
4 minute read
JAZZ JOHNSON
ESTRO E TALENTO: IL GO-TO-GUY DI RBR
Siamo ormai giunti al periodo natalizio, le persone si coprono molto dal freddo nella strada che porta a queste ultime partite al Flaminio e la prima parte di questa stagione è di fatto terminata. Bene, oggi mi piacerebbe portare indietro l’orologio ad un momento diverso, quando fuori c’erano quasi trenta gradi, eravamo nel mezzo dell’estate ed il campionato era lungi dal cominciare. In questo contesto, tutta la città si chiedeva chi sarebbero stati i primi giocatori americani ad indossare la canotta del Basket Rimini dopo undici lunghi anni.
Advertisement
Ricordo che in quegli ultimi giorni di luglio, dopo aver annunciato “the big man” Derek Ogbeide, l’attesa era tutta per il “go-to-guy”, espressione che indica un punto di riferimento, un giocatore che avrebbe guidato la squadra grazie al suo talento, alla sua personalità. Quando quest’attesa terminò, Rimini cominciò a ballare sulle note di un genere musicale tipicamente americano: il jazz. Esattamente, oggi scopriamo insieme il nostro piccolo mago, Jazz Johnson.
Nato a Portland, Jazz comincia la carriera cestistica nel suo paese nativo, prima di essere corteggiato da Nevada University dove si esprime con un’eccellente pallacanestro. Il suo talento non è oggetto d’interesse solo negli USA, ma anche qui nel Belpaese: Jazz non ci pensa due volte e tre anni fa atterra in quel di Pavia per diventare protagonista in Serie A1. Dopo la semifinale playoff di Serie A2 ottenuta la scorsa stagione in maglia Pistoia Jazz decide, per la nostra gioia, di abbracciare la causa biancorossa.
Questo è probabilmente uno dei migliori risultati raggiunti dal progetto RBR sin dalla sua nascita, perché dimostra che un giocatore talentuoso ed affermato come Jazz considera questa esperienza riminese un’occasione per continuare il suo miglioramento cestistico in maniera pro cua. Dall’altra parte, Jazz è un giocatore chiave per le ambizioni della squadra in questa stagione: mantenere la categoria e costruire uno status all’interno della Serie A2
Ultimo, ma non per importanza, Jazz rappresenta un argomento di grande interesse tra i tifosi ed in generale gli amanti del basket: grazie al suo estroso stile di gioco, e nonostante i suoi “pochi” 178 cm, è un giocatore a due dimensioni che può tirare da tre punti, anche dal palleg- gio, ma anche attaccare il canestro senza paura di fronteggiare giocatori molto più alti.
“Ho scelto Rimini perché pensavo fosse un’ottima opportunità per la mia carriera e per essere parte di qualcosa che sta crescendo. –ecco come la pensa Jazz – In particolare sono sicuro che questa esperienza m’insegnerà molto: qui ho la possibilità di essere un leader.”
Noi italiani abbiamo sempre visto il basket americano come il sogno di ogni giocatore. Quali sono le impressioni “inverse” di un americano che viene qui per competere?
“Premetto che il mio sogno era quello di essere un giocatore professionista, sia che questo volesse dire competere oltre oceano oppure in Italia. Sto vivendo il mio sogno e mi sento estremamente grato di poter giocare a basket a questo livello.
Detto questo, io penso veramente che l’Italia abbia un alto livello di pallacanestro: in Serie A1 ci sono ovviamente tante grandi squadre come Virtus Bologna o Milano, questi sono club d’im- portanza a livello mondiale e sono italiani. Inoltre, ci sono italiani che giocano in NBA: qui c’è una grande cultura di basket.
Parlando della Serie A2, ci sono ragazzi che hanno giocato in Serie A1 per tanti anni e poi giocano in A2 per diversi motivi: la cosa importante è che il loro livello è comunque da Serie A1, semplicemente stanno giocando in un campionato diverso.”
Considerando che la Serie A2 consente solo due americani, sentite una maggiore attenzione e responsabilità?
“Onestamente non penso molto a questo tipo di cose perché non sono una persona che vuole essere al centro dell’attenzione, anzi mi piace rimanere nelle retrovie ed essere semplicemente parte della squadra. In generale preferisco che in città si conoscano tutti i giocatori, non solo i due americani.
È chiaro che in A2 gli americani giocano un ruolo importante per il successo di una squadra: se guardiamo alle migliori squadre del campionato, infatti, troviamo ottimi giocatori americani che giocano spesso bene quando sono sul parquet.
La cosa che davvero mi piace della Serie A2, proprio perché consente solo due americani, è che la maggioranza dei giocatori italiani è davvero forte: ogni squadra deve concentrarsi sull’assicurarsi italiani forti perché sicuramente rimarranno in campo per diversi minuti.
Spesso in questo campionato trovo giocatori italiani molto talentuosi ed interessanti: magari in Serie A1, dove sono permessi sei giocatori stranieri, sono spesso giocatori il cui compito è difendere ed essere aggressivi, mentre in A2 vengono fuori tutte le loro potenzialità anche offensive.”
Il gruppo è fondamentale nella tua idea di pallacanestro. Cosa puoi dire del gruppo di compagni che hai trovato qui?
“Nonostante la classi ca non ci piaccia no in fondo, siamo una squadra più forte di quello che dicono i risultati. Il nostro gruppo è pieno di talento, è solo una questione di rimanere uniti così da cominciare a vincere partite con costanza: penso che non siamo così lontani dall’ottenere successi contro le grandi squadre del nostro girone.
Parlando dei miei compagni fuori dal campo, posso dire che sono tutti assolutamente dei bravi ragazzi e questa penso sia la cosa più importante: nessuno butta giù il morale della squadra, tutti hanno un ottimo modo di approcciarsi mentalmente alla pallacanestro. Vogliamo migliorarci tutti i giorni.”
Come procede la tua vita fuori dal campo qui a Rimini?
“Amo questa città: mi piace durante l’estate passeggiare lungo la spiaggia, ma Rimini è in generale un bel posto anche per i tanti turisti che vengono qui. Da americano, posso dire che vedo tante culture qui, non ci sono solo cose italiane.
Ad esempio, si possono assaggiare diversi tipi di cibo o ascoltare tante lingue: questa è una città molto turistica, dunque le persone sono sempre molto amichevoli ed accoglienti, sono sempre pronte ad aiutarti in ogni situazione.”
Sin dal tuo arrivo tutti i tifosi hanno mostrato un grande amore nei tuoi confronti. Percepisci questo particolare attaccamento coi tifosi biancorossi?
“Io sento assolutamente questo amore dai tifosi riminesi, specialmente quando i bambini mi chiedono autogra , e sono davvero grato a tutti loro, ma allo stesso tempo vedo anche delle critiche legate ai nostri risultati, e capisco perfettamente questo atteggiamento dei tifosi.
Noi siamo dei professionisti che conoscono la pallacanestro, dobbiamo solamente darci di noi stessi e vincere molte altre partite. Quando Rimini ha vinto la Serie B sembrava che la città intera fosse parte di quel momento. Noi vogliamo tornare a quell’atmosfera, in cui riusciamo a vincere ed i tifosi hanno qualcosa di cui essere eri, se lo meritano.”