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Noi credevamo
I rapporti tra il PCI e il PC Sloveno nel quadro dell’internazionalismo comunista (1939-1948) di Marina Cattaruzza
L’
analisi dei rapporti tra due diversi partiti comunisti è stata poco praticata negli studi sul comunismo, dove finora la prospettiva prevalente ha riguardato o il movimento comunista nella sua dimensione internazionale (ruolo dell’Unione Sovietica, Comintern, Cominform),1 o la storia dei singoli partiti, colti all’interno dei rispettivi sistemi politici nazionali. Anche in questo mio contributo sui rapporti tra i partiti comunisti italiano e sloveno non potrò, ovviamente, prescindere dai loro legami con l’URSS e dalla loro rispettiva posizione all’interno dei rispettivi sistemi politici nazionali. Tuttavia, prima di entrare nel merito del problema, vorrei fare una breve premessa su cosa intendiamo con la dizione “partito” nei due casi presi in esame. I partiti comunisti legati alla III Internazionale erano articolazioni di una rete transnazionale, dipendente dal centro di Mosca, assai minoritari e per lo più costretti all’illegalità. L’ossatura di ognuna di tali articolazioni transnazionali era data da un nucleo di militanti, formatisi nella clandestinità, fortemente omogenei per formazione politica, esperienze e linguaggio. I quadri dirigenti avevano trascorso alcuni anni in Unione Sovietica, dove avevano completato il proprio tirocinio rivoluzionario attraverso un ulteriore addestramento nell’attività cospirativa. Nella seduta di fondazione del Cominform, tenuta dal 22 al 28 settembre 1947 a Szklarska-Poreba in Polonia, Luigi Longo, per esempio, aveva descritto nei termini seguenti l’élite comunista italiana durante la clandestinità: «quadri che sono passati attraverso la scuola della lotta clandestina in Italia, che hanno partecipato alla guerra civile spagnola o che si sono diplomati alle scuole di partito a Mosca o a Parigi.»2 E’ quindi evidente che i partiti comunisti presentano forti elementi di specificità rispetto alle altre forze di cui si componevano i rispettivi sistemi politici nazionali. 1 Cfr. Leonid Ja. Gibjanskij, «Cominform», in Silvio Pons, Robert Service (cur.), Dizionario del comunismo nel XX secolo, Torino, Einaudi, 2006, vol. 1, pp. 169-173; Kevin F. Mcdermott, «Comintern», ibidem, pp. 173-177. 2 Giuliano Procacci (cur.), The Cominform. Minutes of the Three Conferences 1947/1948/1949, Milano, Feltrinelli, 1994 (Annali), p. 187.