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Un PdE deve necessariamente comprendere: la valutazione del rischio-Paese, una stima accurata delle presenze di cittadini italiani, le tecnologie di comunicazione da utilizzare per le emergenze, l’elenco delle infrastrutture di riferimento esistenti, i recapiti dei referenti territoriali, la cartografia degli itinerari per l’evacuazione, le planimetrie e la documentazione fotografica relative alle sedi diplomatiche, gli eventuali protocolli di collaborazione con le Ambasciate di altri Paesi in caso di emergenza, l’indicazione convenzionale dei diversi livelli di allarme e delle attività corrispondenti e, infine, le ipotesi d’intervento e le metodologie da applicare in relazione alla tipologia di emergenza da affrontare.

PdE: Livelli di allarme e norme di comportamento per la MD, i responsabili delle attività e i connazionali Per la migliore comprensione delle predisposizioni del PdE, è utile illustrare lo schema dei livelli di allarme adottato e quali funzioni e attività devono essere predisposte a tutela dell’incolumità dei connazionali. Innanzitutto, per imputare le responsabilità e razionalizzare la gestione delle attività in caso di crisi, ai diversi livelli di allarme corrispondono determinate situazioni di emergenza e norme di comportamento per i funzionari della MD e per i connazionali presenti nell’area. Schematicamente, i livelli di allarme sono quattro (cinque se la situazione di normalità viene classificata come Livello 0), ai quali corrispondono altrettante tipologie di situazione, altrettante disposizioni sulle norme di comportamento per i connazionali e le attività di competenza dei responsabili dell’esecuzione del PdE.

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Livello 1 Preallerta Al livello 1, la MD rileva segnali di un possibile turbamento dell’ordine pubblico o di un evento naturale pericoloso per i connazionali e predispone il monitoraggio degli elenchi degli italiani (AIRE, SP, VT) presenti nel Paese. L’UdC riceve dalla sede estera le informazioni sugli aggiornamenti e utilizza gli strumenti informatici DSNM e VS, per aggiornare i connazionali, invitandoli senza allarmismo a mantenersi in contatto con gli uffici della Rete diplomatico-consolare.

In questa fase come in quella successive, l’UdC e le MD raccomandano, in particolare, ai cittadini italiani di mantenersi sempre reperibili e di controllare costantemente i messaggi di posta elettronica e gli sms. I connazionali possono ricevere attraverso la rete internet e i telefoni cellulari aggiornamenti sulla situazione e direttive dalla MD, alle quali sono pregati di attenersi scrupolosamente. Le indicazioni, in questa fase, sono in genere quelle di tenersi in contatto con altri connazionali, avere con sé il passaporto e preparare un bagaglio leggero, con indumenti, acqua, medicinali e generi di conforto in caso di improvviso peggioramento della situazione e di necessità di evacuazione. La MD, in questa fase, verifica i collegamenti con i cosiddetti Capi Zona e Capi Maglia, i quali, come si vedrà più avanti, sono concittadini residenti, che costituiscono la rete di riferimento e l’articolazione operativa delle attività informative durante l’emergenza.

Livello 2 Allerta Al livello 2, la MD rileva gravi turbamenti all’ordine pubblico o l’accresciuta pericolosità delle conseguenze di eventi naturali. In questa fase, le autorità locali sono ancora in grado di gestire il Paese e la MD, mantenendo il più stretto contatto con l’UdC, appronta il piano operativo di evacuazione, in base alle previsione del PdE. In base all’evoluzione dell’emergenza, il PdE viene verificato e aggiornato in tutti i suoi elementi, soprattutto per quanto riguarda le effettive condizioni di sicurezza degli itinerari e dei punti di evacuazione dal Paese. Capi Maglia e Capi Zona sono invitati a mantenersi in stretto contatto con la MD e, soprattutto, sono invitati ad essere raggiungibili dagli altri connazionali. A Livello 2, l’UdC e la MD valutano la possibilità di un rimpatrio anticipato per i cittadini italiani, che sarebbero più esposti in caso di evacuazione (anziani, bambini, ammalati, donne in stato interessante, etc.). Per i connazionali, anche in questa fase, valgono le norme di comportamento prescritte per il Livello 1, con l’ulteriore precauzione di mantenere massima vigilanza e grande prudenza negli spostamenti e nelle attività quotidiane, limitando, per quanto

possibile, di esporsi pubblicamente in zone e in orari considerati pericolosi. Il MAE si coordina con il Ministero della Difesa, attraverso il Comando Operativo di Vertice Interforze (COI) e il Comando Interforze per le Operazioni delle Forze Speciali (COFS). Si istituisce un tavolo di consultazione permanente per il cosiddetto prudent planning, con il quale, come si vedrà più avanti, si pianifica l’ipotesi di intervento militare sulla base dei dati pervenuti all’UdC.

Livello 3 Allerta grave - emergenza Al livello 3, la MD rileva la grave compromissione dell’ordine pubblico e l’impossibilità per le autorità locali di assicurare adeguata protezione ai connazionali. In questa fase la MD rinforza la propria struttura operativa e fornisce istruzioni alla rete dei Capi Zona e dei Capi Maglia per prepararsi all’evacuazione. L’UdC provvede ad avviare le operazioni di evacuazione secondo i protocolli operativi predisposti dal MAE e dallo Stato Maggiore del Ministero della Difesa. I connazionali sono invitati a utilizzare ogni cautela per la salvaguardia della propria incolumità, a preparare un bagaglio non superiore ai 20 kg e a predisporsi a mettersi in viaggio verso i punti di evacuazione, mantenendo il più stretto contatto con i referenti della rete predisposta dalla MD. In questo stato di allarme, i mezzi di trasporto e le reti di comunicazione sono ancora disponibili ma il loro utilizzo potrebbe essere difficoltoso o potrebbe mettere a rischio l’incolumità dei connazionali. In ogni caso, i cittadini italiani che ritengono di anticipare a livello precauzionale la propria partenza sono invitati a comunicarlo al personale della MD, in modo tale da non creare inesattezze sul numero e sulla dislocazione dei soggetti da assistere in caso di evacuazione. Se le condizioni di sicurezza non lo consentono, la MD invita gli italiani impossibilitati a muoversi verso i punti di evacuazione a cercare un rifugio e a tenersi in contatto con i referenti di rete per un eventuale recupero successivo da parte dei militari. Capi Zona e Capi Maglia, come gli altri civili italiani e i familiari del personale della MD, si preparano a lasciare il Paese. Per questo motivo, i responsabili della MD dispongono, prima di un loro eventuale allontanamento dal Paese, la trasmissione di

tutte le disposizioni utili all’evacuazione e richiedono alla rete dei Capi Zona e Capi Maglia un ultimo rapporto dettagliato sulla situazione dei connazionali. A Livello 3, l’UdC può decidere di inviare altro personale del MAE a supporto della MD e, come si vedrà più avanti, può essere richiesto al COFS l’invio di una missione tecnica militare, che agisca come Nucleo Avanzato di Collegamento e Coordinamento (NACC), per predisporre l’evacuazione dei connazionali attraverso assetti militari.

Livello 4 Evacuazione Il livello 4 di allarme rappresenta lo scenario peggiore. Il deterioramento dell’ordine pubblico è tale che l’incolumità dei connazionali non è più garantita e le autorità locali non sono in grado di assicurare protezione adeguata. I mezzi di trasporto non sono più disponibili, la libertà di movimento è fortemente compromessa e i normali mezzi di comunicazione non sono affidabili. In questa fase la MD, in collegamento con la sala operativa dell’UdC, coordina le operazioni di evacuazione, le cui condizioni di sicurezza vengono garantite dal contingente militare italiano, che interviene secondo le disposizioni e i protocolli stabiliti dal MAE e dallo Stato Maggiore della Difesa. Al livello 4, le comunicazioni sono assicurate da apparecchiature radio in dotazione alla MD e alla rete dei referenti civili. Al culmine dello stato di crisi, il normale funzionamento della MD è sospeso e le responsabilità dell’evacuazione sono condivise con il Comando delle forze militari che intervengono a supporto delle operazioni. A proposito delle attività di evacuazione è opportuno fornire una precisazione. Dal punto di vista giuridico, l’evacuazione di cittadini italiani ha premesse e conseguenze diverse rispetto al loro rimpatrio. Evacuazione e rimpatrio, infatti, presuppongono norme di riferimento e un livello di assistenza diversi. Se l’evacuazione è ordinata con un Decreto interministeriale, che provvede anche alla copertura delle spese delle operazioni, il rimpatrio non prevede né l’uno né l’altra. Se, nel primo caso, il MAE può farsi carico delle spese per i connazionali rimasti senza fonti di sostentamento, per il rimpatrio non

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