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PLATONE E LA MARIONETTA
Proviamo a immaginare ciascuno di noi, esseri viventi, come una marionetta. Costruita o per gioco o per uno scopo serio: questo non lo sappiamo, ma sappiamo che le passioni che abitano dentro noi ci tirano come corde di qua e di là. Spesso, infatti, sono passioni contrarie l’una all’altra e ci trascinano in direzioni diverse. Alcune ci muovono verso azioni che si contrappongono: una passione può farci scappare via veloci davanti a un serpente in mezzo a un bosco e un’altra farci avvicinare a guardarlo. Altre passioni ci tirano avanti e indietro rispetto alla linea che divide il bene e il male e ci mettono in difficoltà, come quando non sappiamo se dire una bugia o dire la verità quando combiniamo qualche danno.
Le passioni ci muovono come marionette attraverso tre corde.
La prima corda è quella del rispetto delle regole, la seconda è quella della speranza di stare bene e la terza è quella della paura di stare male.
La corda del rispetto delle regole è d’oro ed è una corda flessibile. Le corde della speranza di stare bene e della paura di stare male sono di ferro e sono corde rigide.
La ragione ci raccomanda di farci trascinare dalla corda d’oro e di resistere alla trazione delle corde di ferro. Ma non è facile: la corda d’oro è più morbida e meno forte e ha bisogno della nostra costante collaborazione per poter tirare.
La corda d’oro è diversa dalle corde di ferro per un altro motivo: segue le regole che condividiamo con altri e che non sono solo dentro di noi, come invece avviene per il sentirsi bene o sentirsi male. La corda d’oro guida tutti nello stesso modo perché è legata alle regole comuni. Ora parliamo del vivere tutti insieme in un villaggio o una città. Il cittadino dovrà lasciarsi muovere dalla corda delle regole e fare quello che la corda gli indica. Tutte le persone che fanno parte di quel villaggio, lasciandosi guidare dalla corda d’oro, si comporteranno nello stesso modo. Sapranno così qual è il modo migliore per vivere insieme sia all’interno della propria città sia incontrando gli abitanti di altri villaggi e città.

Quando le cose funzioneranno in questo modo, sarà più facile distinguere cosa è bene e cosa è male e sarà più chiaro come vivere insieme, nella scuola, nel lavoro, nelle case e nell’intero paese.
LE PASSIONI CI MUOVONO COME MARIONETTE ATTRAVERSO TRE CORDE. LA PRIMA È QUELLA
DEL RISPETTO DELLE REGOLE, LA SECONDA È QUELLA DELLA SPERANZA DI STARE BENE
E LA TERZA È QUELLA DELLA PAURA DI STARE MALE.
Platone pensa che siamo come marionette tirate da corde diverse. Ogni passione ha in mano una corda e ci muove nella sua direzione. Quali sono le tue passioni? Come ti muovono?




Traccia più fili che, in base alla passione, partano da punti diversi (testa, pancia, mani, piedi…) della marionetta e arrivino fino alle mani del burattinaio. Poi scrivi su ogni filo di quale passione si tratta.
Scegli una compagna o un compagno con cui lavorare in coppia: a turno sarete il burattinaio e la marionetta.
Quando sarai la marionetta, lasciati guidare nei gesti dal tuo compagno.
Quando sarai il burattinaio, accompagna con le tue mani il compagno indicandogli quali gesti deve compiere e in che modo deve muoversi.
Al termine del gioco chiedi al tuo compagno come si è sentito a fare il tuo burattinaio e la tua marionetta. Infine annotate le risposte sul quaderno.
Ognuno di noi ha differenti passioni. Talvolta andiamo d’accordo perché abbiamo la stessa passione e altre volte no, proprio perché vogliamo le stesse cose. Certe volte le nostre passioni ci fanno pensare che un’azione sia giusta o sbagliata, mentre altri hanno un’idea diversa dalla nostra.

Ma esiste una passione comune a tutte le persone? Insomma, c’è qualcosa in comune tra tutte le persone che permette che esse vivano insieme?

Secondo l’imperatore filosofo Marco Aurelio sì, perché le persone hanno sempre qualcosa in comune con gli altri. Ognuno è il prodotto dei propri incontri: noi siamo come siamo perché abbiamo preso qualcosa da tutti coloro che abbiamo incontrato, come un puzzle o un panino a molti strati.
Il filosofo Spinoza la pensa diversamente. Per lui chiamiamo bene ciò che ci fa stare bene e permette al nostro corpo di continuare a fare quello che è capace di fare, mentre chiamiamo male ciò che ci fa stare male e impedisce al nostro corpo di continuare a fare quello che è capace di fare. Insomma, è il nostro corpo che ci fa sapere cosa è bene e cosa è male. E i corpi sono tutti diversi.


Secondo il politico indiano Gandhi, quando le azioni di chi ci governa ci sembrano ingiuste, è nostro dovere disobbedire, purché questo avvenga in maniera civile e nel rispetto degli altri.

Secondo Platone non c’è differenza tra ciò che è giusto per la singola persona e ciò che è giusto per la città intera: la corda d’oro segue regole uguali per tutti. Se questo non succede, è perché la singola persona oppure la città non sanno seguire la corda d’oro.
Ora, in classe, dividetevi in due gruppi; ogni gruppo inventerà una storia.
Nella prima storia immaginate che la maggioranza della classe decida di fare qualcosa che per voi è ingiusto. Che cosa succede?
Nella seconda storia immaginate, invece, che uno di voi commetta qualcosa che per gli altri è sbagliato. Che cosa succede? Mettete in scena le due storie e, al termine, confrontatevi in cerchio su quello che è accaduto.