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E SE UNA REGOLA NON MI PIACE?

Leggi il testo.

Fu il 15 di giugno del 1767 che Cosimo Piovasco di Rondò, mio fratello, sedette per l’ultima volta in mezzo a noi. Ricordo come fosse oggi. Eravamo nella sala da pranzo della nostra villa d’Ombrosa, le finestre inquadravano i folti rami del grande elce del parco. Era mezzogiorno, e la nostra famiglia per vecchia tradizione sedeva a tavola a quell’ora. Tirava vento dal mare, ricordo, e si muovevano le foglie.

Cosimo disse:

– Ho detto che non voglio e non voglio! – e respinse il piatto di lumache. Mai s’era vista disubbidienza più grave.

A capotavola era il Barone Arminio Piovasco di Rondò, nostro padre, con la parrucca lunga sulle orecchie alla Luigi XIV, fuori tempo come tante cose sue. Tra me e mio fratello sedeva l’Abate Fauchelafleur, aio di noi ragazzi. Di fronte avevamo la generalessa Corradina di Rondò, nostra madre, e nostra sorella Battista.

– Mangiate o subito vi rinchiudiamo nello stanzino! Io cedetti, e cominciai a trangugiare quei molluschi.

– E allora? – disse nostro padre a Cosimo. – No, e poi no! – fece Cosimo, e respinse il piatto.

– Via da questa tavola! – ma già Cosimo stava uscendo dalla sala.

– Dove vai? – lo vedevamo dalla porta a vetri mentre nel vestibolo prendeva il suo tricorno e il suo spadino.

– Lo so io! – e corse in giardino.

Di lì a poco, dalle finestre, lo vedemmo che s’arrampicava su per l’elce. Era vestito e acconciato con grande proprietà, come nostro padre voleva venisse a tavola, nonostante i suoi dodici anni: capelli incipriati col nastro al codino, tricorno, cravatta di pizzo.

PAROLE nuove

Elce: altro nome dell’albero del leccio.

Alla Luigi XIV: il re di Francia impose un nuovo tipo di parrucca con i capelli più lunghi e vistosamente arricciati; i nobili la indossavano per migliorare il loro aspetto, in particolare per nascondere la calvizie.

Aio: la persona che, nelle famiglie nobili, si occupava dell’educazione dei bambini e dei ragazzi.

Vestibolo: la stanza posta

Cosimo salì fino alla forcella d’un grosso ramo dove poteva stare comodo, e si sedette lì, a gambe penzoloni, a braccia incrociate con le mani sotto le ascelle. Nostro padre si sporse dal davanzale.

– Quando sarai stanco di star lì cambierai idea! – gli gridò.

– Non cambierò mai idea – fece mio fratello, dal ramo.

– Ti farò vedere io appena scendi!

– E io non scenderò più! – e mantenne la parola.

Regole E Diritti

Capire Il Testo

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• Quando si svolge il racconto?

In un tempo determinato con precisione. In un tempo indeterminato.

• Il racconto contiene delle informazioni che riguardano il contesto familiare, come le abitudini dei personaggi?

Sì No tutti insieme

Rispondi alle domande.

• Perché Cosimo sale sull’albero? .......................................................................... ..........................................................................

• Quale regola ha deciso di trasgredire? .......................................................................... ..........................................................................

Certamente vi è capitato di non rispettare alcune regole.

Quali?

Come reagiscono gli adulti (la vostra famiglia, gli insegnanti)?

Parlatene in classe

L’ANGOLO dei LIBRI

Titolo: Il barone rampante

Autore: Italo Calvino

Editore: Mondadori

• Pensi sia giusto minacciare un bambino per costringerlo a mangiare un cibo che non gli piace? Perché? .......................................................................... .......................................................................... ..........................................................................

Un ragazzo si arrampica su un albero, passa da una pianta all’altra vivendo molte avventure e decide che non scenderà mai più.

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