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DELLA. INFEZIONE TIFOSA

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E LEN C O

E LEN C O

sarsi della febbre fu preso da coma, ed apiretico delirava (delirio d'inanizione); il Tiberi non ebbe mai febbre a 40°, eppure fu incosciente per parecchi giorni; il Bruni del irava con una temperatura po co superiore ai 38°: Lepri era assopito a 38° .8, e potrei moltiplicare gli esempi se non temessi d'annoiue . IX.

Lesioni dell' appatecchio u1·inario.

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Nella maggioranza degli ammalati ed in tutti i casi lievi non si osservò alcuna alterazione degli organi uro-poietici . Io tutti gli infermi gravi però le urine erano di colore bruno per abbondanza di uro - xantina ed in alcuni per la presenza di sangue; in parecchi v'era albumina in scarsa quantità.

Furono fatte poche analisi orinarie, poichè per la ricerca delle tossine si avrebbero dovuto fare esatti esperimenti sulla quantità dell'acido solforico totale e combinato, del fenolù, dello indicano, dell'acetone, della ammoniaca, delle diamine e degli alcaloidi. Pel gran numero d'i nfermi, non s' ebbe tempo di eseguire indagini cosi delicate. Il signor maggiore cav . Mosci fece parecchie analisi ed in un ammalato venne 1·iscontrata la presenza di sangue e d'albumina in grado notevole.

reparto del signor maggiore cav. Adel asi o si verificarono due casi di tifo associato a nefrite: in uno v'er a anasarca (Talleri, Minardi).

Questi falli mostran o abbastanza le localizzazioni del bacillo del tifo nei re ni e l'avvelenamento generale del sangne per mezzo dell e tossine.

:'\EL PRESIDlO DI ECC. 4243

Un indizio di miglioria è quando le urine dal colore bruno si mostrano di un colore che si avvicina al giallo .

L'iscuria s'ebbe in otto infermi, ed in quest: noi ricorremmo al cateterismo. X.

Altera zi oni del sistema locomotote.

Un sol o ammalato (il soldato Ca stagnari del 3' artiglieria) presentò infiammazione dell'articolazione coxo- femorale sinistra. e quando uscì dall'ospedale si sperava in una prossima guarigione ; ma ora si trova in licenza e non è guarito ancora. XI.

Lesioni osser"Cale nella cute e nel tessuto sottocutaneo .

Gli antichi clinici ritenevano di buon segno per la prognosi il manifestarsi delle roseole : da esatte indagi ni risulta che uno solo dei 19 morti presentò delle eruzioni della cute. Spella all'anatomia patologica ed alla batteriologia lo spiegarci un tale fatto, non sapendosi percbè in alcuni casi si most ri la roseola ed in altri no; come, per esempio, in alcuni ammalati si abbia maggiore localizzazione negli organi e mato-poetici ed in altri i germi inva· dano il sistema capillare della cute. Forse questi du e fatti si escludono a vicenda; e par rebbe che i bacilli del tifo, -trovando più propizia sede nelle-vie linfatich e dell"addome,proun' infezione più grave; mentre quando a rrivano nei

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capillari della pelle, non potendosi moltiplicare facilmente, determi nano un a infezione più•roite.

In que sti ultimi tempi si propende ad ammettere che le lesi oni cutanee siano da considerarsi come veri emh oli·micotici (1)

Io :19 tifo5i compan·e la ro::eola a forma di piccole papule: tre in fermi le larghe macchie rose e : in uno !'-i notarono piccole macchie emorragiche della di una testa di sp illo piccolo Sch ileo) . In 22 s'osservò la sudamina ed in due una eruz ione simile all'orticaria.

I n parer-chi ammahti. r.ol tifo a breve decorso , fu osservato r.he la roseol a persistevfl an che durante la convalescenza. I vecchi med ici ritenevano come un molto favorevo le per il decorso del tifo la comparsa delle macchie rosee: il carabiniere Donà ed il soldato Ferrari, che furon o tra gli ammalati più gravi, il pri mo per il decorso del la febbre e t'àltro per la bronco -pneurc.onite e per una debolezza di cuore insolita. non smen tiro no l' dell'esperienza clini ca.

Fra tutti i tifosi si notarono tre ascessi sottocuta nei e tre profo nò.i : l'anali si ciel pus trovato in ess i la presenza dei sol i germi piogeni.

Trenta ammalati presentarono il decu hito sacrale di varia forma ed esten sione. Fra i casi di decubito più noteYoli si posgono citare quelli del Martelli , del Castagnari e dello Zaniboni .

Il Mar telli sin dalla seco nda settimana del tifo andò soggetto a frequenti enterorrag_ie, e perciò fu obbligato all' immobilità; nell'ulteriore decor·so si notarono di decu-

'EL PIIESI DIO Di BOLOGNA, ECC. 124;) biti al :>acro. ai p-raodi ttocanteri ed edema esteso a tullo l'arto infer iore per rro mbo -flebite: a poco a po co le piaghe si tletersero, la trombosi si dileguò ed il nostro ammalato potè reears i in licenza di co nval escenza. Anche il Castagnari del artiglieria ebbe un esteso decubito, di cui guarì completamente . Nou fu così fortunato il carabi ni er·e Zau iboni Ale;:sanùro, il quale, per le nunwrose e vaste piaghe da àecullito , fu colpito da setticemia e tratto a morte . sempre i cuscin i di gomma venivano tollerati bepe : alcuni infermi incoscienti o semicosci enti non li tenevano al conveniente e qua si sempre l'ammalato, perdendo le

Cna spee ia\ e menzione merita il decubito eli Rot ulo Toroma-o del 4-9° fanteria: t(Uesto soldato, oltre ad avere una piaba alla regione del sacro, avea la sp ec ialità di esser e mollo peloso dalla metà del tronco in basso : ebbene, si notò vasta suppurazione estesa a qu as i Lutti i follicoli dei pe li e le sue natich e erano disseminate di piaghe circolari: in breve la regione glutea ed il sacro formarono una vasta superficie suppurante che non potea essere tenuta in condizioni asettiche, perchè l' infermo perdea involontariamente le fecc i.

La disi nfezio ne e la medicatu ra dell e parti che p resentavano il decubi to fu una deile maggiori fatiche e preoccupazioni della cura del tifo; poichè nella maggioranza dei casi si tmttava di ammalati i quali non godevano della integrità del se nsorio ed evacuavano gli escremen ti senza il concorso della volontà : un a medicat ura antisettica veniva presto lorJ.ata, il vecc hio cerotto si staccava dall a pelle, la guttaperca in fogli ser·viva fi no ad un certo punto. Il collodion all' jodoformio :---.._ nei piccoli decubiti ed il makintosch co n- uno strato del detto collodion ai margini, nelle piagh e este5e, potrà rendere migliori servi zi.

(l) NEuu.ws : 1\'achweil aer Typhus·bacillus a m Lebmaen, Derliner kltfti.. sche Wochenschrift, H06, b.

124.6 DELLA TIFOSA fecci, riempi>a il vuoto del centro ed !l decubito era immerso in un liquido settico.

Fra le altr·e lesioni della pelle, nel soldato Lepri Nazareno del 49a fanteria, si notò la disquamazione a larghi lembi dell'epidermide della pianta dei piedi. XII. .11 o 1" t i .

Dovemmo deplorare 19 morti per ileo-tifo e sue complicanze, e possono classificarsi in ' per graYe infezione . 9

1 per peritdnite con perforazione del-

NEL PRESIDIO DI BOLOG:XA, ECC. 1247

)Ieritano nna nota gli ultimi tre morti. I due che moriron o in 31• e 34• giornata furono i soldati Ro tolo e Ciecolin i. Il decesso io 60• giornata fu quello dello Zaniboni. Oi questi dirò brevemente in appresso.

lo non voglio riferire qui le storie cliniche dei t 9 morti: esporrò brevemente le più importanti.

,, orti per grave infezione . - Bursi Pellegrino, carabiniere, ent rò all'ospedale il .29 settembr·e con febbre a 40• e . tumore di milza. Per cinque giorni di seguito la temperatura della sera non fu ma i inferiore ai 40". ed una volta raao giunse i .i-0° ,4; nella notte sopra il ;) ottobre ebhe delirio con agitazione, ed al mattino seguì la morte ùopo agonia di quattro ore.

idem senza perforazione 3 l l'intestino . . . • • . 4 per infezione mista di tifo e streptococco della setticemia . . )) 1 per paralisi di cuore in seguito a compressione per essudato pleurico » •l

1 per setticemia da decubito esteso -:.

Totale N. 19

Circa il oiorno della morte s'ebbero i seguenti dati: n

Morti 4 in 5' giornata di ricovero all'ospedale id. '1 » 6. id. id. id . 2 )) 9. id. id. id. 3 40. id. id. id. 2 .. u,• id . id. id. 3 .. 45• id . id . id. 2 .. 1()• id. id . id. 1 ., 26'" id . id: id . '1 l) 31- id. id. id. :? » 34• id. id. id. 4 ) 604 id. id.

Quando il Bursi fu ricoverato <11l'ospedale ave:1 già febbre alta cominciata con brivido; siccome veniva da paese malarico , dove era stato in licenza, si sospettò d'infezione miasmatica: ma non cedendo la· febbre alle generose dosi di chinino, si fece diagnosi di tifo. All'autopsia si ritrovò la milza grande il doppio del normale; l'ultimi) tratto dell' intestino tenue, per circa due metri, era disseminato di una infiltrazione dei follicoli solitari e delle placche del Peyer assieme a numerose ulcerazi ooi.

[mportanti furono i casi che ho già citati nei precedenti paragrafi di Gaddi Adolfo, caporale volontario di un anno del :jo• fanteria, e di Nicoli Domizio della compagnia · di sanità. In questi due non fu permessa l'autopsia.

Ciavattioi Giulio. soldato del 50° fanteria ed aoareaato l)O l) alla 6• di sanità, entrò il t• ottobre con febbre. diarrea e tumo.re di milza. Alla sera dei giòrni 3, i, 5 la d.i lui temperatura si eleyò si no a .40°,1 e .40",5. II giorno 7 contemporaneamente a diminuzione delle orine, si manifestò incoscienzn, tremìto gene rale, perdita delle fece i, profusi su-

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dori, febbre a 38°, polso a l ·12. Nel giorno 8 gli stessi sintomi. alla sera la temperatura era di 39o 5', il polso a H 6. del 9 la febbre era di 38° 1', il pols(l a 120, il tr emito più accentuato: alla sera temperatura 39o 2', polso a 130. !\forte dopo breve agonia.

D.:ll giorno 7 l'urinn fu scarsa ; nè gli enteroclismi valsero a perchè v'era diarrea e l'infermo non potea degl utire'.

All'a utopsia si osservò e norme tumore di milza ed ulcerazioni tifose in gr:1ndissima estensione. Cuore molto pallido, e di consistenza inferiore alla normale, evidente segno di miocardite tifosa.

Longo Antonio , soldato del 23° reggimen to cavaller·ia Umberto I, entrò all'ospedale il 2 ottobre con febbre, diarrea caratteristica e tumefazione della milz·t. Per cinque · la temperatura alla sera arrivò ai 4-0° e fbo dal secondo delirio , incoscienza, perdita delle fecce, tremito generale; l& urine in scar sa quantità e di colore bruno. !'ìè i bagni, nè enteroclismi fecero aumentare le urine. Nel penultimo la febbre salì a 40° 2' ed alla se ra dell'ultimo a 4-0o morte.

All'autopsia furono riscontrate le caratteri stiche in zio ni ed ulceri tifose in gran numero ed estensione: aumentata di volume e molle: notevole ispessimento pia meninge.

Rocco, soldato del 70° fanteria, entrò il ottobr& con febbre alla; alla sera giunse sino a 40° 4.' ; la milza era ingrandita ed avea diarrea. Per i gio rni non vi fo nit!nte di notevole oltre ai sintomi già riferiti. Il 3 novem del-irò, il 4. non emise nè fecce, nè uriQe: col catet&re furo no estratti 700 gr. di urina di colore (a temperatura del mattino era di 38° 8' con polso a HW: alla sera la febbre fu pupilla era roioti ca, immobile, l'infermo io opistotono avea 38 respiri al minuto e J.jO pulsazioni: seguì la morte dopo la mezzanotte.

PRESIDIO DI ECC . t 24.9 di H)0 t' gli si manifestò tremolìo alle mani e sussulti tendinei. :Xei giorni o e 6 vi fu delirio, abolizione della coscienza, emissione involontaria degli escrementi. Il giorno 7 non urinò; col catetere si estrassero 700 gr. di urina brnna. che conteneva sangue ed albumina. Il giorno 8 temperatura di 38°· 'i' , polso a 120: si dovè di nuovo adoperare la pe r estrarre le urin e che aveano il carattere del giorno antecedente. Il 9 novembre ebbe agitazione, enteralgia, enterorragia. Il l O insonnia, amba:.cia, veroa semiereua, delirio e poi incoscienza: ver·so il mezo . zogiorno si not ò raffreddamento generale per un'ora e mezzo; poi la temperatura sali a 38° 6'.

L'autopsia fece rilevare le caratteristiche lesioni _ del tifo, dell'intestino, infiltramento dei gangli linfatici , tumore di milza. Aperta la cavità cranica si notano le meningi intensamente iperemiche. Essudato abbondante purolento diffuso .negli spazi subaracnoidali e nei ventricoli. inu tile r iportare qui !e storie degli altri che morirono per infezione , cioè di Carletti Luigi e .di Costantini Donato del 4-9° fanteria, morti nel 10° giorno e di Finetti Emilio del 50° fante ria morto nel quinto di ricovero all'ospedale. Il decorso dell'infezione in essi fu grave e per la temperatura elevata e pe1· la bronco- pneumonite concomitante . A.ll'autopsia, fu sempre accertata l'enorme infiltrazione delle placche del Peyer, dei follicoli solitari, assieme ad èstese ulcerazioni tifiche

Rutolo Tommaso del i-9° fanteria entrò il 18 ottobre e morì il 21 novembre. In principio il decorso non presentò ni ente di sLrnol'dinario. Dal giorno 7 novembre cominciò

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anche a soffrire ·di bronchite diffusa, indi di bronco-pneumonite con temperatura da 39• a 40°, atti respiratori da :35 a 44- e polso da 100 a 1 al minuto. In seguito si manifestò n sto decubito : le lesioni bronco-polmonari si mantennero costanti: !"infermo deperi rapid amente ed il 21 novembre mori. Otto pr·ima della morte era stata eseguita la puntura della milza e dal sangue aspirato messo in colt ura il dott. Bruschettini ottenne due germi di,·ersi: quello del tifo e lo streptococcus longus.

Essendo morto il Rutolo dopo il quarto seltenario è indubitato che la sua morte si debba attribuire prevalentemente alla setticemia determinata dallo streptococco : poichè alla autopsia al posto delle ulcerazioni intestinal-i s·i vedea un tessuto di riparazione .

Liverani Luigi, soldato nel 3° reggimento artiglieria, entrò il 2 ·1 ouobre. Per i primi nove giorni la febbre fu da 38° a 40•, 7'. TI giorno ·1" novembre si manifestò bronchite diffus·a, il 2 v'era ipofonesi estesa dall'angolo della scapola destra io basso, respiro bronchiale, conservazione del fremito ,·o('a\e : all'ascoltazione percepivasi una sensazione, che non sapeasi. se definire rantolo Ùepitame o rumore di sfregamento: alla visita della sera si osservò la !comparsa de! fremito toraco vocale si fecero più evidenti i sintomi di pleurite destra: l'essudato era all'altezza dell'angolo della scapola. Alla notte sopravvenne inten -o affanno e l'infermo mori dopo breve agonia.

All'autopsia , oltre alle· solite ulcet·azioni tifose, si notò essudato pleurico destro ricchissimo di coaguli fibri nosi, ed ab· boodanti al punto di schiacciat·e completamente il polmone destro, al grado che un pezzo di esso messo nell'acqua non galleggiava . Evidentemente pleurico cresciuto ra:... pidamente nella nolle avea compresso il cuore e determinalo

NEL PRESIDIO DI BOLvGXA, ECC. 1zi:H la morte. Forse la toracentesi eseguita d'urgenza avrebbe salvato l'infermo.

Zaniboni Luigi, carabiniere, entrò il ?9 ottobre. Durante il decorso del tifo che fu tra i più graYi, si manifestarono numerosi decubiti, i quali non fu possibile mantenere in condizio ni asettiche, poichè v'era perdita involontaria delle fecci; svolse quindi la setticemia, che condusse a murte l'infermo nel 60° oiorno dal suo ingresso all ' ospedale.

• l>

1 soldati Teodori Edoardo e Di Giacomo Giuseppe, del : i0° fanteria, De Biase Giuseppe e Ciccolini Giuseppe ael.i-9° _ fanteria morirono per peritonite io seguito a perforazione dell'intestino .

Il fu ricoverato all'ospedale il 19 ottobre, era febbricitante ed avea lieve tumore di milza; dopo qualche giorno scomparve la febbre, persisteva l'ingor.·go splenico .

Ogni 5o 6 giorni era preso da un accesso febbnle moderato; fi nalmente il '15 novembre ebbe febbre a 40°, profondo abbattimento, diarrea profusa, e dopo due giorni nbbo ndan te e nterroragia; egli non polea trangugiare alcuna sostanza; il t 1 si manifestò peritonite e morì il giorno .22.

Teodori Edoardo entrò il 7 ottobre; il tifo ebbe una dect>rre nza grave e nell'ultimo periodo vi fu enterorragia; gli era scomparsa la febbre da due giorni; quando fu preso da singhiozzo, vomito, meteorismo, e dopo ventiquattro ore di patimenli mori.

Di Biase Giuseppe entrò il z ottobre; ebbe il tifo a decorso mite. ma dopo l O giorni d'apiressia la febbre ritornò accompagnata di nuovQ da tutti gli altri sintomi del tifo e dopo 12 cr iorni dalla recidiva si manifestò inaspettatamente la perito- rnite e morì.

J)i Giacomo Giuseppe entrò il 3 ottobre; ebbe febbre per due o tre giorni e poi non osservandosi altri sintomi mor-

Della Infezione Tifosa

bosi il 15 fu irlviato al co1·po: colpito di nuovo dalla febbre ' ' il 22 rientrò all'osp edale: il tifo decorse con mediocr·e grayezza ed il giorno ;> novembre si manifestò rapidamente la peritonite seguita da mo rte. È in utile dire che alla neeroscopia furono riscontrate le classiche ulcerazioni del tifo e le perforazioni dell'Intestin o.

I soldati Simone, _ Bodoiro Carlo del 3o artiglieria e Caiani Antonio del 4-9° fan ter ia, morirono tutti e tre per peri ton ite che si svol·e in due o tre giorni.-All'autopsia non si · rilevò la perforazione dell'intesti no , il solo peritoneo tappezzava il fondo delle ul ceri.

Dalla narrazione dei casi di peritonite or· ora citati ap pare che v'è nna differenza notevole nel decorso e nella intensi tà dei sintomi fra la peritonite da e quella che si sviluppa anche se nza questa ter1·ibile complicaziane. Agli antichi cli ni ci era noto che spesso nel tifo v'era la perito nite perfornione; i moderni però spiegano il fatto ammet · tendo che i germi se tti ci passano dal tubo enterico nella cavita per itoneale anche attraverso alla sierosa 'integra, come fn il caso negli ultimi tre infermi.

Questa duplice maniera di decorr(:re della peritonite de ve essere valutata speci almente nel caso che si voglia intervenire con la laparotomìa, come di recente è stato proposto .

l'i'EL PRESIDIO DI BOJ.OGNA , 1253 z" Fu ·ingiunto ai me dici dei corpi di indicare allo spedale e di inviarvi sollecitamente gli ammalati febbricitanti anche solo sospetti di tifo.

3o liso dell'acq ua bollita per le truppe del presidio ed anche per gli ammalati.

4-o Si stabilì un reparto apposito per i ti1osi con personale adatto, scE>lt o fra quello della compagnia di sanità; e la direzione di esso venne data allo scri>ent e. .

5" Furono provYeduti recip ienti per te nere sempre pronte nella sala soluzioni disi nfe tta nti di suhli mato e di acido l1o rico, non chè della bevanda cloridrica.

6" :Fu stabil ito che tutta la biancheria usata dai tifo si fo sse tulT 1ta in un grau mastello con so luzione al l'1 pet· · 1000 di cloruro mercurico.

'io Fu provveduto_ alla disinfezione della lan a dei materass.i lordati.

8° Fumno comprati num erosi lenzuoli di gomma sia per fare bagni che per riparare i materassi.

9" J\el riparto fu tenuta sempre pronta la tintura di castoreo e le siringhe per le iniezioni; i cateteri ed i tubi di Fouchet em n permanentemente in soluzione disinfetta nte.

App ena fu accertato ch e avevamo a fare con una infezione tifosa a forma epidemica, dalla direzione dello speda!e furo no adottate le seguenti misure profilattiche: l oo Yenne stabilita una uniforme dieta, per tutti i tifosi: essa consisteva io torli d'uova con brodi ristretti e latte fino a che non fosse stato possibile somm ini strare ali menti solidi . Siccome dalla fi ne di settembre al 21 novembre io curai del tutto od iniziai la terapia in ci rca quattro quinti dei tifosi , riferirò prima il metodo curativo eseguito ne l mio riparto e poi quello adottalo da altri medici. .

1° Furo no fatte pratiche presso il genio militare per fare tosto rimuovere i tubi dei serbatoi d'acqua potahile che prima si scaricavano nelle fogne e latrine delle caserme.

DELLA IISFEUO:\E TIFOSA

Pe 1• diminuire al minimo errori diagnostici, tutti i febbricitanti, appena entravano allo spedale, venivanò ricoverati in un reparto comune diPelto dal capitano medico dott. Capobianco del ;;oo reggimento faateria. Accertata la diagnosi di tifo, gli ammalati venivano passati nel riparto tifosi. ll detto collega, an che nel periodo in cui gli ammalati erano in osser>azione, cominciava co l disinfettare l'intestino col calomelano: questa pratica dette buoni risultati ed in tal uni casi ebbe una dec'siva azione nell'c iteriore decorso del tifo: infatti vi furo no dei tifosi con roseola, trasportati nella ·sezione speciale, nei quali dopo pochi giomi, scomparvero i sintomi caratteristici, e la febbre cessò bruscamente: mentre persisteva la diarrea ed il tumore di milza.

Il metodo curativo da me seguito fu rivolto alle seguenti indicazioni:

1o Disinfezione qell'intestino in primo tempo continuandola poi fino a che il processo morboso non fosse esaurito; per impedire le ricadute e l'azione tossica deali altri microb i che vivono nell'intestino e pullulano ·maggiormente in caso di malattia del tubo spetta a me far e la difesa del calome lano, ch'è il migliore disinfettante dell'intestino essendo un energico batteri- cida (Ziemm;;en} e la cui somministrazione nel tifo risale ad epoca remota (.Jaccoud) . Che la naftalina abbia una potente azione antibatteri ca fu abbastanza prova!o dagli studi dello Sehrwald (l ). Si concepisce poi facilmente la virtù antisetti ca del quan do si riflette che esso nel tubo digerente si scinde in acido fenico e salicilico. Si feC(! largo uso del la naftalina e s'adoperò meno il salolo. sappiamo che l'arresto della funzione glandolare è uno de i fattori della termogenesi aumentata (Stricker): c quindi come effetto dell'alta temperatura, protratta a lungo, si produce l'arresto delle secrezioni delle altre glandole dell'organi smo ed anche quello delle glandole delle mucose e qnindi

;!° Favorire l'azione d'eHm inazione delle tossi ne dell'organismo.

3° Abbas sare la temperatura .

• Combattere le diverse complicanze con le cure opportune.

Per l'antisepsi del tubo digerente, adoperavasi il primo giorno un grammo di calomelano (in due od in una sola dose) e nei dì successivi si faceva uso della naftalina o del salolo, da uno a due grammi in ventiquattro ore, ritornando al calomelano se vi fosse stipsi.

NEL PllESIDIO DI BOLOGNA, ECC.

Tn complesso, io eredo che la disinfezione · dell'intestino, pr ima col calomelano e poi con i farmachi citati, dia i migliori risultati; avendo potuto notare che, in molti casi con grav i dopo l'amminil>trazione dei disinfettanti l'andamento della malattia fu mite, ed in alcuni aborti del tutto.

Per favorire l'eliminazione delle tossinemi affidai alla cura idrica, facendo bere molta limonata cloridrica od acqua potabile raffreddata .. Sedici infermi s'adattarono a questa cut·a e fra essi il soldato Valenti arrivò a bere giornalmente lino a i litri d'acqua e limonatP-; il Gattafoni ne tracannava o litri, e )!l i altri non meno di quattro. I n tutti questi casi l'andamento della malattia, cp.1antu nque grave in principio, divenne m' te . non si ebhe complicanza alcuna e seguì una breve con· valescenza . In questi amma)llti non si fece mai il bagno nè si adollò allra cura speciale . }l a come dice il De Bove la diflì''ollà non è quella di dare da bere agli ammalati, ma bensì di farli bere .

DELLA TIFOSA

si determina la secchezza della mucosa della bocca e della faringe a tale grado da rendere difficile, ed in alcuni casi impossibile, la deglutizione. Io praticai sempre per due o tre volte al giorno la disinfezione della bocca e deile fauci e l'umellameoto della mucosa orale: riuscii nella a tenere la lingua umida, ma spesso la mattina, dopo una int-era notte di febbre alEa, avea ringrata sorpresa di non potere aprire la bocca degli ammalali. Quando la secchezza delle fauci è di un grado rilevante, la deglutizione è dolorosissima ed impossibile, poichè la mucosa arida rh·este i muscoli faringei come una rigida cartapecora, ne impedisce il movirnento e l'ammalato rifiuta ogòi cosa. Per le secrezioni arrestate l'eliminazione delle tossine è deficiente e sopravvengoM i sintomi più gravi del sistema nervoso: coma, deli rio, tremiti; l'indebolimento del cuore comincia a fare capoli no ed è urgente il provvedere al contenuto liquido del sa ngue per aumentarlo onde attivare la diuresi.

Allora il lavaggio dell"organismo s'impone; e se non !lÌ vuole tentare l'ipodermoclisi (come è stato proposto da alcuni) si òe>e ricorrere all'enteroclisma, un o dei mezzi per alliYare la secrezione urinaria. Agli ammalati che non bevevano si praticava l'enteroclisma di circa un litro e mezzo d'acqua ogni tre ore: tosto ricomparivano le urine eci i fenomeni nervosi scemavano.

Parecchi di noi ricordano l'umoristica fig ura del soldato

I mbrigiotta del 2° artiglieria; egli s'ammalò di tifo ':!ello spedale stesso, essendo in cura per malattia venerea, e provava tanto beneficio dell'enteroclisma da reclamarlo frequentemente, anche quando non gli era ordinato, e lo chiedeva facendo un gesto molto espressivo che destava l'ilarità degli ast:mti.

Altrove furono sperimentati i clisteri d' acqua e latte,

NEL· PRESIDIO OI BOLOG\'A, !!:CC.

d'acqua e ioduro potassieo, ma io mi servii dei clisteri d'acqua fresca.

L'enteroclisma produsse l'aumento della diuresi, sia perché auraverso le pareti. del colon stimola direttamente il rene, sia per l'assorbimento di grande quantità d'acqua da parte dell'intestino grasso.

Però v'è un ost.aèolo a questa pratica: ed è la diarrea profusa con perdita involontaria delle fecce.

In questo caso l'enteroclisma non è mantenuto, manca l'assorbimento e non si evita l'accumulo delle tossine nel perciò non ollenemmo alcun effetto io quattro ammalati gravi che finirono per sor-combere .

Ma noi disponiamo anche di un altro mezzo il quale fa aumen tare la diuresi e la eliminazione delle tossine: esso è il bagno.

Hecentemente il Roque e Weill ('l) facendo degli studi sul tifo vennero .alle seguenti conclusioni: (( Nella febbre ti« foidea il pericolo risulta dall'accumulo nell'organismo dei • prodotti tossici dei baciHi elaborati incessantemente. Con « l'uso dei bagni freddi l'eliminazione delle tossi ne è enorme « dura nte il periodo di stato, ed il coefficiente urotossico « delle urine diviene 5-6 volte più considerevole dello stato « normale

!;na volta si credeva cbeil bagno, producendo dimina.zione della temperatura, agisse sui centri nervosi, scemasse l'intensità dei fenomeni relativi a questo sistema, e sco ngiurasse la paralisi cardiaca e le complicanze da parte degli organi respiratori . L'aumento della diuresi in seguito al bagno era già nota (Strumpell) e si sapeva che dipende dall'impedita eva·

·1258 DELLA INFEZIONE TIFOSA

porazione per la cute e dalla costrizione dei vasi periferici (Aibertoni).

Ma il bagno ha pure un altra azione la quale è in istretta connessione con l'abbassamento della sappiamo che gli animali non sopranivono ai lor() leucociti i quali non sopportano a lungo una temperatura interna di 4.2° , 4.3° gradi; ad un calore si ele,ato si altera la costituzione del -sangue, poichè da una parte si spegne ogni virtù fagocitica dei globuli bianchi e dall'altra il sangue perde la <;ua virtù battericida. Invece queste benefiche e preziose propri età dei e del sangue sono alla massima attività ad una temperatura interna di 4.0. 41. 5.

Conoscendo che la temperatura ascellare è circa di un grado e mezzo più bassa che l'interna, è naturale che, quand1> la febbre monta verso i 4.0°, il medico si preoccupi della sorte dell'infermo e cerchi di abbassare la temperatura; perchè egli non sa se questa, abbandonata a se stessa, non si elevi più in allo e non vi si manten;;a per delle ore, determinando il pericolo di vita. Dunque: od antitermici o sottrazione di calore.

Negli ultimi anni gli antitermici si usaron poco ed ha preso il sopravvento la cura idropatica : io l'ho fatta sempre quando ho potuto e me ne sono trovato contento.

• Nel caso presente si trattava di dovere dare il bagno a molti all'malati, e quasi contemporaneamente, poichè all a sera circa una ventina avevano febbre a i-0". Eravam1> all'inizio dell'epidemia e non si poteva adoperare la tinozza che richiedeva una grande quantità d'acqua calda e fredda ed un personale numeroso. Allora escogitai un nuovo mezzo: ri ch iesi un lenzuolo di tela impermeabile largo un metro e mezzo e lungo 2,50: al primo ammalato che ebbe febbre vicino ai 40° feci il bngno raffreddato in un modo sem-

XEL PRESIDIO DI ECC.

Si fece strisciare il lenzuolo impermeabile sotto l'infermo, ne alzammo i lati e nella tinozza così improvvi::ata; vfrsammo prima dell'acqua tiepida, poi la freddn.

Con questo mezzo élementare noi facemmo il bagno a molti am malati molto prima che il prof. Cantala messa allestisse il suo apparecchio che d-enominò bagno amaca. Il detto 'enne a \·edere il modo come io pratrcava e mi di,-e che l'idea era venuta a tutti due egualmente. t\1 i persuasi che il bagno fatto in tale maniera era utile e suscettib ile di larga applicazione, ed anche·di miglioramento. Asero rimandato ad altro momen to il progettò di fare allestire un apparecchio semplice, quando il prof. Cantalamessa ha pubblicato il suo apparecchio. Io non voglio suscitare polemiche, nè Logliergli il merito di avere primo portato a cono:;cenza del pubblico un tale mezzo di cnrll; ma pure, come è noto ai colleghi, debbo rivendicare il primato; e sono co>trello a dire che la tinozza improvvisata fu ideata per la prima volta ed ebbe la più larga applicazione in questo ospedale .

Dopo avere cercato di fare eseguire una rera tinozza in tela impermeabile, Yedendo che la spesa era forte, mi sono limitato ad un semplicissimo ilqualeè composto: l0 di un lenzuolo di tela forte, con nastri sui lati lunghi e corti . della larghezza di m. l ,50 e della lunghez1.a, di m. 2,50; z· di un lenzuolo di tela impermeabile della stessa dimensione: 3• di due bastoni lunghi m. 2,20 con dei fori alla ememità in cui pasS"ano delle cordicelle.

Ecco come si allestisce: Si sovrappone il lenzuolo di tela a quello che porta i nastri; ed entrambi si mettono sopra un lenzuolo ordinario. Si arrotolano per un te!'Zo tulli per il lato luogo in modo che quello di gomma sia nell"intemo e la parte arrotolata si accosti alle spalle

OEJ.LA TIFOSA

dell'ammalato, il quale deve essere >oltato di fianco presso alla sponrla del !ello; ciò fatto. si rimette a giacere l'infermo sul dorso, e i lenzu oli, l'ammalato si tro>era nel mezzo del lenzuolo impermeabile: allora si alzano prontamente i lati lunghi: i nastri si fissano ai bastoni i f}Ual ' mediante le cordice lle Yengano alle spa lliere del si >ersa prontamente l'acqua ca.lda poi la fred da e termometro si la temperatura del bagno (Y. figura t).

Yolend o rimuorere l'apparecchio si scioJ:(lie uno dei del lenzuolo, l'acqua si fa cadere in un mastell o, il imperm eab ile e quello di · tela forte >engono tolti f all'invef':;O di ciò che si t' fatto nell'appl'estarlo e l'a viene asciugato ne l lenzuolo ch e sta di sotto.

In questo modo l'infermo non viene rimosso dal l como :l:nnente e. tWera il bagno per delle ore. Si neve avvertire che per il calore perduto dal l'a cqua diviene calda ed allora per chè basta per molti , co n un rer.ipiente ne toglie un poco e ne a della fre sca . Rimosso l' <l pparecchio, la tela impe vien e arrotolata sopra uno dei bastoni, vi si anolge la tela forte e si fi ssa con i nastri. (Y. figura 2)

Questa pratica può usarsi comodamente anch e in pagna e si può improvvisare il bagno con la tela ol impermeaiJile sos tenuta da rm lenzuolo : sopprimendo osp edali da campo il collo cbe contiene la tinozza di zin

Adoperai pure un altro mezzo per sottrarre calore, l'i mpacco raffreddato.

Collocata una tela impermeabile sotto l'infermo, imrl''"'"':A un lenzuolo in una secchia d'acqua calda e spremutolo, si viluppava co n esso l'ammalato: poi si comincian a acqua fredda sul lenzuolo; gradatamente l'impacco si por alla temperatura ordinaria e si lasciava per mezza ed an

;s EL PRESIDIO OT BOLOG;sA, ECC. 12t) l per nn' ora. Sopravvenendo nn brivido bisognava togliere l'i mp 1rco ed a:>ci ugare frega ndone leggermen te il rorpo . io ebbi in cura i tifosi sino dal principio e nell'acme dell'epidem:a m! troni ad avere a fare co n ammalati ad alt<l tempe ratura, e perciò usai largamente del bagno, e dell'impacco raffreddato . In tre ore noi lo face vamo a dieci, per"ooe successivamente.

In pri ncipio curai alc uni solamente col bagno o coll'ime quelli assoggettati a questi mezzi terapeutici fu rono trentadue, fra essi du e morirono. Poi estesi la pratica a tutti coloro che avevano una temperatura superiore a 39,8. Gli ammalati sopportavano più a lungo il bagno che l'impacco ralfreddato: tuttavia questo produ ce un abbassamento più consillerev.ole del c·alore.

Mentre col primo si aveva una diminuzion e di 1 '/,gradi , dop o il secondo si fino gradi 2 '/. di differenza; sia dopo l'uno che l'altro mezzo si notò che i fenomeni nervosi scemavano o scomparivano e v'era aumento delle urine. l a cura farmaceutica fu limitatissima: feci u·o del chini no in quell i che avevano tumore di milza persistente, r ari ssimame nte adoprai l'antifibbri na, e solo qualche volta l'antipirina, poichi• pare che questa ostacoli l'eliminazione delle Lossine. la cu ra delle complicanze fu sintomatica. adinamia cardiaca vennero fatte freque ntemente iniezioni sottocutanee di cas toreo, d'i droclor·ato di caffeina nel retto e propinate generose dosi di cognac e di marsala. Le complica nze da parte del polmone vennero combattute cogli eccitanti, espettoranti e rivulsiv i cutanei, con notevole vantaggio.ll decubito mi se a prova tutla la nostra pazienza e la virtù degli antisettici. ln parecc hi ammalati, i quali erano in co scienti per dei giorni, si fece il tentativ:o d'iniettare il liquido nutritivo per la

DELLA INFI! ZIONE TIFOSA

via anale : e per rendere più facile I'Msorbimento, anche perchè v'era paralisi degli sfinleri, mediante un tubo lungo di gomma molle (la sonda gastrica del Fouchet) si rs iliaca e si penetrava nel colon: in questo modo i cristeri di alimento venivnno ritenuti.

Per am maestramento degli altri voglio citare un caso no n ordinario. Ad un ammalato il tJuale non prendeva nè cibi ' nè bevande da parecchi giorni e no!l poteva aprire la bocca, passammo la sonda molle del Fouchet per le narici; ma essa invece di penetrare nell'esofago entrò nella trachea, i menti riflessi d'intolleranza faÙi dall'infermo ed un suono di trombeua che si pl'oducea ad ogni esp irazione (poiché tromba era mnastato un imbuto di vetro) ci dell'errore e così si potè evitare una disgrazia.

Per l'aumentato numero di tifo.>i anche altri medici nero addetti alla cura di essi.

Il maggiore cav. Pabis, al servirsi dei disinfellanti dell'intestino già. menzionati, mise in pratica la seguente cura abortiva: si amministravano ·60 centig. di calomelano diviso in dieci dosi (una ogni ora), ottenendo una scarica alv· verdastra si sospendev·a il rimedio e si passava agli altri disinfeuanti. :\o n avendo tale effetto, si ripeteva la dose dopo un giorno d'intervallo fino a che si fosse ottenuto . Positivamente alcuni casi i quali si manifestarono con tutta la gravezza dei sinto mi tifosi ebbero un rapido decremento ed abortirono ; cessò la febbre persistendo il tumore di milza ed in a casi la roseola.

Egli usò ancora la pratica del bagno e fece nelle complieanze la solita cura sintomatica con buon successo.

Il maggiore medico cav. Mosci iniziò e completò la cura in 18 tifosi ed adottò il seguente metodo: Disinfezione del· rintestino in primo tempo: poi ripetuti enteroclismi d'acqua

NEL PltESIDIO DI BOLOGNA, ECC. 1263

bollita e raffreddata con l'aggiunta di 20 centig. d'acido fenico ed un grammo di chinino; adoperò l'irri gazione enterica per triplice indicazione: interna, provocazione della diurc,;i, sottrazione di calore. Il s·uccesso di questa pratica fu ottimo; ed in parecchi casi con febbre alta si vide ben presto diminuire la temperatura e la malauia assumere un andamento mite. Egli usò pure largamPnte i sali di chinino per agire sulle fibro -cellule della milza e cosi, provocandone la contrnione. contribuire alla diminuzione del l'in gorgo spleni co. del quale se ne riscontr;rono degti esempi mollo spiccati anche prima della manifestazione dei sintomi tifosi caratteristici. ·

Essendo diminuito il numero dei tifosi, per semol ifìcare il furono tutti riuniti nel reparto dirello d;l magcav . Adelasio , al quale toccò il compito più ingrato e dillicile; cioè di curare i tifosi a degenza più lunga e nell'ul!no periodo, qua ndo le complicanze erano più frequenti e temi bili.

)fentre lo saivente, dovendo combattere un grande nu mero di ad alta temperatura, fece un largo uso bagni, il maggiore Adelasio ne potè fare ben pochi poichè anche in questa epidemia si verificò il fatto che periodo di decremento di essa non si ebbero febbri alte, ma moderate. Invece le adinamie cardiache, le complicanze poi· monali, l'enterorragia , i decubiti reclamarono tutta la esemplare pazienza dei nostro collega. Egli usò largamente i sali di chinino nelle intercorrenti esacerbazioni febbrili con brividi sino a darne due grammi in breve tempo. Adoperò abbondamente il marsala e tutti gli eccitanti nelle complicanze da parte dell'apparecchio circolatorio. Tutte le altre successioni morbose venivano curate secondo le richieste dal caso.

Quale metodo di cura ha dato i mi gliori resultati?

OELLA Jr\FEZIO:'I"E TIFOSA.

Dalla succinta esposizione fatta e dai vantaggi ottenuti , si può dedoere che l' antisepsi dell' intestino e la cura del bere limonata ed acqua sieno stati i mezzi più utili; dopo vengono le cure del bagno e dell'enteroclisma, in ultimo l' uso dei chinacei e degli antipiretici. Siccome poi queste cure di verse non sono incompatibili fra loro , a mio modo di vedare si deve accoppiare la disinfezione enterica alla cura delle beva nde e del bagno.

Molti non danno importanza alla disinfezione del tubo gastro- enterico, ma dalla pratica fatta in sì gmn numero di casi sono convinto che l'antisepsi fatta in principio · della malattia spesso determina il corso abortivo o l'attenuazione del tifo, e continuandola s'impedisce che alla tifosa s'associ un'altra intossicazione proveniente da ll'accumulo nell'intestino d'altri micro rganismi patogeni e saprofitici, la qu ale agg.rava le condizioni dell'ammalato nell 'ulterio re de . corso dell'infezione. Questo modo di vedere poi è a dal fatto che nei casi in cui per circostanze diverse (disfagia, trisma, incoscienza) non s' esèguì metodicamente una tale cura, il decorso fu gravissimo o finì col decesso .

Negli ammalati in cui fu ammin istrata gi<•rnalmente la naftalina non s'ebbe alcun caso di peritonite, nè di perforazione dell'intéstino.

Come appendice a questa relazione voglio riferi re anche qualche cosa ci r ca il consumo e le spese Jalte nell'Ospedale i n più dell'ordinario :

Per medicinali.

Per co mbustibil e .

Per disinfezione .

Perdita per disinfezione e lavatura della lana dei materassi, guan- ciali e capezzali » i)20 01

Distruz ione e spese per la riparazione dei materassi, guanciali e capezzali

Ar-quisto di lenzuoli di tela impermeabili per bagni e per traverse

Acquisto di spugne, vesciche da ghiaccio, ilTigatori, ecc. .

Acquisto di recipienti per la distribuzione d' acqua bollita :

Fra i medicinali si può notare il consumo di 2530 gr. di naftallna; di gr. 1.58 di cloridrato di caffeina, di gr. 605 di calomelano . T nostr i bevvero inoltre kg. H. e gr. HO di cognac, 1.49 4 litri di latte, 1196 kg. di marsala.

Fra gli alimenti noto il consumo di uova 6000.

Degli oggetti d' oso degli ammalati furono disinfetLati e lavati '1081 asciugatoi, 3·12 berretti da notte, 386 paia di calze, 1576 camicie, 390 copriletti, 639 foderette da guanciale, 2178 lenzuoli comuni . Per motivi igienici furono distrutti 23 materassi di crine vegetale e disin fettati e lavati 95 capezzali , 187 guanciali e 3 15 materassi di lana.

Oopo avere così parlnto . sull'andamento dell'epidemia di- tifo addominale, a me non spella ne di rivolgere elogi, ne eli far e ringraziamenti ai colleghi che ci aiutaro no e confortarono coi loro consigli, poichè offenderei la loro modestia: mi sia lecito però di dir·e, che in questa circostanza in tutto il personale vi fu una no bile gara nel prevedere e provvedere ai nel soccorrere e sorvegliare gli ammalati, nel rimuovere le mille dillicoltà che si verificarono per· l'accumulo di molti ammalati gravi nello stesso tempo, ed in tutti rifulsero il dis interesse e la carità ' ' ei·so i nostri soldati.

1.266 DELLA INFEZIONE TIFOSA NKL PR.ESJDIO ECC.

Rivista Di Giornali Italiani Ed Esteri

HIVI STA CHlH UHGICA

'Totale estirpazione del laringe . - J Ltus W OLFF. - ( Berlin. klinisc . Woeh., maggio 1892).

L' A r iferisce di un caso di tumore lar ingeo bernoccoluto, <:he occupava quasi lutto il lum e laringeo, da lasciare a ppena un fo r o della gr andezza di un centesimo.

la traeheotomia fr a il 2° e 3.o anello tracheale si prefiggeva di op era r e sulla neofor ma zione lar ingea; ma lo -svi luppo di essa consigliò l'asp,>rtazione comple ta del laringe , alla quale l'A. passò con un taglio a T del quale la pa rte verticale corri s pond esse perfettamente alla r egione media na del collo, e la trasversa in corrispondenza dell'osso ioide e base della lingua.

Come il neoplasma era diffuso a ssai i n a lto s i doYette rimuover e la parte s upe riore del tumore con l'epiglottide . L'emorra gia fu scar sa e bastarono sei legature di arterie e lie ve compressione ad arresta r la.

Retr atta la cannula il taglio tracheale fu sutùrato e -cosi il margine superiore del tronco tracheale con la pelle intorno, introducendo una . cannula ordinaria in tr achea dalla parte superiore. Quindi la fu imbottita di garza a l iodoformio, lasciando in sito le pinze di P ean le quali furono il giorno dopo . L'infermo fu mantenuto per più di una settimana colla testa bassa rima nendo così in .allo la fe rita traeh eale, contin ua ndosi la medicatura con imbottitura di al iodoformio. Non vi fu che una s ola volta un aumento di temperatura fino a 38, del res to essa si mantenne sempr e al no r male ·La nulr iziooe fu fa tta per mezzo

CHIRURGICA •1?69

di una sonda, e !"aspetto e la forza del paziente andarono Yisibilmente migliorando nei giorni succes:::ivi all'operazione. Fu poi per mezzo di un'operazione plastica suturata la ferita faringea, e dopo ciò il paziente potè man mano ingerire non solo i liquidi, ma anche cibi sottilmen te Lritnrati.

Applicato poi un laringe artificiale l'A . afferma c he il paziente poteva benissimo parla re non solo, ma essere udito anche a distanza.

11 tu more impiantato alla base della lingua aveva invaso tutte le cartilagini ciel laringe in modo da lasciare appena un foro del diametro di una lenticchia per il passaggio dell'aria, tanto meraviglia come avesse potuto l'infermo fino allora raspi rare. Di consistenza àura il tumore presenta vasi a su perficie varia, o liscia o rilevata, e distendevasi sulle cor,le voca li vet'e e false da averle quasi del tutt0 invase alterale. La superficie interna delle ca rtilagini arytenoidi moslravan s i coperte di 1,1n.o strato normale di muco, mentre la pa r ete posteriore ed ester-iore di esse pr esentava escrescenze carcinomatose; sotto le corde vocali la superficie era liscia; alla parte destra il tumore mostravasi impianta to più largamente e profondamente fi no a non esl"ervi più traccia della corda vocale, ed es tendendòsi in ogni «enso invadeva la parete posteriore del laringe e si diramava in giù fin•) agli a neJli cartilaginei. L'esame istologico fatto dal Vìrchow rivelò trattarsi di cancroide.

L'operato fu presentato all' Accademia dall'A. e si potè osservar e come egli dopo più di 7 mesi fosse in buono stato fisico,' senza che la de:z:lutiztone e r espi razione fos""e ro distu rbate, e come nessun accenno di nuovo indurimento si potesse r iscontrare. Ed essenèo nella laringe a rtificiale un a pparecchio di fonazione mobile, il paziente poteva parlare a suono anche abbastanza forte; t'imovendo poi la cannula vibrante, egli riescìva ad a rticolare parole con i mov!menti della lingua, non peraltro sonori. Questo apparecch io 'tiì fonazione è del Bruns ed è preferibile secondo l'A. ·a quello del Gusse nbauer perchè esso da una voce più naturale, mentre l' altro dà un suono che r icor da quello della tr o mbetla da bambi ni. Completa l'apparecchio una specie di tu- racciolo con cut tt paziente deve chiuderne l'apertura ogni volta clw mangi per impedire che i cibi penetrino in esso. Il felice succe:"so ottenuto dall' A. in caso in cui e.rlì òopo molti mesi dall'operazione ha potuto mostrare l'o· perato in buone condizioni e locali, lo inducono a raccomandare di passare in tempo all'operazione in simili C8Si e non aspettare ,çhe il tumore siasi esteso e le glandole mostrino dì una spiccata r eazione . Ché operati in tempo, come t'ilevasi dalle statistiche, possono ben rimanere lungo tempo senza che recidivino, tanto più se come nel caso dell'A la guarigione sì sia r aggiunta senza reazione alcuna . In una statistica del Scheier. di 21 casi, più della metà guariti senza reazione, la recidiva durò assai tempo a comparire.

·

L'A. crede che nel buon successo del suo caso abbia influito di molto la posizione ricurva allo inn anzi data alla testa durante l'operazione, e la raccomanda come quella che impedisce la penetrazione di san g ue nella trachea e la narCOi'i cosi fa cili in simil i rincontri.

L'A. ritenendo che la minor possibile perdita òi sangue sia una condizione favorevole al buon successo, raccomanda caldam.,nte di tenersi con piccoli tagli bene accosto alle cartilagini, ricorrendo ad una continua compressione per mezzo di tamponi dì garza steri li zzata in tutti quei casi in cui non sia possibile l'uso della pinza. .

E la posizione data ai paziente nelroperare ha grandtssima influenza sul felice risultato, onde è che 1' A. raccomanda di operare tenendo inclinata in ava nti la testa del pazienle, es-sendo questo uno dei migliori mezzi ad e che segua emorragia g ra Ye e che il sangue venga a penetrare nell'albero res pira torio. Le statistiche affe rmano co me le operazioni. seguìle da morte sono dovute principalmente alle alterazioni del polmone, così in. quella di Scheier llllalattle del cervello dopo •empllol operazioni del naso .

18 casi di morte 9 se ;1e debbono ai fatt i polmonali. R.

- WAGNER. - 1l1unehcner med.j W oe h enseh. e Ce ntralb. fu r die medie Wissense h. (N 16 , 1892).

Il \Yagner ha r a ccolto nella letteratura solo tre casi dt tali malattie consecutive, e riferisce un caso da lui stesso. osservato: Un uomo dì 20 anni , per una rini te cronica ipertrofica fu cauterizzato nei due terzi anteriori del cornetto e al margine inferior e del cornetto medio. La piccola opera zion e andò benissimo; ma al secondo giorno si man ifesta rono con lcggiero aum ento di temperatu r a, acuti dolori di lesta, al terzo giorno una grave emorragia dal naso che fu frenata col tamponamento e quindi allri sintomi perico losi. La febbre aumentò fin sopra 40•, il r espir o assunse tipo simile a .:ruello di Cheyne-S tokes, e in pari tempo comparve rigidezza e dolore nei . muscoli del collo e piu tardi anche nell'articolazi one del braccio destro; in il corso della malattia offriva la fo rma di una meni ngite, per la quale il malato morì. L' autossia non fu fatta.

Il ·wagner pensa che la em orragia non fosse ma,conseguenza di una trombosi del seno longitudinale avente probabilmente il suo pu nto di partenza dal cornetto medio. Dovette quindi avvenire che una parte del versato della cavità nl)sale fu impedito di sgor gare fnel seno e ne derivò per consegùenza una stasi collaterale che fu C3gione emorragia. Così si spiega anche l'aumento della temperatura dopo il rista gno del san g ue; per la disg regazione del tr ombo·la formazi one metastatica dovette essere portata nelle articolazioni. P er la formazione dei trom bi le condizion i anatomiche del naso sono molto favor evoli, mentre la quasi ifJlpossibilità della disinfezione coqt pleta delle cavità nasali facilita la clisgregazione dei trombi infetti.

HABART.- Sugli eB'eUt del prolettill delle nuove armi da. guerra. portatili.

11 medico di reggimento dottor ·r. Habart, ha teslè pubblicato sopra questo argo mento un acc urato lavoi'O, valendosi di un g ran numero di osservazioni sia s opra fer ite acci- dental i e suicidi co me sopra casi disgraziati e sperimenti su cadaveri umani e cavalli vivi colla nuova arma portattle del calibro di 8 millimetri e con proiettile r ivestito.

Il risultato di tali speriml!nti indussero l'autore a r ettificare e modificare alquanto le ''arie teorie emesse fino ad oea dagli altri ossel'vatori per spiegare gli effetti tanto deg-li antich i come dei moderni pr oietti li.

Le conclusioni dell'a utore sono tanto più pregevoli per noi in quan to che esse basano in gran parte sopra vet·i casi di re 1·ite op erate dal nuovo proiettile s u corpi viventi ed a nche certe distanze; quindi reali zzandosi più o meno completa· rnen tt> le condizioni di una guerr11 ; e siccome in quelle condusioni egli si astiene da tutto ciò che é teore· tico. così c i par e sia prezzo dell'opera riportarle qm m compendio. . . .

Studiate e sintetizzate le pr oprietà fistche e balistiche del proiettile di 8 mm. rivestito, c mes>ie a confr onto con del pr oiettile di piombo molle di 11, m m. si fan no effetti dell'uno e dell'a ltro· proiettile, differenze notevohsstme c che possiamo riassu mere così: . .

1• Il vantaggio precipuo dell a nuova arma portattle dt x m m. in con fronto di qu ello di '11 mm. s ta nel di ripetizione e nell'impiego di una cartuccia leggera e in pari tempo dotata di maggior poter e ba listico. .

Dalla r iduzione del c a libt•o del proiettile risultano ptccole fe rile d'entrata e d'uscita della pelle; esse ferile sono ordinaria mente r otonde, ma in casi eccezionali possono vedersi lacere o in fo rma di fessura o raggiate o a lembo. P er la piccola dimensione dei fori d'ent rata e d'uscita le fe r ite nei loro caratteri generali s'avvicinano alle lesion i s ottocutanee.

Coll'aumentare della di"'tanza i canali delle ferite delle pa1·ti molli diventano ordinariamente più lisci, più !imitali, i canali dei muscoli più cilindrici, però nei colpi vicini a ppariscono più o meno laceri, imbutiformi e ripieni di osseo e di piccole scheggie. All'incontro le fratture com pii cate c he si osse rvano nella pratica civile sono accompagnale da maggiori guasti nelle pa rti molli che le fratture per a rma da fuoco. Lungo il loro deco r so i canali contengono anche

RIVISTA

proiPllili, frammenti di proiettili, branrlelli d" abiti od altri corpi però nelle ferite cagionate dai nuovi proiettili essi corpi si osservano più d• rado. Quando la ferita inter essa o rgani viscerali, si tr·ova non di rado nd canale, o!Lre al sa 11g-ue, materie gastriche 111LesLinali, bile, orina, ecc.

:!• Sulle ossa piane e spongiose come pure alle epifisi articolari delle ossa tubulari lun ghe s ' incontra m o lLo più .spesso che non si vedeva in passa to, perforazioni complete e solcature. Queste s ono di raro accompagnate d a fenditure visibili la cui estensione e 11 coi numero stanno in rapporto diretto colla velocità del pr oiettile. Scbeggiature d elle estremità articolari furono osservate alla testa del!" ornero e del femore, come pure alle tuberosità_; q uelle delle '"ertebre furono vedute nei suicirl i.

a• Riguardo alle ossa cil indriche, i colpi sparati contro uomini e cavalli alla distanza fino di 2200 metri produssero fratture comminute la .;ui fo rma e carattere non è tanto in rap porto colla distanza come lo sono quelle pt'odotte da proietlili di piombo molle e soggetti a deformazione. - Nei colpi vicini si fanno palesi gli effetti esplosh·i i quali consis tono in distacchi di piccole scheggie dal periostio, spostamento delle mede sime nello stesso cana le della ferita verso il foro d'entrata e verso quello d'uscita, come pur e da stritolamento della sostanza co rticale e fo rmazione di abbo ndante sabbia ossea. N ell e grandi diafisi questi effetti si possono segui re fino ai tiri di 500 m etri di distanza ed il grado Jei medesimi dipende dal territorio osseo colpilo, -diminuendo sempre più l'effetto distruttivo del proiettile di màno che la lesione s'avvicina all'estremita diafisaria.

Lo scheggiamento della colonna ossea si estende spesso fino a 10 o 15 centimetri. :ùfa confro ntati coll'azione scoppiante del proiettile d i 11 mm. i sinto mi esplosivi del nuovo proiettile sarebberq un po' più mi ti, né essi si manifestano con pari costanza.

Alla distanza di 500 fino a 1200 metri le scheggia ossee si fanno più estese, meno staccate dal periostio e si spostano meno. Una volta fu osservata una ferita a foro al terzo superiore della tibia con numerose linee di frattura tipiche

CHIRt.:RGICA ·1273

senza soluzione di continuità nell'osso, m en tre all·o rnero, al femore, al radio ed alle altre diafisi ossee, come pure nelle ., di. cavalli s i manifestar ono sempre delle estese fratLure scheggiate. Con proiettili rivestiti si traiettori a Ji 500 a 1200 metri meno d· osso he coi proiettili di piombo molle d1 11 mm. Ali mcontro zona comp resa tra 1200 e 2000 metri frammentazione delle ossa, specialmente all' omero, rad•o, e fibula e molto più estesa e co mplicata che co1 proiettili. 1 colpi tangenziali possono avere per del semplici solchi co n fenditure oppure frammentaz10111 dtafi· complicate. . .

4• A pari distanza il proiettile di piombo molle e molto superato in forza viva dal proiettile moderno perc1o con quest'ult1mo possono verificarsi su di una sola persona les ioni multiple; a piccole ed a medie distanze sere posti fuori di combattimento due tre e e i mezzi di difesa tornano inutili anzi possono per•· colosi perché sono causa di defo rmazione del proiettile e fa· voriscono l'ingresso del baci lo del tetano .

5• A velocità uguali si osset·vs. nel proiettile di 8 mm. oltre una aumentata forza di pe netrazione anche una più l·mitata azione late rale in confronto del vecchio proieLtile. l In quest"ultima pa rticolarità sta la capitale differenza t proiettili rivestiti--e quelli di viombo molle_ per effetto di questi ultimi una più estesa proJez1one di scherrg-ie. All'incontro, per effetto del suo magg•o r -peso e maggiore forza viva, può il nuovo proiettile vi cere la resistenza del corpo umano e quindi produrre grav1 lesioni viscerali anche quando colpisce con un debole grado di velocità. Sotto una mediocl"e oppure una grttnde velocità i proiettili a mantello non si fermano nel COt'PO se non quando hanno gia superato allri ostacoli oppure hanno subito qualche rimbalzo.

6• Gli organi vitali (cervello, apparato circolatorio, respi· r alorio e diaerente) sono minacciati dal nuovo proiettile sopra una zona d7 traieltot'ia molto più estesa di quella dei proiettili cta 11 mm. e questa c-ircostanza che non fu da alcuno sufficientemente valutata, scema di molto il presunto carattere benigno del nuovo proiettile. La sua zona di colpi mortali oltrepasSI! i quattro chilometri. j• La netura eC.:. il grado delle emorragie dipende dalle qualità degli organi colpiti e daJla direzione del canale. In causa della piccolezza dei fori che spesso e molto facilmente restano otturati da coaguli sanguigni, le emorragie si faranno palesi all'esterno con minor frequenza che nel passato All'incontro il sangue si raccoglierà entro i tessuti formerà degli ematomi spazi intermuscolari e nel lasso tessuto cellulare, dat•à luogo ad aneurismi falsi di dimensi oni variabili, oppure si raccoglierà nelle sierose viscerllli, il qual fatto si é verificato con una singolare frequenza. - La scissione netta delle pareti vasali non favorirà la formazione di trom bi così facilmeute come la favoriscono i margini contusi e frastagliati delle pareti va sali col pite dal proietlile di piombo molle. - Nei suicidi si osservarono forti emorragie anche all'esterno. so I proiettili a mantello d'acciaio ''anno meno soggetti a deformazione od a frammentazione, però si de,•e notare che i nuovi proiettili in caso di deformazione o di fend itura dell'involucro se rimangono nella ferita non si la sCiano estr·arre tanto facilmente.

9· Il maggior assegno in munizione che avrà ogni com. battente, la maggiore precisione della nuova arma tanto in riguardo alla maggior portata, radenza deUa traiettoria co me pure in rapporto alla maggior sicurezza di colpo, la quale viene ad essere non poco aum•mtala per mezzo della polvere senza fumo, sono tutte condizioni che fanuo giustamente supporre come il numero assoluto dei feriti tra i milioni di combattenti aumentera nelle gue1-re future; ed aumenterà anche se la proporzione percentuaria dei col pi efficaci non avrà provato alcun aum ento. Le grand nomb re des blessés constitue ra le principal changement (Chauvel}

Mentre dobbiamo ammettere che da una parte il carattere e la fo rma delle ferite d'arma da fuoco delle pa rti moll i, delle ossa piane e spugnose come pure delle articolazioni sian più benigni coi nuovi che coi vecchi proiettili, d' altra parte non possiam disconoscere che le OS8a tubularipatte anch e se colpite a grandi distanze sono commlllutl: vamente frammentate da l proiettile a mantello; ed accadra pure spesso che sotto il fuoco accele1·ato della nuova a ripetizione un individuo resti ferito da più proiettili. l risultati complessivi tra tti dagli esperimenti di tiro, dalle storie cliniche e dai r eperti necr oscopici che costituiscono il mater iale del presente lavoro inducono ad ammettere che la proporzione fra i re riti leggeri e i ferili gravi nell'impiego delle masse dovrebbe essere più favorevole di quelle delle !!u erre fino ad ora combattute. Sarà però riservato all'espe,:ienza delle guerre la soluziOne del quesito sopra ia proporzione percentuaria dei morti. Arnould r icava dalla sua statistica che uno sopra i uomini è ferito, e l'uno su 4i- vie11e ucciso in battagl1a, o mentre egli trova che nella guer:·a di CJ•imea si ebbe un morto su 33, in Italia uno su 45 e nella guerra franco-german ica uno su 53·ucciso da colpo d'arma da fuoco, viene alla concl usione che col: perfezionamento delle armi da guerra portatili la cifra dei feriti mortalmente dovrebbe tendere piuttosto a diminuire che ad aumentare, mentre la proporzione relati va dei feriti in genere si manter rebbe presso a poco la stessa di prima , se anche il numero assoluto delle perdite nelle s ingole batta glie (Gravellotte 13,000. St. Privat 20,000) in proporzione della aume ntate rnasse combattenti clovessero aumentare. - Bardeleben in,·ece prevede un aumento del numero dei colpi mortali, la qual previsione sembra giustificata pienamente dalle maggior precisione di cui sono dotati i fucili dì 8 mm. ed avrebbe avuto conferma sui campi Ji battaglia nella guerra del Chili.

Le nuove armi da guerra , oltre che modificare la fvrma ed il g ra·io delle lesioni, esercitano altresì una maL'cata influenza sopra la distr ibuzione delle lesioni medesime nelle sinaole regioni del corpo. Infatti , mP-ntre la metà superiore delecorpo e specialmente la testa sono le regioni che contano maggior numero di ferite nelle guerre d'assedio, perché nelle so;tite che le truppe fllnno in quel genere di guerra si fanno sentire con una certa prevalen za gli effetti del combattimento in vicinanza e quindi anche !Zii effetti della ra-

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denza della traiettoria, il nuovo proiettile spiegherà questa azione a rlistanze maggiori; perei6 nelle future guerre osserveremo ferite dPila metà superiore del corpo in maggior numero che nelle guerre passate.

I l prevalente num ero dd le fe ri te alle estl'emita inferior i dipende d11ll'abbassarsi della traiettoria a grandi distanze e perciò quest'effetto si fa senti r A specialmente quando fra i clue eser citi combattenti si apre il fuoco in grande lontana nza , come s i è Yerificato nella guerra franco-!!ermanica(Bf'ck)

A .grandi distanze si fanno soltanto fuochi di colonna , ed in questo gener e di cC>mbattimento la superfide corporea di sjngolo comballente è meno presa di mira, mentre a piccola distanza si punta sopra og:1i singola superficie recon più nrPcisione perchè vien ' pre;;a come centro d el bersaglio; la radenza della t r a ietto ri a si manifel'ta tutta. dal che ne vi ene che la metà superiorè del cor po è più esposta a ferite che la metà inferiore. tenendo fermo il principio che la superficie di berE<aglio no n Cl">mprend e soltanto una superficie di proiezione di un corpo ma compre nde q uell a superficie che circos cri vo no le parti mobili a ttaccale al tronco nei loro moYimeoti. La freque nza delle fe r ite nelle singolf) r egioni sta in r apporto diretto colla superficie di bersaglio delle regioni stesse. La gra nde precision e e ·la grande radenza delrar•ma a ri petizio ne minac· ciera !"estesa supe r•ficie di ber saglio del capo e del tro nco in un g rado maggiore di quell o che si è verificato fino ad ora colr arma a cariche su ccesE<ive.

La conoscenza degli effetti armi a lunga portata è della più alta importanza per il medico militare, tanto pe r rigua rd o al trattamento chirurgico delle fe rite come per il giudizio m edico lega le che egli è <'hi amato a da re sulle medesime per decidere la qualità e il grado dei diritti del soldato ferito verso lo Stato. La cl a ssificazione delle ferite articolari e delle par ti molli per l'avvenir·e dov r ebbe essere modificata: per ò qu ella delle frtttture J iafisa rie e delle fer·ite viscerali non reclamerà qua si a lcuna restrizione delle vigenti nol'me sui p rovvedime nti a fav ore degli in validi; specialmente le ferite multiple saranno oggetto di perizia medico t :\1a dove si <•al!' un o' meno di r aro che per il passa o. . . in modo più spiccato l'effetto delle armr a ponato sarà specialm e nte sulla tattica J i guerra e sul sei VIZIO sanit8 rio in campagna . l a delle chirurgic he si ,y·o.rnalmente in seguito alle recen ti scoperte le applicazioni alla clinica sono più .. La ahnn · d L. ter in po1 ne1 d1 p:ag e tisettica pr·ecisa e stcur a, a IS ' . vi s i è eralor ie diviene esitante quando la suppurazron e ppata' È pe r ò possibile fin d'ora applicare le scoperte u · · · 1· · · e trarne da tali alla interpretazione del c JnJCJ, . . sperunen . "d, terapeuttea ntali ded uzioni quasi matemattche una guz all e raccolLe purulente. . b. nelle Prima questione : quale è la del mJ.cro •smo d: . . chirurgiche Dopo i lavori dJ Pasteur e t ;::uppu razJOm l esseroi Ili altri pareva defi nitivam ente dimostra o no n. . .

Stadio c linico sulla patogenta ed il degll l ldi CHA RVOT Médecin - MaJ o r dt 1 classe, a scess ca · - ' h· rrof. a,;?greJ?alo del Val-de-Grace. - (Reolte de C zrur;1ie 6, giugno 1892).

. di pu.i sen.:a penetr az ione di microrgantsmt to r ma-none

1 • scitarono t. Tali affermazioni troppo esc ust ve su tessu. e da a ltri tl'a cui il Conheim, si ottennero nuoYe esper•enze • .

1 . . 'o n•· caustiche opportunamente esegmle de le supcon •mez1 · · bTta e la . . asettiche ed ultimamente si ten lò rJa l J r dell'a infiammazion e supp urativa provando teOJ'Ia C l • che le materie secrete dai m icrobi piogem o formatesi m contatto di queste nei tess uti, iniettate sole po::;sono determinare la rormazione del pus. . . . . d.

Però non si possono applicare alla pratica J l queste sin gola r i esperienze di gabine tto: le tiche E<ono rarissime; e poco importa nella Jt "e il microrcranismo agisca per se stesso o me !an e ;;xine. Quind i dal punto di vista clinico si può dJre che non esisie pus senza mi crobi. .

Le prove ne sono convincenti; basta sottoporre al rnJcro-

HlYISTA una goccia di pus, per vedarvi formicolare uno ùel microbi piogeni, o_ramai classici: essi naviga·n: nel siero e penetrano nei glob1 del pus in proporzioni ve .

P iù numerosi al momento della formaZIOHe dell ascesso, essi diminuiscono a misura che il ous · ra_ccoglie, sicchè non occup11uo il cavo purulento come. pllci parassiti, ma presiedono alla fusione suppurativa de· tessuti : Corni! dimostrò che nel flemmone essi infiltra no tessuti infiammati molto prima che vi si sia formsto il p 1 us

E facile coltivare ques ti pioco cchi in mezzi convenienti: 1 t uoculazioni in serie, fatte con tali colture, determina no seme pre la e nel nuovo ascesso si ritrova sempr; Io ste sso miCrobo che fu l'a gente Jella prima inoculaz ion sper imentale.

Ora questi micro -o rganismi che hanno la propr ietà di dete r minare Ili suppurazione, descritti in tutti i traLtati p r atici sono : lo stajilococco aureo di Rosenbach: lo stajllococco cit ,.60 e l'albo che appartengono ali& stessa famigli a ;

Io strepto cocc o vi ene in secon da fila colle sue catenelle èaratteri stiche; il oibrione settico di Pasleur e il micrococco di Rosenbach non sono che curiosita di laborato rio· il pneumococco di Fraenkel ed il di Eberth che si riscontrano negli ascessi che complicano le relative infezioni generali.

Nuove esperienze dimostrarono ehe quasi tutti i microb conosciuti possono, in date ci rcostanze, provocare la suppurazione, pero in pratica nella immensa maggiorità dei casi, questa non è determinata che da tre o quattro microbi, Jo slafil ococco, lo streptococco ed il pneumococco di F raenkel : Janowski riunendo le v arie statistiche giunse a provare che ne_l degli si rinvi ene lo stafilococco nel 77 p. 100 lo streptococco in 14 p. 100 e 6 volte le due specie r1un1te.

Il contenuto d'un ascesso non è una cultura pura, ma vi stanno anche gli elementi figurati in quantità variabil e secondo i casi e l'età della raccolta . Verneuil insiste su tale

Chirurgica

rticolarità che spiega molte particolarità cliniche e può ad applicazioni pratiche. Certi microbi hanno una esistenza molto breve: lo streptococco ha vtta corta in paraltone dello stafil ococco che può sonnecchiare per anni nel tessuto osseo. . . Nella pratica chirurgica, lo studio completo. det costumt, della vilalita e soprattutto della resi stenza agli agenti microbicidi. dei micr obi della suppurazione, avrà una importanza grandissima: la terllpeu tica de!tli ascessi e cura tiva solo quel giorno in cui questa zoologta sarà chiaramente scritta.

Se dal lato clinico non vi ha suppurazione senza microbi, da che proviene il microbo? qt.ale è la sua JJOrla d' ingr t>sso't e come si opera l'inoculazione ? Nelle soluzion i di continuità dei tegumenti di qualsiasi natura ed orip:ine la r isposta é fa cile. Pasteur ha dimostrato l'origine della contaminazione delle piaghe coi germi microbici che stanno nell'Aria, sugli attrezzi, Yesti, e sulla pelle stes:::a; e la prova ne è data dai successi Yeramente sorprendenti della Lerapeutica antise ttica.

Quale è l'origine dei p:ermi piogeni? si cercò se germogliano nell:aria, nell'acqua, o nel suolo: si crerlette che l'aria fosse il veicolo di tutti: nell'aria delle città e più ancora delle sale d'ospedale fu da molti scoperto lo s tafi lococco , ed anche lo stre]Jtococco , e perciò Li ster avvolgeva operato ed. operat ore in una nube antisettica: ora l'idea ed il polverizzatore sono abbandonati; ma tutli coutinuano con med1cazioni accuratamente occlusive a r ipa rare le piaghe contro i pulviscoli virulenti. - Recentemente fu scop·erto alla superficie del suolo il microbo del tetano ed allri ne scvpriranno gli esperimenta tori. - Ma può succedere anche un'auloinfezione; sulla superficie cutanea abbon dano colonie microbiche tra cui è facile rinvenire lo stafilococco e lo stre ptococco.

Ma oltre la superficie esterna i mi cr organ ismi invadono per tutti i nostr i o r1 fici natueali, le cavità tutta la lunghezza ciel tubo digest ivo e forse anche di quello aereo.

L'o r!?ani s mo non essendo difeso che dalla sottile barriera dell'ep.idermide o degli epitelii, la minima breccia può da r

Chirurgica 1281

passaggio a loro, e nella pratica un attento esame fa q uasi sempre scopr ire questo pa8saggio.

D'ordinario le larghe ferite danno meno i nfezioni che le piccole o le semplici escoriazioni, perchè quelle vengono subito cur•ate antisetticamente mentre queste si trascurano. N ei soldati che, a differenza degli operai borghesi, non ha nno ragione di trascurare le loro piccole lesioni é facile assi8te re allo inizio degli accidenti -infiammat-Ori e seguirne tutto !"andamento.

Nessuna ::neraviglia se soYratutto le escoriazioni superfi . ciali delle dita, le graffiature dell'epidermide souo quell e che espongono di preferenza a simili accidenti, se si pone mente alla disposizione anatomica dei linfatici alla mano ed al piede, alla lor o origin e nello strato Malpighiano, da rruella finis sima rete di radicelle linfatiche così moltiplicate e fitte alle estremità digitali da mostrarle come coperte da un vero di tale mercurio in una preparazione ben eseguita (Sapey).

l'epidermide, gli storni linfatici sottostantì assorbono i p cipii vir ulenti che giungono in loro contatto e li diffo ndono nel cellulare adiacente o li trasportano pei linfatici piu fino al piu vicino ganglio che li arresta. QuestQ è il di inoculazione degli esperi mentatori e dei vaccinator i.

I medici militari sanno quanto siano comuni le zioni, che mettono tanti soldati momentaneamente fuo ri servizio nei primi tempi dopo l'arr ivo ai corpi, o piu in seguito a marcie forzate, le quali si origin ano da flittene cat·atteristiche ai piedi, ne l solda to di fanteria, o dallo sfr egamento delle coscia e natiche contro la sella in quello a cavallo, specie di accidente professionale, e che pro--: duce gJi stessi esiti flemmonosi e suppurativi.

Però il problema non è sempre cosl semplice: spesso lo ascesso si form a sotto la pelle integra o nei tessuti profondi senza traccia di lesione in possibile relazione coi linfatici quella regione.

Vi sono <iapprima le raccolte pur ulente che compa iono durante il decorso delle febbri infettive gravi, e queste sono evidentemente dovute all' arresto in un punto della rete cellulo- linfalica dei microrganismi che abban donano allora nella cit·colazione generale : il microscopio lo ha oramai dimostrato. .

In altri casi raccesso sembra forma rsi, in persona in perfetto benessere. o s pontaneament e o sotto l'influenza delle cause più : raffredda mento, sforzo muscolare, contusione insignificante. - La questione pare 0 a-o-i nettamPnte ùecisa nel senso che l' intonaco epiteliale che conserva la sua integr-ità è una barriera insuperabile ai microbi, come ai mendicanti: gli che penetrano nei follicoli piliferi sembr ano arrestarvJSt e da r luO"O ad una furoncolosi.

Ora se è impossibile spiegare la patogenia degli ascessi colla penetrazione drrelta dei microrganismi attra verso _l'ioviluppo cutaneo, bisogna di necessilà a mmettere_ la nel punto dell'ascesso di germi palogeni pr ovement1 da punb lon tani dell'organismo, la localizzazione di una infezione generale piogena ancora poco nota .

La pratica conferma questa teoria : un clinico illuminato non tarda a scoprire nel più gran numero di questi ascessi in apparenza spontanei la causa degli accidenti s uppurati:'i, la porta d"ingresso del germe piogeoo che pr odusse una rnfezione di cui !"ascesso non è che un accidente Talora non è che una abrasione superfici a le, una pia ga insignificante, lontana e s e nza rappor ti liofatici ammissibili; spesso l'inoculazione si fa sulle· ghiandole della pelle,_ed ha per punlo di partenza un furoncoletto, una pustola dr acne inossl!rvatu.

1888, Verneuil dimostr ò all'accademia delle scienze che lo stafìlococco dell'antrace pote....-a produrre a distanza un ascesso contenente lo stesso m ic r obo piogene. T hiery nel congresso del 1891, dimostrò pr aticamente lo stesso fallo.

L'autor e da qua lche anno studiand0 questo argom ento, ha riunito parecchie osservazioni assai dimostra tive che riassume brevemente e da lle quali è condotlo ad ammettere chE' un individuo recante un " supurazione locale per quanto leggiera, anc.he di natura blenor ragica è l'incubo di una infezione genér ale piogenica, specie di diatesi pur ulenla, la

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quale per cause ancora mal note può manifestarsi con sup- • pul'azioni secondar!e talora gravi e per nulla in ra pporto col fallo supurativo inizial e del quale però sono la conseguenza e l'effetto.

Le stesse osservazioni poi di mostrer ebbero che questa infezione generale non si esaurisce co ll'eliminazione del pus e la cicatr izzazione della cavità puPulenta, ma persiste pet· un tempo di cui non si può precisare Ili durata . Sarebbe questo il microbismo latente di Verneuìl, le cui leggi posson o applicarsi a tutte le infezioni gener ali, compresa l'infezione pur ulenta .

O.sservato il fatto clinico, occorre spiega r lo, colle nozioni microbiche oggi acquisite: questo agente che pullula nei nostri tessuti ed umori, è il microbo volgare della supp urazione, lo stafilococco, o le sue toxine a cui le recenti rice rche vogliono dare una im po rtanza preponderante 1 e dove si coltiva?. - Il sangue, ha provato Doyen, essere un cattivo mezzo di cultura dei micr obi piogeni che si fissan o di preferenza nei visceri e nelle gl a ndole Jinfatiche: le c ulture fatte coi lor o parenchimi danno r·isultati quando nulla si scopre nel liquido sanguigno.

Quanto è noto della biologia dello s tafilococco conferma questa ipotesi . Qu esto mic rorga nismo ha una vitalità poco comune, r esi ste ai microbicidi più potenti e le sue cultu r e sono ancor fertili dopo 12 e 15 mesi . Le ricerchè sulle osteomieliti dimostrano ?he le sue colouie po.ssono sonnecchiare nel tessuto osseo parecchi anni senza perdere la loro virulen za e svegliarsi sotto cause fortuite per dar luogo ad accidenti temibili.

( C<tn tinw.L).

RiVISTA Dl OCULIST ICA

sulla. etlologta. della. oftalmia slmpatloa.. · - H. ScHMIDT· RIMPLER- (V. Graeje' A r ch. fùr Ophtal. e Central b. fù r die m ed. Wissensch, N. 27, 18l>2).

Lo Schmidt- R!mpler osservò in un fabbro ferra io òi 21 anno non ostante che fosse s tata falla la neurotomia o ttico ciÌiare, il sopravvenire d' una oftalmia simpatica 1 anno e mezzo. corpo ciliare del moncone enucleato st poter ono riconosee r e fibre nervose normali; ricerche sulla di ba tteri ebbero r isultato un ragazzo di 12 anni si manifestò precedente sensibilità alla pr esswne. Un tco smtomo fu ltrtle -sier osa. La infiammazione aumentò per un nuovo trauma del: l'occhio primitivamente leso; questo non fu parche il potere visivo si manteneva ancora parte. Ctò non oslante la otta lmia s impatica dell'altro occhro retrocesse dopo una eura di frizioni. .

Ambeùue i cas i non si possono spiegare con .la teorta della migrazione, anzi le sono contrari. Lo Scbmtdl

1 l'antica teoria dei net·vi cilial'i con qualche modifica· c te l . . d il zione sia ancora la migliore spieg az ione per a or tgme e .a otta lmia simpatica. La irritazionP. dei nervi ciliar i. . l determina per un disturbo riflesso nella ctrcolaz10ne eso ' 1 d. · -sang-uigna e nella nutrizione, unicamen te e solo .a ISpost. e alla infiamma zione simpatica dell'altro OCChiO. Quanto :Z!On t . . t e più lungo te mpo sussistono le e qu.an o pm.es es. sono, tanto maggiore è la pr obabrhlà che s•. spteghmo gh delle azioni nocive eccitanti la infiammaztone. Le irr·itazioni che in un organo sano sogliono essere mente e senza da nno tollerate, possono qui a1 pericolos i e dist ru ttivi Se dt quest é azion i nocive, neppure la SI .desta. E po iché per l'azione riflessa del nerv1 più faci lmente provocati disturbi nel domtn to dell uvea , cos1, di r egola, sono queste membran e che a mmalano.

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