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ANDREA SANCISI
Il Consulente Finanziare Socio Della Famiglia Rbr
Oggi siamo qui a presentare ai tifosi biancorossi Andrea Sancisi, consulente nanziario e socio della grande famiglia RivieraBanca Basket Rimini.
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Salve Andrea. Di cosa si occupa e perché ha scelto di abbracciare questo progetto?
“Come consulentenanziario seguo i privati per quanto riguarda il risparmio e il patrimonio. In ogni circostanza è importante capire le esigenze del cliente, sapendo progettare e proporre programmi e piani personalizzati: ognuno ha le proprie esigenze che dipendono da introiti, esigenze familiari, obiettivi presenti e futuri. Lavoro privatamente, ho partita IVA e lavoro su mandato per Intesa Sanpaolo Invest, che è la prima rete private banking in Italia e seconda nel mondo. Dietro la mia persona c’è dunque una struttura molto solida: in ogni caso ho scelto di entrare come socio individualmente. Tale decisione è avvenuta perché reputo il progetto di Rbr molto stabile e interessante e con un grande avvenire davanti a sé. In tempi dif cili, che hanno messo alla prova il mondo intero, è fondamentale, da un punto di vista sportivo, guardare a lungo raggio e sapere puntare su prospetti giovani e locali per costruire fondamenta signi cative per i prossimi anni”.
Che obiettivi ha per il futuro lavorativo e cosa pensa del futuro di RivieraBanca Basket Rimini?
“Spero di diventare sempre di più un punto di riferimento per quanto riguarda la gestione del risparmio. C’è tanto lavoro da fare e ogni giorno provo a portare avanti la mia attività con entusiasmo e voglia di fare. Dal punto di vista sportivo, come socio di Rbr penso che sia fondamentale continuare a puntare sui giovani e sulle società af liate che crescono nuovi talenti: in questo modo, da qui a qualche anno, potremo generare una fucina importante di talenti che andranno ad alimentare il buon livello della prima squadra”.
Che rapporto aveva e ha con lo sport? Continua a praticarlo?
“Da ragazzo ho giocato a lungo a calcio, poi ho avuto alcuni infortuni che mi hanno portato a passare alla palestra. Ritengo lo sport un palestra di vita molto importante da coltivare per ognuno di noi. Ho sempre seguito la pallacanestro, che a Rimini gode di un’incredibile tradizione: di questo sport, oltre che la bellezza dei gesti atletici e tecnici, amo molto il clima che si crea intorno. La partita di basket è concepita come un evento in grado di portare al palazzetto tante famiglie e numerosi bambini: oltre al match ci sono iniziative prima del schio d’inizio e altre all’intervallo, che non rappresentano un semplice riempitivo, ma una parte dello spettacolo”.
A livello locale cosa pensa delle società sportive riminesi?
“A Rimini siamo fortunati perché possiamo contare su tifoserie molto importanti nel basket, nel calcio, nel baseball, tutti sport di alto livello. Il Flaminio è sicuramente la casa di ogni riminese: ognuno di noi collega al Palazzetto dello sport un qualche ricordo della propria infanzia. Speriamo che il libro dei ricordi ne produca di meravigliosi anche in questa stagione e nelle prossime. Mi auguro che lo stesso possano fare anche gli altri sport menzionati in precedenza”.
Torniamo all’importanza dei giovani e al nome stesso della nostra società, Rinascita…
“Il nome Rinascita dice già tutto riguardo l’intento della società: l’obiettivo di Maggioli, Carasso, Turci e di tutti gli altri dirigenti e soci è quello di riportare la pallacanestro riminese ad altissimi livelli. La squadra intrapresa è quella giusta: è necessario muoversi sempre con prudenza, ma anche con consapevolezza dei propri mezzi. Sono sicuro che passo dopo passo ci to- glieremo importanti soddisfazioni.”

La pallacanestro è un sport di squadra, ma se dovesse fare un nome in particolare di un giocatore Rbr al quale è particolarmente affezionato?


“Sicuramente Francesco Bedetti. Penso che “Bedo” incarni perfettamente lo spirito di Rbr: lotta su ogni pallone, è sempre pronto a sputare sangue per la squadra, mette sempre se stesso al servizio del collettivo, anche quando sicamente non è al top, dando il 200%. Nei momenti caldi della partita servirebbero cinque Bedetti per quanto riguarda l’intensità!”
Si aspettava le difficoltà di inizio campionato? Cosa pensa dei nostri avversari?
“Partiamo col dire che l’obiettivo di quest’anno è ben chiaro ed è il mantenimento della categoria, non di certo il salto in A1. Ogni neopromossa, in qualsiasi campionato, incontra delle dif coltà perché sono necessarie alcune partite per assestarsi al nuovo livello previsto. La squadra è in buona parte nuova e serve un tempo siologico per fare in modo che tutti gli ingranaggi vadano al loro posto. Detto questo, abbiamo un grande allenatore e sono convinto che le scon tte delle prime partite, in molti casi contro avversarie fortissime, saranno di insegnamento per il prosieguo del campionato. Da questo punto di vista, la spinta dei tifosi e del Flaminio sarà determinante. I ragazzi, quando sentono il pubblico in ammarsi, si accendono e riescono ad andare oltre i propri limiti, giocando una grande pallacanestro.”
E per il futuro?
“Per il futuro chissà. Speriamo di fare un grande girone di ritorno e poi, anno dopo anno, arrivare a competere ai vertici di A2 per lottare con le primissime. Siamo già in un campionato di livello altissimo e alzare l’asticella è sempre più dif cile. La società però è solida, è in ottime mani e per questo i tifosi devono dormire sonni tranquilli: ci sarà da soffrire, com’è normale che sia, ma vedo un futuro radioso davanti a noi”.
Che cosa chiede a Babbo Natale?
“Chiedo che, dopo anni molto dif cili in cui siamo stati costretti a restare lontani, ci possa essere di nuovo vicinanza. E non intendo soltanto da un punto di vista sico. Certo, l’augurio è che quest’anno ci possano essere grandi tavolate di amici e parenti, ma al tempo stesso spero che tra le persone ci possano essere sempre comprensione, rispetto, stima, voglia di ascoltarsi. Da un punto di vista sportivo, come detto, mi auguro che il 2023 porti con sé in primo luogo la salvezza e, perché no, anche qualcosa di più, per gettare poi basi importanti in vista delle prossime stagioni. La volontà è quella di essere sempre più protagonisti: quest’anno no, ma non ci deve fare paura nominare la A1…”