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Noi credevamo
La Croazia nella strategia italiana di dissoluzione della Jugoslavia di Alberto Becherelli
C
ome quella italo-ungherese1, un’alleanza impossibile, potrebbe essere senz’altro definito così il rapporto che nel periodo interbellico va delineandosi tra l’Italia e i croati nel contesto della strategia italiana di dissoluzione del vicino jugoslavo costituitosi al termine della Prima guerra mondiale. Secondo la logica del comune nemico gli interessi di Italia e Croazia troveranno un punto d’incontro nelle comuni aspirazioni anti-jugoslave (ovvero anti-serbe), ma il sodalizio, ispirato da mere ragioni di convenienza, sarà fondato su fragili basi a causa di quella disputa adriatica che rappresenterà una delle più importanti e complesse questioni affrontate alla Conferenza di Pace di Parigi del 1919.2 Con la finis Austriae, voluta soprattutto dall’Italia, emerse la latente contraddizione tra le nostre aspirazioni irredentiste e strategiche sulla sponda balcanica dell’Adriatico e il movimento nazionale jugoslavo, al punto da rischiare il ricorso alle armi quando le forze italiane (facendosi scudo dei due inconsapevoli battaglioni americani)3 dilagarono oltre la linea di demarcazione concordata con gli Alleati nelle clausole armistiziali di Villa Giusti occupando Fiume, esclusa dal trattato di Londra del 1915. Fu proprio l’espansionismo italiano a spingere le élite politiche slovene e croate, fino ad allora riluttanti all’egemonia serba sul movimento jugoslavo, ad aderire al Regno dei Serbi, Croati e Sloveni proclamato a Belgrado il 1° dicembre 1918 dal principe reggente serbo Aleksandar Karađorđević. Croati e sloveni, che la propaganda italiana dipingeva come i più combattivi soldati dell’esercito austro-ungarico, si dimostravano ora disposti ad accettare l’unione jugoslava al fine di ricevere da Belgrado le necessarie garanzie internazionali. Ciò provocò la sconfessione dell’Italia da parte del Presidente Wilson e il rifiuto di Lloyd George e Clemenceau di aggiungere Fiume – richiesta 1 V. qui l’articolo di B. Juhász. 2 Necessità di sintesi impongono la citazione di una bibliografia e documentazione essenziale altrimenti vastissima. Sulla contesa italo-jugoslava alla Conferenza di Pace di Parigi: R. Albrecht-Carrié, Italy at the Paris Peace Conference, New York, Columbia University Press, 1938; I.J. Lederer, La Jugoslavia dalla Conferenza di Pace al trattato di Rapallo 1919-1920, Milano, Il Saggiatore, 1966. 3 V. qui l’articolo di Andrea Perrone, «Adriatico a stelle e strisce».