Busto Domani 2/2022 - Aprile

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Bimestrale indipendente d’informazione

Busto Domani - ANNO XLI – N° 2 APRILE 2022 - Copia Omaggio


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Editoriale Sergio SergioColombo Colombo- -Direttore Direttore“Busto Busto Domani Domani”

Economia, scuola e società

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li indicatori economici emersi dal recente Forum Ambrosetti di Cernobbio hanno evidenziato come le prospettive di crescita – dopo un inizio d’anno promettente – sono in caduta libera. Troppi i comparti in sofferenza: agricoltura e produzioni alimentari in evidenza, mentre crolla il mercato delle auto (-29,7% su Marzo 2021). Il sistema industriale è il più penalizzato per l’esplosione dei costi energetici, sfiorando l’ossimoro: non è conveniente produrre perché non si è competitivi sui mercati esteri con l’inflazione che ha superato il 6%. A complicare lo scenario pesano le sanzioni europee praticate alla Russia che importa quasi il 2% dei nostri prodotti: un’altra ricaduta che si abbatte sulle imprese già provate da una pandemia che ha condizionato il sistema produttivo e in particolare l’export, volano della nostra economia. Anche se non manca qualche incentivo di sostegno, è la filiera promozionale – già emersa nell’ultimo Governo Berlusconi – che va razionalizzata. Troppi Enti (Istituto Commercio Estero, Simest, Camere di Commercio italiane all’estero, Uffici commerciali delle Ambasciate italiane, tanto per citare i più rappresentativi) hanno la delega per l’export generando costi supplementari e burocratizzando le procedure.

E l’invasione dell’Ucraina – spietata per le atrocità commesse – rappresenta un monito per l’occidente perché in palio ci sono la libertà e la democrazia mentre l’economia non po' sottovalutare questi due pilastri sui quali si costruisce il futuro delle generazioni. Ed occorre, coraggiosamente, investire sui nuovi modelli di sviluppo coinvolgendo le strutture scolastiche che hanno subito disagi e crisi. La scuola è socializzazione,

inclusione e condivisione, il luogo in cui si vivono le emozioni senza le quali non si cresce. Quasi una sfida per un radicale cambiamento che si riflette sull’impatto sociale e culturale del Paese. Recuperare valori e ideali rappresenta una priorità soprattutto per educatori e genitori onde ridare slancio al pianeta scuola in linea con le esigenze di una società civile, anche se sembra smarrita la relazionalità tra la gente, complice il Covid.

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Se le strutture sanitarie nazionali reggono all’urto dei ricoveri, è il rapporto pubblico-privato che va riequilibrato perché la salute è un bene primario garantito dall’art. 1 della nostra Costituzione e “l’eccellenza lombarda” si è rivelata, nel tempo, fragile. A seguire il volontariato e l’Associazionismo che basano la loro operatività sui rapporti interpersonali. Infatti, scarseggiano le risorse mentre sono aumentati gli adempimenti che mettono in difficoltà il sistema che necessita invece di semplificazione, ad iniziare dall’applicazione dell’IVA che incombe sulle varie rendicontazioni. E c’è molta attesa in casa nostra perché è scattata la deliberazione che assegna risorse straordinarie attraverso i fondi europei: il PNRR è tra i principali incentivi a disposizione delle Amministrazioni Comunali per dare una svolta alle rigenerazioni urbane delle città. Anche se è partito l’assalto alla diligenza, Busto Arsizio è stata costretta a rinviare il progetto per un reale riassetto urbanistico, ad iniziare dal Palaghiaccio che, da anni, mostra tutto il suo orrore lungo la SS Sempione. Un percorso ad ostacoli che incide sulla quotidianità anche se in città non mancano iniziative, dibattiti e convegni tesi a superare - insieme - un momento tra i più difficili nonostante la solidarietà bustocca, come sempre in prima linea!


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Politica e Economia Antonio Laurenzano - Tributarista

L’aggressione russa all’Ucraina

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iscrivere la storia del nuovo secolo e ridisegnare la carta geografica dell’Europa. È chiaro, nella sua drammaticità, l’obiettivo di fondo dell’invasione russa in Ucraina nella folle strategia di Vladimir Putin. Al di là di ogni pretestuosa giustificazione legata all’allargamento della Nato a Est e alle origini dell’Ucraina, “una Nazione inventata da Lenin”, la Federazione Russa del novello zar di San Pietroburgo agisce da tempo militarmente per alterare gli equilibri territoriali formatisi negli ultimi trent’anni. È il risultato di una precisa visione politica basata su un imperialismo che ha il “diritto” di ricostruire l’area continentale che era stata sotto il dominio dell’Unione Sovietica, la “grande Russia” pre-bolscevica, in funzione antiamericana. Dopo l’invasione della Georgia del 2008 e l’annessione della Crimea del 2014, l’aggressione all’Ucraina (Nazione indipendente dal 1991 grazie al 91% del voto popolare) si inserisce nella sanguinosa coerenza imperiale, in attesa di nuovi teatri di guerra nelle repubbliche del post 1990. Per un malcelato delirio di onnipotenza del suo Presidente, la Russia con le “operazioni militari speciali” continua a violare molti principi che reggono l’Onu: il rispetto della sovranità degli Stati, la

ra sul campo. Il genocidio del XXI secolo.

È un dramma umanitario, un delirio di onnipotenza coperto con le false “operazioni militari speciali”. Il massacro di Kiev continua mettendo in pericolo la democrazia e la libertà dei popoli.

regola dell’autodeterminazione dei popoli, l’obbligo di risolvere in modo pacifico le controversie e di non interferire con le competenze interne di altri Stati. Violati importanti accordi multilaterali sottoscritti, come quelli istitutivi del Consiglio d’Europa e dell’Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (Osce). Una guerra dichiarata alla democrazia e alla libertà dei popoli. Per il diritto internazionale, la Federazione russa è uno Stato fuori legge.

zioni dell’ex agente del Kgb, soverchiato dalla potenza cinese e sottovalutato dalla diplomazia occidentale, con il folle disegno di un ritorno al passato. Un revanscismo che con il sangue e le distruzioni in Ucraina, con il ricatto energetico ai “Paesi ostili” e la minaccia nucleare sta scrivendo un nuovo tragico capitolo nella storia del Vecchio continente. La guerra nel cuore dell’Europa! Inaspettata, imprevista, incomprensibile. Sanguinaria. Strage di civili, donne e bambini in fuga, città devastate, obiettivi sensibili colpiti, corridoi umanitari violati, carri armati all’assalto delle istituzioni. Il dramma umanitario di un popolo. Putin sta giocando le sue carte con cinica freddezza: ferocia al potere, crimini di guer-

Ma come reagire a uno “Stato canaglia”? Uno Stato che, sconfessando la visione Kantiana della “pace perpetua” diffusa nelle leadership politiche ed economiche europee con la fine della Guerra fredda e la caduta del Muro, è rimasto vittima delle frustra-7-

L’Unione europea, rimuovendo la colpevole acquiescenza filorussa del passato, ha riscoperto i suoi principi fondanti nel segno della solidarietà e della condivisione, figlie della sofferenza e del sangue europeo del Novecento. Compatta, reattiva e decisa, sta dando prova con spirito unitario di grande maturità politica a difesa della sovranità democratica di un Paese aggredito, condizione alla base di una pace duratura. Sanzioni, armi e debito comune per un orizzonte europeo, sempre meno nazionale. Tante le implicazioni belliche ed economiche, unico l’obiettivo: dare una svolta all’aggressione russa all’ Ucraina, potenziando -a oltre un mese dall’invasione- il coordinamento nella politica sanzionatoria contro Mosca per ripristinare la pace e la stabilità e difendere il diritto internazionale. Scelte strategiche precise: conferma del forte aiuto militare e umanitario all’Ucraina, rafforzamento dell’Alleanza a Est, interventi sulle forniture energetiche per ridurre gradualmente la dipendenza di gas, petrolio e carbone russi, fino a giungere al totale boicottaggio, bloccando ogni importazione dalla Russia e quindi i rifornimenti di valuta pregiata a sostegno dell’azione bellica.


Politica e Economia

LE SANZIONI Il punto cruciale rimane l’efficacia delle sanzioni finora decise contro il Cremlino. Di forte impatto finanziario è risultato il congelamento delle riserve valutarie detenute all’estero (oltre 643 mld di dollari) da Bank Rossii, la Banca centrale della Federazione Russa, per rendere impossibile all’istituto monetario di liquidare i suoi asset, venderli per difendere il rublo, crollato del 42% a seguito dell’invasione e delle sanzioni imposte da Ue e USA.

Nessuna possibilità per Mosca di finanziarsi sui mercati internazionali per contenere l’inflazione e il potere d’acquisto della sua valuta. Quello economico è il secondo fronte che si è aperto nel momento in cui Putin ha dato l’ordine di invadere l’Ucraina. Un fronte insidioso per la tenuta del regime. Nei forzieri della banca moscovita ci sono 2.300 tonnellate d’oro, tesoro che vale circa 140 miliardi di dollari, difficile però da monetizzare per le restrizioni che hanno colpito

Moody’s, il rischio di insolvenza e le potenziali perdite per gli investitori rimangono molto elevati, dato il marcato deterioramento nella capacità e nella volontà del Governo russo di far fronte ai propri obblighi di debito. Per la Russia non sarebbe scongiurato il default, già sfiorato in occasione del pagamento delle cedole da 117 milioni di dollari su bond in dollari in scadenza lo scorso 16 marzo. Ci sono altri importi in scadenza: circa 2,5 miliardi di dollari di rimborsi sui titoli statali. Le obbligazioni russe diventeranno carta straccia? Banche e investitori preparano la grande fuga.

la Russia. I lingotti fusi nel Paese non sono più accettati nelle maggiori piazze finanziarie, a cominciare dalla City londinese. Una situazione finanziaria che si è ulteriormente aggravata per la Russia dopo l’intervento del consorzio internazionale Swift che, su indicazione della Bce, ha inibito alle maggiori banche russe (oltre il 70% del mercato bancario del Paese) l’uso dei codici di sicurezza necessari per gli scambi Internazionali. Difficoltà a eseguire transazioni per le imprese e le istituzioni russe, con rilevanti danni economici. Bloccate le esportazioni e le importazioni per la impossibilità della regolamentazione dei relativi pagamenti. Da qui le ritorsioni, l’ultimatum (ambiguo) dell’autocrate del Cremlino per recuperare valore alla moneta nazionale e rispondere all‘embargo commerciale e finanziario dell’Ue: “gold standard” del rublo (cambio fisso legato all’oro) e pagamenti del gas in rubli. “Una violazione contrattuale” secondo i leader europei, i contratti in euro e dollari si rispettano. È il ricatto di un tiranno alle corde che gioca d’azzardo con l’Ue: sul tappeto una bolletta energetica di un miliardo di euro al giorno che rischia di azzerarsi in breve tempo.

La strada è segnata: se non cesserà il fuoco delle armi, inasprimento delle sanzioni per scacciare la follia di un despota a capo di un Paese sempre più isolato, non solo finanziariamente, dal resto del mondo, con accanto soltanto Bielorussia, Eritrea, Corea del Nord e Siria. Un’economia sull’orlo del baratro perché priva di normali relazioni commerciali. La Russia oggi è poco più di una “grande stazione di rifornimento”, dovendo dipendere per tecnologia, finanza, capitali e beni di consumo. Fermare Putin per evitare il collasso economico dell’Europa con dannose ricadute sul sistema produttivo dei

Secondo la società di rating -8-

singoli Paesi in termini di deindustrializzazione e crollo dei livelli occupazionali.

La salvaguardia della pace continentale, oggi brutalmente compromessa, impone però anche una svolta strategica: la nascita di una nuova Europa dotata di una politica di difesa e sicurezza collettiva a supporto di una politica estera comune e di un interventismo rapido nelle aree di crisi circostanti. Unanime l’impegno dei 27 Capi di Stato e di governo dell’Ue a un aumento delle spese militari. Il conflitto in Ucraina accelera la nascita dell’eurodifesa, il progetto visionario di Comunità europea di difesa (CED) di Alcide De Gasperi, bocciato nel 1954 dall’Assemblea nazionale francese. La guerra di Putin non lascia alternative. Nessuna resa, ma prepararsi alla guerra: non per combatterla, ma -nel segno di un illuminato pacifismo- per impedire a qualche despota, in debito con la storia, un tragico salto nel buio. Scongiurare cioè un punto di non ritorno. “Historia magistra vitae”.


L’intervista Redazione BD

Agesp al servizio della città A capo della società strumentale e più territoriale del Gruppo, AGESP Attività Strumentali S.r.l. ormai da oltre tre anni, Alessandro della Marra fa il punto della situazione sulle attività gestite in un periodo così particolare come quello vissuto nell’ultimo biennio. “Come è noto, il 2020 e il 2021 hanno coinciso con un periodo particolarmente drammatico: la pandemia ha drasticamente inciso sulla nostra vita e soprattutto sul nostro lavoro, ed ha influito pesantemente sullo svolgimento di tutte le attività. La società, tuttavia, non ha mai smesso di porre al servizio della cittadinanza le proprie prestazioni, riuscendo anche ad annoverare tra le numerose iniziative diversi progetti andati felicemente a buon fine. Per il Settore Parcheggi, comparto aziendale che più ha risentito di questa pandemia, ad esempio, si è continuato ad investire per il miglioramento delle strutture e per il soddisfacimento delle esigenze della città: si pensi ai progressivi interventi di restyling di diversi parcheggi (P. Giussano, P. Gavinana, P. Concordia) nonché alla sostituzione dei parcometri presenti sul territorio cittadino con nuove macchine di ultima generazione, dotate di un sistema di remotizzazione che consente il monitoraggio in tempo reale di eventuali anomalie, con conseguente possibilità

L’Amministratore Unico della Marra delinea realtà e prospettive dei sette importanti settori in cui opera Agesp attività strumentali.

di intervento immediato, con display da 2,2 pollici con indicazioni chiare ed intuitive e la possibilità di forme di pagamento che prevedono, oltre all’utilizzo dei contanti, anche l’impiego di carte di credito e bancomat con modalità contact-less, nonché l’utilizzo di app dedicate”.

fermati, offrendo così al cittadino assistenza e dispositivi di protezione che erano necessari ma contestualmente difficili da reperire. Nel 2021, poi, abbiamo inaugurato il Centro Tamponi tuttora attivo presso la Farmacia 1 di Viale Rimembranze, che offre il servizio di svolgimento di tamponi rapidi COVID-19 a prezzi calmierati ed un ambiente dedicato e confortevole. In riferimento alla gestione del Verde Pubblico, ricordo il completo restyling della cartellonistica dei parchi, oltre ai numerosi lavori di manutenzione straordinaria e di potatura del verde in diverse zone della città, alla piantumazione di gruppi di alberature di tipologia e dimensioni varie in parchi pubblici e in aree a verde di tipo estensivo.

AGESP Attività Strumentali gestisce un’ampia e diversificata gamma di servizi, oltre ai parcheggi: farmacie comunali, immobili comunali (manutenzione e gestione impianti elettro-meccanici), verde pubblico e arredo urbano, cimiteri, strade e segnaletica stradale. “Mi è doveroso fare un richiamo al settore farmacie - prosegue della Marra - durante la pandemia, con particolare riferimento al primo anno di emergenza, non ci siamo mai

Nell’ambito dei servizi strumentali, per il Settore Ma-9-

nutenzione Stabili Comuali ricordo i principali lavori che hanno riguardato le scuole cittadine, come ad esempio i lavori di adeguamento funzionale COVID presso le scuole di cui agli Istituti comprensivi: Bossi, Galilei, Pertini, Tommaseo, Crespi, Bertacchi, De Amicis, i lavori adeguamento sismico scuole Bellotti, Bossi, Galilei, Puricelli e i lavori di manutenzione straordinaria solai scuole elementari e medie, nonché gli interventi di manutenzione straordinaria presso le scuole Tommaseo. Il Settore Gestione Impianti Elettromeccanici ha eseguito, oltre agli ordinari servizi di manutenzione, lavori straordinari di riqualificazione della centrale termica delle scuole Galilei e gli interventi di messa a norma delle centrali termiche degli impianti sportivi comunali Centro di Atletica, Busto 81, Antoniana e Borsanese, nonché le opere di riqualificazione della centrale termica del poliplesso Rossini e l’intervento di sostituzione di un gruppo frigorifero presso la sede dei Molini Marzoli. In riferimento al Settore Strade, numerosi interventi correlati alla sicurezza viabilistica: oltre alla realizzazione di diversi attraversi pedonali rialzati, sono stati realizzati 6 attraversamenti pedonali protetti di ultima generazione (“Salva pedone”), con colonnine illuminate e led in corrispondenza delle strisce pedonali. Un innovativo sistema


L’intervista

per la messa in sicurezza degli attraversamenti pedonali non regolamentati da impianti semaforici, composto da colonnine con luci a led e led inseriti nel sedime stradale dotati di sensori che ne predispongono l’illuminazione quando si avvicina un pedone, rendendoli di fatto maggiormente visibili. Il posizionamento di questi “Salva pedone” è stato predisposto tenendo in considerazione alcuni dei punti maggiormente critici in città (Viale Diaz/ Beccaria; Viale Diaz/Orrù – due attraversamenti; Piazzale Solaro; Via Mazzini/Cairoli; Viale Rimembranze, 27). Anche la Segnaletica Stradale è stata caratterizzata da numerosi interventi di manutenzione: si pensi, ad esempio, all’attività di ripasso degli stalli di sosta per disabili, eseguita a fine 2021, con l’obiettivo di rendere progressivamente disponibili in condizione di perfetta visibilità le aree loro riservate. Non abbiamo trascurato, ovviamente, neanche i Cimiteri cittadini, per i quali segnalo, quale progetto straordinario, il posizionamento all’interno dei Cimiteri Principale e di Sacconago di isole ecologiche presso le quali conferire i rifiuti tipicamente prodotti in questi contesti: scarti vegetali, plastica e indifferenziato. AGESP Attività Strumentali, sempre più attenta all’adozione di comportamenti ecosostenibili e rispettosi dell’ambiente, ha ritenuto importante

ed utile anche ai fini della sensibilizzazione dei cittadini introdurre questa iniziativa, in collaborazione con AGESP S.p.A., gestore del servizio di raccolta differenziata in città. Di problematiche da risolvere ce ne sono ancora moltissime: così come abbiamo fatto per gli ultimi due anni, daremo precedenza alla risoluzione delle rimanenti partite aperte, per consentire una gestione sempre più efficace a sostegno dell’Amministrazione comunale e dei cittadini. Come sempre abbiamo messo al centro del nostro operato i servizi per la nostra città, senza mai fermarci e con molti sacrifici. Per questo ringrazio tutti i miei collaboratori per la disponibilità, l’impegno e l’operatività che non è mai mancata neanche nei momenti iniziali di lockdown totale. Abbiamo portato a termine tutte le iniziative che ci eravamo preposti grazie alla piena collaborazione dell’Amministrazione comunale, con il Sindaco che ha sempre dimostrato comprensione e consapevolezza e con tutti gli Assessori chiamati in causa per i vari settori.”

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Eventi Milena Origgi - Vocal Coach

Un successo da Busto a Boston

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iamo particolarmente grati a Milena Origgi, recentemente insignita della straordinaria e prestigiosa Genius Green Card americana, per aver aderito all’invito dell’Associazione Enrico Dell’Acqua che la proclamerà Socio d’Onore il 19 Maggio prossimo. Un riconoscimento che premia il talento, l’impegno e i sacrifici di questa benemerita “cittadina del mondo” che onora Busto Arsizio: quasi un ideale collegamento con Enrico Dell’Acqua che aprendo le vie del commercio, si è affermato come il pioniere dell’esportazione italiana. E Milena Origgi, stimata voce d’oltreoceano e ascoltata dai top manager internazionali, può rilanciare una relazionalità oggi indispensabile nei rapporti interpersonali. È più di un augurio per riproporre nel mondo il fascino industriale che ha caratterizzato, negli anni, la nostra Busto Arsizio: grazie per questa grande opportunità! (S.C.) L’evento programmato dall’Associazione Enrico dell’Acqua per celebrare la mia designazione a “Socio d’Onore” si avvicina e sono felice di condividere alcuni capitoli della mia esperienza. Molte persone, e soprattutto gli abitanti della mia città d’origine, i bustocchi, sono incuriositi dalla storia del mio successo essendo nota come la ragazza che ha diffuso il suo talento da “Busto a Boston”.

bocca che cancellava ogni distanza.

DALLE ORIGINI AI NOSTRI GIORNI

La motivazione ufficiale: "Aliens possessing Extraordinary Ability in the field of Vocal Coaching and Voice Awareness" (abilità straordinarie nel campo del Vocal Coaching e della consapevolezza vocale).

In sintesi. Nasco nella città definita dai testi storici “La Fenice” e sin da piccola sentivo dentro di me qualcosa di forte, energico e divino proprio come colei che risorge dalle sue ceneri guarendo grazie alle sue lacrime. Questa caratteristica si è evidenziata attraverso lo strumento che oggi mi ha concesso notorietà: la voce. A quei tempi, sentivo ripetermi questa frase: “La tua voce ha qualcosa di angelico”: una meravigliosa definizione e non posso che ringraziare ogni giorno Dio di questo dono. Questa forza dentro di me che oggi chiamo Inborn Voice era la mia missione: con l’aiuto di Dio e dell’amore della mia brillante famiglia questa ricerca si approfondiva ed arricchiva. Iniziai ad appassionarmi alle frequenze sottili della voce e

al loro potere e decisi di intraprendere, in concomitanza con lo studio delle lingue all’Università (Inglese, francese, spagnolo, giapponese, tedesco e russo), il grande fascino della medicina orientale fino alla kinesiologia e integrando la fisica quantistica. Questa scelta mi ha portato in tutto il mondo: dall’Alaska alle Hawaii fino alla Nuova Zelanda passando per il Circolo Polare Artico e l’Antartide. Tutti i popoli che incontravo, fondendomi con le loro abitudini, trovavano in me una capacità così naturale e rara di risuonare esattamente con le loro vibrazioni. Una frase che mi ripetevano era: “Qualunque lingua o suono sembra appartenerti fino a sentirti una di noi” non era una questione di modi, era proprio il suono che risuonava dalle mie orecchie alla mia

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I racconti di questi anni in giro per il mondo sono tantissimi ed alcune scoperte importanti sono riportate nei libri “La via della voce: un segreto nascosto sulla bocca di tutti” e “La guru della voce”. Qualcuno, essendo bustocca, diceva che la mia voce era potente e intensa come quella della famosa bustocca Mina, in fondo mi chiamo Milena! Le richieste erano continue e così iniziai a lavorare per alcune rinomate Accademie, ma prestissimo mi accorsi che volevano limitare il mio metodo cercando di omologarmi: IMPOSSIBILE! Così aprii il mio primo studio a Busto Arsizio. Inutile dire che fu subito curiosità e il passaparola riempii la mia agenda fino ad aprire un altro studio a Milano dove le richieste diventavano sempre più professionali. In quel periodo, grazie al supporto di mio marito, uomo dallo spiccato talento informatico, decidemmo di creare un sito che oggi è il primo in Italia senza pubblicità o sponsor. Siamo stati i primissimi sia a solcare il mondo di internet sia nelle lezioni online nazionali ed internazionali. Inutile dire che il “topic” business iniziava a raggiungere oltre il 75% delle richieste e


Eventi

In Giappone si è consolidato il successo della nostra concittadina.

fu proprio un uomo dal grande spessore professionale che mi disse: “Milena, Lei deve osare, il mondo degli affari e del lavoro l’aspetta”. Non me lo feci ripetere due volte e cosi creammo un nuovo sito specifico per il mondo degli affari, imprenditori, management, leadership e scegliemmo InbornVoice la voce che nasce con te e che guida la tua vera missione nel mondo. Questo rappresentava quel fuoco che sentivo dentro e che grazie all’amore dei miei nonni e della mia famiglia era sempre rimasto in contatto con la purezza e la trasparenza del dono che Dio mi ha elargito. Oggi porto in ogni mio cliente questo valore e molti che avevano disperso la fede tornano a sentirla: quanta gioia vedere quei sorrisi genuini e illuminati. Molti si chiedono cosa faccio e come e tutti noi di InbornVoice rispondiamo: “Non si può spiegare a parole, sarebbe limitante ma si sente, si vede,

è rivoluzionario e ci riporta a trovare la nostra voce autentica riappropriandoci della nostra identità nel profondo e soprattutto per chi si sentiva sconnesso, isolato, bloccato o per nulla innamorato della propria vita e voce”. Una cosa mi contraddistingue “Non conosco insuccessi” ogni problema vocale si risolve o, per chi si impegna meno, viene di gran lunga attenuato a volte anche nelle primissime lezioni. Il mondo del business inizia sempre di più a riconoscermi dopo tanta fatica, impegno, dedizione e tenacia nel non mollare mai e da Milano la voce echeggia fino alla mia amatissima Londra dove le richieste mi portano ad aprire un nuovo studio proprio a pochi passi dalla location della Regina. E da Londra all’Europa, il passo è stato breve...ma una promessa che mi ero fatta a 17 anni stava per realizzarsi...lo scopriremo nell’evento programmato il 19 Maggio!


Eventi Antonio Chierichetti Avvocato Amministrativista

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Il Comune e la rigenerazione urbana

a rigenerazione urbana è indubbiamente il tema centrale nelle odierne attività amministrative per il governo del territorio, sia a livello nazionale che locale, inclusi i principali comuni della nostra provincia, come Busto Arsizio. Di rigenerazione urbana si parla frequentemente in vari contesti ma gli interventi reali bisogna riconoscere che non sono altrettanto diffusi. Per andare oltre l’astrattezza delle dichiarazioni di intenti o delle progettualità riguardanti questo ambito fondamentale per la trasformazione delle nostre città, va considerato che, per realizzare davvero rilevanti interventi di rigenerazione urbana di elevata qualità, il ruolo delle amministrazioni comunali è determinante. Quindi è prioritario assicurare un efficace coordinamento tra le funzioni di indirizzo pianificatorio degli amministratori locali e quelle di gestione delle pratiche abilitative e di controllo delle burocrazie dirigenziali. Non a caso la più importante legge di Regione Lombardia in materia urbanistica di questi ultimi tre anni, la L.R. n.18/2019, è stata proprio quella dedicata all’incentivazione della rigenerazione urbana e del recupero del patrimonio edilizio esistente. Del resto non è possibile ottenere una riduzione del consumo di suolo – altro fondamentale obiettivo nel go-

Una visione aerea di Busto Arsizio che si ripropone ad intercettare i fondi del PNRR per rilanciare urbanisticamente la città.

verno del territorio - se non favorendo e incentivando, mediante la semplificazione di una normativa obiettivamente complicata, tutti gli interventi di riuso delle aree già edificate, mediante appunto attività di rigenerazione urbana, in particolare nelle aree ancora occupate da insediamenti dismessi. Tali interventi sono necessari e urgenti per migliorare la qualità delle città non solo in termini ambientali ma anche sociali ed economici, contrastando i fenomeni di degrado di vario genere e di conseguente desertificazione commerciale. La predetta legge lombarda del 2019 definisce infatti l’insieme degli interventi di rigenerazione urbana sia quelli urbanistico-edilizi sia quelli costituiti da iniziative sociali. Essi possono includere la sostituzione, il riuso, la riqua-

lificazione dell'ambiente già costruito e la riorganizzazione dell'assetto urbano attraverso il recupero delle aree degradate, sottoutilizzate o dismesse, nonché la realizzazione e gestione di attrezzature, infrastrutture, spazi verdi e servizi, il recupero o il potenziamento di quelli esistenti, in un'ottica di sostenibilità e di resilienza ambientale e sociale, di innovazione tecnologica e di incremento della biodiversità dell'ambiente urbano. Anche nel settore immobiliare il mercato da solo non riesce a garantire obiettivi di interesse generale e la mano pubblica nella riqualificazione delle città è indispensabile sia in termini di regolazione e pianificazione sia finanziari. Ad aprire reali potenzialità agli interventi è arrivato in questi mesi, grazie all’azione del governo e dell’Unione Europea, il PNRR (Piano nazionale

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di ripresa e resilienza) con la possibilità, per i Comuni italiani, di concorrere attraverso recenti bandi ministeriali e regionali per accedere a finanziamenti e contributi pubblici di particolare rilevanza. Queste straordinarie possibilità di finanziamento pubblico non potranno però essere concretizzate in carenza di efficaci e tempestive azioni degli organi amministrativi e dirigenziali dei Comuni interessati, a cominciare dalla partecipazione con progetti di qualità ai bandi stessi e, soprattutto, alla loro successiva attuazione.

STATO E REGIONI Anche la suddetta legislazione regionale lombarda si colloca per altro in un quadro normativo statale che, a questo proposito, risulta assolutamente carente rispetto alle attuali esigenze. Il Parlamento è da anni che discute varie proposte per arrivare finalmente ad una legge statale ma a tutt’oggi non è ancora riuscito nell’intento. Per i legislatori regionali più diligenti, incluso quello lombardo, non è dunque certo agevole avventurarsi nella terra incognita di città chiamate ad una serie di profonde trasformazioni senza avere l’orientamento che dovrebbe invece fornire la cornice normativa di una legge statale che, su questo tema, tarda ad arrivare. Non è quindi sorprendente se, nel contesto di un così


Eventi

carente quadro legislativo statale, che appunto non offre alle regioni adeguati riferimenti normativi, la corte costituzionale, con l’importante sentenza n. 202 del 6 ottobre 2021 – pronunciata nel giudizio di legittimità costituzionale della normativa lombarda in questa materia promosso nel 2021 dal TAR Lombardia per decidere un ricorso contro il piano di governo del territorio del Comune di Milano recante previsioni ritenute inconciliabili con la normativa regionale – abbia dichiarato l’illegittimità costituzionale di una norma essenziale della suddetta L.R. n. 18 del 2019 (nel testo vigente prima della successiva L.R. n. 11 del 24 giugno 2021) e cioè quella recante le disposizioni relative al patrimonio edilizio dismesso caratterizzato da particolari criticità. Ora, la perdurante carenza di una legge statale recante i princìpi fondamentali in tema di rigenerazione urbana, ha indubbiamente reso più vulnerabili le opzioni della legislazione regionale in questa materia, tanto è vero che la corte costituzionale ha censurato la suddetta normativa regionale proprio perché ritenuta in violazione della competenza esclusiva statale (esercitabile appunto solo dal legislatore statale) sulle funzioni fondamentali del Comuni, quale è la funzione di pianificazione urbanistica. Oltre alla farraginosità del

quadro normativo, a causa delle carenze legislative perduranti a livello statale, la citata sentenza del giudice costituzionale ha comunque riconfermato il ruolo centrale che deve essere assicurato ai Comuni. La corte costituzionale, nel difendere la funzione comunale in questo campo, ha infatti censurato la suddetta normativa regionale perchè “non fa residuare in capo ai Comuni alcun reale spazio di decisione, con l'effetto di farli illegittimamente scadere a meri esecutori di una scelta pianificatoria regionale, per questo lesiva dell'autonomia comunale presidiata dall'art.117 della costituzione, oltre che del principio di sussidiarietà”. Più in generale, sempre secondo la corte costituzionale: “l'imposizione ai Comuni, per di più al di fuori di qualsiasi procedura di raccordo collaborativo, di una disciplina quale quella in esame finisce per alterare i termini essenziali di esercizio della funzione pianificatoria, anche perché obbliga i Comuni a far dipendere le loro scelte fondamentali sulle forme di uso e sviluppo del territorio da una decisione legislativa destinata a incidere in modo assai significativo sull'aumento dell'edificato e sulla conseguente pressione insediativa. Ciò contrasta con l'assunto per cui "il potere di pianificazione urbanistica non è funzionale solo all'interesse all'ordinato sviluppo edilizio

del territorio ma è rivolto anche alla realizzazione contemperata di una pluralità di differenti interessi pubblici, che trovano il proprio fondamento in valori costituzionalmente garantiti". Ora, per concludere questi brevi appunti, è opportuno rilevare che qualsiasi legge, statale o regionale, non potrà comunque sostituire il buon governo all’interno della pubblica amministrazione locale. Sono infatti soprattutto i Comuni, gli enti pubblici in cui si devono definire le scelte di pianificazione e concordare le condizioni per il coinvolgimento degli investitori immobiliari e delle parti socioeconomiche, a cominciare dalle principali associazioni di categoria, attraverso progettazioni che siano davvero di elevata qualità urbanistica e ambientale. Non di rado, ancora oggi, alcune amministrazioni comunali, con i loro piani urbanistici, hanno invece interpretato il proprio ruolo ritenendo di realizzare

I Comuni italiani - 7.134 - sono rappresentati dall’ANCI.

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interventi di rigenerazione urbana inadeguati, ad esempio semplicemente sostituendo i vecchi fabbricati industriali dismessi con l’insediamento dei soliti centri commerciali. Andando in tal modo a determinare, tra l’altro, gravi effetti negativi sugli equilibri delle infrastrutture stradali e del sistema commerciale, aggravando la crisi della rete dei negozi di vicinato (rivelatasi preziosa anche durante la pandemia) e la conseguente desertificazione dei centri urbani, con buona pace della loro effettiva rigenerazione.

☞ Matrimonio senza officiante. Per informazioni: S. Berlusconi. ☞ Problemi per gli italiani? Litania governativa: non vi lasceremo soli. ☞ Maggioranza governativa ballerina. Ballando sotto le stelle. ☞ Il percorso del PD. Una corsa ad ostacoli. ☞ Grillo e i Cinque Stelle. In crisi anche la comicità. ☞ Crescono i partitini. E aumenta la confusione. ☞ Toti e le autostrade liguri. Tra il dire e il fare... ☞ Election day a giugno. La sagra delle promesse. ☞ Terminata l’emergenza sanitaria. È rimasto il Ministro Speranza. ☞ L’ex Sindaca Raggi. A Roma soffia il venticello delle indagini.


Sanità Emilio Lualdi – Medico

Medici in prima linea

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opo la lunga esperienza come Responsabile del Pronto Soccorso del Presidio Ospedaliero di Busto A., nel Novembre 2020 decido di partecipare al bando di concorso per medico vaccinatore insieme al Presidente, prof. Ivanoe Pellerin, della sezione varesina della LILT di cui faccio parte come Direttore Sanitario. La decisione è stata presa, perché credo che la vaccinazione sia uno dei mezzi messi a disposizione dalla medicina e dai ricercatori che, in questi mesi si sono impegnati a studiare nuove strategie, per fronteggiare questo terribile virus ancora poco conosciuto ma con tante sequele che purtroppo abbiamo dovuto imparare ben presto a conoscere e a contrastare. Ho affrontato questa nuova esperienza non senza difficoltà. All’inizio ci sono state polemiche, scatenate anche dall’opinione pubblica, relativamente a quale tipo di vaccino utilizzare e per quale popolazione. Pertanto non è stato facile spiegare alle persone che la scelta del vaccino era comunque sicura. Qui devo dire che i media non hanno avuto sempre un’influenza positiva perché la comunicazione non era chiara e univoca. Poi in molti hanno capito l’importanza della vaccinazione, ben consapevoli che se avessero contratto il virus non avreb-

Emilio Lualdi: una vita dedicata al prossimo come Primario del Pronto Soccorso del nostro Ospedale, poi Direttore Sanitario della LILT Provinciale ed ora medico vaccinatore.

bero avuto quelle pesanti conseguenze che abbiamo purtroppo visto durante la prima ondata pandemica. I dati comunque ci hanno aiutato a capire che chi si vaccinava era più protetto e proteggeva anche gli altri, ovviamente senza mai dimenticare le regole del distanziamento, uso delle mascherine, detersione delle mani ed evitando assembramenti. La mia esperienza in tutti questi mesi è stata più che positiva, non senza problemi e criticità che sono andate dal dover affrontare una nuova ondata pandemica con la campagna di vaccinazione in corso sino alla polemica con qualche paziente no-vax. L’impegno lavorativo che inizialmente era di qualche ora a settimana è diventato costante per tutti i giorni fe-

stività incluse, per contrastare la diffusione del virus che ad un certo punto stava condizionando le nostre vite, e poi perché si allargava la platea di popolazione da vaccinare che si estendeva all’ età pediatrica e che implicava una serie di richiami. In questi mesi abbiamo visto lo svilupparsi di tante varianti più o meno aggressive e con rapida diffusività, ma il senso civico e la speranza di poter, se non sconfiggere ma almeno attenuare questo virus , mi hanno portato a continuare questa attività, al fianco di tanti colleghi medici giovani , medici in pensione, infermieri e volontari che hanno deciso di sacrificare il loro tempo per dare una battuta d’arresto al covid. Purtroppo ho visto ancora colleghi ed infermieri ri-am-

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malarsi per il covid, ma questo non mi ha ostacolato anzi mi ha dato lo stimolo per continuare, anche in nome di medici che purtroppo ci hanno lasciato mentre lavoravano anche loro sul campo per curare i pazienti. Credo sia doveroso ricordare l’amico e collega Dott. Roberto Stella, a 2 anni dalla sua scomparsa, penso che anche lui avrebbe partecipato come medico vaccinatore alla campagna vaccinale. Il lavoro nell’Hub Vaccinale, dapprima a Malpensa Fiere poi a Gallarate, mi ha dato la possibilità di ascoltare tante storie di persone che in maniera serena hanno dato sfogo alle loro paure e situazioni di difficoltà, legate alla pandemia e a tutti i risvolti negativi che ci sono stati, e che tutti purtroppo abbiamo vissuto in qualche misura. Sicuramente questa esperienza mi ha arricchito oltre che professionalmente anche umanamente.

Un filtro necessario anche se qualche volta contestato


Premiazione

Come aiutare Busto Domani Alcuni lettori, apprezzando la nostra publicazione, hanno chiesto come contribuire a sostenere “Busto Domani” distribuito in omaggio attraverso le farmacie cittadine. Ecco le modalità: • Inserzioni pubblicitarie: telefonando al numero 340.5960377 o inviando un’e-mail a bustodomani81@gmail.com • Libero versamento (anche una tantum) su IBAN IT77 G050 3422 8000 0000 0011 825 A questi “sostenitori benemeriti” saranno sempre inviate le comunicazioni e inviti a tutte le iniziative programmate dall’Associazione Dell’Acqua. “Busto Domani” - che non riceve alcun contributo pubblico - anticipatamente ringrazia per la collaborazione.

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Sanità Giorgio Reguzzoni – Medico

Educare a non fumare

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’incontro con i ragazzi delle scuole medie rappresenta un momento importante di educazione ad assumere comportamenti responsabili e consapevoli, ma nello stesso tempo presenta delle difficoltà perché quanto noi adulti consideriamo fondamentale, suscita scarso interesse nel giovane. I danni del fumo che si manifesteranno a distanza di tempo non spaventano certo un adolescente e rimarcare continuamente gli aspetti negativi può anche portare a sensi di colpa nei ragazzi che già sono fumatori o li induce a colpevolizzare i genitori, gli amici e i parenti che già si sono abbandonati a questa abitudine. Quando all’inizio della conversazione si chiede ai ragazzi se sono convinti che il fumo faccia male, la risposta è di unanime consenso: quindi perché si comincia a fumare e come agire per indurre i ragazzi a non fumare? A mio avviso dando conoscenza e responsabilità. Anzitutto bisogna conoscere il fenomeno: il fumo è tra le cause principali delle malattie cardiache e vascolari, è uno degli agenti capaci di determinare ben 27 tumori diversi dell’uomo ed è la causa dell’ottanta per cento dei tumori polmonari, di cui muoiono in Italia 100 persone al giorno. Nel nostro paese fuma il 22% della popolazione, con un costante aumento delle donne fumatrici.

Nell’ambito del “Progetto di Educazione Socio-Sanitaria” avviato dall’Associazione Dell’Acqua nel 2016, il dott. Reguzzoni (foto) ha svolto oltre sessanta incontri per evidenziare ai giovani studenti i gravi danni causati dal fumo.

Un recente studio su un campione di studenti di Padova dimostra che il 52% dei fumatori ha iniziato nelle scuole superiori, il 43,4% nelle medie e il 4,1% addirittura nelle elementari; il 35% dei ragazzi di età tra 14 e 17 anni ha provato a fumare e il 41% ha provato la sigaretta elettronica. Quest’ultimo dato rende inevitabile affrontare il problema dei nuovi dispositivi, anche perché considerati più innocui, in particolare la sigaretta elettronica. Questa si basa sulla vaporizzazione di un liquido, generalmente costituito da alcool, reso gradevole dall’aggiunta di aromi che l’utilizzatore sceglie a suo piacimento. Quando le cartucce contengono nicotina possono indurre il processo di dipendenza: questa sostanza agisce lentamente, dà scarsi disturbi nell’immedia-

to, ma è considerata tra le più potenti nell’indurre la dipendenza; ecco perché i fumatori incontrano così tanta difficoltà a smettere di fumare.

L’ALTERNATIVA

La sigaretta elettronica indubbiamente è meno dannosa della tradizionale, i danni provocati sono fondamentalmente irritazione delle vie aeree, fin a dare polmoniti. La possibilità di usare sigarette a differente concentrazione

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nicotinica ne ha fatto anche uno strumento per la disassuefazione del fumo, conseguita nel 20% dei fumatori che hanno intrapreso il percorso terapeutico. Però il 45% degli utenti continua a fumare anche le sigarette normali e soprattutto i giovani che si accostano alla sigaretta elettronica hanno una elevata probabilità di diventare fumatori stabili duali entro un anno. Il secondo prodotto che richiama l’attenzione dei giovani è la sigaretta a combustione controllata. In questo dispositivo, il più diffuso è Iquos, un piccolo blocco di tabacco è bruciato a bassa temperatura ed il fumo è inalato dopo essere passato in diversi filtri. Il prodotto finale contiene meno catrame e sostanze cancerogene rispetto alla sigaretta normale, ma non ne è esente e quindi può risultare ugualmente dannoso sulla salute nel lungo periodo, senza contare che contiene nicotina e quindi provoca dipendenza. Questi dispositivi hanno trovato un mercato sempre crescente, anche tra i giovani che sono i soggetti più vulnerabili, perché il loro organismo in crescita li rende molto più esposti ai danni da agenti esogeni. Particolarmente impressionanti sono i dati dell’influenza del lockdown sull’abitudine al fumo: l’Istituto superiore della Sanità riporta che dall’aprile 2020 al mag-


Sanità

gio 2021 in Italia c’è stato un milione di fumatori in più, che questo si è verificato maggiormente tra gli ex fumatori e che, oltre alle sigarette convenzionali, è aumentato del 30% sia l’uso di sigarette elettroniche sia di dispositivi a combustione controllata.

LA DIPENDENZA Quanto si è verificato pone l’attenzione sui meccanismi psicologici che stanno alla base del fumo nell’adulto ed in quel contesto lo stress, le insicurezze personali, la ritualità hanno giocato un ruolo fondamentale. Nell’adolescente le dinamiche sono un po’ diverse: il contesto degli amici e la curiosità giocano un ruolo predominante. La voglia di trasgressione, il bisogno di socializzare con i coetanei, la conquista dell’autonomia dai modelli proposti dai genitori, imitando quelli presi a riferimento, possono portare ai primi approcci alle sigarette, innocenti scappatelle se sporadici, ma che portano alla dipendenza se diventano costanti. A quel punto il fumatore non potrà fare a meno della sigaretta, sia per un bisogno fisico che si manifesta quando viene meno la nicotina, sia per un bisogno psicologico: la propria personalità ha un valore positivo se associato alla sigaretta, toglierla signi-

fica cambiare in peggio la percezione di sé stessi. Se la molla principale a fumare è la trasgressione, la dipendenza al fumo si associa spesso ad altri atteggiamenti trasgressivi, come l’uso di droghe leggere e di allucinogeni. Nell’educare i ragazzi a non fumare bisogna portare dei modelli di riferimento positivi, come personaggi dello sport e dello spettacolo non fumatori ed eccellenti, bisogna sottolineare anche l’impatto negativo dell’industria del tabacco e del fumo sull’ambiente (il fumo nel mondo ogni anno inquina come tre milioni di voli transatlantici!) e bisogna lasciare al ragazzo la consapevolezza di poter fare liberamente le sue scelte, ma che siano e basate su adeguate conoscenze.

OLGA FIORINI Ha iniziato con grande passione con la scuola di cucito. Oggi ACOF è una splendida realtà che annovera oltre 3.000 alievi. È il miracolo di Olga Fiorini, recentemente scomparsa, che ha dedicato la vita ai giovani elargendo loro, con grande modestia, preziosi consigli e, con riconosciuta professionalità, ha gratificato Busto Arsizio. Un forte abbraccio dalla Redazione di Busto Domani.

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Comunicazione Progetto del Teatro delle Arti

EREDITA’, Fare futuro: un festival per la rinascita Il mondo dell’arte, della cultura e dello spettacolo ha subito quest’anno un duro colpo, ma allo stesso tempo è emersa con forza l’identità e il potenziale che questo universo ha da offrire: ha infatti preso forma la consapevolezza del ruolo che l’arte e la cultura rivestono nella collettività. In questo scenario Filosofarti, pure fra mille difficoltà, ha sentito il dovere di riproporsi, come ogni anno, alla luce della vocazione che guida un volontariato culturale proteso verso un umanesimo integrale. Si è inteso infatti continuare ad offrire cultura al territorio perché non si venisse sopraffatti dal momento presente, facendolo anche attraverso modalità compatibili con l’emergenza sanitaria proprio per non vanificare un ‘tempo’ che, ora più che mai, ci viene restituito per un uso proficuo e per un arricchimento interiore. Del resto, la tensione verso la bellezza e la verità da sempre costituisce lo sfondo del progetto di Filosofarti, festival giunto alla XVIII edizione nella convinzione che il pensiero filosofico e le esperienze artistiche siano patrimonio comune di civiltà e di ascolto rispettoso anche fra lontani e proposta che ancora una volta si sviluppa in coerenza con l’onorificenza al merito ottenuta dalla Presidenza della Repubblica per l’impegno sociale e culturale. Il confronto su un tema come EREDITA’ ha rappresentato la nuova sfida di un festival che ha visto negli ultimi anni

Nel redazionale della prof.ssa Cristina Boracchi, Preside del Liceo Crespi di Busto Arsizio, emerge lo scenario di Filosofarti. Tra i relatori volti noti: Umberto Galimberti, Umberto Curi e Massimo Cacciari.

anche Regione Lombardia e la Fondazione Comunitaria del Varesotto condividere un filo conduttore che ha portato a questa nuova edizione che è stata dedicata, ancora una volta, all’incontro con testimoni della contemporaneità e che, nel contempo, non si è sottratta al bisogno di progettare il futuro nella consapevolezza del presente. L’iniziativa, che da sempre sposa la logica della rete culturale che unisce un territorio di area vasta interprovinciale in una progettualità condivisa, ha offerto esperienze di carattere filosofico, artistico – musicale, teatrale, visivo e fotografico - grazie alle quali si permette a tutti, dal bambino all’adulto, dall’esperto al semplice curioso, di confrontarsi con la riflessione filosofica e di farlo attraverso modalità interattive e innovative senza

snaturare la complessità della teoresi. Il Festival ha promosso infatti la diffusione delle relazioni fra arte e filosofia generando un circuito virtuoso che ha coinvolto Busto Arsizio, Varese, Laveno, Castellanza, Arona, Samarate e Besnate e molte altre città oltre a Gallarate, dove si colloca il nucleo organizzativo dell’Associazione Culturale del Teatro delle Arti. Infatti molte realtà hanno accolto la sfida di condividere un progetto culturale nel quale le esperienze del teatro, del cinema, della musica, della scrittura e delle arti figurative sono state proposte come veicolo di riflessione, di pensiero e di comunicazione aperta e rispettosa delle diversità ideologiche e culturali. Avvalendosi di patrocini illustri - la Fondazione del Varesotto, oltre al Centro di Promozione della Legalità della

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provincia di Varese e quindi anche il MIUR Ufficio regionale Lombardia, gli enti locali e universitari coinvolti e, non da ultimo, la Società Filosofica Italiana sezione Varesina, Filosofarti rimane esempio di una cultura che si fa rete e co-progetta con le diverse realtà emergenti nella cultura cittadina e provinciale un prodotto coerente e dinamico, in grado di portare la filosofia alla gente, senza deludere le aspettative degli specialisti. Un modello, questo, che ha fatto scuola nel territorio. Ed ecco allora che Filosofarti genera una ‘piazza’ che, anche se dovesse essere virtuale, sarà viva per permettere di esprimere diverse visioni del mondo e di discutere idee non necessariamente contrapposte, avviando uno stile di ascolto e di onestà intellettuale che porta alla riconsiderazione dei valori di cittadinanza entro i quali risiedono i capisaldi della convivenza civile.

QUALE EREDITÀ? La domanda di fondo del festival verteva su cosa ereditiamo dal passato, dalla storia personale e comune, dalla tradizione, e su come tale eredità possa essere un lascito di miglioramento per il futuro individuale e collettivo. Tra le tante iniziative, vale la pena ricordarne alcune tra le più significativi. Il Festival si è aperto con la


Comunicazione

presenza di Umberto Galimberti, volto internazionale della filosofa e della psicoanalisi, che ha interpellato su A che punto è l’educazione familiare e scolastica, affondando nelle emergenti questioni della povertà educativa, delle relazioni familiari e scolastiche in un universo adulto e mediatico non sempre in grado di leggere la ricerca di senso dei più giovani. Enzo Bianchi, fondatore della comunità di Bose, la sera stessa ma in Basilica a Gallarate, ha proposto una riflessione sulla Sequela, con un taglio filosofico e teologico in collaborazione con la Parrocchia di Santa Maria Assunta, che la sera dopo ha ospitato l’atteso concerto dell’Ensemble Amadeus con L’eredità di Vivaldi. Busto Arsizio ha ospitato in presenza ai Molini Marzoli domenica 20 l’intervento di Umberto Curi, su Il dono dei classici: quale eredità nel contemporaneo, ad avviare un percorso che ha visto anche Laveno, con Mario Iodice e Arona, il 3 marzo con Eugenio Borgna, intervenire nei giorni successivi sul versante della eredità dei classici e della loro interpretazione. Massimo Cacciari è stato in presenza a Gallarate con il suo Lettera al padre, che attraverso Kafka e Shakespeare porta al tema della figliolanza e delle responsabilità rispetto ai lasciti dei Padri. Varese ha promosso l’evento on line con Carlo Sini: a lui il compito di intervenire dal punto di vista filosofico su

L’uomo eurocentrico: la fine delle immagini ideali, preparando l’evento con la filosofa R. De Monticelli che ha riletto la autobiografia di A. Spinelli, padre del Manifesto di Ventotene del quale ricorre ancora l’anniversario. Incontro on line ma molto atteso quello con il filosofo blogger M. Saudino, volto di una filosofia pop che attraverso la scuola di Mileto ha offerto uno sguardo sul futuro.

L’arte ha fatto irruzione nel festival con vari eventi di rilievo: la mostra presso il Sestante Fotoclub di Gallarate di Rosa Colaceci, e con AFI, Associazione Fotografica Italiana, si è proposto presso il centro Giovanile Stoa un incontro con proiezioni commentate, animato da Claudio Argentiero sul tema: L’archivio fotografico: eredità che diviene memoria collettiva, in conversazione con fotoreporter del Novecento e di oggi.

proposta nasce dall’esperienza che diversi cori hanno fatto nel preparare la registrazione dell’Inno al Santo Padre Francesco composto da Nicolas Tonoli (testo) e Roberto Bacchini (musica). Insomma, un Festival per tutte le età e le passioni: chi fosse interessato, troverà molti degli eventi citati ancora visibili on line in www.filsofarti.it/ programma.

PROGRAMMAZIONE

Il Teatro delle Arti di Gallarate ha invece ospitato un eccezionale concerto jazz e blues del Duo Max De Aloe e Roberto Olzer, che ha visto duettare l’armonica cromatica e la fisarmonica presentando la produzione del DUO: Una notte di coprifuoco. Anche questo evento è stato, come ogni altro, a titolo gratuito, anche se si è confidato e tuttora si confida nella generosità del pubblico al quale offriamo la possibilità di contribuire come da www. filosofarti.it/sostienici.

PILLOLE DI SAGGEZZA

Ed era solo l’inizio di un programma ambizioso, dunque, che è continuato anche nei giorni successivi con altri importanti ospiti. Il Centro di promozione della legalità ha permesso invece di ripercorrere la vicenda umana e professionale dell’eroe borghese, avvocato Giorgio Ambrosoli, attraverso la testimonianza del figlio, Umberto. La parabola esistenziale di Giorgio Ambrosoli si colloca all’interno dell’affaire Sindona e della Loggia P2, con le inerenze alla malavitosità italiana e italo-americana, e ha permesso di coglierne la eredità morale, tuttora testimonianza per i più giovani. Sul profilo più prettamente filosofico, impossibile non menzionare la presenza on line di Maurizio Mori, teoreta torinese, che ha riflettuto su come e quanto le nostre radici culturali possano incidere sulla progettazione del futuro individuale e collettivo.

A Busto Arsizio, all’Istituto cinematografico Michelangelo Antonioni, Matteo Inzaghi, saggista e direttore di Rete 55, ha proposto anche attraverso spezzoni cinematografici un’analisi di come il cinema possa essere luogo di testimonianza e di denuncia. Infine, la musica sacra è tornata in basilica a Gallarate con l’Ensemble Vox Cordis, con coro e orchestra diretti da Roberto Bacchini con Giusy Tunici all’organo. Questa

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• Chi è davvero cortese non avanza pretese • Chi è buono di natura avrà la vita dura • Sconforto, dubbi e affanno come vengon se ne vanno • Nessun governo regge con gente senza legge • Fiducia massima in sé stesso è buon segreto di successo • Non serve a niente correre, a chi non parte in tempo • Ricchezze e acqua di mare non possono dissetare • Chi si abbandona al fato è da questi abbandonato • Chi ascolta troppa gente conclude poco o niente • La gioventù è ventata, te ne accorgi quando è passata


Comunicazione Giuseppe Strazzi - Editorialista

I Mass Media: fabbrica della verità?

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a comunicazione sociale è un fatto culturale e la cultura è l'opposto dell'automatismo anche se, servendoci noi per comunicare col linguaggio scritto o parlato di un codice sociale che abbiamo trovato già bello o pronto, una parte di automatismo interviene sempre in ogni avvenimento collegato in qualche modo al linguaggio. Usando i mass media (radio, TV, giornali) si veicolano idee che possono essere espressive o strumentali. Le Idee espressive sono quelle che cercano un senso nei fatti, interpretandoli. Quelle strumentali, invece, si fermano al dato di cronaca o al semplice resoconto. Queste ultime oggi sono le prevalenti nel pensiero della massa. I mezzi e le tecniche di comunicazione, nel bene e nel male, costringono nei tempi lunghi le idee a mostrarsi per quello che sono davvero. Vengono denudate dagli aspetti e dalle finzioni con le quali gli uomini le ammantano. Ciò costringe il potere di per sé irritante e scostante, a mettere le carte in tavola e a perdere la sua partita quando per vincerla dovrebbe continuare a barare. I mass media, come ogni altro potere delle società pluraliste moderne, camminano all'interno di un grande processo comune, modificandolo ed essendone modificati in accordo o in conflitto con altri innumerevoli poteri e forze.

ne è potere. Anche i programmi di divertimento, demenziali a volte, concorrono a far dimenticare e a non approfondire i reali problemi della quotidianità. TV d'evasione si dice.

QUALE COMUNICAZIONE?

Le fake news, soprattutto con l’avvento dei social, hanno inquinato l’informazione e alimentato la distorsione dei fatti.

Sugli effetti dei mass media nella società esiste ormai una sterminata biblioteca e si può risalire al primo peso che ebbe la televisione nella sconfitta statunitense in Vietnam: proviamo a riflettere oggi circa il massiccio coinvolgimento televisivo nelle guerre in Iraq, Siria, Libia, ed ora Ucraina. Noi assistiamo ad una "fabbrica della verità" molto labile e spesso contrastante. L'opinione (che non è la verità) si divarica tra chi ha ragione e chi ha torto. Tra chi vince e chi perde. Infatti, le forze economiche, politiche e sindacali che lottano per il controllo dei mass-media cercano con ogni inganno di semplificare il problema e di far credere, a seconda dei loro interessi e collocazione, che basterebbe vigilare su una sola funzione della macchina per ottenere

un risultato concreto. Così abbiamo visto, per restare in Italia, nell'ambito radiotelevisivo difendere negli anni '70 il monopolio della RAI-TV presentato come la più alta garanzia di un'informazione obiettiva e completa e nello stesso tempo attaccare quel monopolio dalle forze escluse dal suo controllo. Quanto a questo aspetto si deve pensare che la televisione favorisce certi processi di rivolta perché mette a contatto con problemi che prima non sospettavamo nemmeno e che ora si vorrebbero risolvere subito per riparare ingiustizie e frustrazioni. Forse non è un caso che il potere della pubblicità abbia spinto le idee delle persone a consumare di più. Ad essere meno formiche e più cicale. Il potere è consapevole come non mai che la comunicazio-

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La fabbrica della verità oscilla tra il potere delle idee da far accogliere e la cattura del consenso per dominare la gente. A questo punto le categorie-strumento della interpretazione (cioè l'opinione pubblica) nella democrazia borghese ed elitaria e il consenso nella democrazia di massa contemporanea, appaiono insufficienti tanto per leggere e criticare correttamente i mutamenti della società, quanto per gestire in termine di potere-governo l'esistente o in termini di contropotere-opposizione, il cambiamento e l'alternativa. Anche perché è sempre più evidente la violenza che caratterizza ormai l'impatto e la diffusione di messaggi e le servitù economiche o di consenso alle quali soggiacciono i produttori moderni di messaggi. Quando la nuova tecnologia si coniuga con la parola, l'effetto pragmatico può essere dirompente. Infatti non è azzardato dire


Comunicazione

che senza la televisione, quella del Vietnam sarebbe stata una delle tante guerre coloniali combattute lontano, senza controlli e senza testimoni. Con la televisione essa ha mostrato a milioni di americani il vero volto della guerra mentre stavano seduti in poltrona a casa loro. Ha scritto Kissinger: "Quella del Vietnam era poi la prima guerra a essere trasmessa per televisione e commentata da una stampa in larga parte ostile…" In fondo un telegiornale parla a una platea dove ad ogni fila di poltrone c'è una diversa visione del mondo e dei suoi valori. C'è una diversa concezione dell'obiettività e da dove, scatta spesso la ripulsa, la reazione deviante o per lo meno l'accoglimento con riserva. Io credo che la crisi attuale dei mezzi di comunicazione di massa che troppi esperti si ostinano a valutare soltanto come funzionale, strumenta-

le, organizzativa ed economica, faccia parte della più vasta crisi di una nuova potenzialità umana che non riesce ad esprimersi e ad organizzarsi. Basti pensare alla crisi di spettacoli o di violenza o di divertimento lascivo (veline, soubrette) e vuota di contenuti di valore culturale.

SEGNO DEI TEMPI La crisi dei messaggi che essi trasmettono, degli strumenti e dell'organizzazione è solo un aspetto (si pensi ai giornali…). Se viviamo, come a molti sembra, nell'anno zero di una rivoluzione che prima di tutto è antropologica (chi è l'uomo? Quale uomo?), ai giornali e ai giornalisti spetta soltanto il compito di cogliere i segni dei tempi, nella speranza che una proposta davvero alternativa per un mondo che sappia ritrovare i valori e le regole di una convivenza accettabile. Oggi

la frammentazione del consenso in una serie di consensi differenziati, divergenti e opposti è la regola, strettamente collegata con la diffusione dei mass-media. Quale verità allora può derivare dai mezzi di comunicazione di massa? Occorre dire che i mass-media e in particolare la pubblicità che si avvale più subdolamente della persuasione occulta e della manipolazione delle coscienze, porta all'occultamento della verità oggettiva e razionale. Nella cultura greco-romana che ha dato origine alla cultura occidentale europea la ricerca della verità consiste in un ritorno a sé stessi. Rientra in te stesso e troverai il bene! Conoscersi è in realtà una specie di dialogo con sé stessi perché significa interrogare il proprio demone e scoprire nel proprio intimo l'esistenza di qualcosa di diverso dai sensi. I greci pensavano che l'uomo invincibile non si lasciasse turbare da nulla che fosse esterno alla sua persona. La TV , oggi è un mezzo esterno a noi! Anche oggi nell'era della comunicazione di massa, la verità va faticosamente pensata dentro sé stessi in relazione agli altri uomini. Se troppa televisiomania non porta a ciò, meglio tornare a meditare buoni libri che danno la dimensione dell'interiorità e la scoperta educativa

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del silenzio che si traduce in riflessione e in introspezione di cui abbiamo bisogno a seguito di una vita frenetica e convulsa. L'esule russo Joseph Brodskij premio Nobel per la letteratura nel 1987 diceva:"Esiste un delitto più grave della distruzione dei libri: è l'indifferenza verso i libri, la non lettura, delitto che una persona paga per tutta la sua vita; e se il delitto è commesso da una Nazione intera, essa la paga con la sua storia…". La fabbrica della verità, costruita con i mass-media, in un tempo di grandi sfide riesce a rendere l'uomo più uomo e a ricordargli lo slancio (elan vital) per cercare l'autenticità del senso della vita?

BUSTO DOMANI È ONLINE! A sperimentazione conclusa con successo grazie ai numerosi contatti ottenuti, "Busto Domani" prosegue nella sua azione promozionale con la diffusione anche online. Saremo lieti di conoscere il Vs. parere per permetterci di ulteriormente migliorare il servizio. Basterà collegarsi a www.enricodellacqua.org per leggere i vari redazionali. Grazie per la collaborazione.


Attualità Simone Colombo - Presidente

La storia della Famiglia Sinaghina

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e origini della famiglia Sinaghina risalgono al giugno 1974 quando il rag. Angelo Della Vedova, segretario del corpo Musicale Santa Cecilia, ricordava ai concittadini che nel 1975 sarebbe ricorso il centenario di fondazione della Banda Musicale e chiedeva come celebrare degnamente l’avvenimento. Era un periodo nel quale, anche a causa degli avvenimenti del 1968 si viveva un parziale abbandono delle tradizioni. A tal fine si pensò che la soluzione migliore sarebbe stata quella di costituire una Associazione, autonoma ed indipendente, che fungesse da fulcro propulsore per tutte queste iniziative. Nell’ottobre dello stesso anno si invitarono i rappresentanti di tutte le attività culturali e sportive, commercianti ed artigiani, imprenditori e liberi professionisti, tutti convinti della necessità di dar vita ad una associazione che fosse un punto di riferimento per la riscoperta dei valori delle nostre tradizioni culturali. In occasione di quell'incontro fu deciso di chiamare l'associazione "Famiglia Sinaghina", sulla falsariga della Famiglia Bustocca. Venne nominato il Presidente, il segretario, il cassiere e l'assistente spirituale nella persona di Don Alessandro Luoni. La costituzione ufficiale dell’associazione si formalizzò solo nel nel 1975. Primo “regiù” il dott.Egidio Ballarati e nel febbraio dell'anno se-

dell'Umbria. In campo missionario furono intraprese iniziative a sostegno dell'opera di Padre Ambrosoli in Uganda, del dottor Marcello Candia in Amazzonia, e della dottoressa Emma Cucchi in Perù, finanziando la costruzione di un Ospedale.

TARLISU E BUMBASINA L’attuale Presidente Simone Colombo, la Giueubia 2020 e il Gentiluomo Rolando Pizzoli.

guente gli successe, per quasi 35 anni, Giovanni Sacconago. Fu benedetta la Bandiera, offerta da Carlo Sacconago e fu creato il Logo raffigurante una rosa con due mani al centro che racchiudono la Chiesetta della Madonna ln campagna, uno dei simboli iconici di Sacconago. Da quel momento iniziò l'attività, tesa a riscoprire e rinverdire le nostre tradizioni nelle quali aveva parte importante anche il corpo Musicale S. Cecilia: la Giöbia , il Carnevale, la Festa della Madonna in campagna, la Festa Patronale S. Pietro e Paolo, la sagra dell'uva, il Concerto di Auguri. Da alcuni anni si celebra anche la Festa del Ringraziamento. La Famiglia Sinaghina si distinse non solo come associazione culturale ma anche sociale, dal momento chefurono organizzati anche corsi

di taglio e cucito, inglese, chitarra e fisarmonica; non mancarono comunque iniziative a carattere umanitario: in occasione del terremoto in Friuli, in collaborazione con l' On. Giuseppe Zamberletti, Commissario della Protezione Civile, fu offerta al paese di Buia una casa prefabbricata e organizzata una raccolta di materassi, coperte, indumenti in occasione di quello

Ma il vero vanto della Famiglia Sinaghina è il Carnevale Bustocco. Era il Gennaio 1983 quando la Famiglia Sinaghina iniziava ad organizzare il Carnevale per il settimo anno consecutivo, e il Presidente aveva il desiderio di creare un simbolo per la propria città. Ricordandosi che nel 1948 alcuni giovani avevano sfilato con dei vestiti da stoffa per materassi, e che l'anno seguente il 'Tarlisu' era stato già eletto “Maschera Bustocca”, riprendendo quella tradizione fece costruire da una ditta

Le tipiche maschere bustocche con il sindaco Antonelli

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Attualità

un pupazzo che voleva essere il simbolo della città tessile e lo chiamò "Tarlisu". La proposta fu accolta con entusiasmo dal Sindaco Angelo Borri e con delibera n. 313 del 16.2.1983 la Giunta Municipale deliberò di proclamare il TARLlSU MASCHERA TIPICA della città di Busto Arsizio. Da qui prese avvio una serie di iniziative sempre più importanti tese alla riscoperta delle tradizioni locali. L'entusiasmo per il "Tarlisu" portò anche alla realizzazione di un disco (Ul Tarlisu - tarlén tarlàn) e dell'arazzo "Tarlusi" - Maschera Bustocca, vero capolavoro di arte tessile, che da allora è stato conferito in esemplari numerati a personalità cittadine e ospiti della città, come simbolo della tradizione tessile di Busto, piccola "Manchester d'ltalìa". A maggio 1983 fu indetto un concorso di poesia dialettale sulla Maschera di Busto, per assegnare il 1° Tarlisino d'oro con premiazione al Teatro Sociale, in occasione della presentazione della Maschera del Tarlisu alla Città. Il successo fu tale da essere invitata nel maggio 1984, assieme alla Banda di Sacconago e il club Twirling, dal governo di Malta al Gran Carnaval e la partecipazione all’evento, di tre giorni, riscosse grande successo. Nel 1986, fu abbinata al Tarlisu anche una figura femminile, identificata nella BUMBASINA, nome del tessuto

grezzo utilizzato in particolare per fare lenzuola… e le due maschere dal 2017 hanno anche una figlia, Tarlisina, che come ogni buon Sinaghin Bustocco che si rispetti ha un suo soprannome, nel caso specifico corrisponde a “Fudretta”, chiaro riferimento alle Federe dei cuscini.

L’AZIONE CULTURALE La famiglia Sinaghina è sempre stata molto attiva nel promuovere quanto può valorizzare il proprio patrimonio artistico e culturale. Nel 1985 fu indetto un concorso nelle Scuole, con la collaborazione del Régiù della Famiglia Bustocca rag. Narciso Ceriotti, sulla poesia dialettale di Enrico Crespi “A canzon dul telar a man”. Il grande successo di questa iniziativa evidenziò l'interesse alla riscoperta della storia e delle tradizioni locali e fu richiesto dai docenti di elaborare un testo su questi argomenti da distribuire agli alunni delle terze elementari che servisse di base ad un triennio di studio. La pubblicazione, intitolata "Scampoli di storia bustocca", progettata e realizzata dal Club Amici del Tarlisu col patrocino dell'Amministrazione comunale, vide la prima edizione nel 1987. Si prefiggeva di avvicinare i giovanissimi allievi delle scuole bustesi (e anche le loro famiglie) alle radici

della cultura del territorio: attraverso la rivisitazione dei mesi dell'anno, delle tradizioni e delle realtà di lavoro e vita, mettere in luce le linee di fondo di una città che è sempre riuscita a manifestare inventiva, capacità di realizzazione, attaccamento al lavoro, vivo sentimento di generosa solidarietà. Dava inoltre un importante contributo al ricordo di fede, tradizioni, consuetudini, manifestazioni espressive del dialetto. Da allora, per diversi anni, il libro è stato consegnato a tutti gli alunni delle classi terze elementari delle scuole di Busto Arsizio. Nel 1998 ha promosso la posa del Monumento alla Municipalità dell’ex Comune di Sacconago (opera dello scultore Angelo Mainieri) in occasione del 70° anno dall'accorpamento di Sacconago a Busto Arsizio: l’ubicazione è significativa in quanto antistante all’area su cui sorgeva il municipio.

Un’applaudita sfilata carnevalesca

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Dal 2014 la sede dell'associazione è situata nei locali messi a disposizione dalla Parrocchia, in piazza Carlo Noè, proprio sotto il campanile della Chiesa Vecchia, quasi a testimoniare la funzione dell'associazione a “radice” della storia del “paese” di Sacconago. L’associazione ha visto un forte cambio generazionale con nuove iniziative di carattere storico e culturale volte a promuovere la storia locale ma soprattutto a favorire la circolazione della cultura e del bello in un clima di amicizia come è sempre stato nello spirito dell’associazione.

UN RICCO CALENDARIO Le manifestazioni tradizionalmente gestite dalla Sinaghina, sia in proprio sia, negli ultimi tempi, con la collaborazione di altri enti, sono: il carnevale bustese, la S. Messa del Ringraziamento


Attualità

(alla terza domenica di Maggio), la sagra dell'uva, i concerti degli Auguri di Pasqua e Natale, ma anche gemellaggi con associazioni culturali e di volontariato quali le Federcasalinghe di Busto Arsizio, ass. ACISS (associazione di volontariato missionaria in Uganda), ma divenendo anche modello per altre associazioni, come “Gli Amici di Sordiglio” ente nato nel 2017 che riunisce i volontari che si prefiggono di salvare e tramandare il patrimonio culturale del piccolo Borgo di Sordiglio, nell’appennino Reggiano. La Sinaghina è ancora oggi la custode delle Maschere di Busto, essendone depositaria del marchio registrato.In particolare, è stata da sempre tribolata la gestione del “Carnevale” in quanto numerosi traslochi sono stati necessari per il deposito, la custodia e la conservazione del materiale allegorico che oggi, dopo tanti anni ha finalmente un luogo sicuro e protetto che deve però mantenere a sue spese. Oggi, dopo i due anni di pausa forzata dovuta alla pandemia, l’associazione sta riprendendo le sue tradizionali attività con gite e pomeriggi culturali, con la divulgazione di quanto possa essere utile per conoscere la storia e la cultura Sinaghina e Bustocca, non esclusi anche corsi di avvicinamento al Bustocco, organizzati nel 2017 e 2018. Sono allo studio anche iniziative su argomenti d’attualità.

NASCE DOUBLETREE MILAN MALPENSA BY HILTON

Abbiamo scelto di investire oltre 3 milioni di euro per rimodernare completamente l’albergo le Robinie a Solbiate Olona e far nascere il nuovo DoubleTree by Hilton Milan Malpensa – così dichiara Guido Della Frera, presidente di Gdf Group – per avere una struttura di livello e standard internazionali in grado di intercettare la ripresa del turismo di qualità che ci aspettiamo arriverà nei prossimi mesi.” L’albergo che aprirà il 9 maggio, è stato rinnovato secondo lo stile DuobleTree by Hilton e disporrà di 246 camere, del Swing Restaurant

in grado di servire 230 ospiti e 8 sale convegni per 1.340 mq, modulabili secondo le esigenze. A regime, vi lavoreranno 35 persone a cui si aggiungerà il personale addetto alla pulizia, mediamente pari a 25 addetti. Vista la posizione strategica della struttura, vicino all’aeroporto internazionale di Malpensa ma anche al centro espositivo e congressuale di MalpensaFiere oltre che la facilità di raggiungere Rho Fiera, “abbiamo deciso di affittare la struttura per 20 anni - spiega ancora il presidente di Gdf Group - e ci candidiamo ad essere un punto di

riferimento di transfert per l’aeroporto. La clientela privilegiata è certamente quella business e internazionale, ma la struttura può essere anche punto di partenza per tappe turistiche alla scoperta della provincia di Varese – conclude Della Frera – questo è un territorio industriale di pregio e ha bisogno di manifestazioni di interesse e di investimento. Ci sono tutte le potenzialità per poter crescere». Gdf Group è partner consolidato di Hilton in Italia attraverso un accordo di franchising e gestisce già 4 alberghi della catena Hilton.

CON IL PATROCINIO DELLA FONDAZIONE DEL VARESOTTO Il 19 Maggio 2022 presso il DoubleTree by Hilton Milan Malpensa (Solbiate Olona) è programmato il meeting per la proclamazione di Milena Origgi a “Socia d’Onore” dell’Associazione Enrico Dell’Acqua che annovera: Gigi Farioli (Sindaco di Busto Arsizio 2006-2016); Lino Faccincani (Imprenditore e mecenate); Antonella Gisti (Presidente Estate Spa); Piergiacomo Grampa (Vescovo Emerito di Lugano). L’evento si propone di testimoniare l’eccezionale successo della nostra concittadina con l’ideale riferimento a Enrico Dell’Acqua, il pioniere dell’esportazione italiana. L’intensa collaborazione di Origgi con manager internazionali rappresenta anche una grande opportunità per l’imprenditoria di casa nostra per relazionarsi con questa “cittadina del mondo” che onora Busto Arsizio. - 25 -


Istruzione Ufficio Stampa LIUC

Tra ricerca e sviluppo Indagine

Formazione

È Milano la provincia lombarda con la più elevata capacità innovativa: un risultato che emerge dall’ultimo report realizzato dall’Osservatorio IP Cube, attivo all’interno del Centro sull’Innovazione Tecnologica e l’Economia Circolare della LIUC Business School. Il capoluogo lombardo risulta 1° anche nella classifica relativa al numero di famiglie brevettuali e in quella sulla capacità innovativa totale. Seguono, al 2°e 3° posto, Como e Lecco. E Varese?: “Un buon piazzamento, anche se non raggiunge il podio – spiega Raffaella Manzini, Direttore dell’Osservatorio nonché della Scuola di Ingegneria Industriale della LIUC. Varese è infatti 6° nel ranking basato sull’Innovation Patent Index, mentre si piazza 4° nella classifica che riguarda il solo numero di brevetti. 2 le aree brevettuali di specializzazione: da una parte le scienze mediche o veterinarie e igiene e dall’altra trasporto, packaging, immagazzinamento e trattamento di materiali filamentosi. Ambiti di rilievo, soprattutto il packaging, non solo a livello regionale ma anche nazionale”.

È stata attivata presso la LIUC la cattedra “BPER Banca”, la prima finanziata da un donor esterno presso l’Ateneo, che prevede la collaborazione tra Università e finanziatore nel raggiungere alti obiettivi di Ricerca e Formazione sui temi di Management Science e Business Analytics. Si tratta di un’innovativa modalità di compartecipazione che rappresenta un unicum in termini di progettualità e di visione prospettica. Alessandra Cillo, Professore Associato in Business Analytics, svolgerà il proprio programma di ricerca in discipline STEM, applicate all’economia ed alla gestione aziendale, con uno stretto contatto con il mondo imprenditoriale anche grazie alla vocazione del donor BPER.

Family Business Da marzo 2022 alla LIUC è presente una nuova ricercatrice dedicata allo studio del family business, con contratto co-finanziato da PwC TLS Avvocati e Commercialisti: Rafaela Gjergji. Laureata presso l’Università Cattolica, dopo alcuni anni di lavoro in revisione contabile, Rafaela Gjergji ha conseguito il Dottorato di Ricerca in Management, Finance and Accounting alla LIUC nel 2019. “La LIUC sta alimentando un percorso di investimento su temi rilevanti di ricerca e sulla faculty che li presidia. L'area disciplinare del Family Business Management ne rappresenta una componente fondamentale”, dichiara il Rettore Federico Visconti. “La nuova ricercatrice si occuperà in particolare di strategia e performance delle imprese familiari, programmando le sue attività anche in collaborazione con il donor”, dichiara Salvatore Sciascia, co-direttore di FABULA, il Family Business Lab della LIUC. “Offrirà un contributo prezioso nell’ambito sia della didattica sia nella ricerca sulle imprese familiari, in cui la LIUC si sta consolidando come importante player internazionale”. “È un piacere per noi partecipare a un progetto di qualità, settore al quale la firm si rivolge con grande interesse e che rappresenta il tessuto industriale del nostro territorio, compiendo così il primo passo di un percorso con l’università che auspichiamo possa essere lungo e di reciproca soddisfazione” dichiara Roberto Spotti, Partner di PwC TLS.

A Londra Nell’ambito del progetto di internazionalizzazione, la LIUC ha avviato le proprie attività nel Regno Unito grazie all’associazione LIUC Alunni che avrà una base anche a Londra. Insieme al Presidente di LIUC Alumni Alberto Strani si sono aperti i lavori per un primo confronto su come collegare in modo stabile gli oltre 100 laureati LIUC, oggi attivi professionalmente nella capitale britannica, con la stessa Università. Il ponte con gli Alumni sparsi per il mondo vuole essere anche un’opportunità per attivare stage internazionali rivolti ai giovani studenti. Nel contempo si rafforzano i contatti con altri Atenei del Regno Unito in modo da promuovere filoni di ricerca comuni e scambi di studenti, nonostante i vincoli posti dalla Brexit.

Game of vax Dietro alla massiccia campagna vaccinale che ha interessato il nostro Paese nell’ultimo anno e che ha rappresentato uno snodo fondamentale per reagire alla pandemia, c’è, come noto, un grandissimo lavoro di pianificazione e organizzazione da parte delle autorità sanitarie e delle istituzioni. La sfida è ancora aperta e mai come ora c’è bisogno di competenze specifiche nella gestione di processi complessi in sanità. Sempre più richiesta, dunque, è la figura dell’ingegnere gestionale, a cui la LIUC dedica un percorso della laurea magistrale in Healthcare System Management. Proprio a cura dei docenti di questo percorso, nasce “Game of vax” - sfida per il dimensionamento di una rete territoriale per la somministrazione di vaccini per la nuova variante Covid: un contest rivolto a studenti della Laurea triennale di Ingegneria ed Economia di tutta Italia.

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Diario cittadino

Cinquant’anni di giornalismo

Busto Domani

21052 BUSTO ARSIZIO • Villa Tovaglieri Viale Volta, 11 bis • Tel. 340.5960377

info@enricodellacqua.org • bustodomani81@gmail.com

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Diario cittadino

GIANNINO LANDONI, IMPRENDITORE DI SUCCESSO “Questo non è un libro pubblicato ma stampato in un numero limitato di copie esclusivamente destinato ai miei collaboratori, famigliari e amici”. È l’introduzione allo splendido volume che Giannino Landoni, imprenditore di successo, ha realizzato... stimolato dalle nipoti Alice e Monica. Ed allora, il papà, il nonno, il Presidente di Meca Spa, storica e prestigiosa azienda meccanotessile che ha esportato nel mondo la sua alta produzione, descrive “come ho fatto” con straordinario acume e illuminata passione, fedelmente interpretando Chaplin: “Vivi! È veramente bello battersi con persuasione, abbracciare la vita e vivere con passione, perdere con classe e vincere osando, perché il mondo appartiene a chi osa! La Vita è troppo bella per essere insignificante!”. Scritto con una originale grafia nonostante la non più giovane età (è del 1923) e con stile inimitabile, Landoni racconta - senza enfasi - una carriera complessa, dove lo spirito di sacrificio e la passione per il lavoro hanno prodotto risultati (quasi) incredibili, iniziati in cantina secondo una ricetta imprenditoriale targata bustocchità. Poi le autorevoli testimonianze di politici e Ambasciatori in occasione delle presentazioni della macchina trapuntatrice nelle principali fiere internazionali con Meca Spa la società creata da Landoni rapidamente affermatasi come leader nel settore. Un percorso di grandi risultati, di prestigiosi riconoscimenti pubblici e privati, perché Landoni ha innovato il settore tessile esaltando la qualità e il rapporto costi-benefici. Insomma, è sta-

to un self-made man che il diario (150 pagine intelligentemente illustrate) documenta con sobrietà e dal quale si possono trarre significativi insegnamenti. E Landoni così conclude “Eccomi, il mio “Come ho fatto” è terminato, poco del mio tanto lavoro ho raccontato, ma solo importanti eventi che il successo hanno determinato. Con Alberto, in un capannone adiacente alla fabbrica originale, la Meca continua a svolgere attività di assistenza e fornitura di pezzi di ricambio. Il nome Meca è presente e vive nel mondo con 3.500 macchine ancora operative. Io sono il novantaquattrenne Presidente pensionato, sono sereno, orgoglioso di quel tanto che si è fatto nel lavoro e nel sociale. Il mio bellissimo stabilimento è affittato e continua a produrre, la mia officina fa ancora rumore. Ho affittato i miei organi”. Grazie signor Gannino per l’interessante disamina e perché mi onora della Sua amicizia. Complimenti sinceri e affettuosi per questa splendida iniziativa editoriale che con inimitabile dedizione e talento ha realizzato e che sarebbe estremamente utile diffondere per i grandi insegnamenti contenuti. Una lezione di vita per cui azzardiamo una proposta: la nascita della “galleria degli imprenditori bustocchi”, una collana di documenti preziosi per le giovani generazioni oltre a valorizzare la straordinaria storia dell’imprenditoria di Busto Arsizio. Famiglia, lavoro, amore, sottolinea Giannino Landoni concludendo la sua splendida esperienza: un messaggio di straordinario valore! Sergio Colombo

Ecco il nuovo logo dell’Associazione Enrico Dell’Acqua ideato da Lara Lualdi. Il mondo evidenzia la straordinaria intuizione del pioniere dell’esportazione italiana mentre il monumento raffigura il simbolo della Casa Dell’Acqua. Le figure rappresentano: il commercio, la produzione, l'industria tessile e la nuova alba.

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Diario cittadino

Nuovo ospedale

Si intensificano i dibattiti sul nuovo ospedale oggetto di differenti valutazioni politiche. Sull’opportunità di una moderna struttura ospedaliera in linea con le attuali esigenze, la convergenza della gente è positiva. Due i dubbi che però l’accompagnano: la zona di Beata Giuliana, già congestionata dal traffico anche per i recenti insediamenti commerciali e il riutilizzo – per quanto riguarda Busto Arsizio – dell’attuale ospedale, già sottodimensionato in molti reparti. Anche perché il nosocomio si estende su un’area considerevole con al centro il multipiano del Polo Chirurgico che annovera qualificate specializzazioni. Per evitare quel che è successo a Legnano, è opportuno – forse necessario – che i due problemi procedano in parallelo. Così agirebbe l’imprenditoria privata, anche per evitare la distrazione di risorse considerata (oggi) la previsione di investimento di oltre 500 milioni di euro. Se la sanità è un bene da costituzionalmente tutelare, allora è indispensabile finalizzare le risorse per ottimizzare il risultato. Magari arginando l’invadenza pubblica e senza sottovalutare che l’investimento è possibile grazie alle tasse che gravano sulla collettività.

IVA Terzo settore

L’importanza del volontariato, inquadrato nel terzo settore, rappresenta una risorsa che, dalla Protezione Civile creata e valorizzata dal varesino Zamberletti, ha contribuito, spesso in maniera determinane, a risolvere problemi e calamità culturali. Nel frattempo si sono moltiplicate le proposte per inquadrare – anche legislativamente – il terzo settore nel frattempo divenuto consistente. Iniziativa lodevole anche se la burocrazia pubblica si è inserita complicando un processo semplice. C’è poi il problema dell’IVA che pesantemente incide sui costi e che in sede di rendicontazione dei possibili contributi pubblici incide notevolmente rappresentando – per esempio per le APS – un costo aggiuntivo non scaricabile e mettendo in crisi il sistema contributivo. Soluzioni? Molti utilizzano l’esperienza privatistica che fa a pugni con la burocrazia pubblica ossessionata da un assurdo perfezionismo anche per importi di qualche centinaio di euro. Perché, ad esempio, non riaccreditare l’IVA alle APS che grava anche su iniziative di sussidiarietà, di promozione sociale ed altro ancora? Una problematica da approfondire con la collaborazione di professionisti privati e del volontariato. Senza prevaricazioni.

Solidarietà

La Busto di ieri e di oggi – ed è auspicabile quella di domani – ha tempestivamente risposto all’appello dell’Ucraina per tutelare donne e bambini scampati al massacro di una guerra impietosa. Quasi una carneficina, ingiustificata e ingiustificabile, se la civiltà ha ancora un valore. Busto Arsizio, attraverso il sempre generoso volontariato, si è mossa bene offrendo ospitalità, assistenza e tutelando i minori vittime innocenti di una invasione spietata. La solidarietà bustocca, ancora una volta, è stata protagonista di iniziative spesso supplendo alle istituzioni pubbliche come è nella benemerita tradizione bustocca, oltre ai privati e all’anonimato che hanno contribuito con significative e silenziose iniziative. L’integrazione, anche culturale, richiede una collaborazione intensa e diversificata perché occorrerà indirizzare questi profughi verso un futuro dove l’occupazione, oltre a rappresentare dignità di vita, dovrebbe consentire un avvenire meno drammatico. Un grazie sincero per la preziosa e commovente solidarietà che onora i bustocchi.

Pro Patria

Inutile negarlo: la Pro Patria fa parte del patrimonio sportivo della città e come tale va tutelato e possibilmente valorizzato. Purtroppo, i recenti trascorsi evidenziano gestioni spericolate che hanno profondamente inciso sulla credibilità della società passata attraverso proprietari più o meno inclini alle vere necessità di una società calcistica dalle prestigiose tradizioni. Sino agli anni recenti con la presidenza di Patrizia Testa che ha risanato – anche finanziariamente – la società consentendole il raggiungimento di prestigiosi traguardi. Poi la vendita al consorzio partenopeo ha generato più di un sospetto, il distacco dai colori bianco blu, una gestione problematica ed una presidenza delegata che sfiora l’assurdo perché nel mondo del calcio la passione non dovrebbe essere business. Quanto sta succedendo alla Pro Patria dopo una cessione di proprietà frettolosa e comunque non in linea con la tradizione bustocca, assume aspetti grotteschi. Urge quindi recuperare l’identità smarrita per ridare dignità sportiva alla Pro Patria assicurando una gestione economica lineare e concreta. Il resto è fantasia partenopea.

Carceri

È diventato un po’ il tormentone della città. Periodicamente, il penitenziario è sottoposto ad interventi d’emergenza per la rivolta di detenuti, incendi, tentativi d’evasione ed altro ancora. La politica conosce la situazione - recentemente anche la Ministra della Giustizia Cartabia, visitando la struttura ha sottolineato i rischi - ma concretamente gli interventi straordinari sono rimasti nel libro dei sogni. E c’è il problema del sovraffollamento che incombe e la custodia di detenuti socialmente piuttosto pericolosi. Inoltre, dopo la parentesi Covid che ha condizionato l’organizzazione generale e il sistema sanitario d’assistenza, è necessario ripristinare le condizioni di sicurezza per evitare che il “problema carceri” trovi localmente possibili e negativi sviluppi. Segnali premonitori si sono già verificati nell’area, apparentemente tranquilla, nonostante episodi di intolleranza complice anche la crisi occupazionale, economica e i venti di guerra che incidono sulla psiche degli individui.

Autostrade

Anche se è impossibile superare…l’impraticabilità delle autostrade liguri, strani cantieri condizionano pesantemente la circolazione sulla Milano-Varese, un tempo gloriosa rete con direzione laghi. Code negli orari di punta, colonne di automobilisti nelle festività, interruzioni per i soliti lavori. Un’autostrada che ha generato - e continua a farlo - massicci profitti alla concessionaria su un tratto chilometrico ridottissimo. Ci hanno provato in molti a contestare la barriera gallaratese - ai tempi si è cimentato anche il leader della Lega Bossi - ma senza ottenere apprezzabili risultati. Insomma, ad una diminuzione dei servizi corrisponde un aumento del costo chilometrico secondo la logica distruttiva del rapporto costi-benefici. Non saremo noi a denunciare l’iniquo trattamento riservato all’automobilista, ma ci si consenta di sottolineare che il balzello è al limite del lecito. L’augurio è che la politica intervenga per eliminare un casello inutile che rappresenta solo un sicuro bancomat per la concessionaria.

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Diario cittadino

IN BRASILE IL RICORDO DEL MEDICO BUSTOCCO QUIRINO QUISI L’introduzione ci è stata inviata dal Brasile da Padre Rino Bonvini che nel “Giardino Buffet”, una delle molteplici iniziative in favore di persone con sofferenze psichiche, ha posto una targa ricordo in memoria del caro amico medico psichiatra Quirino Quisi, primario nella ASST Valle Olona, scomparso prematuramente quattro anni fa, che in quella terra lontana ha portato la sua alta professionalità di medico specialista.

“Stare accanto alle persone con patologie psichiatriche mi ha insegnato a non giudicare con i parametri usali. Mi ha consolidato nella fermezza di stare dalla parte di chi soffre, di chi è indifeso, di chi è fragile e a levare la mia voce contro i soprusi e le ingiustizie. Ho cercato di farlo come medico, come volontario, come uomo.” Chi è Quirini Quisi è stato uno psichiatra di grande sensibilità e acutezza e un innovatore che ha portato profondi cambiamenti nel modo di fare psichiatria non solo nel nostro Paese ma anche all'estero, soprattutto in Brasile e in Africa dove si è speso a favore di progetti di "psichiatria comunitaria", un orientamento terapeutico che prevede il sostegno del paziende all'interno del suo contesto di vita. Un libro ne tratteggia il profilo, facendo emergere la figura di un uomo e di un medico che ha scelto di mettere al primo posto la tutela della dignità umana dei suoi pazienti, che Quisi ha visto sempre - e ha insegnato a vedere - come persone prima, ancora che malati.

“È sempre presente nella nostra missione per una salute mentale integrativa che supera l’esclusione e il preconcetto del modello manicomiale. Abbiamo lavorato insieme in Brasile a São Luis Do Maranhão dove abbiamo progettato e attuato un prototipo di CPS (Centro Psico-Sociale): un servizio di accoglienza, di ascolto e di attenzione psicosociale. Le prime radici del Movimento Salute Mentale risalgono al Congresso di Rio de Janeiro del 1993; in quel contesto abbiamo incontrato lo psichiatra messicano Aldalberto Barreto, ideatore della Terapia Comunitaria che ancora oggi pratichiamo nel Bom Jardin. Abbiamo inoltre presentato insieme dei lavori al Congresso di Psichiatria di Madrid nel 1996; c’era anche la carissima amica psichiatra Paola Gaboardi. Un abbraccio a tutti gli amici che lo hanno conosciuto.”

Il progetto Il Movimento salute mentale, che da 26 anni si occupa della cura della salute nella dimensione dell’integralità dell’essere e dell'inserimento socioeconomico dei residenti di Bom Jardim, offre anche un servizio a buffet a Fortaleza, tenuto dalla Scuola di Gastronomia Autosostenibile del Movimento per la Salute Mentale in collaborazione con l'Università Federale del Ceará. È un’esperienza che trasforma la vita delle donne, delle loro famiglie e dell’intera comunità. Gli utili derivanti dall’attività imprenditoriale sono devoluti al Movimento per la salute mentale. Il metodo utilizzato dal movimento è la Terapia Comunitaria Sistemica Integrativa, riconosciuta per la sua efficacia e innovazione in Brasile e all’estero. Un progetto molto complesso e articolato, per non dimenticare il “nostro medico” che in Brasile accanto ai professionisti del luogo si è impegnato per salvare molte persone dall’emarginazione e dai pregiudizi legati alle malattie mentali e per formare colleghi competenti non solamente in medicina, ma anche in umanità. Ed il ricordo di Quirino, autentico missionario, continua con immutata stima e profonda gratitudine.

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