
5 minute read
di Simonetta Conti “
«Talk To Russia buT keep sancTions» 477
e balcanici, in chiave antisovietica.26 Secondo Primakov l’informazione cruciale è che Washington dissente dalla decisione inglese e concorda invece con la proposta sovietica, di fissare la futura frontiera tra Polonia e URSS sulla Linea Curzon.27
Advertisement
Nel luglio 1943 il presidente cecoslovacco Benesh, di ritorno da Washington, conferma a Stalin che Roosevelt giudica velleitarie le pretese polacche. Al vertice di Teheran l’URSS può così imporre il suo piano di rettifica dei confini.
Nell’estate 1944 Il confronto tra Mosca e Londra per le zone d’influenza nei Balcani e nell’area danubiana si trasferisce dalla diplomazia al campo di battaglia.
Lo studio della corrispondenza tra i Tre Grandi consente di acclarare, alla luce della ‘important divergence’, gli schemi di contrattazione trilaterale. L’indomani di Overlord Churchill da un verso sollecita Roosevelt a dirottare lo sbarco Anvil dalla Riviera francese all’Istria, dall’altro propone a Stalin un accordo per spartirsi i Balcani. Il 12 luglio il premier inglese chiede a Stalin un “esperimento di tre mesi” (a three-months’ trial) per definire le aree d’influenza:
«The Soviet Government should take the lead in Romania and the British should do the same in Greece (...) These may be three very important months, July, August and September. I would ask whether you should not tell us that the plan may be allowed to have its chance for three months. No one can say it affects the future of Europe or divides it into spheres.»28
Effettivamente nei novanta giorni successivi si decidono i destini dei paesi dell’Europa centro-orientale. L’offensiva estiva sovietica, iniziata in Bielorussia con l’operazione Bagration, travalica i confini dell’URSS e dilaga in Polonia e Romania. Il 1° agosto, all’approssimarsi dell’Armata Rossa, Varsavia insorge: Londra sollecita Mosca perché sostenga l’armata clandestina polacca. Stalin rifiuta ogni aiuto: l’azzardo del gen Komorovskij è giudicato un intrigo ordito da Churchill e accelera la “corsa ai Balcani” di Mosca.
In tale congiuntura la ‘important divergence’ favorisce la soluzione sovietica del “problema polacco”. Sulla carta Roosevelt insiste con Stalin per consentire
26 RGASPI F.558. Оp. 11. D. 181. l. 35—42 Rapporto di L.P. Beria a I.V. Stalin 23.12.1942 № 2114/б “Dati dello spionaggio sull’architettura postbellica in Europa e il ruolo della Polonia”, 27 Primakov E. M. “Ocherki istorii rossiiskoi vneshnei razvedki” (Studi di storia dello spionaggio russo all’estero) 5 vols., Mosca, 2014 L’informazione fu fornita da Blunt, uno dei “cinque di Cambridge”. 28 “Stalin’s archives”: July 12, 1944 Personal and Most Secret Message from Mr Churchill to Marshal Stalin, Stalin 1944 Correspondence USA-Great Britain volume 1, online al sito ciml.250x.com.
478
Italy on the RImland
agli alleati di supportare dal cielo gli insorti polacchi; sul fronte italiano però egli depotenzia drasticamente l’offensiva della 5a Armata USA, vanificando l’avanzata britannica su Rimini. Il fallimento di Olive chiude la partita sullo scacchiere balcanico. Nonostante gli sforzi diplomatici di Churchill (il sostegno dell’Italia e di Pio XII, l’intesa con Tito) il trasferimento delle forze alleate dal teatro italiano alla Francia dimezza la scala dell’offensiva e compromette lo sfondamento della Linea Gotica.
A fine agosto, la dichiarazione di guerra rumena al Terzo Reich e la trattativa di resa con l’Ungheria aprono la via all’avanzata sovietica nei Balcani che si conclude a ottobre con la liberazione di Belgrado. 130 divisioni dell’Armata Rossa sciolgono il dilemma tra strategia ‘euro-atlantica’ ed ‘euro-mediterranea’. In tre mesi falliscono vent’anni di Ostpolitik britannica.
Il 9 ottobre 1944 il c.d. “accordo delle percentuali” ufficializza la resa di Churchill. Nel bilaterale di Mosca il primo ministro propone a Stalin queste sfere d’influenza in Est Europa: «Romania: Russia - 90 %; altri. - 10%. Grecia: Gran Bretagna (in accordo con gli USA) - 90 %; Russia - 10 %. Jugoslavia: 50-50 %. Ungheria: 50-50 %. Bulgaria: Russia - 75 %; altri -25 %.»29 .
Conclusioni
Gli studi russi e i doocumenti sovietici corroborano la tesi di Montemaggi, secondo cui l’operazione Olive fu il catalizzatore che accelerò l’esito del confronto anglo-sovietico in Est Europa. L’offensiva degli Appennini fu l’ultima occasione per resuscitare la “grand strategy” di Churchill. Lo sfondamento della Linea Gotica però fallì e l’avanzata dell’8a Armata britannica verso l’Istria terminò a Trieste nel maggio 1945, dopo la resa delle forze tedesche in Italia.
La ‘important divergence’ tra Roosevelt e Churchill appare il fattore che mutò gli equilibri militari al fronte italiano e influenzò il corso dell’avanzata sovietica nei Balcani. L’assetto post-bellico dell’Europa centro-orientale, fu perciò anzitutto il frutto della dialettica tra i “Tre Grandi” e delle strategie che ne conseguirono.
Tuttavia, diversamente da quanto ipotizza il Montemaggi, Olive non fu la
29 Secondo l’interprete russo, Berezkov: «Churchill tirò fuori dal taschino della giacca un foglietto di carta piegato in quattro e disse: ‘Ho qui uno sporco documento che riporta le considerazioni di alcune persone a Londra’. Dispiegò il pezzo di carta sul tavolo e lo spinse verso Stalin. Il testo sul foglietto non richiedeva traduzione. Tutto si riduceva a un elenco di poche righe con delle percentuali» Berezkov V.M. “Kak ja stal’ perevodchikom Stalina” (Come divenni traduttore di Stalin) Mosca, DEM, 1993 “Records of Meetings at the Kremlin, Moscow, October 9 — October 17, 1944,” File 343, Folder, 2, 4–17, “Spheres of Influence in the Balkans” (PREMIER 3/66/7) Public Record Office, London.
«Talk To Russia buT keep sancTions» 479
scintilla del confronto con l’URSS in Est Europa. Alla luce dei dati russo-sovietici essa appare espressione di una rivalità di più antica data, in cui le contrapposte ideologie fungono da travestimento storico. Invero ciò che si evince dai nuovi riscontri è l’immutabilità degli obiettivi di lungo periodo perseguiti dalla politica estera di Mosca prima, durante e dopo la Seconda guerra mondiale.
Indipendentemente dai patti e dalle alleanze, la strategia sovietica si struttura in continuità con gli obiettivi della tradizione russa: lo sviluppo del potenziale militare-industriale e la “salvaguardia attiva” dei confini. Dal Baltico al Mar Nero tutti i governi anticomunisti dei paesi ‘limitrofi’ sono sistematicamente rovesciati e l’architettura di sicurezza in Europa imposta da Mosca e Washington.
480
Italy on the RImland
