo tempo turo alla punta del cuore .

.\p pl icai un largo vescican te alla nuca e r ico rsi immediata- me nte alla cura del tartaro stibiato , secon do le prescrizioni del Jaccoud. e cioè 4-0 centigrammi al giorno, dose che ripetei per tre volte, con un giorno d'intervallo fra una dose e l'all.ra . così fortunato fu il soldato R dzareLLi ùel 4-:3o fanteria . Convalescente fu colpito da un secondo attacco. I n poche ore l'articolazione del ginocchio destro !;i fece enormemente tumida per versamento copioso uella sua cavitit. Ricorsi alla. fasciatura inamovibile al silicato di potassa e ne ottenni il riassorbimento in pochi giorn i.

Il miglioramento fu rapido, la risoluz ione completa, e il .\laturo usci guarito con tre mesi di licenza.

) l a altra lesione ben più grave erasi con pari rapidità ed in modo subdolo svolta nell'endo ca rJio. Dall'e same del cuo re rileni soffio aspro e forte in primo tempo alla punta, rinforz(} del secondo tono della polmonare, sintomi della insuilicienza della mitrale. Stante il suo graYe deperimento non credetti indicata la cura col tartaro stibiato; diedi in\·eee il latte e l'ioduro di potassio, ma senza vantaggio: il viz io val direnne ir-reparabile ed il Balzaretti fu riformato.

Cura. - Il salici lato di soda dai dieci ai quindici gramm i al giorno è stato il solo mezzo di cura usato nel reumatism(} scevro da complicazioni.

Sinovite sitrosa cronica. - I colpiti da idrarto furono due sergenti; la malattia si svolse nel ginocchio per le cause comuni reumati che . Molta era la raccolt.a siero:'; .. ma senza dolore e pochi disturbi; e la guarigione è stata completa in ambedue.

La cura consistelle nella fasciatura co mpre!';siva con bende bagnate, massaggio forte e continuatìi, ves cicanti volanti da due a tre per volta . mi pat·ve il ca.:;o di ricor rere alla puntura, del resto a\·era ben pres en te ciò che ii Tillaux ha scrillo in riguardo a questo mezzo di cura, cioè :

STATISTLCO E r:iRAl'EUTlCO, ECC- 14-79

« La puntu ra del ginocchio per versamenti sierosi, della aie si ab usò in ultimi anni, panni vuda proscritta in qu . . un mod o pressochè assoluto, riserbandola soltanto a quer casr oravi di uisten;ione estreffi<l, nei quali si può temere la rotdella ,;inoviale sotto la pre:;sione del liquido. )) cata rro umido l'espettorato è abbondante, compallo, purifvrme; :;e sono interessati oltrd i anche i medii bronchi , ·i è febbre più o meno intensa, tosse stiz,zosa, dispnea, disappetenza con dimaf:(ramento rapido e progt·es sivo . Più d" una volta !lo ,·eui ri correre alla gentilezza del capitano sij.! Our L\osa nigo l'esame degli sputi afline di eliminare il dnhbio di lisi polmonare.

Catat?'O h1·onchir!le. - Le ma lattie dell'albero bronchiale diedero un grave rontiugeute massime di meri,lionali e d"inscriLL i.

La guarigione iu tempo relativamente breve, anche coi soli rit(uardi igi enici 6 la regola ;.:enerale dei catalTi bronchiali fehhrili ne :.(li individ ui di robusta cost1tuziune.

Qu ell i invece di debole costituzione c di temper<1mento linfatiw di preferenzacolpiti da catarro cronico apirettico.

Se il catarro è secco si l;a tosse molesta con poco esc:·eato muc osu il t'reato . la respirazione rumorosa con ronchi e ran · toli :'ibi la nti. In questi casi dopo infruttuosi tentativi di cura, dovetti limitarmi ai ricostituenti e vitto riparatore, nell'i ntento di :;oddisfare indicazione etiologica col migliorare la cos1ituzi11ne ùeil'iudi,·iduo ed attentlere dal tem po la guarigione òe:;idera ta.

Assi curato dell'assenza del bacillo del ricorsi al fenato di ch in ino , e con mia massima soddisfazione l)OSSO affermare di aver avuti vantaggi costanti e positivi da farmi corre;._:ere la prognosi da me creduta meno fausta.

Bronchite W/Jillare. - La bronchite capillare è una fra le malattie più grari organi respiratorii l'ei due casi co n esito letale, la malattia con rebhre alta; il catarro dapPI'ima limitato ai medii e bronchi, con rapidità ;;o 1·prendente si diiTuse anche ai piccoli ed agli alreoli pol monari, provocando di:spnea e grave intossicazione carbonica . Alla bronchite si era aggiunta la polmon ite catarrale. c11 ra. -P er conseguenza la cu1·n della polmonite è stata ristretta a la natura le forza di resistenza del corpo in tutti i casi di debolezza cardiaca e di generale me· diante gli eccitanti (marsala, elixir di china) nelle dosi richieste dal grndo di adinamia individui di costituzione ararilc o deperiti ho dato fin da principio alimenti di facile o' e modica quanlitit di vino come agente di risparmiu. nell'intento di scemare la no ci va influenza dell'altezza della febure.

Ho ricorso con euergia, com e l'imminenza del perico lo richiede va , agli e::;petloranti. ai vomiti,·i, vescicanti. ventose secche ed agli stimolanti piil ener)!ici, ma senza alcun risultato, e gli ammalati do\ attero soccombere in hrere tempo .

[l reperto necroscopico confermò la diagnosi di polmoni te catarrale .

Polm onite . - Vi souo malattie che possono guarire senza l'i ntervento dell'a1'le perchè la reazione smo alla causa moi'IJilira è tale da ricondurre tutlo da sò allo stato normale : queste i• la polmonite tìbrinosa. la sua spontanea guarii.!ione di mostra che ogni cura sistematica è erronea, ma sarehhe errore ancora p iù grave se il medico . inrece della cura colle sue piu precise indi ca zioni, si abbandonasse ad una assoluta terapeutica.

È da rammentarsi che si cura il pn e umoni co e non la polmonite, per cui , ogni qual volta il cor;;o della polmonite non mostra notevole deviazione dal tipo normale, e che la valida costituzione dell'ammalalo ue fa presumere possa ravot·evolmen le reagire al proccs,;o patologico, non vi è ragione di intervenire e de,·esi con 01;ulata sorveglianza allendere che la malattia compia il suo ciclo . All'incontro, do,'e la malattia assume forme allarmanti e devia dal normale allora l'intervento del medico i> imperio.>amente e coll'allontanare anche per breve tempo un sintomo pericoloso, si può dar tempo <lll'esaurimento dei processi patolojlici etl al ritorno dei proce:; si normali, e così salvare l'ammalato.

\li pane pure questo trattamento in due casi, nei quali la polmonite si s\'olse co n mancanza assoluta di espettorato. indizio sempre di organismo debole, di lentezza nel corso della malattia e proclivitil alla caseificazione., ,;ta.si venosa encefalica ho ricorso senza .esitazione alle sottrazion i sanguigne ai processi mastoidei, in- allesa dlll la lit[uerazione dell'essudato la circolazione periferica. Se poi, colla deferve scen za della febbre, il rias.sorhimenlo dell'essudato aneniva lentamente, cercai fa,·orirlo coi vescicaoti e coll'ioduro di potassio. · il miasma palustt·e induce nell'o rganismo alterazioni or)!an iche profonde, distrugge i globuli rossi, porla i suoi deleteri i effetti sul gran simpatico, non deve recar meraviglia che la dispnea, r insufficiente ematosi e principalmente i didella circolazione cardio-polmo nare e cerebrale da parai i;;i vaso-motoria possano causare od accelerare la mort.e del paziente.

Gn,t .delle com plica nze più gravi della polmonite senza dul1bio. la malaria. che, oltre a mnscherarne la fison·omia, è spesso causa dirt:tta di esito letale.

Fra i ventun curati ve ne furono nove nei 9uali la polmonite si sviluppò sul fondo dell'infezione malarica, e fra i tre morti, due presentarano quest'infezione.

Ed in vero l' improvviso e rapido peggioramento dei due infermi che soccombettero non potè dipendere che dalla indebolita innervazione del simpatico, dovuta al veleno malarico versatosi nel torrente circolatorio, in seguito a contrazione della milza provocata dalla flogosi polmonare. r due deceduti sono Gentilini e Settembr·ini, amherlue del 43° fan:eria. Nel primo la milza arTirava all'altezza del bordo co:>tale, nel secondo sporgeva di tre dita trasvcrse dal bordo stesso.

2'\ei primi giomi di malattia, e dopo alte di chinino, furono bruscamente assaliti da esacerbazione della febbre, da fenomeni cerebrali, perdita della coscienza, convulsioni, delirio furioso, coma e morte, non ostante le cure dei siaoori o medici di guardia.

Le note anatomiche più salienti fu rono: epalizzazio ne rossa del polmone alfetlo, voluminoso tumore splenico (ne l Setlembrini del pe<;o di 1?00 gr.), edema e congestione nell'altr·o polmone. slasi cerebrale pronunciatissima.

Due altri pnemonici co n tumore splenico colpiti rlagli sintomi, ed uno anche da paralisi vescicale, guarirono me · diante larghe e ripetute applicazioni di mignatte ai process i mastoidei, chinino fino ad un grammo e mezzo per iniezione ipodermica in poco tempo.

Pleurite . - Le pleuriti cur·ate sono così distinte : numero 8 ad essudato parenchimaL0$0 con poca eiTusione fibrinosa. 5 ad e»sudato interstizinle siero fìbrinoso più o meno in abbondanza. In molti l'audamento e stato cronico e la sindrome non sempre in armonia colla quantità dell'essudato. Alcun i con essudato copioso da riemp ire la cavità pleurale. non avevano febbre, nè dolore pnnlorio, nè altre sofferenze, se si eccellui una l ie ve disp nea e cianosi del volto .

11 sintomo piu prezioso per la diagnosi della pleurite essudatrva è la diminuzione o abolizione del fremito toraco·Yocale, per modo che colla sola palpazione non solo si può diagnostic:1re la presenza del liquido, m,, si può stabilirne l'approssimativa I liquidi endopleurici sono sierosi, siero albumino !ihrinosi, purolenti.

Le vibrazioni del respiro e sopratntto le vibrazioni voca li costitui:'eono il sovrano criterio diiTerenziale per la diagnosi dell'essudato, e gl'inse;;namenti del prof. Baccelli, troppo noti per esse:·e qui ricordati, ne rendono racile e ::.icuro il còmpilo.

Cnra. - siero·librinosi ahbond anti ho fatto largo uso di rivulsivi, specie di ,·escicanti, ho ·ricor,:o agli idragoghi cutanei, non esclusa la pilocarpina per iniezione ipodennica , agli idragoghi rena li ed ecoprott ici, all'ioduro di nel lalle fino a 7 grammi al giorno, al massaggio, alrantipirina, ma debbo dire che l'esito è stato 'erameote scoraggiante. Se qualche miglioramento o guarizione si è potuto con,;tatare, questa non potè essere considerata che come un'eccezione. Oltre al poco o nessun Yantaggio pel riassorbimento del liquido, ho sempre ,·isto peggiorare !"ammalato nelle condizioni gene rali e imperiosa la cura chirurgica.

:Per cui, .se mi è lecito esprimere un giudizio, dirò che, nell'e.%udato pleurico abbondante, il migl ior sussidio terapeuti co <' la toracentesi, il solo rimedio che può salvare l'aroma· lat o, c che dà i migliori risultati anche nei casi più sfortunati e gravi.

La cura medica in>ece mi ha dato buoni risultati nell a pleuriie secca e negli essudati interstiziali lievi. Qual che Yolta rni è occor:;o di dover abbandonare ogni medicamento e r'l\'olgere tutte le cure a ristabilire le condizioni generali deperitè , a migliorare la crasi del sangue mediante una cura tonico ricostitue nte. Con questo mezzo potei impedire che ilil'essudazione si una trasudazione da idroemia iniziatasi con !"edema incipiente alle e,-trem1tà e leggera ascite. lrli operati di suno l !3, dei '1Uali 8 operati nel giugno e luglio. e quindi non compre:;i nel muvimento del quaùrimestre. operati v o usai del Potai n e de l trelfUarti a ·ifone del dottor Parona, che c una modificazione di quello del tenente colonnello llonti. Prat icai la puntu1·a nel 6°,_ o nel spazio interco::;tale s11lla linea ascellare media o postériore. e nel 1• sulla linea emiscapolare, restando il malato se:luto sul letto, appoggiato colle braccia sulle spalle dell"infcrm iere .. feci mai la completa estrazione del liquido in una so!a YOitn, e nello svuotamento procedetti mollo a rilento. ,;pe.:ie se l'essudato era a sinistra. Osservai scrupolo;;amente le cautele nece:'sarie per l'asepsi depli strumenti e della parte operanda .

Gli istrumenti Yeoivano tenuti per molto tempo in una soluzione al due per mille di solfofenato di zin co, e la parte operanda Ja,ata colla stessa soluzione.

A me sembra che costituisca una indicazione urgente della toracentesi l"alJboudanza dell'essudato con spostamento del cuore, quando anche non esistono ostacoli minacciosi del respiro e del circolo, potendo questi insorgere improvvisamente con miuaccia della vita, co mé ebbi gia da osscr\are. È raccomandabile l'intervento chi rurgi co nelle raccolte discrete, ed anche nelle piccole quando, dopo avere sperito la cura medica, ne resti immutatoilli veii<.J dell'essudato. dividui di dehole costituzione cou l'ebbre e prol!'ressivo deperimento i vantaggi della toracentesi sono tanto più pronti quanto più presto riene fatta h toracentesi A que6te pratiche conclusioni, rillettenti la cura della pleuritE: e ·

· e della toracentesi. farò seguire una hrere espos1z10ne caz1on . di alcune storie cli niche più intere,._anti che credo voli di qualche attenzione.

Soldato l\aspini, del 'l ·V ' fanteria, classe '1871 .

È ammalnto da soli due giorni, apirettico, ben nutrito. è assol uta in tutto il torace sinistro, il cuore balle nel lo spazio intercostale di destra nella linea Ja milza è spinta in basso fino all'ombelico . Il occupa !"intera cavità pleurale . Si praticò subito la toracenp si estrnssero gr. 3000 di siero limpido citrino senza alcun inconverliente.

Oopo 13 si rinnova la toracentesi e si altri 1/50 gr. di liquido sieroso citrino con abbondanti 6occh1 fìbrinosi e traccia di leucociti.

Il versamento non si è più riprodotto, ma. l'ottusità alla base qel polmone, dipendente dall"inspes:>imento pleur.1 \e, l'i è proposto il Raspini pbr un anno di licenza di co nvalescenza.

I\ontini Luigi, soldato clas se 1870, del 4-o

È apirettico , e le condizioni genetali buone. li vérsnmento oecupa circa il terzo inferiore del torace destro. ln un e mezzo colla cura medica si ottiene il ria5sorbimento quas1 totale dell'e3sudato. ad una corrente d'aria vien preso da febbre, perde· l'appetito. dimagra e si rinnova versamento che raggiunge l'angolo inferiore della scapola. • ricorre alla tor.1centesi e si estraggono gr. 1000 di liquido lih 1·ihoso con frammenti epiteliali e traccia di leucociti.

Dopo due giorni cessa la febbre, ritorna l'appetito e guarisce completamente in breve tempo . È inviato in liceiJza di convale scenza di tre mesi.

TU.

D'Amato Antonio, soldato 2 l o artiglieria, ·1870, è il 2,1 aprile per bronchite diffusa che si compiica dopo pochi giorni a pleurite e:5sudativa bilaterale. La fcbhre èalta, tosse molesta con escrento abbondante, dispnea impònente, tanto che è obbligato di stare a sedere sul leno. Essendovi minaccia di soffocazione, ritengo urgente la puntura , ma, stante le gravi condiz ioni dell'ammalalo ed in vista d'un a possibile sincope durante l'atto operativo, richieggo il pa rere del signor medico direttore cav . Cavigioli, il qua:e, dopo la visita dell'nmm:dato in unione col signor maggiore Gozzano , m' incoraggia nell'atto operativo. 11 27 mnggio pratico la puntura a sinistra ed estraggo gr . l 020 di liquido siero fibrinoso con immediato ;;ollievo '

Il 30 maggio ripeto la puntura, ma a destra, coll'estrazio ne di altri gr. 1000 dello stesso . liquido. Cessa ogni pericolo - imminente e diminuisce la febbre.

Il 7 giugno, essendosi rinnovato il versamento e l'affanno. rifaccio la puntura a sini,-tra ed estraggo gr. l 900 di limpido.

TI 15 giugno, a richiesta del pniente, devo rinnovare la toracentesi a destra ed estragf!O gr . ,18:?0 di liquido trasparente.

Il sollievo dopo ogni puntura è evidente, ma l'ammalato perde l'appetito e dimagra. La febbre è legger-a ma cominua. Si nota leggera nscite peritoneale . Si comp rende che la ripetizione dell'e::suda:o pleurico è notevo lmente in..: flu ita da contemporanea idremia. Trascorre tuttavia un roese di relati ,·o benessere, ma poi ritorna la dispnea per copioso versamento a sinistra, ed il pericolo della sincope dell'asfissia minacciano nuovamente la v1ta del pazieme. lt 28 luglio si pratica per la quinta volta la toracentesi co ll'estr. ;zione di 1600 gr . di liquido sieroso lievemente ros,as.tro. Altr'a tregua alle sofferenze, ma la man<:anza di appetito e il !leperimento continuano, e dopo 113 giomi l'ammalato muore . si trova abbondante ra.:colta sierosa nel éavo pleurale sinistro, poca a destra. Pleura enormemente inspese ricoperte da depositi lamellosi di fibr·ina .coagulata. Ambed ue i polmoni infi l trati da tubercoli allo statocrudo. lV.

Cassio!a to (:iuseppe, soldato ,17 cavalleria, è entrato il 18 aprile per polmonite destra . Nella fase d i l iquefazion e la malattia passa allo stato cronico e l'ammalato deperisce. Al ?O di maggio si ricorre alla toracentesi, resa urgente da un <lbbondante spandimento circoscritto alla parte anteriore ed inferiore del torace destro. Si estraggono gr. 4700 di li(}Uido siero ·citrino ricchissimo d'albumina. Cessa la dispnea, diminuisce e poi scompare la febbre, la nutrizione migliora in brèvc tempo. A destra la polmonite va lentamente risolvendosi coi sintomi non dubbi della permeabilità del polmone. Oopo un mese e mezzo di progressivo miglioramento, insorge una pleurite essuda tiva sinistra. Il 25 luglio l'essudato raf"giunge la clavicola, il cuore è spostaw e batte nella lin ea ascellare anteriore di destra, le pulsazioni cardiache frequentissime. L'ammalato rifiuta di sottoporsi alla toracentesi e desidera recarsi in famiglia essendo stato riformato, ma debbo a malincuore oppormi alla sua partenza per il pericolo di una sincope durante il viag)!io . Accetla allora, e si estraggono 1600 gr . di liquido siero:..ci trino ricco di albumi na. Duran te ratto operativo il paziente svi en e e de>o sospendere !"estrazione senz'altre conseguenze. Il miglioramento traspare dal volt'> dell'ammalato che, desideroso di rimpatriare, a Hento può essere trauenuto a letto. )l a, dopo 4 giorni, f1>rse per qualche brusco movimento, muore improvvisamente colpito da parai isi cardiaca. operati la pleurite è stata primitiva in 10 e secondaria io 3, cioè a morbillo, bronchite diffusa e pol mo· nite. In tutt i l'essudato era sieroso, e tale si ma ntenne se r :petntosi, per cui il rimprovero che la toracentesi trasfo rmi le pleuriti sierose in pnrulente non mi pat:e fondato. L' oper azion e fu ripetuta cmque volte in un caso e due volte io altri quattro casi. I ris ultati definitivi furon o: inviati in li · cenza di tre mesi, 6 io licenza di un nono. uno riformato e due mor ti. Si deve qui nd i ritenere che in complesso il ' ri su ltato è stato soddisfacente, se s i considera che tanto il riformato che i due deceduti era no già molto de per iti e ciati nella vita per un'affezione polmonale pregressa e concomita nte, che certo contribui all 'es ito infau sto della consecutiva pleu r ite essndativa.

All'autopsia trova;i molta raccolta nella p!eura si nistra, fortemente polmone atelellasico. Sioecbia pleurale alla parLe anteriore ed inferiore del torace destro, alla hase del polm one co rrispon dente Ci\verna caseosa con piccoli focolai della stessa natura.

.-f. ngina. - L' infia mmazione della retrobocca e del faprovoca ta dai raffreddamenti de l corpo, assume spesso la forma cawrrale, ma nei soldati la forma più frequente è la llemmooosa, co n speciale predilezione delle tonsille,

STATISTICO E TERAPEUTICO, ECC . .J 489 che trova no tumefaue ed iperplastiche da fl ogosi pre)!res'>e.

Cura. - Coi gargarismi oppiati tiepidi ed astringenti, le pennella ture di nitrato d' argento , ed internamente l' ioduro di potassio, otten ni In guarigione ed il miglioramento dell' ingrossamento ton si ilare senza ricorrere alla to nsilloto · mio, operazio ne stigmatizzata dall' illustre fisiologo ed igieni;;ta prof. .\l antegazza che scrisse: (( forse una volta su mill e è necessaria delle too<;ille ll.

Peritunite. - Unitamente ai pochi casi di peritonite ero · ni ca a tu bercol osi po! monare, di nessun interesse scie ntifico, se ne ebbe uno di peritonite idiopatica cronica che a me sembra meri tevo le di breve cenno, per essere tale malattia r ara nei nostri solcl ati, per la facilità con-la quale può essf,re confusa co n una delle varie forme di ascite, e per l'esito felicissimo ottenuto in pochi giorni di cura.

Il soldato Gall etti Pietro, dell a classe 1869, del 43° fanteria, di costituzion e non molto robusta, temperamento !infatico, di co lor giallastro , ha le mucose pallide e l' impron ta di abbattimento. È apirettico.

Dall'anamnesi risu lta che da borghese fu sempre sano, da militare non soffri che di morbill o. precedente gentilizio in rapporto colla sua attuale malattia. Asseri sce che da circa 1 5 a 20 J!iorni ha comin ciato a sentire lieve dolore al basso ventre, ben presto seguito da aumento nel volume del ventre stesso co n perdita dell'appetito e delle forze .

Egli attribuiva ques1e sue sofferenze all'aver bevuto grande quantità d'acqua fre dda a corpo sudato e d'essersi poi ad· dormentato all'aria aperta. All'ispezione l'addome presen· tasi mollo :. vasato e cascante ai fianchi. Negli ipoco ndri è

H90 Resoconto

sporgente e più teso che negli altri punti, alla palpazione e . leo.,.ermente dolente. l criteri forniti dalla percussione rn sono per un'abbondante raccolta di liquido libero intra. peritoneale. È una idropisia da causa generale o locale? Il liquido è un semplice trasudato od un vero essudato? una raccolta d'origine puramente meccanica od un prodotto Ilo-. gistico?

Dalla mancanza assoluta di edema agl i arti inft>riori e dal · l'esame negativo del cuore, polmoni e reni, mi parve di potert>. senza esitazione escl utiere l'idropisia da causa. :zenl'ra le, compresa r idroemia.

Una delle cause più comuni di stasi e di trasudato nel sacco peritoneale è l'impedito deflusso nel sistema della vena porta per malallia del fegato da cirrosi epatica o carcino ma. Or bene nel nostro ammalalo escludere In cirrosi perchè dall'anamnesi risultava non aver mai egli :;offerto di sifilide, mah1ria, né d'avere abusato di vino e liquori, cause precipue di tale infermità. Cosi pure all'esame obbietti,·o, per quanto difficile per la tensione dell 'a ddome, il fegato non presentava ineguaglianze sulla sua superficie, nè aumento o diminuzione di volume da ritenersi io modo alterato.

Inoltre mancava per la cirrosi uno dei suoi sin tomi più spiccati, cioè la denulri7.ione apparente e sproporzionata nella metà superiore del corpo.

Dovevasi esr.ludere il caucro perchè oh re all'esame ohbiettivo negativo non \'i era nell 'a mmalato quell'a 'Pello em inentemente cachettico propri'> di tale malattia.

Trauavasi dunque di essudato, e non certo dali;\ tubercolosi perch0 contro di essa parlava l'assenza della febbre, dei sudori, diarrea, escreato; onde stabili i la diag nosi di perill)nite iòìopatica cronica da raffreddamento.

CLI'iiCO STATISTICO E T:ERAPEUTICO, ECC. f 49i

Cura. - Quale ne doveva essere la L'eliminazione dell'acqua soprabbondante, sia questa raporesentata ùa un essudato o d.1 un trasudato, si ottiene col degl'idragoghi, cioè coi diuretici, diaforetici ed ecopro llici. Ognuno di questi rimedii ha la sua indicazione, e dalla e:-<atta e p1·ecisa dipende l' eftìcacia della .cura.

Tanw i diuretici che diaforetici mi pan ero non solo inutili, ma nocivi. Coll"aumentare l'or·ina ed il sudore si avrebbe .avuto una di siero in tutte le regioni del corpo. men o in quella dove aveva luogo l'cssudll.zione, donde il prosr.iugamento dei tessuti. 1:1 circolazione difficoltata, la -viva sete dell'ammalato e la irresistihile necessità di ripararvi coli" introduzione di grande quantità d'acqua, con cbe ve:niva aumentala la perdita del siero e favorita l' idroemia.

Riman evano quindi gl' intestinali ai quali ricorsi -con fiducin. media nte i drastici e gli alcalini.

L'az ione simultanea di questi due r imedii oltre a favorire il movimento peristaltico intestini e l'elimi nazione dei ;as -e materiali ivi contenuti, provoca delle scaric he abbondanti -e diaro iche dovute ad una irr;tazione della mucosa intestinale con aumento della secrezione per parte dei drastici spe.eialmente, A dovute ancora versamento di. siero nell'intestino per l'attrazione esercitata dagl'alcalini sull'acqua del !'angue. Da queste perdite acquose ne deri>a 1' inspessime nto del sangue contenuto nei cnpillari intestinali. d'onde per fisica il siero dei te>:!:tlti interstizi:!li della affl uisce per endosmosi a IJUesti va,;i sa ngu igni poveri di e poi. wme si c detto, per esosmo si passa e \'ie ne eliminato per il relto.

Cosicch(\ ò evidente che la sottrazion e a v viene direttamente & dnl siero di quei vasi che lo perderebbero per essu-

,

RB OCONTO CLiìSICO STATI TICO E TBRAPEUTICO, ECC. dazione, o dal siero soverchio già versatosi nella cavità peritoneale, sul quale sono precisamente rivolti gli sforzi det medico, senza :llr,un danno per l'organismo in ge.n erale e senza pericolo di aumentare l'idroemia.

Pe r conseguenza ho prescritto le foglie di sena in infusione nella dose di l O a 20 grammi al giorno per d acqua internamente, ed oltre a ciò la stessa infusi one per clistere, coll'aggi unta di 20 a 30 grammi di solfato di soda.

Ho già accennato che l'ammalato era leggermente an emico ed era facile il su pporre che il riasso rbimento dell'essudate. sarebbe stato tanto più favorito dalle condizioni fisic he di una viva osmosi, quanto più il sangue fosse denso e ricco di globu li rossi, lao nde a raggiu ngere tale in tento ebbi cura di som ministrare a ll 'ammalato un. vitto variato e riW) di menti nu tritivi.

La cura istitui ta fu coronata dal più completo successo; meno di un mese l'idropisia era scomparsa, ed il Galletti usciva dall'ospedale per recarsi in licenza di conva lescenza onde maggiormente assicurare lo $Ua guarigione.

Il Pe Nsieho Come Movimento

S AGGIO 01 MECCA NICA PSICOLOGICA

1o H- pensiero è un modo di movimento come il ca!ore, la luce, l'elettricità, ecc.:

2• Si effettua in un o spazio;

3° I mpiega un ce rto tempo per perco rrere q ues to spazio, e svilupparsi.

Tutti i fenomeni psicbici si riduc(lno a un elemento iniziale - alla Le sensazioni formano il materiale bruto (Beaur. i;;) dell'intelligenza; so no i punti di partenza delle pe rcezioni , delle idee, delle volizioni e de' mo · vimeoti volontarii, di tutto ciò , che cos titu isce l'attività psichica.

E che cosa è la sensazione?

È un fenomeno fisio logico prodotto da una eccitazione periferica, la quale alla sua volta è « pr odotta da una forma di movimento dell a materia su ll' apparato speciale degli organi :sensor i (Sergi) )) .

Questa forma di movimento capac e di eccitm·e l'organo speciale sen;;iti,-o periferico è di natu ra meccanico, fisico, fisico - chimico e chimico. È meccan ico come nelle eccitazioni tattili; è fisico co me nelle eccitazioni sonore e lu minose; è fisico -chi mico come ne ll e eccitazio ni odorose e gu- stative. Il movimento insomma succede o pel contalto semplice e immediato della materia o per mezzo di onde vibratorie aeree o per mezzo di onde vibratorie prodotte in un agente materiale estremamente rarefallo e q uaiE> è l'ttere.

In ogni modo in tutte queste varie e diver:;e modalità di eccitazio ni periferiche è sempre di mezzo un movimento della materia, che importa co nsumo dr altro movimento.odi forza viva.

Que$tO movimento è nelle intime particelle o negli atomt del corpo produttore del suono, della luce ecc.

. E importa consumo di jo1·::a vi va, perchè consistente esso in vibrazioni molecola1·i e degli atomi, più o meno· accelerate o rallentate, più o meno concordi coll'onde aeree 0 eter ee, l'intensità di detto fenomeno vibraturio di un pun t9 materiale di massa m, che in un dato istante ha la locità v, si misura dalla stw forza viva rieevono il movùnento eccitatorio suddetto e che trasmetwno, dopo una speciale elabnrazione, nelle stazioni ner\'ose centrali . come agisce il mocimenUJ etereo di un co rpo luminoso su' colti e su' bastoncini deiL1 reti na? ossia dal lavoro capace d'imprimere la velocità v :;J de tto punto qualora fosse in riposo onero dal produrrebbe se tornasse al riposo.

)lalgrado lJUal ch e dubbio mosso dal Leroy, oggi è stabil ito. che i coni e i sono i soli element i impress.ionabili alla luce, rimanendo eneccitabile i! rest:mte della retina.

Quindi ·timolo periferico prodotto dal :mono , dalla luce, dall'eleuricità ecc. è un prodotto di movimento e di forza viva. E questo movimento sonoro, luminoso, elettrico ecc . è a onda, e come tale è ricevuta da' sensi periferi(;i speciali trasformando.;i in altra onda, la cui natura Tedremo, e che si esplica successivamente, sor.to forma di corrente e nelle fibr'e e nelle cellule nervo$e .

Gli apparati nervosi sensitivi periferici, rappresentati nell'uomo da' cinque sensi speciali, sono le porte d'e ntrata delle impressioni del mondo esterno e sono gli organi çhe- otccelli e ne' rellili , dove 1 due articoli si riu niscono, esiste un globulo senza colore o colorato. Quando esistono questi globuli, la luce non può arrivar·e nell'articolo esterno senza attraversarli, e in qu Psto passaggio alcn ni raggi sono assorbiti -seguendo il colore ciel globulo . mancano detti globnli, ma so no rimpiazzati in tutta la regione della macchia gialla e della fovea centrale da un pigmento giallo diffuso, che si coutinu•l in avanti dei coni e assorbe al loro passaggio un a parte de' raggi vi oletti e bleu.

1 e i bastoncini sono formati isto!ogicameote da un articolo interno, che si continua con le fibre del nervo ottico, per mezzo delle fibre del \liiller , e di un articolo che confina con IJ. coroiùe. La per arriva1·e all'articolo esterno deve attraversare l'articolo inter·no. L'articolo interno è com posto di fibrille delicatissime; l'articolo esterno è composto da ta nte piccole placche lrasversnli sovrappostc le nne sulle altre come una pila . Sono quegte placché dello stesso spessore, ma con un indi ce dì rifrazione differente. Il loro numero varia con la lunghezza dell'articolo.

Come si uniscono i due articoli tra loro è poco determinato.

L'articolo esterno ,lei contiene durante la vita una materia colorante r0$8a ( Boli }, e che va sotto il nome di o porpora retiniana. Questa materia colorante, che, secondo il 1\.iihn e ..;i può estrarre dal{l i acidi biliari in co ntatto de' lumino;;i, a:;sume diverse colorazioni (giallo- "'" verdawo, verde-uleu, giallo, arancio, viol etto ecc.); alsi · rigenera a spese dell'epitelio sollostante.

TI ros,;o retiniano esiste presso tulli i verteb rati eccettuati i piccioni, i pollr e i serpenti che non hanno che i wli con i, ne' qnali non esiste, e per conseguenza manca nella macchia yialla della retina.

Secondo lo Schultze e il llouget, l'articolo interno il solo elemento imp1·essionabile: l'articolo esterno per la sua struttura es5endo formato da tante piccole lamelle, per mezzo di queste sembra destinato a riflettere i raggi lumi nosi e a proiettarli concentrati sull'articolo interno. Lo Zenker crede invece, cbe l'articolo esterno, s ia il solo impress ionabile: perchè riti ene, che esso agisce per le sue lamelle tl·asformando, per una serie di riflessioni al limite di ciascuna lamella, le vibra:ioni dell'etere in ribra:noni zionarie, che formano l'imagine e. la

Si dicono vibrazioni stazionarie quelle che si produc0 no per es. in una corda fissa per gli estremi. I n ogni modo, in elemen ti. che cosa produce l' eccitazione lumi nosa'?

Poco nota questa quistione. arà un riscaldamento ( Oraper)? Sarà un effetto fotochimico ( .M osen)'? uno sdoppi nmento delle molecole elettromotrici come quello che si produce nei nervi e nei muscoli ( Du Bois- Reymond} ?

L' Holmgren ha potuto osservare e constatare la "\"nriazione negativa della corrente della retina del coniglio nel momento che i raggi luminosi e ntrano nell'occhio. Il Dewa r ha st udiato piLt a den tro queste corr enti.

IL P ENSIERO COllE

Qnalunyue perè sia la natura delle modifìcazioni che apportan o le vibrazioni luminose sugli elementi nervosi suddetti , esse srm11re ?tn modmento, sia fisico, chimico o fìsico-chimir.o, e come tale « agisce a sua volta come eccitante parti puramente nervose della retina e si trasmell e negli orga ni centrali ( Beaunis ) .

:\on i.· tutLL' chiaro il modo d'azione del liquido dellaberinto, dal movimento dell'onda sonora, sopra le terminazi oni nervose nell'organo dell' udito . Ma anche qui si tratta dubbio di un mCivimento fis ico-meccanico, che vibran te ne' tìletti nen·osi eccita in questi un allro movimento, che tale si trasmette negli organi centr.1 li.

L' Helmholtz ha cer cato di approfondire le cognizioni a questo riguardo. Ecco una sua ipotesi. I corpi elastici hnnno un suono p1·nprio corrispondente a un numero determinato di Yibrazioui. Se vicino a un corpo elastico suona un altro corpo, il primo per infiuen:a si mette a vibrare e co n tanta più per quanto il numero delle vibrazioni è tra loro approssimato.

Ora le estremità nervose del nervo della chiocciola finiscono in piccolis>-imi cer chi elastici del numero di ci rca 3000, che sono appunto le fibre del Cm·ti. Queste fibre sono accordate per un snono determinalo e formano una serie regolare, che corrisponde precisamente alla scala della gamma. Ora, $upponendo che per una intera ot tava ci vogliono 400 fibre suddette, per un semitono ce ne voglio.no 33; l' intero numero delle fibre del Corti comprende sette ottave. Quando adunque un'onda arriYa all'estremità delle fibre del Corti, que>- te ,·engono scosse secondo un numero di vibrazioni corrispondenti a quello dell'onda sonora eccitatrice. E secondo il numero delle fibre eccita te, si h·J nno altezze di suoni diverse corri;;po ndenti al numero del le vibrazioni pro- lu tutti e cinqu e i sensi spec ifici ha luogo :'empre adunque

U.-98 1L PENSIERO COME MOVIMENTO dotte. Invece di un S!lono semplice, si ha un suono armoni co o composto secondo il numero delle vibrnioni o delle fibre eccitate.

L' Hensex ba confermato tutto questo. Però ricerche più recenti hanno messo qualche dubbio. Lo stesso Helrnholtz ricorre oggi alla memln·ana basilat·e, che sarebbe secondo lui un sistema di corde messe l' una presso l'altra di lunghezza crescente accordate tra loro e ciascuna per un suono - determinato. Così viene eliminato il fatto, che negli ucceJJi mancano le fibre del Corti mentre esiste la membrana basilat·e.

Il meccanismo di azione delle onde odorose sulla mucosa del naso non è molto chiaro. Ma è molto probabile, che qui si tratti di una azione meccanica delle onde odorose . sulla mucosa. Le cellule olfattive ( Schullze) terminano i11 tante cigl ia, le quali costituiscono dei prolun gamen ti, cbe sorpas,;ano lo stesso epitelio. Oietro una oaorosa, queste ci;;!ia o pro lungamenti sono meccanicamente eccitale dalle onde odorose delle particelle sciolte dal che umetta la pitnitaria. Quest'ultimo fatto è .una condizione necessaria per l'eccitazione olfattiva (T. B. WoiJT). Le eccitazioni tattili sono di natura meccaniche su' filetti nervosi.

Ancbe fisico chimico-meccanica sembra l'azione <ielle sostanze sapide, prima sciolte nel liquido boccale, sulle papille nervose gustative e propriamente sugli estremi fileni nervosi, che ad esse vanno a terminare.

· in se)!uito a un movimento eccitatore esterno, un altro ·movimento di natura fisico, chim ic o, meccanico.

I nervi specifici sono la riunione delle fibre e degli elementi nervosi di cia:>cun organo sensitivo speciale in un sol gruppo, che forma il filo conduttore speciale. Es si sono il

IL PENSIERO COME MOVIMENTO . 1499 nervo ottico, il nervo acustico, il nervo olfattorio, ;1 nervo gustativo. Per la sensi bilità lattile non ci è riunione di elementi nervosi in un sol filo: tutta la superficie cutanea è innervata da nervi sensitivi delle radici posteriori della midolla capaci ili trasmette1·e al centro la detta sensibilità. lo che consiste questa conduzion e? che succede tra le mole<:ole del cilindmsse del nervo conduttore ·?

Perchè diciamo specifico un nervo, per es. , l'ottico, l'acustico, il gustativo, ecc.?

La specificità del nervo conduttore delle eccitazioni specifiche periferiche non dipende da una specificità istologica o chimica, ma dalla << forma dell'organo esterno. » Nelle fibre di esso nessuna azione specifica : l& struttura è anatomicamente uguale iu tutti. L ' eccitazione specifìca prodotta in ciascun organo di senso specifico, specifica il nervo che la condtiC'- al centro.

Le teorit> per spiegare il meccanismo della conduzione nelle li bre nervose sono molle, dallo pneuma di Galeno allo spirito animale del medio -evo; da lJUesto al fluido nenosQ dei tempi moderni.

Quello che seduce dippiù è la rassomiglianza de' fenomeni elettrici ·co? le azioni e i fenomeni nervosi . L' idea d'una correnw elettr ica sprigionandosi nel cilindrasse diet1·o una eccitazione è senza dubbio scientifica mente basata; ma bisogna ancora essere molto cauti.

Intanto I' ipotes i sola che ci resta è quella del .Beauni s e della maggior· parte dei fisiologi moderni.

.Bisogna considerare la sostanza del cilindrasse come in uno stato mol eco lnre particolare, instabile e modificabile alla minima eccitazione esterna o interna. E in ehe consistono queste mo;lificazioui? Possono consistere in decomposizioni chimiche o in trasformazioni. isomet·iclte o in amendue. fl puuto dove succede l'eccitazione e dove succedono le modificazioni suddette, si trasforma esso stesso in punto eccitabile per le parti vicine, e così di seguito. In modo. che ogni molecola nervosa ha in sè immagazzin"ata una data forza di ttnsione, debole in un tubo o fibra nervosa, ma considerevole in una cellula nervosa, la quale diventa forza dietro una eccitazione. E che cosa è codesta forza ·t:iw. e !n che consiste? lo sto per una con·ente elettrica. Questa energia non è nuova pe' nervi e pei muscoli l\fa non è molto serià questa obbiezione . La natnra dei due fenome ni o processi, l'elettrico e il nerveo, può essere identica, e intanto la trasmissione loro, per mezzi llive1·si, il lilo di ferro e le fibre de' nervi, è differente.

È calore, è rno,·imento semplice meccanico a onda, come l'onda liquida in un canale pieno d'acqua, è corrente elettrica ?

)Ja ci è una obbiezione. Il fluido nervoso si trasmelle con una velocità media di 20 a 30 metri per secondo; l'onda elettrica si trasmette invece con la' velocità di 460000 chilometri per secondo. Come ciò?

Già le espetienze molti$sime del Beau n is sulla velo-cità di 'propagazione dell' eleLLricità attraverso fila conduttrici or!?'al'l niche (nervi, fili di tes5uti inumiditi ecc.) hanno provato come possono ravvicinarsi le due velocità. D'altra parte il D'Arsonval ha prOV<ltO come lo stesso movimento elettrico può trasmettersi e propagarsi con una velocità molto inferiore all'ordinaria ne' mezzi ordinari.

In ogni modo, una molecola nervosa eccitata, passa dallo stato di allo stato di for·za vi va; e per la teoria valanga nervosa del Ptltiger , diventa punto di eccitazione verso un'altra molecola vicina, la quale sprigiona quindi una nuclei suddetti l'eccitazione luminosa si muta in imagioe luminosa; l'eccitazione sonora, in suo no; l'eccitazio ne odorosa, in odore; l' ecci_t.nione gustati \'a> in forme sapide : l'eccitazion e tattile viene rinforzata.

IL PENSIERO COllE MOVBIENTO 1501 energia maggiore della prima, e così di segu ito fino che si arriva ne' centri nervosi, nella cellula ner vosa dove la somma delle raccolte luogo il tragitto, con una crescenza geometrica, esplode, e si trasforma con un nuovo processo in alt·ro modo di mooimento e in altra enet·gia .

Quale che sia la energia, che viene trasmessa per mezzo de' nervi specifici sotto forma di movimento le prime sta· zioni centrali dove approda sono de' 1w..clei ch'io dico primi o centri neroosi.

È nei centri ne1·vosi, dove ciascun nervo sensrtrvo specifico trasmette l'eccitazione sensoriale, e dove questa si muta in corrispondente, ma incosciente. Essi sono: per la vista, i corpi quadrigemelli; per l'udito, il 4-0 ventricolo; pel gusto. il bulbo e la protuberanza ; per· l'olfatto, la base del cerv ell o.

Per la sensazione tallile e comune possono considerar:;ì come stazioni ài approdo e di rinforzo de' nervi sensi tivi delle radici posteriori della midolla i nuclei del la base del cervelio, il talo.mo ottico e il corpo striato (ter·zo posteriore della capsula interna) .

In questo pr·ocesso non entra la coscienza.

I suddetti fenomeni restano incoscienti: i n udei suddetti o centri nervosi sono semplici spe-cchi dove vengono proiettate le imagini pel'iferiche.

Che cosa succede nella cellula nervosa di questi centri primi'? Senza dubbio l'energia e il movimento trasmesso ecciterà tra le molecole protoplasmaticlie della cellula un altro movim ento, a base di riduzioni chimiche e spostamenti jì.<dci,

1502 1L PENSIERO CO)IE MO"lMENTO e un';dtra energia, che prende la forma fisico -meccanica di imagine luminosa, di suo no, sapore ecc . ecc .

Sotto questa forma (irnagine, suono, sapor-e ecc .) , l'energia periferica viene trasme..;sa. sempre come a onda, da' centri nervosi ai centri intellettuali mercè le fibre di commessura . centri intell ettuali o di percezi one l'incosc ienza de' fenomeni sensor·iali diviene ooscientP In essi adu nque s'in izia l'ebhorazione psichica con la sen.yazione e co n la percPzione .

Il centro dell a visione è nel lobo occipitale; il cen tro intellettuale dell'udito è nella parte superiore delle circonvoluzioni temporo-sfenoidali; quello dell'olfatto sull'apice del lo bo temporo - sfenoidale: qu ell o del gu sto sulle parti superiori dell'encefalo.

Il centro delle sensazioni tatti! i dal .M ey nert è localizzato nel lobo occip ilale; dal Ferrier nell a regione deli'Ippocampo .

Il Ferriere l'Yeo hanno constatato dopo la distruzione deli'Ippocampo e della region e temporo -sfeno idale vicina una anest es ia co mpleta della mPtà oppbsta del co r po. Schaefer· l'ha co nsta tata élopo la lesione del gyn1s formicatvs.

In que.ste stazi oni cer·ebrali arrivando l'eccitazione perife·rica sotto la forma incosciente di imagin e luminosa, sapore , odore ecc., che cosa succede?

Dappr·ima.bisogna ricordare, ch e non Lnlte le eccitazioni suddette arri vano a vincere certa « resistenza, che ogni cellula nervosa centrale.presenta all'azione eccitatrice ».

Il compim ento di una corrente in un gruppo cell ulare dipende da cond izioni varie, il cn i complesso diciamo- attenzione, e forma il momento fisiologico d'azione delle cellule .

« la re:-istenza non è vinta, dice il profe ..;:;ore Sergi, ossia non vi ('-. ossia i cer)tri e ncefalic i non sono com:cnientemente entrati in atLività, la reazione centrale no n lL PENSIERO COME MOVIMENTO · 1503 succede, e non ,·i ha fenomeno e nè notizia alcuna, che il fenomeno co min cia to

L'attiv itù molecolare della cellula nervosa, quando è eccitata dalle correnti suddette, si esplica sotto un nuoro modo di movimento della materia, sempre a base di ridu;;ioni chimi che o spostamenti fisici tra le sue molecole, e con i seguenti caratteri: l" È crnasi ist antanea: dura uri tempo quasi zahile; deve durare un certo tempo prende il carattere d'intermittenza. e diviene quindi ritmico;

2" È proporzionata all'tntensità dell'eccitazione periferica ed è spontanea;

:3• Presenta un equilibr·io instabile. Una mod ificazione molècolare protoplasmatica frequentemente ripetuta, si riproduce con più facilità, e tende a riprodursi al più lieve stimolo; i-" Presenta in sè una addizione latente: ogni modificazione prodotta MI protoplasma della cellula nervosa tende a immagazi nar si persistenrlo più o men o lungo tempo;

;s• soggetta all'alter;nativa di lavoro e di riposo;· è la legge di og ni trasformnzione della materia.

6• R cosciente : è la proprietà più s ingo lare della attività delle cell ul e nervose, che pr esiedon o ai fimomeni psichici. In ch e consi,;te quest'ultima proprietà?

Arrivata la centripeta ne' nuclei di percezione, tra le cellule di questi si espl ica un movimento del protoplasma. in seg uito del quale la corrente da centripeta si muta in cent1'if1tga.

É nna specie di pola1·izzazione che succede in detti nuclPi . Questa inversione di correnti da che dipende.? E dalla natnr:1 propria dell'attività d P.lla cellula e del suo protopla. . sm:1 e dalla che oppongono le cellule nervose ce-

IL PKNSIERO COME XOVIMENTO re brali di una gerarchia superiore, che non si lascia vincere se non da una nuova forma di eccitazione - la sensazione l . • a perce.:tone.

La dottrina dell'onda e della corrente re{lua sembra basata su prove scientifiche, ed è la sola, che spiega la proiezione dell' Io sul mondo est.nrno.

• < Per intendere q uesto fenomeno, dice il professore st permella una analogia con un fe nomeno comune .

Si supponga un'esteso con ten uto d'acqua in comunicazione con un canale, un lago, p. es . ; ,:e per un mezzo ljualunque si un'onda di una cer ta grandezza all'estremità esterna del cana le, quest'onda si propaga, seco ndo le leggi meccaniche, per la lunghezza del canale fino nel lago e pel lago stesso; se questo è di una estensione considerevol e, l'onda V<l allarg:mdosi finchè si spegne appianandosi la superficie dell'acqua. Si supponga però, che si ristr·inga la grandezz a del lago comunicante col canale con una diga, e che si facc ia nascere un movimento ondulatorio della sLe!\sa grandezza all' estrem ità ester·iore del canale; vi sarà la stessa propagazione pel lago, ma questa volta trova un ostacoll' nella e non può oltre; che avverrà 1 .h-verrà una re{lessione dell'ond a per quella porzi one del lago e pel canale medesimo.

Così avviene per l'onda ner vosa; ristretla alle parti speciali si riversa di nuovo per la periferia. costi tuendo un' onda di riflessione della sensazione (Sergi , Teo ria {tsiologica della perce.:ione 11

Nel nostro caso , il lagn i nuclei centrali cerebr.di; il canale , le lìbre nervose che vanno dalla periferia al · centro; la di ga, sarebbero i nuclei di perce::ione, dove si avYera la re fle ssi one della co rrente. Questa reOessione meccanica del movimento sensoriale impiega un tempo più ce- li Weh er e il Fech ner hanno studiato i rappor·ti, che pa:.sauo tra la eccitazione- periferi ca e la sensazione, ed hanno fo rmulata la · legge seguente: - la sensaz ione cresce come il logaritmo deH'eccitazione; val quanto dire: se l'ec- citazione cresce seguendo una progressione creomell:ica t o ' ' 3, i- , 8, ecc. ecc., la sensazione cresce seguendo la sio ne aritmetica,. l , 2, 3, 4- ecc . ecc . Naturalmente questa legge ba dei limiti relativi c al grado d'eccitabilità dell'organo :.ensitivo e dell'organo centrale.

IL PENSIEBO COME MOVIMENTO 1505 lere, perchè avvera in un solco aperto e in una direzione tracciata . L'on da liquida reflua impiega più tempo. L'onda o corrente centr!fuga nenosa descritta dove va a che cosa esplica ?

« Essa ritorna al medesimo sito di partenza, alla periferia e,;(erno, .:he è in 1·elazione immediata con le forze che l'hanno in ecci tazio ne. In tal modo non cessa la comunicaz io ne dell'or·gano centrale coll'organo esterno e con le forze esterne; ma vi ha una relazione non interrolla. un lei!ame dire rto ed immedi ato coll'organo, ove il fenom eno psichico riceve il sno compimento (Sergi, id.) ».

Questa comunicazione dell 'o rgano ce ntral e, la cellula ner"osa, coll'organo periferico e coll'oggetto, che ecci ta quest'u ltim o, cos tituisce una specie di proiezione del so(l'cretto sull' ogge tto , che appunto ciò che di ciamo sen.'>a.;ionc: la quale non è che l' obbiettivi ta sentiia o aovertita .

L' Io ha la coscienza dell a modifi cazione sensoriule esterna. E le due cor:renti si compl etano. La cor rente cen tripeta porta nel soggetto le modificazioni esterne; la co rrente ce ntrifuga « tende a far uscire dal soggetto le modificazioni prodotte spingendosi per le vie esterne ».

Di qui niente formal ism o kantiano: la r ea ltà è l'assieme delle >ensazioni; in queste Lo t ta la verità.

La percezio ne non è che la stessa se nsazione de finita me:.dio e più de termi nata.

L'l mutazione psichica sensazio nale e percezionale non ha il carnlle re della generalita: è ristretta immediatamente all'oggeuo sentito o percep ito.

11 movimento centrifugo o relluo ·sotto forma di onda corrente sensi tira e percettz'ta ridi viene cent?'ipeta, e centri di percezione, elaborata e aumentata di forza e · sità, si spinge oltre, è alla a superare le resistenze cellule corticali, a propagarsi tra loro, come l'on da in un lago , a eccitarle e a promuovere nel loro p vtu'""'' "... un nuovo m.>vimento molecolare e un altro sp0stamento mico , a base di riduzioni chimich e, il cui effetto è l' camento di un'altra energia.

Il movimento cellulare della corteccia ri sultato meccanico-fisico di tnlli i movimenti sensoriali non potrebbe esiste re senza di questi.

La natur·a di lJuesto modm.ento corticale è assai plessa; ma non cessa di essere una manifestazione materia. Esso importa nè più nè meno tra le molecole toplasmatiche delle cellule cerebrali in azione un aumento temperatura, un cambiamento di reazione, un affi usso sangue maggiore e una serie di riduzioni chimiche sper' talmeote constatabili . E tutto qutlsto non succede in una eletlrica!

Quale è l'effetto utile di questo moviml"nto cortica le o questo lavoro immenso chimico-fisico?

La mrmifesta::ione del pensie·ro .

La cellula nervosa della corteccia del carrello ornano ha proprietil di ideflli.:::ra>·e> concentrare e fonrltre m zioni (sensazioni e percezioni) prodotte n elle cell ule d'ordine inferiore (Beaunis)) ne' nuclei di percezione.

IL serviamo di volo. Quando tra le cellule nervose una lferarchia, che cosa vogliamo intendere? Ciò che determina la diiiE>renza fisiologica funzionale di una cellula è il suo protopla:;ma: la forma istologica è quasi idc:lntica m tutti. Pel .passato Pra comune opinione, e5i:>tessero delle essenziali .(}iiierenzeanatomiche tra le ceiJule dei diYersi scompat·timenti n en·osi -simpatico, midollo spinale. cervello. dopo gli studii del prof. .Jacu bowitsch una tale pretesa differenz.a è scomparsa. Questo illustre anatomico ha potuto constatare la -somiglianza e l'identicità tra le dP.' gangli periferici e le cellule della midolla e dello stesso encefalo. Già non fa meravi glia trovare i medesimi ele· menti nervosi nel .>impatico e nella midolla: il primo è una dipendenza della midolla; e dice bene il Yirchow : questa < non rappresenta istologicamente un semplice e necessario contt·apposto del cordone simpatico.» Bel midollo si distinguono per la sola grandezza tre specie di cellule nell!l sostanza le cellule motorie. le sensitive e le simpatiche. Le cellule motorie o dP.' cordoni anteriori più grandi e nucleate ed hanno moltissimi prolungamenti ; le cellule semitive o de' cordoni posteriori sono più piccole: le cellule sono meno ramificate, rotonde. nucleate e abbastanza grosse.

Xella corteccia cerebrale si descri vono due forme di cellule : le une assai più numeroBe, sono delle: cellule pitam idali, di un diametro da l Ofl. a Fig. -2. Cèllula n<!n'o>a piramidale. 120 Jl., striate nella loro lnn. \ yhp.z.za. numerose ramifi- · \ t cazioni tra loro anastomizzate e con una speciale ramificazione. \ '} ch e parte sempre dalla base delta: prolnngamento del Dei- 1/ ters; le allre, si milmente striate, fusiformi, allungate, con prolungamento alle loro _ estremità , sono dette dal Ro· bi n : cellulP roluminose della . : ' to li::ione.

Tranne queste piccole diffe renze, la cellula nervosa nella sua funzione è disfnta dalla sua materia vivente, dal protopla· differenziato . La disposizione at.omico-motecotare d i questa - basis nf li{e sue proprietà fisiche , acquistate nell'evoluzione per selezione naturale e del suo chimismo :;piega la fun.;ione. per quanto nobile ed elevata questa sia.

In che consiste l'idPali:.::azione di una sensazione? Xella se nsazione ahlùm1o veduto come vi è diretto e immediat(} rapporto e comu ni one tra l'organo cen trale (nucleo di percezione) con l'org t no periferico sensoriale (sensi specifici) el'oggetto, ch e eccita con le sue forze fi siche quest'ultimo. Non appena, che la sensazione arriva nella cerebrale (centro intellettuale), questa comunione a poco a poco comincia a rilasciarsi io fino ch e succede un distacco tra l'oggelt(}

IL COllE

1509 la sen 5azione co n l'organo centrale iOLelleltuale. L'oggetto, :he con la sua sensazione è servito di eccitamento all'attivita corticale, non appena che questa è méssa in gioco comincia 3 scomparire infìno che ne resta solamente una imagine i'lvlata· Questa isolata di un oggetto È L'IDEA. Allora ce ntrale non è pr·esente l'oggetto, che l'ha colpito, ma f imagine di esso in particolare, e in genere tutti gli oguelli. che hanno gli caratteri. Quind i t'idea ha il caratlere della ge neral itcl contro la sensazione.

Questa idealizzazione , in Yi sta di questa ultima considera · zione, può succedere quando l'oggetto non cade sotto i sen si. Perchè per la proprietit che hanno le cell ule de' nuclei di percezion e di presentar'e una acldi::inne latente delle sensazioni. a tempo e a luogo, queste possono eccitare la corteccia cerebrale. Quindi non discontinuitit di movimento e di relazione tra l!li orj?ani periferici e i centrali.·

Ed osser>o come allo sviluppo DELLE IDEE presiede tutta la corteccia cerebrale (contro Gall ), compresa ne' IJuclei intelelluali: per !{li altri processi psichici - la coscienza, la mem oria, la volizione - presiede il resto della corteccia (sfera superiore).

La quale inoltre ha la proprietit di concentrar e e di fondere le diverse sensazioni. codesl!t proprietà l'organo cecentr.tle nell'acquisto delle idee procede con ordine, con misura e con una certa proporzione. Se ciò non fosse, succederebbe una vera confusione, una indeterminazione e lino nna sèonnessione come succede ne' cervelli patologici tra l'una e l'altra idea.ln questo consiste una organizzazione cerebrale fisiologica; nel co ntrario consiste la pazzia.

Ed ecco il modo come sviluppasi l'idea, questa grande e nobile manifestazione della materia. Abbiamo veduto come non è che un prodotto fisico chimico dell'attività proto- plasmatica delle cellule corticali, d'un mot imento molecolarecbe il capitale psichico di ogni cervello sano, & che _e prodotto e la somma di tutti ! movimenti sensoriali.

R1epllogando, ogni idea risulta:

·l• da una eccitazione pAriferica prodotta da un age nt& fisici) (luce, suono, ecc.) sugli ùrgani di senso;

2• da un movimento cell ulare degli elementi nervosj, sensitivi peri fe ri ci (retina, ecc .);

3o dalla trasmissione di questo movimento sensorialemercè de' nervi specifici ne' centri ne1·cosi o nuclei prim i che presiedono alla funzione sensitiYa corrispondente; ..

4° dalla formazione incosciente in questi nuclei della imagine funzionale (vi sione, suono, sapore, odore, er.c ecc.); o• dalla trasmissio ne di queste HHGINI nei nuclei di percezione ;

6° dalla formazion e nelle cellule di questi nuclei di una corrente centrifuga od onda reflun;

7° dalla sensazione e dalla percezione;

8° dalla trasmissione dell" on da reflua (sensazione e percezione) nelle cellule della corteccia del cerYello· , da uno speciale movimento protoplasmatico di quesl& cellule .

Lo spazio, che percorre la con·ente sensoriale nell'arr·ivare alla corteccia può graficamente •·appr·esentar·si com& nella fi$!. 3.

L'attività cellulare della corteccia cerebral e non elabora solamente t'idea, perchè nelle semplici idee non è tulto it pensiero, ma ancora altri fenomeni più o meno complessi come il giudizio, il rag1onamento, la memoria, la la volizione. Ed anche in questi altri processi e il soli to movimento protoplasmatico delle cell ule nervose, è il ritmico

IL PENSIERO COXS 1511

010 fisi co- chimico della materia, che svolgendosi e lra:ormaodosi produ ce nuove enerl!ie. Di qui continuità di movimenti: interruzione.

Il giudiz io, lo dicono gli scolastici, conoscenza immediata del rapporto /ra due concetti o idee ( Prisco). In questa conoscenza del rapporto fra due concetti si tratta di paragonare due concetti e vederne le attinenze. È una operazione cerebrale più o meno co mplessa . ma sempre di natur·a fisico-chimica.

t)unndo la mente {non venga fraintesa la parola) non « iscorge la relazion.e ch e passa fra due paragonando! i fra loro, e procaccia di vedere se tale relazione le !'ia manifestata dal paragone di quei due con un terzo, quasi loro anello mediano (Prisco) », in ;zia un altro processo che è il ragionamento.

Con e col paragone di più idee, col ragionamento e gli infiniti suoi ripieghi, l'organi zzazione cell u1are della corteccia subisce un a disposizione molecolare tutta propria e una serie di modificaziooi protoplasmatiche, le qn<Jii in virtù della proprietil fisiologica delle cellule nervose, della addi.:ione latente e della 1'etentiuità, tendono

4512 IL PEìSSIERO COllE liOVDlENTO a li=-sarsi nella massa cerebrale e a -r·icomparit·e al mi nimo eccitamento costiLUendo il fenomeno della memor ia . 11 comp le sso di questi processi psichici con lé loro mod ilì cazioni, che hanno apportato, mette il soj:tgeuo in rela zione con queste e col mondo esterno : il soggello l movimenti i5tintivi dappr ima son o stati coscienti e in forza dell'abitudine sono divenuti tal i sottraendosi all' immedia to co ntrol lo del cervell o.

JMho e -'>ente di pensare. Ecco la coscienza: ecco l' Io .

Dalla formazio ne dell'idea allo sviluppo della coscienza il processo psi chico è stato rin ch iuso e si è sYolto nel soggetto : la corrente cenu·ipeta è rimasta stazio naria nel gran laboratorio della corteccia cerebrale, e in questo ha preparato la potenzialità di una nuova corrente, la centrifuga. La potenzialitit di questa seconda corre nte è il complesse de' fenomeni psichici sudtlelli e la coscienza dell ' io personale e del mondo ester no.

La conoscenza del mondo esterno dispone il soggetto alla roli:ione, punto di partenza della corrent e centr ifuga, spinto da' diversi desiderii affettivi. Dopo un processo pii1 o meno lungo il pensiero ad un que r itoma moYi men to macroscopico. si r iOeue al di fuori mercè l'eccitabilità muscolare e lari ngea.

Ed ecco compiuto l'm· co cosciente.

Gli arch i inconscien ti ablwaccia no i mo vimenti automati ci, i movimenti rillessi, i movimenti istintivi. Si hanno archi incoscie nti quando le co rrenti eccitatri ci della periferia non arrivano alle stazioni nervose central i (cervello), ma ar·rivano a stazi oni nenose infer iori (midolla. bulbo, ecc.) e si riflettono sui muscoli.

(; ratìcamente possono essere desig nate le vie di tras missione delle corren ti coscienti e inconscienti come nella fi g. 4 .

' JL PEXSIERO COXE

Il pr ocesso psichico, che abbiamo considerato, dalla sen · azione :ll l'idea, dall'idea al movimento muscolare volo ns , tario , !'\volgendosi in un me.:;zo re-sistente, in uno spa:io, ebe c l'arco cosciente, che va dalle cellule sensoriali periferiche alle cell ule corticali del cervello e da queste alle Fig. 4.

cellule delle fibre striate del muscolo e alla la r inge, ha bisogno per co mpiersi di 1m ce rto tem po sperim entalm ente determinabile . Come manifestazione della materia anche il pen.-iero è soggetto alle leggi de l tem po co me gli ordi nar ii fen omeni fisic i, la luce , l'elettricità, il calore . Qua ndo il pensiero si face va de rivare J a un a facoltà ip erfì sica e ipe rc himica . dall'anima, si credeva nlla sua istantaneità, che fosse fuori tli ogni minimo tempo, oggi in vece an che il pemiero è un atiquid r>renslll·abile, e la sua.

velocità è assai piccola, piccolissima (Sergi) appena circa

OOO di quella di uu raggio luminoso, e 16 00 della corrente eleLtrica, e meno di ,1 del movimento delle onde sonore .

Ed è purtroppo cosi. L'idea sembra uno scoppio, ma considerando gli elementi di che risulta e i processi ch e hanno luogo per il suo svil upp o, ci persuadiamo del tem po che ha bisogno per determinata .

E qunnte idee per essere tali hanno avuto bisogno di e per maturarsi e svilupparsi hanno dovuto attraversare infi nite peripezie l Oggi il cervello umano ha u n patrimonio più o meno vistoso; e la materifl protoplasmntica della ha un capitdle più o meno ricco sicebè dispone di un numero abbastanza grande di idee; ma quanto lavoro sensoriale ci è voluto, quanti sagrifizì, quanti ostacoli da. superare per arrivare a una tale 1'Ìcchezza intel:.. lettuall' dall'uomo delle caverne all' uomo civile del secolo decimonono, dalle prime epoche geologiche alla nostra. l E indiscutibilmente tendiamo verso il progresso, malgl'infiniti zig-zag cht1 presentano le vie inte11ettu ali attraverso i negli attriti più o meno violenli della storia umana.

La tempo del processo psichico comprende il tempo, che impiega l'eccitazione periferica, prodotta su di un orga no sensorio speciale, per arrivare negli organi centrali (corrente centripeta) e ritornare poi a ll'esterno (corrente centrifuga).

11 PE;-iSIERO COME )10\"lMENTO

1o Eccitazione periferica sugli organi di· senso specifico;

-:>o Trasmissione delle modificazioni prodotte dall'ecr.itazionr periferica negli organi di senso nei nuclei nervosi 0 primi;

3" Trasmissione delle imagini sensitive nei nuclei di percezione:

} 0 )Jovimenti molecolari di questi nuclei e corrente reflua (sensazione e percezione);

5" Tr:1smissione della sensazione e della percezione nei nuclei intellettuali (corteccin); n bi:'ogna aspettarsi però una media assoluta: il tempo di ciascun atto psichico è l'espressione o l'effetto di una data orga nizzazi one nervosa cerebr·ale, la quale varia tra individuo e individuo, secondo l'e tà, l'abitudine, l'ambiente, il grado di coltura e il tono gen erale del popolo e della razza a cui si appartiene. t'eccitazione periferica è prodotta da un movimento vihratorio effettuandosi ad onda nell'aria o nell'etere. La velocità del movimento dell'onda lumino sa è di 300 mila chilometri per minuto secondo; la del movimento dell'onda sonora è di 3i0 metri a seco ndo a 15° gradi di temperatura.

6° )lovimento corticale e formazione dell'idea.

La somma di tutti i tempi, che impiegano questi sei mo· menti per svo lgersi, rappresenta il tempo che ci vuole per formarsi l"ìdea.

Prima che l'eccitazione suddetta arrivi negli ultimi elementi nervosi fMPRESSIONABtLI, ha bisogno di attraversare alwni me.:-:i di p·roc.ezione di ciascun senso specifico, e di un tempo che è vario per ognu no di essi.

l L PE'iSIERO COllE

I mezzi di proiezione delle papille linguali e dei filett i nervosi che nella pitnitaria sono le cellule epiteii al i della muco5a della lingua e del naso. l corpuscoli speciali del talto (Pacini, Krau se, Giaccio, ecc .), che sono nello strato papi Ilare del dermn, sono protetti dallo sta lo epiteliale del ) l alpighi, del Ohel e dallo slrato corneo su perlicial e. I coni e i bastoncini, situati nella par!e più intima deiL1 retina o nella parte P.sterna nella direzione dei luminosi, sono protetti nella stessa relina dall'interno all'este1·no :

1° da una membrana limilan!e interna (fibre di connettivo con nuclei ovoidi);

2° da uno str·ato

3• .da uno strato molecolare;

4° da uno slrato granuloso interno:

5° da uno str:liO intermedio;

6° da uno s!r·ato granuloso esterno; i 0 da una membrana limilante esterna.

La retina e circondata dalla coroide che termina in avan ti cvll'iride. dalla sclerotica, che termina in avnnti co n la cornea, e dai mezzi trasparenti, l'umor acqueo, che sia nel-la camera e posteriore, il crislallino e l' umo r· vitreo.

Gli apparecchi di pr·o1ezione degli organi di Corti sono, oltre l'orecchio es!erno e medio, il vestibolo, i canal i semicircolari, la chiocciola della quale formano La scala acu -

Il tempo. che impiegano le eccitazioni periferiche a superare quesli mezzi è vario per ciascun senso.

Per la ,-ista 0 quasi istan taneo considerando la velocita della luce e il brevissimo spazio, che deve percorrere, dalla

lL COllE )!0\'IMENTO 1517

· anteriore della cornea alla faccia anteriore dei ha- faceta stoncini. un percorso di circa 0.,,?z4._' . . .

Detto tempo, non tenendo calcolo de1 dn·et':Sl mezz• dt rifrazione e traspnrenza oculare,_può essere determinato come dalla seguenle: l" x 0..,024 .c= :300000 .

, ,. minuto; 800000 kil. ; :,'{'(tempo); om,0.21.

Per l'udito, il tempo è più lnngo del precedente e pet·chè il suono ha una velocità minore e perchè i mezzi di pt·otezione sono pùì

Per il talttl, il tempo è ancora maggiore: i mezzi protenivi oppongono maggiore resistenza al corpo che meccanicamente deve venire in con!atto di corpuscoli del lalto.

Per il senso del guslo e dell'odorato, il tempo è sempre maggiore. Qui non si lratta più di una trasmissione vibrazione aerea o eterea o d'nn movi mento meccaorco; ma si tratta d'un movimento fisico-chimir.o . Ossia d'un trasporlo di molecole (saporose e odorose) attraverso una membrana più o meno resislente . E quindi aflinchè le molecole odorose e saporose arrivino alle cellule pituitarie e alle papille ling uali, ricoperte da epitelio e da muco_ e da altri detrili orgauici (funghi, parassiti, ecc .), hanno brsogno di scioglie rsi nei liquidi delle ri speltive mucose e infillrarsi tra le cellu le epileliali. Questo processo chimico importa del tempo.

Hiepilogando: l'eccitazione luminosa arr iva più velocemente sui con: e sui bastoncini: poi viene l'eccitazione sonora. poi la tallile e quindi l'eccitazione e .

..\r-rivata l'eccitazione sugli elementi nervosi tmpre.sswnabili di ciascun :5enso specifico, con l:l gradazione di velocitit sovraesposla) si fissa soV!'a di essi e Yi determin :l LA SPE-

CIAL E l!ODI FICAZIONi , che forma il sostrato della sensazione specifica e stabilisce la natura .;pecifica det movimento, che poi trasmesso nei nuclei primi e nei nuclei di percezione si muta in sensazion e co rr is ponà ente.

Queste modilicazioni sensoriali. determinate dalle eccitazioni periferi che e in una mani era di sopra studiata, im portano del tempo, che non è per tutti i sensi.

Le modilicazioni, che determinano le onde sonore , sono eccitate in u.n tempo minore; poi \'e ngono le modificazioni tattili , poi le luminose. le sa porose, le odort•se.

1 raggi luminosi, che impie:,(ano quasi un momento incalcolabile per arrivare ;;ni coni e sui bastoncini , qui poi, nel loro proces:;o fisico-chimico, si solfermauo ed di un tempo degli allri agenti l'ouda sonora e il movimen1o mol ecol are del cili n de' nervi di senso tattile .

Cerlarnente la mo dificazione luminosa è la più complessa: il processo de lle modifi cazioni gustative e odorose importa il tempo dipendente da caus e chimiche e meecaniclle.

Hiepil,)gando: le. modificazioni sen so riali specifich e svolgono in seg uito all'eccitazione dazi one e di tempo : l• le mo dificazioni sonore r.>o le modilicaz io ni tattili

3° le moùilìcazioni

4.0 le modificazioni saporose

3• le modi6cazioni odoro ·e.

Determi nata la modifica.::ione specifica ed eccitalo il movim ento corrispondente tra le molecole ponde rabili del cili ndrasse di cia$cun nen o fico, che per e:5so e sol o per esso è 1ale ed i.· così denominato, ;;uccede la trasmi ssione di

!L PENSIERO COllE MOVIMENTO 1549 . dett(l specifi ca _ ne' nuclei prim i o semplicemente nervosi .

Qu esta trasmissione si effettua mercè i nervi di senso specilico . il n. ottico. il u. acustico, il n. gustativo, il .n. olfattorio e i nerv i sensitivi, che escono dalle radi.;i posteriori ùella midoll a.

Le libre sensitive partono da quasi tutte le parti del corpo , convergono nell a sostanza grigia delle corna posteriori della midolla, come rad ici posteriori, si continuano con le cellule mullipolari dell e corna medesime, escono da queste e vanno in allo incrociandosi lun go il tragitto, nel bulbo fo rmano la porzi one sensitiva delle piramidi anteriori, attraversano posteriormente la protuberanza, il peduncolo cerebral e, il terzo po;;teriore della capsula interna, si rinforzano nel nucleo basilare - talamo ottico - e vanno a terminare ne' nuclei cen1rnli psico-sensori di sopr·a descritti (lobo occipitale, reCJjone del l' ippocampo). La trasmissione di cui è parola . . . ... elrettua un a velocità ug uale per tutt1 1 nern sens rt1vr. l Sembra che la natura diversa de l mov1mento e .a sua specrlicità. non determina nulla nel fìlo conduttore. Questo trasmette uJ.!ualmente e indi3tintamente.

Seco ndo Schelske e la trasmissione si effettua c·on un a velocità di 30 ·metri per secondo; Richet ha trovato 50 metri a se co ndo ; 60 metri; Kohlrausch, 94 metri e Bloch l :3z metri a seco nd o.

A. Ren è la media è di 28 metri a secondo.

Lo stato elettro- tonico modifica lo stato di co nducibilità. La parte nel nervo in analeccro t ono oppone una grande resistenza alla lra>-missione dell'eccitazione, resistenza che aumenta co n la dura ta e l'intensità della corrente (Brzold) .

Le correnti troppo forti arre:;tano la trasmissione. Nella parte catalectrotona la trasmissione dell'ecritazione aumenta. Le modificazioni sensoriali specifiche trasmesse ne' nuclei nervol'i sempl ici si fis sano maggiormente mercè un processo molecollire delle cellule de' nuclei . soggette a un tempo più o meno wriabile, e seguitando a vincere le resistenze della materia centrale ,·anno avl\nti, e determinate e precisate meglio, come ima_qini incoscienti ma definite , sono trasmesse per mezzo delle fibre commes surali ne' nuclei di perce;-io ne di ciascun e con la stessa relocità.. nuclei cerebrali di percezione la corrente o l'onda periferica ha la p1·ùna esp loquesta esplo"ione consiste in un movimento molecolare del protoplasma delle cell ul e, movimento, che dopo un c:e rto tempo torna all'esterno, sotto forma di onda refl ua e all' oggetto ecci taLOre . In questo ritomo sta la sensazione : questa è il prodotto della reazion e delle correnti centrali . ta tavola seguente, presa dal .Beaunis, rappresenta in millesimi di seco ndo , il tempo che i diversi cen tri di percezione pe· diversi sensi specifici e generali impiegano per rwgire alla corrente centripeta, per ave re insomma una se nsazione sonora, luminosa, tattile, saporo sa e odorosa :

Da questa tavola ,;i vede (attenendosi agli esperimenti del prof. Buccola , che mi sembrano i migliori}, come in media la so nori\ vien e eccitata dopo un tempo minore; poi viene la :>ensazione tattile, poi luminosa, quindi le seusazioni saporose e odorose . Da qu esto può desumersi come il movimento luminoso, che è quasi istantaneo nella periferia, nelle stazioni intermedie, ma più ne' co ni e sui bastoncini perde di velocità. Il suono ne guad11gna : l'eccitazione Lnttile ha bisogno di molto tempo alla periferia , ma 9n determinata non ha 5tazioni intermedie, tranne. dei nuclei di rinforzo (talamo ottico ecc.), e va diritta a' centri psicosemori. I mo,·imenti saporo si e sono sempre soggeui a l'incere delle maggiori resistenze periferiche e centrali. r processi più ordinariamente usati per determina re questo tempo sono il metodo )!rafico e gli apparecchi cronoscopici e particolarmente il di Hipp.

Con dati numerici si possono determinare i tempi di ciascuna tappa sudrie!'critta e negli orl!ani periferici, intermedii e centrali per ogni singolo movimento :>en!'oriale.

Formate le sensazioni di verse e le di,·erse flai di,·ersi nuclei di percezione partono delle correnti. che vanno a terminare tra le cellule della corteccia cerebrale (nuclei intellettuali), e qui succede, come si è visto, la idealiz7.azjone di esse, ossia lo :q•iluppo delle idee.

Per determinare il tempo, che occorre per ;o svi luppo e la formazione di una ide:1 , atto psichico più se mplice, è stato il Donders il primo a fare delle esperienze fisiologi che . I>oi vengono i professori V. Kries et Auerhach. noi il professore Ruc cola.

TI Donders immaginato due istrumenti. uno chiamato: JYaematachrmu•tro, che serve per conoscere il mi nimo d1 tempo per una semplice idea: l'altro dello !'irmnatachografo, che serve per determinare la durata de,ll'li atti psichici più complessi.

Per conto mio ho n;;ato le seguenti esperienze. Naturalmente si possono calco lare le divf'l'se idee, ch e si sviluppano dietro le diver;;e sensazioni. Per le sensazioni della vista, p. es .. si uno esperimentatore dinanzi a una persona e tenga di etro di si· più 'oggetti noti ma non visti dalla persona suddt>tln. l)n indi senza prevenirla, mostri or l'uno or l'altro

TL PENSIERO COME 1:)23

"""etto. .\. qnesta vista la persona su cui !'i esperimenta V()l' deve indicare con qualche segno prevenuto (movimento della testa. )!rido. eec .) quale è stato l'oggetto mostrato. Naturalmente indicherà quell'oggetto di cui ha l'idea in alla sensazione luminosa di esso.

Si terrà calcolo de' movimenti e in certo motio anche del- l)nesto tempo, secondo il Beaunis. Ya in media da l a 6 ('eotesimi di seco nd o. tavola seguente rappre5enta il tempo medio, che occorre per la formazione di una idea in seguito a difTt;renti

Per le sensazioni dell'udito, si fa r sonare più campanelli, o, h, c. ciascuno con diverso timbro noto. Facendo uno di essi in un modo prevenuto far indicare •1uale ha :'onato.

11 Beaunis parla d'impi egare due fochi luminosi, l'uno rosso e l'altro bleu, e si faccia comparire or l'uno or l'altro prevenzione. L'individuo su cui si espe1·imenta deye far e un segnale convenuto indicnndo quale de' due lumi ha visto. La segnalazione è naturale, che viene fatta in seguito al!'idea formllta dell'oggetto visto, ed esige un tempo, che è variabile :;econdo una certa « equazione personale, )) che è il complesso dell'età, della coltura, stato organi, natura delle eccitazioni, nmbiente. ecc.

Sperimentatori l!il·ersi

V. Kries et Auerbach l) )) l l)

IL delle .,ensationi

Local ,zzazione ollica di

1 Local izza zio ne otti ca di distanza.

Distinzione di colori .

Localizzazione di suoni l D istin zione d'un suono e un rumo re l

Localizzazione di una sen sa z ione tatU!e . . . . .

\Vundt et Frie-1 drich . . .

Distinzione ùi due suoni.

DistinziOne di due eccitazioni t.atlili d'intensità differente .

Distinzione di due color·i

1

Formate le idee, e:>clusi\·amentn ne' nuclei iatellelluali, mincia un altro lavorio, di cui gli elementi sono: l 0 Il git.td izio ;

3° Il ragionamento;

3° )fem oria e coscienza;

4. 0 Sentimenti;

3° Volizione.

Essi rappresentano un lavoro psiehico molto comple ssu, che si svolge nel resto della corteccia ce rebrale (sfera superiore), e a determinadi la matematita sfugge o almeno no n ha che un'importanza relativa. Gli atti di di memoria, di volizione sono relativi ad ogni organjzzazione cerebrale e dipendenti per co nseg uenza dall'etil, dalla coltura, ambiente, razza, ecc.

IL PENSIERO COllE

Per conoscere il tempo necessario per la formazione del iudizio basta far sonare due campa nelli di diverso timbro noto (a e b), a una certa distanza, e far indicare quale de' dul' ha più forte dietro una eccitazione so nora e r,1r dire: a ha sonato piil forte di b o viceversa. lnve r.e di parlare si può usare un segno co n venuto. Ancora. r) 11 ando due eccitazioni si producono in un intervalÌo rortis ..,imo, dette impressioni sembrano simthltanu bencht' si producono nel tempo. Ora questo giadizio di simultaneità è stato misurato : ossia Exner ha trovato il tempo minimo necessario perchè due impressioni successire venll'ano niltdicate simultanee. l'

Ecco la tavola di E:\ner:

Tempo

B

Rumora Rumore 2

Eccitazione taltile . Eccitazion e tatti!e 27

LUCE\ Luce. 44 (contro la retina)

Luce Luce . 49 (periferia retioica)

E ccitazione tattile. Luce. ;)0

Suono. Luce. 60

Luce Ecci lazio ne tatti le 71

Luce l Suono 160

Gli elementi della corrente centrifuga sono: t• Eccitazione psichica eent rale;

Trasmissione di questa eccitazione psicbica c?seiente e volontaria ne' centri psico -rnotori;

:3o Eccitazione di questi centri e sistema nenoso motore alla periferia;

4° Esplosione periferica (movimento volontario e li nguaggio).

L'eccitazione psichica centrale è la roli:iont>, la determinazio ne ad una reazione \'O!ontaria, prodotra dal complesso del processo psichico studiato .

Il- PEXSIERO COME MO\'IMEXTO 1527 deUe corna anteriori, si per·dono a gomito nella loro spessezza e si co ntinuano con le cellule mullipolari. dalle quali orizzontalmente escono come radici ttnterio1·i o motrici de'nervi rae vanno a terminare ne' muscoli.

Questo decor:;o può eiìsere schematicamente rappresenta LO com e nella tav. l • .

J caratteri della trasmiss'one o della conducibilitit sono i seguenti :

.

L'eccitazione volontaria dalla corteccia (:;fera super ior·e), sr trasmette rn alcuni centri delli psico- rnotor i, per!!he siedo no ai movimenti volontari. Dopo i lavori di Hitzig F ritsch, di Nothnagel, Sch iiT, Braun, Eckard, Ferrier, ville, Duret, Soltmann , Goltz, Luciani e ecc ., so no oggi scientifi camente stabiliti e po5sono essere ticamente rappresentati nel modo cerebrale dell'uomo:

L'ecc;tazione psichica volontaria da tfUesti centri mot ori viene trasmessa alla periferia mercè l'apparato tore nervoso e l'apparato speciale che forma l'organ o del · guaggio.

L'apparato nen'o so motore è rappresentato dalle nervose motrici. Queste fibre partono dalle cell ule , ch e mano i centri psico-rnotori , a forma di tanti raq ,ri si dirirto

' n verso il corpo striato e tra le cellule de' nucl ei intm ed uentricolari. Qui si rinforzan o e si continnano mer·cè i lungamenti, che em ettono le cellu le del corpo sl nato, terzi anter iori delta capsula interna, e formano i pedu cerebrali, assieme alle fibre di senso, attr3\'ersano <I mwr.,, • mente la protuberanza, formano la porziòne superficiale motrice deiiP. piramidi anteriori, subiscono l' incrociameotG nel colletto del e vanno a co:;tituire, quelle del latG destro, il cordone laterale sinistro; quell e del lato siois tt·o, il cordone laterale destro . Camminando in fuori

1° La eccitazione si tra:;mette per la libra eccitata ed non \iene comunic;lta ad altre fìbre vicine.

La ecci tazion e e il suo prodotto, il movimento molecolare, si ell'ettua tra le molecole tlel cilindrasse; questo è la sola ed un ica parte del nervo eccitabile . La mielina e le membrane avvol)!enti non fMno che da isolanti.

Il pet1'adosso di contrltzinne si spiega come un eiTe.tto ddl' t•lmrotono .

La trasmissione si elfettu :t indifTerentemente e con stes=-i caralleri nel senso centripe to e Ricordisi J'esJJerimento fallo sul linguale e sull' ipoglo:;so (J. Rosenthal, Bidder).

:3q Teoria della vala nga del Plliiger.

Uualnnque sia la natura del movimento nervoso , esso per alcuni è trasme:;:;o nel nervo come semplice cor'lduttore e consen·a sempre la stessa intensità; per altri. aumenta d' intensità. Bud7.e fu il primo a riconoscere, ch e eccitand o un nervo molore, in un pun to vicino a un muscoto, bi:;ognavano delle correnti più forLi per tetani;; :orlo. POiiger l'ebbe a confermare. ed ha cons tatato, ch e una corrent e d'una certa inten.silil produce piir ell'ett'> per quanto è più lontano dal muscolo il punto eccitato . Ed ha concl uso che il movi mento nerww nella sua trasmissione delle forze di tensione nel nervo in maniera , che una forza di tensione sprigionata in punto del nen·o è più considerevole di quella che t> :'pn.(!tOnata nel punto precedente, c absolument comme daus Lr;rlnée de poudre qu'on ennarnme à une extré rn itl• (Beaunrs) 1).

In questo modo di vedere, il nervo non è solo orua 110 d' - "' l ma addirittura i' un vero prod utto re di ent>r·gie.

11 .\l arey, il Tiegel e l' Hallstcn hanno concluso lo stesso. Per i ner vi di senso, per que.st'ultimo fallo, le esperr eu ze sono poco num erose. Si sa solamente (Cl. Bemard lli ch et ci.Je l'eccitazione pt'ri(erica de' nervi è più at: trva dell ecettazwne falla snl tronco e nel deco rso del nen·o medesimo.

4o Ra pporto tra l'eccitabilita e la conducibilitù nervosa .

I l e la sua scuola crede che la cooducib iliti• del è inrlipendmte Jalla !'Ua eccitnbilitù. Difatti si può aholtre la eccitabilitit per mezzo dell'acido carbonico, e int:lnto persistere la trasmissione. Jl Lautenhack é della stessa opi nione; non così il Luchsi ngeo. Ma nell'assieme è ancora indeci:>o . Questa quistione è però di grande importanza, perchè la sua spiegazione i mplica la spiegazione della natura e del mojo di trasmissione e propaJ.!azione delle eccitazioni nervose.

Difatti se la trasmissione è dovuta :·di'eccitabil ità del nervo è molto probahile allora. ch e nella trasmissione l'eccita.zi&nf si r.o muni ca di onda in onda, da una parte nervosa alla sua vicina e cosi di seguito; nel caso contrario vi sa r à sem plice propagazione di co me un morimento ribrato-rio pt.>r estmpio.

La velocità della trasmissione nervosa nei nervi mo tori è ugu de in tutti. ed è circa di 33 metri per secondo.

L'ercitazion e ce ntral e volontariA trasm essa mercè le fib re

IL I'E:XSIEIIO COME )J0\"DrE"\TO 1529

oervo:-:e motri ci fino ai muscoli striati. produce in questi una rnoditi ca zione, che >a sotto il nome di contrattilità mu;;colare (2• esplo,ione), causa diretta e unica di ogni movimento volontario. La contrallilità t' inerente alla !-'Ostanza protoplasmat ica delle fibre striate, e non dipende dai nervi .

Se si esamina ;11 microscopio una Cibra muscolare quando si contrae, si '"erle il gonfiamento o il rentre, prodotto dall'applicazione dell'eccitante, propagarsi dall'una all' nltra sotto forma di ondnlazione . A crue sta forma di ondulazione Aehy ha dato il nome di onda di contrazione o onda nwscolare.

La velocità di propagazione di quest'onda muscolare è stata misnrat:t per mezzo di molti processi, sopra un certo nnmero di mu 5coli di differenti specie di animali e principalmente della rana .

Secondo Aeh: e re). la >elocita è di circa •t metro per secon tìo : per Bloch e Bunstein , è di circa 2 a 3 metri per secondo; Her'mann sull'uomo viven te ha trovato 'l O a 1:l metri per secondo.

È più grande negli animal.i a sangue caldo: è più debole nel cuore; si rr.llenta con la col freddo e con certi ve:eni.

L'onda muscola re arrivata ad una delle estremità sembra ritornare :d punto di partenza (punto di eccitazione), :>econdo gli esperimenti di S.;hifi', Remak e Harless . Ecco un altro esempio di onda refiua.

Il muscolo con le sue contrazioni pr·oduce un travaglio o laYNO meccanico. nn rffetto PStPr iore utile, il quale, come ognuno sa; misurasi col moltiplicare il peso sollevato per l'altezza a rni viene ;;ol levato .

La rapiditi1 con la qu 'l le un mu·colo si contrae e s i rilascia poco nota. Essa si può calco lare ·s tudiando il numero delle contrazioni success ive eseguite in un 'seco ndo. l'avambraccio può eseguire a ii:iO movimenti di llessione in un minuto primo.

Secondo )larey, io alcuni insetti, p. es. la mosca comune e;;egue 330 sbattimenti d'ali in un secondo, l!) 800 in un minuto primo.

L'a::iont' lib era e vo lonta1·ia dell' uomo è il prodotto e il eomple$;;o di tutti questi movimenti muscolari . li linguaggio articolato è un alt ro modo di traduzione al di fuori del pensiero. Esso si è sviluppato simultaneamente col pensiero. L'animale non pensante non ha li ng uaggio ;l rti co lato: una psiche più o meno compl eta ha mezzi di comunicazion e più o meno completi.

Le gridn , i segu i, i gesti. ie varie di suoni ed altri mezzi mirni ci e fono ci sono form e di comunicazioni psi ch ic be di orr:anizzazioni ce rebrali inferiori.

11 meccanismo del li nguaggio articolato nell'uomo risu lta di un organo centrale o cereb1·al e, che pres iede alla fo rmazione della parola, co me espressione immediata dell'idea, e di un organo periferico , 0he presiede alla mecca nica esecuzione di essa r fo nazione) .

L'or·gano cerebrale, centro della parola, si trova nei lobi anteriori del cervello e propriamente n·eJia 3" circonvol uzione fr·ontale di sinistra (Broca). In que$to gruppo di ce llule è il cent ro della par·ola'; l'idea formata ne' nuclei intellettuali (corteccia) trova in questo centro la sua espressione e la sua non solamente rerb ale ma grafica . In alla :;ua distr uzione si ha surdi td verbale e cecità verbale (perdita della parola e della scrittura). In questo caso, non si ha più il di quella tale parola r ispondente alla tal e idea : è un suo no vuoto di

IL PENSIERO COME llOVDIE:-ìTO 1531 senso. E intanto l'elaborazione delle idee può restare normale .

.Bisogna ricordare che l'abolizione delle idee atrofi zza il centro della parola; non idee nvn si hanno parole. E quind i nelle affezioni o disposizioni morbose- eredi tarie o acquisite del cer vello non succedendo affatto l'elaborazione delle idee o succedendo in un modo incompleto o sconne sso. il centro della parola si atrofizza a poco a poco e finisce col non sYolgere più parola alcuna. Questo succede li idioti. Tl mut ism o non è quindi solo la caratteristi ca di una grand e sapienza, ma può essere il corllrassegno di un pover·o cer·vello malato!

Ed ora una domanda . Perché q uesto ce ntro psi co-moto re è a i laringe è innervata dal nervo laringeo superiore e inferrore. rami cervicali del Vago, decimo paio de' nervi cranici, e che :;i ori.(!ina nel bnlbu . la laringe può a uno istrumento a linguette.

Ori()'inariamente i due emisferi funzionavano simmetrican mente: l'esercizio prolungato dell'uno più dell'altro ha prodotto lo sviluppo di questo centro maggiore da una parte e l'atrofia dall'altra. destrimani il centro del ìinguaggio é a si uistra e vi cino al centr·o psico ·motore, che presiede ai movimenti della lingua, delle labbra, bocca e arti superio1·i. Questi sono organi sussidiari della parola. Nei ·mancini in qualche caso di afasia, la lesione del centro del linguaggio è a di'stra. Formata nel centro suddetto l'idea della parol a , come espressione adatta di un concetto, che gii1 si è sYiluppalo nella com pagine . della corteccia, in seguito di che succede un movimento eccita torio centrifugo per cni la forma ideal e della parola Yiene trasmessa ad alc uni apparati organici ed est?·inseca ta all'esterno mercè alcuni segni fon et ici.

L'organo anatomico della fona.::ione è la lm ·ing t . Il centro dei movimenti dei muscoli espiratori e dei musco li delle corde Yocal i 1\ nel btdbo. Il centro dei ner>i motori che se rvono all'articolazione de' suoni si trova ancora ?u>l bulbo.

Schroeder van der Kolk ha cercato di localiuar·e il centro dei movimenti dei suoni articolati nelle Olù;e. Ma è ancora i ndecisa la que3tione.

Per la I'OCe ci bisogna:

1 • che la corrente d'aria espirata abbia una certa tensione;

2• che le corde vocali siano tese.

L'aria espi1".1ta del' e avere unn certa ·tensione ·affinchè possa mettere in vibrazione le r-orde vocali, le quali devono essere tese. affinchè siano atte a vibrare di più .

Yiene emesso un suono, la glottide si ristrioge e sr chrude o nella sua totalità o nelle parti sole ligamentose o si ristrin;e semplicemente senza chiudersi. Le corde vocali si aflong:mo e si tendono nel modo corrispondente al suono da emettersi. In questa posizione vibrano sotto l'impulso dell'aria espirala.

L'intensità e l' altezz 1 della voce dipendono . dall'ampiezza delle vibrazioni delle corde vocali e dal loro numero.

Le combinazioni dei suoni articolati prodotti nella cavità boccale e nel faringe con i suoni prodotti nel laringe forma la par·ola propr iamente detta.

Come si formano i suoni m·ticolati '!

, Sopra della laringe è la cavità boccale, h faringe e le fosse nasa! i, le quali formano una specie di tubo addizionale, che nella fonazione giovano in parte, ma nella forn1nione de' suoni articolati rappresentano la parte principale ed ziale. Il tubo addizionnle snddetto'risulla di cavità invariabili

IL PENSIIiHO CO)lE

di forme com e le fosse nasali, di pnrti fisse e di parti mobili . come la lingua, le labbra e il velo del palato. Le parti mobili con il loro meccnnismo e modo di variazione danno luogo alle diverse maniere di articolazione; le parti fis;;e non se nono che come apparecchio di rinforzo e di risonanza.

Una serie di suoni articolati è formata nella bocca e nelle fosse nasali; l'aria espirata passando per l'uua e l'altra uscita dà luogo alla formazione di suo ni, che diciamo nasali.

.\la le \'ariazioni e forma della cavità boccale sono piu importanti ; esse costituiscono la serie più grande de' suoni nrticolati uuitamente a' movimenti del velo del palato, delle labra e del la lingua. Queste variazioni della bocca e della faringe consistono ora in sen:tplici cangiamenti di form;l, che non interrompono le continuità del tubo addizionale e lasc·ano passare l'aria esp irata; ora in vere occlusioni, che interrompono il pass11ggio dell'aria.

Ora questi restt·ingimenti e queste occlu5ioni pi ù facilmente nelle parti più mobili e qui propriamente si formano i suoni articolati .

se sono: l'istnio delle rauci, lo spazio compreso tra le arcate dentarie e la punta della lingua, l'orificio Jabiale, eec.

In tutte le lingue, la parola è composta di due specie di suoni articolati, dalle vocali e dalle consonanti.

Le rocali, le anime .delle lettere per gli Ebrei, i suoni pel sanscrito , i suoni primi pe' Cinesi, sono de' suoni articolati che si for·mano nella laringe, e sono rinforzati nel tubo addizionale, e possono essere emesse sole.

comonanti, suoni ausiliari dei Cinesi, corpo delle lettere per gli Ebrei, sono de' 5uoni articolati, c!ìe si formano nd tubo ad.di.zionaJe) e vengono rinforzati nella laringe, e non possono essere emesse sole.

L'unione delle \'Ocali fra loro formano i ditton.'}hi: l'union e delle consonanti può effettual'si in due modi:

·l o le due riuuite si pronunciano insieme e senza interruzioni (BRA-BLE-CR.Y, ecc . ecc.);

-zo Le due consonanti "i pronunciano con interruzione come di:'tarcate (.-\.\'.\'.-\) .

. I.'unione delle ,·ocali con le consonnnti formane• LE SILLA BE. le quali sono r R \OICALI ORi t;JN.o\Rli di tutte le lingue. .

L'unione di pilt 3illabe formfl la parola .

Quando i• nato il linguaggio·? Qurtndo l'intelligenza o il pensiero dell' uomo, nell'evoluzione dei secoli. crescendo e allarj!andosi. non ha trovato più !'Oddisfacenti a' propri bisogni le fin allor·a ordinarie espressioni mimiche o foni che ed ha sentito la di un nuovo me::o di AUTOpiù celere, pii't chiaro e più immediato .

Per conoscere il meccanismo. col quale l'uomo a poco a poco, da' segni e gesti e gr·ida, è renuto emettendo i primi suoni articolati e le prime radici, hisog na rivolgere l'attenzione e lo studio sui fenomeni, che si av'' erano nei bambi ni dalla na scita fino al momento che Jano, sulle lingue primitive e st;i linguagp-i dei popoli 'selvaggi. L'ontogenesi spiega la filogenesi : delle

Le lingue primiti re sono mon.osillabichr o per lo meno sono ricche di monosillabi radicali e sono ricche di voca li .

Dunque non ci resta, che a pensare come le prime manifestazioni foniche art icolate dei linguaggi primitiv i, com e espressioni ideali de' concetti, sono state le vocali (suoni facili e primit ivi) e le sillabe (combinazioni semplicissi me di suoni articolati). Pres;;o i bambini, dove Yed iamo in certo modo ricapitolati i fenomeni primordiali della specie, ci è il periodo dell" emissio ne di semplici grida, accompagnate f: stato il caso" Sarà stato secondo l' ipotesi del buon Max )Jiille r? se'condo l'ipotesi biblica?

Jl, PE:\SIERO COllE MO\ DlENTO 1535 da l!es ti. Al picciol mondo delle infantili intelligenze è più che sufficiente l'emissione delle semplici grida: le loro sa:rioni di fame e di dolore non ponoo aver migliori manrfetazioni. che sono comuni con moltissimi degli animai! infes . . . · · Dopo le grida e i cre::.ti Yen<>ono le prime emrsswm rron. n ' ' ,.. dei più 'emplici suoni articolati - LE VOCALI. La · ;a:imtl' si accompagna con le prime emozioni di piacere, dr curiositit, di stupore e di collera. Qu esto periodo io lo chiamo emozionale. ed esiste pur troppo presso alcuni organismi in t'eri ori . L'articolazione e remissione delle consonanti, cominciando dalle più fisiologicamente semplici - le labiali. poi le linguali. qnindi le gutturali e via di il periodo delle primissime e embrionali rdee che st formano e si sviluppano nel cervello. Di qui : (a)- m (a) (mamma): 71 (a)- p (a) (pappa); b ( a)--b ( a) - b (a) (babbo); t (a)- t(a)- t(a) (tata ==padre); b(e) - b(e)- b(e) (pecora); p(i)-p(i) - p(i) (orinare); b{tt) - b{u) - b(u) (here) . Intorno a questi suoni articolati infantili sto com pilando un piccolo manualetto, che farò ··.onoscere tra breve, e che reputo necessario per lo studio sull'origine del lin gu aggio o sulla linguistica comparata.

L'unione delle vocali con le conso nanti e la formazione quindi delle sillabe caratterizza il per iodo delle idee ben formate e complete, nel modo relativo s'intende alla piccola organizzazione cerebrale. La. 11arola DEFINITA apre il periodo o l'età della così detta ragione.

Se le sillabe sono i radicali originarii di tutte le lini[ue come sono nate? perché a quel tale concetto si è dato il r adicale tale!

TI caso non è un dio Ì·iconosciuto dalla nostra chiesa; il buon }hl\ )hiller potrà espor·re la su:1 ipotesi trascendentale alle coscienze cred ule dei ::.uoi uditori deisti di Oxford; Mosè la potrà esporre in qualche vecchia sinagoga.

Per noi l' origine fonetica dei radicali riduce alle due ipotesi prese dell'onomatopeia e dell' inurù•zione . Coll'una e coll'altra ipotesi. i 1·adicali si sono formati per de' rumm·i Pstfriori e dalle semplici grida enw:ionali.

In ogni modo questi radicali si sono s,·iluppati in una maniera unica o multipla? in altri termini, lutle le lingu e derivano da unici radicali? Questa q uestionf' si r·iattacra all'altra su ll' origine unica o multipla del genere umano, ed amendue saranno ampiam entR da me sriluppate e trattate in altra memor·ia.

William Bleck, in una lettera al p rof. Haeckel, ammette , che tutte le lingue nmane hanno una origine un ica o monometir.a. E dice così: « . .... tuLLe le lingue banM dei veri pronomi e le parti del discorso, che ne risultano. Ma l' istoria dello sviluppo del liu gu a)!gio prova, che il possedere dei reri pronomi è un risultato di adattamento, chE> non è potuto prodursi che una sol a volta)) , ..\Itri linguisti eminenti ammettono però !'origine polifile ica.

Lo Schleicher, questo sommo linguista, che ha segui to e segue con interesse tutti i progressi delle scienze biologiche, e che ha applicato wn metodo scientifico le supreme del moderno n aturalismo all e man ifestazioni mor(ologiche de' linguaggi, per lui vere (01·me virmti, ammette, che fin dal principio il ling-uag)!io è dovuto diiierire 'iELLA l'idea e l'imagine, che doveva estrin secare per mezzo de' e secondo il grado di perfettibililà df'll ' individuo il e della razza. che nhbozzava .

Essendovi dìYersità di idee, come dìver,.ità di or·.gamz · · e cereb rale av ure diversità di mamfesta- zazlOil ' ' . . . .

· · d. es ·e Di I[Ui dice il prof. Haed .el , e 1mposs1hrle z10n1 l " · ' di ri cnnd urre t ate 1.- lingue a un solo e meòes101? rdwm.1 prirniti,·o come è di r_icondurre tnuo ti genere umano ad una sola e unt ca copp1a. . .

Le due lJUestioni si co mplelano. E wme rl g:nere ,.,1 clas:'i fì cato in tante raz::e, co5i il linguagg10 umano 1n tante rtt:: .::: P o tipi lingui stici Miiller), che « ont eu une or i)!in e et indépendante (Haeckel) :..

Le razze umane le se)!uenli ( Binm enba ch):

1o la r .1zza etiopica o nera;

't.0 la razza o bruna:

:.l 0 la r·nza mongolica o gin lla:

} 0 la razr.a americana o

:? la razza caucasica o bianca .

Tra l'una e l'altra di qu este razze so no tali e tanti ea ratter i di dill'erenza, che, secondo il Quenstedt , se fossero« des colim acons tous les zoologiste::. aflìrme1·aient à l' unanimité que ce.son t d'excellente$ es pèc e;; n'ayan_t jamais pu proven ir d'un ment e couple, don t' ils se sera1eot gr·aduellement l·carll's ».

Tra i diversi tipi lin;;uistici i medesimi caratteri di differenza: quindi Ja stessa impossibilitit di r1durli a un solo tipn . · . .

E allora tra la d'uomini pithtcoidi e delle sc 1Ir.1e antropomorfe, che « ont réellemeot flguré i le.s a?cètres du "enre lrurnain ( Haeckel) » , la trasformaziOne e l evoluzin;e um ana e lo sviluppo del li ngua gg io articolalo non si 9';

IL PENSIERO .liOYDIE"TO è anerato di botto in una sola coppia, che sarebbe stata il primo anello della catena, e nemmeno Ùl nn sol punto .

E a questo riguardo domando: il protoplasma amorfo e indifferenziato si è trasformato forse dalla materia inorganel fondo degli oceani, da un'unica molecola di ques ta e in un .yol p11nto? e le monere primitive, animali e vegetal i , da un 'unica forma di protisti? e i protozoi e i metazoi

La dottrina scientifica del .Jfo11 ismu deve es5ere intesa in un modo nssiJ i diverso da quello con cui volgal'lnente è in tesa. l diversi tipi linguistici dipendono dall:J diversa combin azione dt>i radicali.

Se il radicale resta tale come espressione dell'idea ossia .a parola è monosillabica, si ha il tipo linguistico monosillabico rappresentato dalla ling ua ci nese.

Se alla formazione di una parola concorrono più radicali, aggiunto l' uno all'altro, senza perdere ciascuno il significato proprio originario (r' + r'l si ha il tipo delle lin gue agglti-tinanti, rappresentato dalla lingua turca e aflìni.

Se- una parola è formata da un radicale originario, che ha perduto apparenternente il suo significato, coll'aggiunta di nuovi elementi morfologici prefissi, terminaz ioni, ecc. ecc.). si ha il tipo linguisti co delle lingue a rappresentato dal gran ceppo Ariano e Semiti'co. dalle lingue indo -germa ni che e semi tìche .

A cr om egali a . - RoBERTO - (Riforma me· (/ica, K. 157-158, luglio 1892).

Questa nuova malattia è appar;::a sull'orizzonte medico, or fanno cinque anni per cura dt>l dottor Pierre Marie, allievo del Charcot, per il che prende anche il nome di malattia di Marie.

Essa è caratterizzata da c un aumento notevolissimo di volume delle estr emi ta superiori, inferiori e cefaliche »; in altre parole le mani. i piedi, la testa in questa malattia sono enorm i e pr esentano un aspetto del lutto particola r e.

La malattia è assai rara; questo dPII'A . è il sesto caso che si descriYe in Italia; in l'Europa i casi descritti fino ad ora sono circa una quarantina.

L'aspetto delle mani nei pazi e nti è caratteristico: sono eorte, larghe, appena aume ntatt.: in senso longitudinale. sono presso a poco di un terzo piu larghe e più grosse delle mani di un individuo della medesima statura. Di c0nsistenza dura, i tessuti moll i della mano non sono edematosi. Le dita sono come dei salsicciotti. Il volume normale dell'aYambraccio fa contrasto con la deformazione della mano.

Altrettanto si può dire dei piedi.

L'estremita cefalica, prende partt>, essa pure al processo ipertrofico di guisa che ne re!'tano alterati i tratti della fisonomia. Il cranio non sembra a pr·ima vista notevolmente modificato; la palpazione però rivela una salienza considerevole delle suture e creste ossee. La fac.cia è allungata ed OYalare, la fronte bassa poggia sopra enormi prominenze

Medica

o rbitali ch e in parte la nascondono; i mar:rini e le orb ital i sono volu minose 11 motivo della dilatazione dei seni frontali e cosi gli zi!!omi per la dilatazione .Jei >'en i ossc:>i dei mascellari superio ri. Gli occh i. generalm ente piccoli e nas costi dalle palpebr e a llungate t>d ii'pesl'it<>. presen tauo vo lta del resoftalmia. Il naso può raggiunge r·e un volum e grandi!Sl'imo ed è di solito unche deform a to, schiacci to. Le la bbra e !"inferiore pendente lascia semiapert.a lA bocca. Lingua in!.!rossata. prominente in a van ti. Orecchie gr•ar 1Ji ed ipertt·oliche.

Le deformazioni del tronco son o anch e impo rtanti. La colonna , ·ertebrale pr·e::;enta una cifosi cer\'ico accom pagn ata da una lor do!>i dorso Coste ing rossate, clavicole ipertrofiche.

A ltri sintomi acce"SOri sono la ipertrofìa dei genitali esterni e l'alrofla dell' u tero e dei testicoli In dipe n den za di ci ò é di regola nella donna la >;oppre ssione mestrui nell'u omo la sterilità.

I tendi nei sono ora norm al i, ora diminui ti; mai esagerati.

Vi i- cefa lalgia quasi <'Os tante con r emitlt>nze; vista in debolitA.

Come !'intomi c' è d ebolezza, umortl tt:i ;;te, intelligenza normal e.

Questa affezione non comincia m a i nelr infanzia, sempr·e dQpO la pubertà, più fra i 20 e i 30 non è rnai congeni ta n è ereriita ria.

La p rognosi é s inislrl'l non cQnoscen do la terapeu tièa mezzi per· arrestare la malattia. P e r ò la durata di quest'affezione può e sset·e di 10, 20, 30 anni.

L'etiologia e oscuri::;sima.

In tutte le autopsie si osserYato una co nsider·evole del corpo pituitario, t11le dA ra ggiunger<> la di un uovo di colombo P. nnche eli ga tlina. Vi è CIWri!>pondente della l'Sella tur·cica.

Vi è pure spesso persistenza della ghiandola ti mo. I cM doni del gran simpatico ed i suoi gangli s o no ingrossati.

I ntorno alla patogenesi di que sta curiosa :::ono lP opinioni dPgli autori. Per Kl cbs una Angiomato:.i lep-a ta alla per·siste nza del timo; per· Freund e Ve rstraeten la conseguen za d i una inversione nell'evoluzi on e della vita genitale. Marie c rede che si tratti di una distr ofia sisLematica io cui ralterazione pr imitiva avr·ebbe sede nella $!hiandola pitu itat·ia. Mas!'a longo pen>"a che le alterazioni Ji que!'\a m91alt;a siano dovute alla per·sistenza nella v ita extrauterina òelle fun zioni delle fetali timo e p!tuitaria. Fm tantochè il nostr o corpo i> in via di !<viluppo, t! i -crescita, le proporzioni, le deformazioni non s i presentano; appena qu esto sviluppo, per l'evoluzr o ne ordinaria del no-stro sr a rre sta , a pp un to ve!':;o i 20 anni, a llora vengono in scena i sintom i ùell" acromeg al i a , le ghiandole fe tal i e la loro funzione non anda n do incontr o alla o rdinaria inYoluzione rc::: rei'!'iva.

Certamente quesfullima ipotes i è ingegno!"a. Essa però è 'basata sulle nozioni ancor a vaghe che abbiamo intorn o alle fun zioni delle ghi andole timo e pilu ita r ia e perciò va accettala con r iserva. N on deve sfuggire tuttavia che lo studio accurato dt questR nuova form a m orbosa, potrebbe servire inr!irettamente a far·ci con maggiori particolari <(ua le sia il si g n ificato n e l no:.tr o organismo delle glandole tn discorso.

L 'auto-infezione tubercolare. - JAccouo. - (Gazette d es Hòpitau;r, N 1892).

L'os sen·azione di una malata morta n el reparto del prof. Jaccouc!, gii ha fvrnito l'occasione di studiare la questione r!ell·auto - infezione I l p ri mo a ccidente presentato da que;;ta malata, >- t::i settimane prima della morte, fu una Cinque s ell!mane dopo co mparvero tutti i sinto mi di una acuta miliare con stetoscopici ev identi . L'au topsi a va] !';e a spie ga r e questi due g randi o rdini di acci de nti morbosi. Si constatarono. infatti, per una parte, tubercoli cereb rali a ntichi senza senza meningite, tubercoli ch e, d opo es ser rimas ti per lungo te mpo silen zi osi, a ,·e, an o {l r thlo tto remi!•lcgia accidente sempre tardivo. Si riscontrarono, per altra parte, tutti i visceri, i crivellati di granulazioni grigie, lesioni recenti che avevano causato rapidamente la morte.

In presenza di questi dati clinici eù anatomo - patologici, l'idea piu naturale é di riferire le lesioni di tisi acuta alle lesioni antiche di tubercolosi cerebrale. Ma pel:' accett.are questa idea, sono necessa1·ie due condizioni. La costituzione istologi0a delle lesioni deve essere d ella stessa natura. L'esperimento deve provare la possibilità delle p roduzioni delle lesi0ni tubercolose recenti colle lesioni antiche.

La dimostraz ione sperimeulale ha, in questa ques tione dell' auto-in fezione, preceduto la dimostl'aziooe istologica. Nel 1865 Villemin ha dimostrato che la g1·anulazione g rigia è inoculabile. Nell'anno seguen te Leberl ha dimostralo che anche il tubercolo caseoso era inoculabile. :.VIa egli partiva da questo fatto per combattere e non per confermare là scoperta di Villemin sulla inoculabililà della tubercolosi. L'istologia, qualche anno più tardi, dimostrava definitivamente l'unità della tubercolosi. Essa provava che i focolai caseosi non erano che un periodo piu avanzato, pe1·iodo di regressione della granulazione grigia.

Le esperienze di inoculazione coi prodotti caseosi son() state in seguito ripetute molle volte. Qualunque sia la sede dell'inoculazione; tessuto sottocutaneo, peritoneo, camera anteriore dell'occhio, essa dà luogo dapprima ad un lubercolQ locale, poscia, dopo un intervallo più o meno lungo, a una tubercolosi miliare acuta generalizzata. Ciò è q·uanto è accaduLo nella malata in discorso. Una lesione antica, tollerata per molto tempo, ha finito col produrre la tubercolosi miliare acuta.

Questo riscontro frequente di focolai tubercolosi antkhi, nei malati morti di tubercolosi acuta miliare aveva gia colpito gli antichi osservatori ed in particolare Lebert. Dopo che si va alla ricerca di questi focolai, si riscontrano in un modo cosi costante che si può affermare che la tube r colosi acut.a miliare non é mai primitiva, spontanea. Essa è sempre il risultato di una auto-infezione. Senza dubbio, esistono osservazioni antiche di tubercolosi acuta miliare senza focolai

MEDICA 1ìH3

ca:::eosi. a é pos!'ibile che questi focolai sieno passati .inavve rtiti. Veramente. i focolai che ri.:;iedono n ei gangh, . mediaslino, nei polmoni . non sono facilmente Ma talvolta il focolaio è unico, profondamente m. un osso , in un'articolazione. In tt·e osservazio ni rece nh d1 ti:::i granulosa, il solo esistente fu trovato nella somiclollar·f' di uno dei reni per la prima, nell'epididimo per la seco nrla, in una dell e trombe uterine .la Da ciò rileva con quale facilità questi focolai umc1 e dJssJmulati possono passare inavvertiti L'osservazione della malata in discorso •\ secondo l'autore, la prima vazio ne d i tubercolosi acuta, in cm 11 focolaio iniziale llnticù sia stato un tubercolo c·erebrale, !"enza menin,.ite tuber<'olare.

,... La del bacillo di Koch ha permesso di comprendere. anche meglio l'auto-infezione. Questi bacilli esistono, infatti, nei vecchi focolai come nelle lesioni recenti. Fin dal 1884 D•'•jet'ine, studiando i vecchi focolai caseosi dìOiostrava anche qua ndo questi erano calcificali in gran parte, si ancora a scoprire qualche bacillo. S olamente i tubercoli co mpletamente calcificati non ne conterrebbero più, ed, A pllrere dell'autore, quesla ultima conclusione f. forse troppo assoluta. Recenti ricerche, fa.tte da Gri· 11UU nel 1889, hanno d irn ostratù che talvolta, eccezionaìmente, tubercoli calcificati racchiudevano ·ancora bacilli. Ma nel in di::corso non vi può e=:sPre il minimo dubbio, perchè 1 tubercoli erano cAseosi, n <: n calcitìcati. L'esame istologico ha dimostrato la presenza di numerosi bacilli.

In qual modo si ra l'auto-infezione? Supponiamo dapprima il caso più semplice, quello in cu1 il focolaio iniziale occupa la cavité tOJ'acica. Psre che l'infezioue; nei focolai del poll none dei "augli del meuiastino. si faccia, s econdo le ri- cerche di piutlO!'-tO per le vene polmonari che per i linf'alici. Questa trasmissione per le vene é indiretta. La tubercolosi invade i vasi; le lesioni sono dapprima limitate alla tonaca iuter na. ciò che dimostra che l'invasione si fa dall'inùentro all'lllfuori e non dall'infuori all'indentro. Questa flebite tubercolare ùiveutu, ad un dato momento. il punto di

MEDICA ·1545

Ji una Yera inon•lazione del sanp-uP coi bacilli tubercolo:-i.

. Due fatti isolati sembrAno dimo:-trare che questa H10nrl.az1one puo tars1,_ 11011 solo per lu flebite, ma per l'irruzione brusca di p r odotti tubercolosi in un g radatamente uléeralo di fuori in d1·ntr o. ).:el primo d1 que"li fatti un tub<'rcolat'C !OÌ era ape1·to :'\el l'apertur·a Rveva a\'ulo luo!.!'o neirnr·Leria polmona r e. Quando il focniAio occupa ia cavità addominal ', il modo di aut- ·IOfezion"! è MICOI'8 abba!<t8117.1l ben COnOSCIUtO. Pflre che la via d'infezione, 111 que::-to caso, specialmen te la ,-ia ·in fatica . Ponfick, fino dal t81;, h1-1 studialo bene le alt-erazioni dei \asi linfalici ed in parlico!Hre del canale

Ed _è in questo m,.,do che avviene l'in fP zion P. l'Osi freljuen t·• ed tmportRnte, snprRlutto nt>) fanciulto. col lAttè pro,•enienl" da vacche tubercolose.

Nèl caso di focolaio cer(;)bl'ale, il mo.lo di auto - inrezrone non é !>lato determiuato. I l'atti analoghi a quello i11 d.scot·so sono d'altr·onde rar·i. P ttr·e che il fstto d1 tubet-colo ceJ•ebrala con lubE'r·c·olo!<i miliAre acuta, senzA m cningile tubercolare, sia Rnzi unico nella

Que:-ta patogenìa offr·f> un !!ran inlere!"se clinico. S ola mente

1-fUesle mnondazioni brusche oi san1:ue coi prodotti •ubercolosi queste rotture improvvise, ci permettono di ben il decor·:-o straor·Jinariarn(;)ntP rapido, soventi fulminante, di certe tubercolost ar.uli miliari. form a sr 11Tocanle miliar·e acuta la morte in quindici g10rn1. m tre !Oetlimanc al più. L'aulorfl r iferisce il CHSO di un individuo colpilo in perfetta salute Rpparente. Egli morì di eci giorni dopo l'inizio dei prtmi a ccidenti. A!l't!Utopsia non >'i constatò che urt solo focolaio caseoso, nas(;osto un angolo dr! polmone s i uislro. Esso !Jet·ò conteneva bacilli.

Dal :-o,·ra si deduce» qual per ico'o terl'ibile espongono sempre i focnl ai caseo!>i nntichl. Secondo l'autore, si cerca sufficientemente, si troverà sempre qualche anlira lesione caseosa, punto di partenza iniziale di tutle le zioni mihar1, acute. genet·alizzate. La tubercolosi acuta mllidre non è uu'affezio1re prim1tivH. Essa è :oempre e c ostanll'mcnte secondaria , prodotta per auto-infezione.

Sclerosi laterale amiotrofica . - CHARCOT - (Joarnal de mérlee ine et rle ehirurgie. agoslo 1892).

Il nome di sclerost laterale amiotr·ofica indica pe r si• stesso eh<' in questa malattia i faseelli motot·i della midolla sono lt?si e che esiste nello ste$SO tempo atrofia muscolare, ·fallo chP. è :n rarporto con una lesione delle corn a anteriori. Ris111ta da questA associazione un lip0 clinico ben definilo. atTezionP. rara rerò, P chf< non è conosciuta come merita d'esserlA.

Le dei fascetti laterali determinano uno stato spasm oJi o dei •nuscoli, la cui inner,·azione ne dip"nde; si produce allora una paresi spasmodica che può du r are molto tempo, mA che. CfURndo la lesione invade le corna anter-iori. si modifica sotto l'influenza clell'atrofia muscolare; la rigidita diminuisce allora e la paraplegia diventa fiacca.

Non vi l:a alcuna alte1·azion e dell a sensibilità, perchè la lesione è sistemotrca, elettiva e non interessa le corna posier iot·i.

E>:io::tono casi nE'i quali i fa!>cetli laterali soltanto affetti. cho la sostanza grigia partecipi alla lesione e per conseguenza senza che si a bbia atrofia, restando Ja'malaltia limitata clinicamente alla spasmodica t Gharcot ha ammesso questa forma che egli ha chiamatu tabe clOI'sale spasmodica in opposizione cosi alla tabe atassica. Quesla opinione é stata cri ticata, e pertanto alcune osservRzioni >;eguite dell'autopsia, e ve ne sono tre mollo dimo!Olr<ltive. "embrano, a paret·e dell'autor e, provare che la lesione dei fascelli latera li non è fo r zatamente da quella delle corna anteriori.

I ·cas i, d'altr·a parte, presentino uua sintomatologia abba:-lanza uniforme possono manifestare aspetti alquanto ditt'-'renli . Un mnlato del r !f'Jarto dell'autore, per drll '••til di 34 nnn1 . in buone condizioni di salute, SHnza pr ecedenti ereclitflri, mme (• abbast a nza abituale in questa malaLtta, senza causa conosciuta, é stato collo sei mesi or S<•nn da un11 molestia dolorosll del braccio. ma senza vera soffet'enzfl . La mano era rigida e non ' poteva più serv ire ,

Hh6 Rivista

e ben il malato notò che essa era atroflca . Il membro 10ferwre venne colpito nella .::tessa vu 1·.::a · c 11 . - "' , o a che no.n vi è stata atrofia dei membri inferiori; pOSCla, m_ollo rapidamente é sopraggiunta la paralisi glOSSO labbw-fart ngea.

Gli arti. inferi0ri non sono ancora atrofici, ma esistono scosse fibrlllart, che sono il preludio orrlinario di questa atrofiA; l'10cesso f. rigido, i riflessi sono molto esagera ti . e il fenomeno del ginocchio e del piede; 1 due arh mf.:!rJOrJ sono interessati, come pure i due arti superiori; è infa tti la regola ,·edere !"affezione svolgersi simmetricamente.

A nche il bulbo è interessato, come lo prova l'esiste nza della paralisi glosso-laring-ea; ma si constata inoltre colla percussione del massetere lo stato spasmodico dei muscoli della mascella .

IJ decorso della malattia é quindi molto celere nel caso · d' m •scorso, perché i primi accidenti non datano che da s ei e già il velo del palato è interessato, la de!Zlutizione è dtfficiie e gli accidentt cerebrali sono minacciosi Lo stato cerebrale è però eccellente.

L'evoluzione della ma lattia, quantunque abitualmente celere, non è però d'ordinario come nel caso in parola. CLarcot ha presentato una form a differente che si avvicina alla tabe

Questo malato ha egualmente un incesso rigido trascmando i piedi a ter r a, i riflessi molto esagerali. 1 suoi antecedenti ereditari sono sconosciuti, perché e .:.Ii fu trovato chedinota verisimilmente qualunq ue n_et suot genito1•i . Di più egli presenta crisi di mu tismo istertco. La malattia attuale ba cominciato tre anni or sono · gli arti supe riori etl inferiori sono lesi, ma non si nota muscolare, per modo che nasce la domanda se la malattia si arresterà Rl punto in cui si trova e se non si tratti d• do rsale spasmodica e non di una s clerosi...laterale amiotrofica. La diagnosi è importante, perchè nel secondo caso la prognosi è fatale e la malattia non dura tre o quattro anni.

!lEDICA

1nfine, come anomalìa nella sclerosi laterale amiotrofica, si possono citare casi in cui l'atrofia é predomin ante quasi di primo acchito ed in cui lo spasmo passa quasi inavvertito.

Segno dlft'eren.zlale dello spasmo e della caduta della palpebra superiore. - Cn ARCOT - (Journ.al de medeeine et rle chirurgie, agosto 1892).

Si potrebbe supporre a tutta prima che sia cosa facile il distinguere una caduta della palpebra superiore da una contrattura di questa stessa palpebra, ed é invece molto difficile fare la diagnosi non si utilizza per ciò un segno che Char·cot ha descritto r<'cenlemenle. La chiusura delrocchio può farsi infatti sia per una paralisi della palpebra, sia pe1' uno spasmo, e, quantunque si tralli di due atti fisiologici assolutamente opposti, l'effetto prodotto è esattamente lo stesso e la sensazione data al dito del tutto simile senza che sia possibile, con quest'ultimo mezzo, di stabilire una differenza; t : peetanto dal punto di vista della prognosi, (questa distinzione ha un interesse considerevole.

Esiste per altro un segno differenziale abbastanza facile a constatare: se vi ha contrallui'a, il sopracciglio é abbassato per rapporto a quello del lato opposto: se Yi ha. al contrar io, paralisi, esso è sollevato.

Charcot riferisce il di una ragazza di tlieci anr i, la quale venne r ic0v erata nella clinica per una caduta della palpebra ; se si fosse tra ttato di una paralisi, ques to sarebbe stato un segno mo lto in rapporto una lesione cerebrale probabilmente tubercolosa. Ma era facile che il sopracciglio era abbassato, ciò che dimostra trattarsi di uno spasmo e le condizioui, abbastanza singolar i d'a ltronde nelle quali questo accidente si era prodotto, concordavano perfettamente con la diagnosi. Questa ragazza, sei mesi prima si era spaventata mollo di una tempesta senza però essere stata toccata menomamente dal fulmine; ne risenti un malessere singolare che la c.oslrinse a mettersi a letto; poscia venne colta da una crisi ister ica ben caratteri zzata. Cionondimeno, dopo mezz'ora, tutto pareva finilo, quando il suo

MED!CA

occltio chiuse. Que:::to é nn fenomeno certumente isterico e l'e!"rl"tenza di questo spasmo, che si poteva ver ificare col se[.tno sopracciglio, permelle va di eliminare dalla sin toma_tol ogJtl d1 rJ •.!esta malattia molti falli che erano considerati come do ,·uti alla paralisi dell'oculo motore comune: si tratta'"a nel c a so in discorso di e si può ammette re come rt>rto clte que "'ta fo rma pHralitica :1on e siste nell'isterismo.

. qua lora si fosse tra ttato di una ll_si, e al contrar10 molto beni[.tna nel caso in disco rso, avuto sopr atutlo all"eta de ll'i nfe r ma.

Card iopatia d ' origine traumatica . - JAccouo (Jou rn.al de rnéde cin e et d e chir uruie, 1892).

Il professore Jaccoud ha r ife r ito uu caso òi cardiopatia che P_resenta nella eziologia u_na pa1·licolarità del tutto speCiale e degna dr essere menz10nata. S ei mesi o r sono un uomo di 42 anni si fece per Jist urbi car,: iaci e verme riconosciuto a ffdto rll'l un r es tl'ingimento mitrale !"Oio, senza altra lesi one andatE' ml'!n mono aumentando le sue soffe!'enze egli ricoverò nella clinica dell'auto ri', il qu ale constatò, oltre l'accenn a ta lesio ne, un nel fo(;ola io aortico inJicante ur1 restrin gi mento dell'aorta con tutti i segni di una aortite estesa fino all'aorta do rsale c he probab ilme!'ltE: e pu r e interesMta. I nsomma, mitrale tipo, che data probabilmentP da due Rnni, g li anflrnn el" t ici , con a o rtite e di1 Rt8zione consecu tiva.

Ora, un fatto d el tutto insolito in malato, si .é cbe malgrado la sua sortite non p resenta at'terie alerorna tose· ciò che puo far' :::uppo rre che ii lavorio infiammatorio si dal focolaio delrorifìzio per gu a dagna r e le altre po rzioni dell'arteria.

Queste sono pA r ticol arità imro rta nti è presumibile c he presenti, anche in caso , alcun c hè di specta le. In fatti. J"infermo non ha soffer to r·eumatismo, nè affeZione ca pace di agire s u ll'en rlOCilrdio, non è alcoolista . ed i> giunto tino al ·età di anni, :::enza alcun i•tf..:!dent<.: pnklo(Tieo speci a re .

Quando ci troviamo in presenza di card iopatie COI'\Ì sin<Yolari ra d'uopo pi!nsare ad una categoria Pziologica molto ma r eale. ed è quella che dipende da l lt'aumalismo .

Questo iu lalti puè> produrre la pericardite, lu miocardite, la quat..: l!u soven li per· e sito par·ziale del cuore, l'en doca r dite, le rotture tenclinPe ecc. E so,·ente una di endocRrdite c!'onica . come av ve11ne nel ca"O in discorso. InfRtli, duP anni o r· son o. q u esL' uomo ha ri cevu to sulla re!!'ione pt'ecordia le un colpo di stanga molto violento. Ne :;usseguì una vasta echimos1, senza fr a ttura, in co r rispondenza della quale v enne fatta un'applicazione di Dopo alcuni gio rni il malato potè ri p render!' il suo la \'Oro; ma qualche tempo dopo co minciarono a acciòenli di !>Offocazione.

A cagione di questa grave contusione si è prodotta certamente un'endocardite la quale ha inte r essat o dappr ima ror.fìzio mitra le ed infalli e quella g e ne ra lmente la par Le che pe r la prima è in s im il e ca so . Se il malato !!'ia sl11to da un11 lesio ne cardia,·a o va;::co lare, l'inizio ;ar t>bbe stato influenzato da questa lesione , e specialmente se fo,se stato affetto da arterio-sclero,.i, l'aorta sarebbe stata mteressata per la prima . ca so ('.ontrario, è l'orifìcio milrale che è leso per il prim o.

Ira pubblicato un caso di questo generè molto interessante: vi e ra stat a frattura dello ster·no ed il malato, dopo un soggi o rno di cinq ue settimane nulla or esentava al cuore. Ma quattro mesi dnpo di dispnea e la lesione m itrale era a llorA molto c..:h tara all'ascoll.azione : que;. to h;o ltO è not e vole per la sua nettezza e perché è stato seguito fin dal m1•meoto del traumaLismo .

Vi ha quindi nei trauma ti smi una condiz'one eziologica rara ma reale per le cardiopa ti•> . D'altra parte fatt i analoghi. Venne descritta, per esem pio, la polmonite per tusione, la quale può produ1·si per contu!!ioue senza nella stessa man iera può quindi compl'endersi la produziOne dell'endocardite. Anche altri possono produrla e si è la sua compat·sa in seguito a scottatura rlel torace coll'acf'Jua bollente. d . Le della tol'acentesi derivano da q uattro ordin i 1 const eraztoni distinte: t o Disturbi funzionali:

La toraoentesl, sue inclloazioDi, suo prcoesso operatori p - OT.us. - (Archices J,Jédicales Belges, agosto 1892).

Il professore Verneuil ha affe rmato che la lorace ntesi tra . le pleur·tti in pleuriti purulente. È esatto h pratica l't:mpiema molto piu soventi che per ero, secondo l'autore, non prova che !a toracenne la causa, nè che la suppurazione della pleura sia pm frequente. Essa svela molli versamenti, purulenti che passavano ioa vver·titi, ma essa non ne crea e be11 fatta.

2° Abbondauza del

3o Data del versamento;

4• Natura del versamento.

. f'un;ionali. - La dispnea molto accentuata è una IndtcazJOne di operare a cagione dell'ab bondanza del Jiq ·d h d. . ur o c e or mar·Jameote la produce: essa può, però, dipendere da altre cause; bronchi te capillare, tuberC()losi miliare B<'uta, in cusi l'indicazione di operare è r egolata e ·!t pende dal versamento stesso odalle C()m · plrcaztont che l'accompagnano.

La d'altronde, segno moito infedele, può mancare completameut e, anche quando il versamento é ecces"· Al • . trettanto può dire della cianosi. Anche la tendenza alla Sll)c_ope è un segno su cui ben poco si può far calC()fo: i disturbi funzionali sono segni molto infeMa quando es;:i si ossenano in un soggetto nel quale eststono, d'altra parte, indicazic)ni formali di intervenire essi costituire un motivo per far presto . Infine, ztonalmenle, e quando lo studio diligente dei fatti dimostra che sono realmente la conseguenza del versamento , essi possono decidere d'intervenire anche quando non vi fo!5se ancora altro motivo di ricorrere ad atto operativo.

A I.Jbondanza del oersamento. - Un versamento pleurale mollo abbondante reclama la toracentesi per due moth·i: t• Perchè il pericolo di sincope o di a sfissia pare che in p:enerale, proporzionale alla sua abbondanza;

2· Perchè il riassorbimento, impiegando maggior tempo moltiplica tl pericolo proluogandolo.

Si Yaluta iu p:enel'ale, la quantità del liquido vet salo determinando il suo limite superiore; ma questo limite non è tutto. ed è necessario tener conto a nche dell'abbassamento del diaframma, della distensione della parete costale, dello spostamento ùel mediastino, della compressione del polmone.

P otai n ha ad0ttato la se>guente regola:

Se il liquido non raggiunge il livello della clavicola, ep:li crede che non vi sia punto, per il fatto della sua abbondanza, necessità di operare.

Quando il livello del liquido raggiunge la c lavicola, se il diaframma non è abbassato, nè il me diastino sogpinto verso il Jato opposto; se la parete toracica n on è sensibilmente dilatata; se il occupa un posto notevole nella cavita toracica, si può ancora differire. Ma se il polmone pare c.acciato verso la C()l•mna vertebrale, se sopratutto si constatano alcuni segni di distensione della cavità pleurale, l'indicazione è urgente ed l> necessario operare ben presto.

L'età del oe r samento può essere una indicazione dt prati<'a re la toracenlE-si, anche quando la quantità del liquido raccol to nella pleura sia mediocre od piccola. In fatti, il liquido si riproduce appena che esso viene evacuato, quando data da un certo tempo; d'altra parte, l'intervento tardivo è <'ircondato, talvolta, da grandi difficoltà.

Devesi quind i estrarre il liquido non appena che non vi sia più speranza che il su.o riassorbimento avvenga abbastanza celeremente sotto l'influenza dei mezzi medicamentosi. Il termine di tre settimane è quello che è stato accettato dagli auto ri che si sono occupati di questo argomento.

Ma difficoltà è di stabilire con esattezza l'età del ver-

1i)52 RIVISTA

!<a m ento, perché non sempre la comparsa del liqu ido coiuro ll'inizi o dell1:1 malatlia.

Il pr·oblema, assai rimane insolubile, ma ne venue trovata talvolta la so luz ione, almeno app r ossi mativa, nella form a de la curvu dr Oamoiseau, che ci rcoscriYe il verl'amento. Questa cur\·a, più o meno parabolica, non é sempt•e identica . R isulta ciall e osservazioni di P ot.ain che, secondo che la brAnca e st e r na della pal'abola è abbassata l) alzata, s i deve pensat•e che il YersamPnto si é fatto in un period o in cui il malato era o non a letto. E siccome è facile in gener·ale di Mpere a quale epoca il si é corieato si \·eJe come si ayprossi111ati va mente, dedu t·ne l'età dd ' 'er;.amento.

La natura del oers,tmento no11 può essere determ inata co 11 certezza che con IR puntur•a, la quale poi, secondo il caso, può rimanere pur·amente esploratl'i ce o d iven tare e vacuat r ice. Decisa toracentesi, r imane ancora a delet•minare in quale.misura si debba evacuare il cou lt:n uto della pleura. ::\el maggior· numero dei casi, l'evacuzione coru!Jleta e spone ad a ccrdeut i multipli e gravi. D'Elitra parte, l'evacu azione òi una fissa e sPrnpr e piccola p uò insignificante se si tratta di un ve rsam ento consrderevole. A P otain sempre conv eniente di l'abbondauza dell'evacuazrone a q uella del li q uido contenuto nella pleura e Ji es trarre la metà circa di ciò che s i calcolava di trO\'II r vi, qualunque s ia la fa cilita con cui l'evacuazione è momento tollerata.

Pota in ct·ede rlovet• riassu mere 1ruanto ,·enne dello sopra p ress' a poco nei segu enti termini :

1° la toracentesr, berr fatta e l'atta a proposito, non prola suppul'azione dei versamenti si e rosi della pleura;

2• la molti plicazione dell e pleur•iti p urul t'n le di cui viene accusata è più apparente che reale e non deve ad essa venir attribuita ;

:,o le in di,uzioni possono el'se re a rPgole mol to !Jrecise e molto fisse, dalle quali è necessa rro 11011 'scostarsi;

YEDICA 1:)53

4• essa deve esse r e considerata sempre come un'opera. e ,.ra Ye e circondata da tutte le p reca uzion i necessarie. zron È un errore tanto grande l' astenersene, qua ndo essa e qu anto il pralicarla a torto o il farla male.

L 'actinomyces in una concrezione d el condotto whartonlano. - Pror. M AroccRr. - (Archivio pe r le mediche, 3• t rim es tl'e, 18!)2).

Il ron cell.o della natura parassita 1 ia de i calcoli non è nuovo; per ò è br>n dall'essere ancora tutti con prove dimostrative mict•oscopiche e con esperrmenll micologici indiscutibili.

L'autore crede quindi op!>ortuoo d i ri re r ire le r isulta nze dell'esame microscopico istituito sopra u_n discreto di cairol i salivari ci el condotto whartonrano e stenoman o, Ila l le quali $i desume che . senza esclùdere l'influenza del processo infiammatorio della mucol:'a tutte _le mecca niche e chimiche ammesse da gh autort, puo amn ttere anche per alcun e concr ezi oni dei condo tti salivari t e 1 . . la genesi a nalogamente a ciò a l rr r tcercatot·L dal Graefe ul Baiardi, avrebher·o g rà dtrnostrato per le concr e zioni dei canalicoli lacrimali.

È assai verosimile che i micro parassiti (sp ecie alcuni) raccolti ed amn:assati en tl'O i condotti escretori delle ghiandole sali var i, oltre l'nzione initante sulle lor o pareti, favorevole al deposito dei sali càlcarer, ab btano ancora ad eserci tare un'azione chimi ca, mercé la quale ga no a separal'e da gli dementi sopratutl.o . pr odotti d i secrezione , dei ea rbonatt, ed . oss alat1 m essi contenuti provocando -cosi la formaziOne dr vere concr ezioni. . nei tre micror;ganismi cui specialmente accenna l autore (lepto thri:c bu cca lis, .<;treptothri:c, l'aclinornyces (• quello che più si distingue per la fo si calcarea, rrequenti!'lsima a verilìcarsi ne glr · mandibolari dei bovini, nei quali talvolta il processo dt cifi cazion e è tanto esteso da tras formare quei tumort m

llRDICA

masse di aspetto gessoso, donde il loro nome volgare di male del gesso.

Per questa singolare proprietà calcificatrice, o ingenita . 0 acquisita, l'actinomyces deve oggidi entrare a spiegare ·la etiologia di molte concrezioni, di cui un bell"esernpio viene dato da cjuelle descl'itte dall'autore e trovate nel condotto whartoniano.

G.

Contributo alla terapia elettrica delle ooolusioni intestinali. - Dott. Eruot:RTO - (Progresso medico, numero 18 ·19, 1892).

L'autor·e riferisce di un caso clinico di coprostasi intestinale, contro cui riescirono vane tutte le ordinarie risorse curative, da lui g"uarito mediante la corrente elettrica.

Ecco la tecnica seguita. Non possedendo gli apparecchi voluti dalla elettrizzazione alla Boudet, si servi della macchinetta di Gaiffe al solfato di mercurio. Tagliò un catetere elastico e vi fece passare il filo condultore :del polo positivo in modo però che l'estremo olivare dell'elettrode sopravanzasse quello corrispondente del catetere, essendo guarnito da pelle di camoscio . .

!:.'altro polo lo mise in comunicazione con un elettrode piatto, largo, fornito di spugna. Preparato l' e messa in attività la corrente, introdusse con l'enterocli::;ma una certa quantHa 'd'acqua salata e quindi ancora prima di ritirare la cannella irrigatrice, spinse nel retto il catetere conduttore del reoforo . Dalla quantità di acqua giudicando che una discreta quantità fosse stata trattenuta nell' intestino, chiuse il cir cuito applicando l'elettrode a spugna bagnata sulle pareti ventntli, trascorrendo dalla regio ne ileo_cecale lungo il colon trasverso fino alla flessura sigmoidea. L'intensità della corrente fu fatta a !!radi crescere col ti rar fuori il cilindro gra:tuatore; l'elettrizzazione durò in complesso circa 12 minuti, e frattanto, attraverso le pareti ventrali scorgevasi od onde il movimento delle anse intestinali , ta mano premente l'eletti·ode ne sentiva l'urto, .e il pazien te .avvertiva dolori colici .

L'uscita di gas e di materie fecali che non erasi prima potuta ottenere coi mezzi chimici e meccanici, salvò la vita .ad un individuo che, per catarro gastro intestinale cronico e successiYa coprostasi inveterata ed invincibile, trovavasi in serissimo per icolo per una intensa autoint.ossicazione, G. s ulle vibr az ioni meccaniche nella cura. delle mala.ttle nervose e mentali . - No te del prof. ENRICO MoRSELLr. - !Ga:;etta degli ospitali, 25 agosto ·1892).

L'autore rivendica all'Italia la pr iorita nella cura Yibratoria delle malattie nervose, come anche quella della magnetoterapia e metalloterapia. Non è né al fràncese Vigoroux, nè allo inglese Mortimer-Granville che devesi la cura delle malattie nervose mediante le vibrazioni meccaniche, cura dicui recentemente si occuparono molto i giornali medici in seguito alle osservazioni della scuola della Salpètrière, ma bensì al clinico romano Carlo 1\Iaggiorani.

L'autore dice poi di avere eseguito negli anni 1882- 84 · varii esperimenti di cura vibratoria insieme col suo assistente il defunto dott. Jjuccola, e che dagli esperimenti aitora falli può rles umere le seguenti conclusioni:

1. 0 Il metodo vibratorio non sembra avere applicazione precisa che nelle psicopatie accompagn ate da sintomi localizzati, e sopratutto negli alienati affdti da nevralgie.

2" La melanconia semplice o passiva nei suoi primordii, !a melanconia con inte1·costale, la pazzia con idee fisse, fut·ono quelle che più delle altre psicopatie trassero qualche volla giovamento coll'applicazione del diapason Yibrante, sia sul punto dolente sia sulla fronte.

3' In alcuni di ipocondriasi con nevralgia occipila le si riesci a pr ovocare un breve periodo di calma.

4o Nell' insonnio degli alienat i sembra inefficace, nou eosì in rtuello dei nevr astenici e delle isteriche.

5' L'azione del metodo vibratorio nella maggioranza dei

1556 RIVISTA casi riesci all'autore fugace ed effimera : 11uesto fatto CO!Lgiunto alle conoscenze odierne più avanzate intorno agli effetti della suggestione, fa all'autore che si tratta sse di un'influenza puramente suggestiva, come suggestiva in gran parte r igulta ormai anch e quella di molte applica;.ioni elettroterapich e. sulla del toni cardiaci sul fegato e sal grosli tumori di milza . -D ott. SI'-YtO. CooP. - (Gi ornale internazionale delle scien;e medich e, fascicolo 13-, 1892).

6° Il metodo Yibratorio anzichi· azi one !'.edaliva può esercitare anche azione e c<'itanle sul sistema net·vo;:o; esso infalli pare controindicato in tutte le iorme di mania, sa lvo nella isterica, nelle m'alincolie ansio;:e e agitate e più a ncora controindicato nelle psicosi epilettiche. giova ne ppure negli stati di stupore, e, al pari della eccitazione ga lvanica, si addimostra direttamente dann oso nei pazzi affetti da a llucinazioni a custi.!he.

Nelle esperienze sopracitale l'autot·e e il Buccola trovarono in genere poco pratico e di tr·oppo debole az ione vibratoria l'apparecchio del Boudet di Parigi; risultò in vece superiore il procedimento del Maggiorani cioè un g r osso diapason vibrante infisso s;u di urta cas::;u armonica, oppu re un diapason a 10 V D mes::;o in molo colla pila eleLlrica semp1·e applicati sui punti di elezi o ne preferiti nt:lla elettrote rapia.

Non molLo di rado la palpazione e la percussione epatica e splenica sono difficili a farsi ed alle volte anche impossibili per fot·te meleorismo addominale o enorme idropeasci te o per granJe dolo rabilità delraùùome; in tal caso l'asco!·

!.azione dei toni cardiaci può esse1·e di g r a nde utilità per la delimitazione di tali o rgani .

Tuttavia, come si rileva dai casi riferiti in questa memo r ia , la dei toni cardiaci sul fegato e sui grossi tumori splenici non è un fatto costan te, avendolo osser vato

liEDlCA

\·olle su 11 casi di mmori epatici, e 6 volte su 10 di tull1ori ;<p)enici.

Pare però all'autore che, se la sua assenza no.n ha valore diagnostico, la presenza di tale abb1a un valore decisivo sia per diagnosticare che ti tum_ore cui si sente appartiene ad un solLodiaf:ammattco, sta et· determinarne i limiti quando la percussiOne P la palp 'l't' p!lzione sono senza ul1 t a. . . . .

L'autore non può ancora pronunctarst sulla sua tmportanza (e sarebbe grandissima) per determinare c ioè il I_imite superiore del dagli essudati pleuritici che si esphcano anteriormente a destra, non uvendo a sua disposi1ione che na sola osservazione. Però, a nche fondandosi su questa u o l. unica osser vazione positiva, crede di non esagerare rtc 1ta8 n<lo I'allenzione det medici sulla diffe renza di intensità e m . di timbro dei toni cardiaci sul to!'ace e sull'aia P_O- : tendo rorse di venire un segno utile nella pratica per dtstmauet•e il torace dall'ad.!ome nei casi di pleurite anteriore :0 destra.

oltre a ciò è interessante il conoscere che i toni cardiaci nossono propagarsi attt·avet·so il fegato e la milza e i tumori attaccati al fegato, poichè dimostra che non solo Io stomaco e i tumori ad esso attaccati capaci di trasme ttere i toni cat·diaci, e che eli tale diffusione sui tumori non è patognomonJCa de1 solt tumori gastrict, come affermava ti Federici.

Sulla lavatura apneumatioa del perltoneo nella perltonite tubercolare asoitloa (metodo Riva ). - Dott.

G. DALLE ORE. - (Rivista Veneta di scienze mediche, settembre 1892) .

Giudicando che il buon risultato nal trattamento nella tubercoJogi perit·:meale ascitica dipenda precipuamente dalla del liquido addominale, il prof. Riva aspira tutto i) liquido per mezzo del suo strumento e poi vi inielta una certa quantità di acqua distillata sterL -

H Eoica 1559

lizzala (a 40*) che poi aspira, e quindi torna ad iniettarne di nuova e nella quanttt-à del liquido ascitico levato fì h. l' ' ne e acqua esce cluara e con pochissima traccia ài albu · Co l t• . me (tn m p .a ctrca 8 -10 litri d'acqua distillata).

Le 1mezton1 falle secondo il metodo Riva vengono b · · 11 enm- lo erate; l'ammalato non si accorge neppure quand4> l acqua penetra od esce, non si l•anno modificazioni del poi e del resp tr o, ben inteso quaudo s1 agisca con r egola e c: dopo qualche ora >'i ha una forte reazwne febbt'lle che si inizia con freddo, ed il ven tre s i fa a lquan to dolente. Dopo qualche giorno la febbre cessa 1 orine si fanno copiose, r itornan0 le fo rz e e l'appetito : iÌ quido non riproduce più: tah·olla invece dopo un tem variabile si forma no delle masse du re diffuse al ventre, c: dan no a questo come un di imbottimento come .ile le anse si fossero fra loro unite. Tali durezze fibro - pl astiche scom paiono le ntamente dopo qualche mese senza però da re alcuna molestia ai malati che posson o riprendere egualmente le loro occupazioni migliorando nel generale ed aumentando in peso.

Pur ammettendo un'azione chimico- biologica nel liquid4> adop_erato iniezio ne, il Riva si serve di esso allo SCO(>(> prec1puo dt r•muovere totalmente il versamento e cre de cosi che rimozion e totale del liqu ido si debba'ascriver& il buon risultat,J delle laparo tom ie nella tubercolosi per 1toneale, e non alla qua lità del liquido adopera to.

L'a uto re invece fondandosi sopra i due casi clinici di c ui rife risce la storia dettagliata, da lui cu rati e guariti col me· toJo Riva, sarebbe inclinato ad attribuire l'azione benefi<'.a ed il buon r isultato fina le sp ec ialmen te all'acqua di stilla ta che a ppar enteme nte sembrerebbe inattiva. Difatti nei due casi clinici . c urati dall'autor e, prima del metodo Riva egli aveva p ratiCato la laparotomia, lavando ri petutamenle con a cqu a salicilica e con sol uzione leggiera di sublimato, avendo poi la massima cura di a sciugare tutto il liquido: ciò no n per tanto il versamento si riprodusse, €> rapidamente.

Ad unque e le soluzioni antisettiche, e la rimozione totale del liquido, e la penetr a zio ne dell'a ria che da taluni viene

'tenuta come la causa principale delle guarigioni nelle la;arotomie, si ineffica:i: l'acqua se una piccola parte di ques ta superficie si abrade CI)O di platino e SJ esaminA in pe ndente, :1 scorge un "'ra.n numero di bacilli dotali di energico mov1mento. e que:to era il mezzo di diffe r er:ziaztOne _ oel mic r or ganismo del tifo . P erò alcuni mest dt stud10 han vinto rauto t·e di c iò ch e par·ecchi osservatori avevano gm verificato rhe non sem pre il bacillo del til'o produce questa pa tina sull a pàtata. e che vi sono dive r se specie di bacilli che danno alle cullu r e su patate la stessa apparenza. Di questi bAcilli pseudotifici $e ne trovano almeno cinque specie nel fiu m e :\ierrimack a Lawrence. . . .

!'-terilizzata sempl ice s1 mostrò utthsstma; e che quest acqua iniettata nel peritoneo non sia uri liquido inattivo, e che non abbia a serviee sem plicemente come l iquido lavat ore, lo pro,·ano l'elevazione termica che si ha subito e la dolorabilità che persi ste pet· alcuni giorni in tutto ti ventr e. La co"lclusione quindi che !'-i dov r<!bbe rica,·are da lle due storie cliniche esposte dall'autore sarebbe che la lavatura apneumalica del pe ritoneo s<>condo il metodo del pr or. nelle perìlonili tub ercolari a sciLic he, è superiore anche. m riguardo al risultato finale della laparotomia e toilette del per iton€>0.

GEoRGE w . F uLL ER. - La del baolllo della febbre tlfoide .- (T he Boston Me dicai and Surytcal Journal, gptlembre '1892).

Per molli nnni si è c reduto che la pr incipa le cat·atteristica del bacillo del tifo fosse la cultura su patate. Alla temperatura tlel sangue in due gior ni, ed al la temper atura sta nza in quattro, la patata inoculata da una lussureggta nte cultura, invisibile ad occhio nud o, e tutta la superficie asaspetto umido e splenden te.

L'auto r e ha anch' egli notato che questa caratter1sttca s1 otliene solo quando la patata è leggiermente a cida, mentr e

4560 Rl\"ISTA se è le;!giermen te alcalina produce un'a pparenza grigiog-iallai'.tra sulla linea d'inoculazione, e siccome le diverse specie Ji patate variano nella loro acidit.a ed alcalinità, e specte var1a put·e secondo le stagioni dell'anno, l'i noculazione su patate non solo non si può più com diagn ostica, ma è rontradittoria. e Nella stazione spe r imenta le dell'uffi,.io d'igie11e di La'''renèe in Massachussetts, sotto la direzione di H ira m Mills studi si s onn l'atti intorno alla biologia del barillo de; hfo nel latte e nell'acqua, ed into rno alla sua permeabili là attcave1'so i filt r i di sabbia, ed uno studio comparativo delle trenta specie di batteri dell'acqua del fiume Me1·rimack col b!!cillo del tifo, rese necessarin una maggiore investigazione nell'identita di quest'ultimo. ·

Da questi !>Ludi r isultò che morfologicamente il bacillo del tifo coltivato in tubi di agar a :!0° dopo una s ettimana, appare arrotonda to alle estremila, lungo 1 !J., l'<pesso da 0,6 · a. 0,8 fJ., mentre se é coltiva to in b r odo alla temperatura del i? giorni diventa un bacillo luogo ·f,5-2,5 p., e 0,.)-0,6 fJ. m d1ametr o. Sotto queste condi zioni non si son mai viste sporificazio ni o forme d'involuzione e pendenti nelle culture in brodo fatte ;Ila temperatura del san gue, mostrl'\ movimenti di rotazione e li'anslilzione, mentr e nelle culture in agar fatte alla stessa tem peratui'a, il movimento è ma meno a ccentualo e nelle s tesse culture a temperatura di 20o il movimen to è costante . ·

La motilità é il carattere pre val ente del bacillo del tifo ma nell'acqua delle conduttut·e e delle so rge nti vi sono alcune specie di batteri egual mente mobili, e però un elemon1o di variabilità nell'apparenza morfologica de' batteri si rinviene nei diversi mezzi e comp,)sizioni di culture, nel diverso g rado di alcalinità, nella dive r sa temperatura nel tempo che impiega lo sviluppo della cullUI'Il, onde osser vazioni abbiano valore, bisogna adottare un metodo tipico, cou con dizioni po!'lsibilmente si m ili.

L11. tempera tu ra propizi a alln svliuppo del b a cillo del tifo varia fra f()o e 45•, ma :a temperatura migliore è quella di

3 i o 11 ne' limiti estr emi; il bacillo si sviluppa m eglio in ezzi liqutdi che in mezzi solidi .

Ill culture a piatto su gelatina le colonie si sviluppano 0 72 ore alla temperatura di 20·, sono pro' tdamente annidale nel mezzo di cultura, sono btanche, • circol ari o finamente sfrangiate, mentre altre sviluppates• più sono più bluastre e di irre2'olare, pieg-heltate o sf•·an l!iate agli orli, con centro gota!· raramente visibil e a d occhio nudo. La non si lique fa mai.

Ne· tubi di gelatina, lungo la linea d'inoculazione ap pare un rnode ra tCI sviluppo di color l!rigio, men tt·e alla supel'f1cie 8 ; veòe una· pellicola sottile, grigia, a contorno irregolare, che si estende v ei'SO le par eti del tu bo.

Nelle lamine d'agar a 38o le colonie superficiali sono lievemente irregolart, bluastre, talvolla con centro bia·nco, le più profonde sono ova li e giallast:e· Se la_ è fatta su tubi inclinati, le colonie sono pta ne, lucxdt:l, gr1gxe.

Nel latte il bacillo del tifo non produce. coagnln. ma un acido che non si col lilino, sibbene con )8 fenolftal eina. Il latte dev'es!:'er munto di fr esc0, con tutte le ca utele postQ in tubi sterilizzati nella quantità di 5 eme, tenuto nella stufa di Koch per tre quarti d'ora per tre gior ni successivi, indi messo nel termostato a 38o per 2) o r e. e poi sLerilizzato di nuovo alla stufa di Koch. Do po ciò, i tubi che contengono latte coagula to, !:-'ono scartati, gli a ltr i s'ino culano, e si conserva no a 3i• per due giorni, ' od a per 4 giorni

Dooo incuba zione , si esaminano i tubi. e s e non si coa!!ulo, si pongono nell'acqua bollente per cinque minuti, quindi si nota il coagulo che si forma. Questa se· conda osservazione dà r isultati uniformi e costa nti per le stP!>f'e s pecie . rnen tt·e prima dell'ebollizione la coail,'ulazlone del latte é per molte speci e a volte positiva, a volte negativa . anc he quando le culture sono vecchie. Il coh co uuni<E per esempio, impiega ordinaria mente da due a sette giot·ni per il latte. .

Pe r la spiegazione di questo fatto bisogna a ve r presente

liEDICA 1563

che la caseina é precipitata dagli acidi, e ridisciolta da(\"li alCAli, e che è coagtùata dal calore in presenza di u n aciJo quindi probabilmente in alcuni casi, l'acido insufficiente pe; sè a coagula r la caseina, diviene sufficiente in pre senza del cal

Dopo aver· notato il coagulo, ;:;i pone il latte in uu piatto da evaporazione e determina la quanlitù cl'aciJo che contiene c0n una soluzione ventinormale di potassa caustica, usando la fenolftaleina come indice della reazione, la quale scovr e, con la nubecola che forma, le piccole quanlita d'alcali in eccede nza.

Cinque eme. di latte acido richiedono 2 eme. -di soluzione venlinormale di potassa caostica per esser neutrali zzati.

Coltivato nella soluzione di peptone con nitrato di potassa il bacillo del tifo riduce il nitrato in nitrito, per·clrè fra i pro: dotti di ·decomposizione del peptone si formano agenti r idutt(•ri tìnol'a sconosciuti. La soluz ione si compone scio gliendo un grammo di peptone a 20 centigr. di nitrato di potassio in un litro d"acqua comune, resa alca lina come gli altri mezzi nutritivi. Dopo lo sviluppo_ de' batteri che avviene in settimana a 20° di temperatura , si pone un eme . di q uesto mezzo di cultura in un tubo da saggio contenente 10 eme. d'acqua distillata, vi si aggiunge un ceutimet r o cubo d'a· solfanilico forte, ed uno di concentrata dinaftilamina, e se si so n form ati nitr-iti si manifesta un bel colore di garofano. ·

Se i nitriti mancano, si ca po vol ge il tubo, si -evapora a secchezza la soluzione che r esta aderente alle par eti, indi vi si aggiunge acido feno lsolfònico, acqua e soda caus tica, ed un color giallo che s i produce nel tubo, indica la p resenza de' nitra ti non ridotti.

La p resenza del glucosio, dell'ossigeno, facilita lo sviluppo degli anaerobii facolta tivi, onde S mith di Wash inglon ne ut rlizzò la propr-ietà, formando una sol uzione del 2% di glucosio, 1 •to <ii peptone, 0,5 -;. di sal comune, alcalinizzata nel solito modo. La soluzione è messa in un tubo piegato ad angolo di 7f:l ad un pollice dal fondo, in modo che un mezzo pollice di liquido sopra vanzi alla ri - piega tura, iudi si chiude il tubo, si pone in posizione inclinata dentro un cestino di reticella metallica, e si sterilizza nel modo usuale. Dopo l'ebollizione, l'aria dal braccio chiuso de l tubo sale nella parte vuota, e dev'esser rimossa onde 11011 sia assorbita dal liquido. Ci ò fatto si sterilizzano di nuovo i tubi, c si ripongono inclinati nel cestino metallico. Jn questi tubi non crescono gli aerobii obligatorii e gli anaerobii facoltativi non mobili; c rescono g li an aerobii facoltatiYi mobili. e producono intorbidamento, come il bacillo del tifo: cre scono alcuni anaerobii facoltativi mob ili e producono SYiluppo di gas, com e il bacillus coli communis. n ptotora oe s otto - frenico . - P . .M,\RTIN. - (Jou rna l de médecin e et de chirurgie, settembre 1892).

Le osse rvazion i fatte con i su rri feriti mezzi, sono stati sufficienti a differenziare il bacillo del tifo da diverse di batte rii che si trovarro nell'acqua del fiume Me rrimack a Lawrence. Con questr mezz i si é altresì isolato dalle fe::ccie di un amma lato di tifoide un bacillo, che dopo lunghi studi si rinvenne identi co a quel lo dell e culture ottenute da Pr udden in New- York, e da Chan te messe a - Degli altri m ezzi e m e todi di cultura suggeriti per la diagnosi del tifo, nessuno è stato sufficiente ad identificare il bacillo nelle acque del fiume Merrimack, ma forse possono riuscire utili in altre acqu e , poiché si va sempre più acquistando la convinzione che per ral!giungere un certo g r ado di certezz a nell'identif:ìcazioM del bacillo del tifo, bisogna conoscei' bene le altre specie di batterii della sorgente che si esamins.

Alla cullu r a su pa!.ate, finor·a cr eduta sufficiente, bisogna d'ora innanz.i costituire quindi i seguenti cri terii; 1° che mentr e il bacillus coli communis coltiva to nel latte stirìlizzato produce coagulo quello del tifo non ne produce affatto; 2• che nel la tte sterilizzato il bacillus coli com muuis form a un acido ben distinguibile mentre quello del tifo produce o una acidità, o nulla; 3° che col metodo di Smilh, entrambi questi bacilli riducono il nit rato in nill·it.o in una soluzione di peptone. ma il primo produce intorbidamen to con sviluppo di gas, il secondo pr·oduce intorbidamento senza sviluppo di gas.

Possono esistere nel piano superiore della cavità addominale raccolte purulente emistiche. situate im mediatamente sotto il diaframma. In certi casi . queste raccolte contenche dar luogo ad un complesso di sintomi che rammentano il pneumo- torace. Questa affezione che viene chiamatA piotorace solto- frenico. è stata di un interess ante lavoro del dott. P. ì\Iarlin.

Ne lla maggioranza dei ca!:'i, questo piotorace si ri::contra nei casi di ulcera dello stomaco e del duo leno. È degno (li nota che l'ulcera duodenale e l'ulcera risiede nelle vi .

<'inanze del piloro danno luogo a raccolte purulente situate sotto la metit destra del diaframma. Qualunque altra ulcera dello sLomaco da1·8 origine ad un ascesso sotto - rrenico sinistro.

Le altre e&use più frequentemente osservate sono la tiflite, le cisti idatiche, la perimetrile ec·.c. Ma non è necessnrio, in caso di lesione ga!Strica od intestinale. che Avvenl!:a perforazione perché l'ascesso si produca; la \'icinanza della lesione i> sufficiente.

P erò la sintomatolo[!ia d• questa lesione i· spesso mollo oscura.

Si possono distinguere tre periodi nello sviluppo del piotorace sotto -frenico: il per•iodo prodromico, il periodo d' in · ''asione il periodo di stato o toracico. ·

Nel primo periodo, i sintomi sono quelli dell'affezione ·che deve produrre l'ascesso sotto - frenico. Quasi sempre i malati presentano Jlel momento dell'esame od hanno presentato anteriormente, i sintomi manifesti di un'ulcera J ello sto maco o del duodeno: tali sono i vomiti alimentari o le nausee dopo il pasto, le ematemesi frequPnti, i dolori risiedenti nella regione epigastrica o negli ipocond rii. Nulla sembrP.rebbe indicare in questo periodo che una raccol ta purul enta stabil isce chetamente sotto il diafr•amma, all' infuori di qualche fenomeno febbrile su cui l'attenzione sfu"'"'e il più o e

Questi soli sintomi po ,;s ono durare !Jiù o meno lungamen te . st'condo pel'iodo, l'inizio i· brusco, talvulla precetluto dai ::in tomi di una peritonite per perforazione o da uno scio,,lime nto pul'ulento dall'intestino. ·

,.. 11 dolor·e è il pl'imo segno col quale si manife:sta il piotorace :oolto- frenico; dolore atroce che può estend.ersi a t.:!ltO l'addome sen za il malato giu>1ga a prerisare il punto di partenza. Esso persiste cosi per un certo irradianJo;<i in ogni parte, poscia si calma a a po.co: 1n nessun momento h• respirazione è r eal mente inceppata, ciò che è importante per diagnosticarlo dalla pleurite.

1n un terzo periodo, si constata una deformazione dell'addome; esiste una tumefazione soventi considerevole; la parete addominale è lesa, liscia, lucente e dolorosa alla pressione; la ci rcolazione collaterale è molto sviluppata.

Si constata inoltre una curvatut•a sovenli mollo notevole, la cui sede varia con quella della raccolta, ora localizzata nell'uno o nell'altt·o degli ipoco ndrii, ora sporgente all' epigastrio .

·· La respirazione, mvece di essere addominale, prende il tipo costale su periore. La percussione cM risale più o meno in alto, ma la cui curva e a concav1ta int'erio re.

0 1·a, si sa che nella pleut·ile, la cu r,·a parabolica dell' ot.lusila presenta una concavilé che guar da verso la sommità del petto, vale a dire esattamente l'inverso d i ciò che ha luogo per le raccolte sotto-freuiche. .

Quando l'escesso contiene gas, si [rova una zona llmpanica limitata inferiormente dall'ottusita e si po>'-;:;ono riscontrare allora la respirazione anforica, la ippocratica.

1 sintomi o-enerali che accompagnano questi fenomeni b locali nulla presentano che sia degno di nota: febb r e vHrJabile, talora nulla, disturbi digestiYi variabili, ecc.

L'evoluzione di questi ascessi varia secondo la causa che li ha prodotti. A mer.o di incistamenlo defin iti,•o, ciò che è molto raro, essi si aprono negli organi vicini; r apertura nelle vie digestive f> lu più favorevol e· n e l per itoneo >:' ' d pro- duce una per1tonite mortalP.

L'esito più frequente é una fistola peritoneo bron h' 1 r t l c 18 e esp 1can P,SJ co la comparsa di una vomica purulenta o ' 1 r, · . · ra a per oraz10ne ba luogo bruscamente; ora al essa l' tabili sce insensibilmente . permettendo al p us d1 mtìllrarsi len tamente nel tessuto polmonare e di essere e messo fuori sotto forma rli vomiche successive e po abbondanti. co

Può anche .aprirsi nella pleura, c1uan tunque molto raraperc hé é avvenuta generalmente una aderenza dei fogh ettJ pleu rali per pleurite secca.

È dall'empiema che fa d'uopo ùifferenz 1arlo. Neglt anamnesli ci della pleurite purulenta rileva d' o rdina.rio una . pol m onite, una tubercolosi od una febbre infettiva; giJ ascess1 pleurali che non sono prodotti da queste cause son o tanto rari quanto il piotorace sotto-frenico: se quind i la puntura esploratrice, r>raticata in uno spazio intercostale dato esito a nell'assenza di quei tre fattori eziologici, de,:e ad una suppurazione sotto-freni ca; guas ta 1po tes1 d1venta una certezza se i precedenti hanno fatto nascere l'idt>a di una peritonite per perforazi one.

I lamenti dei malati, il dolore violento dell' ipoco ndrio propaganlesi alla spalla del lato opposto, la t'lndenza a co: ricarsi sul lato sano, sono abbastanzo caratteristici e non si riscontrano nell'emp1ema.

A ggiungasi anco ra, nell'ascesso solto - ft·enico la forma Spt'-ciale del limite supeJ'iOJ'e del versamento la cui concavità guarda in basso, meatr·e che quella guarda in alto nel versamento pleuritico.

R;stA la puntu1·a espl oratrice che dà come un buon. segno ùell ascesso sotto- fJ•enico l'or,·ibile fctidità del pus.

Solto il punto di vista della cura, dopo che si fa l'ape rtura antisettica di questi la prognosi ne é molto più benip:na.

RAOCL - Le false defervesoenze genuina . - (Jou rnal de médeeine et de ehtru r gte, noYembre 1892).

Il ,lottor Comte ha. riunito in una $Ua tesi un notevole rnèrO di O"!':Pr'vazioni compr ovanti che la falsa defervenu .. · d · " enza nella polmonite, già studiata d a varu autori e tn ·ticolare lla Jaccoud, n•m é molto ra-ra. L'importanza . • d' dE'ila dia !!'nosi in questo ca!i"o e un me tCO si espone ad annunciare la p:uar1gxone detìmltva, mala ttia n.on é ancora arrestata nel suo corso. Ecco mfallt ciò che si nota in simile caso. .

Nei primi giorni della malattia, l'andamento é quello d1 una polmonite normale: brivido unico, violento,. dolore puntorio, di epalizzazione polmonare, a scenswne brusca della tempet·alura, che si mantiene intorno ai 40• con lep:,.eriss1me remissioni mattutine. Poscia, nella notte dal quarto :1 c!uin to giorno e più spes!'O dal quinto al 5'esto, alcuna C'ausa apprezzabile, senza che alc un med1cameoto possa darne la spiegazione, la di!5cende bruscamente di 1•,5, 20 e soventi :l• al disotto dt ctnella che essa era la vigilia. .

Tutta,•ia la malattia non subisce per cio un tempo dt arresto continua la sua eoolu.:ione ed i sintomi locali, il pol'so, la composizione dell'orina persistono il più spesso senza notevole cambiamento.

Que5'la apiressia. ,., talvolta di una brevissima durata, qne a sei ore per esempio; ordinariamente .suss1ste dieci a dodici ore ed in molti casi ha pers1shto diCIOtto e ventiquattro o re. P oscJa·, sempre senza causa apprezzabile, la temperatura. si eleva di nuovo r·apidamente ed il termometro :;:e!!na so,•enti un grado più alto cbe all'ini7iO.

La della febbre non dura in generale che dodici o ven.liquattro o re e la defervescenza vera sopraggiunge con tutti gli altri fenomeni normali della crisi: caduta. della temperatura e del polso, diminuzione e scomp arsa del soffio, rantoli crepitanti di ritorno, sudori, erpete la.bia.le, aumento della quantità d'orina, aumento dei cloruri dell'orina ecc.

IIH.DICA 1'569

Questa falsa der'ervescenza non si produce nella maggior parte dei casi che una sola volta, verso il quinto o l il sesto giorno, ma qualche volta essa sopraggiunge due volte nel corso di una stessa polmonite, una prima volta verso il terzo od il quarto giorno ed una !;'-econda volta ver;;o il quinl.o) od il sesto giorno.

È soventi mo to difficile allor·a stabilire la rra queste polmoniti anor·mali e la febbre inlermittente pneumonica.

Jaccoud aveva g ià insistito su questi fatti nei seguenti te r mini.

S ono polmC)niti anormali e l'anomalia consiste in ciò che l'evoluzione, in luogo ùi essere continua e di un sol tratto, si fa in due, talvolta in tre ta ppe, con intervalli di apiressia, tuttavia la durata totale della malattia è la stessa.

L'inizio é quello della polmonite genuina, i sintomi generali e locali sono del tlltto normali e l'l cose vanno cosi progredendo per tr-e, quattro, cinqu e e s ei giorni, poscia souna defervescenza completa con tutto l'ins ieme dei fenomeni critici; l'api r essia e l'euforia Jur·ano ventiquattro, lrentasei o quarantotto ore; poscia la febbre ripre nde e !;'i eleva rapidamente alle cifre dell'inizio . Durante l' apir essia la lesione non resta IJta:oionaha, essa progred_isee.

Aggiungasi, per pr evenire l'equivoco, che la ripresa non, è l'lssociata ad una estensi one o ad uno spostamento della lesione; questa segue il suo corso nel focolaio irr cui è dap prima comparsa e non ne oltrepassa i limiti.

La diagnosi ha quindi molta importanza; e>;>:a si basa dapprima sulla persistenza dei segni locali.

Una polmonite arrivata al suo periodo terminale, alla sua c ri >;i offr e sintomi locali di r isoluzione; l'ottusita toracica diminuisce, il soffio tubario scompare ed è sostituito da rantoli più grossi, più umidi dd rantoli crepitanti fini e secchi Jet periodo di

Nelle false defe r,·escenze, al contrario, il focolaio pneumonico non presenta alcuna ten.Jen za alla risoluzione, la le;;ione progredisce ed i fisici diventano più eviJeu ti.

D'onde il nome di polmonite a l'iprese dato dal Jaccoud o polmonite con false . . un secondo segno che esrste 1n moltr cast e la discordanza del polso e della temperatura; ora il polso si. mantiene frequente quando la temperatura si ab bassa, ora li polso continua a diminuire r·egolarmente, mentre la temperatura riprende dopo la sua falsa .

Infine la quantitù delle invP-ce dr raddopprare o triplicare, \:Ome nella Yera rimane stazionaria: La ,·. pure diflìcilc a far·e colla polmomLe malarica od intermittente. All'infuor·i della nozione di malar·ia nel paese in cui !'i os-:erYa, que:;ta è Esi!;'-touo però alcuni segni sui quah possrbde basarSI.

:-:lell'i nter,•allo degli acce ssi di febbre malarica pneumonica, il più spesso i Mgni fisici locali diminuisrono ed anche scompaiono: ora tutte le osservazioni segnalano questa particolar ità importAnte: i sintomi polmonari e proseguono il loro co rso normale. È necessario me nzionare ancor·a una volta la dis cordanza Jel polso e della temperatura ciò che non ha luogo uelraHr·o caso. Altro carattere dal Jaccoud: nella polmonite a riprese il brivido sudori mancano nel momento della ripresa; essi sono al contra1·io co>'lanti nella febbre malarica pneumonica. Fa d'uopo aggiungel'e che dal punto di vista della prognosi le false Jefervescenze non h_anno alcuna influenza sul decorso della malattia; la durata dr questa non é né aumentata nè diminuito.

L 'albuminuria negli oreoohlonl. - E. GAGÈ. - (Journal rle Méclecine e de Chiru rgiF!, ottobre n .Jolto r E. Gongè ha pubblicato tre nuove 0Sl$ervazioni Jimostl'anti che gli or ecchioni possono produrre la nefrite al pari della !'rarlaUina, della febbre tifoidea o di altre malattie infellive.

La nefrite ncuta che si N·serva in seguito agli orecchioni può insomma con una grande apparenza di logica essere coilocata nel gruppo delle maluttie infettive, di cui alcune possono >:comparire del lutto senza lasciar traccia alcun a del loro passaggio, altre possono scomparire in un certo te10p0 per ricomparire in sel!uito sotto l'influenza di una nuo,·a malattia infettiva o di qualsiasi altra causa comune altre infine possono passare insen:;ibilmente allo stato nico e lasciaee sul tessuto renale traccie indelebili del loro paSSaJg'iO.

L'albuminuria fino ad or·a é stata poco osservata ne<>'li orecchioni, m81grado la frequenza delle epi demie, ma é dovuto evidentemente alla sua benignità relnth·a e::! lli!'Ppoca incerta della sua comparsa. Ogni qualvolta i sintomi di nefrite sono stati abbastanza pr·onunciatì e si sono ma nifestati esternamente coll'infiltrazione edematosa, ciò che è il ca so più l'aro, questi fatti sono stati accuratamente notati· ' ma il più sovcnti l'album inur·ia ha potuto passare inavvertita.

Infatti, in molte osservazioni non fu che per caso, per cosi dire, che venne scoper·la l'albuminuria nel corso della malattia in occasione di complicazioni .viscerali e di una recrudesceuza d(•i sintomi generali . Quanto alle osservazioni riferite da Gag(\ l'albuminut'ia non potè (•sset·e scoperta che geazie ad uoa ri t:er ca sistematica. Nulla in questi tre casi poteva far pensare alla possibilità di una nefrite; questi malati non presentavano la minima tumefazione alle gambe od alle palpebre, nè il minimo edema, ed i differenti sintomi che av,·er·tivano, come cefalee, vertigini, stauchezzn, erano più l'indice di febbre che di una albuminuria cosi leggera . l fatti cosi r accolti sono troppo poco numerosi per poterne trarre conclusioni molto rigorose, ma è probabile però che si constater ebbe molto più soventi l'albuminu ria • negli orecchioni se si esaminassero le orine in epoche didella malattia ed anche dur.ante la convalescenza.

L

(Jou r nal de :vtéde ci ne et de Chirurgie, settemb1'e 1892).

Si sa ora che, lungi dall'essere consociata costantemente ad un abbassamento, o per lo meno ad uno stato normale lfEDICA. temperatt:.ra, l'uremia coincide soventi con una ipermia più o meno notevole. . dal far elimmare la d:agnosi d'uremia, tpertermia permette tal volta di ed d t. preveali accidenti di questa mtosstcaztone. Gh autort hanno dere o 1· d . orlato tre falli nuovi di questo genere, dat qua 1 e a .np Il. pubblicati anteriorme nte, si può concludere che tutte .que t l forme d'u remia possono essere accompagnale da lper;rmia; ciò fu osser,·ato specialmente Mila forma eclamp!<i '<i, ma anche nelle !!ltre forme nervose, . nella forma "lO"'a delirante ecc. e fu osservata assat spesso con .comn , ' ' . . un altro sintomo, la paralisi a forma. ma ?on ve nne ri::;contrato nella forma gastro- mtestmale o resptratoria libera da qualsiasi feno m eno nervoso.

Il ®cot'SO della temperatura nell'uremia prova che l'ipertermia è in rapporto immediato con l'intossicazione; s i vede infatti, nella maggior parte delle osserv1:1zioni,. che l.a .pe 1·atura comincia ad elevar·si quando. compaiOno 1 preannunziRtori dell'u remia. raggiUnge 11 dul'ante la crisi uremica per rldtscendere quando 1 smtomt diminuiscono o scompaiono. .

Quando l'uremia ha esito letale, la tempet•atut•a SI mantiene elevata fino alla fine. Talvolta anzi, essa si eleva ancora dopo la morte, come nei fatti riferiti da Bouveret, in eui essa r aggiunse in un caso 43°,3 un'ora dopo la morte, in un secondo caso 43°,9 un quarto d'ora dopo la morte.

Le temperature osservate nei casi di febbJ'e uremica sono generalmente elevale . La cifr a di 39• al mattino e di 39'>,5 alla sera è abbastanza ordinaria . T alvolta la tt>mperatu ra può oltrepassare i 40. Contemporaneamente a questa elevazione di temperatura, si constata generalmPntr: un acceleramento dei battiti del polso e soventi anche della re:::pirazioue.

Pare che l'ipe1·termia uremica non comporli pronostico speciale . Ora essa esiste con una uremia che finisce rapi - · colla completa Ora essa accompagna i feuomeni memici i più gravi terminando con la morte Essa ba però una certa impot·tanza, perchè la sua scom-

RlriSTA indica generalmente la ces:>azione · òei uremi ci. la all o stato normale, la crisi si può cons1derare come term1r.ata. ·

Si é cercato d i spiegare i pertermia in molti m siccome essa non si ri:;cont ra che molto raramente de ' ve a,·er e per causa un fènomeno accid eulale e che non esiste in lutti i casi d'u r·emia Si sa che all o stato fisiologico l'orina contiene due sostanze , delle qua li l'una f> iperter rn izzante e l'altr a é ipotermizzante e che si ne ut ralizzano l'una con l'alll·a. Si può s upporre ch e l'i pe rtermia trovi la sua spiegazione nella p r esenza, in quantità esagerata, dell• sostanza termogena, la quale, trattenuta nell' neutralizza gli effetti della sostanza ipotermizzanle e duce la feb bre uremica .

MAGREz. -Della ola.udloazlone lntermlttente . - lJ<J•u rnnJ rle médecine et d. e chiru r gie, agosto

La caus a dello claudicazione intermittente, o méglio paralisi iotermill entP, perché i l sintom o può p r esentarsi nell'arto su perio re q uan to nel membro inferio r e, e 1 razione più o m en o completa dell 'arteria nutritizia del m hro affetto con sviluppo nullo ed imper fello della " "·cu•zione collatetal e.

Ora . le lesioni arte rios e che possono produrre rruesto risulta to ha nno cause molto variabi li.

Pare che)'ateroma sia il fattore più importante ed esso può ess ere provocato dalla gotta, da l diabete, dall'albuminuria, dal saturoismo.

Inoltre, la siflJi,ie produce una meso-arterite ed una periat•terite che danno luogo ai m edesimi e ffe tti del!'a te roma.

Infin e, in certi ca>:i, l'ori gine dell'obliterazion e arteriosa pare dovuta a d un traumatismo, come in un CllSO pubblicato da Charcot. Si compren de che un tumore possa comprime1·e un'ar·te ria e così ad abolire del tutto il lume dPI suo canale. In questo caso, benché il processo sia del tutto differente, i ·risu lta ti souo identici.

Quanto al meccanismo esso,. é più . anto si suppor rebbe a tutta pr·1ma : l msuffic1enza deldi qu

, rttusso del >-an gne necessario per le contraz10m r1pe u e la semi - paralisi, e di più, quesl'anemia è causa d Ilo stato dolo r oso che l'accom pa gn a. · 6 gcco quale è l'evoluzione generale dell'affezione. .

Ini;;io. - L':nizio Jella claudica z ione intermittente puo eslento ed insidioso, accompa gnandosi co n a ltri sintomi ar ter·iosa pr ogr essi va. In questo caso, nort · che quando i fenomeni mor bosi hanno raggiunto una certa che essi risvegliano l'attenzione del medico, ed anche non é sempre così. Charcot ha r 1fer1 to ù1 un diabetico affetto d a claudicazione iotermitlente e da formicolio nel membro inferiore, che egii curò per lungo temp o coll'elettr icità per una sedi cen te para lisi d'origin e ne1•vosa.

In un ca so ripo r tato da Magrez, in cui si tr·altava di una arte ri te sifilitica, l'inizio fu più brusco. Un g iorn o il malato fu preso improvvisamente da un ùolo re di un' estrema vi olenza nel braccio destro che gli impediva di dormire ed era a ccompagnato, in tutta la regione dol en te, da una sensazi one di intirizzim ento e di formicolio. · stesso tem po, pallidezza livida ed abbassamento no · tevole della tempera tura cii tutto l'arto superiore dest ro, scompa rsa delle pulsazioni della radiale e della Poscia, la cura met·curiale avendo fatto scomparire que::<ti renomeni, i medesimi accidenti ricomparvero nell'arto inferiore des tro, ![U alche tem po dopo.

Perwdo dt stato. - La paralisi intermitlente, ischem ica, daDprima poc() pronunciata e che non si ril e va che con un po: di molestia funzionale e di dolore nell'occasione di una fatica prolungata, diYe nta sempre più netta. Quando ral'lerite obli te r unte risiede negli arti inferior t, dopo ur.. quarto d'ora od una mezz'ora di cam min o, il ma lato in tutta la "'amba mal ata unA senS8/.tone di debolezza e di intirizo zirnento. Se egli vuole, malgrado ciò, continuare a camminar<:!, non La r Jano a comparire dolori accompagnali da formicolio. P oscia sopraggiungono c ram pi e la gam ba si irrigid isce, rirìutandosi ad ogui servizio . Talvolta i ct•ampi e la

Medica

ri gidezza mancano, ma ciò dipende da che il mal ato, paventando il dolore, si ferma prima della loro co mparsa.

Un fenomeno patog nomonico, per così di re, della claudicazione intcrmittente, si è che il riposo calma il dolo r e e fa r a pidam ente scomparire l'impoten za funzi onale. La fatica ' od anche un esercizio mode rato, fanno compar ire tos to la !!er ie dei sintomi.

La stessa cosa si osserva qua ndo la paralisi ischemi ca colpisce il membro superiore . Co;:i , in un a malata di cui N othnsgel ha pubblicata l'osser"azi on e, non "i era nè dolore n f> debolezza nell'arto affetto, !'Juando esso era ten uto in poso; gli acc identi cominciavano soltanto dopo a lcun i minuti di lavoro.

Infine, devonsi ancora notare due fenomeni. Le pulsa zi ,) nt sono molto dimi nuite nella zona malata, tah·olta anzi l'OOO impercettibili. La circolazione capillare è molto debo le. come puossi giud ica r e dalla piu o meno accentuala dei tegumenti di questa region e. Le vene !'<O ttocutanee non sembrano contenere che una piccola quanti!& di s ang ue. Si nota un ab bassamento molto co nsiderevole della temperatu1·a qu a ndo ìl malato r i mane scoperto perqùalchEJ m omento. La pelle non ha più la sua sensibilità, normale, e ssa e qualche volta anes tesicn, più sovt·mti iperestesjca.

Periodo te r minale.- Quando il malato deve guari re, q uesti sintomi scompaiono poco a poco. La c lau dicazione non ricompare che ad intervalli sempre più lon tani , le cris i s ono meno dolot'ose, i tegument i I'iprendono la loro colorazione normale, le pu lsa zioni si fanno sentire netta men te nelle arte r ia de lle r 11giooe. Ma se il medico non è stato chiama lo a te mpo, se le lesioni sono dive ntate incurabili, si vedon& sop1·aggiunge re tutti i fen omeni morbosi pt'ecur;:o ri della gan g rena.

LA prognosi della cla udicazione inte rmittente è molto grave come lo dimostrano gli e si ti fatali che st)no !i\tati osservat• in g ran numero di malati.

lo fatti, non si deve dime ntica re -ch e si ha a fdl'e con un& arterite obliterante, il più spesso pr ogressiva. Non solo il lato é affetto da una malattia cha lo r ende improprio al ma f · l . ro ;::;e eali ha una professione c he riehiede s orz 1nume- a' o , - o rosi e ri petuti, ma vi è da teme1·e che il mal: _poco Poco Ji violenza e termini infine cogl.i acc1denll g rav1 che a . determina nei una ci rcola zione sangmgna sempre più in»-ufficienle . . studio batterlologloo della NETTER .

La cura non e!'.e rcita vera influenza che quando St tratta d'a rte rite sifilitica. Fa cl uopo somministrare all ora l'joduro pota:;sico ad alla dose . .

S e si tr 11 tta di claudicazione iutermt tten te osser vata nel del dia bete. 11 trattamento di questa malattia può ave.re un·1nlluenza molto fa ,·o r evole, d'onde l'impor tan za della <hagnosi in que»-ti casi. Co ntro gli altri casi di obliteraz ione non esistono mt>zzi palliativi con il ri pn so assoluto per pr1ma condi zione.

{Journal de .\1édecine et de Chi r u r gie, agosto 1 892).

La bronco- polmonite. nE-ll'i mmensa maggior anza dei ca:::.i, 11 el fan ciullo come nell'adulto, è sempre dovuta ad una delle quattr o specie : poeumococco , streptococco piogeno, bacillo incapsulalo di FrieJ lander e stafilococch i della s uppurazione.

Il più ordinariamente il focolaio bronco- pneumonico no n che una sola òi ques te spec ie microbich e, ma si possono riscont1·arn e molte nel medesimo fo col aio, e ciò soprattutto nel fanciullo.

Nella br onco -polmonite dell'a.lulto il pneumococco è molto più frequente dello streptococco. . ..

Nel fanciullo la fr e quenza dei due microb1 è seos1blimente la stessa; for='e lo sLreplococco è rappresentato un po' più >= pesso , se non allo stato pur o, alme no nell e forme asso·

Le bro nco-polmoniti da pne umococchi e da streptococch1 possono essere, le une co.me le altre, con nodi confluenti o disseminali , e la forma pseudolobare non è certamente S!>eciale, . nè e sclusi vamente propria del pneumococco.

lTEDI CA

I.R b ronco - polmonite da bacillo incapsulato sembra do Yer es$ere il più s ov enti pseudolobare. Le parti aff"elle preseutarw un aumento note,·ole dr vol ume ed il su cr.o delle regioni epatizzate ha urra viscosilà particol are. La br·onco-pol monite causa ta dAgli slafilococchi è sempre presentata sotto furma lollulare.

La malattia iniziale non ha in general e grande influenza s ulla varietà microbica della bronco polmonite Si p uò di r e però rhe gli streptocllcchi si r i$conll'ano gene( alme n te, se non nelle bronco-polmoniti della d ifterite, r tsipola dell ' rnfezione pue rp era le Le b r onco -polmorr iti . nel corso malaWe renali, s ouo il tatto di pneumococ.::hi o d i p neurn.obaci lli.

Gli ngenti patogeni della bronco·polmooite proYengono d alla ravilà bucco-faringea, cht> può albergarli tutti nei soggetti sani . La loro fl'equenza r elat iva è la stessa nelle bron<.o _ polmoniti la loro fl'equl:!nza 1·elativa nell e salive. Solamente gli stafilococchi p; oge ni, mollo fre quenti, se nou costanti, nella borca, sono i più rari nelle bronco-polmoni ti senza dubbio ìn cons eguenza di una p r otezi o ne degJ i organi inlet•ni.

La bronco -polmonite è il più spP.$SO il fatto di u:1a aut o-infez ione sopraggiun ta. Es;:;a esser e dovuta ac' un r ecente.

Bulla. dia.gnoal ba.tterlologlca. del oolera.. - R. (Deuts. med . Wochensch. , e Wiener med. Zeitunu, N. 37, '1892).

Si danno casi di colera in c ui tutto il contenuto intestinale è quasi uua coltura p ura di bacilli vi r gola. Basta all'osserva tore sperim e ntato dare uno sguardo al microscopio, per fare con la dia gnosi di colera. MA non sempre han.novi conòizi oni così semplici ed evidenti. OrdinariamentE> le materia intestinali contengono molte altre specie di bacilli che occultan o i bacilli virgola. ed è mestieri esplorare pazientemente il preparato finchè si trova un lu og o che valga ad alfermal'e la diagnosi .

In ta i bisogna scegl iere per fa r e il preparato quelle arti delle dei<>zioni colerose che secondo la esperienza sono rirche di ba cilli virgola. E queste sono particoleri fiocchetti mucos1 che sono coi<tituiti da epitelio e tksqua rn mato, a cui le evacuazioni coler·ose devono Jl loro cs ra tteri " ti co aspetto risiforme. La diagnosi è facile e sicura qu<wdo i bac ill i ,·irgola si trovano nel quasi in pura. e più particolarmente quAndo si tro vano i caratte r istici pic<:olr cum u li di bacili i nei fioc chetti mucos1. E m vece mal sicuro il dE>cide re qua ndo il preparato contiene solo poche e ;,pesse ro r mP dubbiose. Occorre poi che non raramente. specie nelle eYac uaz ioni d iarroiche, pos:;ono troYsrsi i bacilli 'irgola che provengono dalla e che nulla han no che f11re col colera. Ce rt.o che per· la loro forma microscopica questi bacilli della s i distinguono dai veri vibrioni del Koch. S ono ordinariam ente più fini e più lunghi, meno curvi e fr·equentemente anche affilati alle _loro estremiltl .Ma · la d istinzione richiede molta esperienza e familiar-i tà co11 gl i stati morfologici. L'esame microscopico delle deiezioni sospette, solo in alcuni casi dà un risultato sicuro, spesso bisogna contentarsi di una p r obabil là. Bi sogna però bene a ve,.e a mente che un rtsultato negau,0 dell'esame mic r·oscopico non é in alcun modo pro va che debba e ::;cludersi il colera.

In tutti i ca<:i du bbiosi devono farsi sperimenti di collura coi materiali sospetti e particolar rneute importanti s ono i risullati col metodo delle lastre di gelatina, metodo semplice P- facile. specialmente usando le cosi d ette doppie sc-atole del Petl'i, con le quali si può fare a meno della così detta me ra u m ida per ricev ere le lastre. Per effettuare la semJnagione si s c egliere i fiocch e tti mucosi sopr a mento"ati. Questi si d istribuiscono, scuotendo accnratarnente, nella srelatino prece dentemente flu idifi cata e raffredd ata a ci 1·ca 3;· C.. quindi "i fanno le consuete diluzioni e si vet·sa la !!el a tinA infetta sulle lastr e. È da consigliar e di prepapiù lastre co n parti più che t! possibile d iverse del teriale da esaminarsi per avere lA certezza che anche poch1 ba c illi · non sfuggano allo SfXuardo scrutalore.

Il limite inferiore di temperatura per lo sviluppo dei bacilli del colera è a 16° C. Solo sopra 20° C. lo sviluppo nelle lastre di f!t:latiua è rigoJ;lioso. Quindi per fare presto la diagnosi è nece!:.'sario che le lastre sieno e!:.>poste a d una temperatura più che è possibile elevata (fra 20• e 24• C.). In tale condizion e le <'Olonie dei bacilli ,·irgola s:>no gia dopo 20·24 ore co:::ì sviluppate che all'esame microscopico, con un ingrandimento di cir·ca 70-90 volte si possono ricono><cere le loro qualità caratteristiche. Le colonie, quando sono ancora mo lto giovani ( !t a 18 ore dopo la seminahanno l'apparenza di piccole goccette pallide, che pero non sono per·fettameote rotonde, ma hanno un contorno più o meno irr egolarmente limitato, sinuoso o anche dentellato. presto presentano anche un aspetto g ranuloso Quundo la coloni a è un poco più grossa (sei O're piu lA!'d1), lt. granuhn:ione spicca più manifesta; sembra come se la colouia fosse costituita da piccoli pezzettini dì vetro fortemente 'refrangenti la luce e in pa r i t empo si fo rm a, per la fluidificazione della gelatina che c;rconda la colonia, un piccolo imbuto, nel cui fondo si accoglie la massa dei batter!. Questo imbuto all'esame microscopico si presenta in un modo speciale. Esso modifica il corso dei raggi luminosi come se una lente concava fosse intrcc:otta fra lo specch in e l'obbiettivo. Quindi la colonia colerosa splende stella quando si abbassa il tubo sotto il piano della posizione di adattamento, diventa ost:u ra quando s'innalza . Le non fluidificate che sono contenute nella lastra si comportano in modo rifrangono la luce come lenti conYesse e sembrano oscure quando il tubo è a bbassato, e quando é 11lzato coucentr·ano la luce e appariscono chiare. Que§ta differenza nelle proprietà ottiche faciìita molto 8"1 i inesperti il riconoscere le colonie isolate fra le numérose :olonie d'altra specie.

Lo svi lu ppo dei bacilli del colera nelle lastre di gelatilll\ è cosi caratteristico che nessuna altra specie di batteri renelle evacuazioni in condizioni normali o pat0lopuò con fonde rsi con q uell a del col era. Gli spi r oceti e ' bacilli vi1·gola della bocca sop r a r·icordati non distu rbano l'esame poiché essi non sviluppano colonie nelle piastre di gelAtina. Mentre a ll'esame microsc9pico delle ci si presenta una confusione di forme, il nume1·o dtt balterr che a lberganv negli intestini e si s·1!luppano nella gelatina nutriti\·a è mollo limitato, e, notabil cosa, sono quasi esclusi,·amente specie di batteri che non fluidificano la gelatina. Se quindi si osservano ad occhio nudo ne lle piastre di gelotinll che sono state innestate con le òeiet.ioni sospette, rlopo 2t ore i noli piccoli imbuti di fluidificazione che spiccano specialmente alla luce obliquamente incidente eò hanno aspetto come se con un fino ago si fossP punta la superficie deila gelatina, se queste colonie presentano al microscopio le sopra descritte caratteristiche proprietil, e un preparato microscopico dimostra constano di bacilli virp-ola, si può allora senz'altro annunziare la diagnosi di còler·a asiatico . I segni sopra indicati sono cosi positivi che dt've sembrare superfluo di volersi assicu1'are della dia gnos i con altri inuesli nella gelatina peP infissione nel brodo c sulle patate. Bastano nel massimo numero dei rasi 24 o re per· giungere a un risultato certo ed evidente.

Per facilitare il riconoscimento e l'isolamento dei bacilli del colera sono stati indicati òei metodi, fr.a i quali tiE.>ne il primo posto quello di S cottelins. S cottelius mescola le deiezioni da esaminarsi con quantita doppia o tripla di brodo di carne e mantiene le prove per 10 o 12 ore a 3i•C. Come è nolo, i bacilli del colera amano rossigeno libero, e pvichè sono dotati di vi,·o movimento, si accumulano alla superficie libera dei liquidi una tenera pellicola spesso appena discernibile. Se si fanno con questa pellicola prepat·ati colori t i si troYano che sono ricchi di bacilli \'ir·gola e talvolta sembrano formare collure pure. Il metodo di Scoltelius può giovare nei casi in cui il numero dei bacilli nel materiale fresco di osservazione è mollo piccolo. Ma con ciò la diagnos i definitiva è ritardata di i2 ore , poiché per sicurezza di diagnosi, devono sempre far·si seguire le colture nelle lastre, e q ui ndi il metodo di Schottelius è da consi gliarsi in ce rti casi eccezi onali.

Si è inoltre cerca to di valer si per la diagnosi di certe reazioni c1Jimiclte delle çOlture del colera di facile alluazion Pohl e dopo lui Bujwid e Ounham hanno trovato che le colt e. d · ·b · ·d ure e1 v1, el nel brodo o nell'infuso di peptone a 1 •;. con l agg1unta dt un acido minerale prendono un bel color rosa. Brieger allo stato di purezza questa mate r ia colo r ante della rosso dd co let•a e di ruo:::t r o che trattandolo con. polver·e di zinco si tl'asfo rma i n ;:ùolo. CMi la Peazione del colera fu srogliat a del !'uo e l'ivelata __ come la semplice e da lungo tempo conosciuta 1·eazione dell mdolo. Salkowski e P etl'i han n o dedicato a questa reazione uno stud1o particolal'e. Dimostrarono cha i bacilli del colera hanno la proprietà di sepa r al'e indole dal materiale nu t1·ili>o azotali) P. in pnl'i tempo eli r1durre in nitr1ti le tracce di uitrati sempre e"'iste ntivi. Ora "'i danno molte r:;peci e di batteri che formano in dolo; numer ose ::l ltre specie riducono i nitriti. ma e scarso il numero di quelle che produc()uo in _tempo iodolo e nitrito e che in conseguenza di ciò, per l aggmnla di un a c do minerale privo di nitriti, danno il colore ross o. R h>ulta da queste consider azioni elle la del rosso colera può solo condizionalmente valer e per la d1agnost nelle colture pu rt>. poichè essa non appartiene esclusivamente ai vibr·ioui di Koch . ed 1\ anzi del tutto fallace quando si tralta di mi:;cele eli batter·i ovP. possono tr·ovarsi insieme speci e di batte1·i inducenti o fo rmanti indolo. In tali miscele la reaz ione del r osso del colera non dimostra la pre!:'enza dei bacilli del colet·a. i'\on é senza importanza per la diagnosi del colera il modo co n cui gli oggetti ch e si vogliono esplorare sono stati t rat· tali ['rima di giungere al JaboralOI'iO. Quanto più presto ar·ri vano nelle mani del batteriologo tanto più fucile i• il suo laYor•o, mentr e, se trasportato da lontano, sper.ialmente nella <'la!!IOne calda, la putrafazione e il pr eponderan"te sviluppo dt>i batteri saprofttici delle materie feca li rendonn la prova più difficile. Il meglio è avere le dejezioni fresche dei malati o pezzetti di intestino spediti in vasi di Yelt·o ben chiusi precedentemente, ben lavati e bolliti. L'ag· dell'acido fenico, clel sublim ato o di altr·o disinfettante rende vano l'esame micro!:'copico. La biancher·ia lorda che è un buon material e pér la diagnosi del colera deYe esser e manten u ta e spedita bagnata perché il disseccamento uccide bacilli virgola.

Recentemen te il ha annunziato di riusci to a riconosce r e nelle miscele di batteri i bacilli del colera dall'odore. Se s i mescolano Je deiezioni che contengono i germi del colera con brodo e si pongono le prove o re nel termostato, si dovre bbe sentire in!:'ieme con l'odore fecale un caralt:ristico od ore al'Omatico disgustante, proprio alle colture dt colera. :\I a la maggior parte degli uomini fa cil mente s'inga nna no n el giudicare degli odori anche qua ndo non $Offrono di mtasamento . delle narici e tanto più difficile deYe essere Io sce rne1·e da un insieme indefinibile di odori un costi tuente non ben defi ni to.

Conclusi on e: l' In ogni caso deve farsi con la massima accuratezza l'esame microscopico delle dejezion i sospette. Ma solo in un certo num ero di casi basta da solo alla diagnosi del colera.

2" In lutti i casi nou affatlo scevri di dubbio si deve completare col m etodo d elle gela tine in lastre, i c ui risultati si po;: sono riguar·dare come decis ivi. · i• Tutti altr i metod i, ad eccezione di quello di Schottelius, utile in certi casi, ma che deve esser·e completato col metodo delle lastre di gelatina, sono fondali su false su pposizioni e qui n li non sono da usarsi pe r la diagnos i del coler a.

Nelle .ordin arie condizioni si può con !>icurez7-A entro :24 or·e, al più ta r di dopo o r e stabil ir e la diagnosi del colera.

Sulla cura della difterite epid e mica lnfettlva . - \VILH ELMY . - (Deut. med. Wochens. e Allfl. Wie-n. me(Liz Zeitung, N. 23, 1892)

Da dodici anni il Wilhelmy usa col miglior resultato le più che è poss1bile s oll ecite ed ener giche cauterizzazioni delle placche difte riche al palato, tonsille e tauci con una soluzlQne al 20 % d i cloruro di zinco; il qual me todo sod - disfa rich ies-ta dalla scoperta del bac•llo <lei Loffier dr i bacilli che si trovano sulla supe1·ticie delle fauci. Il clorUI·o di zinco !1a il particolare _,·a ntaggio che attacca solo i luoghi infetti ed anche queiiJ che alrnct'hio òell'osser,·atore sembl'ano del tutto sani punto _non la mucosa sana coperta di tel1o. La soluzrone dr cloru r o di zinco è applicata per mez d' l zo 1 uns unga 18 cm., un poco curvata ad augolo, :;ulla q_uale SJ 8\'\'0ige un grosso batufolo d'ovatta, poichè meno rmporta il distaccare l'essudato che il bene inzupparlo c?n la soluzione. Ad evitare il mediocre dolore che ne segue sr fanno pezzet.ti di ghiaccio, ed inoltre si prescrivouo gargarismi con acqua di calce (acqua di calce 300 glicerina 30, os:;enza di menta piperita gocce 5ì mente dopo ;; a 6 giorni l'escara si distacca·. Tutti i ca si (circa 100) in dh·ersc e anche gravi epidemie guarirono fin uno in cui per f'u adoperata la soluzione al10 ·/ • .

Sul vio l etto di metilene nella difterite._

( Th er. Monatsl!e.fc e Cent r a/b. fur die med. , 38, 1 92).

Il violetto di metilene possiede un'azione a otisellica moèo energica sui bacilli difterici del Loffier, superiore a uuella d'ogni altro agente. Come il Jaenicke ha provato con sostanza può tanto impedire lo sviluppo det m1cr·obr ner mezzi IIUlriliYi quanlc anche uccidere i bacilli stessi. Con l'uso del violetto di metilene contro la difrerite si ha princi!Jalmenle di min:t, come il Jaenicke cred e di lo S\'iluppo dei bacilli. la quale azione si spi:ga gta con una soluzione acquosa allungata di 1:15000. 11 Jaenicke usa nella diflel'ite dell'uomo la soluzione di violetto di m.-tilene s alul'o a fl'eddo o meglio a caldo che applica per mezzo di uu pennello d'ovatta steopicciandolo con dolce lu oghi malati. Dopo che il co!ore turchin o che resta dopo lo sfregamento e sparito (dopo 2 a 5 ore) bisogna ripetere la spennellazione. Il numero dei c a s i così trattati finora è piccolo, ma in quelli in cui fu adope-

Medica 1583

rato. dopo due o tre giorni di cura, la tempet•atura torno normale. diminuì o cessò il dolore, si risvegliò l'appetito. Jl ·doletlo di metilene è anche relativamente non venefico.

L a malari a dei paesi tTopioall . - F. Pt.EI:IER.- r Virchow's .l rch. e Centralb.fu r die medie. Wissenseh., 42. 1892).

Dueante un viaggio che il Pl eher fece nelle Indie olandt!si come medico di bordo, ,·olenùo fare un esalto !'ltudio sulla maf!tt•ia, tralasciò l'uso protììaltico della chinina ed eseg-uì un re)!olare esame del sangue, su se ;;tesso, e su alcune altre persone. Nel eorso di u na partita di caccia stabilita in una regione notoriamente dominHta dalla malaria si pl'odusser·o m lui diversi leggieri fenomeni morbosi. Poich é l'esame del sangue dimostrò la presenza dei parassiti della malaria, ep:li prese alcune dosi di chinina, e sotto la sua azione la febbre che ;;i aspettava non venne, e i parassiti subito sparirono dal sun,.ue. Questa osservazione dimostra la etiologica dipendi queste fot·me morbose dalla condizione malarica euùemica, ed inollt·e contribuisce al giudizio sul tempo della incubazione della malaria che, come in media negli casi Ji malaria, fu di lO giorni. In quanto al tempo bre,•issimo d'incubazione ossen·ato in altri casi (3 ore ed anche meno) il Pleher è di avviso che in tali casi si trattasse di una intossicazione primaria con una Lossina prodotta dal parassita malarico fuori del corpo umano e trasportato dalle localita malariche per mezzo dell'a ria e forse anche del cibo nell'orumano. In alcune di tali malatti e sviluppatesi acutamente e decorse assolutamente sotto la forma di casi di m8la ria. l'esame del sangue dette un risultato negativo, mentre io alcuni di questi casi, dopo 9 o 12 ore, si potè rinYenire il tipico parassita; quindi prima i segni della intossicazione, poi della infezione.

Il P. melle in dubbio per le sue osservazioni una anemia tt·opica pr·imitiya; almeno dall'esame del' sangue, regolarmente stabilito io un cer to numero di persone, non potè riRcontra re alcuna d iminuzione della malel'ia colorante come fenomeno dell'acclimatamento. Ma solo si potè c:oi mezzi l!EDIC.\ 085 colorimetl'ici dete rminare uua talora ecce,..,1·va anemia in conseguenza di ripetuti accessi di malaria. In quanto alla tera pia, occorre considerar•e che la cl' · · . . >rnma .la sua azione ove t-sistono nel coroo g 1 specr 1cr pa:assJtJ m un dete rm in ato periodo di sviluppo. durante l accesso non !'Oio non può avere influen za su d r .esso, ma neppure può evita r e il seguente, poiché è senza azione sulle prodotte nel tempo deiraccesso . su quelle che pr·oducono negli interYalli la cl1inina non solo é uno tera peutico ma alt.resi pr0 tllattico.

F. HIRSCHFF:LD. -Osservazione sull'uso di rimedi 1Dtel1ù nel oolera . - ( Berl. klin. Wochens., 21) settemb re 189-? N. 39). •.

L"ipodermoclisi con acqua salata criovA al marr"ior nu d" · "' ec mero J mahltl p:r supetar e lo stadio asfittico e con ciò si scongiUra Il p1u g r ave pericolo. Però que::>to lllt'todo di cur non p r oduce guarigioni dirette. Mentr-e io alcuni di malaf I · 11 . 1 a secrez1one dell 'ul"ina é sospesu s ino alla mo te · lt . l' . . . r 'In a rr em:ss10ne g10rnaliera di essa è di :JOO a 61)(),.,. d" 1 ""·• 1 coore brunMlro, I_eggermente torbida c on 0, 2 a p . 100 di lJ esaminato al micr oscopio, con tiene nurneco"1 corpuscolr rossi e bianchi, come pure cilindri ed epiteli r enali. Essa é così povera di azoto d i limiti che osservan" solamente nel di aiun scelta dei interni per la cura del colera devonsJ escludere quelli che la funzione rcnale, o possono avvelenare l'organismo per impedita elim inazrone del rene.

Tali anomaJ,e , sebbene non in grado cosi si tran? nelle dei r eni. Con ciò si spiega il frequente mamfestars1 dr sinto mi uremici e qu indi la guar•igione è collegata col solleCito rito:no di tale fun zione allo stato fisiologico. di nefrite acuta nei colerosi può tltt. toxme cu·colanti, che dis truggono nei reni l'epitnlro r,..nalc, ove l'organismo le spinge unitamente an-li altri elementi di eliminazione.

Finora la terapia non possiede alcun rimedio che sia in 11rado Ji nell'inlestino e i vibrioni del colera e loro toxine e finché tale rimedio non s i sarà trovato, può aache riuscire più nocivo che utile un disinfettante che sia innocuo pe r ruomo sano

Febbre tifoide . -l The Times and Register, sellernbre 1892).

:\el numero ùi questo g iorna le dedicato alla febbre liloide, vi sono divei'Se monografie e storie cliniche, le qullli portano J"irnpr0nta dello spirito pratico americano che rifugge dalle disquisizioni teoretiche, e si rivolge i nlet·am enle a considerar la tesi dal punto di vista clinico, e specialmente terapico.

Thornlon Parker, ammessa la natura parassitarin dell'ileotifo, ri tiene che l'acqua potabile non sia il suo uuico veicolo, ma che l'atlllosfera ed i cibi po•!'ano trasportar l'infezione nell"interno dell'o r ganismo umano con tanta rapidit&, da farla 8 ,·iluppare dopo un bre,•e d"incubazione. Ritiene che i 1ras emanati dalle fogne abbian o frequentementt'- cagio nato epidemie di tifo, e che qumdi la nettezza delle abitazioni sia la prima salvaguartlia con tro questa malattia.

Hurd assicura che in Newburyport, c ittadina di 1500 abitanti , da oltre 20 anni non si sien vedute epidemie d'i leo-tifo, e che la mOI'lalttà per questa malattia ascenda ivi appena al 30 p. 1000 !l l!"anno, grazie all'eccellente acqua potab1le, ed al buon sisle111a di fognatura della città.

Cofl"man, in dell'infettivita della malattia adduce l'immunitil ehe essa reca contro u!Lel'iol'i attrcchi . I casi di recidiva a qualche distanza non mancano, come non mancano nel morbillo, nella scarlattina e nel vaiuolo, €d a projlo;;ito ne cita uno constatalo da Moore, di una r·ecidiva dopo 14 anni.

Colleigh del collegio medico di Chat lanooga dalla sua lunga fa scatu rire la convinzione che l a febbre tifoide sia o r a di,·enula più mite, non ostante lo sua g ravezza in ca:;;i pa rticolari, indipendentemente dai progre:;;si della terapeutica, e che sia meno grave nell e regioni meridion&li che nelle se ttentrionali . Dice però che la questione della gravezza e della fr equenza di questa malattia :;;ia s tata comp r omessa a ssieme alla questione diag nç>stica . d all'ibr ida teoeia di Wood e Boling sulla febbre tifo-malaeica ch'egli rigetta insisten teme nte. ·

In '{uanto alla cu ra, egli riti ene che i nuovi metodi non gio,·ino più degli antichi, che gli Antisettici l"iano inutili, che la chinina irr iti le intestina già malate. che il salo! sia una mera iòealita. Degh an ti oi retici si è detto molto male e molto bene, ed infatti essi possono esse r e utili, e possono reca r e grave danno quando il medico non sappia usat> li con disce rnimento. come il pitto re usa i colo ri della !"Ua tavolozza.

R itiene che la ter pina patrocinata da W ood e Boling sia un dolce stimolante del p rocesso ulcerativo locale, ma abbia un 'azione antisettica òi ben lieve grado; ad ogni modo l'esperienza clinica la riconosce utile.

Pi ù reciso del Colleigh, il T ho rntou Parker loda il sistema tedesco dei bagni alla temperatura di 200, fatto specialmente nelle o re pom e ri diane, prima dell'ordma ria e levazione febbrile , ma esige che il bagn o sia fatto vicino al letto, altrim en_ti le affusioni fr·edde con la spugna d al capo a1 predr, e la cuffia di ghiaccio. Loda il frequente c ambiamento di giaci tura del malato, almeno ogni tre o re, ond e prevenire le polmoniti ipo staticbe ed i decubiti, il frequente r icnrnbio delle biancherie, le bibite fr esche, la die ta liquida il buo n vino rosso invece degli alcoo lici . '

De Armand di ce che se si pensasse meno alla malattia e piu al malato1 la febb re tifo ide non sar ebbe cosi fo rmidabil e.

Si loda delle pillole di !>olfocarbooalo di zinco alla dose d i 30 centigrammi l'una ogni tre ore alternate con eo-ual dose Q di salo!, se col primo rimedio non si vince la diarrea; pensa a sostenere le forze dell'infermo con congruo ali mento liquido amministJ·oto ad ore determinate come un rimedio ' ma non si preoccupa molto dell'elevata tempertttura, percbè dice che il voler curare il tifo combattendo la febbre, è a l-

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trellanto illogico quanto il vo! Pr curare un'enterocolite abOlendo la dia rrea.

o· Reylly si loda del bagno raffreddato ogni 4 ore se la temperatura seguita ad elevarsi al di so pra de' 39", ed adopera con gran preca uzione il salo!, che scema la timpanite, ma può provoca re la ri tenzione d'orin a .

Waugh cr ede che l'antisepsi intestinal e clistruggà g ra n parte dei bacilli del t ifo, e di altri batteri che col loro tossico prodotto aggra,·ano il male, e riduca l'effetto m orbigen o all'azione di quei !'Oli bacilli già penetrati nel sangue. Scegli e pel' ciò l'antisettico meno irritante, il s olfoca1·bonato di zinco, e lo ammirfistra fin d a principio, a 15 centigrammi ogni due ore

Coffman r·itiene che il p rimo effetto d ell'infezione tifosa sia quello di dis turbare rattivita del fegato, e diminuire la quantità di bile che è il no r male disinfettante dell'intestino, donde un disturbo nella d igestion e e nell'a ssorbimento. È perci ò che egli. usa il fiele di bue disseccato. unito a piccole dosi di solfato di magnesi a, il quale promuove la diuresi, ed abla temperatura.

Fra ncis Haynes tr ae dalla sua pra tica le seguenti afo ristich e conclusi oni sulla cura della febbre tifoide.

La medicaz ione antipireti ca é p r obabilm en te nociva, l'u!'O <>i!'tem atico èei bagn i freddi è di gran valore, la costante applicazione di vesciche di ghiaccio al capo ed all'a ddo m e non ha un'influenza apprezzabile sulla tem peratura, le lenzuola bagnate, $premute ed twvolte intoruo all'infermo, e ricambiate ogni due o tr e minuti, sono un sostituto del bagn o freddo per i poveri.

L'alcool è raramente nece$sario, e quando è richiesto, giova meglio a piccole dosi. Du e litri di lette al g iorno sono la massima quantità di cibo da darsi ad un tifoso, quantità maggi m·i facilitano la rl iarrea; i brodi mollo ris tretti a g iscono da purganti, il. purgante migliore è l'olio d i castoro

La ter p1na ha benefica influenza !:<Ull e lesioni intestinali, e previene le emor ragie, la digi tale non ri nforza l'azione ca rdiaca nei tifos i, la coca come stimolante è n ociva, il r:..li- glior trattamento delle emorragie intestinali consiste nel mautenere slupefallo il a mezzo di iniezioni ivodet·m•che d• morfina, senza amministrar nulla né per bocca nè per clistere per molte ore. La sete si alleYi a lavando la bocca.

Le perforazioui intestinali d evon o essere Lrallate con la laparotomia.

L'aneoire del Lr·attarnenlo della febbre tifoide è riservato ai bagni, all'anti!:'epsi intestinale, alla giudiziosa dietetica ed al riposo

Dott. A. LAZARUS. -Sull'azione antitossica del siero 41 sangue del guariti di colera. - (Berliner klìnisch e Wochertschrift, N. 43 e H del 1892) .

!,'autore eslt'asse circa 50 cc. di sangue ad individui, che avevano superato il colera ar,iatico, mediante salasso dalla vena mediana. Tanto il sangue, quanto il siero fu r ono preparati con processo antisetlico, e que8t'ullirno, sterile, ru inoculato nella cavilti. peritoneale degli animali sottoposti ad esperimento. Uopo tali inocula zioni introdusse pure nella cavità peritoneale coltu r e di colera virulentissime.

I risultati hanno dimostrato che il siero di sangue di persone che hanno da poco tempo superato il colera asiatico ha uno stl'aordinario potere protetli vo per lt! ca vie con t ro l'avvelenamento del colet·a . La dose minima immunizzante fu di un decimilligrammo di siero. Per ciò che si ad azione immunizzante, l'inocu la"Zione preventiv a del siero di sangue d'uomo guarilo dal colera produce ottimi riJ'ullati.

Rimane ora a \'edere quale potere abbia lo stesso siero di sangue, come mez70 curativo . Le espe1·ienze istituite a questo scopo hanno dimostralo che quando la malattia é incominciata e la temperatura dell'animale è divenutà considerevolmeute anche dosi di siero di sangue 100000 e 200000 volte a quelle che producono azione profìlatlica non possono più salvare l'animale. S olamente se ti siero di sangue si inot.mla all'animale

0 poco Lempo dopo la coltura virulenta, è possibile che nimale rimanga in vita, Quando invece i sintomi morbosi sono manifesti non è più possibile ottenere la guarigione.

Jticerohe sull'azione batterlolda del sangue umano .V di m edit!in a interna. -

L'oratore dice di avere sperimentato i sieri di tifosi eresipelalosi, carbonchiosi cont r o i rispettivi batterii; e di aver voluto vedere quale influenza esercitasse l'elevazione di temperatura sul potere battericida del siero. Riservandosi egli di pubbliC8t'e le sue ricerche anticipa intanto le conclusioni che se ne potr·ebbero rledu rre:

Il siero ottenuto dal sangue di inrlividui sani ha potere battericida contro il bacillo del colera e del tifo; ha limi lato potel'e contro il bacillo del car·bonchio, e nes;;up potere contro lo streplococco della risipola.

11 siero di indiviclui affetti da infezione acuta (vaiuolo, reumatismo articolare acuto, tifo, risipola) durante l'iperpiresi (39•- 40') ha marcato potere microbicida contro i bacilli del colera e del tifo; leggiero potere contro il carbonchio, nessuno contro l'erisipola

Il !"iero ottenuto dal sangue dei tifosi ha durante l' iperpiresi (R9'- {0',5) un fortissimo battericida contro il bacillo <i el tifo, tanto che dopo un·ora e mezza i bacilli inoculati nel siero erano distrutti, mentre per essere dist r utti lo stesso numero di bacilli in una stessa quanlità di siet•o d'individui sani o in p reda ad a!tra infezione. ci ,·olevano dalle 2 alle 3 ore. Durante l'api ressiA e la convalescenza il potere non e ra marcato.

Il siero ottenuto dal sangue di erisipelatosi in nessun periodo aveva alCU!l potere contro lo streptococco dell' erisipela: il microrganismo viveva e si moltiplica va come nei sieri normali.

Il siero ottenuto dal sangue di carbonchiosi fu un terreno favorevolissimo allo sviluppo del bacillo del carbon•!hio b chè messo io quantità minima. Tutte le cavie end. b · SOn(»

1 car onch10 tipico. (Questo fatto si è però solamente v1sto sopra un a mmala to affetto da pustola maligna). · · terna. - P rof. RIVA.

Il potere batter icida del siero tenuto per mezz'ora - Il ;:;t f 3 ne & u a a o.' per · ore a 50•,5, per 20 ore a 45" fu attenua to ma non distrutto: tenuto per 20 ore a 37• si mantenne pre attivo.

Come è nolo, i bacilli della difterite sulla difterite spontanea delruo mo si annidan•J solo nell'e},itelio della mucosa .

Dell'Infezione reumatic a .

V Congresso di medicif'.,a .in-

Se un'infezione che possa 'dirsi reuma tica non puo essere rappresenta ta che dal micrococco d' F rànkel. l

In questo senso reumatiche dovrèbbe ro essere chiamat l ·t 1 e a pneumom e, p eurite, pericardite, endoca rJite, men ingìte cer ebro- spinale, setticémia diplococchica con localizzazio ni ed ogni altra infezion e locale o generale prodotta dall·mdicato microrganismo.

Lo studio di queste infezion i non è ancora completo s oper quanto si rifet·isCE: al modo di comportarsi delle · eptdemte e delle localizza z ioni.

. S olo. ricer·che molto delica te e più com plete, specialmen te bwl ogrche del microrga nismo suddetto, sa r anno in grado di por ta r e luce su questo argom en to. G

Invasione del baoiUo della difterite nel d e rma dell'uomo . - SPRONCK - (Centralb . .f. allgem . und Pat h. A n at . e Cent r atb . f . die med. Wissens ch , N . 19, 1882). .

S i tr atta di un ca so di infezione difterica, finora non descritta, della ferita da tracheotomia, consistente in uo edema infiammatorio del tessuto connettivo sotlocutaneo e del tessuto grassoso determinato dal bacillo della diftt<rite.

Lo Spronck, in innesti coi bacilli difterici nella trachea ap erta dei conigli ebbe spesso occasione di osser,.a1·e che i dintorni della ferita della trachea, la qua le era sté!la accuratamente riunita con sutura, presto erano invasi Ja un edema rapidamente e::.tendentesi, gelatinoso. emorrauico e la cui cau!"a pote,·a facilmente riconoscersi e ssere "' ' la dirtel'ite. Gli animali con questa co mplicazione presto morivano .

Iu tre fra quattro cada veri di fanciulli ai quali e ra stata fatta la tracheotomia lo Spronck, fatto accorto dalle e s perienze sugli tlnimali, trovò questa affezione. Ad occhio nudo non !:'i osst> rvavA sulla ferita alcun essudRlO e nt>ppure un tale br-utt•l aspetto che potesse far pensare alla difte rite. I ntorno alla fer ita eravi un poco di in uno dei tre casi tanto lieve che soln potè essere ricono;;cjuto con la prepaanatoruica della pe lle, negli a ltri due casi si estende,·a su tutta la faccia anteriore del torace ed e ra molto intenso.

In questo liqu ido edematoso, iu tutta la estensione , ;;i poterono dimostrare i bacilli difterici, tant.o col m icroscopio, quanto con le culture e le prove sugli animali.

Per la pratica risulta da queste ricer che che può sussistere una infezione difterica della ferita a nche con buon aspetto di quests, e sembra ch e fJuesto e dema difterico ag!!'rasi estremamente la prognol'i.

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