Noi credevamo
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volo e alcuni abbattimenti di avversari in Egeo, Sicilia e Russia (dove ha invano tentato di passare ai sovietici: atterrato in zona tedesca, è salvato dai colleghi che non hanno capito o finto di non capire), poi divenuto colonnello dell’aviazione jugoslava (JRVPO)48. A fine aprile, dopo 80 giorni di corsi di inglese e per meccanici e ricognitori, la scuola si trasferisce a Benina in Cirenaica, dove arrivano altri allogeni e italiani provenienti dai campi di prigionia e piloti della Aviazione Reale che hanno abbandonato Alessandria49. Parte del personale è poi inviata in Romania e Russia. L’addestramento, concluso il 14 luglio, inizia sugli Harvard, per passare poi su Spitfire e Hurricane. Ad agosto la 1a squadriglia, ufficialmente 352nd Yougoslav Squadron della RAF, con 16 Spitfire, 11 U, 16 SU e 150 avieri è trasferita nell’aeroporto di Canne. Segue la 2a (351st Yougoslav Sqn) con 16 Hurricane, 43 U, di cui 23 piloti (2 subalterni triestini), 42 SU, 149 avieri. Entrambe inquadrate nel 281st Wing della Balkan Air Force50. Apparecchi vecchi, autonomia inferiore a 2 ore, necessitano di serbatoi supplementari. Il 18 agosto prima missione, scorta a bombardieri inglesi, poi l’obiettivo privilegiato saranno i treni. Con una certa soddisfazione degli allogeni stavolta nella base e nei dintorni sono gli italiani delle Divisioni Ausiliarie a dover svolgere i compiti meno gratificanti. Nel marzo 1945 sono trasferiti a Lissa, dove muore in atterraggio Luigi Rugi.
48 Marko Malec, «Marjan (Marij) Semolič, slovenski letalski as, Od Fiata do Iljušina», revija Obramba, letnik 42, Julij 2010. 49 Marta Verginella, La guerra di Bruno [Trampuž]. L’identità di confine di un antieroe triestino e sloveno, Donzelli, 2015. 50 Paul J. Freeman, The Cinderella Front: Allied Special Air Operations In Yugoslavia During World War II, Pickle Partners Publishing, 2014.